Il postale dei fiordi
GIORNO ZERO, ARRIVO IN NORVEGIA E PERNOTTAMENTO A BERGEN: Siamo partiti da Milano Malpensa, destinazione Copenaghen, il 2 agosto, per prendere l’aereo per Bergen. L’arrivo nel pomeriggio ci ha permesso di poter girare un po’ la città. All’arrivo in aeroporto, a 19 km dalla città, c’era la nostra guida ad aspettarci, la quale ci ha accompagnati in taxi all’Hotel, di fianco al Bryggen, tutto già compreso nel prezzo. A Bergen piove molto spesso, non so se siano leggende, ma si dice che in un anno piove intorno ai 300 giorni e il record è di 85 giorni consecutivi di pioggia. Esce anche il sole, ma in un giorno il meteo può variare molte volte. Da vedere: il panorama dal monte Fløien raggiungibile con la funicolare Fløibanen; Gamle Bergen, dove sono raccolte vecchie costruzioni riedificate in un piccolo museo all’aperto, a qualche chilometro fuori città; il Bryggen inserito nell’elenco dell’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità; il Museo Anseatico, seppur spoglio di oggetti, si ha l’idea di come si viveva un tempo; il mercato del pesce nella Torget, dove è possibile trovare italiani che lavorano e che offrono assaggi di carne di balena e altri animali tipici; Mariakirken, chiesa antichissima; Johanneskirken, e poi fate un giro senza meta, perdendovi tra le viuzze che piano piano si inerpicano su per la collina, gli scorci sono stupendi. GIORNO 1: BERGEN E PARTENZA CON L’HURTIGRUTEN Il giorno successivo è quello della partenza, alle 20. Anche oggi, la guida proporrà visite guidate in mattinata, mentre dal pranzo fino al ritrovo per l’imbarco, sarà libero. Tutti i collegamenti sono compresi nel prezzo per chi ha l’accompagnatore, chi non ce l’ha invece , è tutto a suo carico: la differenza di costo, per tutta la durata della vacanza, non vale la pena di arrangiarsi a cercarsi da soli i mezzi di trasporto, se volete un consiglio. E’ minima, e si perde meno tempo. La colazione e il pranzo sono a buffet, e i tavoli sono assegnati solo per la cena, che è servita su due turni, alle 18.30 e alle 20.30. Gli italiani sono solitamente al secondo turno: chi viaggia da solo o in coppia viene facilmente abbinato ad altre persone, sempre italiani comunque. Le camere non sono molto spaziose, noi avevamo il tipo N al ponte 5 e per i bagagli ci siamo dovuti arrangiare come si poteva, uno sull’altro o sotto al letto, pur essendoci un armadio: inoltre avevamo un bel finestrino ampio, non l’oblò. Dopo l’accoglienza, dove vengono spiegati sia i dettagli di viaggio che le nozioni in caso di emergenza, viene affisso in bacheca, come tutte le sere, il programma orario del giorno successivo, che comprende sia le cose che si possono ammirare dalle nave, qualche consiglio su cosa andare a vedere per quando ci si ferma nei porti, l’inizio e la fine dei tratti di mare aperto, gli orari d’incontro con le altri navi della flotta, ecc… GIORNO 2: Il primo porto degno di nota è Ålesund, ma dato l’orario non c’era molta vita in giro, giusto il tempo di vedere gli edifici in stile art nouveau per una passeggiata di 45 minuti. Subito dopo inizia il fiordo di Geiranger, spettacolare. Si comincia ad avere l’idea di fiordo norvegese con varie cascate importanti. All’ora di pranzo chi ha scelto l’escursione, che merita assolutamente, scende lentamente dalla nave per salire sul pullman. La strada sale in quota e il panorama del fiordo è uno dei più belli in assoluto, il colpo d’occhio è unico. Si prosegue per la strada dei Troll con varie soste in punti panoramici e verso l’ora di cena si arriva a Molde, città piccola ma molto interessante. Giro indipendente per la città, perché a quell’ora è già tutto chiuso e poi si risale sulla nave. GIORNO 3: Di primo mattino si arriva a Trondheim, dove è prevista una sosta di 4 ore circa. Il porto è un po’ fuori, a piedi ci si mette un po’ a raggiungere il centro, anche 20 minuti! Da vedere: cattedrale di Nidaros; Gamle Bru, il ponte; il Bryggen; Kristiansen Festning, una fortezza che domina dall’alto la città anche se non è comoda da raggiungere per la strada in salita e un po’ fuori dal centro. Appena ripartiti con la nave, c’è un isolotto, Munkholmen, sede di un monastero. Più tardi, in mezzo al mare si vede il faro di Kjeungskjær, uno dei più belli visti. Nel pomeriggio, se il mare lo consente, si attraversa lo Stokksund, uno stretto creato dagli isolotti. Fino a sera poi, c’è tutto il tempo per riposarsi o per godersi il panorama, essendoci solo un altro porto all’orario di cena. GIORNO 4: All’alba, intorno alle 7, c’è il passaggio del circolo polare artico e subito dopo colazione si parte per l’escursione al ghiacciaio dello Svartisen, salendo su una barca più piccola: merita, almeno per quanto riguarda il panorama e il colpo d’occhio, se l’escursione durasse più ore, si potrebbe provare ad andare a toccare la neve, ma da quando si arriva al rifugio, c’è solo un’ora a disposizione per tornare alla barca. Inoltre, si potrebbero vedere le aquile di mare lungo il percorso. Bodø non siamo riusciti a vederla, avendo scelto di fare la gita. Poi si riparte verso le isole Lofoten, con il panorama del Lofotveggen che ci accompagna fino all’arrivo a Stamsund. A Svolvær c’è poco tempo, o si cena o si scende dalla nave. Per questo motivo ci siamo persi Magic Ice, dove è possibile vedere sculture di ghiaccio, a due passi dal molo: la temperatura all’interno si dice che sia intorno ai -7°C! A fine giornata, dalle 23, se il mare lo consente ci si inoltra nel Trollfjord, non è ancora buio, ma a quell’ora inizia ad imbrunire. GIORNO 5: Si è giunti ormai nell’estremo nord d’Europa, il paesaggio e la vegetazione sono già cambiati e anche nei porti si respira un’altra aria, sono più piccoli ,quasi dei villaggi. Subito dopo pranzo si arriva a Tromsø, e ci si ferma per circa 4 ore. Da vedere: Polaria, museo/acquario; Cattedrale di Tromsø (Ishavskatedralen); il panorama dalla funivia, che è unico; Tromsø Domkirke, tutta in legno. In serata ci si ferma a Skjervøy, da dove abbiamo potuto ammirare un tramonto fantastico dalla durata interminabile: a questa latitudine la luce notturna è notevole, per noi che non siamo abituati, anche in agosto. GIORNO 6: Alle 5.15 c’è l’arrivo ad Hammerfest, la città più settentrionale al mondo. Siccome si dovrebbero vedere le renne per la strada, siamo stati convinti ad alzarci molto presto. In giro c’eravamo solo noi italiani, e delle renne, ovviamente, neanche l’ombra.. E tutti i negozi chiusi. Poco prima di pranzo di arriva a Honningsvåg, punto di partenza in pullmann per CapoNord, che dista più di 30 km. A metà strada è prevista la sosta dai lapponi, una tenda, un recinto con le renne e il solito negozio di souvenir dotato incredibilmente di POS!! Si arriva poi a Capo Nord, da vedere purtroppo di tutta fretta causa tempi tecnici della nave che riparte. Meritano il negozio di souvenir, il tunnel sotterraneo che porta alla terrazza panoramica in caso di bel tempo, il globo e il panorama circostante, dintorni del centro di CapoNord, per godere della punta d’Europa da varie angolature. Nei pressi del parcheggio, ci sono le sculture dei Bambini del Mondo. Il tempo comunque, è spesso inclemente, la nebbia cala e si alza in fretta, non sempre è possibile andare via contenti proprio a causa del tempo non favorevole. Infatti, ci siamo tornati durante il viaggio di ritorno.. Per il resto del giorno, negli altri porti si sosta poco tempo, ma ci sono scogliere e formazioni rocciose da non perdere durante la navigazione. In questa zona si sprecano i cosiddetti record, il passaggio presso il punto più a nord del continente europeo, il porto più a nord, ecc. Ma di fatto non c’è niente da vedere, essendo spesso sulla nave. GIORNO 7: Se proprio vi svegliate presto, a Vadsø, cercate l’albero di ormeggio del Norge che si vede anche dalla nave. A Kirkenes, poi, per molti il viaggio finisce, per gli altri si è a metà. Se ci fosse più tempo, a 10 km si trova il confine con la Russia, ma si perderebbero le altre cose da vedere in città: all’incrocio davanti al Grenselandmuseet si trova uno di quei cartelli che indicano le distanze con alcune città europee, e qua abbiamo fatto il nostro primo incontro con le renne per strada; notare le lampadine davanti alle finestre all’interno delle case, usate particolarmente durante il periodo delle notti polari; qualche statua e monumento che ricorda la vicinanza con la Russia; Andersgrotta, un rifugio antiaereo sotterraneo, un bunker dove la temperatura in estate precipita anche a 3°C, infatti durante la proiezione di un filmato, la guida ha distribuito dei panni ai prestenti per coprirsi. Fa davvero freddo, il contrasto con l’esterno si sente, e fuori comunque non faceva certo caldo. Inizia quindi il viaggio di ritorno, attraversando di nuovo il Mare di Barents. Giunti a Vardø, una sosta presso la fortezza, la Vardøhus Festning, è d’obbligo. Dal porto, alcune guide in costume accompagnano i turisti per la visita. A queste latitudini sembra di essere in un altro mondo, panorami e case sono molto particolari, oltre all’assenza di vegetazione che rende il paesaggio e l’idea dello stile di vita, molto suggestivo. Fino al mettino dopo, non ci sono soste rilevanti. GIORNO 8: Siccome all’andata, a Capo Nord abbiamo trovato solo nebbia, l’escursione di oggi ci ripropone l’opportunità di ritornare, e non volendo lasciare nulla di intentato, ci aggreghiamo all’escursione, che prevede la partenza in pullmann da Honningsvåg alle 6 del mattino, colazione a CapoNord, viaggio lungo il Porsangerfjorden e arrivo ad Hammerfest prima di pranzo: è un’escursione lunga, di qualche centinaio di chilometri, ma come le altre, merita. CapoNord senza nebbia è tutta un’altra cosa. Innanzitutto si vede il mare a perdita d’occhio, poi sulla sinistra c’è Knivskjelodden, la penisola che è il vero punto più a nord d’Europa, il panorama dei promontori e delle insenature, che con la nebbia non è possibile apprezzare. Purtroppo, anche le guide ci hanno assicurato che è molto difficile trovare Capo Nord sereno. Proprio per questo, appena arrivati, abbiamo snobbato la colazione e ci siamo precipitati a fare foto fino e a guardare i dintorni fino a quando le nuvole non hanno coperto tutto. Arrivati ad Hammerfest abbiamo avuto tempo per visitare The Royal and Ancient Polar Bear Society, il museo dell’orso polare con tanti animali del luogo imbalsamati. Si può diventare soci, ma è più una cosa per turisti che un’effettiva iniziativa per salvaguardare l’orso. Per il resto della giornata, complice anche il sole, il tempo ci è servito per recuperare energie e gustare lo stupendo panorama del Nord, anche perché nei due porti restanti, non ci sono note di rilievo, troppo poco il tempo per scendere e fare un giro. Poco prima di mezzanotte si giunge a Tromsø, dove a quell’ora è già possibile osservare la Cattedrale illuminata. Per chi volesse, al suo interno c’è un concerto gospel della durata di un’ora circa, se si sceglie l’escursione organizzata. GIORNO 9: Nel viaggio di ritorno è possibile dare un’occhiata veloce alle isole Vesterålen e Lofoten. Sono tutte soste di mezz’ora però, non abbastanza per capire dove si è arrivati. Meritano i panorami e i muri degli edifici colorati di blu, giallo, rosso: una passeggiata è l’unica cosa che si riesce a fare in così poco tempo. Nel primo pomeriggio si giunge a Stokmarknes, dove si può visitare il museo dell’Hurtigruten. Al suo interno, modellini, accessori, ricostruzioni di cabine e sale, e la possibilità di entrare fisicamente nella Finnmarken originale, collegata al museo da una passerella ma comunque sulla terraferma. Più tardi si ripassa per il Trollfjord e in serata si arriva alle Lofoten, a Svolvær. Noi abbiamo scelto l’escursione che ci ha fatti risalire sulla nave a Stamsund: durante la gita in pullman erano previste varie soste in punti di interesse turistico, fra i quali Henningsvær, un autentico porto da cartolina nel cuore delle Lofoten. Peccato aver avuto poco tempo, perché le Lofoten meriterebbero molto più tempo. Intorno alle 22, in leggero ritardo siamo rientrati per la cena e la partenza per Bodø, raggiunta notte inoltrata. GIORNO 10: In mattinata passaggio del circolo polare artico e all’ora di pranzo si parte per l’escursione alle isole Vega: non ci siamo andati, ma dai racconti di chi ci è andato, sono uno spettacolo.Nel pomeriggio soste a Sandnessjøen e Brønnøysund: tra un porto e l’altro si passa a fianco della catena delle Sette Sorelle, non visibile all’andata in quanto si navigava in questo tratto intorno alle 3/4 del mattino. Successivamente si vede l’isola di Torget, la montagna con il foro: che passa da parte a parte. Il viaggio è ormai agli sgoccioli, il brutto tempo e il mare un po’ mosso hanno dato il colpo finale. GIORNO 11: Di primo mattino, ore 6.30, si arriva a Trondheim per ripartire alle 10. Non avendo tanto tempo e poi così presto, per noi che l’avevamo già vista all’andata, forse vale la pena di guardare solo quello che non si è riusciti a vedere all’andata. Noi siamo scesi più tardi, ma complice un acquazzone che ci ha fatto tornare alla nave, non abbiamo visto più di tanto. Verso sera sosta a Kristiansund e all’ora di cena a Molde, entrambe per 40 minuti circa. A mezzanotte c’è Ålesund, per chi non ha visto gli edifici art nouveau può essere una buona opportunità. GIORNO 12: Ci si prepara per terminare la crociera, entro le 10 le camere devono essere libere e i bagagli sistemati in un punto per permettere di scaricarli dalla nave tutti insieme. Oltre questo orario non è più possibile recuperare le valigie! Dopo pranzo la nave arriva a Bergen, chi ha scelto il pacchetto con la guida in italiano, ha il trasferimento con pullman allo stesso hotel di quando siamo arrivati. Il pomeriggio è libero ma la guida propone comunque un tour della città. A seconda degli orari dei voli, il giorno successivo un pullman o un taxi ci accompagna all’aeroporto.