Mitici Jordan Tour

Domenica 07 Settembre 2003, l'inizio della realizzazione di uno dei miei sogni di viaggiatrice: si parte per la Giordania!
Scritto da: mary72
mitici jordan tour
Partenza il: 07/09/2003
Ritorno il: 14/09/2003
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Domenica 07 Settembre 2003, l’inizio della realizzazione di uno dei miei sogni di viaggiatrice: si parte per la Giordania! Io e Manu decolliamo da Milano Malpensa con volo Alitalia alle 21,10 e, dopo circa 3,30 ore di volo arriviamo ad Amman. A causa del fuso orario (+ un’ora rispetto all’Italia) e dello smarrimento di due bagagli, arriviamo in albergo a notte fonda. Dopo poche ore di sonno conosciamo Wail, la preparatissima guida che nel corso del nostro soggiorno giordano ci svelerà i segreti di questa magica terra. Iniziamo il tour con la visita della capitale Amman, cittadina recentemente sviluppatasi commercialmente ed economicamente che conta oggi circa 1.500.000 di abitanti. Poche le bellezze architettoniche da visitare: la Cittadella con il suo tempio di Ercole, il ninfeo ed il teatro romano ancora oggi utilizzato per manifestazioni di carattere culturale. Di ben altro spessore la visita alla bellissima città greco-romana di Jerash, l’antica Antiochia: imponenti e ben conservati il foro, con il suo colonnato ionico di forma ovale, ed il teatro ben restaurato dotato di un’acustica perfetta. Assolutamente degni di nota i capitelli del tempio di Artemide: le foglie decoratizie paiono fragilissime ma sono comunque resistite migliaia di anni senza cedere alle intemperie. Entusiasmante percorrere il cardo maximus, l’arteria colonnata che attraversava la città tra negozi, templi, ninfei e quanto altro. Già così com’è Jerash è grandiosa, ai tempi dei Romani doveva essere qualcosa di assolutamente spettacolare! Dal Monte Nebo godiamo di una splendida visuale sul Mar Morto e su Iraele e Gerico, la stessa angolazione dalla quale Mosè vide la terra promessa prima di morire. Luogo mistico e carico di significati per i cristiani per le vicende legate al Vecchio Testamento per tutti in generale per le vicissitudini di questi lembi di terra promessi a troppa gente e contesi da troppi anni. Bella la visuale sulla verdeggiante valle del Giordano dalla fortezza di Ajlun, costruita per difendersi dalle invasioni crociate e poi utilzzata come granaio. Percorrendo la strada dei Re sostiamo al forte crociato di Al-Karak, noto come forte di Saladino, famoso per i suoi sotterranei purtroppo chiusi al pubblico per ragioni di sicurezza. Ed arriva il giorno clou del nostro soggiorno: in programma la visita di Petra, la mia Petra, Petra che con le parole non riesco a descrivere! Potrei trovare centomila aggettivi per descrivere la bellezza, la pace, la suggestione ed i colori del luogo: dalla sua lunga gola, unico accesso possibile, agli strapiombi, ai belvedere, alle pietre marroni, rosa, rosse, gialle e blu con venature che paiono dipinte e che si devono invece solo all’azione erosiva di vento ed acqua. Costruita ed abitata dai Nabatei (107 a.c.) era un grande magazzino per mirra, incenso, spezie, asfalto ed acqua che questo popolo riusciva ad immagazzinare con grande facilità. Già percorrere il Siq (ca 1,2 Km) è uno stupore unico per i colori e per i giochi di luce-ombra creati da queste alte pareti rocciose, unica via per raggiungere la città nascosta di Petra. Arrivati in fondo si intravede il tesoro baciato dai primi raggi del sole e si resta decisamente a bocca aperta. Il Khaznah (tesoro) è qualcosa di spettacolare: interamente scolpito in arenaria rosa è la tomba di uno dei re Nabatei: proporzioni perfette, colonne e sculture ben conservate. Credo di essere rimasta immobile per diversi minuti ammirando questa meraviglia. Ma tutta Petra è meravigliosa: dalle tombe reali alla cittadella romana con il suo cardo maximus ed il suo anfiteatro, le sue coloratissime insenature, gli accampamenti beduini e le grotte ove non è difficile trovare una coperta per la notte. Vogliamo parlare delle escursioni in alta quota? Bel 788 gradini per arrivare, sotto il sole cocente del mezzogiorno, al Monastero (Ed-Deir), bella costruzione in arenaria gialla. Bella, come bello è il panorama sulla vallata, sul sito, sulle grotte e sulla roccia marmorizzata che assume mille colori e sfumature diverse a seconda della luce. Non contenti, io, Manu e Giampy (che a Petra festeggia il compleanno) ci incamminiamo verso il Luogo Alto del Sacrificio (altri 500 gradini!) per godere di altri splendidi panorami e vedere da lontano la cupola bianca della tomba di Aronne, fratello di Mosè. Utilizzando un solo aggettivo per ogni lettera dell’alfabeto potrei definire Petra: Affascinante, Bellissima, Carismatica, Divina, Elegante, Fantastica, Grandiosa, Indimenticabile, Luminosa, Mitica, Nascosta, Opulenta, Pittoresca, Raggiante, Spettacolare, Toccante, Unica, Variopinta e Zelante, ma non riuscirei ancora a definirne l’essenza. Petra è tutto questo e molto altro ancora perchè Petra è Petra e non ce n’è per nessuno! Sono convinta che nessuna fotografia e nessun filmato possa rendere giustizia a questo posto da favola: la sola visita di questo sito vale un viaggio in Giordania, ma altre meraviglie ci attendono. Dalla Piccola Petra, caravanserraglio per mercanti stranieri e grande magazzino d’acqua al Wadi Rum, deserto di sabbia con colori cangianti dal giallo al rossi, circondato da variopinte montagne ricche di incisioni rupestri. La nostra avventura è quasi giunta al termine, non prima della tappa d’obbligo sul Mar Morto: situato a 400 metri sotto il livello dei normali mari è sette volte più salato di un qualsiasi altro oceano … Tanto salato da tenere a galla persino un mattone come me! Mi sono proprio dovuta ricredere, annegare è impossibile: si riesce tranquillamente a stare con mani e piedi fuori dall’acqua rimanendo in posizione rilassata. Sensazione unica, sembra di essere comodamente seduti in poltrona. Percorrendo in pullman il confine tra Giordania/Siria e Giordania/Israele, dal sito archeologico di Gadara, godiamo di bei panorami su Israele, sulle alture del Golam e sul lago di Tiberiade, ove Gesù camminò sulle acque. A causa delle tensioni internazionali non possiamo esaudire il desiderio di visitare Gerusalemme anziché oziare un giorno intero sul Mar Morto. Peccato, eravamo così vicini! Purtroppo arriva l’ora dei saluti e del rientro a casa: bella la compagnia, buono il cibo poco speziato e molto vario, buona l’organizzazione. Ho trovato in Giordania un buon livello di pulizia (non a caso è chiamata la Svizzera d’Oriente) ed un’accoglienza particolare: i giordani sono gentili, mai assillanti, educati ed istruiti (tutti parlano inglese). La religione è certamente importante, ma non arriva, almeno apparentemente, all’estremismo. Solo visitando questa terra ho capito l’espressione “paese arabo moderato” ed ho toccato con mano i danni provocati dal “terrorismo delle parole” e dalle errate convinzioni occidentali che vedono la Giordania pericolosa e quindi non visitabile e non consigliabile al turista. Una terra che per questo ha perso tanto, forse troppo, a livello di turismo dopo l’11/09/2001: ben inteso a noi è andata benone! Sentire i propri passi e l’eco della propria voce visitando i vari siti è una sensazione unica ed impagabile. Sulla bellezza dei luoghi penso di essermi soffermata a sufficienza: una terra magica, unica, spettacolare, speciale e chi più ne ha più ne metta, con l’unico neo di essere territorialmente collocata un una terra di fuoco e guerra da troppo tempo. Le mie aspettative sono state esaudite appieno, i documentari di Licia Colò sono sempre i miei preferiti, ma questo mio “film” personale vale centomila volte di più, per i significati, per le emozioni e per le sensazioni che mi ha trasmesso. La Giordania in generale e Petra in particolare attirano occhi, cuore e mente: sensazioni forti che difficilmente scorderò: ora restano le fotografie, il video ed i tanti ricordi indelebili che porterò sempre con me, con la promessa di consigliare a tutti, sempre e comunque, un Jordan Tour.




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