Un sogno chiamato Irlanda
Siamo in cinque a partire per quest’avventura...e devo dire che fin’ora, rimane una delle più belle vacanze che ho mai fatto. Personalmente ero molto dubbiosa di questa destinazione, votata a tavolino tra amici, una sera nel primo mese d’estate.
Sarà che preferisco i posti di mare, o le capitali europee, ma devo ammettere, che pur essendo...
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Siamo in cinque a partire per quest’avventura…e devo dire che fin’ora, rimane una delle più belle vacanze che ho mai fatto. Personalmente ero molto dubbiosa di questa destinazione, votata a tavolino tra amici, una sera nel primo mese d’estate. Sarà che preferisco i posti di mare, o le capitali europee, ma devo ammettere, che pur essendo partita senza troppe aspettative, l’Irlanda mi ha davvero conquistata. Indiscrivibili sono i paesaggi, la natura che fa da legge in questo paese, e le emozioni che essa può suscitare nei nostri animi. Poche sono le spese, se non quelle per dormire e viaggiare, i restanti luoghi sono prevalentemente gratuiti. Io non mi aspettavo nulla,…e sono tornata con un amore dentro al cuore per questo paese stupendo, con la sua infinita cordialità, …e una promessa…quella di tornare…e visitare la parte mancante… Spero di riuscire a spiegare al meglio ciò che ho visto e le sensazioni datemi da una terra così vicina a noi…dai paesaggi mozzafiato… 1° GIORNO: AEROPORTO DI CIAMPINO – AEROPORTO DI SHANNON – LIMERICK Con gli amici di una vita, conosciuti dai tempi delle superiori e mai lasciati, intraprendiamo quest’avventura che ci porterà in Irlanda, terra dominata dalla natura, da un verde così intenso da sembrare finto per quanto perfetto. Partiamo con l’aereo della Ryaner che parte da Roma Ciampino (costo 130Euro A/R), in questo caldo giorno di ferragosto. Superiamo il chec-in, ( n° 13 tra l’altro!), con numerosi controlli, reduci dall’ultima ombra di attacchi terroristici a Londra, appena pochi giorni prima (10 Agosto 2006), e ci avviamo all’imbarco…il nostro aereo parte alle 16:45 ma si partirà in ritardo, (per poi arrivare in anticipo!). Il viaggio durerà circa tre ore, il nostro itinerario prevede la scoperta della parte sud ovest dell’Irlanda; atterreremo a Shannon e da lì, con un’auto prenotata gia da Roma, ci avvieremo lungo il nostro cammino. Sono così tante le cose da vedere che temo che i giorni concessi non bastino per vedere tutto! Comunque, le 3 ore sembrano davvero…“volare”. L’Irlanda è vicina come non mai! Alle 20:15 arriviamo all’aeroporto di Shannon. Spostiamo gli orologi di un’ora indietro, ci guardiamo intorno, e sorridiamo ad un cielo stranamente celeste e limpido, dalla temperatura mite! Ci rechiamo ai box dell’aeroporto per noleggiare l’auto prenotata da Roma, senza dimenticare di scattare qualche foto (le prime di una lunga serie…di 800 per essere precisi!). La macchina scelta è una Peugeot 307 rossa fiammante. Sarà la nostra compagna per circa i 1200 km macinati per questo viaggio. Il sole è ancora alto, si intravedono i primi meravigliosi scorci…risate e prese in giro a non finire…è l’inizio della vacanza! Con la guida a sinistra la prudenza non è mai troppa, e devo ammettere che non fa un bell’effetto camminare lungo una corsia che non è la nostra, e i primi incroci sembrano infernali,…ma ce la caviamo…grazie anche al navigatore noleggiato anch’esso con l’auto. Attenzione però! Non affidatevi completamente a questo geniale attrezzo tecnologico, perchè molte volte le vie sono talmente piccole che non vengono segnalate! É sempre meglio avere con sé, la vecchia e bella cartina stradale, che non tradisce mai! Arriviamo al Limerick Hotel Travelodge, il nostro primo albergo prenotato da Roma. Essendo la nostra prima notte, non volevamo avere brutte sorprese, preferendo una meta già stabilita per dormire! L’hotel tutto sommato è carino, anche se la famosa ospitalità irlandese non c’è data a vedere! Riusciamo a confermare e prendere le camere già prenotate, saliamo, nelle nostre stanze, una doppia e una tripla, e scopriamo che la tripla altro non è che una doppia con in più un letto rimediato, stile brandina, da preparare anche da soli! Troppo stanchi, non la prendiamo a male, e poi sarà l’unico posto deludente in cui abbiamo dormito. Strano, perchè è l’unico albergo in cui dormiamo e quindi ci si sarebbe aspettato qualcosina in più, visto che dopo, alloggeremo nei vari B&B disseminati in tutto il paese, degni invece, dei migliori alberghi a varie stelle. Fatta ora di cena, usciamo affamati in cerca di cibo! Arriviamo a Limerick, (il nostro albergo è un po’fuori), parcheggiamo senza troppa difficoltà, e andiamo in cerca del Dolan’s pub, caratterizzato dalla musica irlandese a suon di battiti di piedi e mani, con cucina economica, che la mia guida suggerisce. Camminiamo e camminiamo, un bel po’a dire la verità, e a malincuore, appena raggiunto il locale scopriamo che il pub è strapieno. Peccato! Era proprio folcloristico,…un vero pub stile Irlanda, dalla musica all’atmosfera, e dalla birra che scorreva a fiume. Ormai sfiniti e corrosi dalla fame, disperati, ci buttiamo in una “pizzeria” da asporto…(che ritroviamo il giorno dopo a Cork, scoprendone una catena!…Domino’s pizza per l’esattezza). Ordiniamo infine 5 menù tutti uguali, con una pizza creata da noi: formaggio, bacon, e pollo arrosto! Ometto il risultato assai deludente! Ma i nostri palati e la nostra pancia a stecchetto, non la rifiutano,…anzi la divorano, per quanto cattiva essa sia! Il bello dopotutto è anche questo! Uscendo notiamo con piacere di trovarci davvero in Irlanda, tant’è vero che una stupenda pioggerellina, ci ha “piacevolmente” sorpresi! Ecco trovato immediatamente, il tempo di cui tutti parlano tanto! Cambia in un batter di ciglio! Corriamo alla macchina, e facciamo ritorno in albergo. Domani inizierà il vero viaggio, ma la serata passerà tra risate generali, e chiacchiere a non finire, per una sveglia che l’indomani suonerà troppo presto…alle 7:00! La vacanza è appena iniziata… 2° GIORNO: LIMERICK – BLARNEY con VISITA AL CASTELLO E GIARDINI – CORK – KINSALE – TIMOLEAGUE Partenza all’alba. La famosa sveglia suona alle 7:00! A fatica ci alziamo, ancora notevolmente assonnati, ma il pensiero di un nuovo viaggio appena iniziato e tutto da scoprire, ci rincuora, e ci stimola a prepararci. Scendiamo per la colazione; siamo i primi, non c’è nessuno! Un po’ imbarazzati ci sediamo, la stanza non è molto grande, un po’ buia per la verità, anche se una parete è completamente vetrata, e da lì scorgiamo il paesaggio. Diamo uno sguardo ai prezzi, e la fame ci passa…sono alti! Ordiniamo latte, e yogurt con cereali, al modico costo di 15 euro. Chiediamo se il latte si può scaldare ma ci rispondono di no…! Un pò tristi per il primo impatto, di questo albergo sulla strada dall’ospitalità del tutto contestabile, lo lasciamo, sperando che l’Irlanda non sia poi, davvero solo questa. Oggi sono io alla guida. D’altronde sò bene che, se non guido da subito, rischio di lasciarmi prendere dalla paura, lasciando guidare sempre e solo gli altri, quindi mi faccio coraggio e un pò timorosa,…inserisco la prima! La macchina è grande per me abituata ad una seicento, e con 5 persone dentro, pesa. Si entra dalla parte opposta dell’auto, la guida è a sinistra, le rotatorie quindi, si prendono in senso contrario, i sorpassi si effettuano a destra, il cambio è sulla sinistra seppur la mano continua a cercarlo a destra, e la cintura non sai mai dove cercarla, detta così sembra un impazzimento, ma alla fine ci si abitua! Destinazione della giornata Blarney, per vederne il castello e gli Stone presenti nel giardino, poi Cork, Kinsale ed infine pernottamento a Timoleague. Strada facendo, incontriamo un paesino delizioso, Buttevant, con una chiesa, St. Mary’s Churc, davvero notevole, e decidiamo di fermarci. Scopriremo a fine vacanza che diventerà un’abitudine. L’Irlanda è così, mentre cammini, ecco improvvisamente che ammiri paesaggi mozzafiato, che ti obbligano a fermare i motori, scendere, per assaporarne intensità e bellezza. I posti più isolati e piccoli, scopriremo essere i migliori. La chiesa ha quel sapore nostalgico medievale. È in parte semidistrutta dal tempo e con il suo cimitero pieno di croci celtiche, si innalza imponente davanti a noi. La sua mole grigio chiaro sembra diventare un tutt’uno con il cielo, anch’esso grigio; piccole gocce di pioggia incominciano a scendere, ma noi rimaniamo lì, fermi, davanti alla prima dimostrazione di cosa l’Irlanda ti sa offrire, non lasciandoti mai indifferente. Il tempo cambia continuamente e ai nostri occhi si aprono scorci sempre più belli, all’oltrepassare di ogni curva. Sono tanti i paesini, le chiese, i panorami che incontriamo lungo il nostro cammino, che meritavano almeno qualche scatto, ma talmente tanti, che non riuscirò a raccontarli tutti! Raggiungiamo Blarney Castle, paghiamo l’ingresso (8 euro), e via alla sua scoperta! Il parco che lo circonda è immenso, di un verde brillante, oltrepassiamo un ponticello con un fiumiciattolo, il suo letto è color rame, a causa delle 1000 monetine che i turisti vi hanno lanciato, magari per l’avverarsi di qualche dolce desiderio. Camminiamo per un po’, e poi alziamo gli occhi al cielo…è lì che arriva la sommità della torre del castello, grande ed imponente. È meraviglioso, alto e massiccio. Vi entriamo, immergendoci subito, in quello che un tempo era la dimora di una famiglia. Visitiamo le camere da letto, la cucina, il salone, e la cappella. Ci arrampichiamo su quelle ripidissime scalinate, dove l’unico sostegno al quale reggersi, è una fune verticale, e arriviamo in cima. Il panorama è da togliere il fiato. La tenuta è colma di un giardino meraviglioso, enorme, che si stende per ettari. Da lassù vediamo la torre distaccata, un fiumiciattolo, salici piangenti e ancora verde. Immensi prati girano tutto attorno al castello, con boschi e un lago. Giriamo tutta la parte alta, e arriviamo al famoso punto del bacio. La leggenda narra che, se si da un bacio alla famosa Blarney Stone, una pietra incastonata sotto gli sporti meridionali del cammino di ronda, si avrà il dono dell’eloquenza. Ovviamente tutti noi, abbiamo fatto a turno, ed abbiamo provato il brivido di stendersi a testa in giù, ad una altezza vertiginosa, baciando la famosa pietra! Blarney è stato stupendo. Perdersi nei meandri del castello tra scale a chiocciola strettissime, salire fin sopra la cima, ammirare l’immensa distesa verde, scattare foto, baciare distesi a terra ad un’altezza allucinante con la testa all’indietro, la famosa roccia, sono solo alcuni attimi, dei tanti momenti trascorsi e vissuti. Magnifica è stata, inoltre, la parte dedicata agli Stone, immersa in una vegetazione da sogno. Vi si arriva oltrepassando alberi secolari, un ponticiattolo con un fiume, piante dalle foglie enormi, foreste d’alberi dall’alto fusto, e salici verdeggianti, scossi appena da piccole folate di vento. La luce avvolge il tutto come per magia, dando effetti straordinari…per passare poi, allo strabiliante angolo riservato agli Stone. Si giunge sulla famosa scalinata da percorrere all’indietro ad occhi chiusi per far avverare i propri desideri, poi è la volta degli stone delle streghe, quelli delle fate, e al giardino delle felci. È stato uno dei migliori e più bei giorni trascorsi in Irlanda. La natura è stata predominante, incontaminata come sempre, e di un verde rigoglioso. Si riprende la marcia; destinazione: Kinsale, città rinomata per il cibo, in tutta l’Irlanda, per la sua cucina battezzata dai migliori chef! Ma noi arrivando in questo paesino dall’aspetto gioioso troppo tardi per pranzare, e l’Early bird menù, che consente il 30% di sconto, caratteristico in Irlanda, viene servito solo dalle 18:00 alle 19:00 circa. Purtroppo l’orologio segna le 16:30, quindi, non faremo in tempo ad assaporarlo! Per noi ci sono panini da gustare sul porto! Si riparte di corsa verso Cork, per raggiungere presto Timoleague, altrimenti temiamo di non trovare posto per la notte. Tutti i nostri pernottamenti, sono infatti stabiliti sul momento, in base alle tappe prefissate da raggiungere in giornata, visto che sapevamo che l’Irlanda è la patria dei B&B situati ad ogni angolo, senza difficoltà di disponibilità. E devo dire che in effetti è proprio così. Non c’è mai stata la sorpresa di non trovare un B&B disponibile, al massimo solo qualche giro in più, per ciò che riguarda le grandi città. Cork si presenta caotica! È una vera e propria città. Noi purtroppo la vediamo solamente dall’auto,…e da quel poco che ho intravisto, sembra essere davvero carina, anche se il traffico ricorda un pò quello di Roma. Percorriamo i nostri Km, quando davanti a noi si presenta, uno dei più bei paesaggi di tutta la vacanza. Un’immensa distesa lagunare, immersa in un favoloso tramonto, ci toglie il fiato. Fermiamo la macchina davanti ad una stupenda casetta, che gode questo superbo panorama in assoluta riservatezza tutti i giorni. La laguna è enorme, ricoperta in parte da un praticello verde verde; in lontananza si scorgono montagne tondeggianti, quasi a ricordare le onde del mare, colorate dall’azzurra foschia dell’aria. Ed è lì che, proprio in mezzo alla laguna, albergano due piccole imbarcazioni alla deriva. Galleggiano nella più completa immobilità, sospese nel tempo sopra questo filo d’acqua. Sembrano relitti di un glorioso passato, che attendono il loro destino, immobili, in un’acqua altrettanto immobile, come se, sopravvissute ad una tempesta, ormai stanche, si riposassero, cadendo addormentate in un sogno senza fine. Regalano alla baia, un aspetto nostalgico e malinconico. Da tempo le loro ancore hanno toccato il fondale, ed ora sembrano divenire sbiaditi fantasmi, ormeggiando distanti dalla riva, come se a dispetto di tutto, volessero ancora salpare i mari. In quel soffio d’acqua che le tiene ancora a galla, quasi con uno sforzo sovraumano, tenue è la loro immagine riflessa. Tutto è calmo, così tranquillo, come se il tempo si fosse fermato per sempre per far compagnia a quelle che sembrano essere, miraggi in un’oasi deserta. È un paesaggio da quadro. Gli occhi sono colmi di questo spettacolo, unico al mondo, e così intimo. Scattiamo panoramiche, deliziati da quell’armonia che solo la natura sa creare…ci risvegliamo da quel sogno ad occhi aperti…seppur l’Irlanda ci avrà stregati da quel momento a sempre…nessuna foto renderà mai giustizia. Continuiamo il nostro tragitto, tutti un po’ persi nei nostri pensieri, contornati da un paesaggio che diventa sempre più bello man mano che andiamo avanti. Arriviamo a Timoleague, sulla cartina sembra essere piccolissimo, disperso nel nulla, completamente distaccato, come se si fosse perso in quella grande parte di terra, diventando qualcosa di a se stante. E in parte sembra essere proprio così. Nulla è intaccato dalla modernità, neppure la gente. Rimane il posto tra i più veri che abbiamo visitato, ne siamo rimasti affascinati; per tutti noi questa, è stata l’immagine che rispecchia la vera Irlanda, ed io consiglio caldamente a tutti coloro che intraprendono questo viaggio, di visitare questo posto e di pernottarvi. Non rimarrete delusi. Il B&B in cui pernottiamo sarà il migliore di tutti, (permettetemi di fargli un po’ di pubblicità perché se lo merita veramente), sia per l’accoglienza che per l’eleganza. Si chiama B&B Panorama, e forse già da qui si intuisce il motivo. La casa è curatissima, ogni oggetto sembra essere stato scelto con attenzione, e aver trovato il giusto posto. L’arredamento è elegante ma al tempo stesso non fa sentire in imbarazzo. Il salone è meraviglioso. È in legno, finemente arredato, spazioso e luminoso. L’intera parete a vetrata, dà sulla baia di Courtmacsherry, sull’Atlantico, dove si gode un panorama autentico da togliere il fiato. Dalla veranda che dà sul salone, si gode la vista dell’abbazia del tredicesimo secolo, Timoleague Abbey. La signora, gentilissima, (Catherine & Liam Ryan, proprietari di questo B&B), ci racconta un po’ la storia di questa chiesa molto antica, indicandoci inoltre i vari pub e ristoranti presenti nel paese. La parte restante del salone dà sulla chiesa di Chapel Hill, mentre un piccolo antro, è riservato all’osservazione con il binocolo! Davvero magnifico. Saliamo nelle nostre rispettive camere, che si rivelano bellissime! Ognuna con bagno proprio. Sono presenti tè, caffé e latte in polvere, il tutto servito finemente su un tavolino di cristallo, con accanto il bollitore dell’acqua! La stanza è grande, e anche qui, una parete è interamente a vetro. La vista, ovviamente anch’essa panoramica, dà sulla chiesa della città, Chapel Hill. Un pò sconcertati dal fatto che la signora non ci abbia chiesto nemmeno un documento e ci abbia lasciato le proprie chiavi in mano, (direi che la fiducia che hanno nelle persone sia davvero notevole!), andiamo a zonzo per la città vicina, che vediamo dalla baia. È il paese di Courtmacsherry, completamente immerso nella natura, che come uno specchio, si riflette sull’acqua. Le case sono tutte colorate, caratteristica che troveremo in seguito ovunque. Sono curatissime; qui si ha davvero un gusto per l’estetica che non ha eguali. Ognuna, e dico ognuna, è colorata con tinte brillanti, che vanno dal rosa pallido a quello acceso, al viola, al celeste, al giallo. Tutte coltivano l’amore per i fiori. Sono dappertutto, innumerevoli. Specie diverse crescono senza ritegno persino tra una mattonella e l’altra, o nel cemento; sono coloratissimi, grandi piccoli, selvatici o meno, ma sono ovunque. Rimaniamo esterrefatti,…gli irlandesi hanno fatto della casa un vero e proprio culto! Facendo ritorno, visitiamo Timoleague Abbey, la chiesa del 13° secolo. È imponente, si innalza verso il cielo con maestosità e leggerezza. Gli archi acuti, così lineari si innalzano anch’essi nel cielo, come se spiccassero un balzo con estrema facilità, quasi non fossero fatti di pietra dura e pesante. Ritorniamo al nostro B&B dopo aver comprato panini ad un supermercato, e la mitica nutella! 3° GIORNO: TIMOLEAGUE – DROMBEG STONE CIRCLE – GLENGARRIFF – RING OF BEARA Anche oggi la sveglia ci fa alzare presto, la signora Catherine e il marito Liam, ci cucinano una colazione da favola (una tra le più buone a mio avviso!). Salsicce, bacon, uova, toast, burro, marmellate, caffé, latte e the, colmano la tavola. Il tutto compreso con il pernotto per la modica cifra di 30 Euro a persona, davvero poco per un così bel trattamento. Lo consiglio caldamente. È tutto buonissimo, davvero, e a renderlo ancora più buono, è la magnifica vista panoramica sulla baia. Liam, prima di lasciarci, ci indica con estrema gentilezza uno dei punti panoramici più belli in rotta sul nostro cammino, meta anche per l’avvistamento dei delfini, che infatti vedremo. Ringraziamo firmando il libro degli ospiti, e poi si parte. Il programma di oggi prevede il Drombeg Stone Circle, Glengarriff, e nel pomeriggio il Ring of Beara. Costeggiamo il mare, ci fermiamo davanti a viste magnifiche su scogliere che cadono a strapiombo. Giungiamo al punto indicatoci da Liam, e sorpresa delle sorprese…avvistiamo i delfini…con noi, solo il rumorio delle onde che si infrangono sulla scogliera, cento metri al di sotto. A malincuore, salutiamo Rosscarbery Bay, con i suoi delfini e con le sue alte scogliere; il mio cuore ringrazia vivamente Liam, che ci ha suggerito la delizia di quel posto incantato, e la scoperta dei delfini, e riprendiamo il nostro cammino. Ad aspettarci da lì a poco, c’è il Dromberg Stone Circle. Attraverso stradine alquanto tortuose, nel pieno di una natura incontaminata, raggiungiamo la nostra meta. La giornata è splendida, sarà una delle più calde, con picchi fino ai 26°! I nostri occhi rimangono estasiati di fronte allo Stone, un insieme di pietre e rocce, disposte circolarmente, situate su una collina verdeggiante! Ha un diametro di 9 metri, formato da 17 pietre infisse, ed è tra i più impressionanti d’Irlanda. Ma sentiamo il peso delle lancette comporre una malefica melodia, a preannunciarci che è tardi! Destinazione Glengarriff. La città è deliziosa, si respira calma, pace e armonia. Una distesa d’acqua è dimora di molte imbarcazioni che si rispecchiano sulla sua superficie, regalandole un altro colore che trema insieme agli altri in una moltitudine senza fine. Sotto il sole quel brulichio, sembra quasi un vociferare di persone che non si vedono da una vita. Cerchiamo posto per dormire, la mia guida ci porta dritti dritti al B&B Conimar Guest House, davvero molto piacevole. Entriamo in una casa dalle porte aperte e dal piano terra vuoto, (a me pare ancora incredibile come in questo paese venga lasciato tutto così libero e permesso a chiunque senza il benché minimo problema!), diciamo “Hello!”, e a quel punto ci raggiunge in tutta fretta una simpatica e arzilla signora. Svelta svelta ci fa vedere le stanze, una è completamente rosa, il sogno dei miei sogni! Letto rosa, tendine bianche alle finestre, pareti rosa chiaro, persino il bagno in camera ha gli asciugamani in tinta! Rifinita fin nei minimi dettagli, dove tutto si completa e nulla è a caso, la stanza è la copia esatta della case delle bambole. Lo ripeto, tutti i B&B sono sempre curatissimi e alcuni di essi, sono davvero molto leziosi, proprio come fossero giocattoli! Merletti, lucernari (che questo B&B ha), pareti in tono con il mobilio, bollitori con vari tipi di thè a disposizione, insomma preparatevi al meglio, e i prezzi sono davvero modici, anche stavolta spendiamo 30 euro a persona. Tranquilli di aver fermato le stanze, ci dirigiamo a pranzo sotto un sole cocente. Rimaniamo decisamente soddisfatti dalla raffinatezza e dalla prelibatezza del cibo ordinato presso uno dei tanti locali che si affacciano sulla baia (costo medio a persona 18 euro). La tavola è imbandita da piatti enormi, dove vi sono posati hamburger di pollo e patatine fritte che fuoriescono da un piatto già notevolmente grande, un Irish Stew buonissimo, e una delicata zuppa del giorno, davvero molto buona. È mio consiglio provarla nei posti dove andate. Non fate l’errore di considerarla solamente una zuppa. Ce ne sono diverse, visto che si chiamano proprio zuppa del giorno, ma di norma sono sempre molto buone, fatte con verdure o patate, accompagnate dal delizioso e caratteristico pane nero, (Brown Soda Bread), disposto a fette con accanto burro da spalmarvi sopra, per poi essere immerse nella zuppa calda. Consigliate anch’esse! Irish Stew, invece, è un prelibato stufato di agnello, con una salsa al pomodoro, con patate e carote a condirlo ed esaltarne il sapore. La carne è morbidissima, si scioglie in bocca, deliziosa! La baia e le sue barche, accompagnano il nostro pranzo, rendendo l’atmosfera un po’ magica e surreale. La cittadina è un insieme di facciate sulle quali scorrono intere cascate d’edera, sulle finestre si affacciano timidamente tendine e fiori coloratissimi. Le strade vivono di mille case dai colori chiassosi, che dipingono la città come colori su una tavolozza. Ormai sazi, ci dirigiamo al Bamboo Park di Glengarriff, (costo 5 euro a testa), che sembra ospitare una moltitudine di piante, tra cui anche eucalipti. Quando vi entriamo, ci colpisce la sua rigogliosità e l’estrema cura. Il parco ha fiori, piante e verdi praticelli che dominano tutto, facendo da re e regine, in un regno fatto di sola natura. Vi sono delicate ninfee che si posano lungo uno stagno, dove leggeri bamboo d’acqua dondolano al soffiare del vento. Ovunque, fiori dai colori brillanti, di ogni colore e dalle mille forme, (la caratteristica Fucsia è davvero stupenda), spadroneggiano nei giardini, alti fusti dai tronchi color arancio risaltano dal fitto verde nei quali sono immersi; enormi foglie superano di gran lunga la mia altezza, mentre piccoli alberi stile giapponese mi fanno sembrare un gigante. Una serie di palme spunta tra gli alberi, e stretti percorsi ed archi naturali, vengono intrecciati dalle piante. A contornare questo mondo a se stante, esplode nel mezzo di mille tonalità di verde, la baia della città, che da qui, sembra appartenere ad un altro mondo, per quanto è perfetta. Sulla sponda destra, spunta una specie di isolotto, che ospita alberi piegati dal vento, che sembrano sfiorare il mare quasi accarezzandolo. Il sole illumina e riscalda tutto. Un arco naturale separa il verde del prato con la riva della baia. La superficie è verde a causa del riflesso delle piante che vi si affacciano. Una stradina tortuosa percorre l’intera costa, vediamo persone passeggiarvi lentamente. Noi purtroppo, ne percorriamo solo una parte, quella che ci riporta all’entrata, il tempo è tiranno si sa, e noi vogliamo visitare nel pomeriggio restante, l’intera penisola del Beara, ma se voi avete tempo, percorrete tutto il giro, ne sarete felici. Facciamo quindi rotta per Adrigole, prima tappa automobilistica per percorrere tutto il nostro itinerario. Continuiamo il nostro cammino, spingendoci fino al picco più estremo di Dursey. Il cielo ora si è annuvolato, il mare è quasi nero, in mancanza di sole, tutto cambia improvvisamente. La natura si risveglia del suo fascino primordiale, e ci lascia scorgere la sua forza e potenza, che sembravano sopite. Le rocce diventano lastre di pietra scure, come nere lame di ardesia, che frammentano la montagna, in tante sfaccettature. Siamo giunti a Dursey, di fronte a noi, spicca l’isolotto che prende il medesimo nome; Dursey Island. Tira un forte vento, che sembra spazzare via ogni cosa. Il mare è grigio, e rende l’isola davanti a noi un po’ cupa ed inquietante. Sorridiamo davanti ad un buffo cartello stradale, alquanto curioso a dir la verità, visto che ci ricorda che Mosca dista da questo punto esattamente 3310 Km! Proseguiamo dirigendoci verso Allihies, Coulagh Bay per giungere a Lauragh. Il mare ci accompagna serpeggiando insieme con noi per tutto il litorale. Non riusciamo a trovare la pietra ogamica più alta d’Irlanda; il più delle volte i cartelli sono nascosti dalla vegetazione, e scovarli non è del tutto facile! Ammiriamo vasti prati verdi, divisi da muretti di pietra, il tutto sempre costeggiato da un mare che diventa sempre più plumbeo. Arriviamo a Lauragh, e deviamo per un punto panoramico che dà sul mare. L’azzurro tocca e dipinge con il suo magico pennello ogni cosa creando un paesaggio ad acquerello sfumato. Continuiamo il nostro percorso, e ci dirigiamo ad Healy Pass. Davvero notevole, d’obbligo l’andata. Il cammino incominciato con montagne lastricate scure e spigolose, ha lasciato il posto al mare con le sue insenature ed i suoi meravigliosi fiordi, per poi arrivare qui, dove lo sguardo si perde verso montagne straordinarie, e le rocce fuoriescono all’improvviso senza ordine. Le capre si aggirano dappertutto, invadono la strada, morbide e zelanti sono le padrone assolute. I colori sono bellissimi, il sole è ritornato e fa risplendere tutto, donando tinte luminose e cospargendo punte d’oro come ritocchi di un’artista. La strada è una lama tortuosa che divide il paesaggio in due: da una parte l’occhio scorre sulle montagne, fino a valle, arriva ad un laghetto da sogno, (Glanmore Lake), perso nella pianura come fosse una dimenticanza, dominato da un isolotto che impavido si innalza come un marinaio arrampicato sull’albero maestro in cerca di terra oltre quelle montagne. Dall’altra, aride montagne color arancione disseminate di sassi, costeggiano la strada insieme alle pecore. Intorno, solo natura incontaminata, dove nemmeno una strada costruita dall’uomo ha permesso di stravolgere l’ambiente, e un tramonto da sogno fa invidia alle più belle cartoline. Ripartiamo, ci godiamo le discesa serpeggiante dalle montagne e il tramonto del sole, che si nasconde perfettamente in mezzo alla V che formano. La guida è lenta. La strada, oltre che essere piccolissima e piena di curve a gomito delimitata solo da pietre che la separano dal prato, è colma di pecore. Ma io ne sono contenta, così posso godermi con tranquillità l’intero paesaggio. È un viottolo che ondeggia in mezzo alla montagna, e le pecore completamente indisturbate dalla nostra presenza, proseguono il loro lento cammino tra un belato e l’altro, mentre un sole arancione finisce di illuminare l’ultimo scorcio. Raggiungiamo il nostro B&B, facciamo una spesa veloce e consumiamo i nostri panini in camera. Usciamo per una notte da passare in uno dei tanti pub che l’Irlanda offre, accompagnati dalla bellissima e commovente musica irlandese suonata da un gruppo di amici un po’ anziani. I musicisti sono stati fantastici, improvvisando canzoni sul momento. È stato strano per noi, visto che a Roma, e in Italia in generale, i pub sono la destinazione dei ragazzi, mentre qui al contrario, sembrano essere una tradizione per tutti. È un’istituzione dove è facile fare amicizia e divertirsi tra risate accompagnate dalla dolce fragranza delle mitica ed insuperabile birra Guinness, assolutamente da provare, (non ha paragoni rispetto a quella servita qui da noi). È così che un gruppo di amici di età non proprio giovane, si riunisce tutte le sere, e va in giro nei locali della città solo con la voglia di stare insieme e cantare con il pubblico. I pub sono luoghi per stare insieme, e non solo con le persone del proprio tavolo, ma con tutti i presenti, come se ci si conoscesse da sempre. Si canta, si balla e suona a volontà finché c’è birra, finché c’è voce…poi si abbassano le serrande, e un ultimo canto nostalgico di quei vecchi amici, risuona nelle orecchie… Ed io me li immagino ancora, quel gruppo di amici, che hanno voglia di vedersi e di suonare, per condividere insieme agli altri, la loro musica e la birra schiumosa che ti rinfresca la gola, e le risate felici stagliate nel cielo come stelle. 4° GIORNO: GLENGARRIFF – KENMARE – WATERVILLE – RING OF KERRY – KILLARNEY Saziati da un’abbondante colazione, dopo aver assaggiato il famoso sanguinaccio, ci mettiamo in marcia. Oggi avremo molta strada da percorrere, attraverseremo un piccolo stretto e arriveremo a Kenmare; da lì viaggeremo per l’entusiasmante Ring of Kerry. In marcia! Lungo il percorso, ci fermiamo ad una spiaggia, ma l’acqua è davvero gelida. Scattiamo qualche foto, e ci godiamo gli ultimi attimi di riposo prima della lunga marcia che ci aspetta. Il Ring of Kerry è un anello di 180 Km, (lo percorreremo per tutto il giorno), c’è molta strada da fare, se si contano anche i km che mancano per arrivare a Kenmare! Strada facendo facciamo fermata allo Staigue Fort, (gratuito), percorrendo una stradina tortuosa ed impolverata delimitata dalle piante che la invadono prepotentemente, rendendola ancora più stretta. Ad attenderci c’è un ruscello che gorgoglia allegramente. Percorrendo il breve tragitto, ci compare davanti, il forte. È una delle fortezze precristiane più imponente e meglio conservate del Sud-Ovest. Ha 30 metri di diametro. È incredibile come così tante pietre abbiano trovato il loro incastro, e siano rimaste saldamente unite, per tutto questo tempo. Nessun collante che le abbracci colmandole, nessuna levigatura per trovare il combacio perfetto, solo pietre, più o meno della stessa grandezza, abilmente posizionate in un tetris magico. Riprendiamo il cammino, costeggiando il mare macinando Km, e arriviamo a Waterville, dove plachiamo la nostra fame! Zuppa calda e il piatto del giorno; roast cicken con patate. Il tutto ad un prezzo vantaggioso. Il locale sembra un pub, i tavoli sono piccoli, e la zuppa bollente, dà ancora più sapore e caratteristica all’ambiente. Fuori è grigio, sembra dover piovere da un momento all’altro. Ci scattiamo una foto con la statua di Charlie Chaplin, riuscendo a scambiare due chiacchiere con una coppia giapponese! È incredibile che siano anche qui! Sembra che l’Irlanda racchiuda tutti sotto un unico cielo! Proseguiamo verso Caragh, scovando un castello dall’accesso vietato, il Ballycarberry Castle, che riusciamo a visitare ugualmente! In parte è semidistrutto, ma ciò lo rende ancor più magico e affascinante. Visitiamo poi il Leacanabuile Stone Fort, anch’esso dall’entrata libera. Niente e nessuno a controllare, come in tutti gli Stone che abbiamo visto. Continuiamo il nostro tragitto verso il lago Caragh, passando per un altro punto panoramico, concludiamo il Ring arrivando a Killarney, una città vera e propria, piena di negozi e luci, così diversa e poco intima, così distante dai luoghi fin’ora visitati. Per la prima volta abbiamo difficoltà a trovare un B&B libero, ma la grande gentilezza della padrona di uno di essi, telefona per noi presso un altro, trovandoci posto per una sole notte. Destino è, che anche quando avremmo l’occasione di rimanere fissi per due giorni nello stesso B&B, saremmo costretti a cambiarlo! Poco male, anche perchè ritorneremo dalla stessa signora che ha telefonato! Oggi però, soggiorneremo allo Shraheen House, dalla signora Maureen Fleming, molto gentile. Le stanze come sempre sono bellissime e con tutti i comfort. Suggerisco questo B&B, anche per l’abbondante colazione, servita su portate di porcellana bianca, davvero bellissima! Il costo è sui 35 euro a notte a persona. Presi dalla frenesia della città usciamo su strade colme di gente e luci, facciamo un po’ di acquisti da riportare a casa, e ci dirigiamo presso uno dei tanti ristoranti che si affacciano sulla via principale, il Caragh Restaurant, ed ordiniamo le intramontabili zuppe del giorno, un Irish Stew, e per me un Homemade Pie, un trito di carne con patate, piselli, carote e verza, accompagnate da patatine fritte. Prezzo intorno ai 13 euro a portata. Davvero tutto molto buono, anche se strano! Si continua la serata tra canzoni e musica nei pub, rimpiangendo in parte la tranquillità e la magia di Glengarriff, con suoi canti nostalgici. Abbandoniamo il locale a notte inoltrata, e andiamo a dormire. 5° GIORNO: KILLARNEY NATIONAL PARK Dedichiamo tutto il giorno alla scoperta del parco nazionale di Killarney. Iniziamo con un abbondante colazione, servita per l’appunto su porcellana bianca con rilievi di piante di viti e fragole, su una tavola apparecchiata con minuziosa cura, fiori a rallegrare la sua raffinatezza, e i menù impiattati anch’essi, tanto da meritare una foto! Oggi decido di cambiare “tipologia”, ed ordino salmone ed uova! Squisite ovviamente, come l’impiattamento del cibo. Sotto un cielo nuvoloso si parte verso Muckross House e Gardens, che visitiamo solamente da fuori, ma volendo si può vedere anche l’interno per poco più di 5 euro. Il parco che la circonda è davvero molto grande, quindi conviene visitarlo in bici, che si affittano in città. Non sapendolo, non riusciamo vederlo, e un po’ delusi ritorniamo alla macchina, proseguendo per Torc Waterfall, una cascata di 18 metri che toglie il fiato. Un bosco verde e rocce ricoperte di muschio la circondano. Tanta è stata la fatica per vederla, con scalini irti e un sentiero in salita, ma ne è valsa decisamente la pena. Scattiamo innumerevoli foto, e poi i più coraggiosi di noi, decidono di intraprendere uno dei vari sentieri che portano in cima alla montagna, mentre gli altri si riposano o fanno compre al chioschetto all’entrata. Proseguiamo per Ladie’s View, la più alta vista sulla vallata di Killarney, da dove si ammirano i tre laghi del parco navigabili, Lough Leane, Muckross Lake e Upper Lake. Noi per mancanza di tempo non abbiamo potuto visitarli, ma penso valga la pena farlo. Il nome di questo luogo, fu dato a causa dell’entusiasmo delle dame di corte della regina Vittoria di fronte a questo panorama; e vedendo il luogo si capisce il perché. La vista è davvero bellissima. Da qui ci dirigiamo verso un altro punto panoramico, Moll’s Gap, ci perdiamo per ben 25 Km, ma superiamo la crisi! Arriviamo finalmente al Brandon’s Cottage, francamente nulla di che, al contrario della strada che si fa per arrivarvi, che rimane davvero impressa. Noi decidiamo di pranzarvi con dei panini, lungo la sponda di un fiumiciattolo, ma siamo costretti a malincuore a scappare, a causa di un insediamento di zanzare! Andiamo verso quello che si rivela essere il punto più bello della giornata, arriviamo al Gap of Dunloe. Consiglio a tutti quelli che stanno leggendo di visitarlo assolutamente, perché, insieme alle Cliff, fa dell’Irlanda una terra davvero magica; è decisamente stupendo. È un canion di montagne rocciose rosso viola, che cade a ridosso della stradina minuscola che vi serpenteggia. Si arriva ad una distesa di un verde brillante, quasi finta, che troneggia in mezzo a degli enormi blocchi di pietra nera lucida, sotto le quali scorre dell’acqua. Si continua passando tra due enormi lastre di pietra, e quasi stringo gli occhi per paura che la macchina non passi, ma ce la fa, e si continua a serpeggiare tra il verde abbagliante del prato e il viola-nero delle rocce. Giuro di non aver visto nulla di simile in vita mia, e vi giuro che non si può rimanere indifferenti di fronte ad un simile spettacolo. Sono i colori ad impressionare, e il loro contrasto. Siamo stati fortunati anche perché aveva piovuto quel giorno, e quindi l’acqua continuava a scorrere, formando continue cascatelle che ripide, scendevano dai picchi delle montagne, rimbombando in mezzo a tanta tranquillità, e colmando la vallata dove cresce l’erba. Più in là scorgiamo uno stagno naturale colmo di ninfee, la mia passione. Scattiamo foto e foto…non saziandoci mai di quella vista…ma penso sia impossibile dopotutto. È tutto così commovente, non avrei mai nemmeno immaginato che la natura potesse darmi tanto, giuro. Foglie larghe verdi e gialle, galleggiano al centro dello stagno, ninfee chiuse o totalmente aperte vi sono accanto. Sono bianche, così chiare in mezzo alle lastre scure di roccia e al verde altisonante che le circonda; così candide rispetto al blu profondo dello stagno. Risaltano su questo bacino d’acqua quasi nero, scosso da piccole gocce di pioggia che vanno a formare minuscoli anelli, che si allargano sempre più. Deliziati da un simile spettacolo, continuiamo il nostro tragitto verso Ogham Stones, ma sarà che nelle nostre menti alberga ancora la bellezza del Gap, che questo sito, svanisce al confronto. Di ritorno a Killarney, facciamo sosta al Ross Castle, nostra ultima destinazione. Purtroppo oramai è chiuso, e perdiamo quindi la possibilità di visitarlo all’interno, peccato perché è molto bello. Vicino al lago Lough Leane, sguazzano felici le anatre con i loro piccoli. Ci fermiamo assaporando l’ora del tramonto, gustandoci i ricordi del Gap. Un ultimo giro per trovare Muckross Abbey, ma non riuscendo a trovarla, ci dedichiamo ad un’oretta di shopping, e ci dirigiamo al B&B Mystical Rose, quello del giorno precedente. È un B&B molto carino, caratteristici i vari elementi da giardino! Dopo un breve riposo, si va dritti al pub, di cui purtroppo non ricordo il nome, ma è caratteristico di Killarney, visto che ha una tradizione di ben 30 anni! Canzoni allegre, mani velocissime e ritmi sfrenati. Ovviamente tutto il pubblico, noi in primis, abbiamo partecipato al ritmo travolgente a suon di battiti di mani e piedi, e birra Guinness a volontà. 6° GIORNO: KILLARNEY – DOOLIN Partiamo da Killarney e ci dirigiamo sotto un cielo coperto di nubi e una pioggerellina incessante, verso Tarbert, dove con tutta l’auto ci imbarcheremo per attraversare il piccolo stretto che ci separa dalla terra ferma. Siamo fortunati, perché vi arriviamo appena prima dell’imbarco, scendiamo dalla macchina e ci godiamo la vista. L’attraversata dura poco, continuiamo il nostro giro, passiamo per Kilkee, e ci avviamo verso la punta più estrema; destinazione Loop Head. Questa penisola presenta un paesaggio aspro e selvaggio, rallegrato sporadicamente dai fiori arancio e viola, sparsi qua e là. Ammiriamo il faro costruito nel 1854, e le scogliere che cadono a strapiombo nel blu del mare. Lo sguardo si perde in lontananza, qui nelle belle giornate si può intravedere la penisola di Dingle. Ma oggi è brutto tempo, e qui in cima il vento è forte. Camminando lungo tutta la superficie, notiamo per terra molti sassi, e ad un certo puntoci rendiamo conto di calpestare non dei semplici massi, ma rocce che compongono delle scritte. Sono la firma delle migliaia di persone che sono passate qui, che senza rovinare il paesaggio, ha lasciato la propria firma. Provengono da ogni dove, e a mio parere sono molto toccanti. Immagino lo spettacolo visto dall’alto. Anche noi ci attrezziamo, e con qualche sasso rimediato, lasciamo la testimonianza della nostra presenza. Scattiamo doverose foto, e riprendiamo il viaggio. Salutiamo questo posto di vetta, e pranziamo presso Kilbaha, un delizioso paesino, fatto di pescatori. Il posto ricorda più un’antica locanda che altro, i sapori e gli odori sembrano quelli di un tempo, così come l’atmosfera un po’ intima che si respira in questo locale fatto di legno, offrendoci il suo tepore e riparandoci dal freddo. È un piccolo centro abitato sperduto sulla punta più estrema della penisola, l’ambiente è caldo, e fuori il lento ed inesorabile cadere costante della pioggia, avvolge con malinconia la locanda che si affaccia sul mare grigio. Ogni tanto il sole squarcia questo grigio, ed è allora che la magia di mille lucciole sembra gremire la superficie del mare. Il sole si scopre del suo bianco mantello di nuvole, e dona luce, a quello che poco tempo prima era il grigio mare. Lo colora improvvisamente di un blu intenso, e una schiera di luci lo fa apparire come uno zaffiro incastonato in pietre preziose. Ammaliati dal paesaggio, colpiti da un torpore così intenso, ci risvegliamo ordinando la classica ed insostituibile zuppa del giorno che si adatta perfettamente con la giornata grigia e fredda di oggi, e uno Steak Mead, bistecca con funghi, cipolla, ed insalata, con contorno di patatine fritte. Davvero buonissimo. Si riprende il cammino, e si arriva al bellissimo Bridge of Ross, un grande arco naturale, abbastanza grande per camminarci sopra. Sotto il mare è blu, e fa contrasto con il verde del prato e i bellissimi fiori arancio, viola e rosa, presenti ovunque. Uno spettacolo, con il sole che ogni tanto fa capolino animando la superficie del mare. Dopo le consuete foto si riprende la rotta per Kilkee e da lì per Doolin. Passiamo per Quilty, piccolo villaggio con le colorate case dei pescatori allineate su una spiaggetta di sabbia grigia. Proseguiamo con la vista di Spanish Point, che è splendida, il cui nome deriva però dalla storia tragica dei sopravvissuti delle navi dell’armada del 1588, massacrati in quello che verrà per l’appunto chiamato Spanish Point. Superati paesaggi di poesie straordinarie arriviamo a destinazione; siamo nella città di Doolin, famosa per il suo brio e i suoi pub. È il principale imbraco per le isole Aran, che noi per mancanza di tempo non possiamo vedere, ma dicono essere fantastiche. Alloggiamo al Lane Lodge B&B, la cui padrona di casa era un bel po’ scortese, ma le stanze come sempre, sono curatissime, affaccio su una distesa verde con cavalli e lucernai presenti per ammirare il cielo stellato prima di addormentarsi. Spendiamo all’incirca 24 euro a persona, visto che ci hanno fatto uno sconto, dai 30 che erano. Usciamo e facciamo compre nei vari negozi sparsi in città, io compro una triscele in vetro, molto carina , e poi andiamo al famoso O’Connors pub. A Doolin ci sono solo tre pub, ma fanno parlare di sé in tutta la contea e anche oltre. È difficile preferire uno all’altro, sia per l’ambiente che per i gruppi musicali che vi si esibiscono, ma noi optiamo per l’O’connors, con la sua vetrina scura come la Guinness, è il punto più noto della città. In questo periodo il pub è affollato di turisti, che come noi, sono venuti per assistere alle eccellenti seisiuns, ovvero le performance dei musicisti. Con circa 15 euro a piatto, mangiamo un Irish Stew in Guinness, Fish and Chips (davvero eccezionale, provatelo), Breast Chicken, pollo arrosto, e la zuppa della casa, squisita anch’essa. Il tutto accompagnato dall’imparagonabile Guinness. I musicisti sono eccezionali, chitarre, flauti traversi, e altri strumenti la cui musica ti entra nelle vene. Capisco perché questo posto è famoso. Il locale è caldo, pieno, la folla si raduna attorno agli instancabili musicisti; tutti si divertono. Atmosfera ottima. A sera tarda rientriamo al B&B, domani ci aspettano le bellissime Cliffs of Moher. 7° GIORNO: DOOLIN – CLIFFS OF MOHER – BURREN NATIONAL PARK – POULNABRONE DOLMEN – CLARECASTLE Arriviamo pieni di entusiasmo alle tanto sentite Cliffs of Moher, e per poco non rimaniamo delusi. È pieno di lavori in corso, e la torre di vedetta, O’Brien’s Tower, è chiusa al pubblico! I rumori delle ruspe e l’insieme dei cantieri con le delimitazioni protettive, sconvolgono l’armonia della natura, e sono un duro colpo per i nostri occhi. Decidiamo di procedere,…e faremo bene. Camminando verso le Cliffs, le barriere e i cantieri scompaiono, i rumori si dileguano lasciando il posto allo stridio dei gabbiani che popolano il belvedere delle scogliere; tutto sembra essere solo un brutto ricordo lontano. Vediamo le scogliere, altissime, colme di verdi prati come nelle migliori cartoline, che scendono a picco sul mare blu. Il mare è illuminato dal sole, leggere increspature lo tingono appena di bianco, i gabbiani volano alti nel cielo. Sembra una magia. Con gambe tremanti ci sporgiamo da quelle vertiginose altezze, e guardiamo in giù. Vengono le vertigini. Nessuna recinzione è presente, quindi se avete bambini piccoli, fate attenzione. La stradina è brulla; una più piccola costeggia tutta la scogliera da molto, ma molto vicino, ma volendo c’è una stradina un po’ più distante. Verso la fine, per andare fino alla punta, il vento si fa più prepotente e la stradina sembra essere ancora è più piccola e dissestata. Le scogliere sono piene di persone, che si distribuiscono uniformemente senza formare mai una calca. Ci divertiamo a scattare foto panoramiche, con noi seduti a strapiombo, o distesi per terra per guardare giù. Lo spettacolo davanti ai nostri occhi è davvero stupendo. Non potete andare in Irlanda, senza ammirare le Cliffs. Brividi che scorrono nelle vene, e passano su tutto il corpo quando si guarda giù, sferzate d’aria fresca che colpiscono il viso, e il profumo inconfondibile del mare. Onde che irrompono nelle scogliere, erodendole con foga, lastre di pietra che come eroi, si ostinano a rimanere immobili, il tutto invaso da un oceano blu che sembra non avere fine. Sublimi, imponenti. Arrivano da tutta l’Irlanda per ammirare queste vertiginose scogliere di arenaria e scisto nero, colonizzate da miriadi di gabbiani. Si allungano per 8 Km e finiscono a strapiombo nell’oceano da un’altezza di 200 metri. Camminare su quel profilo, è una sensazione unica al mondo. La camminata dura un po’, ma ne vale decisamente la pena. Un accorgimento: fare sempre tanta accortezza a dove si mettono i piedi, ed avere sempre tanta prudenza, perché come ho detto, non esistono barriere protettive, anche perché ne stravolgerebbero la bellezza, quindi per far sì che rimangano così, fate attenzione! Sarà la lunga camminata, o il sole che ci ha fatto abbronzare, ma abbiamo urgente bisogno di cibo! Pranziamo con panini su un bellissimo punto panoramico di Ballyvaughan. Incomincia a scorgersi il bellissimo paesaggio del Burren National Park. Burren viene dal gaelico boireann, roccioso, e niente sembra descrivere meglio questo territorio desolato a tratti sassoso, dalla vegetazione rada. Rappresenta una curiosità geologica, ben 350 milioni di anni fa questo tavolato carsico di 250kmq e 800 metri di spessore, era il fondo di un mare di acqua calda. I movimenti della crosta terrestre lo fecero emergere, causando molte fessure. Il clima portò ad arrotondare i rilievi, erodendoli e creando nel calcare poroso numerose grotte e crepacci. La terra è arida, ma non di specie vegetali. Leggiamo sulla guida che botanici di tutto il mondo vengono qui a studiare le specie vegetali mediterranee, alpine, e persino artiche che vivono tra le fessure del calcare, con combinazioni uniche in Europa! Da Ballyvaughan, la N67 intrapresa, prosegue fino a Ballyvaghan Bay. Poi riscendiamo verso sud per ammirare il famoso Poulnabrone Dolmen. Questo Dolmen è eretto su un altopiano calcareo disseminato da mille fessure, come fosse screpolato, ed è forse il più celebre megalite della regione. Passeggiamo lungo queste rocce spaccate. Quello che gli occhi stanno vedendo, è un paesaggio lunare…sembra di essere sulla luna. Il dolmen si erige al centro di questa vastità lunare, immobile, composto da poche lastre perfettamente in equilibrio tra di loro. La natura, prepotentemente domina anche qui, visto che i suoi fiori riescono a nascere anche in questa aridità tra le spaccature delle rocce. Abbandoniamo questo paesaggio onirico, portandoci con noi molte foto, e ci dirigiamo verso Ennis. Percorriamo la R480, particolarmente spettacolare. È una strada che scende lungo la costa attraversando un paesaggio minerale, a tratti lunare, come quello del dolmen. Bellissima. Incontriamo cavalli, mucche, e un castello abbandonato. Arriviamo a Clarecastle, dove troviamo, l’ultimo B&B, la nostra vacanza è infatti giunta al termine. Il padrone è gentilissimo, ci mette la sua cucina a disposizione e la sala da pranzo, ci lascia persino soli, uscendo di casa! Ogni frivolezza da casa delle bambole che qui manca, viene colmata dalla sua generosità , ospitalità e dolcezza. La nostra camera è enorme, una parete intera è a vetrata. Ceniamo con panini e pensiamo a domani, nostro ultimo giorno di visita in questo paese straordinario. 7° GIORNO: CLARECASTLE – KNAPPOGUE CASTLE – AEREOPORTO DI SHANNON Le distese dei prati, le alte scogliere, il blu profondo del mare, i leziosi B&B,…presto dovrò abbandonare tutte queste meraviglie. Lasciamo il calorosissimo B&B, dal proprietario semplice e premuroso, giocatore di golf. Ultima colazione eccellente con uova, bacon, toast, succo d’arancia ecc. Visitiamo Knappogue Castle, castello medievale eretto nel 1467 da Sean MacCon MacNamara, (costo 5 euro a persona). I MacNamara, furono a lungo i più potenti signori locali dopo gli O’Brien. Visitiamo le varie stanze, la diving room, la cappella, la camera da letto, il monumentale camino in stile Tudor, le vetrate, gli scudi medievali, le feritoie, le enormi tavolate e le scale segrete, che rendono l’atmosfera da cinema. C’è anche la possibilità di partecipare al banchetto medievale per cena, (costo intorno ai 50 euro a persona), ma noi, non potendo, lasciamo il castello e visitiamo il piccolo giardino sottostante. Proseguiamo verso Bunratty Castle, il castello di Bunratty, a nord-ovest di Limerick, nella contea di Clare, che con le sue quattro torri merlate e i suoi saloni medievali, attira una folla di turisti ogni estate. L’entrata costa13 euro. Mangiamo Fish and Chips e due zuppe al curry un po’ piccanti, ma comunque tutto squisito, e facciamo compre per i negozi. Il tempo vola, è ora di andare all’aeroporto di Shannon. La vacanza è davvero finita, ed è giunta la tanto sofferta conclusione. L’aereo decolla alle 20.30, l’Italia si fa sempre più vicina e l’Irlanda sempre più lontana. Penso a come la natura incontaminata si prenda gioco dell’uomo, che da sempre si è balenato ad inventare le sue creazioni, ma non riuscirà mai a creare una natura così perfetta come questa. Lascio parte del mio cuore lì, e una promessa…quella di tornare… Giulia Morlupi