Armenia 2010 ski touring e oltre

Avventura scialpinistica e turistica in una terra tutta da scoprire e tra la sua gente semplicemente meravigliosa.
Scritto da: teageraci
armenia 2010 ski touring e oltre
Partenza il: 12/03/2010
Ritorno il: 26/03/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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(12/3-26/3/2010)

Partecipanti Renzo, Carlo Alberto e Tea. L’idea di un viaggio sci alpinistico in Armenia venne all’amico Renzo già in ottobre, in occasione dell’annuale e tradizionale gita in montagna, ottobrina, ovviamente dedicata ai colori dell’autunno. Dopo le prime entusiastiche adesioni, e le prime defezioni, rimanemmo in 3, numero in fondo perfetto, e così decidemmo di dare il via all’avventura. Di seguito troverete informazioni pratiche e, spero, utili per l’organizzazione di viaggio in questo splendido paese, per maggiori informazioni tecniche sugli aspetti sci alpinistici consultare: http://www.gulliver.it/index.php?modulo=itinerari&template=itinerario_cerca_tipo altri resoconti ed impressioni e possono essere trovati nel blog di Renzo: http://walkerwolf.myblog.it/archive/2010/03/28/cronache-armene-parte-1a.html Il viaggio è stato organizzato con l’aiuto della solita Lonely Planet, e informazioni varie recuperate in internet, da segnalare il sito www.armeniainfo.am

Indice dei contenuti

Voli

Biglietti acquistati presso un’agenzia di Torino. Abbiamo volato con Aeroflot da Malpensa via Mosca, era la soluzione più economica, partiti da Malpensa alle 15, arrivati a Yerevan alle 3,45 del mattino (più 3 ore fuso), costo totale a persona 426 €. Visto Abbiamo acquistato il visto d’ingresso all’arrivo in aeroporto, è possibile ottenerlo anche per un periodo limitato, a noi, poiché ci saremmo fermati solo per 2 settimane, ne hanno fatto uno da 21 gg al costo di 3.000 AMD pp. Cambio La moneta locale è il dram (AMD), 1 € viene cambiato a circa 530 dram. Si possono cambiare gli euro presso le banche o prelevare ai vari punti ATM. L’Armenia è ancora un paese economicamente vantaggioso per l’area euro, naturalmente è anche possibile spendere molto, in Yerevan si trovano hotel e ristoranti decisamente lussuosi. Lingua La lingua ufficiale è l’armeno, molti parlano anche il russo, negli hotel, in aeroporto, nei negozi e nei ristoranti di Yerevan normalmente si trova qualcuno che parla inglese, nei piccoli paesi invece è più difficile comunicare, le persone non legate al movimento turistico non parlano inglese, ma sono così ospitali da permettere di comunicare comunque. Hotel In Yerevan abbiamo sempre pernottato al Europe hotel, situato in ottima posizione dietro Piazza della Repubblica, gestito da personale disponibile e molto gentile, la tariffa era 45.000 AMD per una camera con 3 letti e colazione a buffet (ottima e abbondante). http://www.europehotel.am/ Le altre sistemazioni saranno descritte in seguito. Diario di viaggio 13/3 Avevamo inserito il servizio di prelievo all’aeroporto per 8.000 AMD, il tragitto verso l’hotel avviene al buio, siamo subito impressionati dall’elevato numero di case da gioco variamente illuminate da luci accattivanti, non sono riuscita a capire chi potessero essere gli utilizzatori, i turisti in questa stagione non sono molti, e gli armeni non credo abbiamo molte risorse da impiegare nel gioco d’azzardo. Decidiamo di dormire qualche ora e poi incontriamo il nostro contatto Serzh, trovato nella Lonely, che ci aiuterà per l’organizzazione delle salite sci alpinistiche (serzh_hovsepyan@yahoo.com). Per 600 USD avremo un minibus con autista, Ashot, che ci porterà all’inizio delle gite della prima settimana, e ci verrà a prendere al ritorno, un GPS, copie delle cartine e spiegazioni dei tragitti delle escursioni. Quindi usciamo e cominciamo a scoprire la città, subito un’occhiata al Vernissage, mercato all’aperto del sabato, e si fanno i primi acquisti, tra cui bamboline di stoffa fatte a mano da una simpatica signora, l’ampia piazza della Repubblica su cui si affacciano palazzi incantevoli oggi sede del Governo, delle Poste centrali, di un hotel di lusso, e banche. Arriviamo poi fino alla Cascade, una struttura non completata, e chissà quando lo sarà, costituita da una scalinata con un obelisco alla sommità, giardinetti e fontane che dovrebbero dare origine a giochi d’acqua, ma in questa stagione l’acqua non c’è, all’interno un sistema di scale mobili collega i vari piani. Alla base della scalinata un giardino ospita due sculture di Botero e diverse altre sculture. Cena al Casardcas, in Hanrapetutyan, la stessa via dell’hotel, con musica dal vivo, ma non ci ha entusiasmato, 14.350 AMD. Non poteva mancare il brandy della buona notte e andiamo in uno dei tanti locali di Abovyan, 2 brandy per i miei amici e una cioccolata per me (mi rifarò in seguito) a 4.000 AMD. 14/3 E’ domenica, decidiamo di visitare la cattedrale di Echmiadzin, la più importante dell’Armenia nonché sede del Supremo Katholikos. Abbiamo letto nella guida che alle 11 si svolge la funzione religiosa. La messa è molto suggestiva, dura 2 ore, ci sono due cori e sono molte le parti cantate, il portone è lasciato aperto, cosa per noi inusuale, e la gente entra ed esce ma con molta discrezione. I sacerdoti indossano una mantella con cappuccio particolare e hanno la barba, contrariamente agli altri uomini armeni che non usano portare barba e baffi. Dopo la funzione è possibile visitare il Museo (biglietto 1500 AMD pp) accompagnati da una gentilissima e giovane guida che parla spagnolo, ci illustra i vari oggetti religiosi, reliquie e vesti dei Katholikos, nonché la lancia che ha trafitto il costato di Gesù e un frammento della croce incastonato in una pietra preziosa. Visitiamo ancora la chiesa di Santa Crispina poco distante. Abbiamo raggiunto il sito di Echmiadzin con un minibus (marshrutka) da Yerevan (biglietto 250 AMD pp), ma al ritorno abbiamo preso un taxi che per 2000 AMD ci ha portato al Memoriale e al Museo del Genocidio. Qui sono conservati documenti e fotografie testimonianza dell’orribile massacro compiuto dai turchi tra il 1915 e il 1922, quando furono uccisi più di un milione e mezzo di persone. All’esterno una imponente struttura a steli circonda un braciere sempre acceso. Spuntino in un bar con birre locali (ottime). Cena da Dolmama, ottima e con vino altrettanto buono, ma piuttosto caro per lo std locale (40.000 AMD per un paio di portate a persona e una bottiglia di vino). Brandy in altro bar (5000 per 3), e caffè espresso in hotel (1000 AMD). 15/3 Prima gita sci alpinistica al monte Ara 2578 m, nelle vicinanze di Yerevan. Il tempo non è granché ma la gita e il paesaggio interessanti, vediamo anche le tracce di un orso! Arrivati al villaggio Saralang ci rivolgiamo ad una signora per telefonare a Serzh e farci recuperare da Ashot. Questa gentilissima signora e le sue figlie ci invitano ad entrare a casa loro e ci offrono formaggio, lavash, yogurth, frutta e caffè. E sarà così ancora altre volte; abbiamo sempre trovato persone molto ospitali e desiderose di aiutarci, cosa che noi più o meno “benestanti ed evoluti occidentali” non siamo quasi più in grado di fare. Cena alla Caucasus Tavern, si è rivelata un’ottima scelta per la varietà di portate e i prezzi contenuti, è infatti piuttosto affollata, frequentata non solo da turisti ma anche da armeni. Qui si trovano le varie specialità come i khoravats, ovvero barbecue, diversi tipi di pane tra cui il lavash, dolma ovvero involtini riempiti di carne e molto altro (cena 10000 AMD). 16/3 Oggi traversata Azdahak. Il nostro minibus ci porta fino a Sevaberg, un piccolo villaggio fangoso; mentre ci prepariamo alcuni locali ci guardano incuriositi e rivolgono domande a Serzh, ci considereranno perlomeno bizzarri, siamo infatti ben carichi perché è previsto un pernottamento in tenda in quota. Il tempo è decisamente inclemente, man mano che proseguiamo peggiora sempre di più, il cielo è plumbeo e il vento diventa abbastanza forte e freddo. Procediamo con il GPS, senza sarebbe stato impossibile, e finalmente dopo 5 ore di cammino arriviamo al luogo del bivacco. La casa diroccata all’interno della quale avremmo dovuto montare la tenda è impraticabile perché piena di neve, scegliamo quindi un altro posto e cominciamo a scavare e a lottare contro il vento. Alla fine montiamo la tenda e alle 17,30 siamo dentro i nostri sacchi a pelo, il forte vento ci impedisce di accendere il fornellino, peccato, niente tè. 17/3 Sveglia alle 7, riusciamo ad accendere il fornellino e finalmente gran colazione con cappuccino liofilizzato, caffè e biscotti. Fa freddo ma per fortuna il vento si è attenuato, smontiamo la tenda e ci rimettiamo in cammino. E’ impossibile tentare la cima, è immersa nella nebbia e la neve è in realtà una lastra ghiacciata lavorata dal vento. Scendiamo verso il lago Sevan, ad un certo punto il cielo schiarisce e riusciamo anche a vederlo, alle 13 arriviamo al villaggio di Tsaghkashan. Questa volta ci siamo muniti di un biglietto scritto in armeno da Serzh con le istruzioni per poter contattare Ashot l’autista; mente attendiamo l’autista di nuovo ci offrono caffè e una deliziosa bibita alla frutta. Si cerca un po’ di conversare con le persone, non è semplice ma un po’ ci si capisce. La gente qui non ha molto, coltivano un po’ la terra, hanno lavori occasionali, e ricevono soldi dai parenti emigrati. Si consideri che in Armenia vivono circa 3 milioni di armeni, ma nel mondo se ne contano più di 8. La nostra prossima meta sarà la stazione sciistica di Tsaghkadzor, vi arriviamo in serata ma prima visitiamo Noraduz, un antico cimitero molto suggestivo pieno di katchkar, pietre verticali finemente incise. In Tsaghkadzor dormiamo all’hotel Alva, in un delizioso cottage con due camere da letto e un salotto con caminetto (siamo in bassa stagione paghiamo 40000 AMD con colazione). La cena è ottima, khoravatz, polletto e patate nel tipico forno interrato. 18/3 Gita in cima al Teghenis 2819 m, punto più alto di arrivo della seggiovia, siamo partiti con il sole ma è durato poco. Discesa divertente e pranzo frugale, si fa per dire, al ristorante dell’hotel (formaggio, verdure, affettato e birre per 8500 AMD). Arrivo a Yerevan, sistemazione nella nostra stanza, cena al Caucasus Tavern (6500 AMD incredibile). 19/3 Oggi turismo. Scegliamo di muoversi con un taxi preso in piazza della Repubblica, che ci porterà e ci aspetterà per 15.000 AMD. E’ anche la giornata in cui finalmente vediamo l’Ararat e il piccolo Ararat, molto bello, ma essendo in territorio turco, nonostante sia a circa 50 km da Yeravan, col confine chiuso non può essere salito partendo dall’ Armenia. Visita al monastero di Geghard, molto bello e suggestivo, si percepisce quasi l’antica cristianità vissuta in questi luoghi, e tutto è reso ancora più magico dalla neve caduta nella notte. Infatti fa freddino. Fuori sono arrivati venditori di frutta secca, ne acquistiamo, ma il pezzo forte sarà dato da una focaccia dolce semplicemente meravigliosa. Dopo è la volta del tempio ellenico di Garnì (ingresso 1000 AMD pp), anche questo luogo è interessante e altrettanto piacevole è la vista della gola sottostante con le pareti di basalto in basso, in estate è meta di escursioni. Di ritorno a Yerevan è la volta della “gita” alla Ararat Brandy Company. Il biglietto costa 3500 AMD, e si ha la visita guidata delle cantine e una degustazione. Quest’ultima è quasi un’esperienza mistica, 3 assaggi generosi di 3 brandy invecchiati, nell’ordine, 5 anni, 10 anni e 20 anni, con la gentilissima guida che ci spiegava come il primo assaggio rappresenti la sorpresa, il secondo la gioia e il terzo la felicità. A questo punto ci si deve fermare perché altrimenti si passerebbe alla sbronza. Siamo in compagnia di una gruppo di iraniani, con cui scambiamo qualche parola circa la situazione politica del loro paese. Ultima tappa del giro il negozio, comprate tranquillamente qui perché è il posto più economico, persino meno caro del duty free in aeroporto. Cena con pizza alla pizzeria Diamond (pizza abbastanza buona e birre 10000 AMD). 20/3 Oggi partenza per la salita all’Aragats, la montagna più elevata dell’Armenia 4090 m la cima nord. Ashot e Serzh ci lasciano quando la strada sterrata diventa impraticabile per la neve, a circa 1950 m. Iniziamo a camminare su dolci pendii e dopo 6,45 ore, e circa 1300 m di dislivello, arriviamo alla Cosmic Ray Station a 3250 m di altezza. Il luogo è quasi surreale, 3-4 piccoli edifici apparentemente abbandonati, vediamo 2 persone dirigersi verso una della costruzioni e li seguiamo. Ci apre un signore austero, si tratta di Gago, il ricercatore, studioso dei raggi cosmici ovviamente, che vive lì in compagnia di una signora che si occupa della casa e della cucina, temporaneamente in compagnia di un’amica proveniente dal villaggio Byurakan. Gago ci spiega che le persone che abbiamo visto fuori sono suoi assistenti che si alternano ogni 1-2 mesi. Sono tutti molto gentili, ci mostrano la nostra stanza, ci prepariamo la cena usando la loro cucina, ottima zuppa liofilizzata, nonché una sorta di frittata sempre liofilizzata, chiedo del pane e allora la signora ci offre anche del formaggio e una patata bollita, forse le facciamo un po’ pena. Quindi ci sistemiamo a letto, la stanza non è propriamente calda, nella notte registriamo 9°, ma nei sacchi a pelo si sta bene, soprattutto perché Gago ci dice che fuori ci saranno -25°. Per il pernottamento abbiamo pagato 5000 AMD pp più 2000 AMD per la signora. 21/3 Partenza con uno splendido sole, temperatura -12°, ma calma di vento. Dopo poco più di 2 ore raggiungiamo la cima sud, la meta sci alpinistica a 3878 m. Dopo 2000 m di discesa su neve primaverile molto bella arriviamo al villaggio di Aragats. Qui una famiglia ci accoglie calorosamente nella loro casa, ci sono anche 4 splendide bambine, offrono pane, formaggio, frutta e molta, molta vodka. Arrivo a Yeravan, riposo e poi cena all’ormai collaudata Caucasus Tavern. 22/3 Per questa ultima parte del viaggio decidiamo di noleggiare un’auto. Per via degli sci affittiamo un pick-up Nissan, presso la Herz, che abbiamo visto essere la più conveniente, 24.000 AMD al giorno più 6.000 assicurazione e uso due patenti. Le strade lasciano un po’ a desiderare, molte buche e avvallamenti, la macchina un po’ alta è stata sicuramente utile. Prima tappa il monastero di Khor Virap, forse il monastero più fotografato di Armenia per via del maestoso Ararat sullo sfondo. Renzo e Carlo scendono nel pozzo in cui fu imprigionato San Gregorio l’Illuminatore, io evito perché mal sopporto i luoghi molto angusti. Seconda sosta al monastero di Noravank, lungo una strada racchiusa tra le pareti di una gola molto bella. Ci fermiamo per una foto e sotto la strada, lungo il torrente, un gruppo di ragazzi cuoce spiedini e ascolta musica. Naturalmente ci chiamano e ci offrono spiedini e vino, come dire di no? Fine dalla giornata a Jermuk, la seconda stazione sciistica dell’Armenia, nonché stazione termale, pernottiamo all’ Hotel Armenia spa, un austero edificio grigio, rivelatosi poi una sorta di clinica/albergo, ma dove ci troveremo benissimo: piscina, sauna, pernottamento in ampia camera da 3, cena, colazione e pranzo il giorno dopo, per 42.000 AMD. 23/3 Gita ad una cima innominata, 2650 m, splendida neve primaverile. Di nuovo tracce di lupo, anzi di una coppia di lupi. Al pomeriggio arriviamo a Goris, paese collocato in una bella conca, caratterizzato da formazioni rocciose particolari. Dormiamo all’hotel Gyorez (pernottamento con colazione miserella 21.000 AMD), volevamo dormire al Mirhav ma era pieno, dove però vi ceniamo ottimamente (cena 10.000 AMD). 24/3 Visita al monastero di Tatev. Dal bivio sulla strada principale si devono percorrere 25 km di strada prevalentemente sterrata, prima in discesa, e poi in salita, dopo un’ oretta di pazienza e ballonzoli si arriva, e ne vale la pena. Ci fermiamo poi poco prima di Sisian per ammirare i monoliti di Zhorats Karer, pare avessero un scopo astronomico. Sosta pranzo in un posto singolare verso l’uscita dal paese, si vedono come delle torrette all’interno delle quali ci sono in realtà piccole sale da pranzo, ottimo pranzo con trota e insalata per 6.500 AMD. Unica nota negativa, c’è una sorta di zoo, e, tra i vari animali, un povero orso in gabbia. Tornando non ci resta che fermarci ad Areni, piccola degustazione in una cantina e acquisto di una bottiglia del 1994. Dormiamo a Yeghegnadzor, nel B&B di Lucia, la figlia Alina, e il bimbo di quest’ultima Levon. Qui ci ha indirizzato Antoine, il cui B&B è indicato dalla Lonely, un distinto e gentile signore armeno-canadese che parla benissimo l’italiano! Cena presso una pizzeria-discoteca in compagnia delle due donne, con tentativi di conversazione, ma purtroppo non parlano inglese. La casa ha ampie stanze, ma è decisamente spartana, un po’ decadente e pochi mobili, probabilmente ha visto tempi migliori. Le signore sono però molto gentili, capiamo che la figlia è una parrucchiera e ci chiede se possiamo aiutarla a venire in Italia per 3 mesi ad imparare meglio il mestiere. Le facciamo capire che la vita in Italia è molto cara, e le opportunità di lavoro sono inesistenti. Pernottamento e colazione 11.000 AMD pp. 25/3 Ultimo giorno a Yerevan, ancora qualche acquisto presso il negozio di artigianato Made in Armenia direct situato presso il Marriot hotel, e ultima cena con Serzh all’ Our Village Tavern, il cibo non è male, musica e canto dal vivo, però la nostra preferenza continua ad essere rivolta alla Caucasus Tavern (cena 26.000 AMD). Domani si parte, e molto presto. Colazione apposta per noi alle 4,30, davvero un pensiero gentile. L’Armenia è stata un’esperienza molto interessante, soprattutto per la gentilezza e l’ospitalità delle persone, e penso vi ritornerò per un viaggio estivo. Mi auguro nel frattempo che sia avviato un serio programma di sviluppo, durante il regime le persone non dovevano preoccuparsi di nulla, perché avevano un lavoro, una casa e tutto ciò che era necessario, ora, la fine del regime sovietico ha finalmente dato loro la libertà di pensare, di conoscere e di incontrare, ma senza denaro purtroppo non si può fare molta strada. Tea



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