Tour irlanda: we like it!
II GIORNO – 12 Aprile 2009 (Domenica di Pasqua) WEXFORD-KILMORE QUAY-HOOK PENINSULA-KINSALE Notte insonne. Il caffè lungo ha fatto effetto, non ci sono abituata. Auguri! Oggi è Pasqua. Dopo un’abbondante colazione irlandese (troppo abbondante, per noi vale anche da pranzo), partiamo alla scoperta della costa sud. La prima tappa è Kilmore Quay, un piccolo paesino di pescatori con spiagge e case particolari dal caratteristico tetto di paglia. Poi ci dirigiamo verso la Hook Peninsula, passando per le rovine della Tirten Abbey, nascoste tra ruscelli e boschetti. Poco più giù arriviamo all’Hook Head Lighthouse, un faro con una vista spettacolare, affacciato sulle scogliere e sul mare in tempesta. Si riparte per Kinsale, il paesello con le case colorate, nel quale pernotteremo. Per raggiungerlo continuiamo il tour della costa sud, passando per “grandi” città come Waterford e Cork, piuttosto trafficate, nelle quali decidiamo di non fermarci. Kinsale è carina, forse un tantino turistica e affollata, ma piena di B&B e ristoranti. Pare sia anche la meta culinaria del paese, noi però assaggiamo solo un internazionalissimo hamburger, mhmmm…
III GIORNO – 13 Aprile 2009 (Lunedì di Pasquetta) KINSALE-KENMARE-KILLARNEY Dopo una colazione a base di muffin e due chiacchiere con tre simpatici milanesi, che ci fanno sentire un po’ a casa, lasciamo Kinsale e ci dirigiamo verso nord-ovest. Passando per Kenmare, imbocchiamo la N76, una strada panoramica, che attraversa il National Park of Killarney. La scelta del percorso è azzeccatissima, ne vale proprio la pena. Si passa per punti panoramici pazzeschi, come la Ladies Wiew, che si affaccia su un lago. Qui il paesaggio inizia a cambiare: le distese verdi di prato lasciano il posto a scure montagne punteggiate da azzurri ruscelli e cascate. Anche i cartelli stradali sono differenti: il “pericolo, attraversamento ovino” si è trasformato in “pericolo, attraversamento capriolo”! Lungo la strada lasciamo l’auto all’inizio di un sentiero, che porta alla Torc Waterfall. Il tragitto per la cascata dovrebbe durare poco più di 30 minuti, ma noi deviamo anche per il National Park e allunghiamo la nostra camminata. Qui si possono noleggiare biciclette o calessi trainati da pony. Noi proseguiamo a piedi. I giardini fioriti sono coloratissimi. Posto assolutamente da vedere. Dopo due ore e mezza torniamo alla macchina e raggiungiamo Killarney, dove finalmente ci decidiamo a mangiare come si deve. Il salmone affumicato del Murphi’s è spettacolare. Peter e la sua famiglia ci ospitano nel loro accogliente B&B, come al solito sono gentili, ormai non ci stupisce più la cordialità di questo popolo.
IV GIORNO – 14 Aprile 2009 KILLARNEY-KLIFFS OF MOHER-DOOLIN I tre figli paciocconi e lentigginosi di Peter sono simpatici, certo, però che pestiferi. Il mattino presto ci svegliano con le loro urla, è ora di alzarsi. Dopo la colazione preparata dalla mamma di famiglia, si parte per le famose Cliffs of Moher. Per raggiungerle scegliamo la strada più breve, che scopriamo essere anche la più cara. Il traghetto che attraversa l’estuario del fiume Shannon e congiunge Tarbet con Killimer ci costa ben 18 euro, per niente economico, ma ormai siamo su, proveremo anche questa esperienza. Lungo la costa attraversiamo in macchina delle baie affascinanti con spiagge affollate di surfisti, come Spanish Point e Lahinch. Proseguiamo per qualche chilometro e finalmente eccole. Le scogliere di Moher sono assolutamente da vedere, forse lo scenario più bello d’Irlanda. Una vista mozzafiato. Rocce di 180 metri a strapiombo sul mare in tempesta, che paura. Io tanta, Andry un po’ meno. Infatti lui si avventura sul sentiero privo di protezione, io lo aspetto al sicuro e per qualche ora ci perdiamo di vista. Forse è destino. Questo è uno spettacolo da godere in solitudine, perdendo lo sguardo verso il nulla all’orizzonte. Attenzione: il percorso è gratuito! Si paga solo per la mostra, ma non ne vale proprio la pena. Verso sera raggiungiamo la piccolissima Doolin, dove nel famoso O’Connor pub abbiamo modo di ascoltare dal vivo la musica tradizionale irlandese e di gustare il Fish&Chips: very good!
V GIORNO – 15 Aprile 2009 DOOLIN-BURREN-KILBEGGAN Lasciamo volentieri il poco accogliente ostello di Doolin e ci addentriamo nel National Park of Burren. Tutti lo descrivono come un affascinante spettacolo lunare. Noi ci mettiamo un po’ a cogliere il fascino di questa distesa desolata di pietre calcaree. Sarà per il tempo (per la prima volta da quando siamo in Irlanda il cielo è completamente grigio), sarà perché ci perdiamo più volte tra le stradine isolate, ma inizialmente il Burren ci delude. Poi torniamo ad orientarci. Cominciamo a sentire l’inebriante profumo che c’è nell’aria e notiamo i fiorellini colorati che stanno sbocciando qua e là tra le rocce. Incrociamo pascoli di mucche e cavalli e questi incontri ravvicinati ci fanno tornare il sorriso. Anche il Burren inizia a piacerci. Anzi: WE LIKE IT! Visitiamo la profumeria più antica del Paese, dove Andry cerca di ritrovare la fragranza che continua a sniffare nell’aria. Forse la trova, o forse è solo convinto di averla trovata; non importa. “The man of Aran” rimarrà per lui un ricordo dei profumi d’Irlanda. Lasciata la profumeria (che per motivi a me ancora sconosciuti abbiamo visitato per ben due volte!), incrociamo finalmente il Poulnabrone Dolmen, vecchio 4.000-4.500 anni. Niente di eccezionale. Sinceramente ce lo aspettavamo più imponente. Ma forse dopo le Cliffs of Moher ogni spettacolo ci sembrerà deludente. Comunque è da vedere. Gli altri siti, come il Forte e le Alliwee Cave, sono a pagamento. Quindi valutiamo che è giunto il momento di lasciare il Burren. Ci dirigiamo verso Kilbeggan, nel centro dell’Irlanda. L’intenzione è quella di visitare l’antica distilleria di Whiskey Locke’s, ma sono già le 17, forse non faremo in tempo. Invece ci riusciamo per un pelo, fiu. Il museo chiude alle 18 e ci dicono che per visitarlo un’ora è più che sufficiente. In effetti è così. La fabbrica non è più in funzione, ma conserva quasi intatta la struttura originale ed è possibile scoprire tutte le fasi di lavorazione della famosa bevanda irlandese. Carina. Una meta simpatica per gli amanti del Whiskey. Ovviamente la visita si conclude con un assaggino (uno solo Andry…furbacchione!). A Kilbeggan troviamo un B&B tranquillo e molto confortevole. Concludiamo la giornata con l’ennesimo 2-1. Decido che è meglio smettere di giocare a biliardo, perdo sempre per un pelo.
VI GIORNO – 16 Aprile 2009 KILBEGGAN-DUBLINO È ora di raggiungere la capitale. Da Kilbeggan si arriva piuttosto in fretta, ma in città ci troviamo immersi nel traffico. Catapultarsi a Dublino dopo essere stati circondati per sei giorni solo da campi e bestiame è spiazzante. Per un attimo rimpiangiamo le distese di nulla che ci hanno accompagnati fin qui e pensiamo di scappare. La tentazione è forte, ma non possiamo lasciare l’Irlanda senza aver visto il Trinity College e la St Patrick’s Chatedral. Capiamo subito, però, che un giorno sarà più che sufficiente. In effetti le Cattedrali, l’Università, i ponti vecchi e nuovi e le piazze circondate dalle case in stile georgiano con porte colorate annesse, sono tutti ravvicinati e si trovano in centro. In un pomeriggio riusciamo a visitarli a piedi in totale tranquillità. In serata facciamo anche una capatina al Temple Bar, il giovane e vivace quartiere dei pub, dove gli artisti di strada e la musica dal vivo fanno da padroni. Saltiamo il Guinness Sthorehouse, ce lo hanno sconsigliato e abbiamo già visitato la distilleria di Whiskey.
VII GIORNO – 17 Aprile 2009 DUBLINO-POWERSCOURT-DUBLINO Oggi facciamo una gita fuori porta a Powerscourt, poco distante da Dublino (circa 30 minuti), dove ci sono una villa con giardini e una cascata. Visitiamo subito la cascata, carina. Qui rincontriamo il simpatico trio milanese, ci perdiamo in chiacchiere tra “compaesani” e alla fine facciamo tardi. I giardini saltano. Non importa, tornati in Italia andremo alla reggia di Venaria. Una siesta al Jhonnie Fox’s pub è d’obbligo. Si tratta di un locale tradizionale, merita sicuramente una tappa. Si trova tra Powerscourt e Dublino, precisamente a Glencullen. È definito il pub più alto d’Irlanda perché si trova in montagna (neanche troppo in alta quota comunque), servono piatti tipici e la sera c’è anche la musica dal vivo (meglio prenotare, è sempre pieno). L’atmosfera è veramente particolare e caratteristica. Soddisfatti e con le pance piene torniamo in città. Un po’ di relax e poi dritti al Temple Bar per trascorrere l’ultima serata. Quattro salti a ritmo di musica e le ultime Guinness in compagnia sona la giusta conclusione della nostra vacanza.
VIII GIORNO – 18 Aprile 2009 DUBLINO-CUNEO Alle 15.30 il volo Dublino-Cuneo ci riporterà a casa. Gironzoliamo per l’ultima volta in città, questa volta con la macchina, e salutiamo l’Irlanda. Goodbye. È un arrivederci, si spera. Come sempre alla fine di un viaggio. La terra dei trifogli, con i suoi paesaggi, per il momento ancora incontaminati, ci è proprio piaciuta. Anzi: WE LIKE IT!!! Come disse però qualcuno che viaggiò parecchio “la felicità non è reale se non è condivisa” (Into the Wilde, Nelle Terre Selvagge). P.S. Un ringraziamento speciale al “capo” di Andry che con le sue dritte ci ha permesso di visitare posti spettacolari. Thanks.
TOTALE KM: 1.300 MIGLIOR POSTO: Kliffs of Moher sicuramente, ma anche il faro della Hook Peninsula e i Parchi Nazionali, in generale tutta la natura PEGGIOR POSTO: forse nessuno…è tutto fantastico…il consiglio però è di evitare le cittadine più grandi e immergersi nei posti isolati e sperduti in mezzo alla natura FAUNA LOCALE: mucche, pecore e cavalli si incontrano facilmente in tutto il Paese (a volte anche nelle città!) SCELTA AZZECCATA: non prenotare i B&B dall’Italia, se ne trovano un sacco, accoglienti e a buon prezzo (quelli a gestione familiare sono ideali per entrare in contatto con le abitudini e le usanze della popolazione locale) SCELTA SBAGLIATA: non prenotare la macchina dall’Italia, per evitare spiacevoli sorprese meglio farlo in anticipo COSA MANGIARE: il pesce in generale è freschissimo (buono il salmone affumicato), ma anche le carni (quasi sempre di allevamento locale), ovviamente gustati nei pubs e accompagnati dalla Guinness VOTO AGLI IRLANDESI: 10 (e lode!!!) Buon Viaggio a tutti, da Anto&Andry (per info e consigli pikkettine@libero.it)