Aprite quel cancello
La mano incerta si posa sul freddo metallo del cancello, il chiavistello scivola via docilmente, forse è un luogo abbastanza frequentato ma nulla lo fa pensare, nessun incontro nel tragitto per arrivare qui, solo un cartello sulla statale, che colleghiamo alle rovine scorte in lontananza. L’incedere è sicuro, si tratta di un centinaio di...
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La mano incerta si posa sul freddo metallo del cancello, il chiavistello scivola via docilmente, forse è un luogo abbastanza frequentato ma nulla lo fa pensare, nessun incontro nel tragitto per arrivare qui, solo un cartello sulla statale, che colleghiamo alle rovine scorte in lontananza. L’incedere è sicuro, si tratta di un centinaio di metri, andrebbe meglio se il cielo non avesse deciso di uniformare il suo colore in un grigio pesante e poi questo senso di solitudine, mai così forte. Riprendo con la telecamera, peccato non abbia ancora accettato il fatto che mentre cammino non sono capace di effettuare una buona ripresa, già lo so, l’effetto 12° grado della scala Mercalli è in agguato. Ma quante sono le mucche in Irlanda? Solo qui attorno centinaia, me le immagino come le guardiane delle rovine, io in fondo ho paura delle mucche, mi piace vederle da lontano, spero di non avere un incontro ravvicinato. Il cancelletto di entrata è chiuso ma in pochi secondi realizziamo che non serve, un gradino alla volta si scavalca il muretto di cinta e siamo dentro. Ross Errilly Francescan Friary, nessuna traccia sulla lonely planet, eppure dal cartello descrittivo risulta essere una delle abbazie in miglior stato di conservazione nella regione. La terra prende sempre più possesso delle rovine, la quota di calpestio si è alzata quindi bisogna chinarsi per passare sotto gli archetti e si accede ad un dedalo di ambienti. Considerato che già le mucche mi spaventano, i fantasmi ancora di più e non mi leverò mai dalla testa che sebbene soli non siamo gli unici a girondolare…! Tutto è per la pittoresca abitudine degli irlandesi di utilizzare le rovine come cimitero (ciò per noi è vantaggioso visto che l’entrata è libera), ma io non posso reggere molto. L’abbazia è particolarmente bella, oltre al lato classico con le navate, cappelle ecc, ovviamente senza tetto, sono ancora ben conservati gli ambienti della vita quotidiana, le cucine, il refettorio, insomma ci sono sicuramente i fantasmi e io me ne vado… E questa è l’Irlanda. Un luogo sorprendente dove ti può capitare di guidare e adocchiare dalla statale un’abbazia del ‘300, di trovare il modo per raggiungerla e di ritrovarcisi dentro da soli, il tutto con un cielo in continuo mutamento e con paesaggi al di là delle aspettative, dove quando il sole trova un varco tutto si riempie di colori, erica, narcisi, fucsia e ogni tonalità di verde, dove non si sa se guardare verso il mare o l’interno perché è tutto bello, è un viaggio da sogno. E il sogno, condiviso con mio marito Andrea, è durato ben undici giorni, percorrendo quasi 2000 km. L’itinerario per grossi capi l’avevamo stabilito, ma sul posto molte soste sono cambiate. E’ stato pressappoco questo: Dublino – Kilkenny – Mizen Head – Ring of Kerry – Killarney – Doolin – Clifden e il Connemara – Galway –Shannon. Prenotati dall’Italia: i voli Ryanair (Roma-Dublino / Shannon-Roma), 260€ circa a persona, compresa l’assicurazione per entrambe le tratte e i bagagli che si pagano al momento dell’acquisto del biglietto, la macchina con la hertz (250€ per 9 giorni la C4) dal sito ryanair e le due notti a Dublino. Da non perdere: Glendalough, Ring of Kerry, Cliffs of Moher, Aran islands, Sky road nel Connemara. I b&b: senza prenotazione abbiamo sempre trovato, però arrivando dalle 17 in poi si fatica un po’. Avevamo due libretti ma non riuscivamo a telefonare col cellulare ai numeri irlandesi. La soluzione è la carta telefonica, molti ragazzi incontrati nel viaggio chiamavano la mattina per la sera stessa, ma la verità è che noi non sapevamo mai in anticipo dove ci saremmo fermati e ci piaceva vedere i b&b. Inoltre quando si ha l’indirizzo e basta si perde più tempo a cercare quelli segnalati che ad andare a caso e scegliere tra quelli che capitano e hanno il logo del trifoglio, con cui si è sicuri della qualità. Prezzi tra 50 e 80 euro (esclusa Dublino) a camera. Da consigliare sicuramente: Dublino- Leeson Bridge Guesthouse, stanze bellissime, con nostra sorpresa con idromassaggio e sauna in bagno, e super colazione con dei maxi muffin, (2 notti in doppia 188 euro); abbastanza centrale, è nelle vicinanze del St Stephen Green, 15/20 minuti a piedi da Grafton Street, col bus che fermava davanti il b&b in pochi minuti si è a Temple Bar; una delle fermate dell’ aircoach dall’aeroporto è proprio davanti al portone. Mizen Head – Schull. Un nome tipo ***no pubblicità****, bellissimo ma con bagno in comune, 65 euro. Doolin – ***, bello, panoramico, sulla strada che dalle scogliere porta a Doolin, 50 euro se si sceglieva la colazione continentale comunque molto consistente, (il meno caro del viaggio) Sulla Sky road a Clifden -***, anche questo panoramico e molto carino – 65 euro. Galway – *** nella zona Roscam-Merlin Park sulla coast road per Oranmore. Molto carino e la proprietaria è gentile e chiacchierona, ci siamo sentiti a casa, 70 euro. Prima di cominciare con la descrizione dell’itinerario ci tengo molto a ringraziare Annarita e Ivy, guide per caso rispettivamente di Dublino e Irlanda e Fabiana a cui ho scritto dopo aver letto il suo racconto di viaggio e che mi ha molto aiutato. 5-6 Agosto – Dublino è un buon inizio per irlandare, la città di per sé non è di quelle che incantano (tipo Praga, nostro precedente viaggio) ma ha dalla sua un’atmosfera allegra, informale e accogliente, bellissimi pub e strade pedonali e sicuramente molte attrattive. A noi comunque era presa a camminare, e con la DART ci siamo spinti fino al paesino di Dalkey, molto carino ma consiglio di andarci con la macchina, non per arrivarci perché la dart è comodissima, ma perché poi si deve camminare parecchio per arrivare allo sbocco al mare. E’ un porticciolo ma pieno di foche! La sera la città è molto divertente, i pub uno meglio dell’altro e sicuramente merita i due giorni. Per chi fosse interessato, la domenica tra una passeggiata e l’altra ci abbiamo infilato la messa in italiano, alle 12, nella cappella sul retro della pro-cathedral St. Mary. Mons. Moloney ci ha accolto con tanto entusiasmo e non dubito che il bel tempo e la mancanza di contrattempi dei giorni seguenti siano stati anche dovuti alle sue numerose benedizioni! 7 Agosto – Comincia il tour in auto, ritirata alla Hertz sulla South Circular Road. Prima tappa Glendalough, superba per tutto ciò che contiene e per ciò che fa da contenitore, colline e laghi, rapiti da altri tempi, con la paura di rimanere intrappolati nei cerchi delle fate, perché il piccolo popolo non potrebbe avere migliore collocazione se non in tale incanto. Viverla in solitudine credo sia un’esperienza unica, ma non la nostra, verso metà mattina era già piena! Seconda tappa della giornata Kilkenny, non ce la gustiamo come vorremmo, maledetta ansia di restare senza un tetto (ansia avuta solo la prima notte, poi abbiamo imparato…), il castello è bellissimo, per poco perdiamo la visita guidata in italiano, è alle 16 ma non tutti i giorni, il parco attorno è ancora meglio. In generale è una cittadina piena di vita, molto carina, me l’aspettavo diversa, più simile ai nostri borghi medievali, invece ha dei punti di interesse sparsi, è suggestiva con il fiume che la taglia in due e vi abbiamo trascorso una serata molto piacevole, con la musica dal vivo e buon cibo. Il b&b è il peggiore di quelli in cui abbiamo dormito, comunque dignitoso, ospiti molto gentili e vicino al castello e quindi al centro. C’è un ufficio turistico che offre anche il servizio di trovare alloggio (ancora mi chiedo perché non ne abbiamo usufruito). 8 Agosto – Kilkenny – Cashel per la visita alla famosa rocca. Nella sala video trasmettevano proprio un documentario in italiano sulla storia della rocca e del territorio, e volendo c’è la visita guidata in inglese (si paga solo l’ingresso). La posizione è davvero bella, panoramica, c’erano delle impalcature ma resta tutto molto godibile. Tappa successiva prevista Kinsale, sulla costa sud. La cittadina è da cartolina, arrampicata attorno le insenature che l’oceano scava nella costa. Tante barche e sole. In partenza la notte avremmo dovuto passarla a Cork, invece non ci passiamo nemmeno, da Kinsale lungo costa, presi dall’entusiasmo, ci spingiamo fino a Schull, quasi sulla punta del Mizen Head. Bellissima penisola, brulla ma piena di fiori, prepotentemente sul mare, molto tranquilla, con i paesi piccoli piccoli. La tratta da Kilkenny, con deviazioni varie, supera i 300 km e perdiamo un po’ di tempo per il B&b; da uno che era pieno la proprietaria chiama una sua amica, ci dirigiamo verso il suo B&b e ci rifacciamo della mediocrità del precedente, è nel nulla, nell’incanto, domina l’oceano e attorno solo la brughiera. Ci becchiamo una camera vista oceano con 4 letti ma il bagno è in comune con un’altra stanza. Ma che sensazione la notte a guidare per le strette stradine di campagna, con solo la luce della luna…certo tornavamo dal pub, diciamo che le percezioni erano abbastanza alterate! 9 Agosto – Completiamo il giro del bellissimo Mizen Head, in poco tempo si raggiunge il faro sulla punta, è una passeggiata molto piacevole, soprattutto il passaggio sul ponte di ferro sullo strapiombo (costo 6€ a persona). Per cambiare un po’ panorama rispetto alla costa, appena iniziato il ring of Beara tagliamo a metà con l’Healy Pass. E’ un percorso che ci ha davvero entusiasmato, per 12 Km sembra di stare in alta montagna! Pecore, mucche per la strada che bloccano le macchine, ruscelli e tutto attorno alti promontori. Arrivati poi in cima al passo si può lasciare la macchina e arrampicandosi per una decina di minuti si arriva molto in alto e la vista è stupenda, da un lato il Mizen Head dall’altro il Ring of Kerry, è uno dei ricordi più belli del viaggio, tanto vento e una forte sensazione di libertà. Con l’Healy Pass si taglia parecchio, quindi, oltre ogni previsione, ci ritroviamo a cominciare il Ring of Kerry. E’ pomeriggio, c’è poco traffico e la luce è particolare, si viaggia molto bene per cui riusciamo ad arrivare alla metà circa, a Waterville. E’ stata una scelta a posteriori azzeccata perché è un tour molto turistico, i pullmann lo percorrono in senso antiorario e verso le 5 devono stare al punto di partenza, quindi li abbiamo incrociati nel verso opposto e pochi. 10 Agosto –Ci dirigiamo verso Killarney, attraversiamo il ponte che porta all’isola di Valentia e praticamente da soli ci cominciamo a perdere nell’isola che sul lato sinistro sembra deserta. Presi da entusiasmo per il posto ci facciamo anche la passeggiata del “tripode”, uno dei più antichi fossili trovati, è un tragitto breve ma carino. Proseguiamo il ring of Valentia ma pensiamo di non completarlo e di prendere il traghetto da Reenard Point per Caherciven, questo ci permette di non tornare indietro al ponte e risparmiamo parecchi km. Attraversiamo quindi il paesino dove sta iniziando la fiera del caprone (bolgia incredibile), ci fermiamo in qualche spiaggia e arriviamo nel parco di Killarney. Qui ci sarebbe da mollare tutto e girarlo per una settimana; è come stare in una fiaba, c’è il castello diroccato, il palazzo nobiliare, il roseto, i laghi, le colline, le carrozze coi cavalli e un prato che ci sembrava dire “sdraiati al sole già che c’è…”, abbiamo obbedito! Ce ne andiamo con un po’ di rammarico, ma c’era presa la smania di prendere il traghetto a Tarbert la sera per poi arrivare la mattina seguente velocemente alle scogliere di Moher. Ovviamente non ci riusciamo! Ci fermiamo allora a Listowel un paesino carino a pochi km dal traghetto e per la prima volta troviamo posto in uno dei b&b che sono nell’elenco dell’ente del turismo. 11 Agosto – Il traghetto da Tarbert è una gran soluzione, prima di tutto perché si vedono i delfini attorno alla nave e poi perché si arriva davvero in breve tempo alle porte del Burren. Facciamo qualche sosta e soprattutto puntiamo su Lahinch. Arrivati alla spiaggia mio marito si mette il cuore in pace e si risparmia la rosicata di non avere portato la tavola, la scuola di surf è piena di gente ma il mare è completamente piatto. Importantissimo: a Lahinch, nel centro informazioni c’è lo sportello bancomat, è l’unico nel raggio di molti km, approfittarne conviene. Doolin è abbastanza vicina e le scogliere ancora di più, dopo una breve sosta a Spanish point (ma le onde ovviamente non sono neanche qui…) arriviamo al parcheggio delle scogliere. Vada per i 5€, ci rifaremo il giorno seguente…Attualmente lungo le scogliere ci sono i lavori per la costruzione di un nuovo centro informazioni e accoglienza al sito, è stata recintata la prima parte di percorso fino alla scritta “Please don’t go”, in tutte le lingue e da tutti ignorata! Si apprezza comunque il dislivello di 200 metri ma non è accessibile la piattaforma da cui fino a qualche tempo fa ci si affacciava sdraiati. Il cielo è coperto e il vento sembra portarti via, non sono una gran temeraria ma il percorso ce lo siamo fatto tutto, fino alla torre lontana lontana, Hag’s Head, che delimita il panorama dal punto di osservazione iniziale. Impieghiamo più di tre ore e nasce il desiderio di tornarci, la sera stessa o il giorno dopo sperando in una luce migliore. Tutto il tempo che ci si può prendere qui è ben speso, come nel parco di Killarney, sono luoghi molto coinvolgenti. Nuova ricerca bel B&b, sono tutti no vacancies ma almeno lo scrivono, comunque troviamo e pure bene. Segue prenotazione del traghetto per la più grande delle Aran per il giorno seguente(40€ a persona), cena e pub, tra i più belli, non tanto esteticamente quanto per la gente, di ogni età e tantissima, bella musica e troppa birra. 12 Agosto – Causa mancanza di bancomat nelle vicinanze partiamo per le Aran con soli 50 euro, con nostro sconcerto ce ne tolgono 40 per le bici (20 sono di cauzione), menomale che c’è il supermercato spar che accetta la carta di credito…Che dire, giornata bellissima, partiamo con mega nuvoloni e durante il tragitto in barca il cielo si apre, brevi squarci, poi enormi, a fine giornata siamo cotti in viso. Bellissima isola, piena di gente ma molto divertente,certo è un po’ faticoso girarla in bici ma dopo tanti giorni di auto è bello cambiare prospettiva. Per quanta sicurezza c’era alle scogliere di Moher qui c’è la più completa anarchia nello sporgersi, dal Dun Aengus, il forte circolare a strapiombo sull’oceano, spettacolare, la gente si affaccia sullo strapiombo in tutte le posizioni! Il bello è che sulla Lonely Planet c’è proprio scritto di stare attenti perché molti turisti sono caduti di sotto a causa del forte vento, insomma non è beneaugurate ma è irresistibile, non si può restare lontani da quel ciglio. Il resto dell’isola è muretti, verde, muretti, verde e oceano, una pace incredibile fino a quando non si rientra al paesino di sbarco dove c’è proprio tutto. Al ritorno a Doolin cerchiamo un nuovo B&b, torniamo a Lahinc per ritirare al bancomat, andiamo a cena in un ristorantino consigliato dalla Lonely e prima del tramonto torniamo alle scogliere! Stavolta niente parcheggio (l’omino del pedaggio se ne va alle 20:30), bel tempo e soprattutto poca gente e quando la situazione è così favorevole non si può fare a meno di scavalcare…la piattaforma è nostra e di altre 6 persone, ci godiamo questo spettacolo quasi privato, il sole scende, non si vede il suo arrivo al mare ma siamo abbracciati dal verde alle nostre spalle e di fronte a noi l’oceano, all’orizzonte, oltre, tutto è lontano e intanto il cielo è rosso. Una giornata così vale da sola il viaggio in Irlanda. 13 Agosto -Il bello di questa terra è che nonostante si visitino posti bellissimi si ha la sensazione che il giorno nuovo porterà mete migliori, e così è stato quando lentamente siamo entrati nel Connemara. E’ un paesaggio unico, si alternano torbiere a prati con enormi massi e la marea che plasma sempre nuovi scenari. Lungo costa cerchiamo di avvicinarci a Clifden, di rilievo nel percorso sicuramente la spiaggia di Carraroe, distesa di coralli, e un’altra spiaggia, proprio vicino la cittadina che ha un mare splendido, ha i colori dei caraibi e la sabbia bianchissima e fina, manca solo la temperatura decente per beneficiarne! Sbagliamo strada e menomale che sulla lonely c’è il nome di Clifden in gaelico perché nelle strade in cui finiamo non ci sono segnali in inglese. A questo punto si deve per forza parlare della Sky road, per forza perché è un percorso di 12 km che avrei continuato a fare non so quante volte. Bellissimo tragitto, la strada sale e sembra di toccare il cielo, non si sa cosa c’è dietro ma dentro c’è la consapevolezza che una meraviglia si aprirà ai nostri occhi, ed è proprio così. La parte più interessante sono sicuramente i primi km, sono emozionanti, tanta gente la fa a piedi o in bici e penso che meriti in tutti i modi. 14 Agosto – Completiamo il nostro giro del Connemara, tappa a Kylemore Abbey, bellissima ma non la visitiamo dentro, è troppo esosa, tagliamo verso Recess, in una strada molto bella per le numerose torbiere, passando al nord del Lough Corrib lake, raggiungiamo Cong che ha un bel complesso di rovine e scendendo lungo lago troviamo la Ross Errilly Friary e arriviamo a Galway. La cittadina è davvero carina, una botta di vita rispetto al silenzio in cui ci eravamo calati fino a qualche ora prima. Piena di negozi e aree pedonali popolate da artisti di strada. La sera la proprietaria del b&b ci indirizza in un pub-ristorante, da fuori non gli diamo una lira, sembra vuoto e un po’ triste, ma è ingannevole. Al piano di sopra si aprono una serie di ambienti per il ristorante davvero belli, c’è un’atmosfera sorprendente e la cena è ottima. Per dopo, avendo letto tanti itinerari qui scritti, non ci siamo fatti mancare il Quay’s, confermo in pieno il giudizio, è un pub unico, bella musica e c’erano pure le ballerine, bel posto, allegria e ottimo irish coffee. Un’ultima serata irlandese alla grande! 15 Agosto – L’Irlanda decide di salutarci con una giornata piovosa. Pigramente scendiamo da Galway verso Shannon, facciamo una sosta a Ennis, che è tanto carina ma lo sarebbe di più senza questa stupida pioggia che fa passare la voglia di scendere dalla macchina. Poiché il nostro meraviglioso aereo partirà quasi alle 20:00 c’è ancora parecchio tempo da vivere in terra irlandese ma cerchiamo un luogo da visitare un po’ riparato così la scelta cade sul Bunratty castle. E’ tanto turistico, e non tutto interessante ma nel complesso divertente e la visita all’interno del castello, che è ben tenuto, ci evita di bagnarci ulteriormente. Ha uno dei negozi di souvenir più grandi incontrati, ne approfittiamo per le ultime spese, e poi aeroporto. Si vola bene con la Ryanair, peccato avessero finito ogni tipo di genere alimentare e siamo pure dal lato sbagliato per vedere Roma dall’alto; inizia la fase di atterraggio, il pilota inglese ci dà in italiano il resoconto sulle condizioni atmosferiche e su Roma, apprezziamo l’impegno, apprezziamo i 27 gradi e scatta l’applauso collettivo…siamo a casa.