Maldive… Finalmente un’alternativa ai resort!
DOM 21/03/10 Il viaggio l’unica nota dolente: un po’ lunghetto! Ma con Swiss Air abbiamo trovato una buona occasione con scalo a Zurigo a €780 a/r cad. Arrivati a Male ti accoglie un’afa che nemmeno Milano nella sua più irrespirabile estate riesce a dare tanto! Ma le palme, i colori e i sorrisi di splendidi visi maldiviani fanno passare tutto in fretta. Un po’ di attesa per l’idrovolante (occasione da non perdere in un viaggio alle Maldive) e in 40min siamo alla laguna del resort Velu Reef, l’ammaraggio + vicino all’isola di Ribudhoo. Lì ci sono Aju e i suoi due amici che ci aspettano con il Dhoni a motore che sarà a nostra disposizione per l’intera vacanza. Un’altra oretta e arriviamo all’isola: 250 anime che a vedere quanti ragazzini ci sono in giro sembra siano tutti sotto i 15 anni. A Villa Stella Areef, che sarà il nostro cuoco per tutta la settimana, ci accoglie con un freschissimo succo di Mango e dopo una doccia rigenerante ci prepara un delizioso piatto a base di pesce, riso e verdure. Nel pomeriggio primo snorkeling sulla spiaggia a nord, qui il reef c’è, è in buona salute rispetto a tanti altri posti maldiviani, ricomincia a colorarsi e già così ci lascia senza parole, chissà com’era primo del Nino, ai tempi del suo massimo splendore! Alla sera siamo cotti dal viaggio e dal fuso e ci ritiriamo in fretta. LUN 22 Nonostante avessimo dormito 10h la sveglia alle 8 è stata tosta, una colazione a base di frutta fresca e siamo sul dhoni. 1h di navigazione tra i bordi dei reef e arriviamo a Vommuli, deserta e bellissima anche se l’uomo ci ha messo a suo modo lo zampino: sulla spiaggia tanta plastica, soprattutto bottiglie e sacchetti.. Sott’acqua milioni di pesci di tutti i colori ed una tartaruga. Poi sole, sole e ancora sole. La crema non si spalma mai efficacemente e la sera siamo già rossi come due peperoni! Dopo cena svacchiamo in veranda in attesa che il sonno ci colga e non attendiamo troppo prima che accada. MAR 23 Stamattina snorkeling nel reef vicino a Dhoores: un mare di pesci, una aragosta e un piccolo squalo pinna bianca. Poi da soli a Maadheli, l’ultimo isolotto dell’atollo. Niente reef ma spiagge da favola e da poco lontano, dove l’isola sprofonda nell’Oceano Indiano, arriva il rumore impetuoso di altissime onde, decine di kilometri di onde che si rompono in un mare azzurro, bellissimo! Tornati nel pomeriggio a Ribudhoo visita alla scuola e poi a curiosare alla partita di calcio tra i locali e gli sfidanti di un’altra isola: 2-1 per ribudhoo.. Olé! Di fronte al campetto una casetta contiene i 3 generatori a diesel che rombano 24h al giorno e riforniscono di elettricità tutta Ribudhoo. È un bene che ci siano e nelle vicinanze al rumore ci si abitua comunque ma sarebbe davvero un sogno pensarli spenti e silenziosi, sostituiti da pannelli solari installati su ogni abitazione, è talmente un peccato avere a disposizione il sole più caldo e non sfruttarlo! Magari ci arriveranno, e magari prima di noi! La cena strepitosa consiste in penne al ragù di carne e pesce fritto con fagiolini. Per finire 4 passi per le strade deserte di sabbia del villaggio. Aperti e vuoti i negozietti locali, dove in pochi metri trovi di tutto, come le nostre vecchie drogherie di paese di un tempo ma senza prodotti freschi che arrivano a richiesta una volta la settimana con il battello da Male. Chiacchierando scopriamo che le visite alle isole deserte vanno sempre preventivamente comunicate alla loro “capitaneria” per far si che non si accavallino visite e il Dhoni non ce lo abbiamo proprio sempre a disposizione perché lo usano anche per pescare ma non è proprio il posto per fare le cose di fretta ed una visita al giorno è più che sufficiente. Poco male, bello uguale. MER 24 Stanotte ha fatto un gran caldo e ci siamo svegliati la mattina già sudati nonostante l’aria condizionata! Bagnetto mattutino con snorkeling su una spiaggetta isolata di Ribudhoo (sulle isole abitate è sconsigliato mostrarsi in costume ma se siete impazienti troverete ovunque una spiaggia nascosta e, tra una nuotata ed un po’ di snorkeling, con un po’ di attenzione arrivasse qualcuno, non è difficile riuscire a godersi il sole anche a Ribudhoo. Molto più facile, per godere della libertà alla quale noi occidentali siamo abituati, è chiaramente andare su una delle innumerevoli e vicine isole deserte, o in giro per mare sul dhoni). Poi ritorniamo al villaggio e visitiamo le 3 moschee: quella piccola e antica di 50 anni riservata agli uomini; quella più spaziosa e recente da dove il muezzin richiama per 5 volte al giorno i fedeli alla preghiera (emozionante essere seduti a mangiare in veranda e sentire i canti di lode ad Allah vibrare nell’aria), sempre riservata agli uomini; quella più nuova per le donne, costruita nel 1998 e adombrata da splendide bouganville. Durante il giretto per il villaggio regaliamo delle caramelle ad una splendida bimba ed al suo piccolo fratellino che ci donano a loro volta i sorrisi più belli che abbiamo incontrato. A pranzo Areef ci ha preparato a detta sua poche cose che poi dobbiamo fare snorkeling: riso + petti di pollo + insalata + pizza e infine gelato alla nocciola.. Alla faccia della leggerezza! Rimandiamo lo snorkeling di un paio d’ore e mentre Eli si fa una dormitina io mi esercito con l’inglese in una bella chiacchierata con Aju. Pomeriggio indimenticabile: Aju ci porta su un un sand bank grande come un campo da calcetto, tutto attorno acqua in mille tonalità e sopra di noi un sole maldiviano cocente, meno male che hanno inventato l’ombrellone! ci lascia per andare a pescare, noi snorkeling al volo nel quale ci imbattiamo in uno squalo pinna bianca di circa 1m e mezzo che va bene tutto ma quando ti gira attorno uno squalo di queste dimensioni cominciano a salirti alla mente i serial anni ’80.. Al ritorno Aju ci ha pescato la nostra cena: un piccolo tonno ed un grande branzino che Areef ci ha magistralmente cucinato. Stasera siamo cotti come il branzino e non ci muoviamo dalla veranda. GIO 25 Al mattino durante lo snorkeling con Aju vicino a Ribudhoo vediamo uno squalo di almeno un paio di metri! Era in acque profonde ma così lontano ci pareva davvero enorme! Poi ci siamo fatti riportare al sand bank di ieri e ci siamo rimasti fino alle 13, quando il sole diventa ai più insopportabile. Pranzo “chez Areef” con strepitoso riso al curry e chili, insalata e cotolette. Gran dormita fino alle 16 e poi passeggiata per Ribudhoo. Una splendida bimba ha regalato due fiori ad Elisabetta ed una coppia di donne sedute fuori casa nel loro hijab nero ci hanno donato dei frutti tropicali appena staccati dall’albero, noi abbiamo ricambiato con delle caramelle alle loro bambine. Dopo cena visita ad uno degli ultimi due artigiani orafi per cui l’isola è famosa, gli abbiamo commissionato due braccialetti e degli orecchini da riportare a casa alle nostre famiglie. Non ci aspettavamo prezzi così “occidentali” ma son pur sempre fatti a mano da un mastro artigiano. Per finire giretto sulla spiaggia invasa da migliaia di granchi e poi chiacchierata con Aju sulla nostra Italia, stasera i ciceroni siamo noi. Domani siamo rimasti che ceniamo tutti e quattro assieme, mangiamo maldiviano e “alla maldiviana”, cioé senza posate. VEN 26 Oggi è giorno di festa e di preghiera per i mussulmani e decidiamo di lasciare il tempo debito ad Aju e Areef. Tutto il giorno soli a Dhoores, l’isola deserta di fronte a Ribudhoo dove anni fa, a detta di Aju, pascolavano alcune mucche, prima che lo tsunami le spazzasse via assieme a tutto il resto non ancorato a terra. Oggi siamo noi, mille palme, decine di cornacchie ed un mare al solito incantevole. Nel pomeriggio arriva una barca con 4 uomini, scendono e si perdono nel centro dell’isola. Li vediamo armeggiare con alcuni machete. Noi, allertati, scriviamo un SMS alla nostra guida. Scopriamo ben presto l’indole dei maldiviani, più genuini dei nostri pensieri: i 4, abitanti di Ribudhoo, sono venuti a fare il pieno di cocchi maturi ed il più anziano del gruppo viene a portarcene un paio, ci fa il buco con il machete e ce li offre da bere. Poco dopo torna ad aprirceli in due per farci gustare la polpa al suo interno. Pensar male è peccato e qui tra i Maldiviani lo è ancora di più! Alle 18, puntuale, Aju torna a riprenderci con il dhoni e ci riporta a casa. Sulla nostra rotta decine di pipistrelli che passano il giorno sull’isola deserta di Dhoores nascosti tra le palme e la sera migrano in massa a Ribudhoo per passarci la notte. Prima di cena andiamo dall’orafo a prendere i braccialetti e gli orecchini che ci ha fatto a mano. Bellissimi. A cena tutti assieme, finalmente! 3 porzioni: riso con curry, mix di verdure alla julienne e pollo all’aglio. Si mangia con una mano, si mischiano gli alimenti a piacere, si appallottola e si porta con le 5 dita alla bocca. Alla fine tazza di acqua calda all’aroma di limone per sciacquarsi le dita e gelato al mango con frutta fresca. Splendido! Anche oggi siamo cotti, andiamo a nanna presto. SAB 27 Stamattina ultimo snorkeling con Aju e poi a preparar le valigie. Areef sempre puntuale come un orologio svizzero ci ha preparato l’ultimo ottimo pasto, poi ci siamo immortalati in una bella foto e salutati. Aju ci ha accompagnati con il dhoni alla laguna del resort di Velu Reef dove ci aspettava l’idrovolante e dove abbiamo provato profonda tristezza a vedere i primi maldiviani non sorridenti, quelli che al resort tiravano a lucido il pontile, riempivano un dhoni di spazzatura degli ospiti, riparavano e lustravano le barche dei turisti che, ben lontani sulla spiaggia, parevano inseriti in un altro mondo, crogiolando al sole, spalmati sulle sdraio, così lontani.. Aju ha aspettato la nostra partenza nella laguna, sotto la tenda del dhoni e l’ultimo saluto dall’idrovolante ci ha strappato un groppo in gola. L’ultima notte a Male: la capitale pare un gran casino organizzato, 70mila persone stipate in un isolotto pieno di palazzi alti anche 15 piani che da lontano pare Manhattan ma da vicino è farcita di odori e concentrazioni umane molto indiane, strade strette piene di gente estremamente varia, donne vestite all’occidentale con e senza lo hijab che copre loro il capo; uomini sia con capelli lunghi ingellati che barbuti sull’uscio delle moschee. Qui girano i dollari e tutto cresce vorticosamente in verticale. Arrivati in albergo, centrale e altissimo, dalla finestra dell’8° piano scopriamo con incredulità che a meno di due metri di distanza da noi c’é il cantiere per la costruzione di un’altra ala dell’albergo. Un gentilissimo bengalese ci porta le valigie in camera e poi aspetta sulla porta dritto e sorridente, io stanco e affamato non intendo e porgo la mano “I’m Cristian” e lui sorridendo: “I’m muslim”. Non ero l’unico a non aver capito! Giretto a vedere le cose interessanti della capitale (la moschea del Venerdì, il mercato del pesce e della verdura, la casa del presidente, la grande bandiera) e poi cena sulla terrazza dell’albergo: passava per essere costoso e invece spendiamo in tutto 15 euro! Il giorno dopo ci svegliamo prima dei maldiviani (alle 4.00) che alle 6 abbiamo il check-in in aeroporto.. Si torna in Italia con la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta! Viva Villa Stella! Viva il turismo responsabile!