A zonzo per l’Irlanda
Probabilmente il periodo da inizio maggio a metà giugno è il migliore dell’anno per andare in Irlanda. Infatti il clima inizia ad essere accogliente, ma di turisti ce ne sono ancora pochi.
La variabile affollamento secondo me influisce molto nella visita di luoghi che devono la loro fama soprattutto ai loro panorami desolati e solitari.
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Probabilmente il periodo da inizio maggio a metà giugno è il migliore dell’anno per andare in Irlanda. Infatti il clima inizia ad essere accogliente, ma di turisti ce ne sono ancora pochi. La variabile affollamento secondo me influisce molto nella visita di luoghi che devono la loro fama soprattutto ai loro panorami desolati e solitari. Il mezzo più adatto per chi vuole girare l’Irlanda in pochi giorni è sicuramente l’auto, perché permette di fare percorsi personalizzati e deviazioni improvvisate che aggiungeranno al vostro viaggio piacevoli sorprese. La guida a sinistra non è un problema, dopo 10 km ci si prende la mano. Le auto a noleggio hanno prezzi eccezionali: per quattro giorni io ho pagato 61 euro per il noleggio + 10 euro al giorno per il navigatore. Dopo una prima notte a Dublino in casa di amici che si sono trasferiti lì, il mattino successivo abbiamo preso l’auto per raggiungere Galway (circa 230 km). Lungo il percorso siamo entrati in sintonia con il paesaggio irlandese. Mucche ovunque e pascoli di un verde molto più scintillante di quello a cui siamo abituati. In mezzo all’Irlanda abbiamo fatto tappa a Clonmacnoise, un sito monastico molto importante nel XIV-XV secolo, perché faceva da crocevia sia sulla rotta est-ovest che nord-sud. Vale la pena fermarsi più che per visitare le rovine-museo (5 € l’ingresso), per godersi il panorama delle paludi del fiume Shannon che si trovano in prossimità di Clonmacnoise. Arrivati a Galway, abbiamo subito cercato il nostro ostello, poi ci siamo girati la città, piuttosto gradevole per la sua atmosfera piena di vita, anche se senza cose eccezionali da vedere. A me personalmente è piaciuta abbastanza la nuova cattedrale, eretta nel 1965. Per chi ha voglia di fare un viaggio al risparmio, mi sento di consigliare senza indugi l’ostello che ci ha ospitati: il Kinlay House (http://www.kinlayhouse.ie). Al modico prezzo di 13 euro a testa a notte, era incluso: uno sconto del 50% al parcheggio coperto (equivalente a 12 €), mezz’ora di accesso a internet a testa, una salvietta a testa, la sala custodita per i bagagli, una pinta di birra gratis a testa in un pub convenzionato e LA COLAZIONE (!!!). Il giorno successivo siamo stati nel celebre Connemara, circa 50 km a nord-ovest di Galway. Questa regione regala dei panorami unici al mondo con le sue gobbe rigogliose, le sue paludi e le sue pecore. Il Connemara è da girare in auto senza una meta definita. Il bello è infilarsi nelle stradine che portano a uno dei tanti isolotti o nelle torbiere (per farvi un’idea del paesaggio guardare qua: http://www.flickr.com/search/?q=connemara&w=all). Nel Connemara ho visto per la prima volta le sabbiemobili, e un mio amico ci ha pure camminato dentro. Nel pomeriggio di quello stesso giorno siamo andati nel Burren, una zona rocciosa a sud di Galway dove si trovano le famosissime Cliffs of Moher, le scogliere a strapiombo sull’oceano di fronte alle isole Aran. Notevoli anche queste, anche se invase dai turisti (io ero a maggio, non oso immaginarle ad agosto). La sera l’abbiamo trascorsa a Ennis, cittadina con parecchi locali dove suonano musica irlandese dal vivo non amplificata. Il giorno dopo lo abbiamo dedicato alla visita della penisola di Dingle, dove i punti panoramici non mancano davvero. Spettacolari soprattutto le Blasket Island. Nel pomeriggio ci siamo diretti verso Cork, dove abbiamo poi passato la notte (città che non mi ha entusiasmato per niente). L’ultimo giorno on the road lo abbiamo trascorso sulla rotta Cork-Dublino (280 km). Lungo il percorso ci siamo fermati all’immancabile Rock of Cashel, un castello spettacolare del IV secolo conservato benissimo. Questo sito, seppur molto turistico, non si può saltare perché merita veramente tanto. Una volta entrati sembra di essere calati in un film di Robin Hood. Con una piccola deviazione, da Cashel abbiamo raggiunto Kilkenny, forse la cittadina più accogliente e carina che ho visto in Irlanda. Prima di ripartire per Dublino, abbiamo anche fatto tappa a Kells, un paesino sperduto 10 km a sud di Kilkenny dove c’è uno splendido sito monastico del XII secolo. Questo luogo è una perla di pace incastonata nel verde dell’Irlanda. Le rovine del monastero (che era piuttosto grande) si trovano in mezzo a un pascolo per pecore. L’accesso è completamente libero e gratuito (incredibile per i carissimi canoni irlandesi). Questo monastero è tagliato fuori dagli usuali circuiti turistici, quindi sarete sicuri di non trovare più di 3-4 persone oltre a voi. Probabilmente, insieme ai panorami del Connemara, è la cosa d’Irlanda che mi è piaciuta di più. A Dublino (che rispetto al resto non mi è piaciuta un granchè) i nostri amici che ci ospitavano ci hanno portato nelle classiche tappe per turisti: O’Connel Street, Temple Bar e Trinity College su tutte. Ma soprattutto ci hanno portato a fare una Irish Breakfast come si deve al Kingfisher (http://www.kingfisherdublin.com/restaurant.htm), che consisteva in: fagioli, bacon, due salsicce, due fette di toast, uovo alla coque, pudding bianco (polpettone) e nero (sempre polpettone ma cotto nel sangue di maiale), caffé o tè, succo d’arancia. Il tutto a 8,5 euro. La sera siamo andati al pub Porterhouse (http://www.porterhousebrewco.com/templebar.html). Ottima atmosfera, ma penso che sia un po’ la stessa di tutti i pub di Temple Bar. Prima del pub, siamo andati al ristorante giapponese Yamamori (http://www.yamamorinoodles.ie), dove sushi e sashimi erano paurosamente buoni. Visto che la cucina irlandese non è nulla di che, consiglio di fare tappa in questo posto paradisiaco. Ultime cose, la cucina irlandese non sa sfruttare al meglio il manzo, l’agnello e il salmone che si ritrova a portata di mano, ma birra, whisky e irish cofee ci mettono una discreta pezza.