Tom Jones e l’Ultima Crocetta
INTRODUCTION
Nuova missione, nuove leve!! Eh si, la missione che si va profilando necessita di qualche agente esperto in più e pertanto l’agenzia Tom’s Angels ha dovuto assoldare alcuni investigatori specialisti nel campo dei misteri celtici e della storia dell’Irlanda.
Dopo aver recuperato (si fa per dire!!) l’antico armadio della...
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INTRODUCTION Nuova missione, nuove leve!! Eh si, la missione che si va profilando necessita di qualche agente esperto in più e pertanto l’agenzia Tom’s Angels ha dovuto assoldare alcuni investigatori specialisti nel campo dei misteri celtici e della storia dell’Irlanda. Dopo aver recuperato (si fa per dire!!) l’antico armadio della dinastia Tupac Armaru in Perù e aver subito un Sortilegio Inca, questa volta l’agenzia è stata ingaggiata da un gruppo di religiose, le Monakells, per recuperare la famosa Croce Celtica Kellscross, l’ultima di una serie rara dalle dimensioni molto contenute, tant’è che viene definita dagli irlandesi la “Crocetta”. L’ordine sacro delle MonaKells trae la sua origine da un passato remoto che è descritto minuziosamente negli scritti evangelici contenuti in un testo famosissimo conservato presso il Trinity College di Dublino: il Book of Kells. Tom ha dovuto fare una minuziosa selezione per reclutare nuovi investigatori. I Tom’s Angels comunque non sono nuovi alle vicende in cui sono presenti croci, basti pensare alle varie crociate e “Vie crucis” incontrate in Australia, in Brasile, in Perù. La Kellscross delle Monakells si trova nell’entroterra irlandese e l’esatta ubicazione verrà indicata dai numerosi indizi che dovremo scovare lungo il tragitto missionario. Diamo inizio subito a questa nuova crociata confidando in un esito positivo della missione. Che la missione abbia inizio!!! LO SBARCO DEI CELTI (MERCOLEDÌ 08 GIUGNO 2005) La missione comincia molto presto, partiamo alla spicciolata alle 6.40 dalla stazione ferroviaria di Verona per recarci direttamente a Milano. Il trasferimento è tranquillo e non ci sono intoppi di sorta. Arriviamo puntualmente a Milano dove ci rechiamo subito a lato della stazione per prendere il pulmann per l’aeroporto di Milano Linate. Durante l’attesa abbiamo subito un attimo di panico dovuto allo sventato investimento di una turista da parte di una corriera in fase di parcheggio. Dopo il fallito investimento ci imbarchiamo immediatamente sul bus shuttle che ci traghetterà fino a Linate. Il luogo per alcuni investigatori dell’agenzia Tom’s Angels non è nuovo. Lo scorso anno da qui è partita la missione peruviana. Dopo qualche minuto arriviamo a Linate e ci assale (nuovamente) il dubbio di dove possano essere le partenze. Comunque senza indugio troviamo i relativi accessi e ci dirigiamo subito al banco per fare check-in. Incredibile non c’è nessuno!!! L’hostessa ci invita ad attaccare al bagaglio a mano una targhetta. Nel frattempo arriva al banco check-in, impetuosa e galoppante, un’orda barbarica geriatrica. Fortunatamente le formalità le abbiamo appena espletate altrimenti sarebbe stato un vero suicidio. La partenza avrà luogo dal gate B27, pertanto passiamo subito le forche caudine, al controllo passaporti ci viene richiesto di toglierci cinture, orologi, braccialetti, cellulari…. Insomma manca poco che ci facciano passare nudi!! Qualcuna rimane vittima del metal detector, al passaggio partono sirene e allarmi vari. Niente paura è solo il cellulare dimenticato nel giubbino (antiproiettile). Dopo aver passato il setaccio proseguiamo per la zona dei Duty Free e qui ci fondiamo subito in un bar per fare colazione. L’aereo parte alle 11.40, ma noi dobbiamo essere al gate d’imbarco un po’ prima, pertanto ci incamminiamo verso il punto di partenza. Saliamo sull’aereo Aer Lingus e il decollo avviene con puntualità. Sull’aereo notiamo subito che le consumazioni sono a pagamento, non c’è nessun problema in quanto il volo dura due ore e mezza. Lo steward e l’hostessa sono i tipici irlandesi e parlano solo inglese. Alle 13 ora di Dublino (meno un’ora rispetto all’Italia) atterriamo in aeroporto. Ritiriamo subito i bagagli e poi ci portiamo immediatamente all’esterno per prendere l’Airlink ovvero il bus che ci porterà direttamente in città. Nella confusione all’esterno dell’aeroporto ci imbattiamo subito nella gentilezza e cortesia irlandese, un autista di autobus ci da indicazioni di quale biglietto acquistare e ci consiglia il biglietto con validità tre giorni che ci permette di girare a Dublino e dintorni e poi tornare all’aeroporto per ritirare la macchina. Dopo una serie di consultazioni di gruppo decidiamo di prendere questo biglietto. Il tragitto che ci separa da Dublino è di appena mezz’ora ma è sufficiente per farci capire quanto sia caotica come città. Entriamo in O’Connell Street e, dopo la prima fermata, approdiamo alla Busaras ovvero la stazione delle corriere. Scendiamo con bagagli alla mano e ci dirigiamo verso il presunto hotel prenotato in Italia. Dopo un po’ di strada arriviamo a destinazione. Tom che ha in mano in polso della situazione consegna i biglietti alla reception, dopo qualche momento di incertezza la receptionist ci comunica che abbiamo sbagliato albergo e che l’esatta ubicazione dell’hotel è in (fondo) Pernell Street. Alcuni del gruppo parlano bene la lingua inglese e si comincia a lanciare imprecazioni contro l’agenzia viaggi in quanto ci ha dato le informazioni sbagliate circa l’hotel, tanto che il resto della truppa rimane nel dubbio se inneggiare una danza della pioggia per spegnere l’incendio. L’agenzia investigativa ha aperto per l’occasione immediatamente un fascicolo. Riprendiamo il cammino e con l’ausilio cristianorum della cartina di Dublino facciamo una bella scarpinata verso Pernell Street. Praticamente percorriamo per intero tutta O’Connell Street, durante il tragitto cerchiamo di chiedere informazioni ai passanti circa l’hotel ma veniamo gentilmente preceduti dagli stessi come se capissero che siamo in difficoltà, chiedendoci se ci sono problemi: “questi irlandesi sono proprio persone gentili!!!>>. Una volta individuato l’albergo, grazie alle Irish indications, ci fondiamo nell’hotel per fare check-in, consegnate le camere ci sistemiamo in esse e poi ci diamo appuntamento quasi subito per fare un primo giro in Dublino e per mangiare qualcosa. O’Connell Street è la maggior arteria di Dublino ma è anche la strada più caotica, ci guardiamo intorno e vediamo i negozi più disparati. Arrivati all’incrocio con Henry Street possiamo notare una struttura altissima, modello parafulmine: si tratta di The Sphere un monumento moderno che spicca su tutta O’Connell St. Ci inseriamo in Henry St. In un centro commerciale dove troviamo di tutto per il nostro palato. Dopo questa pausa culinaria, ci addentriamo nel centro di Dublino e precisamente ci dirigiamo verso il quartiere di Temple Bar. Attraversiamo il caratteristico ponte sul Liffey: Ha’Penny Bridge ed entriamo nel cuore del quartiere. Si tratta di una zona molto caratteristica e vivace, con negozietti dai mille colori. Gli agenti speciali sono sempre all’erta in quanto devono fare attenzione agli emissari della congregazione fratifera dei Rovo’s Birds cappeggiati da un certo Padre Ralf. Chiusura della giornata in un buon pub dublinese e poi in albergo per il meritato riposo. GENTE DI DUBLINO……NEL CASTELLO CHE NON C’È (GIOVEDÌ 09 GIUGNO 2005) Le visite a Dublino proseguono anche oggi. La sveglia è alle 7.30 in albergo e ci fondiamo subito a fare colazione. All’appello manca qualche agente che probabilmente si sarà addormentato. Facciamo subito i conti con la colazione inglese con uova e pancetta e frittatine varie. Dopo qualche minuto l’apparizione del resto dell’agenzia che si appropinqua alla breakfast. Verso le 8.30, partiamo alla volta del centro di Dublino, meta: il Trinity College. Prima di arrivare al College, passiamo per la Chiesa di Saint Patrick per fare la Heritage Card, strumento indispensabile per questa missione. Questo lasciapassare ci permetterà di visitare e fare le dovute investigazioni in ben 65 siti. Come abbiamo già potuto verificare ieri, la Chiesa di Saint Patrick ospita l’Ufficio Turistico e qui troviamo la madame che ci da “udienza” e con la quale provvediamo all’acquisto di ben nove Cards. Fatta una breve visitina all’interno dell’Ufficio Turistico, che ospita anche un interessante tourist shop, ci dirigiamo verso il Trinity College. Durante il tragitto passiamo davanti al monumento a Molly Malone, una pescivendola morta di febbre. Probabilmente, da un’investigazione rapida di agenzia, la Molly era una “trump”. La foto al capezzale della Molly è d’obbligo, Tom addirittura si fa fotografare in più pose azzardate. Dopo aver reso omaggio a Molly, che probabilmente ai suoi tempi era a conoscenza dell’esistenza della Kellscross, ci rechiamo al Trinity College. Qui visitiamo subito il cortile molto grande con al centro il cosiddetto “campanile”, dopo ci portiamo verso la library per visitare la mostra dedicata al Book of Kells, elemento prezioso nonché fondamentale nella nostra indagine irlandese. Entriamo nel salone d’ingresso alla mostra dov’è ubicato anche uno shop per turisti. La mostra è molto interessante anche perché oltre al Book of Kells possiamo investigare su altri manufatti librari. Al termine della visita, accediamo alla Long Room, un’immensa libreria ricchissima di testi tenuti in perfetto ordine e stato di conservazione dai bibliotecari universitari. Dopo un ultimo passaggio attraverso lo shop dove Tom acquista anche un Cd-Rom sul Book of Kells, decidiamo di fare un ultimo giro perlustrativo tra i cortili del college per poi portarci in direzione del Castello di Dublino. Percorriamo Dame Street e dopo un centinaio di metri arriviamo davanti all’ingresso del Castello. Passiamo davanti al porticato e accediamo nel cortile….. Ma il Castello dov’è??? Guardandoci bene in giro con circospezione, scopriamo un pannello con la planimetria del maniero (o almeno di quello che resta). Visto che abbiamo l’Heritage Card cominciamo a sfruttarla e decidiamo di visitare la Royal Chapel che si trova nel cortile inferiore del castello a lato della Record Tower, le uniche strutture ancora intatte del maniero. All’ingresso veniamo subito fermati in quanto veniamo informati che oggi il castello non è visitabile in quanto è in corso un convegno. Sigh!!! Proseguiamo pertanto le nostre visite investigative recandoci nell’adiacente giardino anch’esso relitto del Castello. Il giardino è a forma circolare con un sentiero arzigogolato disegnato sopra, in fondo si trova una parte delle mura di recinzione del Dublin Castel ed il giardino è molto gradevole dai bei colori sgargianti. Dal giardino possiamo vedere le costruzioni che sono state inserite sulle mura del castello originario. Proseguiamo le visite e vista l’ora decidiamo di pranzare. Ci dirigiamo verso la Christ Church Cathedral, visto che la meta delle visite è la birreria Guinness. Ci fermiamo a pranzare in un grazioso ed elegante pub. Dopo l’abbuffata di mezzodì o giù di lì, verso le 14 ripartiamo alla volta della Guinness Brewery con sosta alla Chiesa di S. Auodens, annoverata tra i patrimoni visitabili con la Heritage Card. Camminando, camminando passiamo davanti alla suggestiva Christ Church Cathedral per poi proseguire. In fondo alla strada possiamo scorgere una imponente chiesa. Consultiamo la mappa di Dublino verificando che la direzione presa è sbagliata e la chiesa che stiamo vedendo non è altro che la Saint Patrick Cathedral. Passiamo davanti alla chiesa e verifichiamo che è aperta, l’ingresso però costa 4 €. Decidiamo pertanto di proseguire tornando indietro e prendendo una scorciatoia indicata da Tom. Dopo qualche centinaio di metri ed attraversando High Street, arriviamo alla chiesa di St. Audoens. Breve visita in quanto l’ingresso è chiuso a causa dell’assenza della perpetua. Qualcuno degli agenti potrebbe aprire le serrande ma la chiave la dobbiamo chiedere al Ministero dei Beni Cultural and Ambient irlandese. Proseguiamo il nostro mesto pellegrinaggio verso la Birreria Guinness percorrendo Thomas Street West. Durante il tragitto l’allegra brigata investigativa prende nota di alcuni scorci quali la Funeral Home. Dopo un bel po’ di strada arriviamo alla Guinness, un complesso industriale molto grande, dalle dimensioni labirintiche. Infatti l’ingresso dell’opifizio non è in Thomas Street West, ma all’interno. Pertanto dobbiamo fare il cosiddetto “giro della Madonnina”. L’ingresso della brewery è coreografato da una limousine nera a lato della quale orde barbariche di turisti posano per le foto di rito. Entriamo nello stabile della birreria affollatissimo di gente. Sembra di essere a Gardaland. Altamente interessati alla visita dei macchinari, chiediamo il dazio da pagare per l’ingresso: ben 14 euro. La delusione dilaga immediatamente in quanto all’agenzia tutti sti soldi sembrano un po’ troppi. Ci accontentiamo di visitare il reparto shop dove facciamo alcuni acquisti griffati. Il complesso è stato ricavato dalla vecchia birreria ed il risultato è un vivace e futuristico museo che si sviluppa su più livelli collegati tra di loro da scale, scale mobili ed ascensori. La domanda che ci facciamo frequentemente durante il tragitto birresco è relativa al fatto di aver superato la cassa ed essere entrati gratis nel museo. “Speriamo che non ci chiedano il biglietto durante la visita!!?!!”. A forza di salire e salire, arriviamo al penultimo piano in prossimità del “gravity” ovvero il terrazzo di osservazione. Chiediamo ad una delle bariste se c’è un bar. La barwoman afferma di sì all’ultimo piano dove esibendo il biglietto d’ingresso (che non abbiamo!!!) possiamo avere una pinta di Guinness gratis. Scornati prendiamo l’ascensore e torniamo ai piani bassi. Usciamo dal Guinness Storehouse, non senza prima aver scattato qualche foto di rito vicino alla limousine e sotto l’insegna ufficiale della birreria. Terminata la visita birresca, ci portiamo verso un’altra fabbrica alcoolistica la Old Jameson Distillery dove viene prodotto il famoso wiskhy irlandese. Dopo una serie di viuzze arriviamo alla distilleria e vista l’ora tarda decidiamo di non effettuare il tour ma di sederci al bar ed assaggiare un buon Irish Coffee. L’interno del bar è molto accogliente e a pochi passi dalla distilleria si trova anche la Chemeney, la ciminiera da cui si può vedere il panorama di Dublino. Le nostre investigazioni di certo non hanno bisogno di queste strutture architettoniche per vedere da lontano in quanto l’Agenzia di Palazzo è già fornita delle attrezzature. Al bar la barwoman ci mostra come fare l’Irish Coffe che ci viene preparato con molta maestria e il risultato è un ottimo Irish. Dopo una serie di riprese dissacratorie alla distilleria, visto che ormai sono le 17 “e mo ce cacciano!!!”, andiamo verso il centro e durante il tragitto possiamo notare una scintillante autocisterna proveniente dalla birreria Guinness. Ci portiamo subito nella zona di O’Connell Street dove facciamo tappa in qualche negozio per poi dirigerci fino alla zona di Temple Bar. Arrivati dopo qualche indagine certosina troviamo subito il pub che fa per noi: un locale molto caratteristico con musica folkloristica e tavoli ricavati su botti. Le nostre investigazioni giornaliere ci portano a deliberare che i pub fanno da mangiare fino alle 21.00 circa; gli esercizi commerciali, invece, chiudono i battenti alle 17.00, un po’ presto per noi del continente. TUTTI DENTRO!!! LA VERA STORIA DI JOSEPH PLUMCAKE E GENTILE CONSORTE (VENERDÌ 10 GIUGNO 2005) Ultimo giorno a Dublino, ci alziamo alla solita ora facciamo una sostanziosa colazione e poi portiamo giù le valige alla reception per il check-out. Oggi inizia infatti, il tour lungo le terre irlandesi. Nel pomeriggio dobbiamo andare all’aeroporto a ritirare le auto noleggiate. Nel frattempo ci liberiamo dei bagagli per la mattinata consegnandoli al deposito dell’albergo. Ci aspettano altre investigazioni qua a Dublino. Innanzitutto facciamo un altro tentativo per visitare il Castello di Dublino e per accelerare il tutto prendiamo un double-bus cioè un bus a due piani. Dopo alcune richieste chiarificatorie con il popolo dublinese, riusciamo a prendere il bus corretto per il Castello. Arrivati in prossimità del maniero scendiamo ed entriamo dall’ingresso principale nella corte superiore chiamata anche Upper Yard. Da questa passiamo in quella inferiore la Lower Yard dove c’è l’ingresso della Cappella la quale con nostro dispiacere la troviamo chiusa. Scornati dall’amara sorpresa ritorniamo sui nostri passi e dopo una serie di consultazioni di agenzia decidiamo di dirigere le nostre investigazioni su un noto patriota irlandese: Joseph Plumcake. Le informazioni e gli elementi necessari all’indagine sono conservati nella Kilmainham Gaol, la prigione di Dublino. Proseguiamo per Dame Street chiedendo ad alcuni passanti l’esatto numero di autobus con destinazione la prigione dublinese. Dopo una serie di tentativi riusciamo a carpire il numero giusto e, passato qualche minuto prendiamo il tram. La Kilmainham Gaol si trova appena fuori Dublino e per raggiungerla occorrono quasi 15 minuti di tram. In effetti dopo venti minuti arriviamo a destinazione. La fermata del bus però si trova nelle vicinanze della prigione per cui dobbiamo fare un tratto a piedi. Attraversiamo prudentemente i semafori arrivando così ad un portale che non è altro che la Richmond Tower. Tom non è sicuro che questa sia la prigione pertanto consultando l’inseparabile cartina fa un’importante constatazione, questo non è l’ingresso della prigione. Richiamato il gruppo vacanziero riattraversiamo la strada e ci portiamo dall’altra parte del viale dove effettivamente è ubicata la prigione. Prima di arrivare all’ingresso (sempre “a grati” con la Heritage Card) passiamo davanti alla Kilmainham Courthouse. Alle 10.15 circa entriamo all’interno della Kilmainham Gaol, la prigione più lugubre d’Irlanda. L’ingresso è gratuito in quanto l’agenzia è in possesso della Heritage Card. Veniamo subito accolti dalle guardie carcerarie….ehm!!!…. Le guide carcerarie con le quali ci mettiamo d’accordo sull’orario di visita. Dobbiamo aspettare una mezz’oretta circa prima che la visita precedente abbia termine, nel frattempo veniamo invitati (prego potete venire) a visitare il museo allestito all’interno del carcere. Terminata la perlustrazione museale, veniamo accolti dalla guida e iniziamo la visita carceraria. Durante l’indagine in gattabuia veniamo a conoscenza di particolari dettagli circa la KellsCross delle Monakells: probabilmente durante la storia irlandese un certo Joseph Plumcake e la consorte Grace ne sono venuti in possesso ma poi non se ne è saputo più nulla: i coniugi Plumcake nel carcere hanno perso “lievitazione” e “cottura” e sono passati a miglior vita portando con se, focacce, fugazzini e l’esatta ubicazione della KellsCross. Nonostante la tragica notizia, l’agenzia si mette all’opera all’interno della prigione, al fine di scovare qualche indizio importante. Tom con l’ausilio degli agenti, mette in scena gli ultimi atti di vita dei coniugi Plumcake con lo scopo di ricostruire la scena del crimine. Tra le varie celle però di indizi nemmeno l’ombra. Terminiamo la visita all’interno del cortile coperto dove sono state girate diverse scene del film “Nel nome del Padre”, qui possiamo vedere la cella con la Madonna del Giglio, figura mariana a cui erano devoti i coniugi Plumcake. Infatti all’epoca del verificarsi dei fatti è stato girato il prequel del film suindicato: “Nel nome della Madre”. Chiudiamo la visita con una tazza di te al bar della prigione. Dopo le traversie carcerarie dubliniane arriviamo all’aeroporto di Dublino dove abbiamo appuntamento con l’agenzia noleggio auto per il ritiro dei mezzi. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia in quanto dovevamo essere in aeroporto alle 14.00, mentre ora sono già le 14.30 passate. La localizzazione dell’autonoleggio non è immediata, tanto che prendiamo subito un abbaglio all’entrata dell’aeroporto dove ci dicono di uscire fuori dandoci l’indicazione esatta del noleggio auto. Trasciniamo miseramente i nostri bagagli e attrezzature da viaggio e arriviamo finalmente a destinazione. Le station wagon prenotate nella patria natia risultano piccole a confronto con i vari “armadi” che abbiamo appresso. E’ subito tragedia in quanto non sappiamo quanto ci costerà questo cambio di programma. Contrattando con i tecnici dell’agenzia di noleggio riusciamo a definire la situazione, o meglio, ci viene data un’alternativa: due monovolume. Caricate alla meno peggio le valigie sulle macchine ed espletate le formalità burocratiche per il noleggio, facciamo alcune manovre di prova per vedere la guida all’inglese ma tutto si risolve senza problemi. Partiamo alla volta della verde Irlanda imboccando la M50 ovvero la tangenziale anulare di Dublino. Il traffico si fa subito sentire ed ogni tanto la Garda ovvero i vigili fermano le auto per dei controlli. Procediamo fino alla fine della tangenziale dove ci inseriamo finalmente sulla N11: la destinazione, come da programma di viaggio, è la Contea di Wicklow che dista da Dublino circa 60 km. La strada che porta a sud è scorrevole e comunque le code di traffico infernale le abbiamo lasciate a Dublino. Questa strada dovrebbe essere a quattro corsie fino a Wicklow, come da informazioni desunte dal cartografo d’agenzia, poi proseguirà a due corsie. Il ritardo comunque è aumentato in quanto le code hanno rallentato di molto la tabella di marcia. Verso le 17.30 arriviamo nella cittadina di Wicklow, capoluogo dell’omonima contea. La prima preoccupazione è reperire un bed & breakfast per il pernottamento e quindi ci rechiamo nel locale ufficio turistico. Entrando in centro paese ci incastriamo subito nelle vie. Infatti il Comune sta facendo dei lavori di arredo urbano e pertanto imbocchiamo una via a senso unico, veniamo subito seguiti dal secondo mezzo. Ad un certo punto la strada si chiude e non possiamo procedere, pertanto dobbiamo fare delle manovre “kamasutriche” per uscire dal casino. Alla fine parcheggiamo negli appositi spazi prima della chiesa. Lo scenario che ci si prospetta non è dei migliori, in quanto nonostante la gentilezza della miss turismo del tourist office, non riusciamo a trovare B&B liberi nel circondario. Tom prepara già le tende per la notte, probabilmente dovremo accamparci in qualche campo. La miss turismo dopo svariate ed estenuanti ricerche riesce a collocarci in due B&B distinti ubicati nella vicina cittadina di Ashford e dintorni. Arriviamo che sono circa le 19 e ci rendiamo subito conto che il posto è molto bello, una vera e propria fattoria con animali e un bel giardino e, soprattutto la posizione molto suggestiva. La B&b è gestita a conduzione familiare. Ad accoglierci c’è lei con le tre figliolette che stanno giocando all’esterno della tenuta. Sbrighiamo le formalità burocratiche e decidiamo che qui pernotterà una parete del gruppo. Chiediamo se ci sono luoghi da visitare nelle vicinanze e se ci sono locali dove mettere qualcosa sotto i denti, le indicazioni sono le più disparate. La signora ci consiglia di visitare il Devil’s Glen, delle gole naturali dove ci sono delle cascate che si trovano nelle vicinanze. Nel frattempo Tom all’esterno fa delle foto per arricchire la documentazione di viaggio. Il resto della truppa riparte alla volta di Ashford e del secondo B&b. Per arrivarci ci addentriamo in una strada di seconda mano in mezzo alle cosiddette “brecchene” fino ad arrivare alla Farm. Trattasi di un cottage immerso nel verde con l’ingresso contornato di rose rampicanti. A prima vista (con il calar del sole) non fa un gran effetto, anzi diremo che l’effetto è da film horror, sembra una casa abbandonata. Chissà!!! Suoniamo ma nessuno risponde. Risuoniamo e dopo qualche minuto (di apprensione) si affaccia alla porta una signora molto gentile che ci fa subito entrare nel salottino. L’interno è molto english style cottage scozzese. La proprietaria conosciuta nella zona come “Misery”, è la titolare della Farm insieme con il marito. L’indagine ha subito inizio in quanto i cinque dovranno scoprire se qualcuno è stato sepolto nei terreni adiacenti la “casa”. Portiamo i bagagli nelle camere sempre in stile scozzese e poi ripartiamo alla volta di Ashford. Arrivati in paese (quattro case messe in cross!!!) troviamo immediatamente un pub dove servono anche ottimi piatti. Infatti alle ore 20 o giù di li approdiamo nel pub dove c’è già gente. Infatti il venerdì in Irlanda i pub sono molto frequentati. Troviamo subito un tavolo e ordiniamo subito la cena che si rivela squisita il tutto innaffiato con dell’ottima birra Guinness. Nel frattempo facciamo una programmazione sulla giornata di domani e sulle indagini in corso: andremo a visitare la tenuta di Powerscourt e il sito monastico di Glendalough. Dopo aver apprezzato questa cenetta ritorniamo nelle nostre Farm (tutt’altro che Beauty!!!) prima, però, andiamo a visitare il Devil’s Glen. Dopo alcune peripezie automobilistiche, (si sa è buio e non sappiamo dove cavolo andare), arriviamo presumibilmente all’ingresso del Devil’s Glen. Dalle indicazioni si tratta di un parco dove sono esposte delle sculture in legno, ma delle cascate nemmeno l’ombra. Parcheggiamo le auto all’esterno del parco e proseguiamo a piedi. Sono ormai le 22 e non c’è anima viva. Andiamo avanti per un bel po’ e poi a Tom gli viene in mente di aver lasciato il marsupio sull’auto, perciò decidiamo di abbandonare “miseramente” l’impresa. Ritorniamo sui nostri passi e ci dividiamo dandoci appuntamento a domani mattina (se sopravviviamo a Misery!?!). Chi vivrà vedrà!!! TUTTI INSIEME NEL SITO DEGI EREMITI (… A VOLTE RITORNANO) (SABATO 11 GIUGNO 2005) Il buon giorno si vede dal mattino, infatti alle 8.00 il sole splende serenamente e il pezzo della truppa (ancora viva!!) si sveglia. I cinque nella casa di “misery non deve dormire” scendono nella sala colazioni trovando tutto preparato a puntino: tovagliette, tazze, marmellata, cereali, spremuta d’arancia. Ci accomodiamo e dopo qualche istante arriva il marito della proprietaria, in effetti in cucina qualcuno stava sfacchinando. Il Mister chiede se vogliamo fare la English o la Continental Breakfast. Decidiamo per la English, mentre qualcuno preferisce la Continental. Cominciamo subito a sgranocchiare. Dopo la deliziosa colazione ci portiamo nelle camere e andiamo a prendere i bagagli….ma ai quattro angeli nell’altro B&b come se la sono cavata??? Sistemiamo i conti con la proprietaria e procediamo al pagamento di quanto dovuto. Nel frattempo la “catwoman” del gruppo fa incetta di gatti nel cortile antistante la casa, particolarmente con uno. Ad un certo punto fa una macabra scoperta: un gatto impietrito!!! Niente paura, facciamo subito un’indagine stabilendo che il gatto è solo una statua da rompergli in testa!!! Partenza per il secondo B&b per prelevare le quattro pulzelle che qui ci attendono. Chiediamo alla proprietaria se ci sono camere libere, la Mrs. Ci comunica che c’è un mini appartamento libero per quattro persone. Fissiamo l’appartamento per questa notte e portiamo i bagagli, qui stanotte dormiremo tutti insieme. Riprendiamo la strada N11 in direzione di Dublino con destinazione Powerscourt Estate. Lungo la strada Tom, probabilmente folgorato da San Patrizio, non riesce ad orientarsi sull’esatta ubicazione della tenuta di Powerscourt e pertanto prosegue imperterrito sbagliando perfino uscita. Risultato: siamo finiti in una strada sconosciuta. L’intervento provvidenziale del cartografo fa si che l’agenzia non debba assoldare nuovi agenti per cercare gli attuali dispersi in Irlanda. Alle 10.30 circa approdiamo nel parcheggio di Powerscourt, Tom fa notare che l’ingresso è a pagamento e che la Heritage Card non serve. Gli angeli e i cherubini dell’agenzia cominciano ad avere dei dubbi circa l’utilità della Card in quanto finora è stata usata ben poco e sulla sua convenienza comincia a prendere forma l’unanime perplessità. Tom confidando nella pazienza degli agenti (e per la sua sicurezza), rincuora tutti sul fatto che la Heritage Card durante il tour investigativo diverrà necessaria per accedere a parecchi siti. La tenuta di Powerscourt Estate è molto bella con una villa e un giardino molto suggestivo. Decidiamo di far visita all’intero complesso cogliendo l’occasione di raccogliere qualche prezioso indizio sull’ubicazione della “Crocetta”. Attraversato l’ingresso della villa la vista si apre sull’intero anfiteatro rappresentato da un bellissimo giardino, i percorsi da seguire sono due: quello più breve e quello più lungo. Alcuni decidono di percorrere la via lunga mentre altri proseguono per la via corta. Dopo aver oltrepassato (e perquisito) la torretta di osservazione completamente immersa nel verde ci incontriamo tutti in prossimità del giardino giapponese. Qui abbiamo la possibilità di esplorare alcune pseudo grotte. Proseguiamo la visita recandoci in prossimità del lago formato dalla fontana, la strada infatti lo costeggia interamente; procedendo arriviamo al cimitero dei cani. Probabilmente qualche indizio della Crocetta si dovrebbe trovare da queste parti ma nulla di fatto, solo pezzi di pietra sulle tombe. Andiamo avanti ed arriviamo alla Fontana dei Delfini che da accesso agli Orti ovvero un giardino costituito da un viale costeggiato da aiuole coltivate a fiori di ogni genere e specie. Terminata la visita ai giardini ritorniamo in villa dove scopriamo che all’interno c’è un quasi centro commerciale con negozi e quant’altro. E’ quasi mezzogiorno e pertanto ci infiliamo in un negozio di generi alimentari per acquistare qualche panino e tramezzini vari. Fatte le compere ci sediamo all’esterno della villa dove ci sono tavolini comodi e pranziamo tranquillamente. L’affollamento (ma non troppo) di Powerscourt ci fa capire che la località è molto amata dagli irlandesi, soprattutto dalla gente di Dublino che vi si reca in visita. Andiamo al parcheggio e ripartiamo alla volta di Glendalough all’interno del Wicklow Mountains National Park. Arriviamo all’incirca per le 14.00. Notiamo subito che la zona è affollatissima (modello Rimini) e cerchiamo un posto per parcheggiare. Depositate al sicuro le auto ci dirigiamo presso il Visitors Centre e per l’ingresso (e per la gioia dell’intera agenzia) utilizziamo finalmente la Heritage Card: entrata “a grati”. Il Centro Visitatori contiene un piccolo museo con la descrizione della storia di questo sito monastico, molto importante per il popolo irlandese. Il sito celebra il fenomeno dell’eremitismo sulla base dell’esperienza di St. Kevin e questo ci fa pensare subito alla “Crocetta” delle Monakells. Dopo una veloce visita al museo andiamo subito fuori nel parco. L’estensione del sito è notevole, come anche il numero di visitatori. Da indagini fatti in merito, abbiamo desunto che l’etimologia del nome Glendalough significa “valle dei due laghi”. Infatti il parco si trova in una valle con all’interno due laghi: l’Inferiore e il Superiore Imbocchiamo subito il sentiero che ci porterà nel fulcro di questo sito, rappresentato principalmente dalla Round Tower. Il luogo ha un certo che di mistico anche perché l’intera area è disseminata di tombe e lapidi. Chissà che non ci sia qualche indizio relativo alla Crocetta. La zona è un pullulare di visitatori, sicuramente la bagarre toglie tutta l’aria di misticismo alla zona. Ci incamminiamo lungo il sentiero che porta ai laghi, durante il tragitto Tom invia un MMS in Italy dando prova del paesaggio che l’Agenzia si sta godendo. In effetti dal sentiero si ha una veduta panoramica della valle. Arrivati al Lower Lake (lago inferiore) ci concediamo una piccola sosta e poi proseguiamo per l’Upper Lake (lago superiore). Arrivati qui troviamo praticamente il mondo. Infatti il Lago Superiore è raggiungibile in auto e qui si trovano irlandesi a go go che fanno pic nic. Sembra il giorno di pasquetta, l’aria è pervasa dall’odore di costine arrosto e quant’altro. Ci guardiamo intorno in cerca di toilette, mentre Tom se ne va in giro a vedere la locale waterfall dopodiché si incammina alla ricerca del Kevin’s Bed ma arrivato alla meta non riesce a proseguire oltre in quanto la strada è stata sbarrata per problemi di frane, pertanto ritorna indietro. Nel frattempo l’agenzia preoccupata per la scomparsa di Tom comincia a guardarsi attorno verificando dov’è finito. Pian pianino ritorniamo verso il centro visitatori, ormai sono le 16.30, ci fermiamo a riposare sul prato e poi ripartiamo alla volta di Avoca. Questo paesino, secondo le ricerche esperite da Tom, ha assunto le sue faste glorie qualche anno fa in quanto è stato utilizzato come location per una popolare soap opera irlandese: Ballykissangel. Durante il tragitto facciamo una breve sosta nella località Meeting of the Waters ovvero l’incontro delle acque. Si tratta del punto di confluenza di due fiumi: l’Avonmore River e l’Avonbeg River. Arriviamo verso le 18 ad Avoca una ridente cittadina immersa tra le montagne irlandesi. Parcheggiate le macchine facciamo alcuni passi e ci rechiamo a visitare la locale chiesa. Il negozio Avoca Handweavers è ormai chiuso. Pertanto ripartiamo alla volta di Wicklow. Ci avviamo verso il porto dove troviamo un pub che prepara anche gastronomia. Vicino al locale c’è anche un luna park che si affaccia sul mare, ricordiamo che Wicklow è una città costiera. Sono ormai le 21 e decidiamo di ritornare al Devil’s Glane per completare la missione iniziata ieri: vogliamo vedere le cascate!?! Ritorniamo quindi nel vicino paese di Ashford, qui a piedi, alle 21.30 e al buio, ci addentriamo lungo il sentiero che dovrebbe portare alle cascate (!?!) Camminiamo per un lungo tratto immersi quasi nelle tenebre fino ad arrivare al parcheggio. Eh si!! In Irlanda fa buio molto tardi, alle nove e mezza di sera c’è ancora un barlume di luce (che presto sparirà!!!). Lungo la strada notiamo delle strane sculture in legno (che sono tra l’altro la vera attrazione del parco). Nel parcheggio troviamo dei ragazzi accampati con tende i quali ci fanno sapere che dormire nel Devil’s Glen è prova di coraggio. Capendo di rompere le uova nel paniere, l’agenzia investigativa gira i tacchi e se ne torna alle auto, questa volta completamente a l’orba. Ormai sono le 23 e decidiamo di tornare al B&b. Parcheggiamo le macchine ed i cherubini si sistemano nel mini appartamento mentre il resto della truppa va nella Farm. I quattro cherubini, rilevata l’efficienza e la sicurezza della serratura della porta d’ingresso (che non si chiude), escogitano di puntellare la medesima con una sedia. LA DOMENICA NON ANDANDO ALLA MESSA (DOMENICA 12 GIUGNO 2005) La sveglia mattutina è sempre delle migliori alle ore 7.30 ci alziamo e ci portiamo a fare colazione alle 8.00 come concordato con la proprietaria. Nella sala colazioni della Farm troviamo altri turisti che fanno colazione assieme a noi. Facciamo principalmente una English breakfast molto sostanziosa dopodiché riprendiamo i bagagli nelle nostre camere e cominciamo la traslazione degli stessi sulle auto. Il caricamento dei bagagli diventa un rompicapo in quanto, non avendo ancora dimestichezza con la capienza delle auto non sappiamo ben collocarli. Tom impreca e, dopo aver dato fondo alle casse, partiamo. Tom nominatosi per oggi navigatore capomacchina cede il volante per questa giornata ad altri. Riprendiamo la strada N11 verso sud dirigendosi verso la Contea di Wexford, l’intenzione è quella di far visita al Castello di Ferns. Il paesaggio che si sussegue è molto incantevole e verso le 10 arriviamo a Ferns dove facciamo tappa al castello. Qui Tom fa presente che si userà la Heritage Card, anche se all’arrivo l’entrata è comunque gratis in quanto non c’è nessun custode. Cerchiamo di entrare nella parte bassa dei ruderi per verificare la presenza di indizi preziosi, ma, niente da fare. Riprendiamo il viaggio verso Kilkenny. Verso mezzogiorno arriviamo alla Jerpoint Abbey, tipico esempio di abbazia cistercense con ingresso by Heritage Card. All’interno facciamo una perlustrazione del chiostro e dei vari ruderi. Nel frattempo il sole è sparito e l’aria freddino si fa sentire. Della Crocetta nemmeno l’ombra. Scocca mezzogiorno e mezzo quando arriviamo a Kilkenny, tipica città medievale sul Nore River. Andiamo subito alla ricerca di un B&B ma non troviamo posto. Gentilmente la signora proprietaria del primo B&B facendo azione tam-tam telefona ad un’amica che è proprietaria di una guesthouse. Subito ci viene data conferma della disponibilità di camere e pertanto ci avviamo nelle vicinanze del castello. Ci spostiamo in centro con la macchina, parcheggio e dopo aver scaricato i bagagli ci rechiamo nella nuova sistemazione. Dopo una breve contrattazione rileviamo che per una notte la camera è molto cara, anche se molto confortevole (45 € !!). Fissiamo la nostra permanenza a Kilkenny per due giorni. La gentilissima titolare della guesthouse ci informa che per visitare il Castello di Kilkenny (ingresso ridotto con la Heritage Card) bisogna prenotare per tempo, quindi prima di andare a mettere qualcosa sotto i denti facciamo una capatina al Castello e prenotiamo la visita guidata. Fatte le dovute prenotazioni, ci informano che dobbiamo essere al castello per le 16 ora d’inizio della visita guidata. Ci fermiamo a mangiare in un locale self service. Il pranzo si rileva niente male. Dopo la sosta culinaria, facciamo un giro lungo la strada principale di Kilkenny per conoscere meglio la città. Veniamo a sapere durante la nostra escursione pre-castellana, che qui a Kilkenny ha vissuto una strega, una certa Dame Alice Kyteler e dove prima c’era la sua abitazione ora c’è un rinomato pub. Abbiamo stabilito che il fatto merita un’accurata indagine. Arriviamo puntualmente al castello, una costruzione molto bella con un parco altrettanto bello. Attendiamo il nostro turno per entrare, visto che è pieno di gente. Questa visita è un’ottima occasione per l’agenzia di effettuare delle indagini accurate per conto delle Monakells. L’agenzia però ha subito un’amara sorpresa, dalle informazioni pervenute dalla guida, il Castello è stato abbandonato in passato dalla famiglia Ormond e poi venduto al Comune in pessime condizioni. L’Amministrazione Comunale di Kilkenny ha poi provveduto ha sistemarlo riportandolo agli antichi splendori. A dire il vero gli interni rasentano il kitch. I restauri repentini hanno fatto pertanto sparire ogni traccia e ogni indizio. Terminata la visita ci portiamo all’esterno per visitare il giardino dove notiamo subito il seguito del kitch e cioè i vialetti pedonali non sono in ghiaino ma sono stati debitamente asfaltati. Certo che in materia di gusto gli irlandesi sono molto originali. Proseguiamo le indagini e ci avviamo verso le chiese di Kilkenny visto che ormai sono le 17.30. La prima chiesa che visitiamo è la St Mary’s Cathedral. Proseguiamo le nostre visite sacrestane con la Black Abbey, trattasi di una chiesa domenicana. Ci portiamo nel vicino parcheggio dove notiamo un’auto parcheggiata appoggiata ad una ruota!?! Prossima chiesa la St. Canice Abbey, essendo vicina alla precedente entriamo e notiamo subito una sfilza di disegni prodotti dai bambini. Il parroco ci dice che sono per la prima comunione. Completiamo la visita visitando l’ultima chiesa e cioè la St. Canice Cathedral. St. Canice è il patrono di Kilkenny e questa chiesa protestante è legata alla storia della città. Dalle indagini condotte in agenzia, sembra che nel 1300 la torre campanaria sia crollata a seguito delle vicende legate alla strega di Kilkenny. Da una visione d’insieme verifichiamo che l’edificio è circondato da tombe e a fianco si trova una torre cilindrica del tipo di Glendalough. Cerchiamo qualche prezioso indizio relativamente alla Crocetta ma nessun risultato positivo. La chiesa è chiusa per cui non possiamo entrare quindi ritorniamo in centro. Passiamo davanti alla Birreria Smithwick dove intravediamo i resti della St. Francis’ Abbey. Ripercorriamo alcune vie del centro passando davanti all’ex casa stregata ora diventato pub, l’Agenzia all’unanimità decide di provare la cucina tailandese e pertanto attraversiamo il vicolo più antico di Kilkenny, il Butter Slip, e andiamo al ristorante thailandese. L’interno è confortevole ma la cena non a tutti piace. Comunque dopo questa esperienza orientale proseguiamo il giro di Kilkenny. Ormai sono le 21 passate e facciamo due passi nei dintorni del River Nore per vedere se c’è qualche pub libero o comunque con poca gente. E’ domenica e i locali sono gi belli pieni, proviamo a fare visita nei loculi e nelle segrete del pub della strega. Il locale è molto caratteristico ma è full. Ci rechiamo nei sotterranei del pub e qui troviamo il manichino di Dame Alice Kyteler ovvero la Strega di Kilkenny. Altri particolari non ci è permesso di conoscere in quanto le stanze con il tempo sono state restaurate e indizi circa la Crocetta delle Monakells sono andati perduti. Colti dalla disperazione e viste le inutili ricerche, finalmente troviamo un pub dove non c’è nessuno (!!?). Dopo che ci siamo accomodati capiamo il perché, si tratta del pub adiacente la Casa di Riposo di Kilkenny. Il titolare ha un aspetto mummificato e gli altri avventori potrebbero essere benissimo ospitati in geriatria. Dopo una buona pinta di Guinness ce ne torniamo alla guesthouse. L’indomani ci aspetta. SITTING, HOLDING, LOOKING (EAU DE LETAM) (LUNEDÌ 13 GIUGNO 2005) Nuovo giorno, nuova data e ricorrenza da non dimenticare: è il compleanno del cartografo dell’agenzia investigativa. La sveglia è alle 7.00. Alle 7.15 gli angeli arrivano in volo al capezzale del cartografo per fare gli auguri: chi con la frutta, chi con i fiori. Terminati i convenevoli augurali, facciamo colazione in camera. Questo fa ricordare a Tom e a qualche altro agente la missione australiana: caffè solubile, brocca termica e biscotti. Questa mattina ci recheremo nella Contea di Tipperary dove visiteremo un sito irlandese molto famoso: the Rock of Cashel conosciuto anche come Rocca di San Patrizio. Chiediamo alla proprietaria la strada più breve per arrivarci da Kilkenny, gentilmente ci viene indicata la via da Freshford, un paesino immediatamente a nord di Kilkenny. Prima di uscire dalla città provvediamo a fare rifornimento alle auto. Il tragitto fino a Cashel è molto scorrevole e le informazioni che ci ha dato la proprietaria della guesthouse sono state preziose. Arriviamo verso le 9.30 e parcheggiamo subito. Notiamo immediatamente che il sito archeologico è molto frequentato, nonostante la mattinata sia caratterizzata da sferzate di vento freddo. Non capiamo se il parcheggio è a pagamento, lasciamo comunque le macchine negli appositi spazi e ci rechiamo alla Rock of Cashel. Usufruiamo della Heritage Card per l’ingresso e pertanto non paghiamo niente. Dobbiamo dire che c’è proprio freddo e il vento che tira sul colle da molto fastidio. L’imponenza del sito ci lascia senza fiato ma nonostante ciò ci portiamo al riparo nell’adiacente museo dove si trova una sala proiezioni e ci vediamo subito della documentazione video utile per le indagini. Riprendiamo un po’ di calore e poi ci rituffiamo all’esterno per fare il giro dell’intero complesso. La Rock of Cashel è ubicata su una collina che domina tutta la pianura circostante costellata di mucche e pecore. Tra le varie tombe e lapidi che circondano la chiesa non troviano alcun indizio sulla Crocetta delle Monakells. Il panorama che circonda il sito è eccezionale. Entriamo in chiesa, o quello che ne resta per ripararci dalle folate di vento freddo. Dopo una perlustrazione generale, avendo posto attenzione alla croce di San Patrizio all’uscita, ci spostiamo nel mezzo della campagna verso la Hore Abbey i cui ruderi sono immersi nel verde dei campi. Per accedere alla strada che porta all’abbazia dobbiamo fare i conti con le porte irlandesi “tipo supermarket” ovvero “come farsi del male senza saperlo”. Trattasi di aggeggi infernali disseminati su tutto il territorio irlandese e permettono si far passare una persona alla volta. Ad un certo punto decidiamo di ritornare indietro e di fare visita alla Holycross Abbey, sito consigliato da Tom. Per arrivarci dobbiamo riprendere le auto e tornare indietro per qualche chilometro e così facciamo. La Holycross Abbey si trova in una tranquilla località in prossimità del Fiume Suir ed è famosa in quanto all’interno dell’abbazia si trova un pezzo della Croce. Dopo aver visitato la chiesa facciamo una passeggiata nei dintorni della chiesa. Nelle vicinanze infatti c’è un ponte con cigni e anatre. Ripartiamo alla volta di Cahir (si pronunzia “chear”) ripassando da Cashel, dove rifacciamo una brevissima sosta solamente per fare alcune foto della Rock per poi proseguire. Ormai è quasi mezzogiorno e dobbiamo prendere qualcosa da mangiare. In venti minuti arriviamo a Cahir e parcheggiamo le auto in prossimità del Castello (accesso sempre con Heritage Card). Visitiamo subito l’interno del maniero dove verifichiamo che alcuni parti del castello sono pericolose come la parte anteriore dove c’è una scalinata acrobatica per salire sulle mura. Terminata la visita andiamo a fare un po’ di spesa e ci comperiamo da mangiare in un supermarket in centro non lontano dal castello e poi ci spaparanziamo nel parco retrostante il maniero che è molto tranquillo. Ci concediamo finalmente una partitina a rugby con il pallone acquistato a Dublino. Dopo un buon riposo decidiamo di fare una passeggiata fino al Cottage Svizzero, altro sito visitabile gratuitamente con la Heritage Card. La camminata è confortevole in quanto si svolge lungo il fiume Suir. Il clima è bello e ci godiamo la verde campagna irlandese. Arrivati al Cottage attraversiamo il ponte sul fiume Suir ed entriamo in una specie di cunicolo che porta direttamente al piazzale di accesso al cottage. Qui ci attende la guida dell’Heritage che ci illustrerà questa piccola casetta. Non è possibile fotografare durante la visita. Questa piccola e graziosa residenza estiva potrebbe essere la sede irlandese dell’agenzia Tom’s Angels, secondo le indiscrezioni di Tom, però mancano i fondi per acquistarla!!! Terminato il giro turistico facciamo una breve ispezione all’esterno del villino e poi camminando camminando ci avviamo verso il Castello di Cahir per il ritorno. Arriviamo a Cahir verso le 17 e ripartiamo alla volta di Carrick on Suir per la visita all’Ormond Castle. La strada è scorrevole e verso le 17.30 approdiamo nelle vicinanze dell’Ormond Castle. Non troviamo nessuno ad accoglierci, perciò dubitiamo che il maniero sia aperto. Alcuni sacchi d’erba appena tagliata fanno ben pensare. Dopo qualche minuto arriva un vecchietto trafelato il quale si presenta con il nome Mikey e dice di essere il custode del castello e di abitarcivi-visi-vici (!?!). Successivamente esce dal castle una signora che, a nostro avviso, richiama il vecchietto. Delusi per la visita mancata all’Ormond Castle, riprendiamo la strada del ritorno. Prossima destinazione la Kells Priory, procediamo in direzione di Kilkenny, poi Tom con massima e puntuale arguzia propone una digressione quale scorciatoia. La proposta di Tom si rileva una vera e propria frana. La strada, anzi “capezzagna” imboccata fa andare su tutte le furie la guidatrice, in quanto trattasi di una tipica strada di campagna in mezzo alle “brecchene”. I dati forniti da Tom però si rivelano esatti, dopo una serie di trattori, arriviamo a destinazione. Il Priorato di Kells attualmente è costituito dalle mura che si estendono in larga misura nella campagna a sud di Kilkenny e cingono quello che resta dell’antica abbazia. Dopo alcune resistenze da parte di alcuni agenti, decidiamo di fare una passeggiata e visitare il sito. I campi che circondano le rovine sono costellati di pecore. Infatti da ricerche condotte dall’Agenzia, è risultato che il Priorato di Kells era l’antica sede delle MonaKells le quali sono state misteriosamente tramutate appunto in “ovini di Dio”. La profumazione che impregna l’aria del Priorato ha una leggera fragranza bucolica, un certo non so che di “eau de letam”, un tipico frutto consumato nell’antichità dalle MonaKells. Entrati nel perimetro del Priorato e salutato gentilmente le pecore-monache, l’allegro quartetto di agenti si avventura all’interno delle rovine abbaziali. Scaltramente e scafatamente, verifichiamo subito una scritta lapidaria: “SITTING, HOLDING, LOOKING”; un invito impresso su una pietra dell’antica abbazia e chiaro riferimento al raccoglimento e alla meditazione. Dopo aver effettuato i rilievi del caso i quattro facinorosi investigatori si avviano sulla strada del ritorno. Arrivati alle auto vedono il resto della truppa comodamente stravaccato. Ripartiamo alla volta di Kilkenny cui approdiamo verso le 19.30. NON PERDIAMOCI DI VISTA (MARTEDÌ 14 GIUGNO 2005) Anche questa mattina ci svegliamo per le 7. Oggi partiamo alla volta del Kerry, prima passando per Cork. Sistemiamo le valigie, facciamo la colazione tipo “Australia”, il check-out e partenza. Preleviamo le auto al parcheggio e le posizionano comodamente davanti al portone della guesthouse, carichiamo i bagagli e…via!!! Lungo il percorso facciamo una sosta per fare benzina. La strada per Cork è molto scorrevole a 4 corsie, alle 10 circa arriviamo in prossimità della città di Cork. Le strade del centro sono un po’ trafficate, dopo una serie di giri a vuoto per vedere dove sistemare le auto, risolviamo subito la fazenda fiondandoci subito in un parcheggio a pagamento disposto su più piani. La permanenza dell’agenzia in questa città sarà breve, il tempo di visitare qualche monumento caratteristico e poi proseguiremo per la Contea di Kerry. Decidiamo cosa vedere e ci dirigiamo nella via centralissima, St. Patrick St.. Proseguiamo alla volta della Cattedrale di St. Finbarr, imponente chiesa protestante. Prima di arrivarvi, passiamo davanti alla Beamish & Crawford Brewery per la gioia irrefrenabile di qualcuno. Oltrepassata la famosa birreria, si intravede sullo sfondo l’enorme sagoma della St. Finbarr’s Cathedral. Qualche centinaio di metri ed entriamo in questa chiesa monumentale e dall’aspetto severo, anzi, rispetto all’aspetto ci aspettiamo di trovare qualche indizio sulla mitica “Crocetta”. Terminata la sacra visita e ottenuto l’unico indizio che ci indica che le “quattro assi messe in croce” si trovano probabilmente nella Contea di Kerry, ritorniamo in centro per un pranzo frugale. Ci fermiamo in un centro commerciale e prendiamo dei tramezzini, delle lattine di birra. Acquistati i viveri ci accaparriamo la prima panchina utile e consumiamo il pasto. Apriamo una lattina di birra e ce la scoliamo tra noi cherubini, dopo pochi attimi arriva un poliziotto e ci invita a mettere via la lattina. Ci scusiamo immediatamente con la gendarmeria irlandese (probabilmente hanno capito che siamo agenti in incognito), in effetti in Irlanda è vietato consumare in pubblico alcolici. Ricevuto il cazziatone quotidiano Tom e i suoi agenti mestamente ritornano alle macchine e riprendono il viaggio verso la Contea di Kerry. Il tragitto è scorrevole ed il clima è buono. Passata circa un’oretta decidiamo di fermarci lungo la strada N22; durante il viaggio Tom alla guida della vettura, perde di vista l’altro “furgonzin”. L’auto di Tom si ferma in un posto imprecisato e chiama subito l’autista dell’altro mezzo per capire dove cavolo è finita con il resto della truppa, dopo qualche “imprecation”, riusciamo a ricucire il gruppo e a fare un po’ di sosta. La toilette in mezzo al paesaggio irlandese non c’è, pertanto sfruttiamo la natura. Ripartiamo alla volta di Killarney, l’ultimo tratto di strada si rivela un po’ troppo a curve, ma verso le 16 approdiamo a destinazione. Le rotonde presenti in paese ci fanno un po’ girare la testa e Tom prosegue diritto sbagliando rovinosamente strada. Dopo la segnalazione del cartografo, ritorniamo sui nostri passi, anzi sulle nostre ruote, e andiamo in centro. La domanda immediata sorge spontanea: “che ci siano B&B liberi??”. Facciamo una breve perlustrazione del territorio e troviamo disponibile un B&B veramente economico (25 € a persona per giorno!!!). Parcheggiamo le auto nello spazio che si trova sul retro del B&B, per arrivarci facciamo il filo alle auto più volte. Gli angeli notano subito che davanti al B&B c’è l’outlet della Nike e prenotano subito una visita. Il tempo di riporre i bagagli e sistemare il tutto nelle camere (i bagni sono mini) per poi fare quattro passi nel centro di Killarney. Prima di andare all’outlet della Nike passiamo per il centro città per renderci conto della zona. La via centrale è ricca di negozi e negozietti tra cui l’outlet dei maglioni prodotti sulle Isole Aran; la cittadina è molto tranquilla e si trova all’interno di un famoso parco nazionale (il Killarney National Park),. Camminando per la via principale, New Street, ci dirigiamo verso la St. Mary’s Cathedral che si trova in prossimità dell’ingresso del parco naturale. Prima di visitare l’interno della cattedrale, che è maestosa, facciamo due passi in prossimità del palazzo arcivescovile alla ricerca di ulteriori indizi. Non trovando nulla di interessante entriamo in chiesa il cui interno lo troviamo molto bello, degno di nota il tabernacolo. Proseguiamo le indagini ed entriamo nel vicino parco naturale (che è immenso) attraverso il King’s Bridge. La prima cosa che notiamo è il Deenagh Lodge, un piccolo bar all’ingresso del parco. Proseguiamo la perlustrazione, dirigendoci verso la Knockreer House un centro di educazione ambientale. Il paesaggio è veramente rilassante, il cielo grigio da il tipico tocco irlandese al tutto. Qui prendiamo possesso delle panchine godendoci la tranquillità del parco e del paesaggio circostante. Il cielo è plumbeo e le nuvole sono cariche di pioggia, speriamo che non diluvi. Tom coglie l’occasione per intervistare (e documentare) gli agenti circa l’utilità della missione. Fatte le interviste di rito, ritorniamo in centro per la cena . L’idea è quella di andare a mangiare aragoste ma l’agenzia dirotta il tutto in un tipico ristorantino collocato in un vicolo in High Street. La cosa buffa è che all’ingresso c’è una strega che al minimo battito di mani si mette a ridere sguaiatamente. Figuriamoci Tom!!. Ottimo menù, ottima cena senza spendere un granchè. Proseguiamo le indagini serali in centro e poi rientriamo al B&b. GERIATRIC CRUISER: LA CASA DI RIPOSO GALLEGGIANTE (MERCOLEDÌ 15 GIUGNO 2005) Sveglia alle 7.30 e colazione numerata per 6 persone alle ore 8.30. La stanza colazioni del B&B è molto stretta (come del resto l’intero B&B) pertanto ci dobbiamo turnare. La mattina si è aperta all’insegna della pioggia, speriamo che il tempo migliori un po’. Dopo la colazione rifocillatrice, partiamo per una nuova spedizione: il Ross Castle. Riprendiamo le auto e ci dirigiamo appena fuori il centro abitato di Killarney. Ross Castle si trova sempre all’interno del parco naturale. Infatti dopo qualche minuto approdiamo al parcheggio accudito dai corvi. La vista sul Lower Lake è fantastica, il tutto condito con nuvole temporalesche. Pioviggina ma questo non toglie fascino al superbo paesaggio. Catwoman in preda ad una crisi d’astinenza felina, comincia a coccolare alcuni gatti in prossimità del Castello, mentre i corvi contornano (o meglio, controllano) la nostra presenza. La visita al maniero è compresa nella Heritage Card per cui anche qua l’ingresso è libero. Dopo un giro di perlustrazione davanti al lago entriamo nel castello vista anche la leggera pioggia che cade. L’interno del maniero è interessante, luogo con molti riferimenti alla Kellscross. Proseguiamo la visita salendo per le stanze accompagnati dalla guida. Non siano soli, ma altri turisti ci fanno compagnia nelle indagini castellane. Volgendo lo sguardo dalle finestre delle varie stanze possiamo notare che all’esterno pioviggina facendo mal presumere per il resto della giornata investigativa. Terminata la visita feudal-popolare, ci appropinquiamo verso il molo per fare un’escursione in barca. Valutiamo gli orari esibiti sul cartello antistante il lago e attendiamo fiduciosi (e un po’ infreddoliti), la corriera galleggiante. Verso le 11 arriva il waterbus “Pride of the lakes” guidato dall’incomparabile e loquace Capitano Stubbing. Prendiamo posto sull’imbarcadero che sembra avere tutti i presupposti del mezzo per una gita rilassante. Dopo qualche minuto di pace e tranquillità, vediamo arrivare all’orizzonte un’orda geriatrica di turisti irlandesi. In men che non si dica il “barcomat” viene assalito da orde di vetuste creature raggrinzite. Nonostante questo immane e vecchio peso, la barca rimane a galla. L’agenzia rimane inebetita vedendo tutto questo materiale mummificato, ma comunque resiste per il resto dell’escursione. Tom prende posto davanti all’imbarcazione avendo modo così di documentare in video e in foto la perlustrazione. Salpiamo mentre Capitan Stubbing comincia un vero e proprio sproloquio con il popolo della terza età. Nonostante le nuvole basse, il giro in barca ci permette di scovare alcuni ruderi dove la Kellscross è stata depositata in passato. Tom innesca subito delle connessioni con alcune “grandmothers” poste in avanguardia tant’è vero che alla fine della perlustrazione lacustre posa con loro per una foto. Riconquistata la terra ferma, partiamo per una breve escursione nei boschi che circondano il castello e sulla penisola che si incunea nel lago. Il paesaggio è pervaso da una tranquillità indescrivibile (anche per la scarsa presenza di turisti). Lungo il percorso l’agenzia si impegna ad osservare e scandagliare particolari che possono collegare la presenza della mitica “Crocetta”. Giungiamo sul promontorio dove in passato c’erano le miniere di rame (Old Copper Mines). I segni si vedono ancora in quanto il terreno è cosparso di enormi pozze d’acqua. Dai sentieri segnalati arriviamo in un punto panoramico dove possiamo avere una veduta d’insieme del Lower Lake. Ormai sono le 13 passate, l’agenzia decide di tornare a Killarney per il pranzo. Da una verifica veloce Tom si accorge che qualcuno manca all’appello. I quattro cherubini ripercorrono la strada battuta e durante il tragitto si scolano una birra facendo attenzione che nella zona non ci siano guardie dopo l’esperienza di Cork. Prima di arrivare al castello passiamo davanti alle rovine del Ross Cottage in passato probabilmente la Crocetta era custodita in questo luogo. Approdati al castello scopriamo che gli angeli sono tornati in tutta fretta al castello in quanto hanno dovuto fare una visita alle locali toilette. Ripartiamo e torniamo in centro a Killarney, parcheggiamo le auto nel piazzale della St. Mary’s Cathedral e andiamo da O’Donnell a fare spesa di cibo. Attrezzati con tutto il materiale culinario, ci piazziamo nel National Park, in prossimità del Deenagh Lodge vicino alla cattedrale di St. Mary. Non siamo soli nella zona, ci sono diversi turisti anche di quelli che viaggiano sulle carrozze. Infatti il parco può essere visitato anche salendo su carrozze trainate da cavalli con relativo cocchiere. Il clima nel frattempo è volto al bello con sole e temperatura mite. Dopo aver bevuto un caffè al bar cottage vicino ci dirigiamo verso la prossima tappa: la Muckross House. Questa tenuta non è molto distante da Killarney e nel giro di una ventina di minuti ci siamo già. All’interno del parco c’è una villa in stile vittoriano, costruita appositamente per Donna Regina Vittoria la quale non ne ha mai usufruito in quanto non è mai venuta. Probabilmente la Queen Vittoria era anche a conoscenza degli spostamenti della Kellscross e, probabilmente ne è stata la detentrice per un breve periodo di tempo. Comunque storia a parte parcheggiamo le auto ed entriamo nella villa usando naturalmente la Heritage Card. All’interno della villa non è assolutamente permesso fare foto. E’ evidente a tutta l’agenzia che questa villa la tengono pulita in maniera impeccabile, non c’è un filo di polvere e i mobili sono perfettamente risplendenti. Comunque il tour all’interno della casa è degno di nota, come anche tutti i particolari ivi conservati. Conclusa la visita alla villa ci dirigiamo nell’immenso giardino ben curato e con molte varietà di vegetazione. Dopo qualche minuto di cammino arriviamo alle Muckross Traditional Farms, fattorie tradizionali dell’epoca, ovviamente ricostruite. Qui Tom fa una strana scoperta, si direbbe pure un fenomeno della natura: gli angeli si sono tramutati in oche!!!! Che sia un miraggio o la maledizione della Crocetta? Niente paura è solo una svista. Le farms sono una perfetta ricostruzione delle vecchie fattorie che prima circondavano la tenuta di Muckross. Conclusa la visita ai possedimenti di Muckross, andiamo a scoprire un’altra meraviglia del Killarney National Park: la Torc Waterfall. Questa cascata si trova a pochi chilometri da Muckross. La strada ad un certo punto diventa sterrata, contrariamente a quanto indicato sulla cartina, decidiamo comunque di proseguire in quanto il tragitto è quello corretto. L’accesso al sito naturalistico è introdotto da un grande parcheggio corredato da un cartello con la descrizione del sito. Tom e alcuni agenti decidono di fare un tratto del percorso superiore che parte dalla base della cascata e si inerpica fino alla parte alta. Arrivati col fiatone sulla sommità il panorama che si apre davanti è eccezionale, l’intero parco è davanti a noi. Ritorniamo sui nostri passi e raggiungiamo il resto dell’agenzia accampatosi nel frattempo in prossimità della cascata per un po’ di riposo. Arrivati alle auto ci dirigiamo verso Killarney. Riportiamo le macchine nel cortile posteriore del B&B e andiamo a cenare. Domani saluteremo Killarney per dirigerci verso la Contea di Clare. BUFERA SUL KERRY – THE FOG OF THE RING (GIOVEDÌ 16 GIUGNO 2005) Anche questa mattina la colazione al Railway Lodge la facciamo a turno viste le modeste dimensioni della sala. Terminata la turnazione, paghiamo il B&B, carichiamo I bagagli sulle auto e ripartiamo. Decidiamo di percorrere il Ring of Kerry che, secondo le guide turistiche, dovrebbe riservarci panorami magnifici e suggestivi. Ripercorriamo parte della strada fatta ieri fino alla Cascata Torc e proseguiamo oltre. Il tempo non promette niente di buono, tant’è vero che sembra delinearsi all’orizzonte la nebbia. Gli agenti preoccupati procedono imperterriti nonostante le avverse condizioni atmosferiche. La strada comincia ad inerpicarsi e all’altezza del Molls Gap, un passo tipicamente montano, la visibilità si riduce notevolmente. E’ chiaro a tutti che la maledizione della Crocetta si fa sentire, probabilmente la Kellscross ha lanciato l’anatema “The fog of the Ring”. Proseguiamo nella nebbia inquietante che ci rovina l’intero panorama del Ring per approdare (indenni!!) a Waterville, paese tanto caro ad una nostra agente. Questo paese è caro anche ad un’altra persona ultra famosa nel mondo del cinema: Charlie Chaplin, vedi monumento annesso. Il paese di Waterville è costituito da circa 500 anime; dopo una breve passeggiata sul lungomare, decidiamo di fiondarci in un bar a ripetere la colazione con cioccolata e brioches (da notare che ormai è mezzogiorno). Proseguiamo il viaggio in direzione della Contea di Limerick, durante il tragitto il tempo va decisamente migliorando e la nebbia lascia finalmente “Un posto al sole”. Ci fermiamo per pranzare nella cittadina di Killorglin alla fine del Ring of Kerry e qui fatte alcune spese in un supermarket, ci accampiamo nel parcheggio a mangiare. Ripartiamo alla volta di Adare dove approdiamo verso le 16. Durante il tragitto verso questa ridente cittadina possiamo notare la costruzione di nuove strade. Approdiamo ad Adare e subito ci rechiamo all’Ufficio Informazioni Turistiche alla ricerca di un B&B. Troviamo dimora in un B&B nelle immediate vicinanze di Adare. Prenotiamo e poi proseguiamo la visita del paese, caratteristico per le case con le coperture particolari e soprattutto per la Adare Manor, un lussuoso albergo ottenuto all’interno di una bellissima villa. Facciamo due passi al di fuori del paese per recarci al Convento Agostiniano, passiamo davanti ai cancelli di accesso all’Adare Manor Hotel, già da qui si capisce il livello di lusso della dimora. Torniamo in paese, facciamo un giro presso i giardini e poi andiamo al B&b. Trovarlo è molto semplice visto che è a un tiro di schioppo dal paese. Ottimo B&B, ottimo rapporto qualità-prezzo, circa 35 euro a notte. Purtroppo rimarremo qui solo una notte, poi domani ripartiremo per la contea di Clare. Torniamo in paese per la cena, a dire il vero Adare non offre granchè la sera se non qualche pub. IL DECLINO DI TOM – LA CASCADES (VENERDÌ 17 GIUGNO 2005) Colazione con i fiocchi alla Carrigane House di Adare, effettuiamo i pagamenti e partenza per la Contea di Clare. Tom alla guida del mezzo vuole fare una puntatina sul ponte del fiume per fotografare il Desmond Castle, tra l’altro l’ingresso è gratuito con la Heritage Card, ma essendoci “works in progress” non è stato possibile farvi visita, quindi, refertazione fotografica. Arriviamo in prossimità di Limerick, ma con la tangenziale evitiamo la città e proseguiamo imboccando la superstrada 18. Il viaggio procede tranquillamente, destinazione Ennis. Prima però facciamo una capatina a Quin dove c’è una vecchia abbazia da visitare. Allo svincolo per Quin, l’ammiraglia guidata da Tom perde di vista l’altra auto. Ma dove sono finiti??? Dopo una serie di telefonate con cellulare, riusciamo a reperire il resto dell’Agenzia. Arriviamo a Quin, un paesino immerso nella campagna irlandese del Clare. L’abbazia, o quello che ne resta, ci aspetta. Fondata nel 1433, ha ospitato generazioni di monaci francescani fino al 1820 con la morte dell’ultimo monaco, Padre Hogan. Facciamo una prima ispezione sommaria del sito, ma nessun passaggio segreto è celato, purtroppo Padre Hogan ci ha preceduto e con lui sono finite nella tomba le informazioni della KellsCross. Visti gli scarsi risultati delle indagini, decidiamo di proseguire per il capoluogo di contea: Ennis. All’arrivo ci sono i primi attimi di smarrimento in quanto Tom non capisce la mappa della città, l’aiuto provvidenziale del cartografo, evita la tragedia. In questa cittadina dobbiamo fare subito i conti con i parcheggi in quanto sono a pagamento e una vigilessa alquanto ferrea controlla l’esposizione dell’EnnisPark, una scheda con indicato l’orario del parcheggio. Dopo estenuanti ricerche troviamo la rivendita di queste schede infernali presso un negozio di fiori. Visitiamo subito la Ennis Friary con la Heritage Card, un convento del 13° secolo Il luogo era originalmente su un’isola nel Fiume Fergus e attorno è cresciuta la città moderna di Ennis. Le rovine ben conservate consistono di un coro e presbiterio, campanile ed un chiostro di archi. Anche qui le indagini hanno poco frutto se non per delle iscrizioni sul presbiterio. L’agenzia si divide in gruppi Tom va in posta e fa una bella coda, mentre gli altri vanno in giro per il centro cittadino che non è male. Ripartiamo in direzione del Burren facendo tappa rifocillatrice a Ennistymon. Questo paese non ha nulla di particolare se non per il Fiume Cullenagh e le sue Cascades. Ma non sono solo le Cascades di Ennistymon che animano la giornata ma la Cascades di Tom. Arrivati in paese ci fermiamo in un supermarket per prendere qualcosa da mangiare, Tom ha i primi sintomi dell’influenza e passa il timone ad altri. Ci spostiamo in centro dove troviamo subito un parcheggio e andiamo a fare un’ispezione alle Cascades. Per accedervi bisogna passare in un vicolo secondario, sotto un volto. Il panorama non è un granchè, anche perché non c’è molta acqua e la medesima non ha un bel colore. Comunque il colpo d’occhio è buono anche perché permette di osservare il vecchio ponte attorno al quale è cresciuto il paese. Di Croci e Crocette nemmeno l’ombra, anzi per Tom comincia la Crociata. Pranziamo nel piccolo piazzale della Biblioteca e approfittiamo per navigare in internet in quanto la biblioteca da la possibilità di accedervi. Mentre Tom è KO, proseguiamo alla volta delle mitiche Cliffs of Moher, le scogliere a picco sull’Oceano. Nel primo pomeriggio arriviamo a destinazione e ci rendiamo immediatamente conto di quanti turisti ci siano: una marea. Sicuramente il posto merita una visita, ma è anche vero che ci colpiscono subito i lavori di sbancamento per fare nuovi parcheggi e, probabilmente un nuovo Centro Visitatori. Dopo una serie di fotografie, il posto lo merita sicuramente, facciamo un’indagine nei dintorni e scopriamo che Luke conosce il linguaggio delle mucche. Infatti nei dintorni ci sono parecchi pascoli. C’è anche il mistero della balena, molti pensano che una balena stia sguazzando in prossimità delle scogliere, invece successivamente capiamo che non è altro che uno scoglio affiorante. Alcuni elementi dell’agenzia provano il punto di osservazione della Torre O’Brien, altri rimangono ad osservare l’Oceano e le Isole Aran che si vedono da lontano e che sarà la prossima destinazione. Prima di ripartire ci fermiamo al gift shop per alcuni acquisti e via verso Galway. Durante il tragitto viene perso Tom, in quanto in preda alla fever si addormenta come un sasso. Arriviamo a destinazione nel tardo pomeriggio e cerchiamo subito un B&B. Ne troviamo uno a buon mercato per due giorni, il tempo necessario per andare a fare il tour delle Isole Aran. La proprietaria è conosciuta nella zona come l’”untona”. Dopo la sistemazione nelle camere prendiamo le auto e facciamo un giro per vedere qualche ristorante. Ne troviamo uno carino e questa sera ci trattiamo bene per la cena. “ISOLATI”: IL GIRO D’ITALIA SBARCA SULLE ISOLE ARAN (SABATO 18 GIUGNO 2005) Prima colazione dall’”untona”. Qualche angelo, fa subito una dettagliata analisi delle stoviglie, verificando che non sono ben pulite. Effettivamente l’apparecchiatura non è delle migliori, ma ci accontentiamo. La destinazione di oggi è InisMor la principale delle Isole Aran. Partiamo appena rifocillati e ci avviamo verso Rossaveal punto d’imbarco per le Aran. Arriviamo puntuali nella zona d’imbarco, parcheggiamo le auto e acquistiamo i biglietti a/r per Inis Mor. Il traghetto salperà per le 10.30 e impiegherà circa un’ora e un quarto per arrivare a Kilronan, il capoluogo dei Inis Mor. Durante il tragitto rimaniamo all’interno della cabina del ferry guardando il mare che ci circonda. Tra l’altro ci sono altri italiani che vogliono sbarcare sulle Aran. Arriviamo a Kilronan puntuali e prendiamo subito a noleggio delle bici. Praticamente il Giro d’Italia sbarca sulle Aran. Il cielo non è un gran che e c’è vento. Con calma facciamo una bella pedalata e ci dirigiamo in direzione del Dun Aengus, il principale dolmen dell’isola. Facciamo tappa a metà strada sulla bianchissima spiaggia di Port Mhuirbhigh, nel frattempo Tom, probabilmente in preda al delirio della febbre prosegue in bicicletta e si perde. Nel frattempo tutta l’agenzia si raduna per il pranzo presso il Man of Aran Cottage, un bellissimo B&B incastonato sull’isola e in una posizione fantastica. Qua troviamo la proprietaria. Il pranzo non è niente male, anche qui Catwoman presa da sensibilità felina fa conoscenza con un micino che si trova nascosto negli anfratti del cottage. Ripartiamo e facciamo un tragitto in bicicletta fino al Centro Visitatori del Dan Aengus, da qui dobbiamo proseguire a piedi. Tom distrutto dalla febbre prosegue imperterrito assieme al resto dell’agenzia. Anche qui facciamo una breve indagine per vedere se ci sono tracce della mitica Crocetta al punto tale che Tom e altri vengono vigorosamente redarguiti dalla guardiana di turno per aver scavalcato le reti protettive. Fuggendo dalle sassate verbali della guardiana, raggiungono gli altri. Lo spettacolo che si presenta davanti è stupefacente, le scogliere a picco fanno venire le vertigini e il vento che soffia da una sensazione unica in questo sito. Che dire, meraviglioso!!! Ritorniamo sui nostri passi e andiamo a riprenderci le bici, torniamo dalla strada costiera, anche questa molto bella. Nel tardo pomeriggio ritorniamo a Kilronan, consegnamo le bici e facciamo due passi per il centro che è molto piccolo. Ci fiondiamo subito nel negozio di abbigliamento che vende i capi di lana caratteristici e unici delle Isole Aran. All’ingresso del negozio veniamo travolti da un forte odore pecorino, ma una visita ne vale la pena. Prima di imbarcarci sul ferry per Rossaveal, ci fermiamo al Pier House Restaurant per bere qualcosa di caldo, come il tipico Irish Coffee ma ci viene propinato un tipico caffèlatte con whisky, na ciofeca. Ci imbarchiamo per la terraferma e sul ferry Tom in preda ad un crollo delirante febbricolo, si addormenta fino a destinazione. Arriviamo a Rossaveal e ci dirigiamo subito ad un ristorante per la cena, l’ultima cena irlandese. Eh si, domani leveremo le ancora da questa bellissima terra. Terminata la cena Tom viene portato dall’”Untona”, mentre il resto della truppa prosegue per un ultima serata al pub. FUGA DALL’”UNTONA” E RITORNO….A CASA (DOMENICA 19 GIUGNO 2005) Ultima colazione irlandese, l’”untona” da il meglio di se stessa ci ritroviamo nuovamente con le stoviglie che puzzano, da notare anche le macchie sulle tovagliette. Dopo aver consumato rapidamente (e ad occhi chiusi) l’Irish breakfast, paghiamo la gerente e partiamo alla volta di Dublino. Ci sono circa duecento kilometri che separano Galway da Dublino. Tom riprende in mano il timone, anzi il volante, le caldane della febbre sembrano dipanate. Imbocchiamo la statale ed arriviamo a Dublino prima di mezzogiorno. Qui ci smarriamo all’incrocio con la circonvallazione M50, dopo una serie di giri a vuoto, troviamo la retta via. All’aeroporto ci portiamo al parcheggio dell’autonoleggio per consegnare le auto e poi subito in aeroporto nella zona partenze. Facciamo il check-in e passiamo subito i controlli. Notiamo subito una marea di gente che si sta togliendo le scarpe su ordine della polizia, cosa che facciamo anche noi (che odor!!). Il volo è alle 16.30, quindi facciamo un breve spuntino e tiriamo le somme sulla spedizione, la Crocetta non è stata trovata, la Crociata è stata effettuata (da Tom con la febbre).