Le esilaranti peripezie irlandesi di Erika&Guido
Quella che sto per raccontarvi è la storia degna di un film di Leslie Nilsen,
vissuta da me, Erika e il mio ragazzo Guido in terra irlandese.
Cercherò di fare una panoramica su quello che è stato il nostro itinerario di viaggio in soli 7 giorni, circa 1600 km percorsi, che io ho personalmente calcolato con cartina e righello, stile empirico...
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Quella che sto per raccontarvi è la storia degna di un film di Leslie Nilsen, vissuta da me, Erika e il mio ragazzo Guido in terra irlandese. Cercherò di fare una panoramica su quello che è stato il nostro itinerario di viaggio in soli 7 giorni, circa 1600 km percorsi, che io ho personalmente calcolato con cartina e righello, stile empirico modello copernicano e della cui attendibilità Guido ha confutato fin dal primo istante: “ Sembra lo schizzo di una caccia al tesoro!”. In effetti non mancava nulla, pezzo di carta sgualcito, biro che scriveva e a tratti invece rigava il foglio, tappe cerchiate e numerate, linee tratteggiate con indicazioni di posti imperdibili e tanto di tesoro finale: tornare all’aeroporto in tempo per il volo! Il viaggio è stato organizzato interamente da noi, penso che sia sempre una soddisfazione nel bene e nel male, abbiamo speso il giusto, muovendoci senza vincoli fisici e psicologici e portando a casa un pezzo di vita che resterà di sicuro nel nostro album tragicomico di famiglia! Sono consapevole del fatto che il racconto sia un po’ lunghetto, ma ho cercato di essere il più accurata, oggettiva e precisa possibile per cercare di dare a mia volta una mano a chi sta per andare in Irlanda, concedendomi anche a volte, ok spesso, divagazioni su quello che di demenziale e divertente ci è capitato e su quanto col cuore abbiamo vissuto. La maggior parte delle informazioni sulla verde Irlanda le ho raccolte una settimana prima della partenza, interamente tramite internet. Potete trovare spunti interessanti sia attraverso i racconti di viaggio di questo sito, anche se vedrete che ovviamente la cosa è molto soggettiva, stesso posto versioni contrastanti, ma alcune affermazioni effettivamente ritornavano nelle righe che leggevo sempre con più curiosità. Anche sul sito www.irlandando.com potete trovare una serie di notizie utili circa luoghi da visitare, cibo, dove dormire e anche una guida da scaricare gratuitamente fatta molto bene. Anche il forum merita una visita, ho trovato una discussione aperta sui B&B e così ho pensato di crearmi una guida semplice, copia e incolla, dei commenti che più mi erano piaciuti riguardo le sistemazioni, con tanto di indirizzi e prezzi. Spesso infatti è capitato di passare per gli stessi paesini, ragion per cui avendo già qualche dritta sotto mano, si andava a verificare quanto scritto e devo dire che ci siamo sempre trovati benone! Ovviamente appena riesco inserirò anch’io la lista dei B&B che consiglio, i cui nomi e impressioni troverete anche qui se non vi siete già addormentati…wake up! Ultima cosa utile e sufficiente per girare tranquillamente è una cartina dettagliata, ottima quella Michelin n.712 con scala 1:400.000, indice delle località, piante città Dublino e Belfast e tabella delle distanze in km, prezzo 7,10 euro. Se vi spostate in macchina e avete un navigatore con cartografia europea, portate via anche lui, tanti paesini non li ha e non vede la maggior parte delle strade piccole, ma se vi sposterete all’interno di una cittadina, magari alla ricerca di uno specifico indirizzo, vi sarà molto utile e non distoglierete lo sguardo dal panorama per controllare di non finire nell’oceano su una cartina che 9 volte su 10 non ne vuole sapere di farsi ripiegare. Pronti dunque per partire con il nostro volo prenotato all’ultimo momento, 10gg prima, con Ryan Air, da Treviso a Shannon andata 17 giugno e ritorno 24 giugno, 210,96 euro in 2, ma se voi riuscite a svegliarvi prima potete spendere anche meno, 80 euro in 2, mannaggia a miseria non fatecimi pensare, come al solito colpa della mia eterna indecisione, avete presente Elly Mc Beal quella del telefilm? Bhe uguale, con tanto di allucinazioni demenziali che ogni tanto fanno capolino facendomi fare delle figuracce colossali…Guido ormai lo sa e dice in giro che mi ha trovata nelle patatine scadute, io in compenso dico di lui che non farei neanche una casa di lego in sua compagnia..come capite ci amiamo molto J Giorno 17 il volo da Treviso è partito in ritardo di un’ora causa problemi alle luci, questo ve lo dico non perché ho voglia di annoiarvi con dettagli inutili ma perché potrebbe capitarvi di dover partire tardi come noi, 21 di sera, alla fine le 22 e fare tre ore di volo col pensiero di non arrivare mai in tempo per ritirare l’auto prenotata alla Hertz che chiude alle 23:30 ora irlandese (1 ora in meno). In realtà state sereni, l’omino del desk all’aeroporto ci ha aspettato e aspetterà anche voi perché nella prenotazione dell’auto avete compilato il numero di volo e loro attendono che tutti i voli legati alle prenotazioni siano atterrati. La Hertz è un’ottima compagnia per affittare una macchina, ha i prezzi migliori e spesso nel sito ci sono promozioni se siete fortunati, per una volte la sorte ha arriso anche a noi e abbiamo prenotato un’ Opel Corsa a 160 euro per 7 gg chilometraggio illimitato. Il veicolo è assicurato, se fate un incidente basta che vi fermiate a compilare il cid come in Italia, la Hertz stessa sconsiglia di stipulare assicurazioni aggiuntive in Irlanda perché spesso molte cause di sinistro non sarebbero comunque coperte. Se avete altre domande in merito potete chiamare il numero che trovate nella vostra conferma di prenotazione, che per l’Italia è 02.69682712, gli operatori sono gentilissimi. Ulteriore accorgimento, prenotate il veicolo che più si addice alle vostre esigenze, non pensate solo a risparmiare, infatti all’arrivo non c’erano più Opel Corsa (macchina sufficientemente ampia per due più due valige nel baule) e ci è stata data una Micra, talmente piccola che in 2 con 2 bagagli normali non ci si stava, avremmo dovuto lasciarli nei sedili dietro, invogliando potenziali malintenzionati. Così il giorno dopo abbiamo rinunciato ad una mattinata in piscina (poi vi racconto in che popò di albergo siamo capitati con soli 54 euro la stanza) per andare a cambiare sta bomboniera di macchinina. Alla fine ci siamo presi una Grande Punto azzurrina e nonostante non abbia una grande impressione della Fiat in generale, devo dire che era abbastanza spaziosa e confortevole. Infatti anziché la classe B che avevamo prenotato, la punto è classificata C con la Ford Focus (ottima se viaggiate anche in 4) e altre macchine e quindi si paga tipo 20 euro di più. Anche qui vi dò un’altra dritta, cercate un ragazzo della Hertz che si chiama Felice, è belga ma di genitori italiani, è gentilissimo e non ci ha fatto pagare la differenza, inoltre parlando italiano vi spiega tutto quello che volete sapere circa le condizioni di noleggio. La macchina la ritirate appena uscite dalle porte a vetri sulla immediata destra rispetto al desk della Hertz. Attraversate la strada e trovate le piazzole numerate che corrispondono al numero che avete sulla chiave della vostra macchina. Noi invece abbiamo preso le porte a vetri sbagliate e abbiamo girovagato con le valige per mezza Shannon, perdendo un’ora. Erano le 0:30 quando finalmente siamo partiti alla volta di Limerck, che dista circa 28km dall’aeroporto, con una strada tipo superstrada tutta dritta. Arrivando troppo tardi per suonare di casa in casa in cerca di una sistemazione, la prima notte ce la siamo prenotata direttamente dall’Italia attraverso Expedia. Abbiamo trovato una clamorosa offerta in un hotel 4 stelle (ora 3 non so perché), camera matrimoniale, parcheggio in garage gratuito, colazione completa (irish e continental), piscina coperta e palestra a 54,11 euro in 2. Non ci ho mai creduto più di tanto, dal momento della prenotazione pensavo fosse un’albergo fantasma, una dissaventura che ci avrebbe costretto a passare la notte in macchina sulle rive del torrente Shannon gettando una lenza dal finestrino per sfamarci con i pesceratti del posto, invece mi sbagliavo, la cuccagna esiste! L’albergo era nuovo e pulito, le camere con tv da parete e bollitore, c’era addirittura una piscina coperta stupenda e la palestra, tutto a disposizione degli ospiti, incluso nel prezzo. E’ anche completo di bar, pub e ristorante. Il nome dell’hotel è “Putrick Punchs” tel.061.460800 (per chiamare dall’irlanda in irlanda non serve il prefisso 353 come dall’italia, sembra un’idiozia ed in effetti lo è ma io subito non ci avevo pensato complice la stanchezza e non riuscivo nemmeno a chiamare per chiedere indicazioni, ammesso e non concesso che i miei anni di inglese al liceo incredibilmente uscissero dal sepolcro!) e si trova a Punchs cross, arrivati a Limerick e superato il ponte, prendete la seconda a destra, sempre dritti e dopo 2 km circa ve lo trovate dopo il semaforo a destra! Noi abbiamo perso un’altra ora per scovarlo perché la Micra che ci era capitata oltra ad essere bomboniera era anche senza accendisigari per cui eravamo senza alimentazione per il navigatore e nonostante sia vero che gli irlandesi sono gentilissimi, all ’1 di notte non ce n’erano molti in giro e ci sentivamo le particelle di sodio in acqua lete! Se trovate posto in questo hotel ne vale davvero la pena, anche la colazione tutta a buffet è eccezionale, trovate uova di tutti i tipi, crispy bacon, salsicce, fagioli in umido, crocchette di patate, pesce panato, oltre alla solita colazione continentale. Penso che questa colazione sia stata una delle meglio, so che in famiglia si assapora l’aria del mulino bianco ma oggettivamente era meglio questa! La colazione è parte fondamentale della vita degli irlandesi e non dovreste mai negarvi durante il vostro soggiorno la tipica Irish Breakfast, primo perché poi in Italia non la mangerete mai più e secondo perché con quella campate fino a ora di cena, risparmiando tempo e soldini utili. A pranzo uno snack veloce e via, magari all’aria aperta guardando l’oceano o perché no ingozzandosi di Tuc in macchina mentre si cerca di raggiungere il prossimo strabigliante posto da visitare! Giorno 18 abbiamo lasciato a malincuore questa splendida sistemazione per dirigerci verso Ennis, colorata cittadina che abbiamo visto solo di passaggio perché il programma della giornata era percorrere la N67, una strada costiera panoramica che porta da Quilty a Kilcolgan (che si trova sulla N18), passando per le Cliffs of Moher, Doolin, Black Head, da dove si domina la baia di Galway. Il percorso è senza dubbio suggestivo, ci si lascia alla spalle la città e ci si immerge nel verde dei sali e scendi tipici irlandesi, siamo nella contea denominata Clare e aggiriamo il Burren con il mare che ci segue ovunque…e poi le case, un po’ qua e un po’ là, rigorosamente senza luci accese anche se fuori è mezzogiorno ma ci sono le tenebre! Questa cosa ci ha colpiti molto, lo faranno per risparmiare o perché quella che a noi sembra una scarsa condizione di luce per loro è la normalità? A voi l’ardua sentenza. Vi accorgerete quando sarete nei pressi delle Cliffs of Moher dal numero di bus e auto che incontrerete lungo il tragitto, via via sempre più fitto, fino a visualizzare una immensa piana per parcheggiare al costo di 8 euro a testa, comprensivo di ingresso. Non ci sono altri spazi per posteggiare purtroppo e il rischio potenziale di beccarsi un multone per aver lasciato l’auto sul ciglio della strada, non vale la candela. La salita alle Cliffs non è impegnativa, ma conviene avere scarpe comode e una giacchina antivento con cappuccio perché spesso è freddo e c’è pioggerella, lasciate a casa gli ombrelli, finirebbero scoperchiati suscitando l’iralità altrui! C’è anche un bar-selfservice dove riscaldarsi un po’ magari con una buona zuppa accompagnata da pane nero e burro, oppure se la giornata lo consente potete sempre portarvi un panino da addentare sul balcone dell’oceano. I sentieri alle Cliff sono tracciati, ad un certo punto troverete dei cartelli che vi dicono che è vietato, proprietà privata e pericoloso proseguire oltre ma vedrete che molti si avventuranno comunque: io e Guido a questo punto ci siamo divisi, lui da bravo soldatino è rimasto a guardarmi dietro la staccionata scuotendo la testa alla mia pazzia, ma ero troppo curiosa di vedere cosa c’era oltre la collina…che dite ve lo dico? O sorpresa?…bhe penso che ognuno debba fare la scelta in coscienza propria, il sentiero costeggia il mare senza protezioni, ma con un minimo di buon senso è impossibile precipitare, certo lo sconsiglierei a famiglie con bambini, il punto comunque è che quella viuzza va avanti penso per decine di chilometri (la vedevo perdersi all’orizzonte!), offrendo altre prospettive sulle Cliffs e un po’ di caos umano in meno, ma niente di più. Se vi interessa un altro tipo ancora di visuale so che dal porto di Doolin poco piu avanti, o Liscannor poco prima, partono dei battelli che vi fanno ammirare l’imponenza della natura direttamente dal mare. Sentire la musica dei gabbiani che si rincorrono nel cielo gettandosi a capofitto dalla roccia sull’oceano credo sia la terapia antistress più valida che possa esistere…. Proseguendo sulla N67 vedrete una delle prime spiagge di sabbia tipo le nostre, molto bella per una sosta pomeridiana tra l’altro affittano attrezzatura da surf e pittoresco è anche un mosaico floreale colorato realizzato interamente con immondizia ripescata dal mare! L’ N67 si ricongiunge con la N18 che porta dritta a Galway. Abbiamo trovato questa cittadina molto trafficata e stonava un po’ con la tranquillità a cui eravamo abituati così dopo una breve visita ci siamo diretti verso Spiddal sulla strada costiera R 336, in cerca del nostro primo tipico B&B. Grazie al forum di www.irlandando.com del quale vi avevo parlato, avevamo l’indirizzo di un posticino la cui descrizione mi aveva particolarmente impressionato così come primo tentativo abbiamo deciso di tentare la sorte lì. Si chiama Cloch Na Schit e si trova a Spiddal, poco prima di entrare in paese sulla sinistra, è un vero cottage col tetto di paglia, sì tipo 3 porcellini, ma rimesso a nuovo. 68 euro in 2, camere pulite e accoglienti e i proprietari, specialmente la signora Nancy, sono molto cortesi. C’è una salottino solo per gli ospiti, con il caminetto sempre acceso, la possibilità di farsi una tazza di tè o caffè e viene sempre offerto qualche prodotto da forno fatto in casa, noi abbiamo assaggiato una fetta di torta pan di spagna farcita di jogurt ai frutti di bosco eccezionale! Le torte vengono cotte in una teglia su un trespolo direttamente col calore del carbone del camino e se siete appassionati di cucina la signora vi spiegherà tutto per filo e per segno, ovviamente non la ricetta! Nel salotto c’è anche la tv e qualche libro vecchio e impolverato tipo storia infinita, anche qui sembra di fare un salto nel passato..e anche i cagnoni che vi saluteranno all’arrivo e alla partenza fanno trasparire una tranquillità quasi dimenticata. Non dimenticate di avvisare la signora della colazione che preferite, lei spingerà per offrirvi la frutta con lo jogurt, tutto fatto in casa, ma io vi consiglierei comunque la irish, anche perché nel piatto c’erano anche delle gustosissime polpettine che a prima vista sembravano pudding (sangue cotto di maiale che a noi non piace) invece erano di carne e semi, ma speciali! Da provare anche il pane con la melassa sempre fatto in casa, accompagnato con le sue marmellate eccezionali, se non ve lo porta dovete assolutamente fare gli sfacciati per una volta perché ne vale la pena! Per la cena la sera a 2 minuti di macchina a Furbo, andando dal B&B verso Galway sulla dx, c’è un pub-ristorantino che si chiama Padraicins che fa buone zuppe sui 6 euro, antipasti e piatti unici sui 10-15 euro, la guinness una pinta costa quasi dappertutto 3.70 euro. Se invece volete risparmiare a Spiddal trovate anche fast food e tante panchine per gustarvi il tutto accarezzati dalla brezza marina! Al tramonto, che in Irlanda dura un vita pensate che c’è luce fino le 23:30, è romanticissimo uscire dal cottage per due passi, se andate verso Spiddal dopo 100mt sulla sinistra trovate una stradina asfaltata che dopo poco diventa prato e vi porta agli scogli in riva al mare, neri come la notte su uno specchio blu, e lì potete accomodarvi nel vostro posto in prima fila sull’oceano e baciati dal sole pensare a cosa vi piacerebbe fare l’indomani…il bello è proprio questo, partire da casa con un programmino in testa e cambiarlo ogni volta che se ne ha voglia senza alcun vincolo..solo il proprio cuore! Giorno 19 sveglia alla 8, perché il desiderio espresso era quello di visitare le famose isole Aran, che sono 3, Inis Mòr che è la più grande, Inis Meàin, e Inis O’irr la più piccola e la signora Nancy ci ha anche venduto i biglietti evitandoci la fila al botteghino. Tra le 3 abbiamo scelto la più estesa anche perché c’è un bellissimo forte da vedere a strapiombo sull’Atlantico ancora più impressionate delle Cliffs. I traghetti partono dalla baia di Galway, ma se dormite in questo B&B vi conviene imbracarvi a Ros a’ Mhìl nella cartina lo trovate col nome di Rossaveel, a 20 minuti di macchina da Spiddal, percorrendo la R336 in direzione Inveran dovete prestare attenzione perché sulla vostra sinistra troverete un incrocio abbastanza grande comunque con indicazione gialla “Pier (molo) Ros a’ Mhìl”. Una volta giunti parcheggiate la macchina in uno dei piazzali gratuiti, un vecchietto vi controllerà i biglietti e vi indicherà dove salire, se non avete i biglietti li trovate al chioschetto lì, dovrebbero essere 45 euro andata e ritorno per 2 persone. Il traghetto da aprile a ottobre parte alle 10:30, 13, 18:30, da novembre a marzo alle 10:30 e alle 18. Da questo porticciolo ci si mette circa 30 minuti per arrivare ad Inis Mòr, mentre da Galway 90 minuti! Un modo alternativo e sicuramente affascinate per approdare sull’isola è anche quello aereo, in un cesna da 8 posti dove per farvi accomodare vi pesano con zaini e tutto tipo maialini per distribuire meglio il peso! L’aeroporto lo potete trovare lungo la via un po’ prima di svoltare per il porto, sulla sinistra vedrete una stradina con un cartello raffigurante un aereo, ma non vi so dire i costi anche se credo si aggireranno sui 40 euro a testa andata e ritorno. A noi è dispiaciuto non aver provato anche perché stando a Inis Mòr ne abbiamo visto atterrare tanti e ci sembravano sicuri, oltre al fatto che dal blu dipinto di blu avremmo potuto ammirare anche le altre 2 isole! Pazienza sarà per la prossima volta L Una volta sbarcati a Inis Mòr e precisamente a Kilronan troverete diversi baracchini dove affittare la bici, da premettere che ci sono 3 modi per visitare l’isola: a piedi, affittamdo una bici o con un tour guidato in pulmino. Con la bici andate a spendere 10 euro al giorno di noleggio pìu 10 di cauzione che vi vengono restituiti una volta riconsegnata la bici, a piedi ci mettereste troppo tempo e non la vedreste tutta, in pulman oltre a spendere non so quanto vi perdereste tutta la magia. Non scoraggiatevi per due gocce di pioggia, di certo non potete aspettarvi di trovare un tempo da caraibi, ma se riuscite partite ben equipaggiati con giubbino e pantaloni idrorepellenti…non temete se come noi non li avete partite anche con vestiaro idroassorbente chi se ne frega siamo ancora vivi! Magari la giacchina antipioggia portatevela la userete un sacco anche per ripararvi dal vento senza vestirvi a cipolla e sembrare Pavarotti! La bici vi conviene affittarla appena fuori dal molo sulla dx, noi abbiamo fatto il giro di tutti i posti e i prezzi sono uguali, le bici e l’assistenza no per cui vi conviene fermarvi a questo. Vi darà una mountain bike, provatela per qualche metro per regolare la sella, capire se è comoda o meno e i cambi, vi darà una mappa dell’isola e vi spiegherà che strada vi conviene fare, ma importantissimissimo fatevi dare il numero di telefono per eventuali problemi, a noi purtoppo è servito e vi assicuro che nella concitazione del momento si perde la testa, poi vi racconto! Quanto al percorso, la strada che vi consiglierà e che anche noi abbiamo fatto è quella interna all’andata un po’ più collinosa con salitine e discese ( dal noleggio andate a sx verso il paese, seguite la principale fino al primo bivio in salita sulla dx, imboccatelo e andate sempre dritti eventualmente chiedete), al ritorno invece c’è una strada che costeggia la costa un po’ più lunga ma quasi completamente pianeggiante e dato che sarete stanchi la apprezzerete di più. All’andata la stradina si snoda tra le case degli abitanti dell’isola, sempre col sorriso e pronti a salutarvi, ci sono molti B&B e se non volete tornare in giornata sulla terra ferma, l’ideale è mettervi due cose in uno zainetto e passare la notte in uno di questi, c’è l’imbarazzo della scelta. Troverete anche un ostello ma ve lo sconsiglio è sporchissimo, piuttosto se cercate un ostello fermatevi in quello di fronte al porto sopra il pub, molto più decoroso con possibilità di stanza anche da 2 persone a 15 euro a testa. Proseguendo per 6 km troverete una magnifica spiaggia di sabbia quasi bianca sulla vostra dx e un mare che azzurro piscina è dire poco! Una volta che avrete ripreso a respirare regolarmente sulla sx vedrete la strada con tanto di cartelli che vi indica il paesino di Kilmurvy dove troverete delle tavole calde per ristorarvi e il visitor centre dove dovrete obbligatoriamente parcheggiare le vostre biciclette perché la salita al forte è consentita solo a piedi. Potrete trovare dei fogli guida sulla fortezza anche in italiano e ricordatevi quando scendete di firmare il diario sul bancone, in data 19 giugno 2007 ci siamo anche noi Erika & Guido ( e chi se ne frega!). Dun Aonghasa è il più spettacolare forte di pietra, datato 2000 a.c. E dal quale si può godere di un panorama ineguaglibile dell’isola che sembra un tavoliere di muschio, in contrasto con il balcone che si affaccia direttamente là dove si perde la voce, lo sguardo, il pensiero: l’oceano. Mano a mano che si calpesta il prato che sembra vivo sotto ai tuoi piedi e ti avvicini all’ orlo di colplo ti rendi conto di quanto piccolo sei nei confronti della natura e di quanto lei sia meravigliosamente immensa. Nessuno osa affrontarla, c’è una sorta di religioso cospetto in questo luogo, non si sentono schiamazzi nonostante la folla e i bambini sono stranamente taciturni, estesiati dalla bellezza dell’aria aperta. I margini dove si incontrano mare, terra e cielo diventano inginocchiatoio, ovunque gente sdraiata che piano piano si sporge col la testolina, la sensazione è immensa, da un lato l’adrenalina del caso, dall’altro la sorpresa di quello che c’è sotto….e io non vi voglio svelare cosa vedrete, l’importante è cosa sentirete e io credo che per ognuno ci sia un messaggio personalizzato a seconda del momento della propria vità…voi finalmete siete arrivati ad ascoltarlo…silenzio…ascoltate. Una volta tornati alla vostra bici inforcatela e via di nuovo verso la spiaggia di prima, ora potete scegliere o prendere la stradina pianeggiante e tornare al paese o proseguire fino alla fine dell’isola, altri 6 km circa. Erano le 15 del pomeriggio, pioveva e i nostri jeans erano già tutti brombi anche se ci eravamo fermati nel bar del centro visitatori per scaldarci un po’, abbiamo pranzato con una cioccolata calda che pareva latte e nesquik e con baguette e formaggio di pecora affumicato preso al supermercato, sì tipo vecchio dell’alpe di Heidi, ma che buon pranzo! Leggero e nutriente e speso una sciocchezza, quanto gusto nel mangiare quello che ti va, qualunque cosa sia. Così nonostante fossimo delle specie di anfibi siamo andati avanti, alla spiaggia abbiamo girato a sx e su e giù ancora per colline, muretti e strade, c’erano anche i cavalli e le pecore quasi in libertà. Dopo un paio di km sulla dx scende una strada che passa per un cimitero e arriva in riva al mare; fate caso a quanto bella una casa in pietra a vista, nuova e con vetrate enormi circolari, uno spettacolo…dopo aver riavvolto la lingua potrete tornare su sulla strada principale e proseguire…per le ragazze, se qualche volta siete stanche delle salitina fatene qualcuna a piedi, vi sentirete subito meglio ma non prendete il vizietto però!…comunque tranquille io sono poco allenata e ce l’ho fatta anche in condizioni estreme come vi avevo preannunciato. Alla fine la strada principale scende in rapida e ripida discesa verso il mare, a questo punto siete arrivati sulla punta dell’isola, alla massima distanza possibile dal porto dove eravate sbarcati, da questo punto potete ammirare il faro delle isole Brannock oltre alle barche dei pescatori pronte per salpare all’alba seguente e le teste mozzate dei pesci pescati la mattina stessa…sono coloratissime non so come mai….è un po’ macabro forse ma si prestano benissimo per una foto. Il bello di questo punto è che 99% sarete solo voi, pochi si spingono fino quaggiù, solo il pulmino che si gira e torna indietro e se vi vede vi alza il pollice per farvi i complimenti! Alle 17 eravamo pronti per tornare indietro, stanchi ma felici per la fatica fatta, ne valeva davvero la pena. Ma è una caratteristica costante della nostra coppia cacciarci casualmente nelle situazioni più impensabili e assurde, tanto che dopo tutta la fatica per risalire fino circa all’abitato di Bungowla (lo vedrete nella cartina) e quando ormai ci aspettava una strameritata discesa fino alla spiaggia, tac,toc pfffff pfffff, bestemmione colossale di Guido che mi precedeva “ Forato!!!” In pochi istanti si è consumata la tragedia, foratura e pioggia battente a oltre 10 km dal porto, stanchi morti e senza possibilità di riparo per pensare, all’improvviso la luce: “abbiamo il numero per l’assistenza!” Tira fuori la cartina col numero e componilo sotto la pioggia che presto inzuppa tutto, prendi la mappa per fargli capire dove siamo e soprattutto spiegati! Il telefono squilla per oltre un minuto e nessuno risponde finchè una ragazza alza sta maledetta cornetta. Un po’ per la concitazione un po’ per il mio inglese a tratti, mi escono delle frasi assurde e farfugliate tipo: “ hello, the route (che non vuol di ruota ma strada!) is broken ( è rotta)…e sento il silenzio…Hello, hello?….hello?….ripeto più volte e poi scoppio a ridere da sola….la tipa pensa ad uno scherzo e riaggancia”…..seconda telefonata con Guido che si arrabbia a mille che …azzo…ridi..siamo nella mer….” hello…the bike is broken….can you help me? ( pronto la bici è rotta puoi aiutarmi?)..mi chiede dove sono, io tutta soddisfatta che ho capito rispondo “… BUNGOWLA”…da qui un monologo di 5 minuti di questa ragazza che non so che lingua parlava ma non capivo un accidente le chiedevo di parlare più piano e niente non capivo niente, le chiedevo di ripatere e mi ripeteva uguale, alla fine sconsolata passo il telefono a Guido che grondante ha comunque la forza di riattaccare e dire: “Qua o ci arrangiamo o è la fine”…e così ci siamo organizzati, robe da pazzi. Guido in sella alla mia bici, io montata nel portapacchi e carica anche dello zainone che ce ne eravamo portati uno in due e che avevamo ancora con noi perché non avevamo ancora scelto dove andare a dormire, ma cosa fare della bici rotta, abbandonarla o portarcela dietro come una palla al piede? Alla fine abbiamo optato per il senso civico e non so come Guido riusciva a guidare e tenere in equilibrio la nostra e anche l’altra bici, mai nome fu più azzeccato per un bimbo! Qui penso di avergli dimostrato tutta la fiducia e la stima che ho nei suoi confronti, infatti la strada era vertiginosamente in discesa io dovendo stare dritta ma inclinata indietro per controbilanciare il peso dello zaino, non potevo vedere assolutamente niente, sentivo solo la mia vita in mano sua, i muretti di pietra che come una pellicola scorrevano sempre più veloci ai mei lati, l’ asfalto nero che schizzava acqua a mille da tutte le parti e una volta in pianura gli sguardi meravigliati degli abitanti di quelle case disperse che ci fissavano amorevolmente ma come fenomeni da baraccone dal loro caldo uscio. Una volta in salita siamo scesi e sempre sotto la pioggia che ormai non poteva bagnarci più di così e quindi ci faceva un baffo, ci siamo incamminati con passo infuriato anche perché l’obbiettivo era arrivare in qualsiasi modo al noleggio prima dell 19:30 ora di chiusura per cantargliene quattro. Ogni volta che vedevamo un pulmann pensavamo che fossero loro venuti in nostro soccorso, macchè non erano loro, ci suonavano e ci salutavano felici, ignari del nostro destino. Una volta giunti alla spiaggia ed essendo un punto di riferimento scatta la terza e ultima telefonata…risponde sempre la ragazza a quel punto la disperazione mi aveva dotata di un inglese quasi fluente, unico inceppo appunto la traduzione di spiaggia che ho tradotto con…spiaggia appunto!….per il resto avevo capito di andare al visitor centre e di prendere un pulmann e che ci avrebbero rimborsato il costo del biglietto perché nessun poteva venirci a prendere. Così facciamo, arriviamo all’ingresso del centro visitatori deserto, c’è solo un uomo al bancone che a differenza della ragazza del telefono mi pareva quasi parlasse italiano, il quale ci ha detto che non è la prima volta che capita e che nell’angolo del parcheggio dove lasciate le biciclette c’è una bici di emergenza, fate tesoro di questa info perché se vi dovesse capitarequalcosa e non parlate inglese è una manna dal cielo. Lì abbiamo lasciato la bici rotta, dopo le ultime foto di rito, e poi armati di tutte le ultime forze e della rabbia che avevamo abbiamo pedalato sotto la pioggia battente per altri 6 km fino al porto, fermandoci anche di tanto in tanto per qualche foto tanto ormai non avevamo nulla da perdere, solo le coronarie al massimo, e la stradina pianeggiante era proprio carina. Arriviamo al noleggio alle 19:20, 10 minuti prima della chiusura, un tipo con i denti mezzi d’oro che pareva un pirata ci prende la bici e la porta al riparo, noi sotto la pioggia, inizio a dirgli quello che ci era capitato, che la ragazza non si spiegava, che non era vero che ci garantivano assistenza e che ce l’eravamo dovuta cavare da soli, che la bici era al visitoro centre e che se fosse per lui a quest’ora eravamo ancora infondo all’isola!….Lui ribatte negando tutto, che lui era in ufficio e che nessuno aveva chiamato, che lui l’assistenza la garantisce solo fino le 17:30 fa fede l’ora della chiamata, ma noi non potevamo mostrargliela perché rimane in memoria solo l’ultima di quelle fatte verso lo stesso numero. Le voci si alzano, lui pensa che lo prendiamo in giro, io gli dico che rivoglio tutti i soldi, dei ragazzi del Bangladesh o pakistani mi guardano e sorridono non potrò mai dimenticare quella smorfia tra il sorrisetto perfido e l’ironico come per dire ma che stai farfugliando! E’ brutto sapere di avere ragione e non riuscire a spiegarsi come si vorrebbe, così ho tirato fuori tutto quello che sapevo e gli ho rispiegato tutto da capo, compreso il fatto che mi aveva risposto una ragazza per cui lui non era in ufficio e che non lo stavo prendendo in giro, bastava guardare come eravamo ridotti e che comunque non c’erano problemi, io sono una persona onesta gli ho detto. Mi risponde “anch’io..” alla fine ci siamo capiti, si scusa e mi dà tutti i soldi, il che è una grande soddisfazione, non tanto perché non abbiamo speso nulla quanto perché lo sforzo e l’onestà è stata ripagata…e ho allenato un po’ l’inglese, tra un’errore e l’altro! Ormai erano le 20, fradici e distrutti abbiamo optato per il B&B Pier House di fronte al porto, bellissimo, con tanto di giardino davanti e ristorante, ci hanno chiesto 80 euro in due, è stato il più caro di tutta la vacanza, ma merità. Le stanze sono al piano superiore, la nostra era la centrale, finestrona enorme sulla baia, moquette per terra, doccia calda, bollitore, specchiera, letto comodo. Prima di cambiarci abbiamo deciso di cenare al Supermac’s in centro paese, 100 metri a piedi, una specie di mc donald dove fanno un fish&chips buono e il personale è molto gentile. Il posto è piccolo, 5-6 tavoli ma pulitissimo e con ottimi prezzi. Comunque sia fradici come eravamo dove andavamo?…anche perché dopo le 21 in Irlanda non trovi più aperte le cucine! Poco sopra c’è una despar, prima di rientrare in albergo ci siamo presi l’acqua e qualche snacks, non immaginate che bello togliere i capi baganati e dopo una doccia bollente infilarsi esausti sotto le coperte, dopo un’ultima occhiata all’oceano prima di chiudere gli occhi confusi ma felici. Giorno 20, ci alziamo di buon ora 7:30 perché alle 8:00 c’è la colazione e noi avevamo deciso di salpare col primo traghetto che parte da Kilronan alle 8:30, cercate di essere puntuali perché non abbiamo ancora capito se la colazione la fabbricano seduta stante, ma ce l’hanno portata alle 8:20, io ho mangiucchiato qualcosina in 5 minuti, poi vedo Guido che si abbuffa, al punto da mangiare tutto quello che c’era nel piatto, bere tutta la tazza di tè in una sola sorsata e con le guance piene vedo che sgrana le pupille, dalla finestra vedeva il traghetto pronto a partire, mentre io ignara ero di spalle. Così corsa a perdifiato fino al molo, meno male che eravami giusto davanti a 20 metri e che le bici le avevamo consegnate la sera prima, perché ci hanno caricato come due pacchi poco prima di levare le scale! Se volete fare con più calma da aprile a ottobre il traghetto parte anche alle 12.00 e alle 16:00, da giugno a settembre anche 17:00 e 19:30, mentre da novembre a marzo solo due corse, quella delle 8:30 e delle 17:00. Dovete prendere il traghetto direzione Ros a’ Mhìl ovvimente, o comunque dove avete lasciato la macchina, sembra scontato ma qualcuno sbaglia, è sufficiente che mostriate i biglietti e vi faranno cenno col capo. Tornati sulla terra ferma recuperiamo la nostra splendida punto e decidiamo che data la sfacchinata del giorno prima oggi qvremmo fatto solo turismo su 4 ruote!….e così è stato! E’ stata la tappa più lunga che abbiamo fatto, da Ros a’ Mhìl a Buncrana, che si trova nella contea di Donegal la più a nord dell’ Irlanda, vista sulla cartina sembra una pazzia, uno smacello di chilometri e in fatti lo è ma credetemi è talmente bello il panorama che non ci siamo accorti del tempo che passava né della strada percorsa. Siamo partiti prendendo la R336 fino a Maam Cross piena di laghi e laghetti sia sulla vostra dx che sulla sx, veramente un posticino rilassante, se siete stanchi e volete farvi un giorno di solo relax vi consiglio di fermarvi qui o poco più avanti nel Connemara. Da Maam Cross abbiamo seguito la N59 in direzione Clifden, questa strada taglia tutto il Connemara, una zona molto bella, sembra di stare a 2000 metri dal tipo di paesaggio e vegetazione e invece sei a due passi dal mare. Ci siamo innamorati di questa zona tanto che l’abbiamo pensata per tutto il viaggio e alla fine avendo avanzato un giorno sulla tabella di marcia ci siamo tornati, ma vi dirò a suo tempo come e dove, ci sarà da divertirsi. Clifden è una cittadina rotonda, piena di rotonde e incroci che ti portano sempre allo stesso punto, impossibile perdersi, facile ricominciare da capo! A Clifden troverete un indicazione marrone ( di solito le marroni sono sempre luoghi da visitare) con scritto Sky Road, se la percorrete costeggerete l’oceano e vedrete una spiaggia interamente di corallo, noi purtroppo siamo scesi per un’altra stradina che portava ad un porto da dove parte anche la Lifeboat, le barche di salvataggio inaffondabili, carino come posto, ma neanche un corallino finto mannaggia! Poi abbiamo proseguito per la N59 direzione Letterfrack, passerete per il Connemara National Park, sarebbe bello fermarsi a visitarlo ma noi eravamo distrutti dalla biciclettata precedente e le nostre membra si rifiutavano di deambulare autonomamente. Abbiamo comunque visto stambecchi neri o caproni che fossero che più stanchi di noi non avevano paura delle nostre macchine fotografiche, ma se fossero stati fucili dico io? Forse in cuor loro sanno che non hanno nulla da temare e si atteggiano a mò di star! Passerete sempre rimanendo su questa strada per il lago Kylemore, dove sorge l’omonima e famosa abbazia, ancora non so se dentro ci sono i fantasmi o le suore, ma quando siamo passati era chiusa. Dal ciglio della strada però potrete scattare delle foto incantevoli, se poi avete una macchinetta digitale provate l’effetto bianco e nero, con tutte quelle sfumature di bianchi, neri e grigi e le nuvole che si riflettono nel lago, sicuramente sbaraglierete tutti ad un concorso! Arriverete finalmente a Leenane, dove potrete ammirare sulla vostra sx il Killary Fiord, l’unico fiordo di Irlanda. È anche possibile se avete voglia percorrerlo nella sua lunghezza a bordo di appositi navette da crocera e vedrete anche molti allevamenti di salmone in quella zona. Mentre imboccavo Guido con patatine e succhi di frutta perché mantenesse il glucosio alto durante la guida, seguendo sempre l’ N59 siamo arrivati a Westport, un piccolo paesino anonimo, ma è divertente vedere anche qualcosa di assolutamente non turistico, per poi proseguire il direzione Castlebar attraverso la N5. Da Castlebar vi consiglio di prendere la R310 per arrivare a Ballina, è leggermente più lunga della principale ma si passa su una stradina molto panoramica proprio in mezzo a due laghi, Lago Conn e Lago Cullin. Ballina, come dice il nome stesso non è una ridente cittadina, avendola sentita nominare spesso negli altri diari ero curiosa quantomeno di passarci. Pensato che spesso tutti questi paesi che vi ho nominato li attraverserete proprio nel centro per cui farete presto a capire se vi va di spenderci qualche ora o è sufficiente catturare qualche immagine dal finestrino e via. Così da Ballina ci siamo diretti sempre più a nord a Sligo che si pronuncia Slaigo, non dite Sligo che scoppiano a ridervi in faccia! È una cittadina abbastanza grande, con i difetti del caso, trafficata, un po’ sporca ma carina perché è tra il mare e il lago, anche se personalmente non mi fermerei a dormirci. Piuttosto passate oltre e imboccate la N15 che seguendo tutta la costa arriva a Donegal, una graziosa cittadina con tanto di castello medioevale, prima di entare in città sulla dx vedrete lo stabilimento irlandese del colosso farmaceutico americano Abbott. Ci sono numerosi b&b, due carini li abbiamo adocchiati sulla collina a sinistra prima di entrare in paese, domimano il mare e le case ci sembravano stupende. Nonostante tutto abbiamo deciso di fare un giretto per Donegal e poi proseguire, dopo aver fatto benzina che ormai scarseggiava; mi raccomando tenete sottocchio i prezzi che cambiano da gestore a gestore a nosto avviso la Esso e Texaco erano i più convenienti. Proseguendo con la N15 siamo passati attraverso montagnette e colline, la strada sembra una superstrada, spesso a due corsie, ogni tanto vedi dei cartelli marroni che ti indicao dei ruderi celtici da vedere, uno era prorpio un ammasso circolare di sassi e neanche dalle spiegazioni sul cartello ho capito granchè, quello che mi è rimasto è che l’Irlanda è un paese che cura molto il suo patrimonio socio-cultural artistico, mentre l’Italia su questo fronte lascia parecchio desiderare. Per cui se vi va saltuarimaente fermatevi a dare un’occhiata a questi siti, sono comunque carichi di mistero! Arrivati a Ballybofey abbiamo imboccato la N13 verso Letterkenny, cittadina posta su una collina su una baia dove sfocia il fiume Swilly che forma l’omonimo lago che sfocia sull’Atlantico, praticamente sembra un fiordo ma non lo è, forse non ne ha tutte le caratteistiche ma è molto grande. La cittadina di Letterkenny non ha però un gran modo di presentarsi a mio avviso, passi per una zona tempestata di industrie, centri commerciali, burgher king….e poi è trafficata e piena di semafori, non era quindi il posto romantico che cercavamo per la serata. Così abbiamo dato uno sguardo alla cartina e abbiamo preso la R245 in direzione Fort Stewart posticino carino con tanto di spiaggia dorata ma un po’ troppo turistico così proseguendo oltre qualche km abbiamo trovato una curva con una panchina dedicata purtroppo ad un giovane sub di 23 anni morto in quelle acque e non so dirvi ma la sensazione era che lui fosse lì a darci il benvenuto. Così ci siamo seduti un po’ lì a dire una preghierina e sotto ci siamo accorti che sulle rocce c’era una ragazzo che stava per immergersi, ad un certo punto lo vediamo sparire per poi dar capolino 50 metri avanti vicino ad una isoletta di scogli. La correntè era forte, tanto che abbiamo deciso di rimanere a vedere che faceva, lo seguivamo col teleobbiettivo finchè sembrava sparito nel nulla. Eravamo in apprensione, in quella zona isolata non c’è nessuno che può vederti ed io ero quasi convinta di cercare aiuto quando lo abbiamo visto riemengere di nuovo, il ragazzo sapeva il fatto suo e così sereni lo abbiamo lasciato alla sua passione. Avevamo fatto il pieno di venticello fresco dell’Atlantico e rigenerati però ci è venuta una famona! Così siamo tornati a Letterkenny e abbiamo seguito la N13 fino a Burnfoot, da lì svoltato sulla strada panoramica R238 che costeggia l’oceano e si trova nella penisola di InisHowen. C’è una vista del mare sulla vostra sx incantevole e ci sono delle spiagge di sabbia fantastiche oltre che un campo da golf immenso, ne vedrete molti nel corso del vostro viaggio ma questo era senz’altro uno dei più belli. Ci siamo fermati a mangiare in un pub sulla strada dopo Fahan sulla dx si chiama The Harbour Inn, è un edificio enorme di pietra ed è anche albergo, ma vogliono un occhio della testa per dormire, 80 euro a testa! Invece il pub è proprio carino, con le tv al plasma, i divanetti in pelle rossa, le tende di velluto, molto caratteristico e cucinano molto bene con prezzi ragionevoli, 2 piatti unici con 2 contorni e due guinness 34 euro. Ho mangiato un salmone in crosta agli aromi piccanti chiamato “Blackned Salmon” che era la fine del mondo, freschissimo e tenerissimo, Guido ha ordinato il filetto da 8oz una cosa superlativa, con patate all’aglio e patatine fritte e salse varie, se volete vi portano anche pane e burro, una bontà, io poi adoro il burro irlandese! Anche qui un siparietto divertente, invece della Guinness Guido voleva una birra doppio malto e cosi ha ordinato una “Double Malt”…dopo un po’ la cameriera torna mentre Guido era al telefono e mi dice che ha solo il trilo malto e io “ok good is ok!”…lei un po’ spaesata annuisce e poi torna con un bicchiere con dentro whisky!!!!………io e Guido scoppiamo a ridere, lei pure anche se non capisce il perché nonostante l’insolito abbinamento filetto-whiskey non ha fatto una piega e ci ha accontentati e una volta spiegato il fraintendimento ha cambiato il tutto senza farci pagare niente! Le cameriere sono state gentilissime, ci hanno anche indicato che nella biblioteca di Buncrana c’era un internet point. Dopo cena due passi sulla spiaggia e poi a nanna nel B&B che ci siamo selezionato dopo averne visti diversi prima di cena nell’abitato di Buncrana che ormai conosciamo come le nostre tasche. Se vi serve c’è anche il LIDL un discount molto conveniente, noi abbiamo preso l’occorrente per la colazione del giorno dopo perché non era inclusa. Abbiamo pernottatto alla Lisadell Accomodation, Railway Road Buncrana, poco dopo il pub sulla vostra dx. La casa è rossa con delle ampie vetrate al piano terra e lì c’è la vostra camera, molto bella, di legno, con un tavolino e due sedie sulla vetrata sporgente dove l’indomani potrete fare colazione, sembra quasi un teatrino! La sera infatti tirate delle tende di velluto rosso, spegnette i faretti e lo spettacolo ricomincia il mattino seguente. La proprietaria è una signora molto gentile e il marito se vorrete vi darà molti suggerimenti turistici, ci hanno fatto anche lo sconto, 50 euro in 2 anziché 60, e nella stanza c’era tutto l’occorrente per tè o caffè oltre a latte e vari tipi di biscotti. Se volete c’è anche il sito internet www.lisadell.com il telefono è 086.2212400. Di fronte alla vostra stanza c’è un altro pub tipico di pietra e la signora ci ha detto che è uno dei più vecchi della zona e si mangia molto bene, peccato sarà per la prossima volta anche questa! Se avete bisogno la porta dopo del vostro B&B c’è un piccolo distributore di benzina e un negozietto aperto fino a tardi 23:30 per gli acquisti dell’ultimo minuto. Giorno 21 tiriamo le rosse tende del teatrino e una magnifica sorpresa ci attende, l’aria è frizzantina ma il cielo è di un blu intenso, senza neanche una nuvola e il sole ci sorrideva all’orizzonte! Così presto in macchina destinazione Malin Head, il punto in assoluto più a nord d’ Irlanda. Da Buncrana prendete la R238 per Drumfree e poi la R244 per Carndonagh, da lì la R238 per Malin, grazioso paesino, ma il vostro obbiettivo è il top per cui imboccate la R 242 per Malin Head. Vedrete un cartello marrone con scritto heritage 1000, che vi persegiuterà facendovi sorgere il dubbio di cosa si tratta, praticamante non è altro che un punto di interesse panoramico e nei pressi di malin head ce ne sono davvero tanti, per cui non temete di fare qualche piccola deviazione prima di arrivare non ve ne pentirete! C’è anche la five finger beach ovvero spiaggia della 5 dita, infatti se si guarda dall’alto si possono distinguere 5 promontori che sembrano le dita di una mano e di cui il più distante è il pollice. La vista dalle colline è meravigliosa, vedete sotto di voi la baia della 5 dita con le sue spiagge, il mare azzurro che via via che vi allontanate dalla costa diventa blu intenso, i prati sono verdi e pieni di fiori, almeno a giugno, spesso incontrereto pecorelle e agnellini curiosi, un paradiso. Raggiunto Malin Head c’è un piazzale per lasciare la macchina, salite per la strada a piedi, se è una bella giornata approfittate per un bel pic nic, c’è un bel sentiero che costeggia l’oceano e da lì la vista è a 360 gradi quasi! Dalla sommità vedrete in basso la scritta Eire fatta di tanti sassi bianchi messi l’uno accanto all’altro e che molti mitomani hanno cercato di emulare. Sull’asfalto troverete anche i comlimenti per essere arrivati finoi a qui! Che altro dire, lascio a voi i futuri commenti nei vostri diari, ma sto già dilungando troppo, per cui via verso l’irlanda del Nord. C’è un comodo traghetto che fa da spola tra le due coste, senza fare il giro per Londonderry. Da Malin Head tornate a Malin, lungo il giro panoramico della costa vi imbatterete in una specie di negozio delle pulci chiamato negozio della curiosità. Lo vedete a dx sulla strada, il proprietario abita nella casa sopra e vi potrebbe raggiungere anche dopo qualche minuto che voi siete lì a meravigliarvi di quante trappole ha raccolto quest’uomo nella sua vita, c’è di tutto, perfino una cassetta delle lettere tipo londinese, delle navette in miniatura in palle di vetro, e molti pezzi sono unici, forse di valore, forse antichi, forse magici, forse maledetti chi lo sa, chissà quale storia portano con loro. Ad ogni modo se riuscite comprate qualcosa, c’è di sicuro un oggetto che attirerà la vostra attenzione, il proprietario sembra malato, ma ha un buon umore contagioso e ci ha dato parecchi consigli, tipo quello di fare benzina prima di passare il confine perché con la sterlina la benzina è notoriamente più cara. Come vi dicevo una volta tornati a Malin seguite la R243 e poi la R238 in direzione Greencaslte è da qui che partono le chiatte che attraversano il braccio di mare che divide le due irlande. Prima di arrivare al molo sulla strada a dx troverete un baracchino ambulante che fa un buon fish&chips se avete fame. Imbarcare la macchina solo andata costa 10 euro e ci impiegate circa 10 minuti, la chiatta va e viene. Potete scegliere se restare nella macchina ma non vedrete quasi nulla nonostante sia tutto aperto o scendere e andare sui terrazzini laterali a vedere il panorama. L’irlanda del nord è molto bella, appena scesi dalla chiatta vi trovate a Magilligan e da qui dovrete cominciare ad usare le sterline, quindi se prevedete di fermarvi tanto portatele dall’Italia altrimenti prelevate con un bancomat a cui sia permesso il prelievo anche all’estero, così pagherete le commissioni una volta soltanto, oppure cercate di pagare tutto con carta di credito così non le pagate affatto, ma è un po’ impensabile perché tanti negozietti o B&B non ne accettano. La prima cosa che vedrete è una base militare enorme, le recinzioni non finiscono proprio più, ma ad un certo punto vi troverete ad un incrocio, prendete per Downhill, credo sia la A2 comunque non potete sbagliare, incontrerete un parco di divertimenti, con golf e piscine chiamato Benone, subito dopo Downhill e prima di Castlerock trovate l’indicazione per il Mussenden Temple, merita veramente, credo che dopo le 17 sia gratuito. Si visita prima una colombaia, lungo il percorso ci sono una serie di cancelli tipo alice nel paese delle meraviglie da aprire e chiudere, poi attraverso dei passaggi ricavati tra le spighe alte del prato si arriva a questo bel tempietto a picco sul mare. Se vi sporgete potete scorgere la spiaggia bellissima al tramonto, se la giornata è bella vedrete più di qualcuno che fa il bagno, mentre accanto passa anche la ferrovia. Nei pressi dell’entrata della spiaggia c’è anche l’ingresso di un ostello che sembrava non male, anche perché la vista garantiva comunque tutto. Se invece dopo tutte queste emozioni vi scappa la pipì, bhe, c’è una toilette mobile di un pulito pazzesco, con tanto di profumazione, sapone e carta per le mani, sciaquone, ottimo! Dalla cima delle scale del tempio voltatevi di scatto con le spalle alla porta cosa vedete?…no, non sognate, sono le rovine di un castello, le cui mura però sono completamente conservate e i gli unici essere che ci vivono sono delle buffissime pecorelle, bianche e nere! Tornati alla macchina potete proseguire per la A2 in direzione di PortStewart, gradevolissima cittadina nella costa nord, con tanto di spiaggia, campo da golf dove vedrete giocare fino a tarda sera e un bel centro. Qui abbiamo trovato un B&B con delle persone squisite, Anne e Herbie Mckay! Il B&B si trova sempre proseguendo sulla A2 in direzione Portrush lo trovate sulla dx e si chiama BreezeMount, 26 portrush road, Portstewart. Tel.028.70834724. La signora Anne è simpaticissima, ci ha dato la camera con la vista sull’oceano, e ci ha fatto compilare un vero e proprio menù per la colazione, c’è di tutto anche il porridge! Ha un salottino molto accogliente con un caminetto finto che è uno spasso e la tv col satellite e il telecomando ce l’hai tu. Adora fare conversazione con i suoi ospiti, magari di fronte ad una tazza di te e un pezzo delle sue torte, io con il mio inglese malconcio l’ho fatta ridere un sacco, anche il marito, e la mattina seguente ci hanno perfino fatto lo sconto simpatia! 40 sterline anziche 45, veramente molto gentili. La sera abbiamo fatto due passi al porto lì è pieno di localini per mangiare, dal fast food ai bar, quando la strada si fa un po’ in salita troverete un pub sulla dx che è anche hotel con 2 ombrelloni fuori, è un tipico pub e penso si mangi molto bene ma ricordate che la cucina è aperta rigirisamente solo fino le 21:00 ed infatti noi tra mille indecisioni siamo arrivati alle 21:10 e alla fine ci siamo accontentati di un hamburgher preso due porte avanti (saltate il pizza-kebab ci lavora gente poco raccomandabile) con patatine in riva all’oceano, attorniati da un tramonto rosa e arancione che non scorderò mai… Poi siamo andati a rifarci al pub con 2 guinness fresche da bere al bancone perché non c’era manco un posto a sedere, erano tutti lì mi sa gli abitanti di quel paesino, a ridere e tenersi compagnia. Piccolo inciso, sia le ragazze che i ragazzi giravano canotta e braghe corte, io con golfino e jeans al ritorno col sole calato battevo i denti! La stanza del nostro b&b sembrava fatta ad uncinetto e messa via nella canfora, ma con un cambio d’aria era come nuova, di bello c’era la vista, magnifica. Se stavi sdraiato nel letto sentivi e vedevi le onde e il rumore del mare, se ti spoergevi dalla finestra toccavi il tetto sottostante e vedevi le luci della costa che piano piano si accendevano perché il sole alle 23:30 non ne voleva sapere di tramontare quasi! Il bagno, unico caso in cui ho accettato era in comune con le altre 2 camere del piano, ma era enorme, con doccia e lavandino da una parte e stanza solo per il wc dall’altra. Era molto pulito e sempre libero, sembrava solo per noi. Ovviamente dipende sempre con chi ti imbatti ma la signora è molto attenta e scrupolosa. La mattina prima di andar via firmate il libro degli ospiti, in data 22 dovremmo esserci anche noi! Se potete salutateceli sono due persone gentilissime. Giorno 22, questa è stata una giornata intensa di cose da fare e da vedere, ci sono veramente un sacco di opportunità in questa zona e noi abbiamo visitato le attrazioni più importanti, dapprima abbiamo ammirato proseguendo sulla A2 che è poi la costal route, il royal Portrush Golf Club, anche questo molto famoso e in riva al mare, poi ci siamo fermati a visitare il Dunluce Caste, 35 km a est di Portrish, che è il più pittoresco e romantico castello irlandese datato XIV secolo. Il biglietto è irrisorio e si vedono le rovine, ci sono anche dei fogli in italiano, inoltre attraverso una scalinata si arriva a vedere la base del castello che è stato costruito su un promontorio al quale si poteva accedere anche dal mare tramite una grotta che portava all’interno. Poi si prosegue sempre sulla A2 e si arriva a Bushmills, la cittadina che ospita la distilleriadi whiskey di malto più vecchia del mondo, pensate che già nel 1490 distillavano whiskey, ma “solo” nel 1608 sono riusciti, primi nel mondo ad ottenere la licenza per produrlo. Arrivati all’abitato di Bushmills è sufficiente seguire le indicazioni o chiedere a chiunque per trovare la distilleria, che riporta il proprio nome anche sul tetto! La visita guidata di 5 sterline comprende un piccolo documentario introduttivo in lingua inglese, ma si capisce, il tour guidato fase per fase, dagli ingredienti, fermentazione, distillazione,invecchiamento e imbottigliamento, fino all’asaggio finale di un whiskey a vostra scelta al bar. A fianco del bar c’è anche un piccolo self service dove mangiare un boccone anche se a noi non ispirava granchè guardando il cibo! Un cameriere del bar ci ha consigliato il pub The Nook che si trova sulla strada per andare al Giant’s Causeway, dove dice si mangia molto bene, ma noi abbiamo optato data la giornata intensa per uno snack preso al despar di fronte la distilleria. Prossima fermata come vi dicevo sempre seguendo la strada costiera, la Giant’s Causeway, patrimonio dell’Unesco, costituita da migliaia di stranissime colonne di basalto a sei lati sulle quali origine si nutrono seri dubbi. In particolare c’è chi avanza ipotesi di particolari condizioni geomorfologiche e chi invece più sognatore la butta sulla mitologia e le interpreta come i sassi che un gigante si era posizionato per costrutirsi il sentiero che attraverso il mare lo portasse dalla sua bella in Scozia. Al sito si paga solo il parcheggio 6 euro, l’ingresso è compreso, ma dopo una certa ora anche qui non si paga, infatti alle 17 quando ce ne siam o andati, l’omino che incassava era sparito. Dall’ingresso c’è la possibilità di raggiungere il sito con un pulmann a pagamento oppure attraverso dei sentieri che salgono sulla collina e fanno ammirare il fenomeno dall’alto per poi scendere fino al mare. Queste colonne sono davvero misteriose, alcune scavate su un promontorio sembrano formare le canne di un organo, e sono durissime e imponenti, dato che nelle foto gli uomni dembrano quasi formichine, mentre altre rocce sono rosse e si sgretolano come castelli di sabbia. Ci sarebbero molti sentieri da fare di massimo 9 km, mentre l’anello più piccolo e che si fa in 2 orette ne misura 3km. A meno di problemi motori vi sconsiglio il bus, le distanze non sono proibitive, ve lo dice una pelandrona riconosciuta! Se avete voglia e comunque entro le 18 potete visitare il ponte di corde sospeso chiamato Carrick-a-Rede Rope Bridge, che si trova dopo la Giant’s Causeway lungo la strada costiera nei pressi di Ballintoy dove vedrete le prime indicazioni. Il parcheggio è gratuito ma si pagano 8 euro a testa, l’ingresso è consentito fino le 18 e in caso di bel tempo. C’è un suggestivo percorso a piedi da arrontare prima di raggungere il ponte e mi raccomando conservate lo scontrino che dovrete poi esibirlo al guardiano. Il ponte è alto 24 metri e lungo 18 e lo possono attraversare contemporaneamente al massimo 8 persone. Un tempo esso serviva da collegamento tra la terra ferma e la casa dei pescatori di salmone che si trova su un’isoletta vicina. Ovviamente potete farvi scattare qualche foto o gustarvi il panarama anche perché come diceva Jovanotti “la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”, volare, come i gabbiani che sono gli unci inquilini di questa isoletta, che con i loro schiamazzi e le loro tane nella roccia la tengono viva. Ogni tanto sei accarezzato dalla brezza marina, ogni tanto dall’odore del pesce putrefatto che queste besioline si mangiano in camera, rocce che ormai sono bianche a forza dei ricordini che questi pennuti lasciano! Pare anche che ci sia una sorta di maledizione legata a questo ponte, molta gente una volta attraversato non riesce più a tornare indietro e devono essere portati a terra via mare! A noi non è capitato niente di similie, anzi ci siamo goduti il panoramo, pensate che si vede anche la costa scozzese, più o meno siete all’altezza di Oban. Però a dire il vero qualcosa di strano ci è successo… L’idea al termine della visita era quella di finire la strada costiera di questa spendida contea, Antrim, fino ad arrivare sempre con l’A2 a Larne, pernottare da qualche parte sul mare, dove ci ispirava di più, e poi il giorno seguente aggirare Belfast, che teniamo per un’altra occasione dato che in tanti scrivono che non è niente di speciale, e portarci invece in direzione Shannon. Invece come colpiti da un incantesimo, ipnotizzati, tutti e due abbiamo messo motore a tutta birra intenzionati a lasciare l’irlanda del nord al più presto! Ma perchè? Questo ancora oggi è un mistero! Comunque alle 18 siamo partiti e attraverso varie strade che non sto nemmeno a dirvi da quanto brutte e insulse sono, siamo passati per Ballymena, Antrim, fino ad Armagh, una cittadina a sud-ovest di Belfast a pochi chilometri dal confine, qui delusi per la scelta fatta e finalmente ragionevoli, abbiamo pensato che conveniva fermarsi a mangiare prima delle fatidiche ore 21 e così abbiamo consumato un’altra tragedia. Quello che da fuori sembrava il tipico pub che Guido cercava da una vita si è rivelato il peggio del peggio: un ristorante francese in Irlanda del Nord! E di super lusso per giunta..una volta entrati vediamo i camerieri vestiti come i pinguini, un’aria da sala da pranzo reale e un odore vomitevole, ma subito veniamo scortati al tavolo e ormai non ci restava che ordinare. Se doveste per sbaglio passare per Armagh ma non ne avete motivo, non fermatevi assolutamente al Manor Park Restaurant, 2 college hill, the mall, Armagh City. Apparte aver pagato uno sproposito li ho mangiato un petto di pollo in salsa di funghi cattivissimo che era servito infilazto dentro una spada vera, una cosa inguardabile, l’unica cosa mangiabile erano delle patate gratinate al formaggio e il pane. Ma la maledizione continuava, seguendo poi la direttrice che porta a Shannon, l’N 54 e l’N55, ci ritroviamo nei pressi di……………alle 22:30 con l’esigenza di trovare un posticino dove riposare le stanche membra, ma dopo un paio di no e quando la prospettiva dell’albergo era ormai vivina, ecco che vediamo l’insegna di un B&B che in questa zona depressa d’Irlanda sono piuttosto rari. Una volta parcheggiata la macchina, mi rendo conto che la signora ci aveva già visti da dietro le tende e come un falco si fionda sulla porta. Scusandoci per l’ora ci dice che non ci sono problemi e che siamo fortunati perché le è rimasta solo la camera grande da 4 posti, un letto matrimoniale e 2 singoli ovviamente bagno in camera. Non contenta ci dice che ce la dà allo stesso prezzo si una doppia e ci regala una bottiglia di acqua fresca per la notte! Così decidiamo di vedere la stanza e la signora si scusa per l’odore cattivo chè c’era e ci dà le chiavi dicendo che la colazione era alle 9:30 perché prima aveva altri ospiti. Qui altro siparietto divertente, mentre Guido esausto va a prendere i bagagli io prendo possesso della camera, a prima vista una suite, pavimento in legno, mobile in legno nuovi, bagno con mega doccia e finestra velux, poi continua a sentire sta puzza che credevo di chiuso e così apro la finestra. Ad un certo punto una paura, la signora mi chiama alle spalle e mi chiede perché ho aperto la finestra, io rispondo per l’odore e lei “ti piace?” io penso: “questa è pazza aiuto”..in quel momento entra Guido carico come un mulo e io “Guido Guido andiamo via questa è matta mi ha chiesto se l’odore mi piace!” e Guido “..ma dille di sì che almeno ce ne andiamo a dormire!” così mi giro e con un finto sorriso le dico “oh yes” e lei sbigottita “good for you” ovvero buon per te e se ne va. Solo dopo un’oretta e sentendo che l’odore invece di sparire diventava sempre più forte fui colta dal sospetto che venisse da fuori e infatti la finestra dava su una stalla!!! La pazza ero io! Che risate, ripensando alla scena e a quello che la signora doveva aver pensato, era stata fin troppo carina a dirmi buon per te! Ma la stanza nascondeva altre insidie, la pulizia lasciava a desiderare, il letto era pieno di peli, gli asciugamani avevano peli e chiazze nere e la doccia oltre ai soliti peli, ma chì c’era stato prima l’orso yoghi!, era anche fredda! La mattina andiamo in bagno ed era tutto intasato non andava più giù l’acqua, la colazione era qualcosa di pseudo normale ma il tè era uno schifo e le tazze sporche, insomma ci ha furtato 70 euro in due e ha anche aggiunto per nostro sommo piacere che siamo i suoi primi 2 ospiti italiani, sì, i più fessi! Salvatevi! Giorno 23 inizia con questa “splendida colazione” e il riso in bocca! Siamo consapevoli di essere in una zona dove non c’è quasi nulla da vedere, dove non dovevamo essere e con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia. Così follia delle follie decidiamo di fare un salto ad Athlone, cha avevo messo in programma perché si trova secco in centro alla cartina sulle sponde del lago Ree. In effetti il lago sembrava abbandonato rispetto agli altri che avevamo visto, della cittadina di Athlone abbiamo visto il centro commerciale, dove ci siamo strafogati al Burgher King nel tentativo di toglierci la vita, poi abbiamo comperato qualche regalino nello shop tutto a 2 euro di fronte. Abbiamo fatto due passi per il centro scoprendo che ci passa il fiume Shannon e quasi quasi ci saremmo lasciati trasportare dalla corrente fino in aeroporto! C’è da dire che c’è un bel castello, ma eravamo troppo in fase no per vederlo…e qui come vi avevo premesso la follia: tornare nel Connemara, che tanto ci era piaciuto ma non ci eravamo fermati a dormire. Cosi mi viene alla mente che una certa Fiona aveva scritto nel forum sempre di irlandando.com che lei c’era nata nel Connemara e consigliava sia un b&b che un pub tipico per la sera. Così decidiamo di partire alla volta di Oughterard, sulle rive del lago Corrib, uno dei più grandi e belli. Da Athlone si prende la A6 fino a Galway, poi la N59 fino a Oughterard. Qui abbiamo dormito nel B&B più bello di tutta la vacanza si chiama River Walk House tel.091.522788 e il sito è www.riverwalkhouse.com, una volta entrati in paese sulla sinistra vedete una chiesa e sulla destra la strade gira su un vecchio ponte, passatelo e prendete la prima a dx, dop 100 m. Girate a sx e sulla dx c’è questo incanto di casa con un bel giardino. La casa è enorme, ogni stanza è arredata con gusto e con un colore diverso, con attenzione nei particolari. Noi abbiamo chiesto se possibile una camera al primo piano e ci ha dato la numero 7 il mio numero fortunato, tutta in legno e con le coperte bianche stile abito da sposa, con i cuscini abbinati di cui uno grand e uno piccolo, un sogno e la finestra grande e luminosa dava sul retro dove c’erano fiori in un giardino immenso. Il bagno era piccolo ma funzionale, una bella doccia con dispenser perfino di shampoo e sapone, sul lavandino il sapone alla lavanda e una marea di asciugamani freschi, perfino il Phon! (portatevene uno da casa, con l’adattatore per la conversione di corrente perché spesso non c’è negli altri B&B). Il paesino è molto carino e la sera dopo una bella doccia energizzante ci siamo vestiti benino come non avevamo mai fatto perché eravamo sempre sportivi, io sto giro tacchi e minigonna, bionda occhi blu, sembravo una del posto, ci siamo fatti due passi fino in centro dove abbiamo mangiato come i re in un pub carino il Murphys Bar&Restaurant di 2 piani a terra quello più casinaro, sopra più tranquillo. Anche qui fanno delle ottime zuppe, un salmone in crosta di pane ottimo, carne buona, anche i dolci sono buoni, io ho preso una torta al cioccolato che era eccezionale. Unico neo ti portano l’acqua in bottiglie da un quarto alla volta, ma almeno sta fresca. Dopo cena ci siamo accomodati al piano di sotto, per scrivere le ultime cartoline prese nel negozio di souvenir a fianco, il supermercato vicino vende anche francobolli, aperto fino le 22, e poi a letto a festeggiare l’ultima notte in terra irlandese. Giorno 24 colazione abbondantissima perché avevamo detto alla signora che era nastra ultima colazione irlandese e così ci ha rimpilzati, ottima sala, luminosa e pulita, 70 euro ben spesi, non dimenticatevi di firmare il registro! Poi via alla volta di Shannon, il volo era alle 16 na dovevamo anche riconsegnare la macchina con il pieno, per cui le ultime foto abbracciati sul lago Corrib, l’ultimo saluto al Connemara e in sella verso la N59 per Galway, ormai trito e ritrito, dove avremmo imboccatol’N18 per Shannon che all’andata non avevamo fatto per fare la strada costiera delle Cliffs! La N18 è una superstrada praticamente, molto veloce e con poche cose da vedere apparte dei campi di granoturco ormai mietuti dove i corvi neri che più neri non si può beccano i chicchi di grano rimasto senza sosta e con un movimento su e giù così impettito che sembra regolato da un giro di carica a molla! Ridicolossimi! Come info vi posso dire che dietro l’aeroporto c’è una shell per fare benzina e un centro commerciale per gli ultimi acquisti, la macchina va riportata non presso gli uffici Hertz dentro il cancello al chioschetto con scritto riconsegna e se è tutto apposto vi lasceranno tornare a casa, altrimenti se come noi vi trovate un buchetto che non sapete da dove salti fuori, cercate di corromperli con ogni mezzo, patatine, succhi di frutta o quanto non potete portare con voi per problemi di spazio, ne sono felicissimi! Apparte gli scherzi noi non sapevamo com’era successo e per nostra fortuna ci hanno creduto, l’assicurazione dell’auto risponde. Che dire, non saprei che altri termini usare per descrivere questa densa settimana, ricca di ogni sentimento, stupore, gioia, brivido, sorpresa, calore, distacco, affetto, potenza, amarezza, fragore, debolezza, iniziativa, sorte, insomma ricca di vita e imprevedibile come un bambino che ti guarda con gli occhioni blu del cielo e verdi dei prati e ogni tanto piange ma è bello lo stesso anzi ancora più tenero e denso d’amore e questa per noi è l’ Irlanda. Erika & Guido