La mia Grande Mela

New York non dorme mai!
Scritto da: saramarce1979
la mia grande mela
Partenza il: 10/05/2010
Ritorno il: 17/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Il primo impatto con la Grande Mela ce l’abbiamo già dall’alto: atterraggio al JFK alle 21.30, ad accoglierci una miriade sconfinata di luci e la punta verde dell’Empire State Building. Il viaggio è stato devastante, 8 ore di ritardo nella partenza, e 10 ore e mezzo la durata del volo con annessa perturbazione sopra la Groenlandia che è durata un pò, ma tutto sommato la Delta ci ha trattati bene: sedili in pelle abbastanza comodi, un televisore a persona a disposizione e spuntini a più non posso (oltre al pranzo completo in aeroporto, visto il ritardo ingiustificato!…da considerare che altre compagnie aeree, tipo Alitalia, ahimè!, in aeroporto hanno offerto solo un trancio di pizza da Spizzico…). Stavo dicendo, all’arrivo al JFK, espletate le procedure d’immigrazione, che in definitiva sono state piuttosto veloci (lettura dell’iride, scannerizzazione delle impronte digitali, qualche domanda tipo che lavoro fai in Italia, cosa sei venuta a fare a New York, ecc…), dobbiamo raggiungere il nostro albergo; un tizio ci propone lo shuttle, che per due persone sarebbe stato conveniente (19 $) ma optiamo per il taxi perchè abbiamo fretta di andare a riposare dopo 24 ore di veglia non stop (costo compresa mancia 55 $, ma taxista molto soddisfatto per la mancia). Saliamo sullo jellow cab e in circa mezz’ora siamo sulla W 58 street, all’Hudson Hotel: bellissimo! Accoglienza ok e via su in camera! Purtroppo siamo solo al 5° piano, e c’è sempre un pò di rumore perchè fuori ci sono i motori credo dei condizionatori, però la camera è carina, un pò piccola, ma lo sapevamo, e soprattutto pulita. Ogni angolo dell’albergo è design puro, ogni cosa ha la firma di Philip Stark, e c’è una terrazza a livello della Hall dove tutte le sere servono l’aperitivo: non l’abbiamo mai fatto, ma dev’essere veramente carino! 1° giorno Andiamo in esplorazione dell’Upper West Side, cioè la parte a ovest della 5° strada, che comprende anche la zona del nostro albergo e naturalmente Central Park! Il tempo ce lo permette, c’è il sole, ma tira vento, quindi la temperatura è un pò bassa. Decidiamo di non fare la tessera della metro, ma di andare a piedi, e non abbiamo sbagliato, perchè è così che si vede cosa è NY: una commistione, però ben delimitata tra le varie zone, di stili, di razze, di lingue, di architetture…un meltin’ pot! In relativamente poco spazio c’è veramente di tutto: dal lusso più sfrenato alla miseria totale dei senza tetto che riescono a dormire ininterottamente per giorni sui marciapiedi; dalla signora con tacco 12 fin dalle 8 del mattino e senza calze con un freddo boia, ai topi che ti passano fra i piedi in Park Avenue (credetemi, mi è successo!!!orrore!!!). Abbiamo costeggiato Central Park sul lato ovest, incontrando edifici storici come il Dakota Building (davanti al quale è stato assassinato John Lennon e dove tuttora abita Yoko Ono), Sanremo building, Beresford, Eldorado, fino all’American Museum of Natural History (dove hanno girato Una notte al museo) e dove si può entrare per fotografare nella hall gli scheletri dei dinosauri. Dopodichè siamo svoltati dentro al parco: una meraviglia della natura! C’è una pace indescrivibile se si pensa che lì vicino, nella Midtown, il traffico di persone e macchine è intenso ad ogni ora del giorno e della notte. Abbiamo visitato la statua di Alice nel paese delle meraviglie, quella di Hans Christian Andersen con il Brutto Anatroccolo, The Lake con il famosissimo ponte in ferro (Bow Bridge) e il giardino a forma di lacrima voluto da Yoko Ono, proprio di fronte ai Dakota Apartments, chiamato Strawberry Fields. E proprio lì vicino c’è anche un mosaico per terra con la scritta Imagine che dice sia stato donato dalla città di Napoli come tributo a John Lennon. Poi è la volta del Metropolitan Museum of Art (per gli amici semplicemente MET), sul lato del parco costeggiato dalla 5° avenue: veramente una tappa obbligata per chi visita questa città. E’ enorme, e impossibile da visitare tutto, bisogna fare un pò una scelta: a me è piaciuta moltissimo la parte dedicata alla ModernArt, oltre ovviamente a quella dedicata alla pittura e scultura europee del XIX secolo (Van Gogh & C.). Abbiamo anche visto una mostra, credo temporanea, dedicata all’evoluzione del costume e della moda per la donna americana: veramente bella! Usciti dal Met, siamo andati di nuovo verso nord, questa volta lungo la Fifth, per vedere il capolavoro architettonico di Frank Lloyd Wright : il Guggheneim! Bellissimo sia fuori che dentro, con la sua spirale bianca, ma non siamo andati a visitarlo perchè dopo un pò i musei ci annoiano…ad ogni modo abbiamo fatto le nostre foto di rito e mangiato un bello hot dog comprato in un chiosco lì davanti. Scendendo lungo la 5°, e poi la madison Avenue, abbiamo incontratole boutique di lusso )compreso il cubo di vetro della Apple e FAO Swartz, il regno dei giocattoli, fino ad arrivare, sempre a piedi, in quello che a me è sembrato l’Ombelico del Mondo: TIMES SQUARE! Non c’è niente da vedere, ma la sensazione che si prova a stare lì in mezzo è veramente unica! 2° giorno Purtoppo piove, o meglio, viene giù una nebbiolina che a lungo andare ti bagna e quindi non sappiamo cosa fare. La soluzione più ovvia sarebbe stata prendere la metro, ma decidiamo di spostarci a piedi e andiamo verso sud, direzione Chelsea. Nel cammino però una tappa obbligata soo i grandi magazzini Macy’s, dove ci rifugiamo anche per ripararci un pò dalla pioggia. Un giretto tra i vari piani con le scale mobili e gli ascensori in legno ormai storici, ma nessun acquisto…alla fine questi grandi magazzini newyorkesi non ci soddisfano più di tanto, sono molto più belli e allettanti quelli parigini devo dire… Usciti da Macy’s svoltando sulla Broadway, andiamo incontro ad uno dei più belli edifici (parer mio) della Big Apple: il Flatiron Building, il “ferro da stiro”. Foto di rito e via verso Chelsea, dove decidiamo di ristorarci e mangiare al Chelsea Market, un mercato coperto allestito in quella che un tempo era la fabbrica dei famosi biscotti Oreo. Dentro c’è di tutto per mangiare e abbiamo mangiato al banchino di fronte al supermercati italiano: pasta fredda con pomodoro e mozzarella. Se non fosse stata scotta la pasta, devo dire che i sapori mi hanno ricordato casa… usciti da lì, dopo una controllatina alla mail nell’Apple store accanto, abbiamo iniziato la nostra “risalita” verso nord: Times Square, non senza una piccola sosta lungo la fifth alla NY Public Library. La giornata è stata intensa, camminare per quasi 11 ore ci ha stancati, e torniamo presto in albergo. 3° giorno Sveglia presto, come tutte le mattine…oggi c’è il sole, quindi la direzione è Downtown! Decidiamo di prendere per la prima volta la metro: per percorrere lunghe distanze è l’ideale, anche se l’ho trovata un pò meno intuitiva della tube di Londra e un pò meno efficiente…per non parlare delle condizioni in cui si trovano alcuni treni! Insomma, quella di Londra è mille volte meglio! Ad ogni modo, in dieci minuti siamo a destinazione e lo spettacolo che si apre ai nostri occhi all’uscita dalla stazione è indescrivibile: un tuffo al cuore! Pensare che proprio in quel punto 9 anni fa sorgevano maestose le due torri…bè! ora la vista è un pò cambiata…gru, ruspe, camion e quant’altro, sono in movimento per costruire una torre sola, molto più alta delle precedenti, ma che comunque non le rimpiazzerà, purtoppo…girimo intorno al WTC, un’area enorme, e ci dirigiamo verso il cuore della finanza mondiale: Wall Street e il NYSE (New York Stock Exchange). Poco distante, nel Bowling Green, c’è il famoso toro di bronzo con il quale abbiamo fatto la foto…ovviamente dopo quella con il Presidente Washinghton davanti al Federal hall. Visto che la giornata è favorevole, decidiamo di andare a salutare l’altro simbolo di NY: la Signora, Lady Liberty. Andiamo prima però al Battery Park, un parco molto ben tenuto, come del resto tutti i parchi di Manhattan, dove vediamo Casle Clinton, l’unico forte rimasto nella grande mela. Dopodichè ci dirigiamo verso lo Staten Island Ferry, da dove, gratuitamente, prendiamo il battello che fa la spola tra Manhattan e Staten Island e che passa vicino alla statua. In definitiva non c’è molto da vedere, ed è per questo che abbiamo deciso solo di passarci davanti, ma se vai a NY e non fai la foto alla Signora…è come se non ci fossi andato! Inoltre dal traghetto la vista dello skyline di Manhattan e dei ponti è veramente indescrivibile. Tornati a Downtown , l’abbiamo esplorata un pò, siamo entrati nella Tinity Church prendendo anche qualche minuto di messa, e poi Century 21, l’outlet delle firme…in relatà un gran marasma di cose un pò difficile da esplorare, e ancora di più per comprare, comunque consiglio la parte dedicata alla profumeria dove gli sconti e l’euro favorevole consentono ottimi acquisti. Il nostro ritorno all’hotel lo facciamo a piedi: una camminata lunghissima lungo la Broadway ma sicuramente da fare perchè permette di incontrare nell’ordine China Town, Little Italy, Nolita, Soho Noho e il Greenwich village…questi ultimi tre posti sono veramente il luogo dove desidererei avere un piccolo appartamento: non ci sono i grattacieli, le strade sono tranquille, c’è un sacco di gioventù perchè vicino c’è la NY University, un sacco di localini carini e soprattutto tanti piccoli negozi con merce di tendenza a poco prezzo, ma very very cool!inoltre c’è un parco, Washinghton Square Park, dove artisti di strada si incontrano dando vita a suoni e voci davvero uniche…veramente uno spettacolo!!! L’ultima tappa della giornata è lui: l’Empire State Building. Purtroppo c’è da fare un sacco di fila per salire, rallentata dai numerosi controlli che fanno alle borse e addosso, e purtroppo non è molto chic salirci, anzi è proprio solo e soltanto un’attrazione per turisti, però se non ci Sali non puoi dire di essere stato a NY: del resto si va a NY anche per vedere i grattacieli, e la vista dall’86° piano è ineguagliabile! Consiglio però di salirci o quando è ancora giorno, tipo di mattina o al massimo primo pomeriggio, oppure di notte, l’ultimo ascensore sale credo alle 23 o 23.30. io sono salita che saranno state le 19.30, e a quell’ora l’imbrunire non ti consente di avere una vista limpida della sconfinata grandezza di tutta la laguna. Comunque è stata un’emozione forte lo stesso. 4° giorno Mattina di shopping, direzione Abercrombie! Anche questo è poco chic, visto che nel negozio, a parte i commessi e le commesse (veramente molto molto carini, tutti), di americano c’è veramente poco…il negozio sulla fifht è invaso dai turisti, e riconosco molti italiani, però che vuoi farci, alla fine sono turista anch’io e non posso mancare all’appuntamento. Entriamo ma per oggi diamo solo un’occhiata in giro, per le compere si tornerà domani, tanto fa sempre bene farci una capatina perchè il modello seminudo che ti accoglie all’ingresso è sempre un piacere per gli occhi (e anche le ragazze dentro non scherzano, con minigonna e canottiera e ciabattine infradito d’ordinananza…parola di Jacopo!!). All’uscita proseguiamo per la 5° ed entriamo nel regno del magnate Donald…la Trump Tower. Decidiamo di fare un giretto nella lobby e il lusso che ci circonda è quasi disgustoso. Notiamo comunque con dispiacere che la cascata a parete in fondo alla hall è chiusa per restauro, peccato!all’interno negozio di Gucci e Starbucks, ovviamente! Proseguendo verso sud entriamo da Juicy Couture, altra tappa obbligata per una ragazza, e poi ancora più a sud, verso la St. Patrick Cathedral, e Sacks Fifht Avenue, altro grande magazzino con grandi firme: facciamo un giretto al piano terra, quello della cosmesi, dove ad ogni stand c’è un truccatore/trice pronto a rifarti il look e dove le clienti sono le signore dell’uptown che veramente non hanno un ca..o da fare tutto il giorno se non andare a restaurarsi e strisciare le American Express platinum o gold dei loro maritini… Dopodichè Rockfeller Center, foto ricordo di fronte alla fontana con la statua dorata, e via al MOMA: è venerdì e l’ingresso, dalle 16 in poi, è gratis. Ci mettiamo in fila, fuori ed entriamo. Penso che sarei entrata anche se avessi pagato, in definitiva costa 20$, ma quando è gratis è sempre più bello. Certo, deve piacere l’arte contemporanea/moderna, e a me piace (Andy Wahrol, Picasso, Pollock, Mirò, Dalì, & C….). Quindi ancora più a sud, verso la Grand Central Terminal, una stazione enorme veramente bella. Consiglio anche di visitare il Market annesso, dove si può trovare di tutto, compreso Murray’s Cheese: se ti piace il formaggio lì puoi trovare ogni ben di Dio!!! È sera, siamo stanchi morti, come al solito, e decidiamo di tornare a “casa”, non senza aver visto, all’uscita dalla stazione, il famosissimo Crysler Building con la sua punta d’acciaio. 6° giorno Oggi shopping, vero, da Abercrombie, Juicy Couture e puntatina da Tiffany, dove però mi trattengo dal comprare un charm per il mio braccialetto…ahimè, bisogna sempre fare i conti in tasca prima di spendere e fare acquisti quanto meno un pò utili…perciò niente “ori”, ma solo vestiario!! Il pomeriggio è la volta di Brooklyn: giornata stupenda di sole, è caldo, quindi oggi è la volta del ponte. Prendiamo la metro e scendiamo a Brooklyn Bridge. Questo quartiere è bellissimo, molto tranquillo, e la vista di Manhattan è meravigliosa. Inoltre c’è un piccolo parco davvero molto ben tenuto dove decidiamo di stenderci sull’erba a riposare e ad ammirare da una parte i grattacieli della downtown, dall’altra il ponte che si erge maestoso proprio lì vicino. Un gelato al Brooklyn Ice Cream Factory (buono, ma costoso!), e via sul ponte! Non è lunghissima la camminata, tra foto e vedute c’avremo messo mezz’ora- 40 minuti, ed eccoci di nuovo nella big apple. Decidiamo di prendere la metro per raggiungere il palazzo di vetro nelle Nazioni Unite: niente di che, ma comunque un’istituzione da fotografare. Lungo la strada che ci riporta in hotel, al Rockfeller center, c’è allestita una fiera, con tanti banchini che vendono soprattutto da mangiare (ovviamente!) ma anche le mitiche T-shirt I ♥ NY, e facciamo l’acquisto: 5 al prezzo di 10$, le più convenienti in tutta Manhattan! Comunque non sono un granchè, le taglie sono messe a caso, e vanno controllate bene che non ci siano malafatte o scarabocchi. Ad ogni modo per un turista NY è anche questa! 7° giorno È domenica e l’itinerario prevede Harlem. Andiamo a piedi, come al solito, e a central park è il giorno della AIDS Walk, una camminata a fine benefico che all’inizio decidiamo di fare, poi ci defiliamo. Il parco è invaso da non so quante migliaia di persone, quindi facciamo percorsi alternativi che ci portano a scoprire zone che non avevamo ancora visto, tipo i campi da baseball dove seguiamo qualche battuta, il Belvedere Castle arroccato su una piccola altura, e lo Sheep Meadow, che purtoppo è chiuso: un campo a prato enorme, dove i newyorkesi vanno ad abbronzarsi. Peccato, possiamo solo vederlo dalla recinzione! Dopo una lunghissima camminata siamo arrivatoi ad Harlem: credetemi, non sembra proprio di essere nella stessa città che abbiamo alle spalle! Edifici bassi, molte persone di colore, lingua ufficiale inglese, ma di fatto boh! Spagnolo, soprattutto. Facciamo un giretto, e decidiamo di fermarci a mangiare in un fast food, ma non Mac Donalds, bensì uno di quelli che si vedono nei film, con fila di sgabelli imbottiti e rivestiti di pelle rossa davanti al bancone, e ketchup e tabasco sui tavolini per condire, oltre a piastre fumanti e personale efficientissimo che lavora senza tecnologie: il capo prende le ordinazioni, scrive a mano su un block notes, e urla in spagnolo i vari piatti ordinati. Non manca il “nino”, un ragazzino che avà avuto al massimo 13 anni, addetto alle consegne. Dopo Harlem, ultimi acquisti verso Times Square, per i ricordini, e poi albergo. 8° e ultimo giorno Purtroppo siamo arrivati alla fine, abbiamo ancora una mattina a disposizione, ma decidiamo di stare nei dintorni dell’Hotel, quindi andiamo alla Apple, passiamo di nuovo davanti ad Abercrombie, e poi ci infiliamo dentro al Time Warner Center, un mega centro commerciale proprio davanti al nostro hotel, il cui piano seminterrato è occupato da un supermercato molto in voga tra i newyorkesi: Whole Foods, e dove consiglio di andare sia per mangiare un piatto caldo o freddo, sia per vedere la cura con cui viene esposta la merce, soprattutto frutta e verdura. Veramente uno spettacolo di colori! Il ritorno è dall’aeroporto di Newark, nel New Jersey, che raggiungiamo in taxi (un pò costoso, 75 $), ma il saluto alla città da questa parte d’America è magnifico!si vede tutta downtown e midtown, il Crysler, l’Empire…Arrivederci America!!! Cosa mi ricorderò di questo viaggio? Innanzitutto l’enorme quantità di persone e di auto che invadono la città, il fatto che alla fine è tutto mondo e paese, che anche lì passano col rosso e suonano il clacson in continuazione per sollecitare chi non si muove o allertare il pedone che attraversa la strada quando non dovrebbe… Ma soprattutto mi ricorderò l’odore di Manhattan, che non è puzza (a parte la domenica, quando fino a sera non passano a prelevare la spazzatura!!), è piuttosto una commistione di cibi, di spezie, di negozi (Abercrombie è provare per credere!!); mi ricorderò la sensazione che ti sembra di essere dentro a un film, di essere al centro del mondo, che tutto ruoti intorno a questi edifici. E mi ricorderò le luci sfavillanti di Times Square, dei teatri di Broadway, le signore con l’abito da sera anche di martedì, i due giganti neri che si allenavano seminudi con un fisico da urlo in mezzo a Times Square la sera alle 9, i servizi fotografici in mezzo alle strade, le limousine interminabili, i tombini che fumano, i poliziotti sparsi ovunque, e le crisi d’astinenza da caffè, quello vero…questo mi porterò dietro da questa esperienza, e il rimpianto di aver lasciato in un negozio una borsa e un paio di sandali che ora cercherò di comprare su internet, se li trovo!!!(il negozio è ALDO, ci sono vari punti vendita, i prezzi sono convenientissimi e la merce very trendy e per una “shoes-aholic” come me lasciarmi sfuggire quell’occasione è stata veramente un colpo duro!).


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