Il sogno di una vita da motociclista – Nord Kapp 1

VIAGGIO A NORD KAPP - LUGLIO 2002 (in 28 giorni) Note tecniche Iniziamo la descrizione del nostro viaggio a Nord Kapp (in occasione del nostro 25° anniversario di matrimonio) con un riassuntivo tecnico delle varie spese effettuate e di seguito la descrizione giorno per giorno del nostro favoloso viaggio. Spese in Italia per la preparazione del...
Scritto da: Giorgio Virone
il sogno di una vita da motociclista - nord kapp 1
Partenza il: 30/06/2002
Ritorno il: 27/07/2002
Viaggiatori: in coppia
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VIAGGIO A NORD KAPP – LUGLIO 2002 (in 28 giorni) Note tecniche Iniziamo la descrizione del nostro viaggio a Nord Kapp (in occasione del nostro 25° anniversario di matrimonio) con un riassuntivo tecnico delle varie spese effettuate e di seguito la descrizione giorno per giorno del nostro favoloso viaggio. Spese in Italia per la preparazione del viaggio: Prenotazione albergo in Russia 33.70 Prenotazione traghetto Germania/Svezia/Finlandia 254.00 Carta “Ostelli della Gioventù” 31.00 Bolli passaporto 61.98 Visto ingresso in Russia 58.00 Gomme moto 310.00 Tagliando moto 412.00 Sviluppo foto 100.07 Spese vive durante le vacanze 4003.09 Varie spese eventualmente dimenticate+sigarette 70.00 Telefono 135.50 TOTALE 5373.84 Le spese vive più telefono sostenute durante la vacanza sono così ripartite (espresse tutte in Euro): Carburante: 686.41 Pedaggi: 204.09 Traghetto: 336.21 Hotel: 409.86 B&B: 261.16 Campeggio: 491.70 Ostello: 36.00 Colazione: 67.33 Pranzo: 243.40 Cena: 738.45 Autogrill: 86.19 Varie: 105.31 Sigarette: 19.26 Telefono: 6.21 + 135.50 Souvenir: 219.00 Cartoline: 87.43 Olio: 5.09 I Km percorsi sono stati 10733 per un consumo di benzina di 608,42 litri pari ad una percorrenza media di 17,64 Km/l, con un peso complessivo di 512 Kg, così ripartiti: Moto 290 Anna (con abbigliamento completo) 74 Giorgio (con abbigliamento completo) 83 Borse 54 Tende 11 Il consumo olio è stato di 1.2 litri IL SOGNO DI UNA VITA DA MOTOCICLISTA Nota dell’autore Questo non vuole essere solo un rendiconto tecnico, nudo e crudo di un’avventura, che sicuramente è nel fondo dell’animo di qualsiasi “grande motociclista”, cioè uno di quelli che usa la moto tutto l’anno, con il bello e con il brutto tempo, che macina migliaia di km; che preferisce le intemperie al comodo calduccio di una scatola di sardine pur di sentirsi vivo, un tutt’uno con la sua fedele compagna. Le memorie di questo viaggio, sono raccontate, a volte, con ironia, altre, con sentimento, altre ancora con ilarità, a seconda delle situazioni e dello stato d’animo dello scrivente, comunque sono tutte sensazioni che sono state vissute intensamente durante i 28 giorni di questo splendido sogno. Prologo Il mio nome è Giorgio ho 50 anni suonati, e posso definirmi un motociclista anomalo. Anomalo perché non sono un nostalgico delle moto con esperienza giovanile, poi interrotta per i classici motivi famigliari (figli piccoli, moglie contraria, ect), anomalo perché ho iniziato ad andare in moto a 40 anni, ed ora non saprei concepire il tran tran giornaliero (casa-ufficio) senza di essa. Appena acquistata la mia prima moto (una Honda XL200) con più anni di Noè, per fare esperienza, non ero mai stato a cavallo di tale destriero, ho detto alla moglie “per un bel po’ di tempo girerò qui in campagna per impratichirmi, perché non sono capace, poi quando avrò imparato, andrò al lavoro con la moto”; due giorni dopo mi avventuravo già al lavoro con la mia “nuova compagna”. Siccome l’appetito vien mangiando, sono poi passato a moto di categoria superiore, fino alla mia penultima moto, una BMW K75RT, con la quale ho fatto 70000 Km. Come si sa con gli anni, sopraggiungono voglie giovanili (che non avevo mai avuto, perché non interessato al mondo delle due ruote), e nel mio cervello ha incominciato ad instaurarsi il “baco” del classico viaggio di tutti i motociclisti “scafati”, ovvero NORD KAPP. Il primo problema che uno incontra nel preventivare questo viaggio è “con chi vado?”. Non sono molte le mogli che assecondano le tue voglie, e per fare un viaggio simile ci vuole una compagna “con le palle”. Sono fortunato, perché a mia moglie piace viaggiare in moto (riesce anche a dormirci), ed in più ha dimostrato di avere le “palle” per un viaggio simile. Secondo problema è quello del mezzo. Ci vuole un mezzo affidabile, tranquillo, comodo, ed allora perché non cambiare la vecchia moto con una nuova e fiammante BMW R1150RT (il massimo per un viaggio simile). Detto e fatto; ad ottobre dello scorso anno la cambio, e faccio un po’ di rodaggio, così per la data di partenza sarò pronto, Piccolo rodaggio di 10500 Km da ottobre a fine giugno!!!! Il terzo problema che uno deve considerare è quello della programmazione del viaggio. Non si possono certo fare più di 10000 Km senza aver programmato con un certo dettaglio questo tipo di avventura, così con santa pazienza da luglio 2001 ho incominciato a buttare giù qualche idea, cambiate poi mille volte, ma alla fine avevo ottenuto un risultato soddisfacente. Sono pronto per la grande avventura. Preparazione finale (Sabato 29 giugno 2002) Suona la sveglia (o forse è solo un sogno) e sono già in piedi prima che suoni!! Che giornata che mi aspetta. Devo preparare il “mulo” per il sogno. Suona la sveglia, sono le sette; mi rendo conto che dovrò dedicare tutto il giorno ai preparativi finali. Rapida colazione, ho “l’amica” che mi aspetta, scalpita, deve farsi bella anche “lei”, non può sicuramente sfigurare con le “compagne” che incontrerà per strada. Dedico anima e corpo al suo maquillage, acqua, shampoo, cera, olio di gomito, ma alla fine brilla tutta al contrario del suo “padrone”, che si ritrova in un bagno di sudore. Ultime controllatine ad olio, pneumatici, documenti e lei è pronta. E intanto, l’altra compagna di viaggio “quella con le palle” che cosa sta facendo? Sta preparando una sorpresina per la mia cara amica! Bagagli!!! Incomincia a passarmi quelli più semplici, ovvero le valigie interne della BMW (eccezionali e funzionali veramente, anche se non propriamente economiche), poi prosegue con la borsa da serbatoio (che si rivelerà utilissima nel bilanciare il peso posteriore), poi borsone fantozziano (15 Kg) da posizionare sul top case originale, infine tenda e una struttura copri tenda, da me realizzata (e poi rivelatasi insoddisfacente) da legare alle borse laterali. Abbiamo messo tutto? No, veramente ci sarebbero ancora due mono-spalla che ci caricheremo domani, prima di partire (chiaramente sulle nostre spalle). Siamo pronti, moto in garage pronta, saluto a parenti ed amici e a nanna presto, perché domani la sveglia suona presto, comunque ci sarà mio suocero che ci sveglierà nel caso la sveglia non suonasse. Nota importantissima: Cielo stellato. Inizio avventura (Domenica 30 giugno)-1° Giorno-Nenno (Genova)/Heidelberg Non riesco ad addormentarmi, sarà l’agitazione per quello che ci aspetta. Che sogno strano che ho fatto, pioveva, ma che strano ieri sera c’erano le stelle, va beh, comunque è un sogno, dormi che la sveglia suona presto. Apro l’occhio, come è ancora buio, sarà sicuramente presto; ma si diamo un’occhiata alla sveglia per sapere quanto ancora posso dormire. Dormire???? Sono le nove, maledizioni alla sveglia e a mio suocero, che si è dimenticato di svegliarci. Sveglio la moglie, apro le finestre, che strano è nuvolo …. E pioviggina!!!!!, ma allora non era un sogno? Ma che bello iniziare un viaggio sotto l’acqua; e i ricordi affiorano, non vorrà per caso fare come l’anno scorso, nella nostra puntatina sulla costa atlantica della Francia di sette giorni (di acqua)? Non importa, siamo maggiorenni e vaccinati, un po’ di acqua non ci fa certo paura. Colazione, vestizione, prelievo della moto dal box, foto di rito e partenza. Sono le 10.00 (ed io avevo previsto la partenza verso le 7.30) Vai piano che è bagnato, e la moto è carica, non è una bicicletta, (va beh sono solo 512 Kg!!!!) mi grida la voce della passeggera; ma non avevamo l’apparecchio interfono; non funziona, e si che l’avevamo provato soltanto un mese prima, ma non ho tempo di fermarmi perché è già tardi, vorrà dire che lo controllerò appena posso. Il tempo sta migliorando, le nuvole lasciano il passo ad un sole nascente e poi splendente. Prima sosta canonica all’ultimo autogrill in Italia (vicino a Como), ma, non per fare il pieno di benzina (costa meno in Svizzera), ma per fare il pieno di un buon espresso (se penso che per un mese dovrò farne a meno, mi sento male). Stop obbligatorio alla frontiera Svizzera per l’acquisto del tagliando per l’utilizzo delle autostrade (non è una cattiva trovata, ti fermi una volta sola e poi vale per tutto l’anno). I limiti di velocità della Svizzera non permettono grandi sgroppate, per cui mi impongo di rispettarli e di fare buon viso a cattiva sorte, ma poi dopo alcuni km mi accorgo che sono solo io a rispettarli, per cui mi adeguo. E’ quasi l’una e lo stomaco incomincia a brontolare; decidiamo di fermarci appena dopo al traforo del S. Gottardo, anche per rinfrescare i polmoni ed asciugarci del sudore prodotto sotto al traforo (in moto è davvero micidiale). Telefonatina a casa per rassicurare i parenti. Riprendiamo il viaggio e attraversiamo la Svizzera abbastanza velocemente, per giungere nella patria degli smanettoni, la Germania. Non ci sono limiti di velocità imposti, solo consigliati, ma con il traffico che c’è e le varie code a causa dei lavori in corso, è quasi più scorrevole la Svizzera; comunque il viaggio procede tranquillo, e ci ritroviamo alle 18,30 ad Heidelberg, meta della nostra prima tappa. Un po’ di difficoltà a trovare il campeggio (abbastanza fuori città), in mezzo ad una folla di tifosi (tedeschi e brasiliani) che festeggiavano. Ah! si, oggi si è giocato la finale dei mondiali, non so chi ha vinto, ma non mi importa più di tanto. Montiamo la tenda, doccione ristoratore e a piedi alla ricerca di un ristorante. Giriamo come matti, e alla fine ci ritroviamo in un posto senza lode né infamia, ci accontentiamo di una insalatina per antipasto e una bistecca di maiale fritta con patatine. Spegniamo la luce, pardon la torcia che mi porto sempre in moto, alle 23.00 circa, sperando di addormentarci subito, perché anche domani ci aspetta un’altra bella tirata. Purtroppo il campeggio è vicino alla strada, alla ferrovia, ed in riva al fiume Neckar (navigabile), per cui il sonno non è dei più tranquilli, in più dobbiamo accendere lo zampirone scaccia zanzare. (Lunedì 1 luglio)-2° Giorno-Heidelberg/Oldenburg Ma come iniziano presto a lavorare in Germania! La sveglia non serve, c’è il via vai delle macchine e dei barconi che ci danno il buongiorno. Apro la zanzariera e faccio capolino dalla verandina, guardo il cielo, c’è un pallido sole che ci fa l’occhiolino tra le nuvole, le premesse non sono delle migliori. Facciamo una colazione in campeggio a base di caffè-latte e di una grossa ciambella che immergiamo nella fumante bevanda. Porca miseria, ma è salata!!! Pazienza. Smontiamo la tenda con cura, e dopo circa mezz’ora, necessaria a sistemare tutti i bagagli sulla nostra moto, siamo pronti a ripartire. Lasciamo il campeggio alle 9,45, e seguendo le indicazioni che ci portano all’autostrada, passiamo in mezzo ad Heidelberg. Ma che bella cittadina (il giorno precedente avevamo fatto un altro percorso), con la parte vecchia che promette di essere molto interessante. Decidiamo che al ritorno ci fermeremo a visitarla. L’autostrada si apre davanti a noi, via via passiamo le uscite di Mannheim, verso Frankfurt, (sbagliato strada a causa lavori in corso, giro dell’oca), Frankfurt, Kassel, Hannover, Amburgo, Lubecca, fino alla nostra destinazione che per oggi è Oldenburg, a circa 30 km da Puttgarden, dove domani ci imbarcheremo per la Danimarca. Oggi è solo una tappa di trasferimento, una cosa veloce, da fare in un attimo, anche se sono più di 700 km. Ma avete mai fatto 700 km sotto un diluvio? Infatti appena dopo la partenza, il famoso pallido sole ci dice addio, e lascia il territorio alle sorelle nuvole, che pensano bene di rinfrescarci un po’ le idee. Lo facciamo per abituarvi al clima che troverete più a nord (sembrano dirci). Le nostre favolose tute in Goretex della Dainese si comportano in modo divino, come pure i miei stivali della Alpinestar, un po’ meno bene i guanti che abbiamo, sono semi estivi (quelli in Goretex sono nel top case), e si inzuppano ben bene, come pure uno stivale di Anna (e si che avevo insistito che anche lei si comprasse un paio di stivali come i miei). Solite donne testone. Arriviamo a destinazione nell’ostello della gioventù (che avevo prenotato) alle ore 18,00, bagnati (le tute) come pulcini. Per fortuna che in camera c’è un termosifone funzionante (e si, la temperatura non è propriamente estiva), così possiamo asciugare i guanti, lo stivale, e anche i sacchi a pelo, che pur essendo dentro al borsone che dovrebbe essere impermeabile sono un po’ bagnati (forse l’acqua si è infiltrata dalla cerniera, veniva giù a catinelle), la domani li chiuderemo dentro ad un sacco di nylon. Ma con questo tempo, dove andiamo a mangiare? Nessuna paura, nell’ostello si può cenare a base di canederli!!! (che abbiamo sempre odiato), ed un sugo dove intingerli dentro. Dopo questa lauta cena, esco a farmi una sigaretta, è severamente vietato fumare all’interno dell’edificio. Siccome il cielo dice: “Per oggi avete già ricevuto la vostra dose quotidiana”, ora smetto, ed io ne approfitto per verificare l’olio motore (secondo le specifiche della casa, questa è una moto che potrebbe funzionare come un due tempi, dato il consumo dell’olio), guardo, e cosa vedo? Spia trasparente. Si che ho fatto 1400 km, ma quando sono partito era sul livello normale. Aggiungiamo olio, niente, ancora olio, niente, ancora, controllo il barattolo e vedo che ne ho aggiunto 0,8 litri. Mi sembra eccessivo e mi fermo. Domani con più luce controllerò. Spegniamo la luce (questa volta quella vera), al calduccio dei caloriferi e del piumone (al nord non esistono copriletti) alle 22.30. Pian piano ci stiamo avvicinando all’inizio delle nostre vacanze. (Martedì 2 luglio)-3° Giorno-Oldenburg/Nykoping Sveglia all’alba. Oggi ci ripromettiamo di arrivare a Stoccolma, e di fermarci un giorno a visitare la città in attesa del traghetto serale che ci porterà in Finlandia. Colazione, bagagli, e via come il fulmine a prendere il traghetto. Infilo il casco, come sono fastidiosi i cavi dell’interfono (che non funziona); mi ritrovo con i cavi in mano, lo rimonto (questa volta al rovescio), toh! Funziona!!!! Scemo!!! Lungo la strada che ci porta a Puttgarden, i mulini a vento per la produzione di energia la fanno da padroni. Sorpassiamo una miriade di macchine e camper che hanno la nostra stessa destinazione finale. Riusciamo ad imbarcarci per Rodbyhavn alle 8,45. La traversata è tranquilla, e dopo le foto di rito e gli acquisti al free shop (per niente conveniente), siamo pronti a mettere piede in Danimarca. La prima cosa che si incontra è il cartello stradale riportante “luci anabbaglianti obbligatorie” (per i motociclisti è inutile, intanto viaggiamo sempre con il faro acceso), ma ciò fa comodo anche a noi, così possiamo vedere bene le macchine che ci seguono. Attraversiamo la Danimarca in un battibaleno, e ci ritroviamo a Helsingor, pronti per prendere il traghetto che ci porterà in Svezia (15 minuti di viaggio). Sono le ore 12.00 e sbarchiamo. Il sole mattutino che ci aveva accompagnato fino all’arrivo in Svezia, pensa che sia di nuovo l’ora di rinfrescarci le idee, ed inizia a scomparire, per far posto alla solita nube di “Fantozzi”. Mancano circa 600 km a Stoccolma, dove salvo imprevisti pensiamo di arrivare verso le 18.00/19.00. Breve sosta per pranzo, benzina e pissing, e poi di nuovo in sella al nostro destiero, per la veloce autostrada (o strada?) svedese, dove anche i nativi devono aver seguito un corso di guida in Italia, infatti non c’è nessuno che rispetti i limiti di velocità. Ma toh! guarda chi si vede, sicuramente un uccellino solitario che ha pensato bene di fare i suoi bisognini sulla visiera del mio casco, un altro uccellino, un altro ancora, forse non sono uccellini, ma si che lo sono, ma no, e allora che cosa è? Alzo la testa verso il cielo per vedere se è uno stormo di uccellini, e mi ritrovo annegato dalla mia amica nuvola. Intanto ci stiamo avvicinando a Stoccolma, mancano appena 100 km, ma è impossibile continuare con questo acquazzone, abbiamo già percorso più di 700 km, senza contare i traghetti, così ci fermiamo, ed andiamo alla ricerca di un riparo. Lo troviamo in un albergo della catena Ibis (abbastanza conveniente), in una città anonima chiamata Nykoping. L’albergo purtroppo è sprovvisto di ristorante (anche se l’insegna esiste), così ci trasciniamo in città alla ricerca di un ristorante, muniti di un salutare ombrellino, anche se al momento non piove. Andiamo a mangiare al Mc Donald qui vicino, suggerisce la moglie. No questa sera voglio mangiare decentemente, dopo i canederli di ieri sera, impongo io. Ok. Alla ricerca di un ristorante. Ma esiste questa cittadina?, dov’è il centro con la miriade di ristoranti? Incontriamo un locale, e dico uno, al quale chiediamo consiglio; dopo varie indicazioni, ci ritroviamo di fronte al più rinomato ristorante della città, peccato è chiuso; cerchiamone un altro. Peccato anche questo è chiuso. Ma possibile che tutti i ristoranti di questa città abbiano il martedì come giornata di riposo? Conclusione ci siamo ritrovati in una pizzeria gestita da cinesi a mangiare una schifosissima pizza americana. Guarda, mi dice la moglie, adesso andiamo a prendere un gelato da questo Mc Donald, al di là della strada (non quello vicino all’hotel). Ok, sono d’accordo, intanto per quello che ho mangiato! Peccato signori, sono le 20,02 e siamo chiusi, anche se dentro ci sono persone che finiscono la loro pantagruenta cena. Questa è una sera no. Ritorniamo all’hotel. Ma guarda un po’, questo Mc Donald è aperto. Gelato, e se avessi ascoltato la moglie (come mi dice sempre), avremmo sicuramente mangiato meglio che in pizzeria. A nanna, domani partiamo con calma, giriamo un po’ per Stoccalma (non come avrei voluto), ed aspettiamo il traghetto per la Finlandia. (Mercoledì 3 luglio)-4° Giorno-Nykoping/Stoccolma/Turku Oggi ne abbiamo di tempo. Dobbiamo prendere il traghetto per la Finlandia che parte alle 20,30. Faremo le cose con calma. Ricco breakfast contornati da una miriade di turisti giovincelli!! (il più giovane a nostro parere doveva avere almeno 70 anni, ma quanto mangiano!!!). Paghiamo il conto, carichiamo la moto (ormai è una abitudine, ed i tempi dell’operazione si abbreviano sempre più) e partiamo con tutta calma verso Stoccolma che dista appena un centinaio di km. Avvicinandoci alla città, il traffico è più caotico, sono quasi le 10,30; non abbiamo la più pallida idea di dove si debba prendere il traghetto, ci sarà sicuramente qualche indicazione, e d’incanto ci troviamo in centro città. Alla faccia delle indicazioni. Data l’ora non ci preoccupiamo, e decidiamo di fermarci in riva a che cosa; fiume, lago, mare? Anna mi dice: “Metti un dito dentro che voglio sapere se è salata o dolce”. Non mi sembra molto conveniente, così resteremo sempre con questo atroce dilemma!!!! Forse è meglio cercare dov’è l’imbarco, suggerisco, così questo pomeriggio non avremo difficoltà. Le difficoltà le abbiamo avute subito, c’è voluto più di un’ora ed una valanga di fermate per chiedere dove fosse l’imbarco della Viking Line. Alla fine, facendo più di una infrazione stradale, siamo riusciti ad arrivare al molo. L’imbarco è alle 18,30, e poiché è quasi l’una, lo stomaco brontola, risaliamo in sella alla nostra amica, alla ricerca di qualche caloria. Ci ritroviamo, come non si sa, in una bella zona, leggermente sulle alture, nel centro della città, ed abbastanza vicino al porto. Il palato ci dice di pranzare a base di salmone e pesce con patate. Alla fine del pranzo ci intratteniamo in due chiacchiere con un cameriere iracheno; parliamo di tempo, di Stoccolma e della situazione in Iraq, alla fine ci dà qualche utile suggerimento su come arrivare al molo, senza fare inutili giri. Poiché in mattinata avevamo visto che c’erano già molte macchine e camper ad aspettare l’imbarco per Turku, decidiamo che è meglio mettersi in coda, così verso le 16,30 raggiungiamo il porto. Più di 3 ore di attesa, trascorse a guardare il paesaggio, facendo parole crociate, e andando su e giù per la banchina. Alle 18,30 (in ritardo), arriva un favoloso ed enorme traghetto, che viene svuotato e riempito in un attimo, con una organizzazione veramente eccezionale. Alle 19,30 ci ritroviamo in cabina, pronti per abbuffarci al buffet previsto per le 20,30 circa. Per ammazzare il tempo a disposizione visitiamo la nave, facciamo due foto di rito, ed aspettiamo che il traghetto molli gli ormeggi e formi la bianca scia dell’elica. Bello tutto questo, ma sentiamo che gli avvoltoi hanno dato inizio alle danze, così ci precipitiamo anche noi al banchetto. Non è possibile descrivere la disponibilità di vivande, per cui tralasciamo il particolare (è meglio vivere l’esperienza in diretta), ah! si, solo un particolare, dopo aver mangiato la frutta (io) e mentre Anna sta assalendo una tinozza di gelato, faccio un giro conclusivo per vedere cosa avevo tralasciato, e che cosa scopro? Caviale!!! Ottimo dopo la frutta. Dimenticavo un piccolo particolare. Oggi è il nostro 25° anniversario di matrimonio, cosa che sicuramente la Viking Line deve aver immaginato, perché questa favolosa cena è stata consumata ad un tavolo sulla prua della nave, permettendoci di vivere una esperienza unica; vedere questo enorme barcone destreggiarsi con eccelsa flessuosità in mezzo a migliaia di isolette. Se mai dovessimo ripetere l’esperienza, questa volta non prenoto più la cabina, ma passaggio ponte per immergerci completamente nell’avventura. Dopo cena giriamo ancora un po’ per la nave, finendo in discoteca, a sorseggiare un brandy come brindisi per il nostro anniversario. Auguri!!!! Ai prossimi 25. Andiamo a nanna che sono le 23,00, perché la sveglia suona prestissimo domani mattina (perdiamo un’ora di sonno arrivando in Finlandia) (Giovedì 4 luglio)-5° Giorno-Turku/Lappeenranta Sbattimento di porte, “agrtfjhd”, espressione svedese o finlandese per dare la sveglia! Guardo l’orologio, sono le 6,30 locali (ma per noi le 5,30), rapide abluzioni mattutine, e di corsa a fare colazione, prima che il solito stormo di cavallette faccia fuori tutto. Ci alziamo dal tavolo, e ci ritroviamo in sella alla moto pronti a sbarcare. Oggi arriveremo a Lappeenranta, inizio della nostra vacanza; fine delle tappe di avvicinamento. Il viaggio si snoda tra verde (pini, pini, ed ancora pini) e campagna, un paesaggio molto bello, supportato anche da un caldo sole, finalmente! Le autostrade che ci hanno tenuto compagnia fino qui, sono ormai solo più un ricordo; comunque la guida è rilassante e non faticosa; belle strade, abbastanza larghe, traffico modesto (abbiamo pensato bene di fare un percorso alternativo, anziché finire ad Helsinki), così tutto procede tranquillamente fino a Lappeenranta, che raggiungiamo alle 14,15, dopo sosta per pranzo e relativi annessi. A Lappeenranta incontriamo le prime difficoltà linguistiche nella ricerca dell’hotel che avevo prenotato; comunque alla fine lo raggiungiamo. Alla reception c’è Kristin, bella gn…. Finlandese, che tra mille sorrisi e welcome Mr. Giorgio, ci consegna la chiave della stanza. Doccia rilassante e pronti a scoprire le bellezze della cittadina. Nel frattempo ritiro tutta la documentazione per il viaggio a S. Pietroburgo (biglietti treno, autobus, orari), gentilmente fattami trovare dal responsabile dell’hotel (che dal nome credevo una donna e poi rivelatosi un maschiaccio), e via a piedi verso il centro. Giriamo per la città, piccolina, ma carina, con un bel parco su un lago, dove lo sport nazionale (almeno lì) è fare lo sci nautico “nudi”!!!! Guarda Giorgio, mi dice Anna, (tutta interessata), ma quello è nudo? Osservo meglio e, confermo. Strane abitudini. Dopo circa 7 km a piedi, e con Anna che dice “sono stanca morta” (non sa ancora cosa l’aspetterà a S. Pietroburgo), ritorniamo in albergo. Poiché nella prenotazione fatta era compreso un riparo (garage o simile) per la moto (andare a S. Pietroburgo in moto è come dire volersene ritrovare due), chiedo a Kristin dov’è il famoso garage. Non abbiamo garage. E dove la lascio la moto per tre giorni? A questo punto mi scontro con la prima manifestazione di gentilezza, cortesia e disponibilità del popolo finlandese. Dopo mille peripezie, per avere sott’occhio la moto durante la mia assenza, la fa parcheggiare in una specie di veranda di fronte alla reception, spostando i vari tavolini e sedie che facevano bella mostra in questa veranda. La seconda manifestazione del “Welcome to Finland” l’ho avuta appena dopo, a seguito dell’altra richiesta che avevo fatto con la prenotazione. Avete un magazzino dove lasciare i bagagli durante la nostra assenza? Yes (fax di conferma della prenotazione). Peccato che il magazzino non c’era; e allora, che cosa c’è di meglio della stanza che ho a disposizione, come magazzino, naturalmente tutto gratis. In conclusione, due giorni di pernottamento, stanza a disposizione con i nostri bagagli dentro per i giorni in Russia, guardia continuativa alla moto, due breakfast, il tutto per 100 euro, ovvero 50 euro a notte; questo è il Summer Hotel Karelia Park. Altro particolare per cui lo raccomanderò a tutti quelli che vogliono fare un giro come il nostro è il seguente. Andare in Russia con tanto contante non è propriamente consigliabile, per cui decido di lasciare tutti i nostri averi in una cassetta di sicurezza presso tale hotel, purtroppo ne era sprovvisto; comunque li ho depositati nella loro cassaforte, ed al ritorno dal nostro soggiorno in Russia, (pur con un’altra persona alla reception), la prima cosa che hanno fatto è stata quella di consegnarci la chiave della stanza e il sacchetto dei nostri averi, senza che io avessi il tempo di aprire bocca per chiedere qualcosa. Veramente eccezionali. Chiudiamo questa parentesi sul “Welcome to Finland” e ritorniamo al nostro racconto. Camminare!!, avevamo già camminato abbastanza, per cui alla sera preferiamo prendere la nostra amica per andare alla ricerca di un ristorante. Lo troviamo senza problemi, mangiamo abbastanza discretamente (non certamente paragonabile alla sera precedente), spendendo il giusto. Anche questa sera sarà meglio andare a dormire abbastanza presto, perché domani mattina, tra autobus cittadini, autobus di trasferimento, ect, dobbiamo alzarci di nuovo presto. (Venerdì 5 luglio)-6° Giorno-Lappeenranta/S. Pietroburgo Sveglia alle 7.00, breakfast finlandese, non proprio il massimo, e via a piedi a prendere l’autobus che ci porterà alla stazione. Arriviamo con largo anticipo al terminal degli autobus (nel piazzale della stazione), ed attendiamo “quello” che ci porterà a Vainikkala, ultima stazione in Finlandia prima del confine russo, dove prenderemo il treno per S. Pietroburgo. Arriva un bus, non è questo, un altro, neanche quello, arriva un taxi multiplo (con il cartello Vainikkala), non è un autobus, si ferma per circa 10 minuti e riparte; ma quando arriva sto autobus per Vainikkala?, forse sarà meglio chiedere informazioni al terminal bus. Risposta, guardi che l’autobus per Vainikkala è appena partito, ma quale è che non l’ho visto? Il taxi multiplo. Ah bene, spesa di 32 Euro per taxi vero che ci porta a destinazione!!! (E si che la moglie mi aveva suggerito di andare a chiedere all’autista del taxi multiplo se era il bus per la nostra meta!!!! Benedette donne, ma perché non si ascoltano mai). Siamo in mezzo a foreste di betulle. Aspettiamo il nostro treno che arriva da Helsinki. Saliamo dopo controllo passaporti e biglietto ferroviario, arriviamo al confine russo, ed iniziano le solite pratiche di entrata, abbastanza veloci poiché sia doganieri che polizia di frontiera salgono sul treno, e sbrigano le varie formalità viaggiando verso S. Pietroburgo. Viaggiamo attraverso un paesaggio molto vario, località abbastanza benestanti e catapecchie varie, luoghi desolati e casermoni dormitoi, luoghi abbastanza comuni dell’est Europa. Giungiamo a S. Pietroburgo, e qui iniziano le prime vere difficoltà linguistiche, le persone che parlano inglese sono veramente poche, anche tra i giovani, guadagniamo l’uscita dalla stazione, e a gesti riusciamo a farci dire dove è possibile cambiare pecunia. Dalla cartina in nostro possesso, vediamo che il nostro albergo dovrebbe essere abbastanza vicino alla stazione, per cui decidiamo di avventurarci a piedi alla ricerca dello stesso. Il tragitto che effettuiamo, non è propriamente quello suggerito dalle guide turistiche, ma forse più vero, costeggiamo la Neva, passando di fronte alle carceri di S. Pietroburgo, assistiamo ad una conversazione (gridata) tra carcerati e parenti, tra un traffico caotico, e mi domando cosa possano sentire gli uni e gli altri, quando io quasi non riuscivo a sentire le voci di quelli vicino a me in strada. Chiediamo ad un giovane benestante russo (con tanto di BMW), informazioni sulla via dell’hotel, prende la mappa della città e in un inglese stentato ci fornisce l’indicazione richiesta. Proseguiamo per la nostra strada, perché giusta; intravedo un casermone, che mi ricorda molto vagamente il depliant dell’albergo e penso: “Alla faccia del vicino alla stazione”, saranno ancora 2 o 3 km, e ne abbiamo già fatti altrettanti. Intanto incominciamo a spogliarci, perché il caldo è veramente torrido e il sole cocente, berrettino da sole (unica occasione che lo abbiamo indossato); macchina che arriva a tutta birra, frenata e discesa del giovine che ci aveva indicato la strada, il quale rettifica la precedente indicazione, perché errata, confermando il mio punto di vista (che senso dell’orientamento che ho! Bestiale!). Questa è stata l’unica dimostrazione di cortesia del popolo russo, che purtroppo non ha cambiato la mentalità che aveva circa 15 anni fa. Saranno anche cambiate le condizioni al contorno, ma loro non ancora. Arriviamo all’albergo trafelati, dopo circa un’ora e mezza di cammino, le distanze qui sono veramente grandi, anche se sulle mappe sembrano normali, sudati ed affannati espletiamo le formalità del check-in, e saliamo in camera per una sana doccia rinfrescante. Siamo al 10° piano, e possiamo vedere la Neva scorrere là giù in basso. Doccione, tenuta da turisti e pronti a visitare la città. Decidiamo di visitare il monastero di Smolnyi (di fronte all’hotel) al di là del fiume, andandoci, tanto per cambiare a piedi. Tra andata e ritorno altri 5 km abbondanti!!!, con solita doccia fuori programma, infatti, in un attimo, nuvolosi neri si appropinquano sulle nostre teste, rovesciando tonnellate di acqua. Al ritorno dalla visita al monastero, per altro un po’ deludente, infatti quasi tutti i monumenti, chiese, ect sono contornati da impalcature, S. Pietroburgo si sta facendo bella per il prossimo anno, in occasione del 300° anniversario della città, visitiamo un mini supermarket russo, acquistando sigarette e vodka (per riscaldare gli animi durante le giornate fredde che incontreremo nel nostro viaggio verso Capo Nord). La mercanzia esposta è della più varia, fino ad arrivare a zampe di gallina (ancora sporche). Siccome il nostro hotel non è propriamente al centro della città, pensiamo che sia meglio cenare presso il suo ristorante, decisione non molto consigliabile, caro ed insoddisfacente. Saliamo in camera a vedere un po’ di TV (Rai 1) e a riposare le stanche membra, in attesa del giorno seguente, dedicato alla visita approfondita della città. La Neva continua a scorrere sotto di noi, illuminata da un rosso sole, sono le 23.00. (Sabato 6 luglio)-7° Giorno- S. Pietroburgo Una cosa buona dell’hotel Ohtinskaya Victoria è il breakfast (molto meglio della cena) che mette a disposizione dei suoi ospiti. Quindi, dopo esserci rimpinzati ben bene, siamo pronti a scoprire le bellezze di S. Pietroburgo. Tramite lo shuttle dell’hotel (usato come taxi personale, con relativo costo taxi e non shuttle), ci facciamo portare alla Fortezza di Pietro e Paolo. Anche qui siamo in piena manutenzione, ma questo non ci impedisce di visitarla a fondo, di girare tra le carceri, tra i vari musei interni (tutto a pagamento), di passeggiare sulla spiaggia, si ho detto proprio spiaggia di S. Pietroburgo (in riva alla Neva), dove possiamo ammirare delle eccezionali sculture di sabbia. Terminata la visita all fortezza, ci dirigiamo (a piedi) verso il centro della città, contemplando le varie costruzioni (Palazzo dell’Ammiragliato, Palazzo d’inverno, (quest’ultimo con una piazza, che, fa sembrare quella di S. Pietro a Roma simile ad un cortile), basiliche varie, mercatini, ect), fino ad arrivare a Nevski Prospect, dove finalmente ci attende la nostra doccia quotidiana, dopo un inizio giornata soleggiato. Per fortuna è una cosa passeggera, così possiamo riprendere il nostro tour. E’ mezzogiorno passato, e in una traversa della Nevski, troviamo un localino che prepara delle baguette veramente eccezionali (calde); rifocillati a dovere, riprendiamo il nostro cammino. Guarda Anna cosa c’è qui, il metrò, ci facciamo un giro? Tu sei matto, non capiamo un tubo di quello che c’è scritto, della lingua, ci perderemo sicuramente, meglio continuare a girare per strada. Ma guarda che mi hanno detto che è veramente bello. Se mai domani, mi risponde, e continuiamo a camminare. Visitiamo il negozio di caviale più rinomato di S. Pietroburgo, con prezzi che sono uguali a quelli del free shop di Zurigo (ovvero da capogiro), fino ad arrivare ad un famoso caffè, (riportato su tutte le guide turistiche), così crediamo; dove ne sorseggiamo uno, accompagnato da un favoloso pasticcino; riprendiamo il cammino, e dopo poche centinaia di metri ci ritroviamo di fronte al famoso caffè riportato sulle guide turistiche. Certe volte queste guide si sbagliano, perché a nostro parere, era molto più bello e caratteristico quello in cui siamo entrati. Il tempo passa, e riteniamo che sia ora di ritornare sui nostri passi, cosa che facciamo. Guarda Anna cosa c’è qui, il metrò. Perché non proviamo a tornare all’hotel in metrò? Questa volta riesco a convincerla, e ci avventuriamo in un mondo tutto misterioso. Acquistiamo i gettoni, ed entriamo muniti della cartina riportante le varie stazioni in cirillico, che avevamo “fregato dalle pagine gialle dell’albergo”, e la prima cosa con cui impattiamo è una scala mobile ripidissima e rapidissima che ci porta a meno 60 metri, ai vari binari. Qui possiamo ammirare dei bellissimi lampadari, sculture, assenza completa di pubblicità ed una pulizia stucchevole; sembra di essere in un altro mondo, se paragonato a quello che si vede a più 60 metri. Guardando che i “segni” riportati sulla nostra cartina corrispondano con quelli dei cartelli, aspettiamo il primo metrò che ci porterà alla stazione dove dobbiamo scendere, per prenderne un altro, il quale ci porterà vicino all’albergo. Riusciamo nell’impresa (esperienza che uno deve fare, perché è veramente interessante, bisognerebbe girare un intero giorno sottoterra), e ci ritroviamo vicino all’hotel; circa 3 km!!! Bisogna proprio dire che qui le distanze sono ingannevoli. Arriviamo abbastanza agevolmente a destinazione (grazie alla cartina stradale che avevamo, anche questa “fregata”, come la precedente; consuetudine comune, perché purtroppo dal nostro elenco mancavano già tutte le pagine del centro), passando prima dal nostro mini supermarket, dove ci riforniamo di pane e caviale (eh! si questa sera si pasteggia così, riservando al ristorante solo una leggera zuppa, tanto per prendere ogni tanto qualcosa di liquido, che non sia acqua o birra). Decisione purtroppo rivelatasi infausta per Anna. Ci riposiamo un po’ dopo la nostra giornaliera passeggiatina (più di 20 km!!!), sentiamo due notizie al Tg. Iniziamo la cena con un ottimo antipasto, in camera, finito il quale ci appropinquiamo al ristorante (lo stesso della sera precedente), dove consumiamo le nostre zuppe, io di carne, Anna di pesce, ed un dolcino. Scriviamo alcune cartoline a parenti ed amici, ed andiamo a dormire. (Domenica 7 luglio)-8° Giorno- S. Pietroburgo/Lappeenranta Com’è bello vedere ancora il sole sulla Neva a mezzanotte (così mi riferirà la moglie alcuni giorni dopo), mentre le prime avvisaglie di una notte “sessualmente intensa” (ah! purtroppo non con me, ma con la toilette) si fanno avanti. Alle cinque del mattino, ormai ridotta ad uno straccio, mi sveglia; la musica continua. Oggi, alle 16,46 abbiamo il treno per il ritorno in Finlandia, così cerchiamo di sfruttare l’albergo il più possibile sperando che Anna migliori quel tanto da poter andare alla stazione. Alle 11,30 lasciamo l’hotel con il suo stramaledetto ristorante; ci ha fatto saltare tutti i programmi dell’ultima giornata; con lo shuttle ed il metrò raggiungiamo il centro (Nevsky), dove Anna prova a fare qualche passo, ma è esausta, così ci sediamo al tavolino di un chiosco, facciamo passare un po’ di tempo (per bere un caffè ho impiegato più di un’ora); Anna sta leggermente meglio, ma è ancora presto, così addento il mio pranzo, un panino e birra, altra ora, trascorsa la quale, sono le 14,30, carichiamo i nostri mono-spalla, riprendiamo il metrò, ed arriviamo alla stazione ferroviaria; ricambiamo la valuta, ed aspettiamo di poter salire sul treno. In perfetto orario, il treno lascia S. Pietroburgo, con i suoi belli e brutti ricordi (Anna sta migliorando, ma per raggiungere la perfetta condizione, necessiteranno ancora due giorni); sferragliando in mezzo a betulle, pianori, di nuovo gli stessi paesaggi da est europeo, raggiungiamo la stazione di confine, dove questa volta al contrario dell’andata, stiamo fermi più di un’ora per le solite pratiche di frontiera. Questo contrattempo procurerà un’ulteriore manifestazione della cortesia finlandese. Ora vi racconto. A causa di questo ritardo, una volta raggiunta Vainikkala, scopriamo che il famoso “bus” ha già lasciato la stazione, per cui siamo obbligati ad aspettare il successivo, con il pericolo di perdere l’autobus che ci porterà al Summer Hotel Karelia Park. Cosa verificatesi. Prendiamo il taxi-bus mezz’ora dopo, con noi salgono altre tre persone, un’anziana, ed una bambina con la madre (non male). Durante il tragitto scambiamo due parole con quest’ultima (la conversazione parte la lei, sicuramente ho fatto colpo (fascino mediterraneo!!!)), chiedendoci se non eravamo stati mangiati dalle zanzare a S. Pietroburgo, cosa successa a lei e figlia, due battute sul sangue dolce, sulla indigestione di Anna, e fine della conversazione. All’arrivo a Lappeenranta scopriamo che l’autobus per l’hotel è già partito, per cui ci toccheranno circa 3 km a piedi, cosa stupenda, con Anna in quelle condizioni. Magia del popolo finlandese. Questa persona si offre di accompagnarci con la sua macchina all’hotel; basta che gli indichiamo la strada, perché lei, pur abitando in quella città, non sa dove sia. Massimo della libidine, noi italiani che indichiamo come raggiungere un posto ad una persona del luogo. Ricordi visivi e mentali affiorano alla mente, per cui dando indicazioni precise, ci ritroviamo di fronte al nostro hotel. Ma in quale altro posto si trova una disponibilità così spinta? Ringraziamo ancora questa persona, di cui non sappiamo neanche il nome. Alla sera, da solo (Anna non se la sente di mettere qualcosa sotto i denti), raggiungo lo stesso ristorante di tre giorni prima, dove consumo una rapida cena, e faccio ritorno a “casa”. Domani, sperando che Anna sia un po’ più in forma, partiremo per il “Grande Nord”. Ah! dimenticavo, poiché la zuppa di pesce ci aveva rovinato la giornata, ci ha pensato il tempo a renderla meno deprimente, bellissimo tempo, senza la solita doccia; quando si dice la sfiga; non poteva piovere, e riservare tale giornata per il seguito!! (Lunedì 8 luglio)-9° Giorno- Lappeenranta/Oulu Ci alziamo alle 8,00, Anna sta meglio e se la sente di fare una leggera colazione, alle 9,00, salutiamo Kristin fra mille sorrisi, e partiamo alla volta di Oulu. Il tempo, tanto per cambiare non ci assiste, solita pioggerella, ormai siamo abituati. Avevamo preventivato di fare un giretto a Helsinki, fermarci un giorno, e poi su, ma abbiamo modificato l’idea e partiamo per nord, cambiando itinerario, così ci troviamo in mezzo ad una miriade di laghi; dietro ad ogni curva si apre un nuovo paesaggio, sempre contornato da laghi, pini, verde, cartelli “attenti alle alci” (chissà dove saranno?), intanto anche il tempo sta cambiando, sembra che ci voglia favorire in questo nostro trasferimento. Superiamo Mikkeli, Kuopio, ci stiamo addentrando nel cuore della Finlandia, via, via scorrono alle nostre spalle paesini, città, laghi, pini, cartelli stradali “attenti alle alci”; ma di quest’ ultime, neppure una traccia. A mezzogiorno ci fermiamo per il solito panino, appena dopo Iisalmi, (a Vierema) sulla ex 19, che adesso si chiama, se ricordo bene, 88, in un localino simpatico, dove ci lanciamo in una lunga discussione sulle bellezze della Finlandia e dell’Italia con il suo proprietario; non penso abbia molte occasioni di parlare con turisti stranieri, dato che il percorso che abbiamo scelto si snoda tra strade secondarie e non grandi arterie. Intanto finalmente è uscito il sole, che ci accompagnerà per il resto del giorno e della sera. Alle 16,00 raggiungiamo Oulu, e montiamo la nostra tenda presso il campeggio Nalli Kari, veramente ok. Siamo in riva al mar Baltico; tira una leggera brezza che, ci consiglia di indossare i nostri giubbotti leggeri; così bardati andiamo a fare una passeggiata in riva al mare. Ma cosa vedono i nostri occhi! Gente tranquillamente in costume che fa il bagno, prende il sole, gioca in spiaggia. O sono pazzi loro, o siamo noi ad essere fuori luogo, d’accordo che l’estate a queste latitudini è breve, e viene vissuta intensamente, ma neppure se mi avessero pagato sarei entrato in acqua. Abbiamo accumulato un po’ di biancheria sporca, così decidiamo di fare il bucato; chiediamo informazioni alla reception sulle modalità di funzionamento delle varie macchine, e ci rispondono che il primo turno disponibile è dalle 23,00 all’una di notte!!! Per Anna è troppo tardi, ma io gli suggerisco di approfittarne; intanto il sole tramonta tardi, così ci prenotiamo. Nel frattempo ceniamo (più io di Anna, che risente ancora i postumi della “sbornia” gastronomica di S. Pietroburgo), in un bellissimo complesso con piscina interna, annesso al campeggio, affacciato sul mare, con immense vetrate; all’interno del ristorante, pur con aria condizionata, sembra di essere in una sauna, e pensare che fuori, per noi non è poi tanto caldo. Il sole splende ancora nel cielo e sono le 22,30, aspettiamo il nostro turno in lavanderia, gustando un cestino di fragole (acquistate al mercatino); il frutto simbolo di queste nazioni; a tempo debito, racconterò. Mentre Anna controlla la lavatrice, io ne approfitto per scattare due foto in riva al mare, voglio immortalare il tramonto del sole alle 23,32; ma buio proprio non viene, infatti ad un quarto all’una, mentre io sto cercando di addormentarmi, munito di mascherina per occhi (ricordo di viaggi aerei), sento grida festosi di bimbi che giocano tranquillamente, per loro la notte non esiste; vivono ogni istante donato dalla lunga estate artica. (Martedì 9 luglio)-10° Giorno- Oulu/Inari Penultima tappa in Finlandia, prima di arrivare a Capo Nord. Anche oggi ci aspetta una bella sgroppata di circa 600 km, ci aspetta anche Babbo Natale. Si proprio Santa Klaus, infatti oggi attraverseremo il Circolo Polare Artico (Rovaniemi), dove risiede (centro turistico mangia soldi) lui. Facciamo colazione nel bar del campeggio, smontiamo la tenda, carichiamo la solita miriade di bagagli e, partiamo. Il tempo tiene. Arriviamo al Circolo Polare Artico verso le 11,00, ma ahimè, il famoso cartellone (che indica che sei arrivato a “Napapijri”), da immortalare con la belva, è occupato da una cugina della stessa; guardo chi sono questi invasori, toh! è targata CR; è così che conosciamo Cristina e Pietro. Loro hanno fatto il percorso inverso al nostro, hanno già visitato Capo Nord, e, visto il sole di mezzanotte; sbavo dall’invidia per il c…!! che hanno avuto (sono poche le persone che hanno avuto tale fortuna, tutti gli sforzi fatti per organizzare il viaggio vanificati dalla solita nebbia!!!). Dopo che ci siamo immortali a vicenda, con relative consorti, visitiamo insieme il centro; severamente vietato fare foto a Babbo Natale, puoi fartela fare con lui alla modica cifra di 17 !!!, bighelloniamo qua e là tra le varie sezioni del centro, senza acquistare niente, non ho scritto sulla fronte “sale e tabacchi”; salutiamo i nostri colleghi di viaggio, e ripartiamo alla volta di Inari, meta giornaliera. Pochi km dopo, ci fermiamo per rifornimenti vari, e siamo accolti dalla solita acqua, lasciamo passare la burrasca rifocillandoci e riposando le stanche! membra (veramente non siamo affatto stanchi, la nostra compagna di viaggio ci tratta divinamente). Ripartiamo, il traffico si fa meno intenso, molti turisti seguono strade diverse per raggiungere la Norvegia, ma noi vogliamo seguire il nostro itinerario, ed arrivare in su, fino ad Inari. Si vedono i primi cartelli di attenti alle renne, ma di loro neppure l’ombra. Avvicinandoci alla meta, il percorso si fa più tortuoso, strade più strette, curve, e dietro alle curve; renne!!! Finalmente! Stanno facendo “due vasche” tranquillamente sulla strada, ci dobbiamo fermare, ed aspettare che decidano dove andare, ma che bello!!! Attraversiamo Ivalo, circa 40 km dalla destinazione, d’ora in poi sarà tutto un susseguirsi di sali e scendi, di curve e contro curve, costeggiando “l’Inarijarvi Lake” su una strada stretta e resa sdrucciolevole dalla pioggia. Alle 18,00 bagnati come pulcini cerchiamo un campeggio, possibilmente un cottage, non abbiamo voglia di montare la tenda sotto l’acqua. Riusciamo ad accaparrarcene uno bellissimo, dotato di cucina e servizi, alla modica cifra di 34 al giorno, molto buono poiché ci fermeremo anche domani; prima del grande balzo. Guarda un po’ se allo spaccio del campeggio vendono qualcosa, suggerisce Anna, qui ci sono pentole e piatti, perché non mangiare in casa anziché bagnarci ancora alla ricerca di un ristorante. Buona idea. Mi precipito e riesco a racimolare pasta, burro, wustel e frutta. Che mangiata!!! Finalmente un po’ di pasta al burro, che libidine!!!, dopo giorni di panini e cibarie varie. (Non che fino ad ora abbiamo mangiato male (a parte S. Pietroburgo (escluso caviale)), ma diverso dalle tradizioni). Dopo cena consueto giretto in riva al lago, poi rilassamento totale, stendendo le gambe sulla balaustra del balcone, (ah dimenticavo siamo al secondo piano di un cottage) contemplando l’inquietante calma del lago; con un bicchiere di vodka in mano. (Mercoledì 10 luglio)-11° Giorno- Inari Oggi ci riposiamo. Il dolce cinguettio degli uccelli e il soave ticchettio della pioggerella!!! ci sveglia verso le 8,30. La giornata merita una colazione a letto, così mi accingo a chiamare “Mario”, che ci servirà una succulenta colazione finlandese (ovvero mi vesto, scendo sotto l’acqua e vado allo spaccio del campeggio a prendere due tazzone di caffè), e servo (Mario) la colazione ad Anna, che nel frattempo ha disposto le innumerevoli leccornie (biscotti) sul tavolo. Il tempo ci è amico, infatti smette di piovere, così decidiamo di andare a visitare il “grande centro” di Inari e cambiare i dollari rimasti in Euro. Il grande centro si riduce ad una ventina di case ed alberghi, e la banca è ancora chiusa (qui aprono alle 10.00 del mattino, che signori!!!). Non ci rimane altro che andare ad Ivalo, che il giorno precedente, sotto la pioggia, ci era sembrato molto più attrezzato. Questa mattina con la strada quasi asciutta, gustiamo molto più intensamente il paesaggio che ci circonda, veramente molto bello costeggiare il lago, paesaggi incantevoli all’uscita di ogni curva. Frena!!, frena!!!, solite renne in mezzo alla strada che snobbano i bipedi, ti guardano con aria di sufficienza e sembrano dire “moh adesso aspetti”, si mettono in posa per farsi fotografare, e poi ti lasciano riprendere il cammino, fino alla curva successiva, dove la scena si ripete. Arriviamo ad Ivalo dopo le 10.00, e come tradizione la banca è aperta. Posteggio la moto; e mentre Anna si spoglia, eh si la temperatura sta crescendo, io mi accingo a scontrami con la realtà bancaria finlandese. Devo dire che ne sono rimasto entusiasta. Cortesia, disponibilità, e soprattutto funzionalità. Entri, prendi il biglietto per il turno, e ti siedi, si siedi!! su delle comodissime poltrone (manca solo che qualcuno venga ad offrirti un caffè), ad aspettare. Compare il tuo numero e relativo sportello, ti trasferisci su un’altra sedia di fronte all’incaricato (in questo caso tutte donne), che con la solita cortesia e sorriso, svolge rapidamente tutte le operazioni richieste. Al supermercato facciamo una abbondante spesa per soddisfare i nostri palati a mezzogiorno, sera, colazione e pranzo di domani. Ritorniamo al nostro cottage giusto in tempo per non bagnarci, ricco pranzo all’italiana, riposino pomeridiano, parole crociate, passeggiatina ad ammirare la flora locale; raccolta di fiori, pianticelle, muschi e licheni da far seccare e poi inquadrare, in ricordo del nostro viaggio, doccione, questa volta vero, cena, e distesa gambe sulla balaustra del balcone, con ulteriore goccino di vodka in fondo al bicchiere. Siamo parsimoniosi, ci deve durare almeno fino a metà della Norvegia. Ah! è vero, domani siamo in Norvegia.


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