Seguendo il vento dell’ovest
Quest’anno il mio ragazzo e io abbiamo deciso di visitare l’Irlanda, la verde isola degli gnomi e delle fate. Dopo le prenotazioni dei Bed and Breakfast via internet ( non è indispensabile perché ce ne sono ovunque ), dopo aver visitato questo sito e aver tracciato l’itinerario sulla cartina, siamo partiti per 16 giorni di vacanza nello stile di due cuori e una Irlanda…. Abbiamo scelto la soluzione Bed & Breakfast perchè è sicuramente quella con il miglior rapporto qualità/prezzo e che allo stesso permette di assaporare pienamente il contatto con le famiglie irlandesi. Abbiamo prenotato i posti tramite il sito www.townandcountry.ie e www.ireland.travel.ie, due siti ufficiali dell’”Irish Tourist Board” con molta scelta e informazioni dettagliate. I prezzi variano generalmente da 25 a 30 euro per persona per notte e le colazioni sono veramente pantagrueliche tanto che al mezzogiorno è sufficiente uno spuntino. Abbiamo utilizzato la guida turistica Mondadori, a mio parere fatta molto bene perché divide l’Irlanda in diverse zone e per ogni area fornisce informazioni utili e reperibili subito; inoltre abbiamo fatto ricorso a una guida stradale Michelin molto dettagliata, fondamentale se si gira “da soli”. In ogni modo guidare in Irlanda non è difficile perché i cartelli stradali sono chiari e precisi, alla guida “all’incontrario” ci si abitua subito e gli irlandesi al volante sono veramente cortesi. Ecco la nostra indimenticabile avventura…..
26 luglio Ore 12 partenza da Milano Linate. 13 ora locale: Welcome to Dublin. Dall’alto abbiamo visto il mare e il cielo paurosamente scuri e le case piccole, uguali,.. Sembravano tante pecore di un gregge… Dublino è fantastica; dopo il ritiro dei bagagli il cielo è già azzurro e siamo andati all’AVIS per ritirare la macchina. Alberto era felice perché ci hanno dato la Opel Corsa, come quella che ha in Italia ( unica variante è il colore, che secondo me è più bello) e in men che non si dica Alberto ha imparato a guidare all’irlandese ( cioè al contrario) con la sicurezza dei napoletani. Dio sa come, ma arriviamo senza problemi al primo Bed and Breakfast: Cashel Lodge ( zona Whitehall, Dublin 8 ). Casetta magnifica; mezz’ora di riposo e poi via sull’autobus 20b alla volta del centro. A differenza di Parigi, dove tutto è magnificamente troppo e della Danimarca dove la popolazione media è alta un metro e 80, qui dopo aver camminato per qualche minuto ci è sembrato di essere cittadini di Dublino. Poi, mangiata super ( perché Alby dice che il primo giorno ce lo possiamo permettere ) al Bewley’s Oriental Cafe’ di Dublino, quindi romantica passeggiata tra la gente frizzante e nanna. Battuta del giorno: Anna, la tua non è una valigia ma una donna incinta.
27 luglio Numerosi avvenimenti. Ore 08.30 meravigliosa Full Irish Breakfast in compagnia di 2 italiani che vivono da 4 anni in Irlanda. Quindi, foto ricordo e partenza per Powerscourt: dopo aver preso la M50 in tutte le direzioni, casualmente abbiamo imboccato la R115 per Powerscourt. Abbiamo visto le cascate più alte d’Irlanda e abbiamo poi raggiunto Glendalough. Li’ abbiamo pranzato con tè, toast, panini di soda e marmellata e abbiamo camminato lungo l’Upper Lake alla ricerca del fantomatico letto di San Kevin ( alla fine abbiamo trovato una grotta minuscola e visibile solo da lontano ). In seguito abbiamo raggiunto il cimitero con le croci celtiche e abbiamo ammirato la spettacolare Round Tower; nelle vicinanze ci siamo “svaccati” su un prato verdissimo…… giusto il tempo di chiudere gli occhi prima di essere bagnati da un repentino acquazzone ( consiglio: quando sentite le prime gocce scappate al riparo, perché pioverà a dirotto e portatevi un ombrello perché gli irlandesi non ne fanno uso). Ore 21, cena in un tipico pub irlandese, circondati da allegri bevitori e bevitrici di Guinness intenti a festeggiare la vittoria della squadra del cuore e desiderosi di fare amicizia. Conclusione: la zona sud di Dublino ha una vegetazione simile alla Valtellina, ma più dolce e i dintorni di Gorey ( Co. Wexford) sono simili alla Toscana ma più verdi. Insomma, l’Irlanda è sempre meglio-. Frase del giorno: “Alby stai a sinistra”
28 luglio Oggi ce la siamo presa comoda. Ore 9 mega super colazione da Miss Ann ( Hillside House B&B ), una casa elegante, raffinata con cibo ottimo. La signora parla inglese molto velocemente e poiché l’unica cosa che capiamo è che ci offre in continuazione del tè, ne beviamo in quantità. ( A quanto pare gli irlandesi offrono tè come noi italiani offriamo un bicchiere d’acqua ai nostri ospiti ). Poi, verso le 11, siamo partiti per Kilkenny. Viaggio senza nessun problema, solo una piccola sosta…. Conseguenza del tè ( attenti le ortiche crescono bene anche qui ). Ore 12.30 arrivo a Kilkenny da Mrs Vicky ( Parkvilla B&B ) una spumeggiante mamma irlandese che ci ha subito raccontato di essere stata in Italia tre settimane prima e di aver viaggiato sulla strada con lo zaino in spalla. La città è splendida e il castello è molto originale: l’esterno in pietra nera gli dà l’aspetto di una fortezza ma l’interno è elegante e quasi sfarzoso con decorazioni di richiamo orientale. ( la guida parla in modo incomprensibile e noi fingiamo di capire ridendo con gli altri senza sapere perché ). Ore 16.30, in un pub abbiamo assaggiato la Smithwick‘s, bevanda del posto ( anche questa è “bella alcolica” ma è più dolce della Guinness), poi abbiamo bighellonato quà e là per Kilkenny. In seguito, piccola incomprensione con Alby: lui voleva vagare senza meta, e io volevo invece vedere altre particolarità della città…..OVVIAMENTE avevo ragione io, cosi’ siamo andati a vedere la cattedrale di Saint Mary e il ponte di Saint John. Cena al pub ( ottime lasagne di verdure) e con i piedi diventati giganti, ci siamo coricati. Frase del giorno: in Irlanda non si capisce che tempo fa.
29 luglio Il cielo di ieri sera screziato di rosa pastello ci ha fatto sperare in un risveglio col sole, ma le dispettose e allo stesso tempo superbe nuvole irlandesi ci hanno salutato anche questa mattina. Ci hanno detto che in Irlanda, in un giorno si possono vedere le 4 stagioni e oggi è stato cosi’: nebbia, vento, sole, pioggia battente, pioggerella fine…. Insomma un alternarsi di climi che ci ha costretto a mettere e a togliere in continuazione indumenti. Comunque oggi è stata una giornata Okay. Ore 9, colazione meno abbondante del solito dalla simpaticissima Vicky: poiché ero interessata alla sua raccolta di peluche, mi ha regalato una paperetta che sarà la mascotte del nostro viaggio ( è stata battezzata Miss Paperett ). Vicky ci ha chiesto il significato di alcune parole italiane come “prego” e “pronto” e ci ha salutato con un buffo e storpiato “arrivederci”. Che forza questi irlandesi! Siamo partiti in direzione Rock of Cashel (Co. Tipperary), spettacolari rovine di un castello medioevale poi trasformato in abbazia; abbiamo quindi raggiunto Adare un paesino con caratteristiche casa dal tetto di paglia e vicino a Tralee abbiamo ammirato il mulino a vento più alto d’Irlanda. In seguito ci siamo diretti verso la Dingle Peninsula, un vero spettacolo! Montagne colorate delle più svariate tonalità di verde e sovrastate da nembi scuri a sinistra e la baia aperta sull’Oceano Atlantico con le spiagge biancastre e il cielo chiaro a destra. Dopo alcune ore, siamo giunti a Dingle, un paesino caratteristico tipico dell’ovest; il B&B ( The Lighhouse ) è davvero confortevole, in camera ci siamo preparati il tè con il cattle e abbiamo trascorso la serata al pub ascoltando un melodioso violino e gustando ottima birra. WONDERFUL! Constatazione del giorno: gli irlandesi in automobile sono disciplinati e cordiali a differenza degli italiani. Frase del giorno: “ Dai Anna tazza giù!!”
30 luglio Questa notte abbiamo dormito soavemente con la vivace musica irlandese nel cuore e …. Il sapore della Guinness in bocca ( a proposito, quella che ci danno in Italia come Guinness non è degna di quel nome ). Siamo alloggiati nel più bel B&B di Dingle e dalla finestra della camera dominiamo la baia con il porto, cosi’ che oggi il sole ci ha salutato timidamente, illuminando il panorama e tingendo l’acqua di riflessi dorati. Qui abbiamo tutti i comfort possibili immaginabili: letti con lenzuola ( tenete conto che gli irlandesi non hanno il concetto lenzuola), spazioso bagno con doccia, asciugamani in quantità e …udite, udite il phono., che è il massimo per una donna. La colazione è superba, e il tutto è condito con la ormai consueta cordialità irlandese. Oggi, facciamo il giro della penisola: ad ogni curva possiamo ammirare paesaggi suggestivi, come le coste rocciose a picco sull’oceano, le colline verdeggianti punteggiate di bianche pecorelle, le Basket Islands e addirittura delle spiagge rosa con sabbia finissima. Noi due presi dall’entusiasmo, sentendo il sole caldo e vedendo molti bagnanti in acqua, togliamo le scarpe, arrotoliamo i jeans e ci avventuriamo per il primo bagno nell’oceano… ed ecco la terribile anche se prevedibile sorpresa: l’acqua è gelida e riesco appena a fare una foto all’Alby mentre si bagna i piedi stringendosi nel maglione. Chissà come fanno gli altri a stare in costume e a cavalcare le onde gigantesche con la tavola da surf! ( io mi lancio a parlare inglese con un ragazzotto in costume, ma ahimè questo si rivela essere un italiano ). Dopo aver visitato antiche rovine di insediamenti e una chiesa ( Gallarus Oratory) dei primi dopo Cristo, ci sdraiamo su un prato ricoperto di ginestre a prendere il sole: percepiamo il rumore delle onde e contemporaneamente assaporiamo l’odore salmastro del mare misto al profumo dell’erba appena spuntata. Infine, giriamo per Dingle ( i negozi sono fantastici, ma i prezzi sono Tabù ), ci abbuffiamo al Dingle pub e finiamo la giornata tra Guinness e musicisti. Frase del giorno: “ ALBY BELLO FACCIAMO UNA FOTO!!! “ Siamo arrivati già a 2 rullini.
31 luglio Giornata memorabile. Ore 08.00. Colazione meravigliosa ( io ho ordinato salmone affumicato, VERY GOOD ). Alle nove, con un tempo da lupi siamo partiti verso Galway; per risparmiare alcuni chilometri abbiamo preso il traghetto a Talbert ( Alby ha comprato un biglietto della lotteria per i bambini poveri!! L’estrazione è il 27 settembre…). Costo del traghetto per l’auto: 13 euro. Abbiamo attraversato il fiume Shannon e dopo molti altri chilometri con “cartina alla mano” siamo giunti alle Cliffs of Moher, dove la natura ha dato il meglio di sé. Salendo sulle colline verde smeraldo e sfidando il vento e la pioggia che arrivavano da tutte le direzioni, quasi ad impedirci di guardare lo spettacolo, abbiamo visto le più imponenti scogliere d’Europa: la montagna ripida e scura si tende verso il mare e le onde imperiose la aggrediscono spumeggiando; le “ procellarie marine” incuranti della sfida tra terra e mare nidificano tra le rocce e osservano incuriosite i turisti che scattano fotografie. Quindi abbiamo ripreso il percorso addentrandoci nella suggestiva regione del Burren, caratterizzata da pini e abeti svettanti da un lato e da grigie rocce calcaree dall’altro. ( io volevo raggiungere un antico Dolmen, ma non so come, non l’abbiamo trovato e poi era tardi). Nel frattempo è sorto un piccolo problema: ad Alby nonostante i suoi 30 anni suonati sta spuntando il dente del giudizio con dolore e gonfiore annessi e connessi; abbiamo telefonato al dentista in Italia, abbiamo consultato la Europ Assistance e la soluzione migliore ( per loro) è stata quella di consigliarci di andare all’ospedale per avere la prescrizione dell’opportuno antibiotico. Una volta giunti a Galway, un simpatico irlandese vedendoci stanchi e sporchi di fango ha avuto pietà di noi e ci ha disegnato su un pezzo di carta il percorso per arrivare al B&B ( fantastica villetta sull’oceano). La signora Pat ci ha accolto inondandoci di parole, tanto che per poco non ci raccontava tutta la sua vita. Ore 20.30: Alby decide di recarsi al Pronto Soccorso, ora. Io sono a stomaco vuoto da 10 ore, ma secondo Alby non è un problema; l’ospedale di Galway è come tutti gli ospedali cupo e triste ma gli infermieri e le dottoresse sono veramente gentili e cercano di alleggerire l’atmosfera. Un infermiere mi ha offerto il caffè e ha detto in un italiano stentato che la Juve è okay, mentre l’Inter è “ una squadra di difensori”. .. Aspettiamo 3 ore per una prescrizione, e nel frattempo mangio biscotti, faccio amicizia con le bambine di altre nazioni e dormo. Ore 23.30: chiedendo a destra e a manca, poiché anche a quest’ora gli irlandesi sono disponibili ad aiutarti, torniamo a casa. Dormiamo subito come due sassi. Conclusione: io sono rimasta a stomaco vuoto, mentre Alby ha avuto del doping. Consiglio del giorno: prima di andare in vacanza con il ragazzo, fategli strappare il dente del giudizio!!
1 agosto Giornata all’insegna del relax. Ore 09.30 passate ci siamo svegliati, abbiamo indossato i primi capi di abbigliamento che abbiamo trovato e siamo scesi a fare colazione. La signora Pat ci chiede in continuazione “ how are you… are you happy..” , sorride sempre anche quando gli raccontiamo la disavventura di ieri sera. Quindi ci siamo trascinati in camera e abbiamo dormito sino alle 12 e trenta. Poi siamo partiti alla scoperta di Galway ( cercando il centro ci siamo imbattuti in un signore che ci ha chiesto vita morte e miracoli di noi…). Sono proprio simpatici gli irlandesi! La periferia di Galway è un alternarsi di B&B, mentre il centro pullula di negozi di ogni genere; entrando e uscendo dai caratteristici irish shops abbiamo fatto acquisti ( i like shopping so much). Oltre ai regalini per parenti e amici, Alby ha comprato una bellissima felpa verde della Guinness ( che lo diventare ancora più bello) e mi ha regalato una camicettina stile irlandese molto carina e degli orecchini pendenti. Galway è una città senza particolari monumenti, con una bellissima baia abitata da centinaia di cigni ed è soprattutto una città giovane: le strade brulicano di gente e a ogni angolo ci sono suonatori , maghi, burattinai che ti fanno divertire coinvolgendoti nei loro spettacoli. Secondo me, sono tutti un pò fuori di testa. Serata okay per le vie del centro tra i fumi della Guinness e passeggiata sul lungo oceano. Frase del giorno: questa vacanza è un sogno.
2 agosto Ore 09.30. Abituale ottima colazione da Pat. Questa donna è simpatica e vivace e un gran chiacchierona; è efficiente e allo stesso tempo allegra, tant’è vero che mentre ci serve il breakfast canta a squarciagola. Prima di uscire ho stirato i miei poveri jeans bistrattati da mille chilometri di auto e Pat mi ha dato dei consigli e ha rimproverato Alberto perché non mi aiutava chiamandolo “ old fashion man”. Che forza! Quindi siamo saliti sulla nostra Opel e in un oretta siamo arrivato a Rossaveal dove ci siamo imbarcati ( per un pelo) sul traghetto diritto a Inishmore, la più grande delle isole Aran. Giunti a destinazione abbiamo goduto del “ fine weather” dell’isola. Mi spiego meglio: li’ imperversano sempre le tempeste e oggi poiché era solo nuvoloso e ventoso ( il vento dell’ovest ha giocato al parrucchiere con i miei ricci) oltre che freddo, per gli irlandesi era una giornata stupenda. Devo dire che l’isola è molto selvaggia: solo prati di erbe e felci separati da caratteristici muretti di sassi a secco. Con le biciclette prese a nolo abbiamo girato per l’isola ansimando nelle salite e riprendendo fiato nelle discese. Credo che questo sia un posto ideale dove ambientare un giallo o una storia da brivido tanto la natura è inospitale. Vicino al mare però tra l’erba e le pietre siamo stati pervasi dal silenzio: è strano non udire alcun suono umano ma dopo un primo momento di smarrimento ci siamo rilassati con la voce della natura; tutto è diventato misterioso, fuori dal tempo e solo allora abbiamo compreso il vero fascino del luogo, dove un tempo gli eremiti si ritiravano a pregare ( ci sono resti di abitazioni). Ore sette, ritorno a Galway, cena e ultimo giro nelle vie del centro. Oggi è sabato e tutti gli irlandesi sono in strada a bere birra, cosicché c’è tanta folla da non poter camminare. La temperatura è di 15 gradi e noi siamo imbacuccati con maglioni e giacche come gli altri turisti, mentre la gente del posto se ne va in giro come se ce ne fossero trenta. Brrrr… che fisico! Frase del giorno: “ non ce la faccio più a pedalare! Risposta: dai Anna qui pedalano tutti, non fare i capricci”. Peccato che la maggior parte dei turisti si muoveva sugli autobus o sulle carrozzelle trainate dai cavalli.
3 agosto See you Galway. Ore 9.30 passate (ormai siamo sempre in ritardo) scendiamo da Pat: anche oggi pancia mia fatti capanna! Sono vestita con la maglietta irlandese che mi ha regalato Alby e Pat mi dice che è stupenda. Poi Pat ci dimostra che in Irlanda cantano tutti, anche i cani: Murphy, il cane, si accuccia in braccio alla padrona ed emette dei suoni abbassa melodiosi. Quindi con gran dispiacere salutiamo la splendida vista atlantica, il centro città con le persone un po’ pazzerelle ( ieri c’era una ragazza vestita di rosso, immobile in un angolo della strada, ma quando Alby ha messo una moneta nella tazzina ai suoi piedi, questa ha cominciato a muoversi come una bambolina). Poi Alby mi ha comprato una catenina con il simbolo dell’Irlanda, il trifoglio, e siamo partiti verso il Connemara. In breve, il paesaggio è cambiato radicalmente: è comparsa la brughiera con poche case sparse qua e là, e oltre all’Oceano sono apparsi laghetti cristallini; solo in lontananza si vedono boschi di pini, mentre vicino all’acqua cresce qualche palma nana. La vegetazione è bassa e una nebbiolina leggera rende il paesaggio come incantato. La brughiera sembra priva di vita ma se aguzzi lo sguardo ti accorgi che quelli che sembrano sassi bianchi e neri sono pecore, che quelle macchie scure sono pony e che qua e là il verde è interrotto da fiori gialli , bianchi e fucsia; le lepri corrono a nascondersi nei buchi della terra e le anatre selvatiche volano basse nel cielo. Ad ogni curva si dipinge un quadro diverso: case dei colori pastello, ponti e ruscelli ovunque. Ci fermiamo all’abbazia di Kylemore, un antico castello con l’interno in stile vittoriano e a fianco una Chiesa fatta costruire dal proprietario in memoria della giovane moglie defunta. La Chiesetta è una vera “chicca “ di gotico ornato: è caratterizzata da colonne in marmo di 4 colori e da decorazioni lignee. Visitiamo anche il giardino vittoriano dove ci sono ordinate aiuole di fiori alti e colorati e addirittura un muro coperto di gerani…sembra di essere nel giardino delle fate… Sfortunatamente piove, e il mio ombrello si è capovolto fra le risate generali, cosi’ mi sono rassegnata a bagnarmi; io e Alby siamo fradici, ma devo dire che è bello sentire la pioggerella solleticare il viso. Siamo ripartiti dopo una tazza di te’ e una fetta di torta pagata a peso d’oro e dopo 2 ore scarse eccoci a Westport (Co. Mayo). E’ vero che sinora ho detto che ogni luogo è bello, ma questo davvero li supera tutti: alloggiamo in una villetta letteralmente sommersa di fiori e l’interno è curato in ogni particolare, dalle lampade di ceramica, alle lenzuola rosa, ai fiori profumati in bagno. La signora Mary, un’alta donna dagli occhi chiari, ci accoglie con un te’ di benvenuto accompagnato dal fragrante pane fatto in casa. La sera visitiamo Westport: il centro è molto romantico con i numerosi ponti sopra il fiume e le luci arancioni che creano l’atmosfera. Frase del giorno: “ guarda Anna dove ti ho portato!!”.
4 agosto Destinazione Donegal Town. Ore 09.30, abbiamo considerato con gioia che il sole splendeva nel cielo. Quindi abbiamo fatto colazione in compagnia di una famiglia di irlandesi in vacanza. ….che meraviglia anche queste persone sono simpatiche. ( Qui tutti sono dei gran chiacchieroni e anche nei pub appena ci sediamo tutti ci salutano; c’è chi offre il ckeckup, chi chiede da dove veniamo e fra una parola e l’altra fanno sempre qualche battuta scherzosa….purtroppo, io non capisco bene l’inglese e anche quando ho capito la frase questa di per sé non mi fa ridere. Ma i visi lentigginosi, gli occhi colore del mare, le guance rosse sono cosi’ gioviali che la risata esce spontanea e si crea allegria.) Ore 11 on the road. Il paesaggio della contea Mayo è ancora diverso dal Connemara, cosi ridente, brillante e boscoso da somigliare all’Alto Adige e contemporaneamente l’acqua è cosi limpida, le spiagge chiare da sembrare la Sardegna. Dopo una breve sosta a un cimitero alla ricerca di un fantomatico Dolmen ( faceva cosi caldo che Alby ansimava come un cane husky nel deserto) siamo giunti a Sligo, città natale del poeta Yeats; devo dire che l’Irlanda ha pochi scrittori famosi, ma i pochi sono molto valorizzati perché ci sono statue e iscrizioni ovunque. Alby e io ci siamo accomodati in un pub a bere Guinness e a mangiare stuzzichini e strano ma vero nessuno ci ha rivolto la parola. Cosa stava succedendo? Tutti erano con gli occhi puntati al televisore dove trasmettevano lo sport nazionale di cui tutti sono appassionati ( in strada vediamo molte auto con le bandiere delle squadre ). Finalmente ci rendiamo conto di cosa si tratta: è un gioco assurdo a metà tra il calcio, il basket e il rugby; infatti 2 squadre a turno partono con la palla e servendosi delle mani o dei piedi o di ogni altra parte del corpo cercano di lanciarla oltre due pali. I giocatori avversari tentano di fermarli con strattoni, attacchi laterali e da dietro. Un immenso pasticcio!! Abbiamo capito che gli irlandesi non vogliono regole quando parlano, quando si divertono e nello sport! Siamo ripartiti. Ore 17.30 arrivo a Donegal Town in un nuovo B&B, The Cove Lodge; la villetta è cosi ben decorata da sembrare la casetta di zucchero di Hansel e Gretel. Ore 20.00 cena in centro, passeggiata sul molo, visita ad un cimitero per osservare una grande croce celtica. Molto suggestivo. Infine chiacchierata romantica sulla panchina del giardino. Frase del giorno: Alby:”se metto una pietra sopra l’altra nel mio giardino faccio anch’io un Dolmen”.
5 agosto Abbiamo girato in lungo e in largo il Donegal. Ieri siamo arrivati nel Donegal, aspettandoci un clima polare. In realtà sia oggi che ieri c’è il sole e fa caldo ( 25 gradi ). Abbiamo anche saputo che per gli irlandesi il Donegal è considerato un luogo di villeggiatura. Siamo scesi a far colazione e dovunque ci sono le foto dei tre figli dei proprietari; in questi giorni in Irlanda ci siamo accorti che la famiglia media irlandese ha tre figli o più e nei B&B come probabilmente nelle altre case ci sono ritratti di famiglia e alberi genealogici. Ore 10.00: partenza in automobile per il giro della costa. Ci siamo fermati ad Ardara, cittadina famosa per la tessitura e la lavorazione della lana, e qui ci siamo liberati finalmente delle nostre 21 cartoline che suscitavano risate in tutti i pub dato il loro numero. Abbiamo poi percorso un tornante dopo l’altro in un ambiente di dolci montagne e abbiamo superato il Glendesh Pass: vediamo che la zona è meno turistica e più rurale; ci sono trattori, trebbiatrici e contadini intenti al lavoro che regalano saluti e sorrisi a tutti. Alby dice che è un piacere guidare per le strette stradicciole dato che tutti si fermano per lasciare il passo e poi ti fanno un cenno di benvenuto. Poiché io volevo vedere la chiesa di san Colomba e la sua tomba, ci siamo addentrati su una strada impercorribile e siamo giunti a un parcheggio improvvisato; li’ altre coppie come noi ci hanno fatto perdere subito ogni speranza dicendoci che dopo mezz’ora di cammino non avevano visto nulla. Imperterriti siamo partiti alla ricerca e dopo poco su in sentiero impraticabile, sommerso da felci sono comparsi i resti in pietra della chiesetta ( Alby ha sottolineato il mio ennesimo fallimento. Sgrunt…! ), quindi il mio fidanzato ha preso le redini del comando e dopo una sosta per shopping siamo arrivati su una meravigliosa spiaggia, vicino a Glencolumbkille. Li’ c’erano molti turisti che prendevano il sole, facevano il barbecue e si godevano un bel bagno; l’acqua era tiepida e anche noi siamo riusciti a immergerci sino alle ginocchia. In seguito ci siamo addormentati sulla sabbia vicino a una sporgenza rocciosa, e poco dopo siamo stati spodestati da un gregge di pecore dal muso nero. Che divertimento. Ore 16.00: siamo partiti alla ricerca di un altro sacro Dolmen e nuovamente siamo rimasti a bocca asciutta. “ Siamo allergici ai Dolmen” dico io. Poi, io e sottolineo io, ho avuto l’idea di recarci alle Slieve League, le scogliere più alte d’Europa. Superato Carrick e Teelin, chiedendo alla gente del posto ( io mi sono finalmente lanciata con il mio inglese) siamo arrivato a Bunglass view: NON HO PAROLE per descrivere quello che abbiamo visto! Abbiamo ammirato il più bel tramonto della nostra vita: il sole con i suoi raggi rossastri illuminava le pareti rocciose ambra e ocra coperte da muschio viola e lilla e abitate da centinaia di gabbiani. Da oggi credo che nessuno possa dire che cosa è l’azzurro se non ha visto l’oceano incontaminato far da specchio al cielo sereno. In seguito ci siamo fermati a Killybegs: “ eravamo conciati come due poveri pellegrini”,sporchi di sabbia e di erba ma eravamo veramente felici. Alby mi ha portato a mangiare degli scampi freschi al ristorante vicino al porto e infine abbiamo guardato i grandi pescherecci ancorati a riva tanto imponenti e massicci da poter far fronte alle tempeste atlantiche. Si sono fatte le 21 e io ero morta, i miei poveri piedi gridavano pietà, ma Alby, (che secondo me alla mattina di nascosto assume sostanze dopanti ) voleva fare un altro giro nei pub per bere Guinness. Mi sono rifiutata categoricamente e dopo un’altra ora di auto siamo tornati al B&B. Mi sono addormentata subito.
6 agosto Donegal – Dublino: ore 09.00 colazione al B&B, dove il proprietario serve in tavola con la giacca e la cravatta…..l’atmosfera è troppo formale, noi ci aspettavamo rubicondi contadini, ma pazienza. Ore 10.00, facendo miracoli riusciamo a mettere tutti i souvenir, i vestiti e tutto ciò di cui la macchina è colma nelle valigie, oggi infatti dobbiamo riconsegnare l’auto. Con grande rammarico salutiamo il Donegal ( nel frattempo Alby si getta in spese pazze nei negozi e compriamo due piccoli asciugamani con un fiore, la fucsia, ricamati a mano). Prendiamo la via più breve per Dublino: prima la N15 e la N3, poi la A509 e ancora la N3; attraversiamo anche una piccola parte di Irlanda del Nord, e vediamo che lo stile delle case è più simile a quello inglese che irlandese. Ore 14.00, spuntino a Virginia ( Co. Navan ) una cittadina, secondo me, troppo industriale. Ore 16.00, ci fermiamo a Hill of Tara, luogo dove regnavano i re pagani dell’antichità; ora sono rimaste antiche tombe a galleria che dall’alto formano un otto e si può godere di una suggestiva vista sulla vallata. Ci facciamo un sacco di risate perché da un pullman scende una miriade di giapponesi con macchine fotografiche superaccessoriate e cominciano a fotografare un palo di pietra ….simbolo di fertilità ( Hill of Tara è il paese dove è ambientata la seconda parte di “Via Col Vento” ). Ore 18.00, riconsegniamo la nostra Opel compagna di mille avventure. Alby va in crisi perché senza neanche dargli il tempo di salutare l’amata vettura, gli chiedono di riconsegnare le chiavi; poi vede tutti i turisti che appena giunti sul posto cominciano il tour sulle auto prese a nolo e qui è proprio la fine! Alby dice che i giorni sono volati, che avremmo potuto girare di più……e io senza badargli troppo carica come uno sherpa mi avvio alla ricerca di un taxi, per raggiungere il nuovo e ultimo B&B. Ore 18.00, il taxi –driver è “ fuori come una cozza”: parla, guarda la cartina e continua girarsi verso di noi, insomma l’unica cosa che non fa è guardare la strada; prima si esprime in inglese, poi miracolosamente comincia a raccontarci la sua vita in un perfetto italiano, per finire intraprendiamo una vivace discussione politica. Ore 18.30; arriviamo a Willybrook: stanza super, te’, cioccolatini, frutta, ospitalità e simpatia. Ore 21.00, eh si, abbiamo fatto i soliti italiani all’estero, siamo andati in un ristorante italiano a mangiare pasta. Del resto la chiacchierata italiana e la parola PASTA scritta sull’insegna hanno fatto si che il mio stomaco facesse le fusa. Frase del giorno: complimenti ad Alby che ha guidato per 2.000 Km sempre calmo, concentrato ed entusiasta (anche con il mal di denti).
7 agosto Ore 09.00, veramente il più fantastico breakfast avuto sino ad ora. Voglio descriverlo: latte, cornflakes e musley, a seguire bacon, salsiccia, pomodori, funghi, uova sode, frittatine con miele, due tipi di yogurt, toast, pane fatto in casa, marmellate e a disposizione spremute, macedonia, composta di prugne, di albicocche, di pompelmo, frutta, formaggi , salmone…COLOSSALE Dopo colazione abbiamo parlato con Mary che parla “very slowly” e suo marito Joseph. Ci hanno presentato il loro cagnolino “ Fogna”( si chiamo proprio cosi’) che dorme nel giardino. Il giardino è tutto fiorito ( infatti il clima consente alle piante che da noi danno fiori alcune in primavera, altre in estate e altre in inverno, di fiorire tutte insieme) e giochiamo a palla con il cane che ci propone, lui, il gioco. Ore 10.30, arrivo in centro a Dublino. Le strade sono gremite, percorriamo ancora Grafton Street che ogni volta riserva sorprese e risate: un suonatore di tamburo davanti alla statua bronzea di Molly Malone ( una pescivendola che rappresenta le origini umili di questo popolo), mi chiama e mi fa sedere al suo posto, facendomi suonare il tamburo. Molti mi fanno le foto, tranne Alby che non trova la macchina perché è nello zaino che indosso. Poi ascoltiamo dei suonatori con violoncello e canne di bambù indiane che intonano “ Con te partirò” di Bocelli ( alcuni suonatori di strada sono diplomati al conservatorio). Quindi un giocoliere vestito di rosso e con il viso colorato di verde ci offre da bere….sono tutti matti. Ore 12.00, altro shopping, mentre al Tourist Office acquistiamo la Ramblers Card che ci permette di prendere i mezzi pubblici in città per tre giorni ( costo 9 euro). Ore 13.00, visitiamo il Trinity College, cioè l’Università di Dublino ( lasciamo stare il confronto con la povera “Statale “ italiana ). Edifici sontuosi, prati verdi e la biblioteca che contiene il Codice di Kells ( antica copia dei 4 vangeli, decorata magnificamente dagli amanuensi dell’ 800 d.C.) e la “Old library”, un lungo corridoio con mobili in legno contenenti 200.000 volumi con i busti in marmo e gesso degli autori; lo spettacolo è reso ancora più suggestivo dall’aromatico odore di legno e resina. In seguito andiamo a prendere il sole, che è splendido e caldo nel cielo, a St. Stephen’s Green e insieme a noi ci sono centinaia di altre persone: uomini, donne e bambini, giovani, anziani, persone di tutti i tipi. Ore 16.00, visitiamo Saint Patrick Church, la seconda Chiesa protestante più importante d’Irlanda dopo Christ Church. Nonostante l’imponenza, le numerose opere lignee ( tra cui il tavolo su cui ha lavorato lo scrittore e patriota Johnathan Swift), i lavori scultorei, devo dire che non mi è molto piaciuta. Nell’edificio c’è solo la Croce e l’Altare che fanno pensare ad una Chiesa, per il resto potrebbe essere un museo ( c’è anche la toilet, uno shop center che vende souvenir e il reverendo alla cassa che distribuisce i biglietti di ingresso. Credo che dopo aver visto ciò non mi lamenterò più dell’attaccamento ai soldi della Chiesa Cattolica). Ore 17.00, altro parco altro sole…. Ma siamo a Dublino o alle Canarie?. Ore 18.00, rientriamo al B&B, perché dopo l’abbuffata di questa mattina non sto molto bene. Alby è un po’ triste perché voleva andare al pub, ma poi va al Take Away, fa quattro chiacchiere con il proprietario e mangia in camera felice cantando…è un tesoro. Considerazioni: gli irlandesi quando fanno sport, quando si divertono e soprattutto quando parlano, vogliono poche regole, ma hanno molto più senso civico di noi.
8 agosto Colazione con Mary e Joseph. Sono molto cattolici, dappertutto vediamo santini e crocifissi, inoltre all’ingresso c’è un imponente statua della Madonna. Ci dicono che in questi giorni il caldo è eccessivo anche qui….comunque oggi c’è “nebbia in Val Padana”. L’Oceano e le strade sono nascoste da un fitto velo bianco. Ore 12.30, giro in centro. Abbiamo attraversato il fiume Liffey e dal ponte abbiamo visto un bellissimo spettacolo: anche oggi Dublino è caotica e frenetica, ma di una frenesia allegra, diversa da quella triste di Milano. Oggi Alby ha deciso di visitare le Kilmainham gaol dove venivano rinchiusi i patrioti irlandesi che si ribellavano al controllo inglese. Dal centro c’è voluta un ora di cammino e abbiamo incontrato altre coppie che si erano cimentate nella ricerca ( forse è meglio prendere l’autobus n. 51A ). Dall’esterno ci ha dato l’impressione di una qualunque abitazione antica, ma una volta entrati l’ambiente era inquietante: dominante era lo scheletro metallico che supportava tre piani di celle, aperte su un vasto cortile centrale di cupo cemento grigio. La guida ci ha indicato i nomi dei più importanti fautori della causa irlandese, posti sopra le porte di legno spesse che chiudevano i piccoli anfratti bui. Quindi, siamo usciti a vedere il cortile circondato da un alto muro dove nel settembre 1916 vennero giustiziati 13 prigionieri che avevano partecipato alla rivolta di Pasqua. Con molto coinvolgimento emotivo, la ragazza ci ha fatto rivivere quei tempi: prigionieri allontanati per sempre dai loro cari, brutalmente torturati ed infine fatti perire in modo atroce. Dopo questo tuffo nel passato, in autobus, siamo tornati in centro: abbiamo bighellonato per Dame Street, O’Connell Street, Nassau Street. I pub la sera sono stracolmi di irlandesi che tra Guinnes e musica chiacchierano vivacemente. 9 agosto Ultimo giorno in Irlanda. Oggi non scriverò niente perché sono troppo triste! Vi basti sapere che abbiamo salutato con rammarico la vivace Dublin e abbiamo goduto l’ultima giornata insieme.
10 agosto Passeggiata per un “arrivederci” all’Oceano Atlantico. All’aeroporto, ultima Guinness e ritorno a casa.