La mia Norvegia
MEZZO: Camper Catamarano 5 posti VENERDI’ 27 GIUGNO 2008 ORE 14,00 Ci siamo. Tra poche ore ritireremo il nostro camper,affittato lo scorso gennaio e partiremo per la Norvegia. Da mesi non parliamo d’altro e abbiamo cercato di organizzare al meglio questa vacanza che già si preannuncia come una delle più belle. Finora abbiamo sempre trascorso le nostre vacanze tra Trentino e Tirolo, perché amiamo la montagna in ogni sua forma e ci piace tantissimo il contatto con la natura, quindi non ci è mai pesato tornare tutti gli anni nei soliti posti anche se fa tanto “pensionati”! Quest’anno,però,abbiamo voluto cambiare e dopo tante vacanze “normali”ci siamo detti che era ora di un po’ d’avventura. Così viaggeremo per 15giorni attraverso Austria,Germania,Danimarca e Svezia fino ad arrivare alla nostra mèta. Inutile dire che sono felicissima: accarezzavo da tempo l’idea di poter visitare la Norvegia e questo, per me, è davvero un grande sogno che si sta per realizzare! ORE 16,30 Eccoci qua. Il camper è finalmente a casa nostra. Ci diamo da fare per caricare velocemente le nostre cose e non è un problema sistemare tutto perché il camper è omologato per 5, mentre noi siamo solo in tre. Dal momento che il nord Europa è carissimo e noi staremo via diversi giorni, riforniamo il frigo di un po’ di tutto:affettati sottovuoto,uova,pomodori ancora verdi,frutta,yogurt,salsicce,formaggi,wurstel e qualche bistecca nella celletta del freezer. Poi ovviamente pasta,tre confezioni d’acqua,scatolette varie,caffè,latte a lunga conservazione e brioche e biscotti che serviranno per la colazione. La cassetta del pronto soccorso è ben fornita, ma speriamo di non averne bisogno. I borsoni sono pieni d’indumenti per ogni evenienza e insomma ce l’abbiamo messa davvero tutta per organizzarci al meglio. Boh,avremo preso tutto?? Ripeto mentalmente la lista delle cose come un Padrenostro mentre Claudio carica le canne da pesca,il tavolino,le sedie,il piccolo barbecue e tutto quello che ci può ancora servire per questo nostro lungo viaggio e poi chiude con colpo secco il portellone del garage del camper. Ci guardiamo in giro e controlliamo un’ultima volta se manca qualcosa,ma alla fine penso che non sarà di certo uno spazzolino da denti lasciato a casa a rovinarci la vacanza! Diamo ancora una controllata,un’occhiata alle imposte ormai chiuse di casa nostra e via: si parte! ORE 19,45 Imbocchiamo il casello di Fano e notiamo con piacere che c’è pochissimo traffico. Questo è uno dei grossi vantaggi del fare le vacanze a fine giugno. Ci fermiamo dopo neanche mezz’ora e facciamo una sosta in un autogrill per mangiarci un panino. Fa caldo e non vediamo l’ora di lasciarci alle spalle tuta questa umidità,così non perdiamo tempo e ripartiamo subito. Ci fermiamo di nuovo alle 23,30 per fare gasolio e io ne approfitto per preparare i letti e andare a dormire. Claudio riparte e anche se non è semplice adattarsi ad un letto che balla,ci provo. Guida fino all’una e mezza con Alessio che gli fa compagnia e quando si ferma siamo ormai a 15km dal Brennero:la prima tappa della nostra lunga tabella di marcia.
SABATO 28 GIUGNO 2008
Sono le 8,40 e siamo fermi in un parcheggio. Mi sveglio riposata nonostante tutto e armeggio subito nel piccolo bagno per darmi una rinfrescata,poi metto finalmente il naso fuori dal camper per dare un’occhiata. L’aria è fresca e si sta benissimo ,il caldo afoso è rimasto a Fano e mi godo ogni respiro che faccio. Attorno a noi le montagne fanno da cornice a bellissimi boschi e vedo pure una chiesetta col classico campanile a”cipolla”. Accidenti. Siamo già in Austria! Claudio ha guidato mentre io e Alessio dormivamo e non ci siamo accorti di essere così avanti. Ripartiamo dopo le nove,ma troviamo subito un po’ di traffico. Mancano esattamente 848km ad Amburgo che è la nostra prossima tappa,ma tutto sommato non ci pesano. Adesso stiamo cominciando a sentirci davvero in vacanza e tutto ci piace. …anche la coda per lavori che troviamo nei pressi di Rosenheim,appena varcato il confine con la Germania! Per fortuna è solo un breve tratto e il nostro viaggio prosegue tranquillo fino a Monaco. Più avanti troviamo ancora qualche coda ma proseguiamo abbastanza scorrevolmente. Verso mezzogiorno ci fermiamo per pranzare e prendere una boccata d’aria,dopo un’oretta ripartiamo ma ci fermiamo un’ora e mezza dopo perché Claudio ha bisogno di riposare. Ne approfittiamo tutti:facciamo un sonnellino di tre quarti d’ora e ripartiamo. L’autostrada in Germania è un po’ monotona , ma c’è tanto verde spesso interrotto da qualche bel paesino o da immensi campi di grano. Attraversiamo lunghi tratti con enormi piantagioni di luppolo che viene utilizzato nella produzione della birra; cresce in file ordinate,arrampicandosi su appositi sostegni alti diversi metri e per noi che non l’avevamo mai visto è una vera curiosità. Notiamo spesso anche delle grosse turbine eoliche,sono davvero enormi e fa un certo effetto passarci vicino. Alle 21’00 in punto arriviamo ad Amburgo e decidiamo di lasciare l’autostrada per cercare un posto dove cenare;troviamo quasi subito un McDonald’s che per un pasto veloce va più che bene e ci scappa quasi da ridere:hamburger ad Amburgo! Quando lasciamo la città sono le 22’00 passate, ma c’è ancora tanta luce, così riusciamo a vedere il centro in tutta la sua bellezza, anche se solo di passaggio. Passiamo il confine con la Danimarca e ci fermiamo a dormire in un parcheggio lungo l’autostrada a 100km da Kolding. Sono le una e mezza e siamo stanchissimi.
DOMENICA 29 GIUGNO 2008
Sveglia alle 7,30 e via di nuovo. Abbiamo sempre più voglia di arrivare in Norvegia e cerchiamo di macinare più km possibile. Alle 10,10 siamo sul lungo ponte che collega Nyborg a Halsskov ; lo attraversiamo ma al momento di pagare il pedaggio abbiamo qualche problema con la carta di credito. Per fortuna troviamo due casellanti disponibili che ci fanno pagare con la nostra moneta: 44 euro. Alla faccia! Poco più di un’ora dopo attraversiamo anche il ponte Øresund, che collega la Danimarca alla Svezia. E’ bellissimo: per 40 km siamo sul mare e guardiamo estasiati quello che ci circonda. Alla nostra destra,proprio in mezzo al mare,notiamo altre turbine eoliche e saranno almeno 40,la giornata è bellissima e il sole sembra giocare con la superficie dell’acqua, facendola luccicare. Pochi minuti di traversata e siamo a Malmö,in terra svedese. Ci mettiamo pazientemente in coda per pagare il pedaggio e alla fine constatiamo che gli svedesi sono più assassini dei danesi: ben 650 corone che al cambio equivalgono a 71 euro!! Centoundici euro solo per attraversare due ponti. Come inizio vacanza non c’è male! Proseguiamo alleggeriti nel portafogli, ma comunque sempre carichi nell’umore e andiamo verso Goteborg. Fuori dal finestrino, i bei panorami che si susseguono sono più o meno simili a quelli visti fin’ora e io stento ancora a credere di essere qui. Ho desiderato tanto questo viaggio e adesso che siamo quasi arrivati, ancora non mi capacito di essere riuscita a realizzarlo! Verso Helsingborg i panorami diventano più belli e forse un po’ più “nordici”. Il tempo sta peggiorando e il cielo è coperto,ma ci sono comunque 19 gradi. Sono le 12,45 quando ci fermiamo per pranzare e dopo tanto viaggiare ce la prendiamo un po’comoda, preparandoci un pranzo che di nordico a ben poco: piadina,pomodori e salsiccia! Ripartiamo dopo le 14,00 e ci riempiamo gli occhi di tutto quello che vediamo; spazi immensi e verde ovunque. Ci sono delle fattorie che mi ricordano tanto quella di nonna papera e sarebbe bello fare delle foto, ma fermarsi non è possibile perché il tempo è tiranno e la strada da fare ancora tanta. Nel frattempo rispunta il sole e ci regala colori bellissimi;vediamo pure delle mucche che pascolano a pochi metri dal mare. Ormai mancano poco meno di 300km alla Norvegia ma a me sembrano interminabili! Poco prima di Varberg troviamo una lunga coda,sospettiamo che ci sia un incidente perché la polizia ci fa incanalare sul solo lato sinistro e andiamo tutti molto piano. Ma scopriamo che a rallentare il traffico è un cavallo imbizzarrito! E’un bellissimo stallone marrone e si agita nervoso infilandosi tra le macchine,mentre alcune persone cercano inutilmente di calmarlo. Poi, torna sul lato destro della strada e si alza scalciando sulle zampe posteriori, ma perde l’equilibrio e la caduta di schiena è inevitabile. La scena è talmente brutta che non diciamo una parola. Per fortuna si rialza subito e una ragazza(probabilmente la padrona)riesce a calmarlo riportando l’ordine e tutti riprendiamo il nostro percorso. Intanto il tempo peggiora e ci sono 16 gradi. Comincia pure a piovere. Ci fermiamo per fare rifornimento di gasolio e di acqua e verso le 18’00 siamo a Goteborg. Attraversiamo la città,boschi e belle vallate e piano,piano rispunta anche il sole. Alle 19,50 siamo alla frontiera e dopo aver pagato 20 NOK,dieci minuti dopo siamo ufficialmente in Norvegia! Siamo contentissimi ed esultiamo felici,ma la stanchezza comincia a farsi sentire. Verso Skieberg siamo di nuovo in coda e si viaggia a 40km l’ora,ci sono tratti di strada in costruzione e quindi proseguiamo con calma ancora per un po’. Dopo due giorni di viaggio ininterrotto cominciamo a sentire il bisogno di tirare un po’ il fiato e decidiamo di arrivare a Drammen e fermarci lì. Paghiamo 55NOK e attraversiamo la galleria sotto il mare che da Klokkarstua porta a Svelvik e dopo circa 25 km arriviamo a destinazione. Giriamo un po’ per questa bella cittadina quasi deserta prima di fermarci in un camping in riva al mare. Sono le 23,00 e il cielo sta imbrunendo adesso!
LUNEDI’ 30 GIUGNO 2008
Ci svegliamo alle 8.00 ma io ho dormito male. Stanotte i gabbiani hanno fatto parecchio rumore,strillando e passeggiando sul tetto del camper. Se poi ci si aggiunge anche la stanchezza del viaggio,facciamo tombola! E’la prima volta che faccio l’esperienza del camper e devo dire che a parte la sensazione “d’inscatolamento” iniziale,è molto divertente. Certo,è una vacanza in cui bisogna mettere un po’ in secondo piano le solite comodità, ma con un minimo di organizzazione si sta davvero bene. E poi adesso siamo finalmente in Norvegia e da qui in poi inizia il bello della vacanza,quindi è con questo pensiero che mi faccio una bella doccia e sto subito meglio. Io e Claudio decidiamo di fare due passi mentre Alessio resta a dormire. E’una bella giornata e vogliamo fermarci qui fino a stasera. Passeggiamo un po’e ne approfittiamo per andare a pagare il campeggio e farci mandare dall’Italia,tramite fax,il libretto di circolazione del camper perché ci siamo accorti che la signora dell’autonoleggio ha dimenticato di darcelo. Spieghiamo,col nostro povero”inglese maccheronico”,la situazione alla signora del campeggio che gentilissima ci aiuta subito e pochi minuti dopo abbiamo il fax con la copia del libretto mancante. Non è come avere l’originale e probabilmente non va nemmeno bene,ma piuttosto che niente…! Speriamo solo che non ci fermi nessuno e incrociamo le dita! Paghiamo 160NOK per il campeggio e torniamo al camper dove nel frattempo Alessio si è alzato e i miei uomini decidono che è ora di provare le canne da pesca. Abbiamo il camper parcheggiato a pochi metri dalla riva e passiamo lì il resto della mattinata. Ma dopo diversi tentativi e parecchie alghe,un po’amareggiati,si decidono a lasciar perdere. Il tempo cambia di continuo poi,verso l’una rispunta il sole,il cielo si rischiara e la giornata diventa di nuovo bella. Pranziamo all’aperto,inaugurando il nostro piccolo tavolo rosso, ci godiamo un po’ di riposo e passiamo il pomeriggio in ozio totale tra parole crociate,passeggiate e magri tentativi di pesca. Il campeggio è pieno di gabbiani,passerotti,anatre e persino una stupenda coppia di cigni coi loro quattro piccoli passeggia tranquilla a pochi metri dal nostro camper. È davvero un posto incantevole e resteremmo qui ancora, ma dopo cena cominciamo a raccogliere le nostre cose perché è ora di muoversi. Ci mettiamo in viaggio per Heddal ,vicino a Nottoden,dove c’è la più grande delle 28 chiese lignee di tutta la Norvegia e quando me la ritrovo davanti resto senza parole. Arriviamo che sono le dieci e mezza passate,ma il cielo è chiaro come da noi alle otto di sera:non vola una mosca e c’è un silenzio quasi surreale. La chiesa è bellissima ed ha un che di fiabesco e di lugubre allo stesso tempo. Sulla mia guida “Lonely Planet”leggo che è stata costruita nel 1242 e mi sembra impossibile che dopo quasi 800 anni sia arrivata tutta intera fino a noi. Ne ammiro ogni dettaglio e faccio diverse fotografie perché voglio portare a casa almeno qualche piccola immagine di questa chiesa che trasuda storia in ogni pezzo che la compone. Non so quante volte l’ho vista in foto,ma vederla dal vivo è davvero una grande emozione. Si. Adesso comincio finalmente a realizzare dove sono. Facciamo un ultimo giro attorno alla chiesa e quasi abbiamo paura di disturbare, tutto questo silenzio ha un che di magico e sembra quasi averci portati in un’altra dimensione. Do un’ultima occhiata al bellissimo tetto,alle piccole tegole,ai stupendi intarsi che incorniciano la porta e al cimitero che c’è accanto, con una signora intenta a riordinare una tomba. Scatto un’ultima “foto” con gli occhi,per imprimere bene nella mente ogni dettaglio di questa fantastica costruzione e poi,un po’a malincuore,ritorno con gli altri al camper. Ripartiamo e imbocchiamo la E134 attraversando una zona stupenda:ci sono boschi immensi, intervallati da bellissimi laghi e tante casette che sembrano uscite da una scatola di “lego”. Ci fermiamo un’ora dopo,nei pressi di Vinje,per passare la notte,ma è ancora chiarissimo. Parcheggiamo il camper vicino ad un bellissimo lago e cerchiamo di dormire.
MARTEDI’ 1 LUGLIO 2008
Sveglia alle 7,00. Abbiamo avuto una nottata un po’ movimentata perché la temperatura è scesa a ben 4 gradi e ad un certo punto è stato necessario accendere il riscaldamento. Facciamo una veloce colazione e ci rimettiamo in strada perché abbiamo sempre più voglia di vedere i mitici fiordi e riprendiamo la E134. Passiamo a fianco di laghi semi ghiacciati,muri di neve alti un paio di metri e rimaniamo attoniti dallo spettacolo continuo che la natura ci offre. A Skare lasciamo la E134 e proseguiamo ma,a Odda,ci fermiamo per fotografare e filmare due enormi e stupende cascate . Arriviamo a Kinsarvik poco dopo le 13,00 ,in tempo per prendere il traghetto delle 13,45che ci Porterà a Kvanndal. Il traghetto non è grandissimo ma fa comunque un certo effetto vedere la sua grande prua aprirsi come un’enorme bocca per permettere ai vari mezzi di salire. Una volta a bordo lasciamo subito il camper impazienti di vedere finalmente l’acqua del mare dall’alto dei vari ponti e l’esperienza è davvero emozionante: siamo sull’Hardangerfjord e quando siamo in mezzo al fiordo non abbiamo abbastanza occhi per guardare! Anche se il cielo è un po’coperto,ci godiamo comunque ogni minuto della traversata e io non posso fare a meno di provare un pizzico d’invidia per quelle persone che possono permettersi di fare una crociera in questi fantastici posti, perché visti dal mare sono davvero incredibili. Sbarchiamo e proseguiamo per Bergen,dove arriviamo in serata. Lasciamo il nostro camper insieme ad altri in un parcheggio molto tranquillo proprio dietro al Bryggen, che normalmente sarebbe a pagamento e non per i camper,ma un signore tedesco c’informa che è gratuito solo per oggi,purchè ci si sposti presto l’indomani mattina quando verranno a fare dei lavori di manutenzione. Poco dopo arriva un camper di italiani e sono le prime persone con cui possiamo chiacchierare un po’nella nostra lingua da quando siamo partiti! E’una simpatica famiglia di Como e parcheggiano vicino a noi. Sarebbe ora di cena, ma siccome abbiamo pranzato tardi,decidiamo di andare subito a visitare il Bryggen,il famoso porto vecchio, e mangiare qualcosa più tardi. Sono impaziente e devo dire che quando mi ritrovo a passeggiare proprio sotto le vecchie casette colorate ho un nodo in gola:ho consumato interi depliant a furia di sfogliarli e rendermi conto all’improvviso di poter toccare con mano quello che fin’ora avevo solo sognato è un’ emozione indescrivibile! Ammiriamo i vecchi magazzini, un tempo occupati dai commercianti tedeschi della Lega Anseatica e ora diventati negozi di souvenir. Sfioro ogni dettaglio con lo sguardo e cerco di assaporare ogni secondo prezioso di questo momento, ma quasi non mi godo appieno quello che vedo perché la mia emotività sta viaggiando a tremila e devo fare del mio meglio per contenerla! C’è poco da fare. Quando Dio l’ha distribuita,con me non ha fatto economia! Girelliamo ancora un po’e c’intrufoliamo tra una casetta e l’altra scoprendo che ci sono negozi anche sul retro. Una cosa che colpisce molto, appena si arriva al Bryggen,è la pendenza delle varie costruzioni che è dovuta all’esplosione di una nave olandese carica di munizioni,accaduta nel 1943. Da allora, le belle casette sono tutte un po’inclinate e questo le rende ancora più affascinanti perché a dispetto del tempo che passa ,imperterrite, continuano a restare in piedi! Mi piace da morire questa loro linea un po’sbilenca che resterei qui ancora per chissà quanto tempo,ma purtroppo si avvicina l’ora di tornare al camper, quindi m’affretto a comperare alcune cartoline e poi rientriamo per cenare. Dopo, andiamo tutti a dormire presto,perché la giornata è stata lunga e la stanchezza è tanta. Ma quando chiudo gli occhi, mi sembra che un piccolo porto e le sue allegre casette siano ancora lì davanti a me!
MERCOLEDI’ 2 LUGLIO 2008
Ci svegliamo presto ma di lavori nel parcheggio non c’è nessuna traccia. Ci prepariamo comunque a sgomberare e proprio mentre stiamo per andarcene arriva una vigilessa a dirci che entro dieci minuti dobbiamo lasciare libero il parcheggio. Ce ne andiamo subito via e troviamo un altro parcheggio dalla parte opposta della città, dove lasciamo il camper per incamminarci di nuovo verso il Bryggen. Dobbiamo fare un po’di strada prima di arrivarci, ma non ci pesa affatto perché la città è molto graziosa e la giornata è splendida:il cielo è azzurro e limpido,c’è un bellissimo sole e ci sono 25 gradi. Non potremmo desiderare di più. Quando arriviamo facciamo subito una tappa al Torget ,curiosissimi di vedere il famoso mercato del pesce. Devo dire che me l’aspettavo un po’ più grande,ma non sono per niente delusa: ci sono diverse bancarelle che vendono pesce,altre che vendono degli invitanti panini ai gamberetti poi frutta,fiori e souvenir. Naturalmente siamo attirati dal pesce e subito uno dei tanti ragazzi italiani che studiano e lavorano qui con il progetto Erasmus,cerca di attirare la nostra attenzione. Ha capito che siamo italiani e attacca bottone senza lasciarci più! Ci fa assaggiare diverse qualità di salmone e anche la balena; alla fine,un po’ perché è tutto buonissimo e un po’ perché il ragazzo è simpatico,spendiamo ben 330NOK per 4 confezioni di salmone che gentilmente accetta di tenere in custodia finchè passeggiamo. Facciamo qualche foto al piccolo mercato,soffermandoci sulle bancarelle del pesce perché ci sono delle chele di granchio reale davvero gigantesche e saranno lunghe almeno come il mio braccio! Tra tante cose vedo una bancarella che vende pelli di animali e riconosco quella di un lupo, di una foca e di una volpe; ma a quella vista il mio cuore animalista sanguina un po’ e mi domando chi possa desiderare un souvenir del genere. Curiosiamo ancora un po’e poi andiamo al Bryggen. Nel rivedere il bellissimo porto vecchio mi emoziono ancora molto e mi sembra quasi più bello di ieri sera. Sarà che la giornata è bellissima ,ma il sole sembra davvero far risaltare tutti i bei colori con cui sono tinteggiati i vecchi magazzini:bianco,giallo e rosso mattone. C’è un po’di gente, ma tutto sommato non c’è tutto quel turismo che mi aspettavo. Poi ripenso che siamo appena ai primi di luglio e quindi è normale che ancora non ci sia tanta confusione. Comperiamo qualche souvenir,scattiamo diverse foto e filmiamo in lungo e in largo ,prima di rimetterci in marcia verso il camper. Passiamo al Torget e ritiriamo il nostro pesce,poi entriamo in una specie di panetteria e acquistiamo dei panini al latte(che non assomigliano per niente ai nostri)e dopo aver camminato per una buona mezz’ora,arriviamo al camper. Propongo di salire sul monte Fløien per vedere Bergen dall’alto,ma Claudio e Alessio hanno troppa voglia di riprovare a pescare,così paghiamo 60 NOK,ci riforniamo d’acqua e usciamo dal parcheggio. Ci fermiamo quasi subito fuori città e troviamo un piccolo posticino appartato a pochi metri dal mare. Pranziamo preparandoci delle ottime pennette con la panna e il salmone appena comperato e tiriamo fuori le canne da pesca. Passiamo il pomeriggio in totale tranquillità, con loro che pescano e io seduta vicino a leggere un libro,ma a parte qualche alga, di pesci non si vede nemmeno l’ombra! Facciamo anche la conoscenza di un simpatico norvegese che ci offre degli scampi per pescare e delle dolcissime fragole;dopo di lui arriva anche una coppia sulla cinquantina che cerca in tutti i modi d’interagire con noi,nonostante il nostro inglese sia davvero pessimo! Rimangono a farci compagnia per una mezz’oretta e poi ci salutano. Ma insomma, chi l’ha detto che i nordici sono freddi?? Qui sono tutti di una simpatia contagiosa! Dopo cena Claudio e Alessio riprovano a far lavorare le loro canne e io li lascio a divertirsi. Mi faccio una camomilla calda e nonostante il sole sia ancora alto,me ne vado a nanna.
GIOVEDI’ 3 LUGLIO 2008
Stamattina,testardo più che mai, Claudio ritenta ancora(non per niente è del segno del toro!) Ieri sera,lui e Ale, sono stati alzati fino all’una con i soliti risultati e oggi vuole a tutti i costi prendere almeno un pesce! Spero di non dover finire le vacanze su questa piccolo fazzoletto di terra,quindi tiro un bel sospiro di sollievo quando alla fine un pesce rimane impigliato nel suo amo e lui esulta contento! E’ piccolo e non siamo sicuri di cosa sia,così lo congeliamo per portarlo a casa. Alle 9.30 ne ha decisamente abbastanza e togliamo finalmente le tende. Ci mettiamo in viaggio sulla E39 e nel pomeriggio arriviamo a Ytre Oppedal,dove prendiamo il nostro secondo traghetto in direzione di Lavik:questa seconda esperienza sul mare è molto più entusiasmante della prima perché è una bellissima giornata e il sole illumina tutti gli stupendi colori che abbiamo attorno. Ci sfoghiamo con la macchina fotografica e la telecamera,ma per quanto si possa fotografare o filmare è quasi impossibile rendere l’idea di ciò che ci sta circondando in questo momento. Stiamo traghettando sul Sognefjorden ed è uno spettacolo indescrivibile! Saliamo sui ponti più alti per godere il più possibile di questi stupendi panorami, ma arriva presto l’ora di scendere e ci affrettiamo a risalire sul nostro camper per sbarcare. Appena tocchiamo terra cerchiamo subito un distributore per rifornirci d’acqua, poi riprendiamo la E39 e facciamo ancora un po’ di strada, per poi fermarci nei pressi di Torvund,su una bella spiaggetta. L’acqua è limpida e invitante e Alessio va subito a bagnarsi i piedi,ma è talmente fredda che un secondo dopo ha di nuovo le scarpe hai piedi! Insieme a Claudio riprova a pescare e finalmente ecco i primi risultati : al primo lancio Claudio riesce a far suo uno sgombro e poco dopo fa anche il bis! Alessio tenta e ritenta ma non gli riesce di prendere niente e si avvilisce un po’. Poi,per ironia della sorte, perde pure il suo amo! Io,intanto,ne approfitto per raccogliere qualche bel sasso da portare a casa e abbronzarmi un po’ perché ci sono 28 gradi e si sta benissimo. Ce ne stiamo tranquilli fino alle 17,00 e poi riprendiamo la strada,ma non prima di aver raccolto un bel sacchetto di cozze che praticamente sono tutte attaccate ai sassi in riva al mare. Costeggiamo il fiordo,sempre sulla E39,poi a Moskog imbocchiamo la 5,continuando a filmare i bei panorami che via, via ci appaiono davanti. Il contrasto mare-montagna è davvero unico. Quello che più ci lascia sconcertati è il fatto di non riuscire a dare le giuste misure a quello che vediamo;è tutto quasi troppo grande per i nostri occhi! Ed e’tutto talmente bello che ci fermiamo a dormire in zona,poco fuori Klakegg,in un posto da fiaba in mezzo alle montagne. Siamo fermi proprio in una gola,con tanto di ruscello e cascatelle. Oltre a noi c’è solo un altro camper di tedeschi e sinceramente sono contenta di avere un po’ di compagnia in un posto così sperduto. Claudio si da subito da fare con il barbecue e in pochi minuti, gli sgombri pescati nel pomeriggio fanno una degna fine. Ceniamo fuori e saziamo sia stomaco che occhi perché ci rendiamo conto di essere capitati in un posto davvero incredibile,completamente fuori dal mondo. Guardo la nostra tovaglia a scacchi,i piatti di plastica e i nostri tre bicchieri scompagnati e mi viene da pensare che sono molto più belli di quelli di un ristorante a cinque stelle. Non cambierei questo luogo e questo momento con niente al mondo! Mentre mangiamo osserviamo delle pecore sul costone di fronte a noi che fino ad un attimo prima avevamo scambiato per sassi:un altro scherzo degli occhi e della vastità degli elementi circostanti. Restiamo fuori per parecchio anche se la temperatura sta scendendo e fa freddino. A mezzanotte c’è ancora il sole ,ma noi riusciamo a vederne solo qualche raggio perché è coperto dalle montagne. Claudio e Alessio tirano fuori per l’ennesima volta le canne da pesca e affondano i loro ami nel ruscello che c’è accanto a noi,ma non prendono niente. Finalmente, a mezzanotte e mezza si arrendono e andiamo tutti a dormire.
VENERDI’ 4 LUGLIO 2008
Ci svegliamo alle 8,00 col camper che dondola. Ma cos’è?? Apro piano una persiana e subito un bel musone nero fa cucù da dietro il vetro! Ne apro un’altra e idem come sopra! Siamo circondati dalle mucche che annusano tutto il camper e sbirciano dentro alle finestre. Le curiosone ci girano attorno per diversi minuti,poi passano a sbirciare nel camper dei nostri vicini tedeschi. Osserviamo ridendo la scena,poi io e Ale scendiamo dal camper per poterle avvicinare , ma di farsi accarezzare non ne vogliono proprio sapere. Alla fine,soddisfatte, si allontanano in direzione del ruscello dove altre loro amiche se ne stanno a oziare. Sono davvero buffe e le osserviamo ancora per un po’prima di rientrare al camper e farci una bella doccia; Claudio intanto si dà da fare con le cozze raccolte il giorno prima, preparando un ottimo sugo che servirà per il pranzo. Quindi tiriamo i “remi in barca”e ripartiamo. Destinazione: Geiranger! Riprendiamo la E39 che passa vicino al ghiacciaio Jostedalsbreen,ma ci accorgiamo che da dove siamo non potremo vederlo. Bisognerebbe tornare a Fiærland ma significherebbe allungare il percorso di 120 km tra andata e ritorno,quindi, a malincuore continuiamo per la strada presa fino ad arrivare a Byrkjelo, dove imbocchiamo la 60. Ci fermiamo a Olden per fare il pieno e un po’ di spesa e io ne approfitto per cercare un bel maglione coi tipici disegni norvegesi Lo sto cercando da quando abbiamo messo piede in Norvegia ma tutti quelli che ho visto,oltre ad essere molto belli sono anche molto cari! Entro in un negozio di souvenir e guardo, ma anche qui ci vogliono circa 1500NOK per averne uno decente. Mi rassegno e penso che per ricordo mi accontenterò del solito “troll”,pazienza. Abbiamo davvero una gran voglia di arrivare a Geiranger e continuiamo a viaggiare senza sentire il peso dei km. A Strin lasciamo la 60 e prendiamo la 15 fino a Langevatn. Poi prendiamo la 63. Fa tanto caldo e quasi stentiamo a crederlo. Ad un certo punto la strada comincia a salire,percorriamo tre gallerie e ci ritroviamo sul Passo Dalsnibba,a 1400 metri sul livello del mare. Alla nostra sinistra c’è un lago pieno di blocchi di ghiaccio che galleggiano e le montagne che si specchiano nell’acqua sono tutte spruzzate di neve, mentre ai lati della strada ce ne sono diversi centimetri. La giornata è bellissima ed è impossibile non fermarsi almeno un attimo. Scattiamo foto su foto,filmando in tutte le angolazioni questo posto incredibile e fa un effetto davvero strano stare in canottiera in mezzo alla neve! Alcune persone hanno lasciato il segno del loro passaggio facendo delle piccole piramidi di sassi; anche Alessio ne vuole fare una e si arrampica sulla grossa roccia dove sono disposte per costruire la sua, poi comincia a tirare palle di neve a Claudio che sta subito al gioco e non so chi sia più bambino tra i due! Mi gusto l’allegria del momento e li osservo divertita: doveva essere solo una breve pausa,invece non riusciamo più a partire! Il posto è fantastico e noi non abbiamo mai visto scenari così belli…la natura,a volte,è davvero sbalorditiva. E qui ti schiaccia letteralmente con la sua imponente bellezza. Riprendiamo la strada con gli occhi ancora pieni di quelle stupende immagini e più andiamo avanti più i panorami si fanno spettacolari:cascate,ruscelli,boschi,cime innevate,ancora cascate…non facciamo a tempo a fermarci per una foto che dopo neanche mezzo km dovremmo fermarci un’altra volta. Poi,all’improvviso,ci appare il fiordo di Geiranger. Lo vediamo dall’alto in tutto il suo splendore e per quante volte l’ho visto in foto,non c’è depliant che possa preparare ad un’emozione così grande. Una stretta lingua di mare si fa strada in mezzo alle montagne per dare vita ad uno dei fiordi più belli di tutta la Norvegia. C’è pure una nave da crociera ancorata nel mezzo ed è la classica ciliegina sulla torta. Lentamente sta ripartendo e il fumo dei suoi enormi camini crea un’immagine ancor più surreale. E’davvero fantastico e ci domandiamo se quello che stiamo vedendo sia soltanto un sogno. Sono le cinque passate e decidiamo di fermarci qui:per oggi basta viaggiare. Paghiamo155NOK ed entriamo nel piccolo camping in riva al fiordo. Diamo subito un’occhiata per vedere se c’è qualche targa italiana,ma come al solito ci sono solo intrepidi vecchietti tedeschi che con i loro camper e le loro roulotte occupano quasi tutto il campeggio. Ci sistemiamo tra due camper e ceniamo all’aperto,senza smettere un secondo di guardarci attorno, perché il posto è davvero incredibile. Dopo cena affittiamo una barchetta a remi nel porticciolo di fronte al campeggio ed è praticamente un guscio di noce, ma per noi tre va più che bene. Per un’ora e mezzo ce ne stiamo in mezzo all’acqua ,con Claudio e Ale che tentano di pescare e io che mi guardo in giro estasiata. Ci sono i soliti gabbiani che col loro allegro schiamazzare svolazzano qua e là, insieme ad alcune beccacce di mare. Quest’ultime hanno bellissime ali, metà bianche e metà nere, con dei lunghi becchi rossi e i loro richiami si confondono con quelli dei gabbiani. Non le avevo mai viste e non mi stanco di osservare le loro evoluzioni. Tento anche di fotografarle,ma col rollio della barca e la macchina fotografica che non ha lo zoom,so che non verrebbe fuori niente . Non importa,guardarle è una bella emozione comunque. Alle 21.00 riportiamo la barchetta senza aver pescato nulla e torniamo al camper notando che finalmente non siamo più gli unici italiani. Infatti facciamo la conoscenza di una coppia di pensionati di Bari con cui scambiamo qualche informazione . Ci dicono che ci sono dei battelli che portano i turisti a fare il giro del fiordo per vedere le famose cascate,così ci diamo un mezzo appuntamento per la mattina dopo e ci salutiamo. Stasera niente ore piccole e alle 23,00 siamo già tutti a letto.
SABATO 5 LUGLIO 2008
Mi sveglio alle 8,00 ma il resto della truppa dorme ancora beatamente. Faccio colazione all’aperto e mi diverto a sbriciolare biscotti ai passerotti che per nulla spaventati si avvicinano fino ai miei piedi. Anche oggi è una bellissima giornata e mi godo la pace che c’è. Ne approfitto anche per aggiornare il mio diario di viaggio, poi butto giù dal letto i due poltroni. Verso le 10,30 siamo tutti pronti e andiamo all’ufficio informazioni per vedere a che ora partono i battelli. Il prossimo è alle 11,30 e noi ci prenotiamo pagando 315NOK. Passiamo l’ora d’attesa chiacchierando con la simpatica signora dell’ufficio e comperando gli ultimi souvenir,poi ci avviciniamo al punto d’imbarco ma dei due baresi nessuna traccia. Pazienza. Il piccolo battello arriva puntuale e sono un po’ perplessa nel vedere tutta la gente che dovrà salire a bordo: ci staremo tutti? In effetti siamo un po’ stipati,ma riusciamo comunque a conquistarci un posto sul ponte con un’ottima visuale. Per un’ora e mezza ce ne stiamo col naso per aria, inghiottiti dalla natura e da tutto ciò che vediamo;come le tre stupende cascate i cui nomi ho letto decine di volte:le “Sette sorelle”,il Velo di sposa”e il “Pretendente”. Facciamo tante foto e filmiamo ,cercando di riprodurre ogni minimo dettaglio e devo dire che le nostre macchinette non hanno mai lavorato così tanto come in questi giorni. Ma chissà se ci sarà almeno una foto in grado di rendere giustizia a questi posti meravigliosi! E a proposito di foto,quando scendiamo dal battello non resisto e mi faccio fotografare abbracciata ad un gigantesco troll messo vicino al punto d’imbarco. Mi appoggio sulla sua manona destra e gli arrivo a malapena sotto il naso! Torniamo al camper e Claudio scarica le foto sul pc portatile,così vediamo subito gli scatti appena fatti:le foto sono venute bene e i colori sono belli,anche perché la giornata è molto assolata e ci sono 28 gradi. Siamo stati davvero fortunati, perché da quando abbiamo messo piede in Norvegia il sole non ci ha lasciati un attimo! Oggi,poi, fa davvero caldo e poco lontano dal camper vediamo perfino dei bambini tuffarsi da un moletto. Ma solo a guardarli rabbrividisco:qui l’acqua non supera i 14 gradi!! Alle 17,00 decidiamo di lasciare Geiranger e la sua incantevole bellezza e ci mettiamo in viaggio per Ålesund. Stiamo salendo sulla 63 che percorriamo fino a Eidsdal, dove prendiamo il nostro terzo traghetto che per 78 NOK,ci porta a Linge. Una volta sbarcati c’immettiamo subito sulla 650 e costeggiamo il Norddalsfjorden e lo Storfjorden, con il sole che fa luccicare l’acqua di un bel azzurro intenso e un panorama da fiaba dietro l’altro. I bordi della strada sono pieni di bellissimi fiori di lupino selvatico che variano dal rosa al bianco, al lilla,al viola e blu. E sono talmente fitti che pare impossibile siano cresciuti spontaneamente. Non possiamo fare a meno di fermarci spesso per ammirare dall’alto la bellezza dei fiordi ;ogni curva è un’emozione che si aggiunge , ogni angolo una piccola scoperta. Ci avevano detto che la Norvegia è bellissima,ma vederlo e constatarlo di persona è quasi sconvolgente. Tra un panorama e l’altro,arriviamo ad Ålesund che sono ormai le 22,30. Il cielo è un po’coperto a ci sono 8 gradi,quindi frugo nei borsoni alla ricerca di pile e felpe per coprirci, perché fa davvero freddo. Facciamo un po’di spesa e cerchiamo subito il campeggio,ma non è ben segnalato e lo troviamo con qualche difficoltà,anche perché non è molto grande e rimane fuori città. Parcheggiamo all’interno e cerchiamo qualcuno per pagare ma è tardi e a parte una coppia di tedeschi che si sta montando la tenda ,sono tutti a dormire. Ci sono tante piccole casette bianche e sono le tipiche “hitter”che vengono affittate ai turisti, pochissimi camper e qualche roulotte. E’ mezzanotte e mezza e c’è una luce incredibile: siamo costretti a tappare ogni buco per avere almeno un po’di penombra e cercare finalmente di dormire.
DOMENICA 6 LUGLIO 2008
Sveglia alle 8,30. Stamattina poltriamo un po’ di più e dopo una bella doccia e una buona colazione,facciamo il punto della situazione. Decidiamo di passare la giornata visitando il famoso Parco dell’Oceano Atlantico e poi la città. Quindi torniamo alla reception per pagare e stavolta troviamo un ragazzo gentilissimo che ci regala alcuni depliant su Ålesund e sull’acquario che stiamo per andare a visitare. Paghiamo 150NOK e ci dirigiamo verso l’acquario passando per la città e io riconosco subito il lungo canale attraversato da un ponte e i bellissimi palazzi colorati in stile art nouveau, che si ergono sulle due sponde. Ålesund è piccola ma molto, molto graziosa. L’attraversiamo per spostarci a 3 km dal centro,all’estremità occidentale di questa penisola. Parcheggiamo praticamente a due passi dall’entrata e dopo un pranzo veloce a base di pane e affettato ,alle 12,30 siamo dentro. L’acquario è stato costruito in una stupenda posizione perché è direttamente sul mare e proprio in mezzo agli enormi scogli rocciosi che sporgono anche dal pavimento! Paghiamo 300NOK e cominciamo il nostro giro ammirando le grandi vasche,tentando di riconoscere le varie specie che contengono. Osserviamo tutto con curiosità ma siamo impazienti di vedere il grande acquario con 4.000.000 di litri d’acqua, perché alle 13,00 arriverà un sommozzatore e darà da mangiare ai grossi pesci oceanici davanti ai nostri occhi. Lo troviamo quasi subito:ci sono già diverse persone in attesa e naturalmente tanti bambini. Sono tutti biondissimi e talmente belli che dico a Claudio di fare qualche ripresa in più con la telecamera! Osserviamo gli enormi pesci che nuotano placidamente al di là della grande vetrata e dopo dieci minuti di paziente attesa vediamo i pesci spingersi tutti verso l’alto,poi milioni di bollicine riempiono il lato sinistro della vasca e qualche secondo dopo ecco spuntare il sommozzatore. Arriva dal basso e scivola lentamente verso destra, passando davanti ai bambini che ipnotizzati dalla scena, hanno tutti il nasino appiccicato al vetro. Li saluta con la mano,uno per uno,poi si spinge più in alto per salutare meglio tutti noi che siamo dietro e mentre fa questo movimento decine e decine di pescioni gli sono addosso! Con lui ha una grossa sacca gialla da cui comincia ad estrarre brandelli di pesce per offrirli a questi bestioni che gli nuotano attorno. La scena è davvero incredibile:ci sono pesci che peseranno oltre 20 kg e si avvicinano a lui docili come agnellini per avere la loro razione di cibo. Lui ci giocherella come se fossero pupazzetti e uno mette addirittura la sua enorme bocca sulla sua maschera! Sembra di assistere ad un bacio appassionato tra i due e i bambini ridono contenti. Lo spettacolo va avanti per un quarto d’ora ,poi il sommozzatore vuota la sacca distribuendo gli ultimi pezzi rimasti,passa di nuovo vicino ai bambini per salutarli,si spinge più in alto,fa un buffo inchino e se ne va seguito da un grosso applauso. Restiamo lì ancora qualche minuto per osservare i grossi pesci e proseguiamo il giro. Ci sono diversi pesci imbalsamati, ma quelli che attirano di più la nostra attenzione sono quelli che vivono nelle buie profondità marine,perché sembrano usciti da qualche film di fantascienza, tanto sono mostruosi! Proseguendo, ci ritroviamo ad uscire sul retro dell’acquario,dove alla nostra destra vediamo una grande vasca con dei tenerissimi pinguini. Di fronte a noi,invece,solo il Mare del Nord in tutto il suo splendore e la sua artica bellezza. Il cielo è un po’coperto e anche se non fa freddo ci sono comunque 16 gradi. Facciamo qualche ripresa e alcune foto,soprattutto ad Alessio che si diverte ad arrampicarsi sulle grosse rocce che sporgono dall’acqua. Sono tante e lui si diverte a saltare da una all’altra, finchè non lo vediamo andare troppo lontano. Lo richiamiamo ed entriamo di nuovo per andare a fare l’esperienza di toccare con mano stelle marine,aragoste e anemoni di mare. In una grande vasca scoperta ci sono delle razze maculate che curiosissime si spingono fino ai bordi e si fanno accarezzare senza paura. Tirano addirittura la testa fuori dall’acqua ,raddrizzandosi,come se volessero vedere meglio. Ammiriamo queste buffe creature,poi finiamo il giro e usciamo dall’acquario. Riprendiamo il camper per tornare in centro e facciamo una breve giro per la città. Mi aspettavo di trovare la stessa vitalità di Bergen, invece c’è pochissima gente in giro e per la maggior parte sono tutti turisti. Cerchiamo una strada che ci permetta di salire e vedere Ålesund dall’alto,ma per quanto facciamo non riusciamo a trovarla e ci dispiace tanto. Lasciamo perdere e andiamo a dare un’occhiata alla grossa nave da crociera che è attraccata in porto questa mattina ; arriviamo davvero molto vicini e vediamo alcune persone che passeggiano sui vari ponti. Solo più tardi scoprirò che a bordo di quella nave c’era un cugino di mia madre,in vacanza dalla lontana America! Il mondo è proprio piccolo a volte! Lasciamo Ålesund e dopo aver attraversato una galleria che passa sotto il mare arriviamo sull’isola di Vigra. Paghiamo volentieri 79 NOK di pedaggio perché l’isola è davvero un sogno. Il tempo è finalmente migliorato: il vento è riuscito a liberare il sole dalle nuvole e il cielo di nuovo azzurro contrasta magicamente con i colori del posto. Ci sono tante casette colorate e dentro alle finestre diversi ninnoli rallegrano i davanzali; alcune hanno il tipico tetto d’erba che serve ad isolare dal freddo nel periodo invernale e sono davvero uno spettacolo. Mi soffermo incantata a guardarne una tutta bianca,con un piccolo portico pieno di vasi di fiori e dietro ad essi, una vecchietta che lavora a maglia. Tutt’attorno immensi prati arrivano quasi a lambire il mare bordando di fiori bianchi la spiaggia, mentre solo pochi metri più in là, alcune mucche pascolano tranquille. Silenzio e pace assoluta. Sembra una scena d’altri tempi e ancora una volta mi viene da chiedermi se tutto questo è davvero reale o se sto facendo un bellissimo sogno. Non ho mai visto posti così belli e una natura così viva e ogni giorno mi stupisco sempre di più di quanto sia incredibile e unica questa terra. Giriamo ancora un po’e ci fermiamo ogni tanto per fare qualche foto,ma le strade sono strette e noi troppo ingombranti,così torniamo piano,piano alla galleria. Dopo averla attraversata paghiamo 70NOK, cerchiamo un posto per passare la notte e si fa per dire, perché qui il sole non va a dormire mai! Ci spostiamo verso Åndalsnes e troviamo un graziosissimo campeggio a Voll,pulitissimo e ben attrezzato per chi ama pescare,tant’è vero che è proprio sul Romsdalsfjorden. Paghiamo 175NOK e parcheggiamo a pochi metri dal mare. Vicino a noi c’è una capannina attrezzata con un grosso tavolo e un lavandino per pulire il pesce e infatti c’è già chi sta pulendo il proprio pescato. Sono due olandesi,padre e figlio,con cui facciamo subito amicizia. Sono molto simpatici a tra una battuta e l’altra, va a finire che ci regalano tre bei pesci per la cena. Passiamo la serata nel camper giocando a Risiko e osservando il cielo che alle 23,30 ha appena cominciato a tingersi di rosa. Questa cosa del sole fino a tardi ci emoziona ancora molto e non andremmo a dormire mai!
LUNEDI’ 7 LUGLIO 2008 Alla fine,ieri sera abbiamo fatto l’una. Con tutta quella luce non ci andava di dormire, ma oggi siamo cotti e riposiamo un po’di più. Quando finalmente ci alziamo, decidiamo di passare l’intera giornata qui, perché il posto è molto bello e Claudio vuole riprovare a pescare. E ‘una bella giornata e io gli faccio volentieri compagnia, così, mentre lui tenta e ritenta, raccolgo ancora qualche bel sasso da portare a casa. Alessio,invece, approfitta di una connessione momentanea e rimane nel camper a chattare. La nostalgia di casa comincia a farsi sentire ed è davvero contento di poter chiacchierare un po’ con i suoi amici. Ce ne stiamo in riva al fiordo tutta la mattina,ma di pesci neanche l’ombra. Claudio brontola deluso,ma c’è poco da fare. Poi,nel pomeriggio, i nostri nuovi amici olandesi invitano lui ed Alessio sulla loro barchetta a motore e ovviamente, non se lo fanno ripetere due volte. Sono contentissimi e in pochi minuti sono già a bordo con le loro canne in mano! Li guardo partire e sembra quasi una scena da film:il sole splende alto nel cielo azzurro, spruzzato qua e là dal bianco delle nuvole,mentre i gabbiani svolazzano chiassosi sopra di loro,speranzosi di ricevere un po’degli scarti di pesce che l’olandese sta gettando in mare. Li osservo finchè non vedo la barchetta sparire dietro al fiordo e inevitabilmente il mio pensiero và ad Alessio, domandandomi se si renda conto di quanto sia grande l’esperienza che sta vivendo. Non ne sono troppo convinta, ma sono ugualmente tanto felice per lui. Mi sdraio al sole e con un libro in mano, aspetto pazientemente il loro ritorno. Due ore esatte dopo li vedo arrivare felici e sorridenti:sei pesci non l’hanno scampata e sono finiti nei loro ami. Claudio ne ha presi due, mentre gli altri quattro sono il trofeo di Goof,il nostro amico olandese. Alessio,che come al solito non ha preso niente, è comunque contento e soddisfatto perché Goof è stato così carino da fargli guidare la barca! E alla fine ci regala anche tre dei suoi pesci, tenendone solo uno che gli servirà come esca per il giorno dopo. Puliamo subito i pesci nella piccola capannina e poi li mettiamo nella celletta del congelatore. Di sicuro sono un bel souvenir da portare a casa! Ceniamo all’aperto, ammirando il bellissimo fiordo e le piccole barche colorate che sono ancorate di fronte a noi. Poi arriva l’ora di rimettersi in viaggio e pian,piano cominciamo a raccogliere le nostre cose. Salutiamo Goof,la moglie e il figlio, scambiandoci gli indirizzi e la promessa di spedirgli qualche buona bottiglia di vino,non appena rientreremo in Italia. Mi stupisco di quanto basti poco,a volte, fare nuove amicizie:abbiamo conosciuto queste persone solo ventiquattrore fa e già siamo qui ad abbracciarci come se fossimo vecchi amici! Probabilmente non ci vedremo mai più,ma mi ha fatto davvero piacere averli trovati sulla nostra strada. Saliamo sul camper e sto ancora agitando la mano a salutare,quando ci accorgiamo che il motore non parte. La batteria è completamente a terra! Claudio,Goof e il figlio cercano subito di far ripartire il camper come possono,ma con scarsi isultati. Comincia a formarsi un piccolo corteo di gente e in breve diventiamo l’attrazione del camping, nostro malgrado. Un signore del posto prova a farci partire trainandoci col suo trattore,ma niente da fare. Da una parte mi viene da ridere perché la scena è davvero esilarante e la situazione proprio comica, ma dall’altra non posso fare a meno di preoccuparmi un po’. Alla fine si risolve tutto in pochi minuti:il signore porta via il trattore e ritorna con la sua macchina; collega la sua batteria alla nostra e finalmente riesce a far partire il camper. Tiriamo un bel sospirone e dopo mille ringraziamenti e tanti saluti,imbocchiamo la E136 in direzione Lillehammer. Sono le 23,00 passate da poco ma è ancora giorno,il sole s’intravede ancora e il cielo ha dei colori bellissimi. Ormai siamo al giro di boa,perché da qui in poi scenderemo verso casa, ma adesso mi godo tutto quello che vedo fuori dal finestrino e non ci voglio proprio pensare. Mezz’ora dopo ci troviamo ad attraversare una zona che ci lascia senza fiato: ovunque giriamo lo sguardo ci sono cascate mentre, alla nostra destra, un torrente impetuoso attraversa una grande vallata ricoperta di bellissimi boschi. Scendiamo dal camper e rimaniamo lì,impalati,per diversi secondi. Ce ne stiamo in silenzio perché non si trovano parole davanti a tanta meraviglia e io mentalmente, mi do l’ennesimo pizzicotto. Sta imbrunendo e non riusciamo a fare neanche una foto,ma chissà che meraviglia dev’essere in pieno giorno. Ci rimettiamo in marcia e andiamo avanti ancora per un paio d’ore,fermandoci a dormire a 150km dalla nostra prossima tappa. MARTEDI’ 8 LUGLIO 2008 Quando mi sveglio il camper è in movimento. Claudio si è alzato presto e ha ricominciato a guidare mentre io e Alessio dormivamo ancora. Non voglio fargli perdere tempo e non lo faccio fermare, così cerco come posso di darmi una rinfrescata mantenendomi in precario equilibrio. C’è di buono che gli spazi sono quelli che sono, quindi non è difficile trovare un punto d’appoggio e anche se nel frattempo mi cade addosso un po’di tutto,riesco comunque a vestirmi senza fare danni. Arriviamo a Lillehammer in tarda mattinata e parcheggiamo a fianco di un supermarket per fare un po’di spesa; poi passeggiamo un po’ per il centro, ma non ci dice granchè e a dirla tutta ci delude proprio. Così decidiamo di non perdere tempo e dopo un pranzo veloce c’immettiamo subito sulla E6 per andare a Oslo,dove arriviamo nel primo pomeriggio. Parcheggiamo poco lontano dal centro che raggiungiamo a piedi in pochi minuti. La città è coloratissima e piena di vita, c’è tantissima gente e ci viene da pensare che ci sia una festa. Scopriamo, invece, che la causa di tanta confusione è nientemeno che Bruce Springsteen! Ieri sera ha tenuto un concerto e adesso pare che alloggi nel più grande albergo della città che è proprio davanti a noi. Tantissime persone sono assiepate davanti all’ingresso,pronte ad immortalarlo con cellulari, telecamere e macchine fotografiche e ci mettiamo lì anche noi. Nel palazzo a fianco,un signore sulla cinquantina si affaccia da un balconcino e comincia a cantare, facendo il verso a Pavarotti; non si capisce se sia sobrio o meno,ma per quanto si sforzi,del grande tenore ha soltanto la mole! Siamo tutti speranzosi di vedere “The Boss”uscire,ma si capisce subito che la cosa và per le lunghe,quindi lasciamo perdere e continuiamo il nostro giro turistico per la città. Passeggiamo davanti al Parlamento ed ai suoi bei giardini,vediamo il Palazzo Reale e guardandomi in giro, penso che Oslo sia davvero bella. Nonostante i suoi 1.500.000 abitanti, non ha per niente l’aria della metropoli caotica e giriamo tranquilli ammirandone tutta la sua vivacità. Dopo un po’ decidiamo di tornare al camper per andare a visitare il Parco Viggeland che rimane a 3km dal centro. Impostiamo il navigatore e in pochi minuti siamo lì. Il parco è davvero bellissimo: ci sono tanti alberi,immensi prati,diverse fontane e coloratissime aiuole fiorite. Passeggiamo fino ad arrivare al centro,dove ci sono le famose sculture di Gustav Viggeland,il più grande scultore norvegese. Raggiungiamo il famoso monolito alto 17 metri e rimango incantata nell’ammirarne la bellezza dei particolari: ci sono 120 figure umane tutte intrecciate tra loro ed è sorprendente la precisione con cui sono ritratte le loro espressioni. Attorno al monolito ci sono altre figure scolpite che rappresentano un po’ le varie fasi della vita dell’uomo e io le trovo molto intense, alcune quasi commoventi. Ad Alessio e Claudio,invece, non piacciono molto e le battute esilaranti sui vari personaggi si sprecano! Li strozzerei,ma alla fine non posso fare a meno di unirmi alle loro risate! Facciamo diverse foto,anche perché la giornata è splendida e il posto merita, poi ci avviciniamo al camper e ci rimettiamo in viaggio. Lasciamo Oslo ed entriamo in autostrada in direzione di Copenaghen,la nostra prossima tappa. Ci fermiamo poco dopo, in un parcheggio vicino ad un centro commerciale, per cenare e passare la notte. Adesso che stiamo scendendo le notti cominciano a tornare “normali”e il cielo si fa più scuro,ma questo m’immalinconisce un po’perché vuol dire che ci stiamo avvicinando a casa e la vacanza è quasi finita. MERCOLEDI’ 9 LUGLIO 2008
Anche stamattina mi sveglio col camper che và. Siamo ad un centinaio di km da Goteborg e Claudio guida già da un po’. Prevediamo di arrivare a Copenaghen dopo l’una, in modo da poter visitare la città e fare così un’altra bell’esperienza da conservare nel baule dei ricordi. C’imbarchiamo ad Helsingborg alle 13,20 e paghiamo 1.315 corone svedesi,circa 164 euro, per la tratta Helsingborg-Helsingor e Rodby-Puttgarden. Facciamo subito un giro sul ponte e vediamo la costa svedese che lentamente si allontana davanti ai nostri occhi; sul punto d’attracco si vedono tante bandiere delle varie nazioni europee che sventolano colorate e sembra quasi una specie di saluto ai vari traghetti che vanno e vengono in continuazione. Venti minuti dopo sbarchiamo in terra danese e alle 15,30 siamo a Copenaghen. Anche oggi il tempo è bello e fa caldo e questo ci fa apprezzare ancora di più questa splendida città. Cerchiamo subito di capire dov’è il centro ma sopratutto dov’è il Nyhavn,il famosissimo porto vecchio. Il nostro navigatore ci porta dritti a destinazione e con un colpo di fortuna troviamo pure il parcheggio a pochi metri dalle belle case colorate. C’incamminiamo lungo il Nyhavn ,ma c’è davvero tantissima gente e un’allegra confusione; parecchie persone stanno mangiando e riempiono i vari tavolini all’aperto mentre quattro messicani vestiti di nero,con lunghi mantelli pieni di stemmi colorati,cantano e suonano sperando di ricevere qualche spicciolo. Poco più giù,altri tre uomini suonano trombe e tromboni e il sole fa luccicare l’ottone dorato dei loro strumenti. Quando arriviamo allo Strøget,la famosa via dello shopping,troviamo anche violinisti,clown e ragazzi che ballano la break-dance. Siamo incappati proprio nel bel mezzo del Festival del Jazz e la città è piena di musica e di vita! Notiamo tantissime biciclette che qui si possono prendere a noleggio con una moneta,che viene restituita una volta riportato il mezzo. Un po’come da noi il carrello della spesa,insomma. Vogliamo prenderne tre anche noi, ma ne troviamo a malapena una,quindi rinunciamo. Passeggiamo un po’e poi andiamo a bere qualcosa in un bar,proprio di fianco all’Illum,il più grande centro commerciale di Copenaghen. Ci sediamo di fuori e ammiriamo lo Strøget con tutti i suoi colori e la sua vitalità. M’incanto a guardare ogni virgola e tutta questa gente che c’è in giro mi mette addosso una gran allegria. Finiamo di sorseggiare le nostre bibite e poi convinco i miei uomini a fare un giretto al centro commerciale. Dentro è molto bello, ma non grande come mi aspettavo; ci sono comunque quattro piani di negozi collegati con diverse scale mobili e noi saliamo fino in cima. Facciamo un breve giro , giusto il tempo di dare un’occhiata e poi usciamo e camminiamo ancora per la città ammirando le varie costruzioni e i bei palazzi. Praticamente,dove giri lo sguardo è una festa continua e c’è musica un po’dappertutto. Sarebbe bello poter rimanere ancora,ma dobbiamo prendere il traghetto e quindi torniamo al camper per ripartire. E quello che troviamo a Rodby è davvero grande:ci fanno salire nella parte bassa assieme ad altri camper e alle corriere,mentre le macchine vengono fatte sistemare un piano sopra al nostro. Una volta dentro scendiamo immediatamente dal camper,curiosi di vedere l’interno del traghetto. Saliamo tre rampe di scale e ci troviamo subito nella zona living, dove c’è un ristorante,una piccola sala giochi e un grande negozio duty free ancora chiuso, perché l’apertura viene fatta in acque internazionali. Approfittiamo dell’attesa per uscire sul ponte e fare qualche foto ,ma c’è un vento fortissimo e rientriamo quasi subito. Facciamo i nostri acquisti nel duty free che nel frattempo ha aperto e mezz’ora dopo torniamo al camper,cercando di mantenere l’equilibrio perché il traghetto dondola un po’. Sbarchiamo a Puttgarden,in Germania,che sono le 21,40:esattamente un’ora dopo esserci imbarcati. Viaggiamo fino ad arrivare poco sotto Amburgo e alle 23,30 ci fermiamo lungo l’autostrada per cenare e dormire. Ormai, casa nostra si avvicina sempre di più!
GIOVEDI’ 10 LUGLIO 2008
Anche oggi Claudio parte presto. Lo sento mettere in moto il camper,ma mi riaddormento poco dopo e quando mi sveglio siamo a 380 km da Rothenburg ob der Tauber,dove c’è un bellissimo paesino che vogliamo visitare. C’è un po’ di traffico e siamo in coda, ma una mezz’oretta dopo la faccenda si sblocca e riprendiamo la solita velocità. Arriviamo nel primo pomeriggio e parcheggiamo nei pressi del paese,in un parcheggio semideserto. Fa caldo e si comincia a sentire l’umidità a cui siamo abituati anche a casa, ma anche oggi il cielo è azzurro e c’è il sole. Attraversiamo una specie di campanile con un’apertura ad arco e ci ritroviamo su un viale con tante belle case in stile tirolese su entrambi i lati della strada; sono coloratissime e alcune hanno le classiche travi a vista. Parecchie finestre traboccano di bellissimi fiori e ci sono tantissimi negozietti di souvenir. Più ci avviciniamo al centro e più diventa bello e sono felice che anche Claudio è contento di aver fatto una sosta in questo bellissimo posto. Diversi anni fa un amico ci aveva mandato una cartolina da qui e io che ho sempre sperato di poterci arrivare,ho pensato bene d’includere Rothenburg nel nostro lungo viaggio in Norvegia. La nostra bella vacanza sta giungendo ormai alla fine e secondo me, fermarci qui è la degna conclusione! Passeggiamo in questo paesino che sembra uscito da un libro di Handersen e arriviamo fino alla piazza centrale,la Marktplatz,dove ci sediamo a bere qualcosa all’aperto. Il proprietario del locale è italiano e ci racconta un po’della sua vita e di quanto stia bene qui e noi lo crediamo sulla parola! Ci racconta anche della leggendaria bevuta che nel 1631 salvò il paese dalla distruzione,quando il sindaco di Rothenburg sfidò il Generale Tilly, bevendo tutto d’un fiato una pinta da tre litri e un quarto di birra. E ancora oggi il boccale è perfettamente conservato in un museo. Ci consiglia anche di visitare il negozio-museo del natale che è a pochi metri da lì e ovviamente insisto per andarci subito. Appena entriamo mi sento subito tornare bambina e non so da che parte guardare: un’intera parete è piena di casette,impilate una sopra l’altra, dove porte e finestre si aprono di continuo per far uscire orsacchiotti e pupazzetti, col sottofondo di una musichetta. Ci sono addobbi natalizi ovunque io giri lo sguardo e mano a mano che ci addentriamo è sempre più bello. Il centro del negozio è semplicemente fantastico,è la favola diventata realtà: il soffitto è buio ma è pieno di rami di pino artificiale stracolmi di piccole lucine che danno l’effetto di un cielo stellato;al centro un enorme abete bianco è carico di palline rosse e centinaia di lucine e gira su se stesso. Sarà alto almeno cinque metri ed è una gioia per gli occhi! Attorno all’albero ci sono diverse casette a grandezza d’uomo, decorate con le classiche travi a vista e con i tetti ricoperti d’ovatta per ricreare l’effetto della neve fresca; dentro ad ognuna ancora tanti addobbi e creazioni natalizie. In alcune ci sono delle ragazze pronte a servire le persone che entrano e sono vestite con dei lunghi abiti tipici. Ho visto diversi negozi sul natale,ma in vita mia non ho mai visto una cosa del genere! Non uscirei mai e ammiro col naso per aria ogni cosa che vedo,ma l’autonomia di Alessio e Claudio è agli sgoccioli,quindi mi avvio all’uscita senza peraltro comprare niente. Portare gli uomini in questo tipo di negozi è da masochiste! Mai farlo. Mai! Giriamo ancora un po’per la piazza, comperiamo alcune cartoline e poi torniamo al camper. Riprendiamo l’autostrada e ci mettiamo in viaggio verso l’Austria perché vogliamo arrivare a Serfaus,un piccolo paesino del Tirolo a 1426 metri s.l.m. ,in cui negli ultimi anni abbiamo passato le nostre vacanze. A mano a mano che ci avviciniamo i panorami si fanno sempre più belli: attraversiamo la Baviera con tutta la sua incredibile varietà di verdi e i suoi incantevoli paesini. Sono magiche visioni che ci accompagnano per parecchio e quando arriviamo a Serfaus è ormai notte. Parcheggiamo il camper all’inizio del paese,perché non è possibile entrare con un mezzo così grosso e ci prepariamo per dormire. E dopo tante notti senza buio, ci godiamo finalmente un bellissimo cielo stellato!
VENERDI’ 11 LUGLIO 2008
Ci svegliamo verso le 9,00 e dopo una veloce colazione,prendiamo gli zaini e c’incamminiamo verso il centro del paese. Dall’ultima volta che abbiamo messo piede a Serfaus sono passati tre anni e notiamo subito qualche piccolo cambiamento,come la grossa fontana che vediamo davanti all’albergo Shalber. Ormai conosciamo questo paese come le nostre tasche e non ci sfugge niente! Ogni volta che veniamo qui è un po’come tornare a casa ed è sempre una gioia incontrare le persone che di anno in anno abbiamo conosciuto. Il problema è che siamo ancora a luglio e i nostri amici arriveranno soltanto a fine mese,quindi fa un po’tristezza essere qui senza la solita allegra compagnia,ma pazienza. Ci fermiamo nel piccolo market per comperare i panini e l’affettato che serviranno per il pranzo e ci mettiamo in marcia per raggiungere a piedi il Komperdell, il bellissimo alpeggio che s’ intravede dal paese. Per arrivarci bisogna camminare parecchio e noi abbiamo perso l’allenamento,così prendiamo la funivia,gustandoci il bel panorama che si vede dall’alto. Pochi minuti dopo ci ritroviamo a 2000 metri d’altezza, con le montagne che si ergono maestose verso il cielo azzurro. La giornata è bellissima e il sole picchia forte; siamo via da due settimane e fin’ora non abbiamo avuto un solo giorno di pioggia. Poteva andare meglio di così?? Ci avviciniamo ad un recinto con diverse caprette e Alessio si diverte subito a stuzzicarle con dei biscotti! Golose come sono,si rizzano subito sulle zampe posteriori per avvicinarsi il più possibile a lui e quasi fanno a gara per averne un pezzetto! Mentre io e Ale restiamo qui a divertirci con queste simpaticone,Claudio ne approfitta per fare un giro tra i boschi e vedere se c’è qualche fungo, ma torna un’ora dopo a mani vuote. Il fondo dei boschi è secco ed è ancora troppo presto per trovare qualcosa. Pranziamo in riva al lago seduti su una panchina, in totale relax. C’è pochissima gente ed è quasi strano vedere il Komperdell semideserto. Non siamo proprio abituati! Restiamo sull’alpeggio ancora qualche ora e poi riprendiamo la funivia per scendere in paese. Torniamo al camper e per fare prima prendiamo la metropolitana che attraversa il paese ed ha ben quattro stazioni; è la metropolitana sul livello del mare più alta al mondo! L’interno,però, è un po’claustrofobico: dai finestrini si vedono solo i muri grigi e sinceramente non vedo l’ora di scendere. Per fortuna è velocissima e in pochi minuti siamo al capolinea. Dopo tanti giorni in giro cominciamo ad avere nostalgia di casa e una volta arrivati al camper decidiamo di ripartire. Riordino con calma i bagagli e sistemo l’interno del camper mentre Claudio si fa un pisolino. Un’ora dopo siamo di nuovo in strada,in direzione del Passo Resia. Attraversiamo la Val Venosta contenti di non trovare il solito traffico perché ovviamente siamo a metà luglio e il grosso del turismo deve ancora arrivare. Meglio così. Siccome per arrivare a casa c’è ancora molta strada,“spezziamo” il viaggio fermandoci a trovare dei nostri cari amici a Montebello,in provincia di Vicenza. Loro sono contentissimi di questa improvvisata e passiamo la serata in allegria, parlando della nostra avventura norvegese e bevendo del buon vino che qui non manca mai! Quando lasciamo casa loro è quasi mezzanotte e ormai stanchissimi, andiamo a dormire.
SABATO 12 LUGLIO 2008:
Ci alziamo alle 8,00 e torniamo a casa dei nostri amici che ci aspettano per fare colazione con un bel vassoio di cornetti caldi. La loro grande ospitalità non si smentisce mai, ma il tempo è tiranno e quindi ci affrettiamo a ripartire. Di solito, da Montebello a Fano,impieghiamo meno di tre ore,ma questa volta il viaggio è lungo e stressante; sopratutto perché a Bologna c’è un gran traffico che ci costringe più volte a cambiare strada. Quando arriviamo a Fano è l’una e mezza passata ed è un caldo tremendo. L’afa e l’umidità ci danno il benvenuto e ci viene da pensare che, accidenti si,siamo proprio tornati a casa!!
CONCLUSIONE: Ho scritto questo diario di viaggio inizialmente per poterlo mettere su qualche sito,in modo da poter condividere la nostra bellissima esperienza con tutte quelle persone che hanno l’intenzione e la fortuna di visitare la Norvegia. Ma più scrivevo e più mi accorgevo che tutto questo era anche un bel modo per fermare i momenti speciali che stavamo vivendo e immortalare le tante sensazioni che questa bellissima vacanza ci ha regalato e forse alla fine è diventato qualcosa di più. Non so se questo potrà mai essere d’aiuto a qualcuno,ma spero comunque di aver trasmesso almeno un po’ della grande emozione che ho provato io nel vivere e respirare questa meravigliosa terra!