Ireland cost to cost

Lunedì 1 giugno Arrivo all’aeroporto di Dublino alle ore 16.20 (con 15 minuti di anticipo rispetto all’orario previsto), ritiro auto presso la Hertz (una nuovissima Nissan Micra con aria condizionata, nonostante che sulla prenotazione per la stessa ne fosse stata indicata la indisponibilità); grazie al navigatore GPS portato al seguito, ci...
Scritto da: kris&lapo
Partenza il: 01/06/2009
Ritorno il: 08/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Lunedì 1 giugno Arrivo all’aeroporto di Dublino alle ore 16.20 (con 15 minuti di anticipo rispetto all’orario previsto), ritiro auto presso la Hertz (una nuovissima Nissan Micra con aria condizionata, nonostante che sulla prenotazione per la stessa ne fosse stata indicata la indisponibilità); grazie al navigatore GPS portato al seguito, ci dirigiamo verso l’Arlington Hotel della catena Best Western in Parkgate street. Dopo aver fatto una veloce doccia e sistemato un minimo i bagagli, usciamo a piedi con direzione centro città. Passeggiando lungo la sponda del Liffey, incontriamo le Four Courts, sede dell’alta corte di giustizia irlandese. Ci imbattiamo quasi subito nella Christ Church Cathedral un complesso monumentale davvero notevole, secondo solo a Saint Patrick’s Cathedral, anglicane entrambe, risalenti rispettivamente la prima al XIII, la seconda all’XI, distrutte e ricostruite tutte e due alla fine dell’ottocento. Abbiamo potuto visitare solo Saint Patrick’s Cathedral, perché l’altra era chiusa. La cosa che colpisce di questa struttura, a parte la maestosità ed il parco che la cinge, è la leggerezza delle forme, all’interno, forse segno estremo del tentativo di elevazione al Cielo, grazie anche alla musica ed ai cori che la animano, quasi quotidianamente. Brutto invece il gift-shop all’interno della navata centrale, davvero poco spirituale. In fondo, vabbè!!! Ceniamo nel pub dell’Ashling Hotel, in Temple Bar, tipico pub irlandese con arredamenti di legno scuro, ma dove servono soprattutto la vera specialità della casa, la Guinness. La cosa strana è non tutti i pub di Dublino servono la birra di casa; ottimo il piatto tipico irlandese accompagnato da musica (non dal vivo) di sottofondo. La musica dal vivo inizia alle 20.30, ora in cui invece noi usciamo per andare a fare un giro per Dublino by night. La serata è fresca, ma siamo invogliati a camminare dall’atmosfera familiare e cordiale che si respira in questa città. Quindi, passiamo di fronte al Trinity College, sotto il portico della Bank of Ireland, che fu sede del Parlamento. La luce, malgrado sia sera, è ancora decisa, ma l’atmosfera della città verso le 22.00 si trasforma….le piccole case con i portoncini colorati, in stile vittoriano, nascondono i dublinesi gentili e stanchi, ma i pub d’intorno si animano, di una musica sottile e gioiosa, fiati corde e voce, che mette buon umore ed accompagna le infinite pinte di birra che si consumano al calar del sole. Martedì 2 giugno Sveglia alle 8.00. A piedi iniziamo il giro delle principali attrattive della città. La prima tappa è ovviamente Trinity College, la più antica università irlandese, di estrazione protestante. L’ingresso principale o Front Gate è davvero maestoso ed introduce in una coorte altrettanto suggestiva divisa in Front Sqare, Parliament Square e Library Square. Un altissimo campanile, infine, separa Parlaiment da Library Square, con gli edifici più antichi e di pregio, tutti della fine del XVII secolo. A destra ci invita ad entrare la Old Library. Con un prezzo modico (6euro) si può visitare la sala più interna, dove sono custoditi circa 5000 antichi ed antichissimi manoscritti. Inoltre, per gli amanti della storia e dei suoi incredibili segni, è possibile vedere il Book of Kells, manoscritto miniato dell’VIII secolo. Davvero d’effetto l’ambiente e l’aria che si respira sa’ di pergamene consumate e rilegature di cuoio, così camminare tra queste assolute rarità che fanno parte della nostra cultura europea, dalle origini ad oggi, è davvero come fare un salto nel tempo. Spostandoci da Trinity College, nella zona pedonale, verso sud, si arriva in Grafton Street, via commerciale ma molto caratteristica, piena di profili incantevoli, soprattutto per gli amanti dello shopping. Molto curioso anche il centro commerciale Powers-court Town House Center, con cafè, negozi e gallerie. Pranzo in Temple Bar presso Gallagher’s Boxty House, cibo di ottima qualità, cameriere estremamente gentile, ma non dimenticheremo mai i dolci, spettacolari!!!!!!!!!!! Temple Bar è davvero unico per l’aria dublinese che si respira in ogni sua stradina, vicolo o scorcio. È ciò che rimane del quartiere artistico-letterario della città e questa atmosfera sospesa nel tempo conferisce al tutto un fascino particolare. Di sera, fino a tarda notte, si accende di musica e festa per turisti un po’ brilli e per irlandesi rumorosi, davvero divertente. Luogo ideale per una rilassante passeggiata, invece, è il parco di Saint Stephen’s Green pieno di bambini dai capelli rossi che giocano e ragazzi dagli occhi verdissimi che leggono (memori della loro eredità letteraria) e chiacchierano sull’erba, con i cigni che dominano il bel laghetto e le anatre che vi si tuffano indisturbate. Notevole anche la facciata del vicino Royal College of Surgeons. Cena presso il pub Dakota, nelle vicinanze di Temple Bar ma niente di eccezionale, soprattutto a buon mercato (i veri pub irlandesi costano un po’ di più ma sono di altro livello). Si scorge anche la City Hall e dietro il Dublin Castle, bella fortezza dal carattere fortemente medioevale, con quattro torri di cui una visitabile che tuttavia non vediamo a causa dell’orario di chiusura (davvero precoce quasi per tutti i monumenti). Tutta la frenetica attività lavorativa a Dublino si interrompe intorno alle 17.00. Dopo quest’ora è difficile vedere le bellezze artistiche della città. Mercoledì 3 giugno Partenza da Dublino alle 9.15, direzione Doolin, costa occidentale dell’Irlanda, poco a sud di Galway. Durante il percorso, troviamo le indicazioni per Clonmacnoise, sito archeologico con ruderi di epoca paleocristiana, la cui storia è degna di essere ascoltata per mezzo della proiezione di un documentario (che per l’occasione molto gentilmente è stato proiettato in lingua italiana data la presenza di soli turisti italiani, quattro in tutto) che racconta la storia di questo antichissimo centro di spiritualità; oggi degli edifici non è rimasto molto, ma è impressionante il numero di tombe, molte delle quali segnate dalla tipica croce celtica racchiusa in un cerchio, che si trovano all’interno del complesso. Ripartiamo direzione ovest; arrivati alle 13.30 i morsi della fame si fanno sentire; ci fermiamo quindi in una cittadina dal nome impronunciabile, dove in un piccolo ristorante i cui interni sono tutti colorati di rosso, mangiamo qualcosa più tipicamente americano che irlandese, ma con un spesa veramente limitata. Ripartiamo quindi, fino ad imbatterci in un piccolo castello, davanti al quale vi è un parcheggio con alcune auto parcheggiate; certamente c’era qualcosa che valeva la pena vedere. SI tratta del castello (o più propriamente casa torre) di Dunguaire, che si trova all’inizio della omonima cittadina. Il tetto della torre merlata è certamente la parte più spettacolare dell’edificio; passaggio strettissimo dal quale su ogni lato è presente una grossa fessura che permetteva ai difensori del castello, di avere una visuale più possibile vicina alla base dell’edificio, per organizzare le idonee difese contro l’aggressore. Nello stesso castello, ogni sera da aprile fino ad ottobre, si tengono i cosiddetti “banchetti medioevali”, evento del quale ci proponiamo di partecipare più avanti. Ecco finalmente la nostra meta, le Cliff of Moher; le scogliere tra le più alte d’Europa sono davanti a noi, in una giornata che di irlandese ha ben poco; ci incamminiamo sulla sommità di queste rocce scure a picco sull’oceano, da brivido….il sole è splendido, all’orizzonte il mare è piatto e soprattutto c’è poco vento. Insomma, è valsa la pena venire in Irlanda solo per uno spettacolo del genere; non potevamo chiedere di meglio. Ripartiamo verso le 18.30 alla ricerca del Bed and Breakfast prenotato il giorno precedente tramite il sito della Ryanair – Buren Breeze B&B; il nostro GPS, probabilmente non aggiornatissimo, non conosce l’indirizzo, ma prendendo direzione Lisdoornvarna casualmente ci passiamo davanti. Veramente un’ottima scelta, anche se non voluta, ci accoglie la padrona di casa gentilissima e molto simpatica. La camera è piccola ma pulita; l’ambiente è molto familiare ed è dotato di una bella sala per la colazione e di un’altra per la tv (che è anche in camera). Giovedì 4 giugno Sveglia alle 8.30, “irish breakfast” e partenza per il porto di Doolin, da dove ci imbarchiamo direzione isole Aran (per quanto ci riguarda la più grande Inish Mòr). Scendiamo dal traghetto dopo un’ora di traversata e tappa intermedia per la discesa dei turisti diretti a Inishere, la più piccola delle isole; immediatamente veniamo circondati da vari irlandesi dotati di giubbetto rifrangente con opuscoli in mano che ti propinano tour dell’isola a bordo di minibus o di calesse, noleggio di bicicletta; scegliamo quest’ultima opzione (i noleggiatori sono più di uno, noi scegliamo uno a caso, quello con le bici più vecchie e sgangherate, la cui manutenzione consiste solo in una notevole ingrassata della catena). Ci dirigiamo pedalando dietro alla schiera di ciclisti molti dei quali improvvisati, in quanto sprovvisti di cartina dell’isola. Prima tappa, certamente la più affascinante l’antica torre di avvistamento dell’isola, un rudere sul quale si può accedere, diventando così la parte più alta dell’arcipelago. Il panorama è indimenticabile, di quelle esperienze che riescono a dare un senso di inquietudine e pacificazione. La Natura allo stato puro. Discesa dal versante opposto a quello del porto, su “mulattiere”(perché è la parola che rende meglio l’idea per descrivere tali strade) circondate dai sterminati prati verdi con centinaia mi mucche e cavalli al pascolo; sporadicamente sono stati avvistato anche qualche caprone. Arriviamo così dalla parte opposta rispetto al porto dell’isola, l’ultimo avamposto abitato, dove vi è un coffe shop, come lo chiamano qui, con qualche negozio di articoli caratteristici (tra i quali i maglioni di lana delle Aran). Alle 14.00 ripartiamo, dopo un sosta con ristoro, diretti verso il porto questa volta percorrendo la strada asfaltata principale; ciò non tragga in inganno, perché anch’essa è circondata da campi verdi con animali al pascolo, solo che da questa parte ci sono anche le case. Dopo un saliscendi interminabile e giocoso si arriva al porto per le 15.15, giusto il tempo di una breve sosta al Sweater Aran Market, dove si trovano appunto tutti capi di abbigliamento di lana delle Aran. Dopo poco imbarco alle 16.00 per il ritorno a Doolin. Scesi dal battello, saliamo di nuovo in macchina direzione Galway, dove arriviamo alle 19.30, sistemandoci presso l’Amber Lodge B&B, prenotato il giorno prima tramite il sito Booking.com. Cena in centro presso il locale Finnigan’s. Galway è una vivace cittadina universitaria che la sera diviene teatro di divertimento e svago, i ragazzi si ritrovano nei numerosissimi pub del centro e la riempiono di musica e risate. Caratteristica anche la zona pedonale che si snoda in un dedalo di stradine medioevali piene di negozietti, chiusi data l’ora, dai quali si arriva alla piazza intitolata a J.F.K., che commemora le origini del più noto dei Presidenti americani. Ci imbattiamo in una squadra di rugby locale, in tenuta sportiva, ovviamente verde, che fuori da uno dei pub più frequentati, nell’ebbrezza collettiva, celebra rumorosamente se stessa, facendosi fare foto da un supporter, a sua volta barcollante e pieno zeppo di Guinness. Venerdì 5 giugno Partenza da Galway direzione Clifden, per visitare il Connemara National Park. La città, infatti, è il centro principale della regione del Connemara, e luogo dal quale Guglielmo Marconi per la prima volta trasmise un segnale radio tra il continente europeo e l’America. Purtroppo il luogo dove ciò avvenne non era visitabile, mano di un connazionale. Tornando al parco, si deve dire che è stata un po’ una delusione, in quanto trattasi di vera riserva naturalistica protetta, da visitarsi su di un percorso pedonale che sale, volendo, fino in cima ad una vetta, per un totale di quasi 8 chilometri (che il giorno dopo la strenua pedalata ad Inish Mòr non è proprio quello che ci vuole). Comunque, ripartiamo e sono già le 2 del pomeriggio. Proseguiamo verso Sligo, facendo una breve tappa presso l’abbazia di Kylemore, che sembra una dimora di fate, per poi proseguire fino a Leenane; la piccola città si trova quasi in fondo alla Killary harbor, un fiordo che penetra nella terra ferma per molti chilometri (nella zona non è l’unico, ma è tra i più estesi). Un panorama tutto irlandese, rosa ed azzurro, in un verde senza tregua. Ci fermiamo a mangiare lungo la strada nell’omonimo hotel, dove è stato possibile degustare le ostriche allevate nella porzione di mare prospiciente l’albergo (sono visibili file sterminate di allevamenti di mitili), nonché dell’ottimo salmone affumicato che in Irlanda si trova pure in pizzeria. Decidiamo di raggiungere la tappa intermedia di Westport, non tramite la strada nazionale, ma di deviare per la regionale 335, che attraversa degli incredibilmente estesi campi verdi alle pendici di montagne, ingoiati, per buona parte del percorso, da un enorme lago. La giornata è molto ventosa, poco nuvolosa. Spesso incontriamo pecore dal muso nero, sole o in gruppetti, che vagano per la strada. Arriviamo così a Westport, breve sosta per un caffè ed un gelato e poi via diretti verso la meta per il pernotto. Il B&B Rossli House di Tobbercurry (prenotato tramite Booking.com), una struttura appena rinnovata, in mezzo a campagne e pascoli, dove ci accolgono con molta gentilezza madre, figlio ed il sereno muggire degli armenti, poco distanti. La sistemazione è discreta, camera accogliente e bagno pure. Sabato 6 giugno Partenza alla canonica ora, le 9, con direzione Sligo; visitiamo la cattedrale dell’Immacolata Concezione; cerchiamo, inoltre, l’abbazia, ma dopo una breve ricerca, decidiamo di andare sul sicuro; visita alla necropoli megalitica di Carrowmore; materialmente quattro o più massi accatastati a maniera, ma in realtà tombe risalenti anche a 5000 anni a.C., in poche parole i famosi dolmen. Il tutto nella solita, infinita, distesa di un verde pastello, assolutamente rilassante da attraversare, come su un tappeto di ciniglia. Terminata la visita cimiteriale ci dirigiamo verso Donegal. Cittadina di provincia, che da il nome anche alla contea. Intenzionati a visitarne il castello, appena davanti ci rendiamo conto che è veramente molto piccolo, forse vale la pena di fare solo qualche foto da fuori e decidiamo quindi di soprassedere alla visita e di scegliere un posticino per il pranzo. Finito il pasto prendiamo la direzione del Glenveagh National Park, passando per la R250 di Letterkenny, per visitare un castello in riva al lago, semplicemente da sogno. Giungiamo al Visitor center, facciamo i biglietti per il bus shuttle (il castello dista 4 km), ma appena giunti alla reception del castello ci dicono che l’ultima visita guidata (solo così è possibile visitarlo) è iniziato venti minuti prima. Giornata negativa, quindi ci accontentiamo di visitare l’esterno ed i giardini, che da soli valgono la pena del viaggio. Il paesaggio è stupendo, il castello è praticamente sul lago, sul quale soffiando un vento teso e freddo, si formano delle piccole onde. Ripartiamo per Londonderry (Irlanda del nord), dove avevamo prenotato un B&B vicino al centro tramite Booking.com. Ebbene arriviamo alle 18.30, ed il responsabile non si fa trovare; proviamo a chiamarlo sia con il cellulare che tramite citofono-segreteria, ma niente, non si riesce a raggiungere in nessun modo. Quindi, tramite una guida, che reperiamo presso lo stesso B&B, proviamo a fare alcune telefonate in altre in strutture. E’ sabato sera, al centro sono tutti completi. Abbiamo fortuna con una sorta di motel vicino all’aeroporto, per un costo di 50 £. Il centro storico di Derry è circondato di mura seicentesche ed esse si attraversano a mezzo di enormi porte, molto coreografiche. La passeggiata è suggestiva, si inerpica fino ad un alto belvedere ed apre una bella visuale di tutta la città. Anch’essa è ricca di pub e stradine piene di negozietti. Tipica è in particolare il Derry Craft Villane che è vivo grazie alla presenza di artigiani e vetrine d’epoca. Simile alle altre cattedrali irlandesi è quella di Saint Coulomb, che segna un po’ il confine dei due mondi cittadini e politico-sociali del posto. Si scorgono, infatti, un po’ ovunque, in altri quartieri, che attraversiamo la domenica mattina successiva, in uno scenario completamente deserto, in ragione del fiume di birra che è fluito la notte precedente, segni e simboli di un nazionalismo sedato a fatica, quasi vitale e irrinunciabile. Domenica 7 giugno Sveglia colazione e partenza, con direzione Causeway Coastal Route, una lunga strada che percorre buona parte della costa nord occidentale dell’Irlanda (è segnalata ripetutamente ad ogni incrocio con cartelli turistici di colore marrone). Nei pressi di Downhill, troviamo le indicazioni per il Mussende Temple. Incuriositi entriamo dentro il complesso, dove all’ingresso c’era l’unico irlandese poco simpatico che abbiamo trovato. Paghiamo l’ingresso e ci incamminiamo lungo il percorso segnato su di un prato sconfinato. Siamo sulla costa, più precisamente sopra una scogliera alta poco meno di cento metri a picco sul mare; il prato termina in corrispondenza di un muretto. Al culmine del prato c’è un piccolo tempietto dell’800, dal quale affacciandosi dalla finestra centrale, sembra di essere sospesi sul mare. Lo stesso, infatti, è stato costruito proprio in cima alla scogliera. Sulla sinistra c’è una lunghissima spiaggia di sabbia, subito sopra di essa una vecchia romantica ferrovia, mentre sulla destra scogliere ed in lontananza Portstewart. Più verso l’interno, nel prato più verde e pettinato che esista, i ruderi di un castello anch’esso ottocentesco, che un signore fece costruire appositamente per se e per la sua famiglia. Le condizioni non sono buone, ma è evidente che la posizione dell’edificio sta a significare che si potesse trattare di un gran bel castello. Proseguiamo in macchina passando per Portstewart, dove tra la strada ed il mare, vi sono sconfinati campi da golf; praticamente si gioca in riva al mare. Giungiamo quindi al Dunluce castle, questo si, una vera attrazione, un luogo dei più emozionanti tra quelli visitati finora. Si tratta di una fortezza risalente al tempo dei vichinghi, intorno al 1300, poi ristrutturata da un signore appartenente alla famiglia scozzese dei Mac Donald, che lo trasformò nel proprio castello nel 1500, secolo che vide il suo più grande splendore, per poi cadere in rovina all’inizio del ‘600. Infatti buona parte di esso è crollato durante una tempesta. Si, proprio così, perché la fortezza, inespugnabile, è stata costruita a 30 metri di altezza sul mare, su di una scogliera a picco sull’oceano più impetuoso; si poteva addirittura accedere al suo interno, tramite un passaggio segreto realizzato dai vichinghi. Il sito è ben curato, anche se buona parte delle strutture non esistono più, ma è davvero emozionante il giro al suo interno, perché ci si può rendere ben conto di come potesse essere la vita all’interno di un castello, affacciato sull’oceano. Sembra di essere un gabbiano, sospeso, in quella infinita gamma di blu, dall’indaco al celeste. Ci si sente liberi. È un peccato andare via, ma si deve. Proseguendo, infatti, per altri dieci chilometri si giunge al Giant’s Causeway, incredibile ed enorme scogliera sul mare che presenta forme e concrezioni di origine vulcanica, uniche in Europa. Nuova passeggiata e foto di rito su una roccia concava a forma di piedone, che la leggenda narra essere di un gigante innamorato che lancia questi megaliti a formare un sentiero fino alla prospiciente Scozia, per attrarre a sé, la sua amata gigantessa. Lunedì 8 giugno Il nostro viaggio volge al termine, ci dirigiamo verso Belfast, dove alloggiamo in un Holiday Inn nel quartiere della Queen’s University. Ci svegliamo, prepariamo le valige e dopo una abbondante colazione ci dirigiamo con la macchina carica verso il centro della città. Parcheggiamo in pieno centro, a 50 metri dalla City Hall (8,70 £ per 3 ore di parcheggio) e ci dirigiamo verso Donegall Square , la strada principale. Visitiamo subito i famosi “entries”, stretti vicoli dove oggi vi sono tra i più antichi pub di Belfast (il più antico della città, il White Tavern risale al 1630 ma non c’è in realtà niente da vedere, ed il più bello di tutti il Morning Star, con la facciata interamente di legno dipinto). Passiamo sotto il cosidetto Big Ben di Belfast, una torre con orologio pressoché identica a quella di Londra e la cattedrale St. Anne. Un sorso di the, l’acquisto di qualche ricordo e subito in macchina. Ma prima di dirigerci verso l’aeroporto di Dublino, vogliamo fare un passaggio in Falls Road, cuore del quartiere cattolico dove i nazionalisti hanno ricoperto centinaia di metri di muro con caleidoscopici murales di protesta legati alla questione irlandese. Il volo procede bene malgrado i 40 min di ritardo iniziali, si torna a casa da una terra indimenticabile. In una settimana si sono percorsi circa 1500 ma la soddisfazione è enorme. Questa terra di folletti e cantori, ogni giorno, offre ai sensi una serie di emozioni nuove ed antichissime. Siamo andati via ripromettendoci di tornare per visitare il Sud, dicono che sia ancor più magico. Vi faremo sapere.


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