Dublino…”Yes week-end”!
I Soliti NOTI:
The President……………………………………………………Stefania Ragno-Tigre………………………………………………………Tiziano Vice Presidente in dolce attesa…..………………………… Antonella Giorgio in dolce attesa..………………..……………………. Giorgino Tesoriera………………………………………………………… Sami Miki-guarda-le-mani…………………………………………. Michele Associato n. 12/09……………………………………………. Marino La Betti…………………… ………………………………….…. Betti Giadina……………………………..…………………………… Jadine Mamma di Giorgino.…………………………………. ……….La Mariuccia Mamma del Vice-Presidente………………………………….La Lucia Lo zio Sandro………………….……………………………..… Sandro Lo zio Roberto……………………………………………………Roberto La solita Toti………..……………………………………………Alessandra La Silvia in dolce attesa……………………………………… Silvia L’Associata proattiva…………………….…………………… Teresa Moonwalk il ballerino..…………………….……………….. Umberto I Soliti IGNOTI
Jack Smirking ………………………………….……………… Davide Principino…..…… …………………………………………….. Amedeo Mamma del Presidente..……………………………….………L’Ombrettina Marito dell’Ombrettina ………………………………………..Silvanino La Pelizza …………………………………………………………Claudia La Novella ……………………………………………………..…Novella Il marito della Novella.……….………………………………. L’Andrea Carletto.…………..……………………………………………… Carlo La moglie del Carletto ………………..……………………… Maria Il Pudi.……………………………………………………………. Paolo La Roby.……………………………………………………….….Roberta Orsetta.…………………………………………………………….Elisa Plin Plin.…………………………………………………………..….Saveria La cugina Renee.………………..………………………………… Renata L’uomo in Tuta .……………..……………………….……….……Angelo La Concetta.…………………………………………………….…..Concetta Lo Skipper …………………………………………………….…….Gianluca La Stefy …………………………………………………………..….Stefania Una donna Proloco …………………………………………..… Giovanna Er Chitarra (non perché suona ma perché si “scorda”)……Fabrizio Il Mazzocchi …………………….………………….……………… Paolo Il Mazzocchi-bis ……………..………………..…………………. Simone Il Re di picche………………….…………………..………..…… Tommaso
….con un CAMEO di…
Nadiona ………………………………………………………………Nadia Spillo ……………………………………………………………….…Massimo Ore 17.15 – Stranamente tutti puntuali al solito ritrovo nel parcheggio (sotto) della stazione ferroviaria di Bressana Bottarone. Sarà forse perché gli associati sono dei dormiglioni, ma abbiamo capito che la partenza pomeridiana aiuta la puntualità. Con i Vecchi (non in senso fisico) e i Nuovi (anche novissimi…) Associati, insieme allo staff, ci incontriamo per attendere il solito pullman GT che deve accompagnarci all’aeroporto. Come al solito l’autista ci fa sudare freddo perché, all’orario stabilito, non se ne vede nemmeno l’ombra. La Vice-Presidente, che si occupa della gestione dei transfers da/per l’aeroporto, inizia ad entrare in fibrillazione. In questi casi, anche se abita a Casteggio in provincia di Pavia, sembra Svizzera… basta un minuto di ritardo che comincia a scalpitare. Ma è sufficiente una telefonata delle sue che il pullman, come fosse una macchina del tempo, si materializza sotto i nostri occhi. Carichiamo gli zaini, le borse e le borsette nel bagagliaio, saliamo, ci accomodiamo sulle comode poltroncine e, a questo punto, diamo inizio al nostro week end dublinese. La prima tappa è l’aeroporto di Orio al Serio dove, alle 21.40, decollerà il volo della nostra ormai familiare compagnia di fiducia “Ryanair” (anche se questa volta ci ha costretto a ridurre il nostro tempo di permanenza annullando il volo di ritorno che avevamo prenotato con largo anticipo…). Il pullman “Granata” (di nome e di fatto) parte, passiamo alla conta dei partecipanti, alla consegna dei biglietti aerei, delle tessere ai nuovi Associati ed altre operazioni noiose, ma indispensabili, che devono essere portate a termine. La migliore accoglienza e tutta l’attenzione dell’intero gruppo sono riservate a Jadine, la nostra associata più giovane, solo 25 giorni: come si intuisce, la “ranocchietta” è al suo primo volo, al suo primo viaggio organizzato, al suo primo viaggio in pullman, alla sua prima notte in hotel….insomma è al suo primo di tutto. Diventa subito la nostra mascotte: è formidabile, non solo meravigliosa, ma anche bravissima!!! Piange pochissimo, non si lamenta, dorme, mangia e …., senza mai essere fastidiosa. Secondo noi la ragione di tanta bravura è che è già rassegnata ad avere due genitori “pazzoidi” che sfidando le ire di tutto il parentado, si sono tuffati in quest’avventura con lei… E il bello è che è già prenotata anche per i prossimi viaggi!!! In un’ora e mezza arriviamo a Orio al Serio, piuttosto in anticipo rispetto all’orario di partenza ma, conoscendo le abitudini dei nostri associati, vi assicuriamo che non è mai troppo presto. Ci riuniamo in fondo all’aeroporto consumando una cena a base di panini, piadine, tramezzini, brioches e tutto quanto necessario in attesa degli altri partecipanti che raggiungono Orio con propri mezzi. Silvanino, muovendo le “ganasce” come un leone, divora una buona quantità di panini con affettati e formaggio, lasciando per terra così tante briciole da non sapere dove mettere i piedi… i panini erano molto friabili!!! Nell’ordine arrivano: Silvia in compagnia di un bel “pancione”, Plin Plin ed Orsetta, Novella e Andrea che incontriamo per la prima volta, Jack Smirking e il Principino, Nadiona e Spillo che completano il gruppo. Concetta, colta da un momento di bontà, distribuisce dolcetti a destra e a manca per rabbonirci l’animo… Inizia il via-vai al bagno e, in un attimo, arriva il momento di dirigerci al Gate per l’imbarco. Tutti sono stati avvisati di cosa potevano portare e cosa no (“Consigli per l’Associato” sul sito), ma c’è un associato che per superare indenne i controlli al metal detector deve praticamente denudarsi: è il Re di Picche, Tommaso, con le sue catene, barba e capelli lunghi, felpa con cappuccio tutto rigorosamente vestito di nero. Ne esce indenne, si riveste ed è pronto a partire. Er Chitarra invece inizia già alla partenza a “scordarsi”…. Lo zaino. Ne combinerà un’altra più avanti… Si comporta proprio come se il bagaglio non fosse suo…ha il “rigetto” dello zaino!!! BRAVO!!! Ed ora controllo dei documenti d’identità: Miki-Guarda-le-Mani viene rispedito indietro. Attimo di panico per tutti. La sua carta d’identità è divisa in due; la polizia gli consiglia di andare all’edicola e farsi prestare un po’ di scotch per aggiustarla e poi di ripresentarsi al controllo…questa volta lo supera brillantemente. Saliamo finalmente sull’aeromobile, ci accomodiamo sulle solite poltrone che la Ryanair ci mette a disposizione e ci prepariamo al decollo. Ore 21.40 – In orario partiamo alla volta di Dublino dove arriveremo alle 23.30 ora locale (in Italia siamo avanti di un’ora). C’è chi si appisola, chi chiacchiera, chi legge, anche questa volta abbiamo chi si irrigidisce come un baccalà sotto sale dalla paura e chi , sopraffatto dall’adrenalina, non riesce a stare zitto un momento. Il viaggio procede senza intoppi e puntuali, anzi in anticipo, atterriamo all’aeroporto di Dublino. The President e la Tesoriera, insieme alla solita Toti, si dirigono di corsa verso l’uscita. Ma dov’è l’uscita? E’ una parola!!! E’ stato più corto il viaggio in aereo che non il tragitto per trovare l’uscita dall’aeroporto! Percorriamo kilometri di una specie di tunnel bianco tipo Odissea nello Spazio (o meglio Odissea nell’Ospizio visto chi incontriamo lungo il tragitto), come fossimo alla ricerca dell’astronave madre, ma finalmente le nostre eroine la trovano e si tuffano all’esterno alla ricerca del pullman prenotato che ci avrebbe portati tutti all’hotel. Fa un freddo cane, un vento così forte che ti taglia la faccia, il pullman non si trova, ma dopo una breve telefonata della nostra interprete di fiducia (The President) all’autista Joe Gleeson, veniamo informati che il nostro coach sta per arrivare. Joe ci aspetta in fondo al parcheggio. Peccato che il pullman sia girato dalla parte opposta, altrimenti avremmo visto subito un bellissimo cartello con il logo e la scritta inconfondibile della “TUTTINTUTA” che ci avrebbe evitato di guardarci intorno per 10 muniti. Recuperiamo tutti i nostri Associati che sbucano dal tunnel alla spicciolata e diamo le indicazioni sulla strada da percorrere per raggiungere Joe. Saliamo sul bus e ci dirigiamo verso l’albergo dove qualcuno ci aspetta… Ore 24.30 – Il Pembroke TownHouse ci riserva un’accoglienza che non è da tutti. Infatti il formidabile Francesco pur essendo, come dice lui, off (fuori servizio), si fa trovare in hotel e ci viene incontro mentre il pullman parcheggia. Ha luogo la “carrambata”: dopo mesi di mail finalmente ci conosciamo! Ci conduce nella hall, assegna ad ognuno la propria stanza, si assicura che tutto sia ok e ci dà appuntamento alla mattina dopo. Infatti il suo orario di lavoro inizia alle 7.00 e per colpa nostra questa notte dormirà solo poche ore. L’albergo è accogliente, in tipico stile irlandese, le camere non sono grandi, ma molto pulite e ben arredate. Francesco ha riservato una sorpresa nella stanza che la Tesoriera divide con la solita Toti: una bottiglia di spumante con due bicchieri… Dopo uno sguardo malizioso le due amiche decidono di essere buone per questa volta e dividerla con tutti i partecipanti alla salute di Francesco. Una doccia veloce, un sonno riposante e ci si dà appuntamento alla mattina dopo per la colazione verso le 9.00. Molti vanno a letto visto che ormai è l’una di notte, ma qualcuno decide subito di assaporare la vita notturna di Dublino. Jack Smirking e il Principino, Miki-guarda-le-mani, Orsetta, Plin-Plin e il Re di Picche si organizzano per andare a bere la prima pinta di Guinness del week end. La sala colazione non è grandissima, per cui dobbiamo fare a turno per poterci prendere il primo caffè della mattina… Caffè è una parola grossa!!! Diremmo piuttosto un liquido di colore marrone scuro che con il caffè non ha nulla a che fare, ma in compenso c’è il loro pane tipico che con marmellata di arance e burro è una delizia. C’è chi decide di tuffarsi sulla tipica colazione irlandese (inclusa nel prezzo) a base di: uova strapazzate, pancetta, pancakes, muffins, etc etc…. Mentre facciamo andare le mandibole, i nottambuli raccontano la nottata trascorsa: fiumi di birra, ragazze mooolto disinibite e disponibili, pub pieni di gente… Miki-guarda-le-mani sta pensando di prendere la residenza … Così come anticipato, la partenza della nostra giornata dublinese viene ritardata un po’ per consentire a tutti di raggiungere il pullman. Il clima è buono, non piove il che è già un miracolo, splende addirittura un po’ di sole.. L’associato n. 12/09 ha un ombrello nello zaino che, come nei suoi sogni da bambino, chiama spada dello Jedi… mah! Che dire… serve una buona dose di pazienza!!! Finalmente si parte!!! Il nostro autista non è più Joe, ma un signore di poche parole che però nel corso del nostro giro ci fa da cicerone e viene tradotto dal nostro President che ben presto perde la voce!!! Immaginavamo che Dublino fosse una magnifica città ma, in alcuni punti, supera le nostre aspettative: Trinity College: è senza dubbio l’edificio più visitato di tutta Dublino. In questa che era una scuola protestante fondata nel XVI secolo, vi hanno studiato illustri personaggi della storia irlandese. Il Trinity College è uno dei più prestigiosi istituti d’istruzione a livello mondiale e, senz’altro, il più blasonato e antico d’Irlanda Christ Church Cathedral: Questa cattedrale è la più antica delle due presenti in città (l’altra è quella di San Patrizio) ed è stata costruita nel 1038 dal re vichingo di Dublino Sitric Silkenbeard. Risalente all’undicesimo secolo è stata sottoposta ad un massiccio restauro nel XIX secolo. Custom House: in passato era il palazzo della dogana, caratterizzato da una facciata con bellissime decorazioni. Poco distante troviamo l’Abbey Teathre, il teatro nazionale per eccellenza Saint Patrick’s Cathedral: La Cattedrale di San Patrizio è una delle due cattedrali protestanti di Dublino e più precisamente la più grande. Nonostante sia stata eretta a tale status nel 1191 oggi non è il soglio di alcun vescovo, in quanto questo merito spetta alla Cattedrale di Christchurch. Dublin Castle: è considerato uno dei maggiori simboli della città. Costruito originariamente nel 13° secolo su un antico stanziamento vichingo, il castello per 700 anni è stato utilizzato come fortezza militare, prigione, Tesoro, tribunale e sede del governo inglese in Irlanda. Ricostruito nel corso dei secoli 17°, 18°, 19° e 20°, il Castello di Dublino è ora utilizzato per importanti ricevimenti di Stato e per inaugurazioni presidenziali Stephen’s Green Park: si trova alla fine di Grafton Street, è frequentato da persone di ogni età alla ricerca di tranquillità. Il parco pubblico vittoriano più famoso d’Irlanda. Riaperto da Lord Ardilaun nel 1880 per gli abitanti di Dublino. Questo parco di 9 ettari ha mantenuto l’originale struttura vittoriana, con una coltivazione estensiva di alberi perimetrali e arbusti, oltre che le spettacolari aiuole vittoriane primaverili ed estive. O’ Connell Street e O’Connell Bridge sul fiume Liffey :La principale arteria di Dublino e la più grossa via urbana d’Europa. La parte centrale è dominata da numerose statue (la più importante è l’effige di Daniel O’Connell) e monumenti. Magnifico è il ponte (O’Connell Bridge) che collega questa strada a D’Olier Street ed i quays (“sponde”) meridionali Grafton St.: è qui che ci sono i negozi più esclusivi di Dublino. Lungo questa strada incontrerete la statua di Molly Malone e uno dei locali storici della capitale, il Bewleys Oriental Cafè Temple Bar: è sicuramente la strada simbolo della città, con i suoi numerosi pub. È frequentata soprattutto da giovani e nelle ore notturne Phoenix Park: è uno dei più grandi parchi d’Europa. Con i suoi 707 ettari, Phoenix Park è uno dei più grandi spazi ricreativi di qualsiasi capitale europea. Phoenix Park fu fondato nel 1662 da uno dei più illustri viceré d’Irlanda, James Butler, Duca di Ormond, per conto di Re Carlo II. Circa il 30% del Phoenix Park è ricoperto di alberi, per la maggior parte specie a foglia larga come querce, frassini, tassi, faggi, sicomori e ippocastani. Al suo interno c’è anche un campo da polo, uno zoo (Dublin Zoo) e la residenza del presidente della Repubblica d’Irlanda, che però non è aperta al pubblico. Passiamo una mattinata davvero interessante, non abbiamo il tempo per entrare dappertutto, ma ci facciamo una buona idea di com’è la città. Verso l’ora di pranzo, dopo aver fatto la fila per andare in bagno in un bar dove acquistiamo qualche muffin, qualche caffè, the e scones (tipici dolcetti ottimi…) per ingannare la fame, saliamo in pullman e ci dirigiamo verso il mare e precisamente a Bray, ridente cittadina irlandese che ci ospita per assaggiare i tipici “Fish and Chips”. Il mare è calmissimo, di un colore strano e se chiedessimo alla neo mamma Betty, ci confermerebbe anche che non era proprio caldo, visto che, con in braccio la piccola Jadine, si è rimboccata i jeans e ha deciso di farsi un bagnetto ai piedi anche se di soli pochi secondi. La fame a questo punto ci fa vedere panini che volano, gli stomaci gorgogliano violentemente , c’è chi si trova già in fila per accaparrarsi i primi cestini di “pesce e patatine” per poi dirigersi sul lungo mare e assaporare uno dei piatti tipici irlandesi. I chioschi sono tutti affollati, per cui non tutti riusciamo a mangiare nello stesso posto e con gli stessi tempi. Tanto ci avevano decantato il piatto tipico irlandese, che la nostra aspettativa era altissima: “Fish & Chips” …una delle cose più indigeste che un umano possa mangiare (almeno qui in Irlanda..). Le porzioni sono enormi e nessuno riesce a finire quanto ordinato.. Ma anche se costa abbastanza è un buon investimento: non riusciremo a digerirlo per un bel po’ di tempo!!! C’è chi finisce prima e, dopo una capatina al bagno (tappa fissa quasi ogni ora), si dirige al bus, altri si trovano ancora con i sacchetti in mano o seduti ad un tavolo del ristorante sul lungo mare. Per questo, anche questa volta, il ritrovo non è alla stessa ora per tutti. Tanto più che il nostro caro Er Chitarra “si scorda” ancora una volta lo zaino. Un volta salito sul bus, si rende conto di non averlo con sè e di averlo dimenticato al ristorante. Di corsa, nel vero senso della parola, scende e, in tempo record, recupera il bottino. Chitarra Chitarra…adesso però basta!!! La nostra tappa successiva è “Powerscourt , Enniskerry, Contea di Wicklow, Irlanda”. Presidente e Tesoriera scendono dal pullman e si recano al “gabbiotto” per pagare i biglietti prenotati via internet nei giorni precedenti la partenza. I biglietti da emettere sono 41. L’addetta entra un po’ in confusione, sbaglia a stamparli, la sua scrivania si riempie di un cumulo tale di carta che non si capisce più niente. A un certo punto la macchinetta continuava a vomitare biglietti senza possibilità di interruzione….ma finalmente al secondo tentativo l’operazione le riesce. Si risale sul pullman, si raccolgono le quote, si distribuiscono i biglietti e si entra… Una delle residenze più conosciute d’Irlanda, Powerscourt abbellisce le Wicklow Mountains ed è a due passi da Dublino. Il nome della tenuta deriva dal cavaliere normanno Eustace le Poer. Nel 1609 le terre furono concesse da Giacomo I a Sir Richard Wingfield, nominato visconte di Powerscourt. Nel 1961 la tenuta fu venduta ai coniugi Slazenger. La casa, progettata nel 1730 da Richard Castle partendo da un castello esistente, fu distrutta da un incendio nel 1974.I visitatori arrivano a Powerscourt attraversando un viale lungo un miglio, circondata da più di 2.000 alberi di faggio. I giardini occupano un terreno digradante verso sud, davanti al monte Sugar Loaf (503 m) e sono famosi per i magnifici roseti, i cespugli fioriti, la lunga fila di conifere, il boschetto di eucalipti piantati nel 1897. Ciascuno dei 47 acri è straordinario e coperto da un manto di erba verdissima. Un colpo d’occhio che fa bene al cuore, non soltanto per la sua grandiosità ma per il suo stile, stravagante e delicato al contempo. Si invitano quindi gli Associati a percorrere le diverse parti del giardino seguendo degli itinerari stabiliti, che vengono indicati su mappe consegnate a tutti gli Associati, e godere della bellezza e della storia. I quattro busti di Michelangelo, Benvenuto Cellini, Leonardo da Vinci e Raffaello sono copie di opere del Vaticano. La porta di Bamberga è un mirabile esempio di arte del ferro battuto viennese (1770). Giardini cintati occupano il versante della collina fino al recinto degli animali e alle macchie di rododendri più in basso. Le terrazze furono ordinate dal settimo visconte nel 1843 e progettate da Daniel Robertson, un eccentrico architetto affetto dalla gotta che dirigeva i lavori sistemato in una carriola. Qualcuno si intrattiene a fare shopping nei negozietti al piano terra, qualcuno fa merenda ai vari bar con cappuccino, the e varie leccornie, altri finiscono il giro dei giardini. Arriva l’ora del ritrovo e purtroppo l’orario di rientro non viene rispettato nemmeno questa volta: la cara Cugina Renee è in ritardo… molto in ritardo, tanto che cominciamo a preoccuparci. Qualcuno scende alla ricerca della “dispersa” senza risultati. Ma quando la vediamo spuntare all’uscita e in tutta fretta sale sul pullman dicendoci che non aveva capito l’orario del ritrovo… Renee, Renee.. La prossima volta paghi da bere!! Partiamo per ritornare al Pembroke Hotel, dal quale, in seguito ad una doccia rilassante, partiamo in taxi per recarci da Gallagher’s Boxty House, il ristorante tipico di cucina irlandese prenotato per la nostra prima cena in Irlanda. Chiamiamo i taxi (10 taxi che arrivano in un minuto…incredibile!) che ci portano nei pressi del pub. Ci aspettano tutti…. Ed hanno riservato una sala intera tutta solo per noi. Gallagher Boxty House è stata costituita nel 1988, ha aperto le sue porte a Temple Bar, nel febbraio 1989. Dalla moderna cucina irlandese fino agli stufati più tradizionali e ai boxtys… Potevamo scegliere tra 3 primi, 3 secondi e 2 dolci. Ognuno ha scelto quello che credeva avvicinarsi ai propri gusti, alcuni hanno indovinato la scelta, altri meno. Il piatto che sembrava più pesante, più ricco e più elaborato tanto che alcuni non sono riusciti a finirlo era lo stufato (stew come lo chiamano qua..) cucinato con la birra… Come dicevo alcuni non lo hanno finito tranne….MARINO alias l’Associato n. 12/09 quello con la spada dello Jedi! Che non solo ha finito il suo, ma poi ne ha mangiato un altro piatto…oltre naturalmente all’antipasto e, dulcis in fundo, ad un cheese cake al Baileys che come calorie era uguale solo ad un intero pranzo di Natale! Tutto questo sotto gli occhi della Betty e di Jadine che ormai rassegnata, stava schiacciando un pisolone su una delle panche di Gallagher’s!! Il tempo stringe notevolmente. Siamo costrette a chiamare Daniel e dirgli che saremmo arrivati in ritardo al nostro appuntamento per la sorpresa al gruppo. In fretta paghiamo il conto e ci incamminiamo verso il luogo dell’incontro. Tutti ci seguono domandandosi dove caspita li avremmo portati dimostrandoci fiducia..!. Dopo alcuni minuti di girovagare attorno a Temple Bar, finalmente arriviamo a destinazione. Daniel e i ragazzi ci aspettano nel seminterrato dell’hotel, in un’ampia stanza con parquet, ideale per la nostra sorpresa. Ci accomodiamo tutti in cerchio e lasciamo che il cantante cominci il suo lavoro. Dopo un paio di ballate tipiche irlandesi, con accompagnamento di fisarmonica suonata da Rose, la terza ragazza svela le ragioni della nostra presenza lì quella sera: avremmo sostenuto un’ora di danza irlandese. Iniziano sorrisini strani, di piacere, di vergogna, di euforia. La maggior parte sta al gioco e, divisi a coppie, seguiamo con diligenza la lezione. Inutile raccontare l’imbranataggine di tutti…di alcuni però molta di più: Teresa va come un treno mentre Umberto ci sembra a prima vista, il primo uomo sulla luna. I suoi passi sono calmi e precisi che sembrano dire: un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità. Sempre lui invece, il nostro Associato n. 12/09 Marino, sembra posseduto dallo spirito di Geronimo: infatti ha le movenze e la leggiadria del grande capo indiano mentre fa la danza della pioggia intorno ad un falò. Il Ragno-Tigre reduce da un problema di salute, preferisce fare il cameraman e riprendere la serata. Novella e l’Andrea si lanciano con risultati apprezzabili così come Carlo e Mariuccia (con vesciche ai piedi dovute a scarpe nuove!!). Jack e la Tesoriera fanno ormai coppia e… no comment. Silvanino e l’Ombrettina, ai tempi d’oro ballerini provetti, fanno la loro bella figura, la Lucia invece si impegna, ma i risultati lasciano a desiderare. Le nostre quasi mamme Silvia e la Vice-Presidente nonostante la panciona vanno benissimo…il problema è Giorgino gamba di ferro… non azzecca una nota e un passo nemmeno sotto tortura. Tutti però si impegnano, la Stefy con lo Skipper, Renee, il Principino, la Concetta, la Giovanna, il Re di Picche, Miki-guarda-le-mani che dopo un po’ trova la scusa per smettere prima, i Mazzocchi’s, Er Chitarra e Angelo e la Toti che la va come un treno (…a vapore però…) Al termine, ringraziamo Daniel e le sue ragazze e una volta fuori liberi tutti! La mattina successiva il ritrovo è previsto per le 10,00. Si spera che l’orario tardo consenta a tutti di essere puntuali. Colazione, qualche parola con il mitico Francesco che ci dà suggerimento su come affrontare la giornata ed ecco che siamo pronti a partire. Il pullman, guidato dal nostro amico Joe, ci porta alle prigioni di Kilmainham. Dopo numerosi tentativi di prenotazione effettuati in Italia, raggiungiamo il posto con la convinzione di non poterle visitare all’interno, ma la fortuna ci assiste anche questa volta. Ci fanno entrare e soprattutto tutti contemporaneamente. Solita trafila per i biglietti e ci accomodiamo seguendo la nostra guida: Donal (e non Donald..). Carcere edificato alla fine del XVIII secolo, fu il triste testimone della miseria del Paese. Si visita in gruppo e la visita guidata dura circa 1 ora. Serpeggiando nei lunghi corridoi si intravedono le celle buie e le mura scarne. L’umidità permanente – la prigione fu costruita sopra uno dei fiumiciattoli che scorre nella città – lascia tristemente immaginare quali fossero le condizioni di detenzione nei secoli scorsi, nel rigido inverno irlandese. Dopo essere stata sovraffollata durante il XIX secolo, in parte a causa della grande carestia, si contraddistinse anche per essere il carcere (e luogo di tortura) di molti prigionieri politici. Diventato oggi un museo, è la testimonianza vivente della lotta per l’indipendenza degli Irlandesi. Tra i nomi conosciuti che vi hanno “soggiornato”, particolarmente commovente è la storia di una donna chiamata Anne Devlin. Cameriera nella casa del capo rivoluzionario Robert Emmet, fu imprigionata con accusa di ribellione. Sebbene continuamente torturata, con lo scopo di ottenere i nomi dei rivoluzionari che parteciparono alla rivolta del 1803, non collaborò mai. Nemmeno dopo la morte di Emmet o la carcerazione abusiva della sua famiglia che portò al decesso di un suo giovane fratello. Liberata moltissimi anni dopo, la Devlin fu sempre sorvegliata ma non cedette mai ai ricatti dell’allora governo britannico, diventando un personaggio simbolo della resistenza irlandese. Permetteteci un ringraziamento particolare alla nostra Presidente che si è improvvisata traduttrice al fine di consentire a tutti di comprendere ciò che la nostra guida Donal ci raccontava. Grazie Ste!!! …anche se sul momento la Presidente ha proposto la frequenza di un corso di inglese “da viaggio” per tutti gli Associati!! La giornata procede con la visita della mitica Guinness Storehouse. Non tutti decidono di entrare, infatti Jack Smirking insieme al Principino si staccano e abbandonano il gruppo per procedere per conto loro. Ennesima trafila per i biglietti, ma questa volta con qualche problemino in più. Raccogliamo le quote richieste per i gruppi, ci rechiamo da Kevin, l’addetto ai tickets e scopriamo che è di una gentilezza tale da farci lo sconto studenti, con la conseguenza che avremmo dovuto restituire la differenza a tutti…. Aiutooooo!!! Ci servono monetine!!! Ma lo facciamo volentieri perché abbiamo ottenuto i biglietti con su scritto “studente di oltre 18 anni”…che nel caso della Mariuccia (che di anni ne ha oltre 70) è la verità!! Sette piani di acciaio avvitati intorno a un palazzo circolare in vetro. La forma dell’edificio è quella di una perfetta, gigantesca, pinta di birra o per meglio dire di Guinness appunto. La struttura che ospita la Guinness Storehouse di Dublino, è stata ristrutturata e successivamente riaperta al pubblico, da segnalare il Gravity Bar a 360 gradi, per un panorama della città assolutamente imperdibile. L’edificio che ora ospita la Guinness Storehouse, originariamente era un reparto per la fermentazione del 1904 su St James’s Gate, lo storico indirizzo della Guinness Brewery, la birreria fondata da Arthur Guinness il 31 dicembre 1759 che sorge sull’altro lato della strada. Questo luogo è il sito più visitato d’Irlanda. C’è chi prende il “diploma” di Mastro Birraio, per aver spillato la pinta perfetta… un trofeo da riportare a casa.. La giornata del gruppo termina qui. Da questo momento in poi ognuno è libero di andare dove e come vuole, purchè la mattina seguente sia puntuale alle 5,30 per la partenza in direzione dell’aeroporto. Tutti ci dirigiamo in centro, …e piano piano ci dividiamo in gruppetti. Tappa fondamentale è la visita alla statua di Molly Malone in Grafton Street. Una statua realizzata da Jean Rynhart e dedicata alla fanciulla è stata posta nel 1987, a commemorazione dei mille anni di vita della città; la statua è conosciuta familiarmente con il nome di “The Tart with the Cart” e ritrae la giovane Molly in abiti del XVII secolo. Una leggenda metropolitana vuole che Molly fosse una prosperosa giovane dal seno generoso che alternava il mestiere di pescivendola di giorno a quello di prostituta di notte. Girovagando per le vie del centro facendo qualche acquisto tipico e concludendo la serata in qualche locale tipico per la cena, si arriva all’ora di rientrare in hotel, in quanto la mattina dopo ci aspetta una levataccia. Si rientra in hotel e si va a dormire salutando e ringraziando Francesco per tutto quanto ha fatto per noi. Strano ma vero, tutti sono puntuali come orologi svizzeri. Come mai? Forse la paura di rimanere in Irlanda? Al risveglio abbiamo la sorpresa di vedere la classica pioggerellina irlandese che ci ha risparmiato nei 2 giorni precedenti, ma poco ci importa, stiamo tornando a casa. Colazione solo continentale, con aggiunta di uova sode a go go, gli ultimi saluti, e via!!! Arriviamo in aeroporto puntualissimi e percorriamo i kilometri di tunnel per recarci al controllo bagaglio, metal detector e tutto il resto.. Disbrighiamo tutte le formalità con velocità e senza nessun problema, ci rechiamo al gate per l’imbarco e ci sediamo in attesa che venga aperto quello per il nostro volo. Il volo viene chiamato, ci alziamo dalle poltroncine e ci mettiamo in fila per salire sull’aeromobile. Ci affianca una “simpaticissima” addetta di Ryanair che con fare da Gestapo, comincia a indicare con l’indice ogni valigia, zaino, borsetta che abbiamo, inclusa Jadine che viene scambiata per uno zaino troppo ingombrante! Alla Betti viene fatto notare che può portare un solo bagaglio: o la borsa o Jadine!!! Poi gentilmente la informiamo che Jadine paga un regolare biglietto… Qui comincia male. Infatti dopo nemmeno 5 minuti la Maria e il Carletto vengono “convocati” perchè la loro borsa non entra nell’apposito cestino per la misurazione del cabin baggage. The President, in quattro e quattr’otto (four and four = eight) parlando gentilmente con quella simpaticona, riesce a fare qualche spostamento di bagaglio e ci viene consentito di salire senza essere costretti a pagare i costosissimi supplementi. A questo punto, siamo tranquilli. Piano piano saliamo sull’aeromobile. Ma la sfortuna è dietro l’angolo: la Roby viene fermata dall’addetto all’imbarco perché, nonostante sia in possesso di un passaporto valido, sia una cittadina dell’unione europea senza nessun procedimento in corso, sia cioè una libera cittadina in vacanza, sulla carta d’imbarco è indicata la carta di identità e il passaporto non può essere accettato… roba da matti!!! Comunque la situazione non si risolve, il Pudi decide di mandare tutti a quel paese e resta a terra con la Roby. La cosa incredibile è che anche lui aveva il passaporto e la carta di identità indicata sulla carta d’imbarco, e nessuno lo ha fermato… Incredibile! Tutti dispiaciuti per la situazione, partiamo con l’ansia di aver lasciato i nostri due Associati in aeroporto. Volo tranquillo e veloce. In quanto a puntualità non c’è niente da eccepire. Arriviamo ad Orio al Serio e qui iniziano i saluti… Chi rientra con la propria auto, chi invece aspetta il pullman (che è in ritardo a causa del traffico…) per ritornare a Bressana Bottarone. Il viaggio è stato bellissimo, il tempo vola quando ci si diverte e si visitano posti nuovi e stupendi. Ci dispiace per coloro che non hanno potuto partecipare… Speriamo di avervi con noi la prossima volta… Grazie a tutti quelli che, partecipando, hanno collaborato a rendere questo viaggio meraviglioso!
PS: la Roby e il Pudi sono riusciti a rientrare in Italia sani e salvi… nonostante non parlassero inglese, sono riusciti a farsi capire benissimo!!