Bellissima Islanda
15 luglio ’06 – Milano- Reykjiavik Giro della città
Il nostro viaggio inizia a Milano Malpensa un sabato di luglio, temperatura 30 °C circa, ma la prospettiva di arrivare in Islanda con una temperatura più accettabile ci alletta! Atterriamo alle 16.30 locali circa, e tira vento, pioviggina e le nuvole coprono tutta la penisola di...
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15 luglio ’06 – Milano- Reykjiavik Giro della città Il nostro viaggio inizia a Milano Malpensa un sabato di luglio, temperatura 30 °C circa, ma la prospettiva di arrivare in Islanda con una temperatura più accettabile ci alletta! Atterriamo alle 16.30 locali circa, e tira vento, pioviggina e le nuvole coprono tutta la penisola di Reykjanes… il benvenuto islandese non è ottimale! Facciamo il biglietto per il flybus che ci porta a Reykjavik, non senza problemi con le nostre carte di credito, e si parte! Il paesaggio è particolare: deserto, deserto, deserto… ogni tanto si intravede un po’ di mare, qualche casa, ma il grigio che avvolge tutto crea un’atmosfera particolare. Arriviamo all’hotel, e da qui, con la navetta dell’hotel, andiamo in centro: difficile credere che questo sia il centro della capitale di una nazione! Casette piccole, spazi verdi, qualche palazzo diciamo “storico”. Capiamo che a Reykjiavik non è il caso di dedicare molto tempo, la mattina del giorno dopo è più che sufficiente! Mangiamo in un ristorantino poco tipico (difficile trovarne nella zona del porto) e, visto che le nostre Visa continuano a non funzionare, entriamo in panico, domani dobbiamo risolvere il problema, sennò come ritiriamo la macchina a noleggio??? Rientriamo in taxi (non così economico a nostro modo di vedere come dicono le guide, 1210 ISK per qualche Km! Ma non abbiamo metri di raffronto con altre capitali!). Verso le 23 andiamo a dormire, e nonostante il tempo grigio (però non piove…), la luce che entra in camera è tantissima! 16 luglio ’06 – Giro di Reykjiavik – penisola Reykjanes (km. 143) Nonostante la giornata non inizi nel migliore dei modi (piove e continuano a non funzionare le nostre CC), col passare delle ore diventa molto interessante. Dapprima facciamo un giro per il centro di Reykjiavik, visitiamo la cattedrale (impossibile non vederla), andando anche sul campanile, dal quale si gode di una notevole vista; da lì la città sembra fatta con i Lego, con tutte le sue casette piccole e colorate. In tarda mattinata ritiriamo la nostra macchina a noleggio, una Toyota Yaris. Nota generale: la Avis, dove l’abbiamo noleggiata noi, è abbastanza fuori mano, vicino al museo delle Arti e Tradizioni d’Arbaer (che visiteremo l’ultimo giorno, diremo dopo); la Hertz invece è vicino all’aeroporto cittadino, circa 15 minuti anche a piedi dal centro. Presa la macchina decidiamo di fare il giro della penisola Reykjanes, imbocchiamo la strada 42 ed iniziamo a vedere la vera Islanda: campi di lava, misti a muschio, colori incredibili! La prima sosta è il lago Kleifarvatn: la sua spiaggia nera, il colore spettrale dettato dal tempo e soprattutto il silenzio lo rendono un posto magico. Ripartiamo, e dopo poco incontriamo il primo campo geotermale, quello di Seltun: ci sorprendono i colori azzurro-rossi della terra che ribolle, e ci stupisce anche il fatto che, come unica protezione, c’è una passerella sulla quale si è invitati a passare! Ripartiamo con direzione Grindavik e ci fermiamo alla chiesetta di Krisuvik, con il suo tettuccio rosso ed il legno nero. Nel deserto islandese, questa chiesetta di pochi metri quadri, aperta, con tanto di messali dentro, ci lascia a dir poco sconcertati! Si riparte, mangiamo qualcosa, comprato da un benzinaio in Grindavik (a dir poco desolante, l’unica nota sono dei bambini di pochissimi anni che vagano per il paese da soli… ), e ci dirigiamo verso la Laguna Blu. Il tempo nel frattempo si è fatto proprio bello, e nonostante si sia mangiato da poco decidiamo di immergerci. Il colore dell’acqua è incredibile, così come la sua temperatura. E’ una bella esperienza, abbastanza onerosa (1400ISK a testa) e forse un po’ troppo turistica, ma ne vale la pena. Riprendiamo la strada verso la capitale, strada 43 e arrivati facciamo un giro in uno dei tanti parchi cittadini; torniamo nel cuore della città, cena e giretto a Reykjiavik con il sole…. Decisamente meglio! 17 luglio 2006 – Reykjiavik – Breidavik (km. 301) Una delle giornate più lunghe ma anche più affascinanti per le molteplici esperienze, paesaggi ed incontri che abbiamo fatto nel corso della giornata, che inizia alle 7.00 e giungeremo alla fattoria solo alle 20.30. Risolto parzialmente il problema delle CC telefonando in Italia, partiamo in direzione di Borgarnes seguendo la ring road; la strada non è male, ma il pomeriggio precedente ci ha abituati a ben altri paesaggi! Prevedendo di vedere molti fiordi in seguito, all’altezza di Akranes abbiamo deciso di seguire la n°1 prendendo il tunnel sotterraneo (1000 ISK) che accorcia decisamente il chilometraggio giornaliero: veloce e comodo, lo consigliamo. Da Borgarnes prendiamo la n°54 con intenzione di vedere strada facendo dove tagliare la penisola dello Snaefellnes, visto che alle 16 abbiamo il traghetto che ci porterà verso i fiordi nord-occidentali. Da Borgarnes in poi il paesaggio si fa nuovamente islandese, con deserti ma anche distese verdissime, crateri o simili sullo sfondo e sulla strada, pecore e cavalli!!! Sosta nella zona di Budhir: in questo punto c’è la prima cascata che ci stupisce perchè esce dall’altopiano e non si capisce da dove arrivi l’acqua e in più c’è anche una carinissima chiesetta vicino all’oceano (la guida parlava di ex porto… andare per credere!). Proseguiamo in direzione di Olafsvik lungo la strada 54, e facciamo il nostro primo passo: la strada si inerpica, è sterrata, ma una volta scollinato si aprono scenari mozzafiato! Incontriamo un sacco di pecore ed anche un animaletto non meglio identificato! L’unico neo della giornata è il tempo, che essendo un po’ nuvolo non ci permette di vedere il SnaefellsJokull, il ghiacciaio che ha ispirato Verne per il suo “Viaggio al centro della terra”. Proseguiamo in direzione Grundarfjordur, dove mangiamo il nostro solito panino in macchina nel porto, con i gabbiani a farci da cornice e sullo sfondo il monte verdissimo (muschio) Kirkjufell. La nota negativa a nostro avviso è stata la difficoltà di trovare qualcosa di veloce da mangiare mentre si è in viaggio: solo verso la fine del viaggio, a Selfoss, abbiamo trovato del pane che non fosse dolce, avesse creme strane dentro o altro! Arrivati con discreto anticipo a Stykkisholmur, cambiamo il nostro vaucher e facciamo un giro nella zona del faro: da qui si possono vedere le miriadi di isolotti che, verdissimi, ci accompagneranno nella nostra attraversata. Alle 16 parte puntualissimo il traghetto che arriverà a Brjanslaekur verso le 18.45: nonostante il mare sia calmo e la giornata migliorata, Laura patisce un po’ il mare e rimane seduta dentro con il suo Travelgum, io rimango fuori affascinato dal mare e dalle pulcinelle di mare che volano a fianco del traghetto! Penso che l’attraversata sia stata una bella esperienza, anche la breve sosta senza scendere all’isola di Flatey fa vedere uno scorcio di questa terra a dir poco variopinta! Sbarcati, prendiamo la strada n° 62, con direzione Breidavik, dove ci aspetta il nostro B&B. I primi 50Km circa sono su asfalto, veloci da percorrere, ma dopo questi ci aspettano una quarantina di Km di uno sterrato da percorrere lentissimo e stancantissimo, un po’ perché non siamo abituati, un po’ perché non esistono protezioni a lato della strada, e lo strapiombo non è mica male! Il paesaggio è a dir poco da favola! Facciamo anche incontri strani, aerei e navi abbandonate, ma ci porremo il problema di cosa sono il giorno dopo! Arriviamo alle 20.30, stanchi e affamati ma il posto è incantevole, proprio sull’oceano; la nostra camera per questa notte è una stanzina piccolissima con letto a castello senza bagno in camera, perché, se non si avvisa e si arriva dopo le 18, sono liberi di dare la camera prenotata (cosa che abbiamo scoperto a fine vacanza). Ci accoglie una signora molto gentile, con la quale chiacchieriamo e chiediamo informazioni sul percorso del giorno dopo. Inoltre ci da un’ottima cena a base di zuppa di pomodoro, agnello con verdure ed una sorta di purè e una torta al cioccolato. Nel mentre fuori inizia a piovere, ma finita la cena smette ed esce uno squarcio di sole che crea un arcobaleno! Bellissimo! Facciamo una passeggiata, dapprima alla chiesetta (ma cosa ci farà una chiesetta qui?) e poi sulla spiaggia, dove abbiamo il primo incontro ravvicinato con le sterne artiche, che ti giungono sulla testa e gridano fortissimo! Leggendo altri racconti pensavo fossero esagerazioni le similitudini con “Gli uccelli” di Hitckok, ma non dobbiamo far altro che ricrederci!!! Le sterne non fanno altro che difendere i nidi che sono sulle spiagge, proprio in questa stagione. Nel frattempo il sole tramonta tra le nuvole creando colori stupendi!!! 18 luglio 2006 – Breidavik – Nupur (Pingeyri) (Km. 264) La giornata inizia con un’altra chiacchierata con la proprietaria del B&B; il suo consiglio è molto esplicito: “You have to go there!”, riferito a Latrabjarg, ossia al punto più occidentale d’Islanda e pertanto d’Europa. La giornata è mediocre, c’è anche qualche sprazzo di sole! Percorriamo una quindicina di km e giungiamo su queste scogliere. Il posto è da favola: scogliere a picco sul mare, l’oceano e migliaia di uccelli: gabbiani, sterne e soprattutto pulcinelle! Queste scogliere sono fantastiche ma anche abbastanza pericolose perché non esistono protezioni di alcun tipo! Riusciamo anche a vedere una foca grazie ai nostri binocoli! Le pulcinelle si possono vedere a distanza di qualche metro e in una gola, a 200 metri circa da dove si lascia la macchina, non si vede quasi la roccia dalla quantità di uccelli che vi sono, e quasi non si riesce a parlare dal loro rumore che fanno!!! Questo è un posto che non dimenticheremo mai, vale i 50+50 chilometri di sterrato da fare!!! Si riparte ed il tempo è decisamente migliorato; facciamo sosta e rifornimento a Patreksfjordur e proseguiamo. Sicuramente la giornata soleggiata è stata la nostra fortuna, ma i passi che si devono fare percorrendo la strada n°63 sono bellissimi, con corsi d’acqua, laghetti e panorami da lasciare sbalorditi. Benché la strada non sia lunghissima, buona parte è sterrata; lungo il nostro percorso bisogna segnalare la cascata di Fjallfoss, molto bella da sotto ma siamo stati assaliti dai moscerini, ancora più bella se ci si volta a vederla dopo alcuni minuti in macchina. A Borg (2 case e una cascata) dobbiamo segnalare il nostro secondo incontro ravvicinato con le sterne: qui vi è anche un cartello che preannuncia il pericolo dettato dalla presenza degli uccelli, che non ti fanno praticamente uscire dalla macchina! Verso sera giungiamo alla nostra fattoria, dopo aver constatato che la cartina posiziona Pingeyri sul lato sbagliato del fiordo: non nuovissima, ma accogliente. Abbiamo il bagno privato e l’uso cucina che dividiamo con una famiglia di danesi. Ci cuciniamo qualcosa e facciamo due chiacchiere con loro. Passeggiata alla luce del sole tra cavalli islandesi e una vista sul fiordo che vale la vacanza! Indimenticabile. 19 luglio 2006 – Nupur (Pingeyri) – Vididalur (Km. 434) Dopo aver fatto una buona colazione nella casa della proprietaria della fattoria (molto carina, tutta in legno con tantissimi quadri di famiglia, tovaglia di pizzo e “servizio bello da the!”), partiamo in direzione Isafjordur abbastanza presto, dato che i km da fare sono un bel po’, e oramai abbiamo chiaro che le strade islandesi non sono proprio agevoli! La giornata è caratterizzata da tempo variabile, con nebbia e nuvole molto basse nei tratti vicini al mare, mentre il sole si fa vedere quando si attraversano i passi, e lì sì che diventa bello il paesaggio! Facciamo una breve sosta a Ogur, dove il sole ci permette di godere del bellissimo paesaggio, con chiesetta e prati giallissimi! Proseguiamo, ed il tratto di altopiano Steingrimsfjardarheidi (!) è stupendo, con canyon, cascate, laghi, tutti di un colore azzurrissimo. Arriviamo alle 14 ad Holmavik, abbastanza stanchi (la strada 61 è per lunghi tratti sterrata) e mangiamo qualcosa al cafè Riis, da fuori sembra una casa semi-abbandonata, ma dentro è molto accogliente. Si riparte, ma appena inizia lo sterrato un nuovo intoppo anima il nostro viaggio: buchiamo la ruota! La difficoltà maggiore è stata quella di trovare il crick (sotto sedile guidatore per chi noleggia una Yaris), ed evitare di essere investiti da islandesi con jeep enormi, che passano a velocità folli, ridendo della nostra sfortuna. Continuiamo sino ad incrociare la Ring Road, e proseguiamo verso nord, dove alle 19.20 arriviamo in una fattoria più simile ad un hotel! 20 luglio 2006 – Vididalur – Akureyri (Km. 320) Partiamo alla mattina in direzione Blonduos, con intenzione di percorrere almeno in parte la penisola di Vatnes per andare a vedere il faraglione più fotografato d’Islanda. Purtroppo il tempo nuvoloso e soprattutto il ruotino (sino ad ora non è stato possibile cambiare la ruota!) ci fanno desistere giunti a Borgarvinki, cerchio di rocce basaltiche con importanza storica (strada 717). Tornati sulla n°1 prendiamo per Blonduos, dove finalmente riusciamo a cambiare la ruota. Continuiamo sino a Vidimyri, dove c’è una delle più famose chiese di torba islandesi; carina, essendo sulla strada merita una sosta (è uno dei pochi posti dove fanno per pagare per vedere, 200 ISK). A questo punto abbiamo l’ennesimo problema della nostra “honeymoon”: la Yaris non parte in nessun modo, nessuno riesce a capire cosa sia successo, il nostro cellulare non riesce a comunicare con i numeri di emergenza, nessun turista riesce ad esserci di aiuto… finalmente la ragazzina che fa il ticket nella chiesa riesce a chiamare la Avis: con la massima naturalezza le dicono di spostare il tappetino che non fa arrivare in fondo il pedale della frizione! Sembra assurdo, ma è proprio così, nessuno di noi e dei turisti interpellati se n’era accorto. Più avanti scopriamo che si tratta di un “difetto” della Yaris, segnalato da alcuni noleggianti, ovviamente non dalla ragazzina davvero giovane che ci aveva consegnato la macchina! Ripartiamo in direzione Glaumbaer, più sereni ma molto infreddoliti, pensando a quale sarà il prossimo intoppo (per fortuna, sino alla mattina della partenza non accadrà altro!). Sulla strada per Saudarkrokur c’è un insediamento rurale in torba del ‘700. Molto carino, un po’ troppa gente rispetto ai nostri standard; verso le 17.30 andiamo ad Holar (strada 767), descritta dalla guida come la Roma d’Islanda: in verità c’è una chiesa, carina ma niente di che, e un altro insediamento in torba, più nuovo e senza arredo dentro. Se ci si deve passare va bene farci una sosta, ma riteniamo che una sosta mirata si possa evitare. A questo punto prendiamo per la nostra destinazione notturna, Akureyri, dove giungiamo alle 19.30; cena in posto non tanto tipico (ma almeno è abbondante e non troppo dispendioso), giro per la città sino alla cattedrale. 21 luglio 2006 – Akureyri – Poroddsstadur (Km. 206) Giornata con tempo pessimo, e proprietario della fattoria che, dopo aver emesso versi strani (UA! UA! UA!), ci deride quando gli chiediamo se migliorerà (It’s only little WET!! UA UA UA!!!!). Partiamo dotati di pantavento (unico giorno che dovremo usarli) alla volta della cascata di Godafoss: bellissima ed accessibilissima; indecisi su dove andare, decidiamo di dirigerci verso il lago Myvatn, sperando che il tempo migliori. La prima sosta è a Skutustadir, appendice del Myvatn con vulcani spenti e pseudo-crateri: molto carina la passeggiata, con queste collinette metà nere e metà verdi, e poi abbiamo la fortuna che ha smesso di piovere (è ancora nuvolo) e non ci sono tutti i moscerini di cui tanto avevamo letto. Proseguiamo sulla n°1 in direzione Reykjahlid, dove compriamo un po’ di cibo che mangiamo in uno slargo della strada dove la terra fuma! Al pomeriggio ci fermiamo prima a Namafjall, campo geotermale enorme e poi proseguiamo per il vulcano Krafla, al centro Leirhujukur, dove, oltre ad un campo geotermale più piccolo, ma sempre con colori incredibili, c’è una distesa di lava ancora fumante, davvero impressionante, dove facciamo anche una lunga passeggiata: merita proprio! Poi saliamo sino al cratere Viti (da non confondere con il vulcano) e facciamo il giro del cratere: al centro c’è un lago con colori splendidi! Prendiamo la strada di casa, passando sullo sterrato n° 87, desertico con bellissimi fiori viola. Facciamo deviazione verso Hveravellir dove, a dir della guida, c’è un geyser, ma questo è “solo” una pozza che ribolle come tante altre: forse negli ultimi periodi ha ridotto la sua attività. Torniamo sulla strada principale e alle 19 arriviamo alla fattoria che ci ospiterà per 2 notti. Cena fai da te con fornello, relax e nanna! 21 luglio 2006 – Husavik – Parco Jokulsarglijufur (Km. 238) Giornata splendida, partiamo per Husavik dove prenotiamo per il whalewatching “notturno” della sera, che però non faremo! Proseguendo per il parco lungo la strada n° 85 facciamo una sosta con passeggiata sulla punta più a nord dove c’è un faro: scogliera, uccelli, oceano e la cornice dei monti innevati Viknafjoll di fronte a Husavik: posto paradisiaco, merita una sosta! Proseguiamo, e decidiamo di arrivare a mangiare in fondo al parco, a Dettifoss; la strada n°864 è molto dissestata, la Yaris non ha problemi ma si fa con molta calma! Pranziamo e andiamo da vicino a vedere la cascata, merita, è proprio bella! Tornando indietro ci fermiamo a vedere dall’alto la cascata Hafragilsfoss, merita anche questa e vista dall’alto è impressionante! Di queste cascate quello che impressiona di più è il canyon che creano ed il verde che si crea tutto intorno, altrove è deserto. Torniamo sulla n°1 e andiamo a vedere Asbyrgi, altro parco con una foresta di betulle nane: passeggiata di un’oretta, rilassante e carina, bisognerebbe essere botanici per apprezzare tutte le specie che abitano questo luogo. Torniamo verso Husavik, dove ceniamo e, passeggiando lungo la costa, aspettiamo il tramonto del sole, che arriva alle 23.24: la serata è splendida ed il tramonto è a dir poco meraviglioso. 23 luglio 2006 – Poroddsstadur – Eglisstadir (Km. 269) Anche oggi è una bella giornata, e decidiamo di concludere il giro del lago Myvatn prima di prendere la strada per Eglisstadir. La prima sosta è a Dimmuborgir, dove facciamo una passeggiata tra strane rocce vulcaniche ormai spente da molto tempo che hanno creato altrettanto strane composizioni. Merita la sosta, e merita il giro “difficile”, perché c’è decisamente meno gente e non vi è alcun passaggio complicato. Proseguiamo e saliamo sino al cratere Hverfjall, ci vogliono circa 20 minuti a salire, ma il paesaggio è lunare e, se si ha la fortuna di trovare una bella giornata (c’erano circa 20°C con sole!), si gode di una bella vista sul lago e dintorni! Scendiamo e prendendo un bivio cerchiamo le grotte di Grjotagia, indicate dalla guida: desolanti, meglio non sbattersi su uno sterrato anche parecchio impervio! Una parentesi sulla zona del lago Myvatn: tutti questi posti si raggiungono tramite strade secondarie sterrate, con cancelli chiusi! Quindi bisogna stare attenti a vederli e non farsi intimidire ad aprire il cancello (ovviamente va richiuso!). Da Grjotagia proseguiamo sulla stessa strada che si ricongiunge poco dopo a Reykjahlid, pranziamo e proseguiamo verso la nostra meta serale lungo la n°1. Il paesaggio è particolare, con alternanza di deserto e zone verdi (l’acqua e le cascate non mancano mai!) Per una sera arriviamo un po’ prima e abbiamo così il tempo di rilassarci. Benché sia una città grande, Eglisstadir non offre molti posti dove mangiare, e finiamo nel ristorante di un albergo un po’ troppo chic per i nostri standard! 24 luglio 2006 – Eglisstadir – Hofn (Km. 346) Giornata caratterizzata da un lungo trasferimento in macchina e tempo brutto. Dopo una buona colazione in fattoria, molto casalinga ed accogliente, prendiamo la n°1 per tagliare un po’ di fiordi, seguendo il consiglio della proprietaria della fattoria. Il paesaggio non è male, ma le nuvole basse… Però neppure oggi piove (qualche scroscio, ma molto delicato…). Giunti al bivio con la n° 939 (consigliato), proseguiamo sulla Ring Road con intenzione di vedere alcuni dei paesi sul fiordo: visitiamo Breidalsvik e Stodvarfjordur, sarà il tempo grigio ma non sono un granché! Proseguiamo sulla costa, pranzo a Djupivogur (finalmente un ristorantino semi-tipico e non troppo dispendioso) e poi si prosegue verso sud. Le soste sono a Hvalnes, ma non vediamo le foche, il tempo è brutto e fa un freddo cane, Stafafell (chiesetta antica, tanto insignificante fuori quanto bella dentro) e il suo cimitero, e Hofn, con le sue migliaia di sterne artiche (merita arrivare sino al porto!). Sulla strada verso il B&B si vedono tra le nuvole le lingue del ghiacciaio che si allungano verso la costa! Proseguiamo dato che la notte è a circa 40 Km da Hofn, dove condividere la notte insieme ad altre persone, ma come tutte le fattorie, per quanto esternamente sembrino poco confortevoli, sono all’interno pulite ed accoglienti. 25 luglio 2006 – Hofn – Vik (Km. 372) Dopo un’abbondante colazione trascorsa chiacchierando con alcuni ragazzi di Cagliari, partiamo, con direzione ghiacciaio e cascate varie! La prima sosta d’obbligo è la Laguna degli Iceberg, Jokulsarlon! Posto veramente indimenticabile, sembra di essere al polo ed è veramente bello il contrasto tra iceberg azzurri e neri! Facciamo un giro, dopo di che ci dirigiamo verso un altro laghetto, secondario e meno turistico, Fjallsarlon: qui non c’è nessuno e c’è una pace incredibile. L’unico problema (relativo) è la strada, veramente dissestata, ma in pochi minuti si arriva comodamente anche a piedi. Qui veniamo anche assaliti da un uccello di non limitate dimensioni, che dopo aver preso la rincorsa si buttava in picchiata su di noi! Forse avevamo invaso il suo territorio?!? Ripartiamo alla volta del parco Skatafell, dove mangiamo qualcosa di veloce e facciamo una passeggiata di circa 2 ore sino alla cascata Svartifoss: bello il giro e bella la cascata! Ci dirigiamo a questo punto, sempre sulla n°1, verso Kirkjubaejarklaustur, dove facciamo una passeggiata sino alla chiesa moderna, abbastanza affascinante! E’ impressionante come in questi luoghi praticamente disabitati ci siano tante chiese, anche di nuova costruzione! Proseguiamo verso Vik, il paesaggio è lunare, un po’ come il primo giorno, con campi lavici coperti di muschio e prati verdi! Molto carina come zona! Arriviamo alla fattoria, poco tipica e molto standardizzata, ceniamo a Vik (solita delusione) e, dopo cena, facciamo passeggiata sulla famosa spiaggia nera, vicino ai faraglioni: si vedono tantissime pulcinelle che si tuffano in mare a pescare! Carinissime! Tornati verso l’hotel, prendiamo la strada n° 218 sino a che questa non finisce: si è dietro ai faraglioni, ci sono formazioni basaltiche a scaletta e due pseudo grotte: posto bellissimo, con tantissime pulcinelle! 26 luglio 2006 – Vik – Selfoss (Km. 205) Ormai siamo sulla via del ritorno, gli ultimi giorni li abbiamo tenuti un poco più blandi per rilassarci anche un po’ e con l’intenzione di visitare la zona di Geyser! La prima sosta della giornata è a Kap Dyrrholaey, un luogo veramente bello con tantissime pulcinelle tutte assieme pronte a farsi fotografare! La giornata è splendida ed il tempo bello! Finalmente, gli ultimi giorni erano stati bruttini! Da notare lungo la strada, nei campi, tantissimi uccelli con becco lunghissimo giallo! Proseguiamo in direzione Skogar, dove visitiamo il museo, molto interessante. Nel primo pomeriggio andiamo a vedere la vicina Skogafoss dal basso e dall’alto: forse qui abbiamo fatto le più belle foto alle cascate, è veramente splendida! Proseguiamo in direzione Selfoss e sostiamo alla cascata Seljalandsfoss, difficile da vedere il bivio e pertanto dobbiamo tornare indietro. Anche questa è splendida, il sole crea un bellissimo arcobaleno e ci si può passare sotto (giacca impermeabile fondamentale!). Circa alle 18 arriviamo alla fattoria, i proprietari sono cortesi ed accoglienti; andiamo a mangiare a Eyrarbraut, paesino sulla costa, dove mangiamo una buona zuppa di aragosta e due bei dolci. 27 luglio 2006 – Anello d’oro (Km. 212) La colazione non è delle migliori, come purtroppo il tempo, di nuovo nuvoloso. Andiamo in direzione di Gulfoss, strada n° 35, dove c’è la cascata più imponente e visitata d’Islanda: bella, ma in questi giorni di cascate ne abbiamo viste veramente a migliaia! In un punto sembra quasi di esserci dentro! Proseguiamo per Geyser, dove mangiamo un panino e facciamo il giro della zona geotermale. Il geyser è veramente sensazionale, ma l’area, rispetto alle altre già viste, non è poi nulla di particolare; merita un giro sulle colline soprastanti, ma non vi sono indicazioni, noi ci siamo arrivati avendo visto altri turisti! E da lassù si vede la zona verdissima con corsi d’acqua che circonda il sito turistico. Ci dirigiamo verso Thingvellir, ma il tempo è poco clemente e decidiamo di visitarlo il giorno dopo, mentre si è di strada per la capitale. L’ultima sosta è ad Hveragerdi, dove facciamo un veloce giro nella zona geotermale (molto più piccola delle altre, ma con molte più spiegazioni) e acquistiamo alcuni souvenir in un centro commerciale. Nota al riguardo: ovunque si trovano le stesse cose, e, a parte i maglioni (carissimi), è difficile trovare qualcosa che sia un oggetto tipico e non un classico souvenir. 28 luglio 2006 – Selfoss – Reykjiavik (Km. 146) Partenza con calma in direzione Thingvellir, giro del sito che merita una sosta; in generale la zona è piacevole, molto verde, e la vista sul lago è bella; la strada non è troppo dissestata benché sterrata (strada n°380). Si riparte alla volta di Reykjiavik dove decidiamo di visitare il museo Altborg, alla periferia della città: il museo è molto interessante, gratis il venerdì ma molto male indicato. Si può prendere come riferimento della zona il noleggio dell’Avis. Giro per la città, visita alla chiesa cattolica e sul Perlan (Saga Museum, si vede una bella vista sulla città). Ceniamo dove abbiamo mangiato la prima sera, e a nanna presto! La mattina dopo l’aereo è alle 7.30, e Keflavik non è proprio a cinque minuti! 29 luglio ’06 –Reykjiavik – Milano (Km. 50) L’aereo è alle 7.30, quindi la sveglia è poco dopo le 4, per essere tranquilli di arrivare in tempo. Nota per chi legge questo resoconto: la Avis ci aveva garantito che in aeroporto c’era un distributore per fare il pieno prima della riconsegna, ma questo non è vero: bisogna andare a Keflavik paese, dove i distributori sono tutti chiusi. Inoltre non c’è nessuno dell’Avis ad accogliere, si chiude la macchina e si mette la chiave in un gazebo interno all’aereoporto, sperando bene (tal gazebo apre alle 6.30). Il volo parte puntuale, così come l’arrivo avviene senza problema alcuno! La nostra “honeymoon” è finita, contenti e soddisfatti per il bel viaggio, un po’ diverso dai soliti viaggi, sicuramente consigliabile! Le cose più belle d’Islanda: • I fiordi del nord, soprattutto Latrabjarg • Gli uccelli (meglio quelli non aggressivi), soprattutto le “puffin” • Jokursaloon • Il sole di mezzanotte circa a Husavik • Myvatn • ….. Tanti altri posti….. Le cose meno belle d’Islanda: • il cibo (se non ci si formalizza, portatevi un fornello, fa risparmiare e soprattutto mangiare!) • il tempo: non varia con la velocità che è scritta nelle guide, se è brutto permane tale! • le strade: bellissime le viste e per alcuni tratti divertenti, ma anche stancanti Buon viaggio a tutti! Mi & La