Weekend col cavoletto!
Bruxelles, bontà culinarie e clima imprevedibile
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Una vecchia canzone diceva “mamma mia dammi 100 lire che in America voglio andar”… I tempi sono cambiati, ma non di molto! Con soli 2 euro, nel lontano luglio 2009, la cara vecchia Ryanair ci ha permesso di prenotare il volo di andata e ritorno da Bruxelles! Con sette mesi di anticipo mi trovo quindi tra le mani ben dodici prenotazioni (anche se poi il gruppo definitivo sarà di 8 persone). Hehehe! Il nostro volo parte da Bergamo il 27 febbraio 2010 (è un sabato) alle ore 14.45. Atterriamo dopo circa 1.30 ore a Charleroi e, con un comodo bus che ci attende fuori dall’aeroporto (22 euro andata e ritorno – fermata proprio all’uscita destra del piccolo aeroporto – http://www.charleroi-airport.com/), in circa un’ora siamo alla Gare du Midi di Bruxelles. Prendiamo la metro (www.stib.be) fino a De Brouckère e dopo 400 metri a piedi siamo al nostro hotel Queen Anne (www.queen-anne.be, 58 euro la doppia prenotata su HostelWorld). E’ un albergo di 3 stelle, in buona posizione rispetto al centro (raggiungibile in 15 minuti), con stanze veramente piccole (sembrano progettate da un accanito giocatore di Tetris) ma indubbiamente ben pulite. Sono quasi le 19 quando ci lanciamo alla scoperta della città. Il clima è mite e con sorpresa ci sono circa 10 gradi… non male per essere a fine febbraio! Le luci della sera illuminano le vie piene di negozi in orario di chiusura ma siamo tanto rapidi da riuscire a strappare le ultime gauffres ad una signora non troppo gentile (tutti i camerieri e ristoratori si sono mostrati poco cordiali!). E’ a dir poco squisita! E dopo meno di mezz’ora, la golosità inarrestabile di Giorgio lo spingerà all’acquisto di un’altra fantastica gauffres ma stavolta coperta di cioccolata! Buonissima (giuro che non gliel’ho assaggiata…ehm)! Le prime tappe turistiche sono il teatro de la Monnaie, place de la Bourse e l’Eglise St Nicolas (che, troviamo chiusa dato l’orario). Poi, finalmente, tra incantevoli negozi di biscotti e cioccolatini, appare tutto lo splendore della Grand Place: un magnifico complesso di palazzi riccamente decorati che, non per nulla, le fanno guadagnare il titolo di piazza più elegante d’Europa! C’è buio e l’illuminazione della piazza non è esagerata… ci riproponiamo quindi di ripassare l’indomani per poterla ammirare meglio. Da qui procediamo fino al piccolo Manneken Pis che ci accoglie con un inaspettato vestito da rapper! Cappellino con visiera, orecchini vistosi, catenozzo al collo…Incredibile! Peccato solo che anche per lui l’illuminazione è veramente modesta. Ritorniamo in direzione della Grand Place e passeggiamo lungo le Galeries St Hubert, ricche di lussuosi negozi e fantastiche cioccolaterie. Tra una boutique e l’altra, il teatro al suo interno richiama gli spettatori per l’inizio dello spettacolo con un’improbabile campanella che ricorda molto quella scolastica! La gauffre non poteva placare la nostra fame per molto tempo e così, inghiottiti nel budello e nel frastuono di luci e rumori di Rue de Bouchers, finiamo per fermarci in uno dei tanti ristoranti che espongono menù a prezzo fisso e molluschi in bella mostra nelle ghiacciaie. E’ una trappola per turisti ma noi decidiamo di farci catturare! Per un antipasto, un piatto principale e un dolce (l’ennesima gauffre) abbiamo speso 18 euro (bevande escluse). Proviamo qualche piatto tipico tra cui le famose cozze (buone ma un piatto intero è decisamente troppo per una persona!) e le patatine fritte (cotte due volte nell’olio per garantire un esterno croccante ed un cuore tenero). Nel dopo cena, gironzoliamo parecchio per le strade attorno alla Grande Place alla ricerca di un locale tipico in cui bere qualcosa ma forse siamo un po’ troppi dato che troviamo posto solo dopo diversi tentativi. Nelle stradine e nelle strettoie si nascondono locali molto carini ma alcuni sono frequentati da gente stramba (come gruppi di gente festosamente sotto l’effetto di alcoolici che cantano canzoni popolari e una vecchia ubriacona oltre il bancone di un bar). Girando qua e là abbiamo anche trovato la Jeanneake Pis, decisamente molto più provocatoria del fratellino! Noi ci fermiamo casualmente da Le Cirio, un bel bar storico di inizio secolo (segnalato sulla guida), in cui rivivono antiche atmosfere tra i divanetti in pelle, gli specchi opachi e gli arredi antichi. Beh anche la gente sembrava lì da quegli anni: grigi, silenziosi e quasi immobili. Fortuna che siamo arrivati noi italiani a rianimare chiacchierosamente il locale! Verso mezzanotte ci dirigiamo tutti in hotel perché l’indomani ci avrebbe aspettato una giornata decisamente intensa! Un innominato soggetto del gruppo imponeva la sveglia ad un orario decente (ovvero non troppo presto) così, domenica 28 febbraio, alle 9 ci ritroviamo davanti all’abbondante buffet della colazione. Gli altri ospiti banchettano allegramente con bacon, uova e formaggio ma noi puntiamo decisamente su pane, marmellate, brioches e nutella. Forse eccediamo con quest’ultima perché la cameriera, ripulendo il nostro tavolo, strabuzza gli occhi sorpresa! Prendiamo la metro fino a Louise e, arrivati davanti al Palais de Justice, ci rendiamo conto di quanto le previsioni meteo ci avessero azzeccato: una pioggia insistente e un vento incredibilmente fastidioso hanno soffiato per tutta la giornata. Inutile cercare di tenere aperti gli ombrelli che, dopo vani tentativi, si sono in buona parte autodistrutti. Il palazzo è molto imponente e riccamente decorato ma le impalcature ci lasciano lavorare un po’ troppo con l’immaginazione. Pure la terrazza panoramica è tutta trincerata per via dei lavori in corso! Ma non ci arrendiamo: ci dirigiamo verso il vicino ascensore che porta gratuitamente nella parte bassa della città e ci concediamo un rapido viaggio di discesa e risalita. Beh, merita! La passeggiata continua verso place du Petit Sablon, un delizioso giardinetto ricco di cespugli ben tenuti e statue di bronzo e marmo. Purtroppo risulta chiuso a causa del mal tempo. Se non volevamo trovarci con un ramo in testa, insomma, era meglio non entrare! Proprio di fronte si trova la piccola chiesa di Notre Dame du Sablon, un gioiellino tutto stile gotico e coloratissime vetrate. A mio avviso è la chiesa più bella della città! In Place du Grand Sablon troviamo alcuni reduci del mercatino di antiquariato che viene allestito qui ogni domenica mattina. Il tempaccio ha probabilmente scoraggiato gran parte dei mercanti e dei possibili acquirenti. Della tanto decantata eleganza della piazza non troviamo molto ma, in una bella giornata di sole, sicuramente l’atmosfera sarebbe stata differente. Scendiamo leggermente verso Notre Dame de la Chapelle, una chiesa molto grande che non riusciamo però a visitare internamente per via della funzione religiosa in corso. Ritorniamo sui nostri passi ma stavolta percorriamo per rue de Rollebeek, una vietta in salita che troviamo molto caratteristica. La successiva mezz’ora viene dedicata ad annusare ogni tipo di infusi e tisane in un bel negozietto di place du Grand Sablon dove Gio e Claudia riescono infine a trovare il loro infuso ideale (una volta tornati a casa l’abbiamo assaggiato e secondo me è anche buono!). Arrivati a place Royal visitiamo la neoclassica chiesa di St Jacques sur Coudenberg (curioso l’esterno ma troppo sobrio l’interno), svoltiamo verso il Palais Royal e ci fermiamo a fare qualche fotografia all’imponente facciata e alle siepi ben tenute del suo giardinetto. Peccato non aver potuto passeggiare per il bel parco su cui si affaccia il palazzo (sempre a causa del maltempo). Torniamo sui nostri passi e, scendendo verso il Mont des Arts, arrivamo a place de l’Albertine. Uno spiazzo con alberi e aiuole conduce lo sguardo su una delle più belle viste di Bruxelles. Ovviamente ci fermiamo a fare le dovute foto di rito! L’umidità inizia ad impossessarsi dei nostri giubbini e iniziamo a desiderare un po’ di tranquillità in un posticino all’asciutto. Per fortuna manca ancora una sola tappa: l’imponente cathédrale Sts Michel et Gudule (patroni della città). L’esterno è molto impressionante (nonostante sia collocata in una piazza circondata da edifici del secolo scorso) mentre l’esterno è più semplice del previsto (ma non riusciamo a visitarlo dato che anche qui è in corso una messa). I nostri stomaci iniziano a borbottare e, tra la fame e la confusione, il gruppo si divide in due differenti fast food: Exki per Vito e Silvia (cibo apparentemente più sano e genuino) e Subway per il resto della ciurma che si rifocilla con un bel paninazzo super imbottito (qui troviamo le uniche “ristoratrici” davvero gentili della città). Prima di dirigerci verso la metro in direzione dell’avveniristica costruzione dell’Atomium, facciamo un salto veloce alla Boutique de Tintin (giusto per farci un’idea del personaggio più famoso dei fumetti locali) e ci concediamo un’altra passeggiata nella Grand Place dove purtroppo piove ancora tantissimo. L’unica negatività della piazza è che, secondo me, non è troppo fotogenica: è tanto ampia e bella che in fotografia non rende! Ci facciamo un bel viaggetto in metro verso l’Atomium (che raggiungiamo poi nell’ultimo tratto con una super corsa sotto la pioggia) ed entriamo a visitarlo (ingresso 11 euro). Il prezzo forse è troppo elevato per quello che la visita offre effettivamente però abbiamo trovato comunque molto carina l’esposizione sugli anni 50-60 e le salite/discese tra le sfere dell’atomo (anche qui immancabili le fotografie di gruppo). Nel vicino parco di divertimenti c’è anche una piscina all’aperto e, dalla sfera panoramica, riusciamo a scorgere delle persone che fanno il bagno e che scendono dagli scivoli… con tanto di pioggia e temperatura di circa 5 gradi! Pazzesco! Ormai ci siamo arresi e i pochi ombrelli superstiti non vengono nemmeno più aperti. Corriamo per le strade trascinati dal vento come uno stormo di oche sopra lo stagno. Tutti umidicci, ci fermiamo per la meritata merenda da Exki in place de Brouckere. Con soli 4 euro prendiamo un fettone di torta (panna e cioccolato a volontà) e un buon tè caldo. Terminiamo quindi gli ultimi acquisti di cioccolata e souvenir vari e ritorniamo un attimo in hotel per sistemarci (e asciugarci!). Ceniamo in un bel pub (Drug Opera, non troppo distante dal palazzo della Borsa) in cui mangiamo abbastanza bene e spendiamo circa 22 euro a testa. Peccato che anche qui non veniamo trattati molto bene… E pensare che noi siamo così squisiti! Hehe! Lunedì mattina ci risvegliamo sotto un bel sole. Peccato solo che il volo è previsto per le 11.55 e non avremo il tempo per un ultimo giretto in città. Ma non poteva uscire il giorno prima? Sgrunt! Ci concediamo la solita abbondante colazione in hotel (Claudia si azzarda anche ad emulare la tipica colazione dei paesi nordici!), prendiamo la metro a Rogier, saliamo sul bus-navetta a gare du Midi e arriviamo all’aeroporto. Il volo di ritorno sorvola le Alpi con le sue cime innevate e le lunghe distese di nuvole candide. Il pensiero corre sul bel weekend appena trascorso… Come si fa a frenare la nostalgia per una vacanza che sta per terminare? Nonostante il tempaccio, abbiamo passato dei momenti davvero divertenti e il bel gruppo numeroso ha di certo battuto il grigiore del cielo di Bruxelles. La città è sicuramente carina e merita di essere visitata anche se credo che un paio di giorni siano più che sufficienti. Noi non ne avevamo il tempo ma qualche museo (come quello di Magritte) sarebbe stato proprio interessante da visitare. Se avete a disposizione qualche giorno in più prendetevi del tempo per visitare anche Bruges o Anversa. Un’ultima considerazione… ma che fine hanno fatto i famosi cavoletti di Bruxelles? Noi non ne abbiamo proprio trovati!