Svalbard: danza delle balene

Da tre anni ovvero dopo il ritorno dall’Islanda nell’agosto del 2003, mi sono riproposto di ritornare in nord Europa. Le Svalbard sono la meta dell’avventura e dalla primavera 2004 è iniziata la programmazione utilizzando ogni informazione a disposizione. Una cartina geografica del mondo in formato 2,5 x 1,5 e sempre in bella evidenza nel...
Scritto da: robertodelfanti
svalbard: danza delle balene
Partenza il: 20/08/2006
Ritorno il: 25/08/2006
Viaggiatori: da solo
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Da tre anni ovvero dopo il ritorno dall’Islanda nell’agosto del 2003, mi sono riproposto di ritornare in nord Europa. Le Svalbard sono la meta dell’avventura e dalla primavera 2004 è iniziata la programmazione utilizzando ogni informazione a disposizione. Una cartina geografica del mondo in formato 2,5 x 1,5 e sempre in bella evidenza nel mio ufficio mi fornisce le coordinate della meta. E a dire il vero sono tracciate le rotte dei miei voli aerei. La distanza non mi preoccupa, il meteo e la temperatura nemmeno, anzi il freddo a me piace. Pertanto inizio a parlarne con gli amici dell’agenzia di viaggio e Max mi prospetta una serie di possibilità di opzioni e di prezzi. Ma per mille più motivi nel 2004 e nel 2005 il progetto si arena. Primavera 2006, passo dall’agenzia perché decido di fare una gita a vedere le Piramidi a maggio ma, a dire il vero, vorrei fare qualcosa di particolare ad agosto e penso all’Hurtigrutten, ma la disponibilità c’è solo per l’estate 2007 e quindi torno a mio progetto delle Svalbard, abbinato ad una crociera su una motonave. In agenzia si attivano, tramite Max e Linda faccio richiesta per una camera tripla con chi trovo senza problemi di lingua, in inglese me la cavo e se possibile chiedo di partire da Verona piuttosto che da Milano. Accontentato. Arrivata la conferma della disponibilità, e senza dire nulla ad amici e conoscenti, stavolta voglio far morire tutti di invidia, inizio a frequentare siti internet per avere più informazioni possibili su tutto, e le web cam sono un bellissimo aiuto. In un sito trovo il grafico delle temperature degli ultimi 5 anni divise per giorno, e quindi acquisto un paio di pantaloni tecnici. A ferragosto voglio testarli andando a sciare in Valsenales ma la nevicata me lo impedisce ma poco male il 20 si parte e mancano pochi giorni. Ore 13,00 si parte per Longyerbyen da Verona, via Francoforte e Oslo. Alle 01,10 arrivo in questa metropoli di 1700 abitanti e la notte artica è illuminata da uno splendido sole che mi accompagnerà per 5 giorni. Per non perdere il vizio la prima foto fuori dall’aeroporto è per un cantiere, servirà per la mia collezione cantieri nel mondo. Il mattino seguente dopo una passeggiata in città ed una riunione tecnica con chi ha organizzato il viaggio siamo pronti per l’imbarco sulla motonave e dopo due ore eccoci a Barentsburg, enclave russa alle Svalbard. Mi colpisce subito il contrasto tra la fumata nera di una miniera e la fumata bianca di una centrale di produzione vapore. Visitiamo il Museo Pomor dove incontro il mio primo orso polare imbalsamato e mi faccio fotografare vicino, mi servirà per far morire di invidia alcuni amici non al corrente del mio viaggio ma che riceveranno una strana mail al mio ritorno ………. A bordo e in camera con me ho conosciuto un ragazzo australiano ed uno francese, subito leghiamo e si scherza come ci conoscessimo da una vita. La prima sera di navigazione dopo cena a base di prelibatezze locali avviene lo spettacolo che mi segnerà per tutto il viaggio. Assisto al pasto a base di plancton di due balene (two whales are dancing in the waves), uno spettacolo che avevo visto solo nei documentari in televisione. Questi due cetacei danzano per due ore vicino alla nostra motonave quasi incuranti della nostra presenza (!?!), io come un bimbo a cui avevano appena regalato una caramella scatto una infinita serie di foto digitali e quando le vedo allontanarsi alzo la mano per salutarle. Noto con piacere che il cellulare è fuori rete e quindi nessuno mi può disturbare, per il mio tipo di lavoro il malefico arnese è indispensabile. Sono così certo che nessuno disturberà per qualche giorno. La mattina dopo, o meglio poche ore dopo, nella nostra navigazione verso nord, verso il Ghiacciaio Monaco, incontriamo un orso polare che vedendoci arrivare pensa di ritornare a completare il pasto a base di foca. La mia macchina fotografica è sottoposta ad un tour de force “a causa” di paesaggi sempre più belli che si presentano lungo la navigazione. Alcuni sono veramente sfondi da desktop e gli amici ne hanno fato richiesta …… invidiosi …… Rientro in cabina per una veloce doccia e non mi accorgo che i miei due soci sono anche loro fuori stanza per lo stesso motivo e non mi avevano avvisato, morale restiamo chiusi fuori (chiave elettronica) e il mio abbigliamento non era proprio consono alla situazione, così incarico il francese ad andare a risolvere il problema. Prova a protestare ricordandomi che ero l’ultimo ad uscire ma gli faccio presente che per un po’ deve stare zitto ricordandogli chi avesse sbagliato il rigore alla finale dei mondiali un mese e mezzo prima. A quel punto non essendoci margine di discussione ha preso ed è andato, del resto …… e questo è servito anche per l’australiano ….. Ma ritorniamo alla crociera! Rieccoci al Ghiacciaio Monaco, ci avviciniamo alle morene in gommone, è qualcosa di sensazionale, queste pareti alte anche 20 metri scaricano in acqua metri cubi e metri cubi di ghiaccio che si trasformano in icebergs e sui quali si posano uno stuolo di gabbiani. Navigarci in mezzo è qualcosa di emozionante. E a dire il vero non ho avuto la sindrome da Titanic. Rientrato a bordo riprendiamo la navigazione verso Mushamna. Passeggiata a terra con la nostra guida. Arriviamo a scoprire una base meteo. Al reimbarco navigazione verso l’isola di Moffen dove avvistiamo dei trichechi. Vederli in un documentario è una cosa, di persona un’altra e come sempre resto a bocca aperta. Poco prima avevamo festeggiato il superamento dell’80° parallelo (rigorosa foto del mio gps con il valore), e a bordo l’equipaggio ha offerto un liquore. Temperatura esterna -2°C. La mattina successiva siamo tornati verso sud con sbarco nel Magdalene Fjordur, dove alcuni pazzoidi hanno voluto fare il bagno con l’acqua alla temperatura di 3 gradi….. Poche ore dopo si sbarca prima a Ny London (Camp Mansfeld) e a Ny Alesund. In questa rinomata località di 100 abitanti camminiamo lungo il viale principale (l’unico) verso il palo da cui Admudsen e Nobile partirono con i loro dirigibili verso il Polo Nord con alterne fortune negli anni venti. Prima di ripartire passo dall’ufficio postale più a nord nel mondo per timbrare il mio passaporto ed imbucare le cartoline. Dall’immancabile bazar sempre aperto passo a comprare alcune tazze per incrementare la mia collezione. Prima del reimbarco incontro una volpe artica e poco dopo la banda del paese saluta la partenza della nostra motonave. La mattina dopo sbarchiamo a Longyearbyen, visitiamo il museo, i dintorni e a cena ci scambiamo gli indirizzi con gli amici conosciuti in viaggio. Siamo consci che stiamo terminando l’avventura della danza delle balene. Alle 4,40 del 25 agosto decolla il volo per Oslo. Il mio programma prevedeva di fare una veloce puntata in città prima di riprendere l’aereo per Francoforte e Verona. Ma i troll mi hanno fatto uno scherzo e nella capitale norvegese trovo un diluvio universale. Poco male, e forse meglio così, invece di stare 5 ore in aeroporto chiedo il cambio volo e, tra una telefonata di lavoro e l’altra, con 5 ore di anticipo arrivo a casa e trovo mio fratello in aeroporto. E la danza delle due balene resterà sempre un meraviglioso ricordo. Roberto


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