Irlanda big-tour
Autore: Giovanni. (Gualtieri, RE)
Altri partecipanti in rigoroso ordine alfabetico: Nicoletta.(S.Girolamo, RE)
Premessa: Nel nostro tour di 15 giorni ci siamo dedicati per la maggior parte a mete costiere, paesaggistiche e naturali più che culturali, senza disdegnare peraltro qualche chiesa, castello e città.
Una volta stabilito il percorso...
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Autore: Giovanni. (Gualtieri, RE) Altri partecipanti in rigoroso ordine alfabetico: Nicoletta.(S.Girolamo, RE) Premessa: Nel nostro tour di 15 giorni ci siamo dedicati per la maggior parte a mete costiere, paesaggistiche e naturali più che culturali, senza disdegnare peraltro qualche chiesa, castello e città. Una volta stabilito il percorso e le tappe (L’itinerario copre tutta l’isola ad esclusione della contea di Donegal che risultava difficoltoso inserire in programma), abbiamo prenotato quasi tutti i Bed & Breakfast da casa via e-mail per non avere una volta sul posto il problema di trovare un alloggio, visto che il periodo è di altissima stagione. Link: Moooooooooooooooooolto utili per informazioni varie e per scegliere e prenotare i Bed & Breakfast: www.ireland.ie www.family-homes.ie www.dirl.com www.discovernorthenireland.it Altri itinerari da consultare: “IRLANDA: l’ISOLA VERDE” di Lorenzo e Gloria, che ho spremuto a dovere prima di partire con e-mail di richieste di informazioni: autentici guru del turismo fai da te. “VIAGGIO IN IRLANDA” di Catia, Roberto, Donatello e Barbara. “LA VERDE IRLANDA…” di Elena e Salvatore. Guide: la Routard su tutte. Spese: Viaggio in aereo: 330 euro a testa da Bologna con scalo ad Amsterdam.(Era uno dei prezzi più bassi trovati nei giorni da noi richiesti). Autonoleggio: circa 600 euro per 14 giorni con la “Hertz”, ma in bassa stagione questo costo è almeno dimezzato. Meglio prenotare con l’agenzia. B & B: vanno dai 20 euro ai 30 e oltre al giorno a persona, con una certa diversità da uno all’altro nel rapporto qualità prezzo, ma le colazioni sono quasi sempre abbondanti e comprensive di un bel piatto di “Irish breakfast”. Cene: A parte panini o McDonald’s, mangiando nei PUBS (ma entro le 20.30-21.00, se no ti danno solo da bere, che comunque non è male) circa 13-15 euro a testa, nei ristoranti qualcosa in più. I parcheggi e le mete turistiche sono spesso e volentieri a pagamento (a Dublino anche le chiese) ma dopo le 19.00-19.30 quasi tutto diventa libero. L’esperienza insegna… 27.08.2002 DUBLINO-DUNDALK Si parte!!!!!! Dal minuscolo aeroporto di Bologna, passando per il mastodontico aeroporto di Amsterdam, giungiamo a Dublino con un’ora di ritardo alle 18.30 locali. Ritiro dell’auto alla Hertz (dove la tipa non mostra esattamente la gentilezza tipica irlandese) e via verso nord con la nostra Punto provvista per fortuna di lettore CD. In effetti l’itinerario fissato è antiorario per evitare all’arrivo l’attraversamento della città L’impatto con la guida e soprattutto con il cambio a sinistra è traumatico per i primi 20 minuti, poi pian piano mi abituo e a parte un paio di episodi da infarto nel corso della vacanza nei quali mi sono avviato inconsciamente sulla destra (risoltisi per il meglio), non ho incontrato grossi problemi. Arrivo e pernottamento a Dundalk (tappa solo di passaggio) giusto al confine con l’Ulster. B&B “Heritage” più che discreto con te e biscotti all’arrivo nonostante fossero le 21.00. 28.07.2002 DUNDALK-BALLYCASTLE Il viaggio verso nord prosegue cauto per la poca pratica con auto e sistema di guida: Mi ritrovo spesso e volentieri a cercare con la mano destra il cambio dove invece c’è la portiera e ad azionare il tergicristallo quando cerco le frecce. Poco male, qualche imprecazione e via! Attraversiamo Belfast senza fermarci (rischiando il linciaggio con Sunday Bloody Sunday come colonna sonora) per poi seguire la ANTRIM COAST che da LARNE fino a CUSHENDALL presenta già dei panorami interessanti (E qui il giapponese che è in me comincia a venir fuori: foto su foto…). Passando per una cittadina sulla strada incontriamo una fila interminabile di casette a schiera colorate ognuna con colore diverso che provvedo a fotografare entusiasta. Mi accorgerò con il passare dei giorni che tutti i paesi sono più o meno così… Il tempo si presenta pienamente in linea con la sua fama: nuvoloso, con pioggerellina fastidiosa e a fasi alterne. Arriviamo alle GIANT’S CAUSEWAY, un tratto costiero particolarissimo per la sua superficie rocciosa a esagoni, sicuramente apprezzabile con il sole, un tantino meno con la pioggia in quanto, garantisco io, molto scivoloso… La tappa successiva è la passeggiata del “CARRICK A REDE” lungo un tratto costiero a pochi Km dalle GIANT’S C. Che si conclude con un ponte di corde poco adatto a chi soffre di vertigini. L’isoletta alla quale conduce il ponte e i paesaggi sono notevoli, anche grazie al fatto che uno squarcio di sole ci permette di intravedere la Rathiln Island e all’orizzonte la Scozia (!!). Un giretto per Ballycastle, un paese decisamente poco interessante, e una cena ad un fish and chips d’asporto concludono la serata. (Qui impariamo che i ristoranti chiudono molto presto, anche alle 21.00, e sono spesso chiusi alla domenica sera). Unico episodio degno di nota, nel PUB dove consumiamo la nostra prima Guinness irlandese, è la partita di Hurling in TV (uno degli sport più seguiti in Irlanda, giocato con delle mazze da Hokey su un campo da calcio) che scalda un gruppetto di spettatori anche grazie alle precise moviole proposte dal Tosatti e dal Pistocchi irlandesi. 29.07.2002 BALLYCASTLE-SLIGO Oggi giornata più di trasferimento che altro. Passiamo per il DUNLUCE CASTLE, poco distante dalle GIANT’S C., in merito al quale la Routard cita testualmente “visita a pagamento, ma i taccagni si potranno accontentare di passeggiare nei dintorni.” Ci sentiamo chiamati in causa e la nostra passeggiata nei dintorni risulta molto gradevole, vedendo poi che all’interno delle mura c’è rimasto poco. Si vede una caverna che porta direttamente dal castello al mare. Sotto la pioggerellina che comincia a diventare famigliare ma anche a rompere un po’ le scatole ci dirigiamo verso la città di DONEGAL, molto turistica ma ideale per una sosta pranzo e una breve passeggiata. Immancabili, come in tutti i paesi con una certa fama, i negozi di souvenir, che hanno sempre un reparto o solo per gli oggetti a marchio Guinness. Arriviamo poi a SLIGO, dove ci attende la ultra-cordialissima signora del B&B “Ard Cuillin”(www.ireland.ie tel.071/62925), che per disponibilità dei padroni di casa, bellezza della camera e qualità della colazione (con il primo piatto di salmone affumicato e i primi scones caldi, very good) si rivelerà tra i migliori. Qui troviamo dei ragazzi di Firenze (troveremo sempre più italiani da qui fino a Dublino) con i quali mangiamo (bene senza spendere tanto) al ristorante ”EMBASSY”. Nel minuscolo Pub in cui successivamente ci rifugiamo c’è la tipica baracca: un tipo di mezza età che accompagnandosi con una chitarra intona canzoni irlandesi (che un po’ già conosciamo) e gli altri intorno a cantare e a battere le mani. Atmosfera unica, raramente ritrovabile da noi: qui si mescola gente di ogni età, dal ragazzino con la sua half-guinness in mano all’ultra-ottantenne che suona la fisarmonica e si sposta periodicamente al bancone per una pinta, con tutte le età intermedie. 30.07.2002 SLIGO-CLIFDEN La giornata si prospetta intensa, perciò partiamo di buon ora verso Achill Island, seguendo per Castlebar e Wesport. Una strada stranamente larga e ben tenuta attraversa un paesaggio già molto vicino a come immaginiamo il Connemara (che vedremo nel pomeriggio): Mucche, pecore e cavalli pascolano tranquilli immersi in un verde a perdita d’occhio mescolato tra zone pianeggianti, colline e montagne. Le soste per le foto si moltiplicano soprattutto all’arrivo sull’ATLANTIC DRIVE, il percorso panoramico delle ACHILL ISLAND (raggiungibili tramite un ponte tra la penisola del Corraun e la cittadina di Achill Sound). Una delle rare giornate di sole ci permette di apprezzare una stupenda fascia costiera che ci ricorda un po’ la Bretagna vista lo scorso anno. Qui ci precede una corriera di francesi che nelle soste rumoreggiano spezzando un po’ la sensazione di pace che ci circonda. Alcune fasce di prato sono talmente regolari che sembrano dei campi da golf naturali se non fosse per il fatto che fortunatamente i padroni di casa non sono uomini ma pecore e caproni che se la brucano beati. Arriviamo nel paese di KEEL dove una spiaggia enorme ospita alcuni bagnanti che sguazzano coraggiosamente in acqua. In effetti in diverse zone costiere troveremo delle bellissime baie naturali con ampie spiagge e acqua pulitissima che se non fosse per la temperatura impossibile invoglierebbero ad una sosta più prolungata. Improvvisiamo un veloce pic-nic e poi in auto verso WESPORT, altra cittadina gradevole ma ultra-turistica dove facciamo sosta per un’oretta. Proseguendo in direzione Clifden, il Connemara ci delizia gli occhi ma il cielo fattosi molto nuvoloso mi rovinerà un po’ le foto che a dir la verità solo io definisco artistiche. Lungo il percorso sosta obbligata alla “KLEIMORE ABBEY”, un’abbazia, ora convento di suore, bella soprattutto per il contesto in cui è situata (si affaccia su un laghetto immerso nella vegetazione, che merita una passeggiata). Pochi Km dopo si trova l’ingresso per il CONNEMARA NATIONAL PARK, ma il sopraggiungere della sera non ci lascia il tempo per vistarlo. Riusciamo a d arrivare a CLIFDEN nonostante una strada a dir poco mal tenuta dove ci aspetta il B&B “SKY COTTAGE” che non sarebbe niente di eccezionale se non fosse per una veduta galattica che si gode dalla finestra. Per la serata ci buttiamo in un tour degli affollatissimi pubs dove la musica tradizionale la fa da padrone, capitando proprio nel giorno della settimana (martedì) nel quale in tutti i locali è programmata la musica dal vivo. 31.07.2002 CLIFDEN-CONG Solita giornata uggiosa, ma qualche accenno di sole ci permette di goderci la Sky road, un percorso panoramico leggermente sopraelevato largo poco più della macchina che segue la penisola ad ovest di Clifden per poi ricongiungersi con la strada che proviene da Wesport. Il panorama merita assolutamente. Proseguiamo quasi casualmente per la strada nr 341 che da Clifden prosegue ad anello per Ballinaboy, Ballyconneely, Callow e Rounstone; Qui scopriamo un angolo di Irlanda abbandonato a se stesso ma forse per questo affascinante come e più di tutto il resto: prati, rocce, laghetti e pecore (quelle non mancano proprio mai) sono tutto ciò che si vede; Non una casa, non una macchina, non una persona. Se si vuole stare in pace, è decisamente il posto giusto. Ci ricongiungiamo poi con la strada nr.59 che da Clifden porta a Galway, percorrendo un altro tratto di Connemara che delizia gli occhi. Ci dirigiamo però verso CONG, sulle rive del lago Corrib, dove la sig.ra Fletcher irlandese (e stava giusto guardando il telefilm “La signora in giallo”..!) ci accoglie nel B&B “Hill view”. Due pecore sono gli animali domestici.(Mica stupidi, gli irlandesi: cani e gatti alla fin fine non fanno neanche il latte…). Sistemati, procediamo con la visita delle rovine dell’ abbazia e una piacevole passeggiata ci conduce al castello oggi adibito a Hotel extra lusso. Nessuno ci ferma e possiamo circumnavigarlo e vederne giardini e laghetto. Buona cena al pub “O’Ryan”. Dopo questo pomeriggio ho capito perfettamente come mai hanno scelto questo paesino (perché di paesino si tratta) per girarci il famoso film con John Waine “The quiet man”. Il posto più vivo era il distributore di benzina: almeno ogni tanto qualcuno si fermava. 01.08.2002 CONG-INISHMORE-GALWAY La sveglia è di buon ora per prendere il traghetto delle 09.30 da Rossaveal destinazione Inishmore, la principale delle isole Aran. Molto caratteristica e suggestiva, Inishmore si presenta all’altezza della sua fama ed è tutta suddivisa in piccoli appezzamenti dai tipici muretti in pietra. C’è soprattutto l’imponente scogliera del DUN AENGUS, un forte antichissimo la cui visita richiede una buona camminata in salita che viene poi ben ripagata dalla visuale. Il traghetto di ritorno è per le 17.00 e abbiamo tutto il tempo di dirigerci verso GALWAY e di arrivarci in tempo per poter mangiar qualcosa. Alloggiamo al B&B “Glencree” che ha un ottimo rapporto qualità-prezzo-distanza dal centro, considerato che siamo in città. Dalla signora del B&B apprendiamo che siamo nelle giornate del “Galway races”, una corsa di cavalli sentita da queste parti quasi come il palio a Siena: in città c’è un casino pazzesco, non si riesce fisicamente a passare per la via principale, la Quay Street. Ma girando da un locale all’altro, la serata trascorre divertente e condita da buona musica (Abbiamo trovato anche i Ricchi e Poveri irlandesi che facevano, cosa molto atipica qui, piano bar). 02.08.2002 GALWAY-DOOLIN La mattina prevede shopping e passeggio by day per la città. Di casino ce n’è lo stesso, ma tutti quelli che la sera prima facevano i galli davanti e dentro ai vari locali della Quay street questa mattina bivaccano nel parco delle Eyre Square cercando di smaltire i postumi della serata. Ma nel complesso, in mezzo ad una vacanza tanto immersa nella tranquillità, anche il caos giovanile di Galway rende più vario il nostro itinerario. Dopo aver riavviato l’auto ed essere usciti dal centro (cosa, quest’ultima, tutt’altro che facile) ci dirigiamo verso il Dunguaire Castle (niente di che) e, immersi nell’impervio territorio del Burren, verso il Poulnabrone Dolmen (volgarmente descrivibili come tre sassi a capanna che sembra debbano crollare da un momento all’altro, ma che invece sono lì da non so quante migliaia di anni), per giungere verso sera alle CLIFFS OF MOHER, le scogliere più famose d’Irlanda. Non si può descrivere in modo adeguato cosa si prova a vederle dal vivo. Posso solo dire che la natura in certe circostanze ti fa sentire così piccolo che capisci al volo chi comanda tra i due. Facciamo una passeggiata lungo le scogliere (anche se è vietato da alcuni cartelli) e immortaliamo un suggestivo tramonto. Per fortuna essendo tardo pomeriggio ci sono pochi turisti. Alloggiamo all’ottimo B&B McGann’s Cottage che con il prezzo più basso di tutta la vacanza ci offrirà la colazione più mastodontica, oltre ad una graziosa cameretta. Consigliabilissimo. Serata d’obbligo al Gus O’Connor’s pub di Doolin dove come sempre musica (ottima) e birra dominano la scena. 03.08.2003 DOOLIN-DINGLE Dopo una visitina a Doolin by day (6 case in fila, intendiamoci) ci dirigiamo al Bunratty Folk park, antico villaggio ricostruito, e Bunratty Castle, il relativo castello. Carino, ma a mio parere non vale nè il prezzo del biglietto nè mezza giornata di visita. Sa troppo di Gardaland. Da lì tagliamo direttamente per la penisola di DINGLE, dove alloggiamo al B&B Moriarty Farm House abitata dall’ unico (credo) mafioso irlandese ( ci accontentiamo di ciò che quello che passa il convento, visto che siamo nei giorni del Bank Holiday e tutti gli irlandesi sono in ferie). Ci vengono però offerti all’arrivo, pur essendo tardo pomeriggio thè e scones caldi che fan sempre bene (al morale). La serata al Murphy’s pub ci riserva incontro e foto con Cisco, il cantante dei Modena City Ramblers, pure lui in vacanza. (Da vicino è ancora più grosso…) 04.08.2002 DINGLE-FARRANIARAGH (RING OF KERRY) Il mattino è dedicato ad un giretto per Dingle e un tour della penisola segnato però da una nebbia fittissima. Se un centesimo degli accidenti che le ho tirato attacca non ci sarà più nebbia in Irlanda per diversi anni. Molto suggestivo il Gallarus Oratory, antichissima chiesa perfettamente conservata. Ci dedichiamo poi ad una passeggiata nella sabbiosa penisola di Inch dove manciate di impavidi turisti (irlandesi) sfidano in costume da bagno un vento e una temperatura che a noi sembrano autunnali. Il percorso si sposta quindi nel RING OF KERRY, un’altra zona che fa dei panorami costieri un’arte. Qui, non disturbati dalla nebbia, possiamo avviare a mille le nostre macchine fotografiche (il risultato sarà 450 foto in 2 in 16 giorni, peggio dei giapponesi). Il panorama che si presenta ai nostri deliziati occhi dal B&B “Harbour view”(il paese è Farraniaragh, vicino a Waterville) sarebbe poi da dipingere. Ci gustiamo il tramonto e passiamo la serata a Cahersiveen, cittadina piuttosto anonima. 05.08.2002 FARRANIARAGH-KILLARNEY Dopo la solita “delicata” Irish breakfast (uova, salsiccia, bacon, pomodori e un coso nero disgustoso del quale non individueremo mai l’origine organica), percorriamo il Ring of Skelling e l’isola di Valencia per poi riprendere il Ring of Kerry in direzione sud fino a Kenmare. Anche questo tratto merita diverse soste. Proseguiamo successivamente nel tratto che da Kenmare ci porta a KILLARNEY. Avvicinandoci alla meta notiamo che questa zona è decisamente diversa dalle precedenti ma altrettanto affascinante: boschi, colline e laghetti si intersecano creando come al solito spettacoli naturali che valgono uno per un uno il costo della vacanza. Notevole è il punto panoramico chiamato “Ladies view” che domina la vallata di Killarney. Il B&B Ashbury House presenta a sua volta una bella vista sui laghi anche se mai ai livelli dell’Harbour view. La serata si divide tra un lamb molto simpatico anche nel piatto (scusate la crudeltà) e l’immancabile irish music presente quasi in ogni pub. 06.08.2003 KILLARNEY-BANTRY Una rilassante passeggiata nel verde di Killarney ci conduce dal Ross Castle alla Muckross House fino alla cascata di Forg, costeggiando le rive del lago. Unica nota negativa è data dal fatto che lo stesso percorso è seguito tante carrozze trainate dai cavalli. Per quelli che ci sono sopra non c’è problema, per gli altri occorre guardare bene dove si mettono i piedi… Lasciamo una penisola per un’altra: la meta successiva è Beara, un percorso poco frequentato ma meritevole di una deviazione, con un passo di montagna (Healy pass) degno di un tratto dolomitico. Da qui la distanza alla bella baia di BANTRY è breve. La città presenta come principale attrattiva un palazzo signorile chiamato Bantry House, che si rivela poco curato. Da segnalare un tentativo di vedere Sheep’s head, la punta della penisola di Bantry, ma la nebbia (o nuvole basse, ma tanto il risultato è lo stesso) la fa sempre da padrona. Come se non avessimo abbastanza in pianura padana… Serata in centro paese, piuttosto morto. B&B “Cnoc a duin” più che buono. 07.08.2003 BANTRY-BANDON Prima tappa della giornata è Mizen Head, la punta sud-ovest dell’Irlanda. Questa volta ci va bene, il tempo è finalmente soleggiante e ci godiamo il panorama stando ben aggrappati alle barriere visto la bora triestina che tira. La zona è ben organizzata e delimitata per i turisti e di conseguenza, ovviamente, a pagamento. Tappa successiva è BALTIMORE, sempre più a sud, ed anche in questo caso lungo il percorso ci lasciamo incantare soprattutto da una baia che per il colore azzurro dell’acqua e il bianco della sabbia ci sembra degna di un paese tropicale. Anche la zona del faro ed in particolare le scogliere della baia di Baltimore sono da sogno, nonostante tutta la parte sud sia naturalisticamente meno rinomata di quella a nord. Qui le mucche la fanno da padrone, pascolando pigramente a due bassi dal baratro. Da parte nostra facciamo una lunga sosta per assaporare un panorama (uno degli ultimi del viaggio) che non si potrà facilmente dimenticare. Da qui l’Irlanda-tour ci porta a KINSALE, a sud di Cork, dove ceniamo ma non troviamo buona musica. Il paese è comunque molto carino. Il pernottamento è a Bandon, in un B&B non prenotato e tra i peggiori toccati. 08.08.2003 BANDON-KILKENNY Evitiamo la città di Cork, sconsigliataci da più parti, e passiamo per COBH, un grazioso paesino sulla Great Island, famoso per essere stato l’ultima tappa di attracco del Titanic prima di avviarsi verso il tristemente celebre naufragio. Da qui cominciamo il ritorno verso nord, con tappa alla ROCK OF CASHEL, apprezzata moltissimo da Nicoletta e definita invece da me come una chiesa scoperchiata. Ok, ammetto una certa ignoranza in campo architettonico… A KILKENNY invece ci sistemiamo in un B&B senza infamia e senza lode ed apprezziamo una cittadina bella soprattutto by night, con i suoi pubs e la sua immancabile musica. I complessi musicali, quasi sempre di 3 elementi, variano spesso la combinazione di strumenti, ma utilizzano sempre i soliti: Fisarmonica, chitarra, violino, boodran (il tamburo irlandese), mandolino e flauto. La cosa in comune è l’atmosfera calda e amichevole che si respira tra questa gente. 09.08.2003 e 10.08.2003 KILKENNY-DUBLINO Ci avviamo verso l’ultima tappa di questa vacanza, che non può essere che DUBLINO. Prendiamo possesso della nostra camera al B&B “St.Peter’s”, più che buono come rapporto qualità-prezzo (30 euro a testa al giorno – distanza percorribile a piedi dal centro) viste le spaventose tariffe della capitale, e riconsegniamo l’auto alla Hertz per addentrarci a piedi nel cuore della città. Qui posso dire senza esagerare che ci sono ben più italiani e spagnoli che irlandesi. Grafton street, la via principale, pullula di turisti, negozi e musicisti di strada. Visite d’obbligo al Trinity college e al Book of Kells, un po’ caro per i miei gusti, al St.Stephen Green Park, al Temple bar, locale che da il nome al quartiere giovanile di Dublino, al Brazen Head, il più antico pub della città, dove gustiamo tra l’altro un’ottima guinness condita con musica live, fino al pub O’donoghue’s, la cui fama è inversamente proporzionale alla suo spazio interno (un corridoio, praticamente). Dublino si presenta, al contrario di tutto il resto dell’isola, come città caotica, multietnica e sempre viva; Sicuramente di piacevole soggiorno ma priva di quella sensazione di IRLANDA che provi percorrendo stradine strette e malridotte su e giù per colline verdissime, innumerevoli laghi, coste frastagliate, terre brulle e rocciose con le pecore che accovacciate in ogni angolo libero seguono il tuo passaggio con aria indifferente. Sempre che non incappi nella “rush hour”: un gregge che ti attraversa la strada, nel cui caso ti fermi e aspetti che l’ultima pecora sia passata per riprendere il percorso. E in questo caso viene spontaneo riflettere su quanta salute si guadagna nell’aspettare un passaggio di pecore immersi nella natura anziché a fermarsi stressati ad un semaforo con il coglione di turno che strombazza schizofrenicamente dietro di te. Un consiglio: in aeroporto, mentre si aspetta il volo per tornare a casa, meglio non ascoltare la canzone “Un giorno di pioggia” dei M.C.R. Mentre si ripensa ai posti visitati, perché si corre seriamente il rischio non riuscire ad andare via… FINE