Dal Marais al Beaubourg
Naturalmente il voler viaggiare low cost ha comportato piccoli disagi: il nostro volo, quello della ryanair (pagato 88 euro tre mesi prima della partenza), partito da bari alle 10.20 c.ca, è atterrato due ore dopo al fantozziano aeroporto di Beauvois , che dista da Parigi circa un’ora di viaggio in bus (14 euro a tratta, parte a orari ben definiti rispetto ai voli, quindi occhio a nn perderlo). Dico che è fantozziano perchè quello che accade lì è davvero surreale: a parte il fatto che è molto piccolo (che in taluni casi può essere un vantaggio, senza il rischio di perdersi…), l’area destinata all’imbarco è un gran pentolone in cui si ritrovano tutti i viaggiatori, i gates sono appena 4 quindi tutto accade lì, dai pannolini da cambiare alle bottiglie di vino da portare ad amici e parenti… Il bus ci porta, in un’assolata giornata, a Parigi, dove ferma nei pressi di Porte Maillot: qui passa la linea 1 della metro parigina che ci conduce nel nostro quartiere, il Marais. Abbiamo prenotato un modesto studio in Rue Simon le Franc n.7, poco meno di 40 m2 da dividere in 4, ma naturalmente nn è un problema: siamo tutte amiche e alla condivisione di spazi talvolta ristretti siamo avvezze! Dello studio ci lascia un po’ scettiche il nome “Design Marais”: ci fa sorridere il fatto che di design in questo studio c’è poco e niente, tuttavia è ben attrezzato di tv, radio-mp3, macchinetta del caffè (americano, da casa mi son portata la mia macchinetta e il mio hag, mai senza), phon. E’ tutto molto piccolo ma va bene così, in fin dei conti dobbiamo solo dormirci e lavarci, quindi è accettabile, considerato soprattutto un dettaglio, ovvero che dalla nostra finestra vediamo a soli 50m, il Centre Pompidou…il tutto a soli 115 euro a persona (per tre notti non è male!)
Cmq, dopo un rapido pranzo in una ovviamente tipica brasserie e dopo aver preso sistemazione nello studio, decidiamo di preparare a casa una cenetta (anche per riposarci un po’, in fin dei conti siamo in viaggio dal mattino e l’appuntamento col padrone di casa era solo alle 17!!!). A sera ci spingiamo a piedi ad una bella passeggiatina sul lungosenna, fino al quartiere di saint german de pres e qui ci gustiamo un buon vino francese sedute a guardare, anzi a farci guardare (in alcune guide l’essere guardati pare sia il decimo “sport” praticato dai parigini..).
Il mattino dopo è quello che ci porta alla Fondation Cartier pour l’art contemporaine, dove fino al 12 settembre 2010 sarà esposta la mostra Gosse de Peintre Beat Takeshi Kitano (costo, 7.50 euro): essendo un’esposizione temporanea su uno dei genii della cinematografia mondiale non possiamo perderla e, devo dire, l’esposizione conferma la sua genialità anche in altre espressioni artistiche (pittura, piccole invenzioni, oltre che visive). Dopo la passeggiata di ritorno (abbiamo usato poco i mezzi, se non per necessità legate ad orari o stanchezze collettive) ci siam dirette alla Sainte Chapelle (8 euro), che confermo essere una delle più belle espressioni gotiche (dopo la cattedrale di Chartres, i cui maestri vetrai si occuparono anche delle decorazioni dei 15 metri di vetrate che adornano la Saint Chapelle). All’uscita dall’imponente chiesa gotica abbiamo approfittato per uno spuntino al volo nel bar-brasserie proprio lì di fronte: ne faccio un piccolo accenno perchè l’interno del locale è meravigliosamente in stile parigino, un’occhiatina lì (e anche giù ai bagni) merita qualche minuto del nostro tempo e, se poi, a questo ci aggiungiamo una croque madame e un croque monsieur (alternativa ai nostri toast, buonissimo soprattutto il madame, con l’uovo al tegamino aggiunto a fine cottura). La brasserie in questione si chiama “Les deux Palais” , e la consiglio vivamente!
Il giro continua permettendo a ciascuna di godere di ciò che più deisdera: mentre due di noi si dedicano al giro d’ordinanza a Notre Dame, io e l’altra amica rinunciamo all’ormai vista e stravista chiesa e ci dedichiamo al sabato pomeriggio per le viuzze di parigi, negozi del Marais e quanto ci faccia godere della gente e della città.
A sera, dopo cena a casa a base di formaggi salsine e salumi, con un taxi (10 euro appena) raggiungiamo Place de la Concorde e di lì, attraversando ponti e viali, ci incamminiamo verso la Tour Eiffel, di cui però godiamo poco, perchè all’1 di notte, dopo un ultimo giro di luci anche lei va a nanna e, cosa ben più importante, quella piazza lì sotto diventa un po’ pericolosa. Con un altro taxi, ritorniamo verso il marais, dove concludiamo la serata con un altro giro di birra.
La domenica ci vede impegnate in un tour di un’ora circa di cammino per arrivare al Musèe Rodin, dove con 7.30 ammiriamo le statue dello scultore francese padre del La porta dell’Inferno e, di quello che preferisco, Il Pensatore. Poi la passeggiatina nei giardini interni ci dà pace e finalmente respirare aria sana, lontana dal traffico e dai tubi di scarico… E’ già ora di pranzo (si fa per dire, forse quella è passata da un po’ e l’orologio nn ci fa per nulla da guida, ma abbiam fame ormai) così rientriamo in metro verso l’Ile de la Citè: qui avremmo voluto visitare L’Institut du Monde Arabe, ma la domenica apprendiamo esser chiuso: possiamo tuttavia usare gli ascensori, che ci portano su, all’ultimo piano dove gustare la vista della città e della Notre Dame mentre sorseggiamo un caffè. Un’altra passeggiata a piedi ci porta al Centre Pompidou, che rivedo sempre volentieri, e questa volta ancor di più con l’esposizione su Lucian Freud (attiva fino al 19 luglio, quindi invito vivamente la visione). Ormai è sera, anche se ci si accorge che è sera solo a “tarda” sera: alle 21, all’uscita dal museo, sembra siano appena le 6 del pomeriggio. Un’ultima cenetta in una brasserie per salutare la ville lumiere: abbiamo il bagaglio da sistemare e una sveglia presto domani… A bientot