Da nord a sud alla scoperta dell’Irlanda più vera
Chi decide di visitare l’Irlanda, non si aspetta la vita caotica di metropoli, né grandi siti monumentali o visite interminabili in musei, ma magnifici paesaggi immersi nel verde, costellati di pecore e mucche e interrotti da stradine che corrono lungo scogliere a precipizio. Questa è proprio l’Irlanda che abbiamo conosciuto nel nostro...
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Chi decide di visitare l’Irlanda, non si aspetta la vita caotica di metropoli, né grandi siti monumentali o visite interminabili in musei, ma magnifici paesaggi immersi nel verde, costellati di pecore e mucche e interrotti da stradine che corrono lungo scogliere a precipizio. Questa è proprio l’Irlanda che abbiamo conosciuto nel nostro viaggio nell’agosto 2004. La prima tappa del nostro viaggio di due settimane è Dublino, una città a misura d’uomo con gente cordiale e allegra, nonostante sia la capitale del paese: inutile stare qui a descrivere gli appuntamenti immancabili, ben noti, quali il Trinity College o il Guiness Store House. Dopo due giorni affittiamo una macchina alla Hertz, dove conosciamo gli irlandesi più maleducati del paese, e partiamo alla volta del Nord, solitamente trascurato dalle rotte dei tour operator, ma che noi abbiamo apprezzato più del Sud, forse perché più autentico e selvaggio. A nord di Dublino visitiamo il complesso megalitico di Brùn na Bóinne, dove lo spettacolo di luce nella tomba di Newgrange ci riporta per un attimo nella notte dei tempi. La tappa successiva è invece il Nord Irlanda. Belfast mostra ancora i segni degli scontri tra cattolici e protestanti. Non vi limitate però solo al centro (Crown Liquor Saloon, Municipio, porto), ma spingetevi nel quartiere repubblicano o protestante: troverete ancora il filo spinato attorno alle scuole, murales politici ad ogni angolo e anche se il conflitto sembra essere terminato da alcuni anni, certe zone è bene visitarle con prudenza. Al Lagan Lookout, un centro visitatori del porto, la direttrice, una signora gentilissima, ci suggerisce di andare all’Ulster Folk and Transport Museum alle porte della città. Vi è una straordinaria collezione di treni, bici, macchine, moto, oltre che una mostra sul Titanic, perché è proprio nei cantieri di Belfast che nasce il transatlantico tristemente celebre. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati. La sera ci fermiamo a Ballintoy, un caratteristico e minuscolo paese di pescatori: il paesaggio intorno è stupendo soprattutto se riscaldato dai colori del tramonto. All’indomani visitiamo Carrick-a-Rede, nei pressi di Ballintoy: un sentiero lungo il mare con un ponte in corda usato un tempo dai pescatori di salmone. Segue poi White Bay Park, una spiaggia bianchissima e solitaria, e Giants Causeway, una formazione rocciosa particolare lungo il mare: il sito è alquanto frequentato dai turisti ed è per questo che abbiamo scelto il percorso di 3 km, un po’ faticoso ma appagante con le sue magnifiche viste. Terminiamo il tour in Irlanda del Nord con la vecchia distilleria di Bushmills, un po’ turistica ma che merita il successo vista la qualità del whisky che è in grado di produrre. Procediamo verso ovest e raggiungiamo il Donegal (ottimo il B&B Country Lunge, 25€ a testa): da non perdere le Slieve League, a circa 4 km da Teelin, a detta degli irlandesi le scogliere più alte d’Europa. I paesini dei dintorni sono molto caratteristici, e le scogliere sono raggiungibili salendo per una strada stretta ed erta senza alcun parapetto, ma senza dubbio panoramica (attenzione alle pecore, sono ovunque). Nella zona ci sono numerosi maglifici: noi abbiamo avuto la fortuna di parlare con un signore che tesseva a mano con l’aiuto di uno strano telaio, una tradizione che purtroppo sta scomparendo. Dopo breve sosta a Sligo, dove visitiamo il cimitero di Carrowmore, ci spingiamo fino al Connemara, dopo una sosta per il pranzo a Westport. Nel Connemara il cielo è proprio come lo descrive Fiorella Mannoia nella canzone, come una fisarmonica che si apre e si chiude a ritmo di musica. Al centro visitatori del Parco, interessante e ben strutturato, ci accompagna la pioggia, ma ciò rende più suggestiva la passeggiata tra le torbiere. L’unico fastidio è dato dai moscerini, milioni!! Pernottiamo a Cleggan, anche questo un paesino di pescatori, dove mangiamo uno squisito piatto di salmone al Pier’s Bar. A metà del nostro viaggio trascorriamo quasi 2 giorni alle isole Aran, più precisamente a Inishmore. Abbiamo la fortuna di trovare sole da mattina a sera, così giriamo i vari siti archeologici in bici: particolare è senza dubbio l’Aer Aengus, un forte costruito sull’orlo di una scogliera. Il clima è così mite tanto da invogliare a fare il bagno in mare, ma l’acqua, sebbene cristallina, è troppo gelida, non fa proprio per noi! L’ultima parte del viaggio ripercorre gli itinerari più conosciuti dell’Irlanda: prima ci dirigiamo nel Burren alle scogliere di Moher. Sono molto sceniche e non occorre avere molto fiato per raggiungerle, forse anche per questo sono invase dai turisti. Altro immancabile appuntamento è il Kerry. La nostra guida ci consiglia di percorrere il Ring of Kerry, in realtà ne abbiamo apprezzato solo l’ultima parte, quella costellata di laghi della Lady’s View e del Meeting of Waters. I laghi sono immersi in una folta vegetazione, dalla quale emergono qua e là castelli. Sfortunatamente non abbiamo potuto raggiungere le isole Skellig, a ovest dell’isola di Valentia, dove sorgono i resti di un monastero arroccato sulle ripide scogliere dell’isola maggiore. Per quel giorno le gite erano state sospese causa cattive condizioni metereologiche. Infine Killarney: è una città viva, per lo meno riusciamo a cenare un po’ più tardi del solito, e gode di una posizione privilegiata per visitare la regione dei laghi o andare a cavallo. Sulla strada del ritorno a Dublino ci fermiamo prima a Cashel, per visitarne il complesso di edifici gotici arroccati su uno sperone di roccia. La visita guidata è molto accurata, anche se è in inglese. Il giorno seguente lo trascorriamo a Kilkenny: siamo un po’ delusi dal suo castello per il fatto che vi è ben poco di originale al suo interno. La visita prosegue alla chiesa di St. Canice, dove saliamo sulla torre: attenzione a scendere, le scale in legno sono piuttosto ripide. A pochi chilometri dalla città facciamo sosta alle grotte di Dunmore: purtroppo la guida parlava molto velocemente, la visita è stata breve, niente in confronto alle grotte di Frasassi! Concludiamo dando alcuni spunti pratici: i prezzi al ristorante sono molto elevati alla cena, mentre a pranzo si può risparmiare molto; se usate l’autobus a Dublino portatevi sempre della moneta con voi, è indispensabile avere l’esatto importo per fare il biglietto; acquistate la Heritage Card, soprattutto se siete studenti, costa circa 7 euro e vi dà accesso libero a molti siti di interesse; e infine andate a cena presto, in Irlanda non si fanno problemi a dirvi di no. Per il resto… assaporate l’Irlanda come lo abbiamo fatto noi! Alberto e Alessandra, agosto 2004