Alla scoperta della terra dei Maharajah

Viaggio in Rajasthan alla scoperta di persone, templi, palazzi e castelli : un mondo da scoprire, tanto lontano dal ns quotidiano da sembrare un altro pianeta ma sicuramente ricco di un fascino particolare.
Scritto da: FULCOLA
alla scoperta della terra dei  maharajah
Partenza il: 21/02/2010
Ritorno il: 08/03/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Spinti dalla voglia di una meta po’ diversa dal solito ed invogliati dai racconti letti sul sito di “Turisti per caso” , abbiamo deciso anche noi di provare l’avventura di un viaggio in India: meta “obbligata” per un primo approccio, il Rajasthan con New Delhi ed, ovviamente, Agra . Anche questo racconto, come un po’ tutti gli altri presenti sul blog, vuole cercare di trasmettere le sensazioni provate e far condividere le esperienze del viaggio, magari aiutando qualcun altro nel decidere di intraprenderlo o fornendo spunti ed informazioni utili a chi ha già deciso. Siamo partiti in quattro : una coppia e due single. Il periodo: 21 febbraio – 08 marzo che, dal punto di vista meteo, corrisponde alla tarda primavera ( abbiamo lasciato l’Italia con 2 °C e siamo arrivati ai 25 °C dell’India , ma con punte anche di oltre 30 °C). Il volo per New Delhi , con Turkish Airlines ( www.thy.com) e scalo intermedio ad Istanbul, l’abbiamo acquistato con largo anticipo e ci è costato 457 euro a persona A/R. I visti ce li siamo procurati direttamente al Consolato a Milano scaricando i moduli dal sito www.indianvisamilan.com . La scelta di appoggiarci all’ agenzia di Karni Singh, la Popular India Vacations pvt ltd ( sito www.indiakarni.it o www.viaggioindia.it ) è stata quasi naturale per i commenti positivi letti nel blog. Su nostra specifica richiesta Karni ci ha fornito, oltre all’ auto con autista a disposizione per tutto il viaggio e agli alberghi, anche le cene e le guide parlanti ( talvolta quasi..) italiano nelle principali città. Compresi nel pacchetto : il camel safari nel deserto del Thar a Jailsalmer, la salita in elefante all’Amber Fort a Jaipur ed i due jeep safari al Parco Nazionale di Ranthambore. Da pagare a parte pranzi ( ma lungo le strade si trovano dei punti di ristoro dedicati ai turisti dove si mangia per poche centinaia di rupie) ed ingressi ( anche qui i costi non sono certo proibitivi andando di norma dalle 100 alle 250 rupie – 1,5/4,0 € della maggior parte dei musei/templi/fortezze all’ eccezione delle 750 rupie del Taj Mahal ). Per le fotocamere si paga a parte (dalle 50 alle 100/150 rupie al massimo); un po’ di più per le videocamere. Le località toccate dal tour sono state quelle classiche normalmente proposte dai T.O. per un tour “completo” del Rajasthan : New Delhi, Mandawa, Bikaner, Jailsalmer, Jodhpur,Udaipur,Pushkar,Jaipur e Agra ( oltre alle varie località lungo gli spostamenti) con l’aggiunta su ns. richiesta del Parco Nazionale di Ranthambhore . Un viaggio di questo tipo è indicato a chi vuole visitare il più possibile del posto , ma non è propriamente una vacanza rilassante: i chilometri da fare sono parecchi e le ore trascorse in auto molte, anche per tragitti che potrebbero sembrare brevi qui in Italia ma che in India si rivelano essere di durata quasi doppia. Per fortuna Mohan, il nostro driver, è stato eccezionale: espertissimo nel traffico a dir poco caotico dei paesini e delle città (in particolar modo di New Delhi ed Agra ) si è rivelato anche molto simpatico e chiacchierone con una gran voglia di perfezionare il suo italiano ( per ora un pochino stentato “derivando “ dall’ aver già imparato un po’ di spagnolo). Le strade sono discrete ma l’attenzione dell’autista deve essere sempre massima : spesso ci si trova ad attraversare paesi e cittadine dove non esistono regole e tutti ( uomini, animali e gli onnipresenti phat-phat, i “mini taxi” a tre ruote) attraversano da tutte le parti o intasano la via. Lungo le “autostrade” poi, ci sono degli svincoli nello spartitraffico centrale per permettere inversioni di marcia e talvolta ti ritrovi camion o trattori contromano sulla tua corsia, per non parlare di greggi di capre o pecore…. Buona ed a volte ottima ( Laxmi Niwas Palace a Bikaner su tutti o il Rang Mahal a Jailsalmer) la qualità degli alberghi alcuni dei quali erano ex residenze di maharajah . Un po’ decentrati, ma abbiamo scelto le cene in hotel proprio perché dopo molte ore di visite e km di auto, non si ha molta voglia di uscire per andare a cercarsi un ristorante. Tenete sempre a portata di mano spiccioli e banconote di piccolo taglio per le onnipresenti mance : è difficile, ma cercate di darle solo a chi effettivamente vi fornisce un servizio. Il Rajasthan sta soffrendo negli ultimi anni di carenza d’acqua con piogge sempre più rade e scarse: abbiamo visto parecchi fiumi in secca ed anche molti laghi sono quasi asciutti ( a Pushkar i fedeli devono ricorrere alle abluzioni in grandi bacini di cemento lungo i ghat ) ma forse in parte dipende anche dal periodo scelto che come detto corrispondeva alla tarda primavera/inizio estate quindi a stagione delle piogge già finita da un pezzo. Anche il parco nazionale di Ranthambhore in questo periodo ha un aspetto più da bosco che da giungla: è diviso in 5 aree e se ne visitano un paio durante i due jeep safari ( uno pomeridiano/serale e l’altro mattutino) : peccato non esser riusciti a vedere la tigre, l’animale simbolo del parco ma non siamo stati gli unici ( penso a quel povero giapponese armato di attrezzatura fotografica fantascientifica e di un teleobiettivo simile ad un bazooka…) I luoghi più “a misura di turista occidentale “ si sono rivelati Pushkar ( con un bel mercatino e bancarelle dai mille colori e profumi) , l’Amber Fort a Jaipur e l’ ”arci- conosciuto” Taj Mahal ad Agra : mediamente più puliti rispetto al resto del paese, molto frequentati ed organizzati . Inoltre ci è piaciuto molto il tempio di Amar Sagar nei pressi di Jailsalmer: c’erano pochissimi turisti e fedeli e con la luce del sole al tramonto i muri assumono un colore giallo-oro che incanta. Notevoli le varie fortezze incontrate lungo il percorso o nelle città: ci ha colpito in particolar modo l’inespugnabile Kumbalgarh, ma sono molto belli pure i forti Junagarh a Bikaner , Sonar a Jaisalmer e l’ Amber a Jaipur oltre all’impressionante Mehrangarh a Jodhpur . Colpiscono le lavorazioni ad intarsio dei balconi e delle finestre dei palazzi e delle ricche Havelis ( case dei mercanti) presenti a Bikaner e a Jailsalmer ma anche le decorazioni di molti mahal ( palazzi) racchiusi nelle fortezze: specchi delle ricchezze favolose dei loro padroni. I templi jain ed indù (in particolare Ranakpur) sono un “trionfo” di cesellature, elaborati intagli e statue molte delle quali in pose “standardizzate” che alla fine li fanno sembrare un po’ tutti uguali ai “profani” : ma ciò che colpisce è il fervore con cui i pellegrini pregano e fanno offerte ai loro dei. Discorso a parte il Karni Mata Temple a Deshnoke meglio conosciuto come il “tempio dei topi” dove questi “simpatici animaletti” vengono riveriti e nutriti in quanto considerati reincarnazioni degli antenati. Per la visita ci siamo organizzati con calzini in lattice da piscina in quanto nel tempio si cammina senza scarpe ed il pavimento non è che sia dei più lindi ( le secchiate d’acqua che i guardiani gettano contribuiscono più a creare una sorta di limo sulle piastrelle che a pulire..) : per noi occidentali prevale ovviamente l’aspetto folkloristico ma anche qui i fedeli in preghiera non mancano di certo. Il Taj Mahal di Agra non ha deluso le aspettative: noi ci siamo andati di primo mattino. Ai cancelli si fa la fila divisi tra uomini e donne e si passano i controlli del metal detector ( non portatevi cibo e treppiede per le fotocamere: non passano). Nel biglietto sono comprese una bottiglietta d’acqua e le soprascarpe per non danneggiare i marmi del monumento. Il sole all’alba fornisce al marmo bianco un colore rosato che poi varia in un colore giallo-oro per poi ritornare al bianco originale. Magnifici le lavorazioni e gli intarsi di pietre nei marmi : il monumento si apprezza soprattutto da lontano per le proporzioni ed il colpo d’occhio con i giardini. Bello davvero! Sempre ad Agra non mancate di visitare il Red Ford, che all’interno ha delle sale che richiamano le lavorazioni del Taj . Se capitate a Jailsalmer andate al Gadisagar Lake , gettate dei pezzetti di pane in acqua e preparate la fotocamera…. Infine una nota di “colore” : siamo capitati nel periodo della festa Holi – la festa dei colori – dove è tradizione cospargere / imbrattare di polveri colorate o acqua colorata le persone che si incontrano augurando loro l’ “happy Holi”. Ci sono turisti che vanno in India appositamente in questo periodo per “vivere” la festa ( abbiamo visto turisti vestiti con camicioni bianchi partire in “missione suicida” lungo le strade) mentre noi non ne sapevamo praticamente nulla . Eravamo ad Udaipur ed essendo chiusi musei e negozi per la festività, abbiamo deciso di fare una passeggiata di primo mattino lungo le stradine fino alla riva del lago Pichola. Inizialmente siamo riusciti a tenere a bada i ragazzi che si offrivano di cospargerci il volto di colori, ma più pitture hai addosso e più ti vengono a cercare : alla fine siamo dovuti rientrare precipitosamente in albergo per evitare ulteriori imbrattamenti ( lungo le strade poi iniziavano a scorrazzare ragazzi in moto armati di sacchetti di polvere e dalle finestre volavano “gavettoni” d’acqua colorata e nubi di polveri multicolori : una situazione non proprio piacevole per chi non c’è abituato). Che dire : colore locale!


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