Un morso d’Irlanda

Prima d iniziare il resoconto dei nostri tre giorni a Dublino, vorremmo fare alcune brevi considerazioni su quelle che sono state le nostre impressioni sulla città. E’ una brutta premessa , ma in effetti, il nostro primo impatto con l’architettura della città è stato abbastanza deludente e non abbiamo trovato alcun riscontro con le...
Scritto da: pantufle
un morso d'irlanda
Partenza il: 11/05/2007
Ritorno il: 14/05/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Prima d iniziare il resoconto dei nostri tre giorni a Dublino, vorremmo fare alcune brevi considerazioni su quelle che sono state le nostre impressioni sulla città. E’ una brutta premessa , ma in effetti, il nostro primo impatto con l’architettura della città è stato abbastanza deludente e non abbiamo trovato alcun riscontro con le entusiasmanti descrizioni di numerose guide turistiche a proposito del tanto decantato stile georgiano in cui sono costruiti i palazzi e le piazze più antiche di Dublino. Insomma a dirla tutta agli occhi di un turista, Dublino può anche sembrare bruttina. Certo non si può avere la pretesa di paragonarla ad altre importanti capitali come Parigi o Vienna, ma benché offra qua e là qualche bello scorcio, in realtà non ha niente che la distingua particolarmente da tante altre anonime città o cittadine europee. Ma allora perché vale la pena trascorrere qualche giorno a Dublino? Potrebbe sembrare limitativo detto così, ma almeno secondo noi, il bello di Dublino è nei dublinesi. Sono loro la straordinaria attrattiva di questa modesta capitale. Dublino è vivace ed effervescente ma anche accogliente e rispettosa; è una città dinamica e moderna, in continua evoluzione ma che ha sorprendentemente saputo mantenere intatta la sua aria di provincia. Quando scendono dall’autobus i passeggeri, anziani o giovani che siano, salutano e ringraziano il conducente, i passanti per strada ti offrono di loro iniziativa aiuto ed informazioni se solo si accorgono che sei un po’ disorientato ed anche in mezzo a vie affollate, non abbiamo mai percepito l’ansia di dover stare attenti alla borsa o alla macchina fotografica. I dublinesi sono persone allegre, spiritose e molto curiose, sempre pronti ad una battuta di scherno. Può sembrare sciocco, ma l’atmosfera e il calore umano che si percepiscono a Dublino valgono di per sé il viaggio. E comunque non dimentichiamoci che se anche non è splendida è pur sempre una capitale e in quanto tale, è densa di storia e di luoghi interessanti da scoprire e poi, ma forse questo è scontato, divertimento e vita notturna non mancano di certo. Insomma a noi è piaciuta molto e non vediamo l’ora di tornarci, magari per una breve tappa in un prossimo viaggio fly&drive in giro per la meravigliosa Irlanda. Ma intanto siamo qui, di nuovo immersi nell’afa della pianura Padana e i tre giorni trascorsi indossando maglioni di lana e k-way , sferzati dal freddo vento di Dublino…ahime! Sono solo un piacevole ricordo… Il nostro breve viaggio inizia venerdì pomeriggio, finito il lavoro con un po’ d’anticipo, ci precipitiamo all’aeroporto di Venezia con l’ansia per il traffico che troveremo alla “famigerata” barriera di Mestre, fortunatamente va molto meglio del previsto e riusciamo a fare il ceck-in con relativa tranquillità. Arriviamo al nostro bed & breakfast che è ormai mezzanotte e vista l’ora nessuno dei due ha voglia di infilarsi in lunghe e complicate conversazioni in inglese , così dopo una sbrigativa presentazione con la simpatica signora che ci accoglie, ci resta appena il tempo, prima di addormentarci, di apprezzare il comodo letto sul quale ci lasciamo cadere. Sabato mattina: dopo il pieno energetico della “full irish breakfast”, uova, pancetta, salsiccia e sformatino di patate, che verrebbe più spontaneo accompagnare con una bella birra, piuttosto che con te o caffè, ci tuffiamo alla scoperta di Dublino. Scesi dall’autobus siamo ansiosi di scoprire la città e decidiamo di iniziare con una passeggiata nel parco di St. Stephen Green, ai margini del quale si possono ammirare alcuni degli edifici e delle piazze più antiche di Dublino. Il parco è davvero enorme e così verde… di un verde che qui da noi non si vede! Camminare al suo interno, attraverso splendidi giardini e piccoli stagni animati da qualche anatra, è davvero piacevole e rilassante. Le piazze Marrion e Fitzwilliam square che lo circondano però, ci deludono un po’ e anzi non ci sembrano niente di che. Più tardi, continuando a girovagare per il centro ci rendiamo conto che anche gli edifici più importanti della città, come il parlamento, o il city hall , non hanno l’ aspetto sontuoso ed elegante che hanno in genere palazzi di questo calibro e appaiono invece piuttosto sobri ed essenziali, come pure i famosi ponti sul fiume Liffey. Proseguendo la nostra passeggiata, arriviamo nell’ elegante e distinta Grafton Street, principale via dello shopping, soprattutto di un certo livello, cosa che si intuisce subito dalle lussuosissime vetrine dei negozi. L’inizio della via e’ facilmente identificabile dai capannelli di turisti che si fanno immortalare vicino alla “provocante” statua di “Molly Malone”. La famosa e, forse solo leggendaria, pescivendola dalla doppia vita, che sembra vendesse pesce di giorno e le sue grazie di sera. Ed eccoci in Temble Bar, zona effervescente e piena di vita, un’infinità di pub e locali, animati tanto di giorno quanto di sera. Lungo le vie del quartiere si può assistere agli spettacoli di qualche artista di strada; c’è un po’ di tutto ma ce ne sono anche di veramente in gamba. Noi siamo rimasti incantati dall’esibizione di due ragazzi Giamaicani davvero molto coinvolgente. Alla fine uno di loro e’ passato sotto una sbarra infuocata a 30 cm. Da terra ballando il limbo…!!! Terminata la nostra passeggiata a zonzo per la città, ci dedichiamo a qualche visita culturale e cominciamo dalle due principali cattedrali della città, la “Christ Church” e la “St. Patrick’s Cathedral” due magnifici esempi di architettura gotica. Entrambe appartengono all’ordine protestante e rivestono in realtà un ruolo abbastanza marginale nella cattolica Irlanda costituendone per lo più un importante attrattiva turistica. Breve pausa nella dura giornata di noi turisti per riposare i piedi stanchi, mangiare e dissetarci con una buonissima birra rossa, ovviamente irlandese: la “Smithwick’s” che non avevamo mai assaggiato prima, ma che sembra molto diffusa qui, più di altre marche a noi più note. Ci trasferiamo nella zona di Smithfield. Quartiere relativamente nuovo, sorto dalla ristrutturazione di un’area industriale dimessa, che si sta velocemente popolando di pub e negozietti. Anche la “Old Jameson distillery “ che un tempo era operativa qui, dopo la sua chiusura ed il suo trasferimento nella contea di Cork , ha subito una trasformazione ed oggi è diventata un museo con annessi negozio e bar. Abbiamo scelto di dedicarci a questa visita e saltare invece quella alla “guinness storehouse”, che a detta di molti è vuota e deludente e tra l’altro anche costosa ( 14 €). In effetti, probabilmente ad un esperto di wiskey sembrerebbe deludente anche il museo della Jameson, ma a noi che ne sappiamo pochino è sembrata una gran bella esperienza , magari anche grazie alle simpatiche battute di spirito della guida che ci ha accompagnati. Qui fa buio tardi e quasi non ci accorgiamo che si è gia fatta sera e dopo un “salutare” pasto di fish&chips grondante d’olio, concludiamo la nostra giornata dublinese al bancone di un tranquillo pub dove facciamo una bella chiacchierata con un simpatico turista olandese. E’ sorprendente come in un pub a Dublino, non ci si senta mai soli e anzi sia quasi impossibile non essere mira della curiosità dei barman o di qualche signore del posto, che però sono sempre così spontanei e divertenti da non risultare assolutamente mai troppo invadenti e anzi ti fanno dimenticare di essere in una grande città. Domenica iniziamo la giornata con due visite che abbiamo trovato piuttosto interessanti: il “Kilmainham jail” e il “Croke Park” , lo stadio principale della città . Indubbiamente due attrattive molto diverse quanto ad impatto e coinvolgimento morali, ma entrambe permettono di capire quanto gli irlandesi siano ancora fortemente legati alla loro storia e cultura e, tanto orgogliosi nell’affermarsi così diversi dagli inglesi, i loro odiati dominatori per quasi mille anni. Oggi il “ Kilmainham Jail” è un ex carcere aperto al pubblico adibito a visite turistiche , che ospita un museo illustrante gli eventi principali che hanno condotto l’Irlanda all’indipendenza e l’assurda guerra civile che ne è seguita. E’ una meta, almeno secondo noi, ingiustamente trascurata dal turismo, che ti permette di conoscere più da vicino la storia degli ultimi due secoli del Paese. Gli anni terribili della carestia (1845-51) e il lungo processo di liberazione dal dominio inglese, ottenuto solo nel 1922 , dopo secoli di rivolte, a volte sanguinose ed infruttuose ed i cui capi sono stati spesso incarcerati al Kilmainham, in genere fino a che non se ne decideva la loro esecuzione. Il carcere, nel corso del tempo, ha assunto la connotazione di simbolo per gli irlandesi, soprattutto dopo il tragico epilogo dell’insurrezione forse più famosa, quella del 1916, che la nostra guida ci racconta in modo toccante ed appassionato, mentre attraversiamo stretti e angusti corridoi dall’ atmosfera inquietante. Usciti un po’ scossi dalla prigione, ci dirigiamo dall’altra parte della città per dedicarci a cose molto più allegre e leggere. Siamo al “Croke Park” , il quarto stadio più grande d’Europa ( tiene 82.000 posti) é curioso sapere che solo da alcuni anni, al suo interno, si disputino partite di calcio e rugby, perché originariamente era riservato esclusivamente agli sport irlandesi tradizionali, il calcio gaelico e l’hurling (una specie di hockey su erba) e l’ingresso alle squadre inglesi era addirittura vietato. Lo stadio infatti è anche la sede del “G.A.A. ”, ossia dell’associazione atletica degli sport gaelici, nata alla fine del 1800 insieme a tante altre organizzazioni artistiche e culturali, che si proponevano di ridiffondere tra gli irlandesi quell’identità celtica, che gli inglesi avevano da sempre, tentato di sradicare. E’ una visita piuttosto insolita, soprattutto per me che non sono per niente appassionata di sport, è addirittura la prima volta che metto piede in uno stadio! Ma mi incuriosiva scoprire qualcosa in più su questi due sport alquanto bizzarri , di cui prima di leggere qualche guida sull’Irlanda, ignoravo persino l’esistenza. Alla fine del tour dello stadio, si può visitare il museo , costituito più che altro da una raccolta di foto e filmati d’epoca che ripropongono qualche scena dei match più significativi di entrambi gli sport, e per finire si arriva ad un piccolo “campo di prova” dove ci si può cimentare in prima persona in qualche goffo lancio con la mazza da hurling, tanto per suscitare l’ilarità degli altri visitatori. Nonostante il poco tempo, ci concediamo lo stesso una breve gita fuori porta e, giusto per vedere un pezzetto di paesaggio irlandese più autentico di quello che può offrire la capitale, trascorriamo il pomeriggio ad Howth; un piccolo villaggio adagiato alla fine dell’ampia baia di Dublino, a circa mezz’ora di treno. Durante il viaggio ogni tanto si apre alla vista qualche bello scorcio sulla costa ed arrivando c’è un bel panorama sul promontorio che racchiude il porto di Howth. Facciamo una passeggiata immersi nel verde del parco del castello, ma la sorpresa più incredibile ci attende al porto. Mentre osserviamo un paio di barche appena rientrate dalla pesca, con estremo stupore ci accorgiamo che sono circondate da un gruppetto di foche grigie, che litigando coi gabbiani, tentando di guadagnarsi un “comodo” spuntino approfittando degli scarti di pesce buttati in mare dai pescatori. E’ stato davvero inaspettato ed emozionante. Salutate le foche ceniamo nel pub vicino alla stazione e siamo felici di trovare posto ad un tavolo vicino al caminetto acceso. Ritornati in centro, cerchiamo un locale dove ascoltare musica tradizionale dal vivo, quelli che la propongo sono molti, i più con artisti abbastanza improvvisati, ma si sa è difficile trovare il folklore in una capitale. Noi ci fidiamo delle indicazioni trovate in un diario su questo sito e andiamo al pub dell’hotel Arlinghton, vicino ad O’Connel bridge. E’ domenica ed è zeppo di gente e benché il pub sia enorme non riusciamo a trovare un tavolo libero a cui sederci e rimaniamo al bancone a sorseggiare una “Guinness”, di nuovo stupendoci di quanto sia diversa e squisitamente più buona qui, rispetto a quella che si beve da noi in Italia. La musica è piacevole e la serata scorre via veloce, ad un certo punto riusciamo a beccare un tavolo libero proprio vicino al palco, giusto in tempo per ammirare qualche passo della “step-dance”, i ballerini sono davvero bravi, ma si è fatto tardi e ormai è ora di tornare. Lunedì è la nostra ultima mezza giornata di vacanza alle 16.30 abbiamo il volo che ci riporta a casa. La trascorriamo in centro, che oggi finalmente illuminato dal sole ci sembra più bello. Una passeggiata nei giardini del “trinity college”, un’ ultima puntatina in Grafton street e in O’ Connel e un po’ di “sciocco” shopping , perché in effetti non c’è niente di particolarmente significativo da comprare, ma da bravi italiani, qualche piccolo acquisto ci scappa lo stesso.

COSTO DEL VIAGGIO: Dal 11 al 14 Maggio 2007 – volo ar da Venezia con Air Lingus 85 € – alloggio c/o B&B Cashel lodge 40 € per notte, a persona in camera doppia con bagno, abbondante colazione irlandese e/o continentale inclusa. -Abbonamento autobus (rambler) per 3 giorni 11 €, comodo più che altro per non dover essere muniti delle giuste monetine ogni volta che si sale. -Ingressi Christ churc 5 € St. Patrick Cathedral 5 € Old Jameson distillery (visita guidata) 7,85 € Kilmainhan Jail (visita guidata) 4,50 € Croke Park & G.A.A. Museum ( tour guidato dello stadio+ingresso museo) 9,50 €. Per informazioni sugli orari di visita: gaamuseum.sitesuite.ws National museum (sezione archeologica) ingresso libero -costo medio di un pasto pub: sandwich – hamburger + irrinunciabile pinta di birra 11 -13 € ristorante: prezzi a partire da 25-30 € Siamo stati soddisfatti del volo Air Lingus, che si è rivelato una scelta migliore rispetto a Ryanair, che offriva un volo leggermente più economico ma ad orari che ci avrebbero fatto rinunciare ad una giornata di vacanza. Se avessimo potuto prenotare l’alloggio con un po’ più di anticipo, forse avremmo risparmiato, ma considerando che eravamo già in alta stagione direi che non ci è andata male. Abbiamo prenotato on-line, attraverso il sito www.top-dublin-accomodation.com, al “Cashel lodge” un b&b piccolino con sole 4 stanze dotate di bollitore per te e caffè, pulito e ordinato, dove siamo stati bene. La signora che gestisce il b&b molto gentilmente ci ha inviato per e-mail le indicazioni con gli orari e il numero dell’autobus che ci avrebbero condotto all’alloggio. In effetti il Nitelink e l’aircoach che effettuano i trasferimenti dall’aeroporto al centro non fanno fermate intermedie e se non si alloggia in centro bisogna servirsi del Dublin Bus o del taxi. Noi siamo riusciti a salire sull’ultimo autobus delle 23.15 e con 1,40 € dopo 20 minuti siamo scesi a 100 m dal nostro b&b., grazie alla cortesia dell’autista che ci ha aiutati ad individuare la fermata giusta. E’ situato nella zona nord della città, a metà strada tra aeroporto e centro, che si raggiunge anch’esso in 20 minuti di autobus, che passa ogni 10 (domenica ogni mezz’ora) e la fermata è proprio di fronte al B&B. L’ultima corsa per il rientro dal centro è alle 23.30, comunque volendo essere più liberi da vincoli d’orario e magari a voler tirar tardi, si dice che i taxi non siano costosi.

Per quanto riguarda gli ingressi alle diverse attrattive della città, volendo presso l’ufficio del turismo o nelle stazioni di autobus, tram (Dublin bus e luas) e treno (dart) si può acquistare il Dublin pass (costo: 31 €/1gg – 49 € /2gg – 59 € 3/gg). A noi non è sembrato così conveniente dato che non include l’uso dei mezzi pubblici (è compresa solamente un’andata da aeroporto a centro con l’aircoach) e alcune delle attrattive che intendavamo visitare, inoltre funziona per giorni di calendario, quindi se per esempio lo acquisti nel pomeriggio ne fai uso solo per alcune ore. Un nostro piccolo rammarico è quello di non esserci concessi un’assaggio della cucina tradizionale irlandese, anche se forse Dublino non è il posto migliore per farlo. Avremmo voluto mangiare al “Gallagher Boxti house” o all’ “Avoca” che dicono abbiano un buon rapporto qualità prezzo, ma se intendete andarci ricordatevi di prenotare, cosa che bisogna fare in qualsiasi ristorante si voglia cenare. In effetti comunque, i ristoranti che servono cucina tipica non sono poi molti e sono invece, in prevalenza, orientati verso la cucina straniera, soprattutto francese, cinese e italiana. Vogliamo ringraziare di cuore tutti i “Turisti per caso” che raccontando i loro viaggi ci hanno decisamente aiutato nell’organizzare il nostro. Speriamo di dare anche noi il nostro piccolo contributo Buona Irlanda a tutti!!!!!!!!!



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