Fantastico Perù

Giorno I, gio. 10/05 CESENA – LIMA volo Iberia, Bologna-Madrid-Lima giorno II, ven. 11/05 LIMA – PISCO – PARACAS Riserva Naturale di Paracas giorno III, sab. 12/05 PARACAS – NAZCA – AREQUIPA Islas Ballestas, linee di Nazca, cimitero di Chauchilla, bus notturno giorno IV, dom. 13/05 AREQUIPA visita della...
Scritto da: ale74
fantastico perù
Partenza il: 10/05/2007
Ritorno il: 25/05/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Giorno I, gio. 10/05 CESENA – LIMA volo Iberia, Bologna-Madrid-Lima giorno II, ven. 11/05 LIMA – PISCO – PARACAS Riserva Naturale di Paracas giorno III, sab. 12/05 PARACAS – NAZCA – AREQUIPA Islas Ballestas, linee di Nazca, cimitero di Chauchilla, bus notturno giorno IV, dom. 13/05 AREQUIPA visita della città giorno V, lun. 14/05 AREQUIPA – YANKE Rieserva Naturale di Salinas y Agua blanca giorno VI, mar. 15/05 YANKE – AREQUIPA Colca Canyon giorno VII, mer. 16/05 AREQUIPA – PUNO visita di Puno giorno VIII, gior. 17/05 PUNO isole Uros giorno IX, ven. 18/05 PUNO – CUZCO visita centro di Cuzco giorno X, sab. 19/05 CUZCO – AGUAS CALIENTES Camino Inka dal km 104 giorno XI, dom. 20/05 AGUAS CALIENTES – CUZCO Machu Picchu giorno XII, lun. 21/05 CUZCO Coricancha, Sacsayhuaman, Quenko, Puka Pukara, Tambo Machay giorno XIII, mar. 22/05 CUZCO valle sacra: Pisac, Ollantaytambo, Maras, Moray, Salineras, Chinchero giorno XIV, mer. 23/05 CUZCO – LIMA volo Lan Perù, Cuzco-Lima giorno XV, gio. 24/05 LIMA – CESENA mercato indio, volo Iberia, Lima-Madrid-Bologna giorno XVI, ven. 25/05 CESENA Eccoci di nuovo on the road, stavolta decidiamo di realizzare il nostro sogno peruviano organizzando un “fai da te” che inizialmente sembrava complicato, ma che alla fine si rivela tranquillo e certamente fattibile. Come sempre l’analisi del viaggio è nata dai racconti di viaggio di turistipercaso.it, ma in questo caso è stato fondamentale anche il contributo di forumviaggiatori.com, oltre alla “solita” mitica Lonely Planet, durante tutto il viaggio un supporto utilissimo, preciso e dettagliato. Quindi tutto prenotato da qua. Va detto che sarebbe stato facilissimo prenotare gli stessi posti anche individualmente, però avere un contatto in loco è stata una bella comodità…e ci ha anche dato maggior tranquillità. Il tour è quello classico del sud, che parte da Lima e arriva a Cuzco passando dalla zona costiera e dal lago Titicaca, per una durata complessiva di 15 giorni, il minimo per riuscire a vedere tutte le cose principali. Gli spostamenti sono tutti in bus, il mezzo più comodo ed economico e anche sicuro: avevamo ricevuto i biglietti da Yolanda a Lima e quindi ogni volta è stato facile raggiungere la stazione degli autobus e salire sul proprio mezzo. L’auto a noleggio è un’ipotesi praticamente impossibile. Sia chiaro, si può fare, ma sfido chiunque al primo giorno in Perù ad uscire indenne con la propria auto da Lima… Più per il traffico assurdo e per lo stile di guida che per il pericolo. Fuori da Lima sarebbe più semplice, ma il bus risulta più comodo…carichi gli zaini e via… Gli hostales che ci hanno ospitato, tutti contattati personalmente via mail e prenotati direttamente da Yolanda (santa donna), sono stati tutti buonissime scelte, pulitissimi, sicuri, economici e con un personale di una gentilezza squisita. Il problema dei pasti non è stato un problema perché i prezzi sono talemnte bassi che ci si potrebbe permettere di andare al ristorante sia a pranzo che a cena; noi abbiamo fatto tutte le cene e qualche volta a pranzo abbiamo mangiato l’ottima frutta in vendita ovunque. Questo è il racconto del nostro viaggio, costato complessivamente, per due persone, circa 3400€, souvenirs compresi. Le pagine che seguono non sono una guida di viaggio, ma vogliono solo essere una raccolta di informazioni per chi intende vivere un’esperienza meravigliosa come la nostra. giorno I, gio. 10/05 CESENA – LIMA Il volo Iberia, prenotato a natale direttamente sul sito della compagnia iberia.it e costato circa 920€ a testa, è il più comodo per raggiungere il Perù senza fare il giro del mondo; puntualità e buon servizio ce l’hanno fatto apprezzare ancora di più. Arriviamo a Lima nel tardo pomeriggio ed in aeroporto ci accoglie Edison, il simpaticissimo autista di Yolanda che tra una parola in italiano ed una in spagnolo ci porta a Casa Yolanda (trasferimento 12$ in tutto). Il primo impatto col traffico di Lima è abbastanza traumatico: viali con le auto che sfrecciano e cambiano corsia e suonano il clacson, ad ogni semaforo venditori di frutta, pane, quotidiani, collanine e ogni altra cosa…insomma un bel caos. Yolanda ci accoglie come se fossimo amici che non si vedono da tanto tempo, veramente una persona squisita, disponibile, pronta a soddisfare ogni esigenza, e soprattutto precisa e attenta affinchè tutto il viaggio proceda nel migliore dei modi. Le stanze sono veri e propri appartamenti, con due tre letti, la cucina, il bagno, tutto pulitissimo e ben arredato. Fatichiamo ad addormentarci (il fuso…), ma alla fine la stanchezza prevale…domani si parte alla scoperta del Perù. PASTI: in aereo. PERNOTTAMENTO: Casa Yolanda, Calle Oviedo 251, Urb. Javier 5ta etapa St.Luis, Lima – http://utenti.lycos.it/casayolanda/ – uangelo@email.it – 0051.1.3461272, 25$ con colazione. giorno II, ven. 11/05 LIMA – PISCO – PARACAS All’alba siamo già in piedi e pronti ad iniziare l’avventura. Facciamo colazione e poi Yolanda ci porta personalmente alla fermata dell’autobus per Pisco. Siamo un po’ spaesati per la confusione di macchine, gente che sale e scende al volo, l’autista che grida la destinazione…per fortuna c’è Yolanda che ci compra i biglietti (6$ a testa + 6$ il trasferimento in macchina alla fermata), ci tiene i posti a sedere e ci carica personalmente gli zaini. Impagabile. Andiamo verso sud attraversando la zona costiera semidersertica con l’oceano pacifico sempre alla nostra destra. All’ora di pranzo arriviamo a Pisco dove ci aspetta Joel (Joel Jara Werlen – joel_tours@hotmail.com – http://groups.msn.com/Excitrip-EnglishVersion – www.excitrip.tk – 056.9735037 cell), amico di Casa Yolanda, un simpaticissimo ragazzo tuttofare che ha creato una piccola agenzia turistica che serve tutta la zona di Pisco e Paracas: anche lui gentilissimo e preciso ci spiega tutto e ci lascia con l’autista suo amico che ci accompagnerà alla Riserva Naturale di Paracas (escursione alla Riserva + isole Ballestas 25$ a testa). Visto l’orario, prima della visita ci fermiamo a mangiare ottimo pesce a Lagunillas, in riva al mare con i pellicani a pochi metri e musica andina dal vivo (2 ragazzi che per pochi dollari ci vendono il loro cd). La Riserva Naturale è una zona desertica sull’oceano pacifico molto interessante e la visita occupa tutto il pomeriggio; tra le cose più rilevanti la vista della “Cattedrale”, una formazione rocciosa tipo faraglione modellata dalla forza dell’oceano. Oggi purtroppo la Cattedrale non c’è più: il recente terremoto che ha devastato la zona di Pisco e Ica l’ha irrimediabilmente danneggiata. Per il pernottamento abbiamo scelto l’Hostal El Amigo di Paracas, un hostal carinissimo, semplice e pulito, a pochi passi dal porticciolo da cui domattina prenderemo il battello per le Ballestas. PASTI: pranzo al ristorante La Tia Fela, Lagunillas 8$ a testa; cena sul lungomare di Paracas 5$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hostal El Amigo, Calle Alan García Pérez Mz. D Lt. 10, Paracas – 056.545042 tel/fax, 20$. giorno III, sab. 12/05 PARACAS – NAZCA – AREQUIPA Usciamo presto e ci godiamo la spiaggia di Paracas semideserta passeggiando verso il molo; ci fermiamo a fare colazione in uno dei “localini” sul lungomare, che più che un localino è una baracchetta 2 metri per 2 con dentro una signora che vende tutto, dall’acqua ai crackers, dalle magliette al pane. Un anziano pescatore insiste per servirci, così gli spieghiamo cosa vorremmo e lui in due minuti ci porta pane burro e marmellata con caffè e latte, più acqua e crackers…un servizio da grand hotel per 2$ in tutto, alla faccia dei nostri timori sulla popolazione locale… Poco dopo arriva Joel e ci imbarchiamo per l’escursione alle isole Ballestas. Appena usciti dal porto si può vedere dal mare la famosa e misteriosa “candelabra”, una enorme figura disegnata sulla collina di Paracas: a dire la verità il mistero sul suo significato a noi non sembra tanto misterioso perchè la figura ha dei sostegni inclinati ed un basamento, quindi pensiamo rappresenti proprio un candelabro, magari simbolico, ma comunque un candelabro. Poi si arriva alle isole, sorprendenti per la ricchezza di specie animali presenti: leoni marini, pinguini di Humboldt, infiniti stormi di sule…proprio bello…e tutti visibili sempre dalla barca, ma da distanza veramente ravvicinata. Insomma una bella escursione che sarebbe un peccato perdere. Rientrati in porto c’è ancora Joel ad aspettarci (anche lui veramente bravissimo) per farci proseguire il viaggio verso Nazca in macchina privata, un suo cugino mi sembra… La scelta del trasporto privato ci è costata un po’ di più, ma ci ha consentito di recuperare un giorno intero sulla tabella di marcia, arrivando a Nazca nel primo pomeriggio per poter così proseguire la sera stessa per Arequipa. Lungo la strada ci fermiamo anche un’oretta all’oasi di Huacachina, nei pressi di Ica, una vera e propria oasi nel deserto di sabbia che occupa tutta la zona. Nell’oasi, oltre al sand boarding ed alle discese con le dune buggies, si può anche oziare sulle rive dello specchio d’acqua circondato da palme che ne costituisce il cuore. Lasciamo l’oasi con molto dispiacere e con un piccolo rimpianto. Ma siamo già in macchina ed arriviamo a Nazca pronti per il sorvolo delle famose linee (Expedition Nasca, Mery o Pedro Alarcón, jr.Lima 160, Nazca, expeditionnascatravel.com – expeditionnascatravel@hotmail.com – 056.521365, 55$ a testa). Lo diciamo subito: per noi un’esperienza negativa. Le linee sono in sostanza delle figure realizzate sulla piana di Nazca asportando lo strato sabbioso superficiale; il problema del sorvolo è che il piccolo aereo deve farle ammirare ai viaggiatori su entrambi i lati, quindi rotea su ogni figura completamente inclinato da un lato e poi ruota su se stesso di 180° per rifare il giro per i passeggeri dell’altro lato. Tutto questo senza soluzione di continuità e per ciascuna figura. Se poi, come nel nostro caso, c’è anche un po’ di vento ecco, il finale è già scritto. Tanto più che le linee si vedono molto dall’alto e neanche bene, quindi potendo tornare indietro le eviteremmo per dedicare magari mezza giornata di relax all’oasi di Huacachina. Il malessere che ci ha procurato questa esperienza ci ha accompagnato per tutto il resto della giornata, nonostante abbiamo cercato di distrarci visitando il cimitero di Chauchilla, visita comunque interessante che fare la pena fare, e le botteghe di artigiani orafi e vasai, davvero penose, senza senso, che non meritano assolutamente il tempo che si perde. Alla fine della lunga giornata arriviamo, ancora gravemente afflitti dall’effetto linee, all’hostal Camiluz (Hostal Camiluz senior Fernando Geldres, Av. Reiche 304 a 3 cuadras da Plaza de armas, Nazca, 056.523871), dove il fantastico senor Fernando ci accoglie e ci mette a disposizione una camera per riprenderci in attesa del bus notturno per Arequipa. Anche l’appoggio al Camiluz è stata una bella idea di Angelo e Yolanda; appoggio che si è rivelato azzeccatissimo e provvidenziale, perché comunque dopo una giornata così intensa è davvero un toccasana fare una doccia e potersi distendere un po’. In più Fernando ci prepara un super mate di coca che miracolosamente in un paio d’ore ci rimette in sesto; ci porta pure in camera qualche biscottino…insomma come un buon genitore. Lo salutiamo con mille ringraziamenti e gli paghiamo l’intera notte anche se avevamo pattuito una cifra inferiore per il solo appoggio; peccato non aver potuto pernottare al Camiluz perché è un bel posto e soprattutto il clima familiare che si respira e la cortesia di Fernando sono veramente unici. Poco dopo le 23 saliamo sul bus Cruz del Sur per Arequipa (prenotati da Yolanda sedili “cama”, cioè letto, 44$ a testa) dove arriveremo verso le 9 di mattina. Il viaggio è stato comodissimo ed anche in questo caso le nostre preoccupazioni erano infondate: i sedili diventano quasi dei veri letti e sono davvero comodi, tanto che dormiamo quasi fino a destinazione. PASTI: pranzo sandwich a Paracas. PERNOTTAMENTO: sul bus per Arequipa. giorno IV, dom. 13/05 AREQUIPA Arriviamo poco dopo le 9 incredibilmente riposati e senza il fastidioso malessere del giorno prima (aah, il mate miracoloso di Fernando!). Ci vengono a prendere dall’hostal, ci sistemiamo e via a piedi per il centro della “ciudad blanca”, destinazione il Monasterio di Santa Catilina. Il complesso monastico, ora aperto in gran parte per i turisti, è di fatto una città, con tanto di vie e numeri civici alle porte delle antiche residenze delle monache. I colori accesi delle pareti, i fiori, le stanzette ancora perfettamente conservate, le cucine…insomma è tutto ancora intatto e molto interessante: una visita da non perdere. Proprio nei pressi del monastero, sulla via parallela, troviamo il ristorante Cameroncito (unito alla trattoria La Italiana, ci si siede dentro o fuori sul marciapiede) dove consumiamo un’ottimo pasto a base di bisteccone di alpaca. Sarà che praticamente non mangiavamo da 30 ore, fatto stà che l’abbiamo trovato delizioso; ed economico, come sempre. Dopo pranzo riprendiamo la visita del centro ripassando dalla bella Plaza de Armas per arrivare al Museo Santuario Andino dove è custodita la famosa mummia di Juanita. A parte il momento finale alla teca di Juanita il museo è comunque interessante e le visita guidata consente di apprezzare al meglio i reperti custoditi; anche questa è una tappa che vale la pena fare. Rientrando all’hostal ci fermiamo all’agenzia per confermare l’escursione dei due giorni seguenti al canion del Colca ed in farmacia per comprare un po’ di infusi, caramelle di coca e le soroche pills, compresse che dovrebbero aiutare a combattere il cosiddetto mal d’altura. Noi da Arequipa in poi le abbiamo sempre prese e non abbiamo avuto problemi, ma non sappiamo se grazie alle pills o no; comunque male non fanno ed anche la farmacista ci ha detto che servono non tanto per curare, quanto per prevenire eventuali disturbi dovuti all’altitudine. Disturbi che comunque passano in fretta scendendo di quota o in ogni caso spariscono in un paio di giorni. PASTI: pranzo al ristorante Cameroncito, 7$ a testa; cena gelatone e bibita in terrazza su Plaza de Armas. PERNOTTAMENTO: Hostal Tambo Viejo, Av. Malecón Socabaya 107, Arequipa – tamboviejo.com – room@tamboviejo.com – 054.288195 tel. – 054.284747 fax, 25$ con colazione. giorno V, lun. 14/05 AREQUIPA – YANKE La mattina ci passano a prendere presto col pullmino dell’agenzia, direzione Colca Canyon passando per la Rieserva Naturale di Salinas y Agua Blanca. Lungo il percorso si possono vedere lama vigogne e alpaca e più di una volta ci fermiamo per poterli guardare e fotografare da vicino; tocchiamo quota 4910 e poi ridiscendiamo verso il Colca dove ciascuno di noi viene accompagnato al proprio hostal. I più alloggiano a Chivay, solo noi siamo a Yanke, al Tradition Colca, un bellissimo nuovo hotel con tanto di alpaca in giardino. Il complesso è veramente bello, fin troppo lussuoso per come ci eravamo abituati finora, ed è praticamente deserto: a parte noi ci sono altre due coppie di ospiti, con tutto il personale (gentilissimo) a nostra disposizione. Vista la difficoltà di raggiungere il resto della comitiva a Chivay decidiamo di fare una passeggiata verso il paesino di Yanke. Di per sé il pueblo non dice molto, ma ci offre un punto di vista privilegiato e inaspettato sulla vita reale delle popolazioni andine. Qui non c’è nulla di preparato per il turista, a parte il piccolo museo che l’assonnato custode apre solo per noi (dentro i modellini delle chiese della valle e poco altro), e ci piace girare per le stradine sterrate incrociando persone che vanno e vengono dai campi, cani e asinelli carichi di fasci d’erba che tornano con o senza padrone. Torniamo al Tradicion Colca e anche la cena si rivela all’altezza del luogo: squisita. Tanto più che davvero ci siamo solo noi e quindi anche l’atmosfera, col camino acceso e le luci calde, è veramente particolare; il personale è gentilissimo e alla fine addirittura le ragazze si esibiscono solo per noi in una danza popolare vestite con gli abiti tradizionali. Il solito buon mate di coca e via a letto; domani andiamo a vedere i condor. PASTI: pranzo al ristorante in gruppo, 7$ a testa; cena al Tradicion Colca, 5$ a testa. PERNOTTAMENTO: Tradicion Colca, Yanke, compreso nella quota di 35$ a testa per l’escursione di due giorni. giorno VI, mar. 15/05 YANKE – AREQUIPA I condor sfruttano le correnti di aria calda che salgono dal fondo del canyon, quindi il momento migliore per vederli emergere dal Colca è a metà mattina, quando il sole ha scaldato l’aria abbastanza da consentir loro di sfruttarla per risalire: per questo partiamo presto e lungo il percorso ci concediamo diverse soste ai mirador che si affacciano sul canyon, tutto straordinariamente terrazzato per 40 chilometri. Uno spettacolo. Il mirador del condor è un posto abbastanza turistico che si riempie di comitive a caccia di foto; però, nonostante questo, in effetti i condor ci sono, sono tanti e si vedono benissimo da distanza ravvicinata. Sono impressionanti questi grandi uccelli che salgono dal profondo del canyon e ti passano sopra e davanti e volteggiano in aria a pochi metri di distanza; addirittura uno si è posato su uno sperone roccioso a pochi metri da noi, seguito poi da altri due…ovviamente foto come giapponesi… In conclusione, l’escursione di due giorni al Colca ci è piaciuta moltissimo e ci sentiamo di consigliarla a tutti. PASTI: pranzo al ristorante in gruppo, 7$ a testa; cena frutta, 0,50$ in due. PERNOTTAMENTO: Hostal Tambo Viejo, Av. Malecón Socabaya 107, Arequipa – tamboviejo.com – room@tamboviejo.com – 054.288195 tel. – 054.284747 fax, 25$ con colazione. giorno VII, mer. 16/05 AREQUIPA – PUNO Arriviamo ai quasi 4000 metri di Puno, sulle rive del lago Titicaca, e si sente: il solo portare i bagagli in camera diventa faticoso; e anche questa volta serve un buon mate di coca per far passare tutto. Puno è molto carina da vedere passeggiando: attorno alla Plaza de Armas ci sono un paio di vie pedonali con ristorantini, negozi, tanti turisti e zero pericoli; è stata senza dubbio una sorpresa positiva. Anche al Totorani riceviamo un’accoglienza straordinaria, con una disponibilità ed una gentilezza da parte del personale davvero encomiabili. Addirittura avevamo finito le soroche pills e la signora ha insistito per andarcele a comprare personalmente alla farmacia più vicina. PASTI: pranzo al ristorante La Casona, 6$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hotel Totorani Inn (Alberto Paniagua),Av. La Torre 463, Puno – totorani.com – informes@totorani.com – 051.364535, 30$ con colazione. giorno VIII, gio. 17/05 PUNO La mattina andiamo all’imbarcadero per prendere il battello per le isole galleggianti degli Uros. In pratica si tratta di zattere, con spessore da uno a due metri, fatte interamente in totora (una canna lacustre della zona di colore giallastro) ed ancorate al fondo del lago, su cui questa popolazione costruisce ed abita capanne sempre di paglia. Ora, non sappiamo se questi anche oggi risiedono effettivamente lì, ma di certo ci stanno tutto il giorno, quindi comunque una certa organizzazione “quotidiana” la devono avere; così, a parte la ricerca del turista come fonte di sopravvivenza, possiamo definirli abbastanza autentici. Tanto più che le comunità, per far sì che non godano sempre gli stessi delle visite dei barconi turistici, spostano le isolette a rotazione (ogni zattera corrisponde ad un nucleo familiare) in modo che tutti possano accogliere i visitatori e quindi beneficiare della loro presenza. Visitiamo 3 isole, l’ultima raggiunta a bordo di una delle barche tradizionali: durante la navigazione il barcaiolo ci spiega che una volta anche le barche erano fatte copletamente di totora intrecciata, oggi invece l’intreccio è solo superficiale e ricopre grandi sacchi pieni di…bottigliette di plastica; in questo modo la barca galleggia meglio e soprattutto richiede pochissima manutenzione. Le isole invece sono sempre realizzate alla maniera tradizionale; addirittura ci spiega come si formano e si dividono le famiglie, in base al numero dei componenti, ai figli che si sposano, in questi casi, quando si crea un nuovo nucleo familiare si taglia letteralmente l’isola e se ne forma un’altra su cui stanno i figli con le loro nuove famiglie. Ci spiega anche l’importanza dell’ancoraggio al fondale, perché in caso di tempeste o forti venti queste zattere rischiano di andare alla deriva per chilometri. Alla fine della mattina lasciamo gli Uros, contenti di aver fatto questa bella e interessante esperienza, e torniamo a porticciolo di Puno. Per mancanza di tempo non abbiamo fatto l’escursione con pernotto all’isola di Taquile, ma ne parlano tutti come un’esperienza particolarissima, un po’ spartana, ma unica… Il tempo di pranzare in un bel localino in centro e ripartiamo per l’escursione a Sillustani, sito sul lago Umayo dove si possono vedere le strutture funerarie dette Chullpas, le tradizionali torri circolari realizzate in pietra, immerse in un contesto bellissimo, tra verdi altipiani e specchi d’acqua. Anche questa escursione ci è piaciuta e, avendo tempo a disposizione, può essere una buona occasione per vedere un sito un po’ diverso dagli altri. PASTI: pranzo al ristorante La Hostaria, 6$ a testa; cena al ristorante Apu Salkantay, 10$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hotel Totorani Inn (Alberto Paniagua),Av. La Torre 463, Puno – totorani.com – informes@totorani.com – 051.364535, 30$ con colazione. giorno IX, ven. 18/05 PUNO – CUZCO Alle 9 siamo già sul pullman che ci porterà a Cuzco, l’ombelico del mondo (Imexo, 11$ a testa). Il viaggio fatto di giorno risulta un po’ lungo (almeno 6 ore), anche se si attraversano alcune zone veramente belle che offrono scorci mozzafiato. Anche questa volta il personale dell’hostal è alla stazione dei bus coi nostri nomi scritti su un cartello e ci conduce all’Amaru I, una bellissima sistemazione in cuesta San Blas (a 2 passi da Plaza de Armas), che è proprio la via dove si possono vedere tratti di muro inca originali, con la celeberrima pietra dei 12 angoli. Un paio d’ore a passeggio e poi rientriamo per incontrare la guida che domani ci accompagnerà a Machu Picchu. Abbiamo prenotato, sempre tramite Angelo e Yolanda, il Camino Inca da due giorni che comprende il treno backpacker A/R cuzco-aguas calientes, l’inca trail dal km 104, il pernottamento a Aguas Calientes e l’ingresso a Machu Picchu; il tutto per 185$ a testa. Volutamente non entriamo nella questione costi di Machu Picchu, diciamo soltanto che a noi è costato l’equivalente del 30% di tutte le spese del viaggio, aereo escluso. PASTI: cena al ristorante messicano in calle Procuradores, 8$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hostal Amaru I (senor Javier Mayorga), Cuesta San Blas 541, Cusco – amaruhostal.com – amaruhostal2@speedy.com.pe – 084.223521 tel., 30$ con colazione. giorno X, sab. 19/05 CUZCO – AGUAS CALIENTES La sveglia all’alba non ci pesa: oggi andiamo a Machu Picchu! Subito una considerazione sul treno: noi abbiamo preso il backpacker e, visto come si sviluppa il percorso fino ad Aguas Calientes, siamo stati contenti di non aver speso di più per il Vistadome. Diciamo che la differenza tra i due treni, a parte il prezzo, è solo la presenza di finestrini sul tetto che dovrebbero consentire una più ampia visione del panorama; in verità per gran parte del percorso la ferrovia corre ai piedi della parete rocciosa seguendo il rio Urubamba, quindi l’effetto panoramico non esiste. In più gli scorci più belli sono sempre tranquillamente visibili dai finestrini laterali, a volte su un lato a volte sull’altro, quindi il nostro consiglio è quello di scegliere senza dubbio il backpacker; tanto più che il viaggio di ritorno si fa quasi tutto al buio. L’ideale sarebbe farsi prenotare da Yolanda i primi posti in testa al treno, ma non è detto che sia una cosa facile. Detto questo, alle 7 si parte dalla stazione di Cuzco ed subito un’avventura: in pratica la ferrovia deve superare la montagna che sovrasta la città e quindi il treno deve letteralmente scalare il muro di roccia procedendo avanti e indietro a zig zag fino a guadagnare la cima, un’ora dopo. Noi dobbiamo scendere alla fermata del km 104, dove ci aspetta William, la nostra guida; in verità poi scopriamo che la fermata non esiste ed è per questo che il controllore passa a chiedere a tutti dove hanno intenzione di scendere. Quando ci viene a chiamare temiamo una fila di gente che si accalca per raggiungere l’usicta, invece in tutto il treno scendiamo solo noi! In pratica il treno si ferma in mezzo alla selva, non solo non c’è la stazione, ma non c’è nemmeno un cartello, una pensilina: scendiamo lungo i binari in un punto che potrebbe essere ovunque lungo la ferrovia, il treno riparte e ci lascia lì, da soli nella foresta…Incredibile. Poi in lontananza vediamo uno che ci saluta: è William. Poco più in là, nella vegetazione, c’è un cartello che indica l’accesso al Camino Inca: che emozione! Scopriamo ben presto che non solo siamo stati gli unici a scendere dal treno, ma siamo anche gli unici a percorrere il trail; una sensazione meravigliosa: solo noi due e la guida e attorno a noi la selva andina e le rovine di una grandiosa civiltà. Veramente stupendo. Il percorso (circa 8 km) dura in totale poco più di 6 ore, comprese le soste fotografiche e la sosta pranzo, e si sviluppa sul fianco della montagna lungo parte del percorso inca originale (quasi tutto pavimentato, tipo strada romana). La prima parte è la più difficile perchè in pratica è tutta in salita, mentre la seconda è in falsopiano e presenta minori difficoltà: si alternano scalinate più o meno ripide, attraversamenti su ponti di legno, cascate e ruscelli, passaggi nel folto della selva, panorami mozzafiato, scorci fantastici e siti incaici perfettamente conservati che ci preparano alle meraviglie che vedremo alla fine. Complessivamente non ci sentiamo di definirlo un percorso difficile, perché comunque si procede in base alle esigenze del gruppo; l’importante è non rallentare troppo perché si corre il rischio di arrivare al Machu Picchu col buio, perdendo la possibilità di godersi la cittadella in pace. Comunque la guida ha sempre sotto controllo i tempi parziali, quindi in genere riesce a tenere il ritmo giusto. Così, un po’ stanchini dopo una giornata di cammino, si arriva all’ultima scalinata (ripidissima) e in cima eccola, Intipunku, la porta del sole che l’inca varcava per entrare a Machu Picchu. L’emozione di vedere finalmente la città perduta con l’ultima luce del pomeriggio è indescrivibile: non c’è nessuno (dalle 14 i turisti devono prendere i pullman per la stazione), siamo solo noi 3, in silenzio a guardare Macchu Picchu dalla porta del sole. Un momento che da solo vale il camino inca, nel complesso il trail più bello che abbiamo mai fatto. Fatte le mille foto rituali scendiamo verso la cittadella per arrivare all’ingresso principale, da cui prenderemo l’ultimo bus che scende ad Aguas Calientes. Però tra un lama, uno scorcio, una panoramica, non riusciamo a venir via e deve venirci a prendere il custode in persona, dicendo che lui deve chiudere e che il bus deve partire. In mezz’ora siamo ad Aguas Calientes e raggiungiamo l’hostal stanchi, ma felicissimi per la giornata memorabile. PASTI: pranzo al sacco; cena all’hostal, compresa. PERNOTTAMENTO: Hostal La Payacha, Aguas Calientes. giorno XI, dom. 20/05 AGUAS CALIENTES – CUZCO Vorremmo prendere il primo bus che sale a Machu Picchu, verso le 5:30, così 15 minuti prima ci presentiamo alla fermata e…ci sono già 50 persone in fila! Per fortuna si crea subito anche la fila dei bus che caricano la gente e partono; riusciamo a salire sul quarto e poco dopo le 6 entriamo nel sito. C’è un po’ di nebbia, qualche nuvola, ma Machu Picchu con la luce del mattino è ancora più spettacolare. Facciamo la visita guidata, le solite mille foto e poi subito andiamo alla capannina da cui inizia la salita del Wayna Picchu. Se si ha intenzione di affrontarla conviene farlo subito, non solo perché ogni giorno entrano solo i primi 400 (i posti in genere finiscono in tarda mattinata), ma anche perchè dalle 9-9:30 arrivano i treni da Cuzco e ciascuno riversa nel sito più di 300 persone. L’ascesa è faticosa, molto ripida e quasi tutta sul fianco in ombra della montagna, quindi i gradini sono spesso scivolosi; ci sono alcuni tratti di ferrata ed il sentiero è stretto, così non sempre due persone riescono a passare, per questo è meglio salire quando non c’è molta gente perché poi tra chi sale e chi scende la confusione è tanta. In cima ci sono alcune costruzioni inca e soprattutto si gode di una vista mozzafiato sulla cittadella e su tutto l’intorno. La discesa è veramente difficile e pericolosa, soprattutto il tratto iniziale, per la notevole pendenza delle scale, per la scivolosità degli appoggi e per la gente che scende da dietro e quella che sale da davanti. Ammettiamo di aver avuto in qualche occasione un po’ di paura. Salire e scendere richiede circa due ore e mezza, le difficoltà ci sono, ma secondo noi è una cosa che vale la pena fare. L’unico modo per poterselo permettere però, secondo noi, è entrare nel sito prestissimo, quindi dormire ad Aguas Calientes, perché andata e ritorno in treno da Cuzco in giornata non consentono di avere abbastanza tempo da dedicare alla visita del sito, che comunque rimane la cosa più bella in assoluto. Trascorriamo il resto del tempo visitando ogni angolo del sito fino al momento di prendere il bus per tornare ad Aguas Calientes e poi a Cuzco. In conclusione questi due giorni sono stati faticosi, ma splendidi; il trail è bellissimo e Machu Picchu senza dubbio è tra le “cose” più belle ed emozionanti che abbiamo mai visto. Ultima nota sul giorno migliore per programmare la visita: domenica. La domenica infatti la maggior parte delle escursioni organizzate porta i turisti ai vari mercatini artigianali (Pisac, Chincero…), lasciando un po’ meno pieno il Machu Picchu e tutto quanto ruota attorno alla montagna sacra. PASTI: cena al ristorante El Taypa, in fondo a calle Procuradores, 3$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hostal Amaru I (senor Javier Mayorga), Cuesta San Blas 541, Cusco – amaruhostal.com – amaruhostal2@speedy.com.pe – 084.223521 tel., 30$ con colazione. giorno XII, lun. 21/05 CUZCO Stamattina ce la prendiamo un po’ più comoda. Ricca colazione all’Amaru e poi girelliamo in centro. Telefoniamo subito all’agenzia che ci ha organizzato l’inca trail (Cuzco Explorer’s S.A.C., calle Jorge Ochoa 241Santiago – Cuzco. Telefax 084-245443, senor Mijail Manrique) per prenotare l’escursiona alla Valle Sacra extra large, come l’abbiamo chiamata noi. Andiamo anche in agenzia e si dimostrano veramente affidabili, gentili e onesti; così senza esitazione ci diamo appuntamento per il giorno seguente. Al pomeriggio invece escursione alle rovine intorno a Cuzco. Non abbiamo voluto prenotare il giro in anticipo tramite Yolanda e ce ne siamo pentiti: accettiamo le avances di una delle agenzie che sembrano più affidabili e ci ritroviamo in un pullman con altre 50 persone di ogni nazionalità ad ascoltare la guida in spagnolo con qualche frase in inglese. La lingua non è un problema, però spostare tutte queste persone in così tanti siti è un problema, tanto che arriviamo all’ultimo (Tambo Machay) che è buio, e praticamente non lo vediamo. Ma andiamo con ordine: le famose 4 rovine in realtà sono 5, perché vale la pena aggiungere anche la visita del Coricancha, un bel sito inca in pieno centro su cui è stato costruito un monastero. Si procede poi con la visita dei siti fuori città: Sachsayhuaman, Qenko, Puka Pukara e infine Tambo Machay. Il più interessante è senz’altro Sachsayhuaman, una grandissima fortezza (anche se il vero utilizzo non è ancora chiaro) distesa su un verde altipiano: i monoliti che ne compongono le mura sono enormi, e tra questi c’è anche il più grande in assoluto mai ritrovato, un blocco di dimensioni veramente ciclopiche. Qenko invece è un sito con valore rituale, ricavato sfruttando una spaccatura in un enorme masso, all’interno della quale è stato scolpito un altare e sono state create diverse nicchie. L’utilizzo di pietre particolarmente grandi o di forme singolari è caratteristico della tradizione inca: spesso i siti con queste peculiarità diventavano santuari o luoghi di culto o erano usati come base per la costruzione di nuove sovrastanti strutture. Complessivamente il sito è interessante, ma non bello come altri. La sosta a Puka Pukara dura in pratica il tempo di tre foto, non tanto per un difetto di organizzazione quanto piuttosto perché il sito altro non è che una specie di forte (proprio come intendiamo noi un fortino) appollaiato su un’altura: non è visitabile e comunque non c’è molto da vedere se non il complesso in sé. Evitabile. Infine arriviamo a Tambo Machay: a parte che è quasi buio, il sito è piccolo, ma non privo di interesse. In pratica era una fonte sacra, ancora oggi attiva, costituita da una serie di vasche e cascatelle: non certo un must, ma un’occhiata la merita. Alla fine della giornata siamo comunque abbastanza delusi perché ci aspettavamo di più da queste visite e soprattutto avremmo gradito una gestione un po’ più personalizzata dell’escursione. Forse una trattativa diretta con un tassista in Plaza de Armas avrebbe portato ad un risultato migliore. Concludiamo degnamente al Bella Napoli in Plaza de Armas facendoci fregare con il giochino tutto italiano delle aggiunte sulla pizza: vergogna. Non andateci. Rientriamo al nostro bell’hostal contentissimi di aver contattato la Cuzco Explorer’s per domani. PASTI: cena alla pizzeria Bella Napoli, plaza de Armas, 13$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hostal Amaru I (senor Javier Mayorga), Cuesta San Blas 541, Cusco – amaruhostal.com – amaruhostal2@speedy.com.pe – 084.223521 tel., 30$ con colazione. giorno XIII, mar. 22/05 CUZCO Si parte presto perché la Valle Sacra extra large comprende molte più cose del giro tradizionale: inizieremo da Pisac (mercato artigianale + sito) e poi percorreremo la valle fino ad Ollantaytambo; al ritorno passeremo da Maras, Moray, Salineras e Chinchero. La nostra guida oggi si chiama Cobenal e si rivelerà (come del resto William a Machu Picchu) un accompagnatore eccellente, preparato e disponibile; il pullmino lo dividiamo con quattro signori romani che avevamo conosciuto al Colca e che sono stati felici di “ospitarci” sul loro mezzo per ridurre un po’ la spesa. Il sito di Pisac ci sorprende in positivo: è una cittadella arroccata in cima alla montagna che domina l’attuale pueblo e presenta non pochi motivi di interesse, sia archeologici che ambientali. Questo sito viene in genere snobbato per far posto magari alla visita del mercatino, ma noi ci sentiamo di rivalutarlo e anzi ne consigliamo la visita perché merita davvero. Usciamo per andare in paese, ma si presenta il primo inconveniente del viaggio: il pullmino ha avuto un problema e l’autista è corso a cercare un meccanico. Ecco, abbiamo l’impressione che una cosa del genere ieri ci avrebbe fatto saltare l’escursione, magari con tante scuse e rimborso da parte dell’agenzia, ma alla fine la visita sarebbe stata persa. Invece senza indugio Cobenal chiama la sede ed in 20 minuti arrivano due taxi che sostituiscono il pullmino per il resto della giornata; ovviamente senza sovrapprezzo. Fantastico. Il mercato artigianale è carino e pieno di tentazioni; per fortuna abbiamo poco tempo e riusciamo a comprare solo qualche maglietta. Proseguiamo quindi in taxi per Ollantaytambo, dove arriviamo in tarda mattinata. La fortezza è veramente impressionante e anche la visita guidata è interessantissima: dopo la scalinatona attraverso gli enormi terrazzamenti si entra nel sito vero e proprio, tutto costruito con lo stile inca imperiale (il più ricco e raffinato) e ricco di spunti di grande interesse. Potendo è una visita che bisogna assolutamente fare. Pranziamo a Urubamba all’Inca Burger e riprendiamo il cammino verso Moray, dove vedremo i famosi terrazzamenti concentrici. La strada che porta al paesino si arrampica sulle montagne attraversando paesaggi incredibili; i colori dei campi e delle terrazze, il cielo blu e bianco di nuvole, sullo sfondo i ghiacciai andini e sparsa qua e là qualche casa con lama e alpaca a brucare l’erba lì attorno. Veramente indescrivibile. Capiamo solo ora perché l’unico modo per raggiungere queste località sia il trasporto privato: di autobus ne passeranno due al giorno e comunque non è proprio praticabile l’idea di fare parti di strada a piedi. Maras è un sonnolento pueblo andino con la piazzetta, le case intonacate e la gente che passa con fasci d’erba in spalla o pecore ed i bambini che corrono per la strada; uno scorcio di vita in un tempo così diverso dal nostro che non si può che restare affascinati da tanta calma e semplicità. Moray invece è la località poco distante dove si trovano i terrazzamenti: la scelta di farli concentrici era dettata dalla volontà di sperimentare diverse colture a diverse quote, in modo da poter poi scegliere di coltivare in modo esteso la coltura più giusta nel posto più giusto. Moray di fatto è una specie di laboratorio agricolo e la vista delle terrazze concentriche sovrastate dai verdi pendii e dalle vette innevate lascia sbalorditi. Scattiamo foto come giapponesi prima di rimetterci in marcia per Salineras, un altro incredibile e sorprendente sito. In una gola stretta e profonda sono state create delle terrazze per la produzione del sale: in pratica per un processo chimico-fisico che per incompetenza tecnica non ci sentiamo di spiegare l’acqua diventa sale. Non funziona come nelle saline che siamo soliti vedere, in cui il sale si ottiene per evaporazione dell’acqua di mare; qui è proprio l’acqua che reagisce con la roccia e si trasforma in sale solido: così si vedono vasche piene d’acqua, alcune bianche piene di materiale duro come pietra, altre in cui l’acqua presenta un velo superficiale come se fosse gelata…veramente spettacolare e interessantissimo. Quando tutta l’acqua si è trasformata il sale viene estratto e la vasca nuovamente allagata per ricominciare il processo. Si può liberamente camminare lungo gli stretti camminamenti tra le vasche e anche su quelle piene di sale solido. Da Salineras si arriva abbastanza in fretta a Chinchero, un paesino che propone il suo mercatino artigianale e un sito incaico sicuramente secondario, ma interessante. Diciamo che se per mancanza di tempo avessimo perso questa visita non avremmo avuto grossi rimpianti. In compenso mentre camminiamo tra le rovine ammiriamo il più bel tramonto andino di tutto il viaggio. Rientriamo a Cuzco che è buio, siamo un po’ stanchi ma anche affamati e allora celebriamo la bellissima giornata insieme agli amici romani da El Taypa, il ristorantino che abbiamo “scoperto” in fondo a Calle Procuradores che propone ottimi piatti tipici a prezzi clamorosamente bassi: il menù economico costa 7 soles (meno di 2 €) mentre quello più ricco ne costa ben 15 (quasi 4 €). Il tutto in un ambiente carino e con un servizio ed una cortesia impeccabili; oltre ad un ottimo pisco sur offertoci dal proprietario per ringraziarci di essere tornati. Alla fine rientriamo molto stanchi, ma contenti: in pratica finisce qui la nostra avventura peruviana e questa giornata ne è stata la degna conclusione. Domani si torna a Lima. PASTI: pranzo Inca Burger, Urubamba; cena El Taypa, in fondo a calle Procuradores, 4$ a testa. PERNOTTAMENTO: Hostal Amaru I (senor Javier Mayorga), Cuesta San Blas 541, Cusco – amaruhostal.com – amaruhostal2@speedy.com.pe – 084.223521 tel., 30$ con colazione. giorno XIV, mer. 23/05 CUZCO – LIMA Rientriamo a Lima col volo LanPerù del mattino e anche questa volta è un piacere ritrovare Yolanda. Tra il ritardo del volo e il trasferimento in auto arriviamo a Casa Yolanda che è pomeriggio; poi le raccontiamo tutti i dettagli del viaggio e così il giorno finisce. Ceniamo in un ristorante argentino che ci ha consigliato Yolanda: carne a volontà, da scoppiare, veramente ottimo. PASTI: cena ristorante argentino, 25$ a testa. PERNOTTAMENTO: Casa Yolanda, Calle Oviedo 251, Urb. Javier 5ta etapa St.Luis, Lima – http://utenti.lycos.it/casayolanda/ – uangelo@email.it – 0051.1.3461272, 25$ con colazione. giorno XV, ven. 24/05 LIMA – CESENA Abbiamo il volo per Madrid alle 19, così trascorriamo la mattina al mercato indio di Lima. Durante il viaggio ci eravamo un po’ trattenuti proprio per fare i migliori affari qui a Lima, come suggerito da Angelo e Yolanda. Il mercato indio in effetti è grandissimo è si possono trovare tutti gli articoli turistici possibili; però forse proprio questo è il suo principale difetto, perché le bancarelle sono così tante e le offerte così varie che ci si perde e soprattutto non si riesce a gestire bene la quantità di proposte che si trovano ad ogni angolo. Abbiamo comunque trovato e acquistato molte cose che avevamo già visto durante il viaggio, ma alla fine non le abbiamo pagate poi così tanto meno; diciamo che potendo tornare indietro ci concederemmo molto più liberamente alle tentazioni lungo il percorso. In ogni caso il mercato indio è un’ottima occasione per lo shopping dell’ultimo giorno. Pranziamo da McDonald’s e torniamo in taxi da Yolanda. Saluti e baci e siamo già a bordo del volo per Madrid. PASTI: pranzo da McDonald’s; cena in aereo. PERNOTTAMENTO: in aereo. giorno XVI, sab. 25/05 CESENA Termina così la nostra avventura peruviana. Un’esperienza che ha cancellato tutti i dubbi e le paure che avevamo prima di partire, una destinazione più che sicura, clamorosamente più economica dei tour organizzati, da vivere in libertà assaporando il contatto con una natura a tratti selvaggia e con una popolazione ospitale, gentile e disponibile. Il ricordo più intenso che portiamo a casa è senz’altro l’immagine di Machu Picchu, ma anche le Ballestas, il Canyon del Colca, il Titicaca, Cuzco e la Valle Sacra rimarranno per sempre nella nostra memoria; e poi i paesaggi straordinari, gli animali così vicini e così diversi, i viaggi in bus… E poi Joel, il signor Fernando, la famiglia Paniagua, William e Cobenal, e soprattutto Angelo e Yolanda, che definire straordinari è poco: a tutti il nostro più caro ringraziamento. Il Perù è davvero un altro mondo che merita di essere vissuto e visitato. Per qualunque informazione non esitate a contattarci (alessandro_ugolini@libero.it), saremo felicissimi di rispondervi e di ricordare con voi le meraviglie che abbiamo avuto il privilegio di ammirare. Alessandro e Sabrina


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