“Centomila volte benvenuti”…

...E' la scritta in gaelico che trovi attaccata alle porte di ingresso delle case irlandesi, o addirittura nelle chiese e che rappresenta già il biglietto da visita di un popolo caldo e ospitale che ti accoglie con sincero affetto e non può lasciarti indifferente, ma può solo contribuire a farti amare di più questo paese unico. Siamo appena...
Scritto da: ClaudiaPWS5
centomila volte benvenuti...
Partenza il: 12/08/2002
Ritorno il: 19/08/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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…E’ la scritta in gaelico che trovi attaccata alle porte di ingresso delle case irlandesi, o addirittura nelle chiese e che rappresenta già il biglietto da visita di un popolo caldo e ospitale che ti accoglie con sincero affetto e non può lasciarti indifferente, ma può solo contribuire a farti amare di più questo paese unico. Siamo appena tornati dall’isola delle fate; il nostro viaggio è stato back-pack, zaini in spalla, pronti ad abbandonare le comodità di casa, desiderosi di vedere quanto più ci era possibile di un paese tanto bello in una sola settimana. Eravamo in due, io e il mio ragazzo. Non abbiamo noleggiato un’auto per stare più a contatto con la gente, cosa che, assieme al paesaggio, ci interessa di più in un paese, anche perchè venendo da un paese ricco di storia e cultura antica, si finisce per essere meno interessati a cercare le stesse cose altrove, specie nei paesi del nord, che quanto a chiese, città e monumenti hanno poco da offrire e finiscono per assomigliarsi tutti in qualche modo. Inoltre, cosa non poco trascurabile, noleggiare un’auto in due è parecchio costoso e occorre la carta di credito (che noi non avevamo). Abbiamo escluso a priori il Nord (Donegal, Irlanda del Nord) perchè non è ben collegato con i trasporti pubblici. Lunedì 12 agosto: Roma–Londra–Dublino Abbiamo un volo British Airways con scalo a London-Heathrow e partenza per Dublino con Aer Leangus. L’orario del volo non è il migliore, alle 12.25 da Roma e alle 15.50 da Londra, il che significa stare a Dublino alle 17.30, anche se alla fine entrambi i voli hanno portato ritardo per un totale di un’ora. Neanche il prezzo era dei migliori: € 277 a testa (con sconto giovani <26), tasse incluse, ma purtroppo prenotando a giugno è stato il meglio che siamo riusciti a trovare. Abbiamo incontrato ragazzi che prenotando prima hanno trovato voli con la Ryan Air per € 150! A causa del ritardo vediamo l'aeroporto di Heathrow solo di sfuggita (ed io non posso curiosare dentro Harrod's, ahimè!). Una volta recuperati i nostri pesantissimi zaini tentiamo di capire come raggiungere il nostro B&B prenotato da casa. Il primo impatto con la lingua inglese è abbastanza traumatico per me: per mesi mi ero vantata di aver acquisito una maggiore padronanza di vocaboli, ma arrivata là ho scoperto di aver imparato un'altra lingua..Comunque in qualche modo il tizio delle tourist information mi capisce. Scopriamo che per raggiungere il B&B dobbiamo prendere la DART, un treno metropolitano che costeggia Dublino nella parte est, dove c'è la baia. Prendiamo l'AER DART, un bus che ci porta alla stazione della DART e troviamo un autista gentilissimo. Il biglietto si fa a bordo, entrando dal lato sinistro della porta e costa la modica cifra di € 5 a testa, compreso il biglietto per la DART..vabbè, eravamo preparati ai prezzi, e poi sono talmente gentili che quasi il prezzo passa in secondo piano. Naturalmente non perdiamo occasione di mostrare le nostre tessere studenti ISIC (si fa nelle sedi CTS e viene € 10, dura fino a dicembre dell'anno di emissione e ti permette di ottenere parecchi sconti), che ci era stato consigliato di fare per avere sconti sui musei e sui trasporti, ma sulla DART non gliene frega niente che sei studente e paghi come tutti. La guida a sinistra cattura l'attenzione della mia videocamera, perchè è la mia prima volta in un paese anglosassone, mentre al mio ragazzo non sembra fregare molto, dato che da ragazzino è stato in Inghilterra. Il tempo, ovviamente, è grigio, ma il giorno sta anche per finire e poi non ci frega molto perchè l'Irlanda ci sta già piacendo! Sulla DART facciamo il primo vero incontro con la popolazione indigena e scopro che i cafoni non stanno solo da noi e questo mi solleva un pò. Infatti i ragazzi che incontriamo sputano a terra, buttano cartacce sul treno, fumano dove è vietato e soprattutto stanno sempre con il cellulare in mano a fare e ricevere squilli e inviare SMS. Tutto il mondo è paese! Naturalmente ci accorgiamo subito che i caratteri dominanti del loro aspetto sono capelli color carota, lentiggini, occhi chiari..Non ho mai visto così tanti rosci in vita mia! Un'altra cosa che ci colpisce è la presenza di così tanti giovani. L'Irlanda è un paese di giovani,a causa delle massicce immigrazioni subite che hanno causato dei salti generazionali e della forte cultura cattolica, fatto sta che alla fine incontrare qualche vecchietto ti stupisce e quasi ti senti vecchio tu girando per le strade in mezzo a folle di teenagers. Il nostro B&B si trova a Sandycove, una fermata dopo Dun Laoghaire (si legge Dan Liri), a sud di Dublino, a 20 minuti di DART dal centro. Dun Laoghaire è il vecchio porto di Dublino, ormai diventata una zona residenziale, al contrario di quello che si può pensare di un porto=zona malfamata; c'è una bella passeggiata da fare lungo la costa con annessa pista ciclabile, un centro commerciale e molti prati e giardini.Il B&B Windsor Lodge è molto confortevole, con una bella stanza en suite (che si differenzia dalla standard per il bagno in camera e non in comune), una casa vittoriana con la stanza per la tv all'entrata e una padrona, Mrs O' Farrell, davvero molto molto ospitale e gentile. Consiglio sui B&B: noi abbiamo prenotato da casa con la carta di credito, telefonando direttamente alla padrona, ma di solito esistono dei siti internet appositi attraverso cui verificare la disponibilità di stanze ed eventualmente chiamare un numero per prenotare. La differenza è che chiamando il numero che dà il sito ci si rivolge all'associazione di cui questi B&B fanno parte, ma a livello di prezzo il risparmio è di 1 euro o 2. Prima di partire dall'Italia sono andata all' Ambasciata d'Irlanda (a Roma) in p.za Campitelli 3 (dietro il teatro Marcello) per prendere un libretto con tutti gli indirizzi e i prezzi dei B&B appartenenti all'associazione "Town & country homes", che durante il viaggio ci è stata davvero utile. All'Ambasciata ti danno tutte le informazioni di cui hai bisogno e puoi prendere molti cataloghi, ma per chi non vive a Roma può contattare l'Ambasciata e chiedere di spedirli (anche per gli ostelli), oppure visitare il sito www.ireland.travel.ie, un portale sull'Irlanda molto fornito di notizie e aggiornato (attraverso cui è possibile anche prenotare le stanze). L'idea che ci è stata suggerita di alloggiare fuori Dublino si è rivelata buona, tanto che decidiamo di prenotare anche la notte di domenica, l'ultima prima della partenza, in un B&B là vicino. La sera ceniamo in un pub alla modica cifra di 30.75 €, ma in effetti poteva andarci peggio e i 2 piatti che ci hanno portato erano piuttosto grandi. Ricordatevi che nei pub si può cenare fino alle 20, dopo non cucinano più. Poi per smaltire il pollo speziato e le salse sull'insalata facciamo una passeggiata sul lungomare, gustando i bei colori del tramonto..Il sole tramonta verso le 21.30 e lascia una luce soffusa nel cielo. La gente brulica nei giardini, approfittando della bella giornata, i bambini giocano e comitive di ragazzi passeggiano. Certo, si vede che io vengo dal "Sud"; loro sono in maglietta a maniche corte e canottiera, in pantaloncini, come se ci fossero 30 gradi, mentre io mi rigiro dentro il mio pile, congelata dal vento gelido che arriva dalla baia! Martedì 13 agosto: Dublino--Galway Il prezzo del Windsor Lodge è nella media (€32), e la mattina sperimento la mia prima Irish breakfast, che di Irish ha ben poco, ma ha molto di British: uova, pancetta, salsicce e un pomodoro. Ho avuto la nausea per un'intera mattina, io che faccio colazione con un toast ed un succo di frutta! Ma ben presto scopro che una colazione abbondante ci aiuta ad andare avanti a lungo nella giornata, e poi siccome è compresa nel prezzo, sarà bene abituarsi alle usanze del posto! Oltre alla cooked breakfast ogni padrona di casa allestisce un tavolo self service con succo di arancia, toast, cereali di tutti i tipi e poi ti serve tè o caffè caldi. (Ah, la loro convenzione sui barattolini di sale e pepe è al contrario della nostra, ossia, il barattolo con un solo buchino è per il sale, quello con più buchini è per il pepe..L'ho sperimentato di persona sulla mia pancetta) Lasciamo Windsor Lodge non prima che Mrs O' Farrell ci dimostri tutta la disponibilità irlandese e, chiedendoci dove siamo diretti, si offre di chiamare il B&B da casa sua e prenotarlo per noi (così come ha fatto per il B&B dell'ultima notte, dato che lei purtroppo non aveva posto). Prima di partire per Galway decidiamo di fare un giro per Dublino, poichè con tutti gli spostamenti che vogliamo fare, avremo solo un pomeriggio per vederla, per di più di domenica. Scendiamo dalla DART alla fermata di Tara Street e dopo pochi metri abbiamo già rischiato 2 volte di essere falciati dalle auto ("look right", ricordatevelo!) e siamo già stati attratti da un immenso negozio di souvenir irlandesi in O'Connell st. Per strada c'è un sacco di gente e di traffico ordinato, ad ogni semaforo c'è una scritta che ti ricorda di guardare a destra o a sinistra (look right and look left), c'è un segnale sonoro per i ciechi che fa un casino assurdo e addirittura esiste un semaforo con il conto alla rovescia per l'attesa del verde!!!Ci dirigiamo verso College st. Dove incontriamo il Trinity College e decidiamo di vedere il Book of Kells. Il Trinity College ha dei giardini stupendi, leggiamo qualcosa sulla guida (noi abbiamo scelto quella della Lonely Planet, ha pochissime foto purtroppo, ma è molto dettagliata, ti dà anche gli orari e i prezzi dei musei e ti consiglia dove dormire o mangiare o fare acquisti e ha anche delle piantine delle città) ed entriamo nella Old Library. Ai primi due piani c'è un museo che è molta apparenza e poca sostanza. Diciamo che quelle poche cose antiche che hanno le tengono bene e ci costruiscono attorno strutture e pannelli che ti danno informazioni e non ti fanno notare che a parte quattro libri antichi e 2-3 monete non hanno niente in confronto ai nostri musei pieni di oggetti o ad un Louvre, che ti ci vuole una giornata solo per girarti un piano. Iniziamo il giro facendoci strada con difficoltà a causa dei troppi turisti e degli zainoni sulle spalle. Io vorrei guardarlo tutto con attenzione, ma il mio ragazzo non è soddisfatto di come ha speso questi 6 € e così comincia a girare velocemente senza soffermarsi, costringendomi a seguirlo per non perderlo di vista e non vedendo bene quelle poche cose che c'erano da vedere. In definitiva il primo piano è una sorta di ricostruzione di come si scriveva e rilegava un libro all'epoca del libro di Kells, con tanto di schermi che proiettano tale procedimento, e copertine di libri, penne di uccello utilizzate per scrivere e carta. L'aiuto visivo ti faceva capire come tutti questi pezzi venivano messi assieme. Al piano superiore, dietro un vetro con luce soffusa per non rovinarli, sono esposti 4 libri antichi tra cui il libro di Kells, che pare essere uno dei più antichi testi esistenti al mondo (800d.C.). Il libro contiene i 4 vangeli scritti in latino, probabilmente dai monaci. Assieme al libro di Kells sono esposti anche il libro di Armagh e il libro di Durrow. Al piano superiore vi è la Long Room, dove c'è la famosa biblioteca presente sulle cartoline. La stanza è davvero suggestiva, merita una foto e una ripresa, ma, neanche a dirlo, sono entrambe vietate. Inoltre hanno chiuso metà della sala, dove vi era esposta l'arpa di Brian Borù, la più antica d'Irlanda, datata 1400 d.C. L'arpa è il simbolo dell'Irlanda (assieme allo shamrock, il trifoglio), al punto da essere stampata su tutte le monete (sia le vecchie sterline che gli attuali euro). Usciamo dalla Library poco soddisfatti di aver visto così poco e per di più di non aver visto tutta la sala, ma si sa, capita che in alcuni periodi dell'anno alcune ale dei musei sono chiuse, non bisogna prendersela. Usciti dalla Old Library ci siamo diretti a piedi (!) verso la stazione Heuston, ad ovest della città. Infatti tra un giro e l'altro si era fatta ora di pranzo. Dublino, rispetto alla nostra città, è relativamente piccola e percorribile a piedi (almeno nel centro e dintorni), così abbiamo pensato di non incasinarci nel capire quale mezzo portasse alla stazione e di trovarcela da noi a piedi. Abbiamo quindi avuto un assaggio di molte strade centrali della città, del famoso quartiere Temple Bar (che di giorno è silenzioso e molto colorato), il tempo di comprare un sandwich confezionato per pranzo e via verso il treno. Per la cronaca, esistono 2 bus che portano alla stazione, il 90 e il 91. La stazione di Dublino è piccola e ordinata, una stazione come tante, insomma. Facciamo il biglietto per Galway sicuri di avere il 50% di sconto sul prezzo con la nostra ISIC card, ma scopriamo che per usufruire di questo sconto abbiamo bisogno di un bollino (uno stamp) che si compra all'ufficio postale e costa 10 €. Impossibile tornare indietro e così paghiamo il biglietto per intero, 20 €, poteva andarci peggio! Quando si tratta di salire sul treno scopriamo un'altra mania comune a tutti i nordici: la fila! Lo dico stupita non perchè non apprezzi l'educazione e la correttezza, quanto perchè era così sorprendente vedere una coda ordinata di gente in attesa di salire sul treno o sui bus! Noi ci ritrovavamo in mezzo alla fila quasi per caso, e spesso, nella corsa ad avvicininarsi alle porte per salire perdevamo la coda con le relative conseguenze di dover aspettare che tutti salissero. I treni irlandesi sono organizzati tipo gli Eurostar italiani, sedili scomodi (secondo me) con tavolo grande davanti. Il viaggio è stato lento e ci ha occupato qusi tutto il pomeriggio, abbiamo passato molte contee, ma sempre lo stesso pacifico e sonnacchioso scenario: prati verdissimi, mucche, pecore, cavalli e fattorie. All'arrivo a Galway veniamo assaliti da una ragazza che vuole a tutti i costi portarci in un B&B e che non fa altro che ripetere quanto sia economico e vicino al centro città. Quando capisce che abbiamo già prenotato ci scarica con la stessa velocità con cui ci aveva abbordato. Il nostro B&B, Roncalli House, è a Salthill, un pò fuori Galway, sul lungomare, in una zona vacanziera per gli Irlandesi (una sorta di Riccione irlandese, credo). La casa è molto bella e tranquilla, la stanza un pò piccolina ma molto graziosa e anche qui la padrona è estremamente gentile. Passiamo lì 2 notti (a 29 €/notte). Galway è una cittadina allegra, con tante vie piene di negozi e di case colorate, e alla sera, dopo la chiusura dei negozi (alle 18), si riempie di gente che suona, canta, balla o fa scenette carine. Una sorta di artisti di strada, come ce ne sono a piazza Navona la sera. Ci sono anche molti pub dove mangiare, anche se noi abbiamo optato per il fai-da-te e fast food. Dal punto di vista culturale a Galway ci sono due chiese importanti, un castello, un museo che sta sul riverwalk, e lo Spanish Arch. La baia di Galway è deliziosa. Il fiume che la attraversa è interrotto da chiuse che vengono usate per la pesca del salmone quando questi risalgono il fiume nella stagione riproduttiva e questa è una delle sue principali attrattive. Lungo il fiume c'è una romantica passeggiata che attraversa la città, ma passando in gran parte accanto a giardini e spazi verdi. La baia invece è piena di cigni che nuotano felici in attesa di un tozzo di pane che qualche turista di solito gli lancia. Sono davvero molto belli e sono tantissimi, inoltre si azzuffano con violenza per strapparsi dal becco quello che gli viene buttato in acqua. Andando verso l'oceano, invece, c'è una lunga lingua di terra, forse un molo, che porta proprio davanti all'oceano. Il panorama è davvero suggestivo, e poi è tutto così tranquillo! La città ha anche una piazza vicino la stazione, Eyre Square, dove c'è una targa in memoria del presidente americano Kennedy che visitò la città l'anno in cui venne assassinato. La piazza secondo me non è un granchè ed inoltre verso sera si affolla di gente non proprio raccomandabile, e poi trovandosi nel cuore della città c'è un gran traffico di auto tutto attorno. Mercoledì 14 agosto: Burren Oggi è il giorno del tour organizzato in pullman che abbiamo prenotato il giorno prima al tourist office. Per la modica cifra di 15 € (20 € era il prezzo pieno), visiteremo la regione del Burren, nella contea di Clare, a sud di Galway. Non amiamo molto questi tipi di gita, quando vediamo questi pullman carichi di turisti per Roma, girarsi tutti verso destra, poi tutti verso sinistra e fare foto all'impazzata, ci sembrano così ridicoli! Ma non avendo un mezzo nostro ci sembra il modo migliore per vedere qualcosa in più, anche se solo dal finestrino. Il Burren è molto conosciuto per via delle Cliffs of Moher (scogliere di Moher), che sono molto suggestive e affollate di turisti, ma a giusta ragione, perchè il panorama lascia senza parole. La ragione, però, è caratterizzata dalla roccia calcarea che nei secoli con l'erosione dei venti e dell'acqua si è scolpita in modo singolare, creando in alcune zone, tanti placche con delle enormi crepe tutto intorno, simili ai pezzi di un puzzle. Non è facile camminarci sopra, specie con apparecchiature elettroniche in mano, perchè si deve saltellare qua e là, ma ne vale la pena. Il nostro tour era il più economico (gli altri venivano 20-25 €), ma la ragazza del tourist ci ha garantito che i tour erano tutti uguali. Nonostante questo il nostro bus è il più vuoto, saremmo una quindicina e per la maggior parte ragazzi e italiani(!) e questo ci fa sorridere, perchè i compatrioti si riconoscono in questo frangente, siamo tutti alla ricerca del risparmio! L'autista ci farà anche da guida, è un ragazzo simpatico, anche se è difficile capire quello che ci dice, ma soprattutto è un pazzo furioso alla guida! Infatti le strade irlandesi sono di per loro molto molto strette, quindi un bus occupa la sua corsia più metà dell'altra e le macchine per far passare i bus sono costrette a finire in mezzo ai cespugli. Fin qui tutto ok, gli irlandesi saranno abituati a doversi infrattare se incrociano un bus, ma quando questo bus invece di essere cauto passa a manetta...! Comunque il giro è panoramico, passiamo chiesette, cimiteri, castelli e rovine che avrei tanto voluto fermarmi a vedere, ma l'autista è impietoso e ci dà solo due notizie sfrecciando via verso le soste obbligate. La prima sosta è il Dunguaire Castle, un castello con tanto di cortile che non sembra un granchè; il prezzo di entrata è 4 € e a me piacerebbe visitarlo, ma il mio ragazzo e gli altri non sono affatto affascinati dall'idea e così desisto anche io. Facciamo un giro attorno al castello che si affaccia su una baia, e mentre io sto accendendo la videocamera sento alle mie spalle un "Porc..": era il mio ragazzo che ha deciso di provare la morbidezza dell'erba facendo un bello scivolone sul fango. Risate generali. I nostri eroi ritornano tutti al pullman dove "Carmageddon" ci attende e ripartono alla volta della meta successiva: le Ailwee Caves. Sono delle caverne sotterranee scavate dall'acqua migliaia di anni fa dove sono stati ritrovati i resti di un orso bruno, cosa molto interessante dal punto di vista archeologico se si pensa che l'orso bruno in Irlanda si è estinto circa 12.000 anni fa. La visita costa 6 € perchè siamo in gruppo e la nostra guida è una ragazza molto carina e gentile che ci conduce a suon di battute lungo tutto il percorso spiegandoci le caratteristiche geologiche della roccia, ed in effetti sembra una lezione di speleologia. Comunque il percorso è suggestivo, molti tratti sono al buio per non rovinare le stalagmiti e le stalattiti e le luci sono soffuse, creando bei giochi di luce con i ruscelli che percorrono la caverna. Alla fine della visita, la guida si congeda e ci saluta davanti ad un bussolotto con scritto "tip", al che, dopo essere passata, mi viene in mente che forse avrebbe gradito ricevere la mancia... Andata, sarà per la prossima. Prossima sosta è il Poulnabrone Dolmen, una costruzione preistorica risalente al 5.000 a.C. Che si trova in mezzo ad una distesa di pietre calcaree che ci costringono a saltellare come conigli. Alla vista del dolmen da vicino, molto più piccolo di quello che sembrava dalle foto, qualcuno dubita che sia vero e comincia ad ipotizzare che si siano divertiti a mettere una pietra sopra l'altra, qualcuno si fa la foto di rito posando vicino al sasso con lo sguardo da "io c'ero", qualcuno impreca perchè inciampa tra le pietre. Io sono tentata di mettermi dal lato opposto del dolmen e, nascosta dietro al sasso, fare le corna mentre gli altri lo fotografano, ma poi ricordo la mia età anagrafica e preferisco esplorare la zona circostante. Non c'è molto da vedere, in effetti, è tutta una distesa piatta di sassi! Torniamo al bus un pò intristiti, il dolmen non ci ha soddisfatto granchè, insomma, ce ne sono di meglio! Ma del resto non si può pretendere granchè da una costruzione preistorica, se si pensa che gli uomini all'epoca erano alti 1,20m e avevano smesso da poco di trascinare le donne per i capelli. In effetti ripensandoci ci si chiede come abbiano fatto a tirare su quelle pietre pesanti e soprattutto come facevano ad entrare tutti là sotto, ammesso che la usassero come riparo, altrimenti a cosa serviva? Altare, zona sacra, statua..? Mentre l'autista pazzo riprende il viaggio, tirando continuamente su col naso al punto di convincerci quasi a regalargli un pacchetto di fazzoletti, noi ammiriamo il paesaggio, anche se la giornata è pessima, cielo plumbeo, pioggia fitta e vento. Stiamo per avvicinarci alla prossima meta, il pezzo forte della giornata: le tanto decantate Cliffs of Moher. Sono delle scogliere di arenaria che si estendono per circa 7km e sono alte fino a 214 m a picco sull'oceano Atlantico, naturalmente, proprio di fronte alle isole Aran; sono ricoperte da un soffice manto verde che contrasta col marrone della roccia. Quando arriviamo c'è una folla di turisti che si taglia col coltello, una fila di bus, ma soprattutto un tempo da cani con un vento che ti porta via. Almeno non c'è la nebbia. Abbiamo circa 2 ore per ammirare le scogliere, camminando lungo il sentiero al margine e così andiamo verso la torre O'Brien per ammirare un lato delle scogliere. Sono attratta dai gridolini e dalle risate di alcune persone dietro di me e scopro che c'è un piccolo arco subito fuori la torre dove si incanala il vento e si ci si mette sotto questo arco si ha la sensazione di essere spazzati via in un istante. Mi sembra una cosa idiota, ma inizio ad odiare tutti quei ragazzini che non mi lasciano provare. Scendiamo dalla zona della torre per andare dall'altra parte. C'è un bel cartello che dice di non oltrepassare la recinzione, ma non ci badiamo perchè poco sotto di noi c'è gente sdraiata sul bordo del precipizio ad ammirare il vuoto sotto di loro e per la prima volta mi scopro un'incosciente presa solo dalla voglia di fare una bella ripresa e voglio farlo anche io! Il mio ragazzo, che dovrebbe dissuadermi da simili propositi, mi incita a scendere, "così ti faccio una bella foto!" è la scusa. Secondo me spera in una folata di vento anomala... Comunque, detto fatto, mi ritrovo in questa base di pietra scivolosa e bagnata a causa della pioggia, contornata da ragazzi che fanno le flessioni al ciglio del precipizio con fare spavaldo, famigliole allegre al completo, con figli piccoli al seguito che si fanno immortalare, e presa dalla foga di sdraiarmi anche io decido di far fare un bel volo alla videocamera, spargendo qualche pezzettino qua e là e trovandomi a rincorrerli da tutte le parti mentre il vento me li porta via (il tutto sotto gli occhi del mio ragazzo..ah, a proposito, la videocamera è sua!). Scopro che tutti quelli che si trovano al di là della recinzione sono per l'80 % italiani. Le foto comunque sono di effetto. Anche le chiazze di fango sui pantaloni e sul k-way. Facciamo anche la camminata del lato sinistro e lì si sguazza letteralmente nel fango! Ma il panorama è migliore e soprattutto meno affollato, per via della maggiore pericolosità del percorso. Un consiglio: se siete in macchina andateci nel pomeriggio tardo (17.30-18.00), quando non ci sono i bus turistici che affollano la zona e che di solito stanno lì all'ora di pranzo. Inoltre godrete della vista di splendidi tramonti. Dopo le Cliffs si ritorna verso Galway, facendo ancora una sosta lungo la costa nei pressi di un faro nella baia di Galway. Il panorama è il solito bucolico, con animali che sonnecchiano e quei muretti di pietre che esistono da migliaia di anni. Quando torniamo in città finalmente il sereno! Questo ci permette di godere a pieno dei colori del cielo d'Irlanda, di un celeste così unico! Il mio ragazzo tenta di trovare una spiegazione scientifica, sostenendo che dove piove spesso il cielo è più limpido e l'aria più pulita, perchè la pioggia depura, ma secondo me è proprio l'Irlanda ad essere magica ed un cielo così bello penso che non lo troverò da nessun'altra parte. Ammiriamo ancora un pò la baia, facciamo qualche foto e ripresa e via verso casa. Io vorrei fermarmi un'altra notte a Galway per vedere il Connemara con un altro tour in pullman, ma alla fine decidiamo di partire l'indomani alla volta del Kerry per vedere nuovi panorami. Il Connemara lo vedremo la prossima volta. Le isole Aran, invece, le abbiamo saltate a priori per mancanza di tempo e perchè il tempo (atmosferico) era un'incognita, se capita una giornata come quella del Burren si rischia di non partire o di arrivare sull'isola e stare fermi per tutto il giorno perchè in bici è pericoloso (come è successo ad alcuni ragazzi italiani incontrati al B&B); e poi io soffro il mal di mare. Ah, un'ultimo consiglio sul Burren: merita di essere visitato con calma ed in macchina, perchè la contea di Clare è piena di castelli e chiesette. Giovedì 15 agosto: Galway--Killarney E così decidiamo di spostarci a Killarney, nella contea di Kerry (SW). La mattina prima di partire facciamo ancora un giro per le stradine di Galway e ci facciamo prendere dallo shopping. Il mio ragazzo si invaghisce di un modello di Clarks in saldo che sa che non troverà mai a casa (nè quel modello, nè soprattutto a quel prezzo!), mentre io vorrei comprare tutto ciò che vedo, anche il commesso della libreria che non era male..Alla fine mi limito ad un paio di libri, ma la Clarks mania colpisce anche me, solo che ho qualche remora, soprattutto perchè il mio zaino è stracolmo. Decido di rimandare l'acquisto a Dublino, così sarò sicura di potermi concedere una spesa così cospicua e lui viene convinto dalla mia saggezza. Per arrivare a Killarney purtroppo abbiamo perso il treno e quindi ci muoviamo in bus, che ci mette di meno ed è più diretto. Dobbiamo cambiare a Limerick. Il prezzo scontato è di circa 13 €. Sul bus incontriamo alcuni compagni del Burren diretti a Cork (che noi non vedremo). Passiamo il Bunratty Castle, famoso pechè è possibile fare dei banchetti in stile medievale che costano una bella cifretta e bisogna prenotare con tantissimo anticipo. Limerick è una città abbastanza grande e caotica (è la terza città dell'Irlanda dopo Dublino e Cork), adagiata sulle rive dello Shannon, il fiume più grande d'Irlanda. La vediamo solo dal bus. Arriviamo a Killarney verso le 18.30 e ci piace un casino! E' diversa dalle altre cittadine, sempre colorata, ma più vivace, più caratteristica, anche se scopriamo dalla guida che è uno specchietto per le allodole per turisti, che vengono risucchiati dalle decine di gift shops, negozi di souvenir, che si trovano in ogni strada. Neanche noi ne siamo immuni. Anche qui respiriamo il solito odore di roba fritta che sentivamo anche a Galway e che si sente a qualunque ora del giorno.Ai margini della città si estende il bellissimo Killarney National Park, con i suoi 3 laghi (Upper, Middle e Lower Lake: non hanno fantasia con i nomi), la Muckross House, la Muckross Abbey e il Ross Castle. Troviamo un delizioso B&B accanto alle mura cittadine del parco, Caragh House, per soli 26 € a notte. La padrona è giovane ma sempre gentile. Di Killarney c'è da vedere la St. Mary's Cathedral, costruita attorno al 1830 e utilizzata durante la carestia del 1840-1850 come ospedale. Nel giardino di fronte l'entrata c'è un grande albero piantato sopra una fossa comune dove furono sepolte le vittime della carestia, e c'è anche una targa che ricorda quell'avvenimento tremendo. Vedere quell'albero mi ha dato una sensazione di tristezza, pensare che camminavo sopra tanti corpi mi ha fatto sentire quasi una profanatrice. Poi c'è la Franciscan Friary, una chiesa francescana con annesso cimitero dei monaci, semplice e ordinato (anche quello!), con tante croci celtiche nere. C'è anche una St. Mary Church metodista. La sera noi 2 ci perdiamo in un supermercato, dove eravamo entrati alla ricerca di una cena, davanti allo scaffale dei cereali il mio ragazzo è quasi commosso nell'apprendere che esistono scatole di Kellogg's Corn Flakes da 1kg, mentre io sono in delirio di fronte ai Crispy M&M's, ad un mega Kit-Kat ed altre schifezze simili. Usciamo indenni con la nostra cena (io con un pugno di schifezze che decido di portare a casa come souvenir, peraltro molto apprezzati dagli "squali" che abitano con me) e prenotiamo un tour del Ring of Kerry la mattina seguente. Non siamo molto convinti della scelta, ma la penisola di Dingle e il delfino Fungie ci sembrano una trovata turistica e poi ne hanno parlato tutti di questo Ring... Venerdì 16 agosto: Ring of Kerry Il tempo è abbastanza buono e il pullman è pieno! Stavolta abbiamo persino una vera guida, che sembra simpatica perchè fa battute a cui ridono tutti, tranne noi che non lo capiamo e fingiamo di divertirci. Prima sosta davanti alla ricostruzione di un villaggio del 1800 in cui non vogliamo entrare e facciamo conoscenza con una coppia di ragazzi italiani che la pensano come noi e socializziamo subito. L'altra coppia di italiani che abbiamo tanato nel tentativo di passare inosservati sembrano poco socievoli e non danno confidenza. Stiamo viaggiando di fronte la penisola di Dingle, molto bella, con spiagge bianchissime, quando si sente un botto provenire dal retro del pullman, seguito da una fumata bianca. Pensiamo ad una gomma bucata, ci fermiamo, ma non sembra. Ripartiamo seguiti da un rumore assordante (forse è saltata una sospensione) fino alla sosta successiva, dove ci scaricano per un'oretta nell'attesa di un nuovo pullman. L'attrazione stavolta è vedere le 21 specie diverse di pecore irlandesi e i cani pastore ammaestrati che fanno una specie di show. Il biglietto di 4 € ci sembra un pò esagerato per vedere delle pecore e noi 4 decidiamo di rimanere fuori, sebbene la ragazza del botteghino precisi come 4 € sia già un buon prezzo (bah!). Intanto tra una chiacchiera e l'altra ammiriamo il panorama, che però ci sembra meno bello del Burren. I ragazzi ci dicono che il tour della Dingle peninsula era stato molto più bello e siccome il Ring ha in effetti deluso le nostre aspettative, consiglio per chi non ha la macchina di optare per Dingle, mentre per chi ce l'ha di fare entrambi i giri evitando le soste turistiche che ci siamo sorbiti noi e passando alle vere zone panoramiche. Ripartiamo alla volta della sosta di fronte alla baia di Ballinskellig, e qui il panorama diventa decisamente interessante e più bello. Il pendio declina dolcemente verso il mare per poi risalire dopo la baia ed inoltrarsi tra le montagne (se così possiamo chiamarle). E' un tripudio di verde e tutto è reso più bello dal sole che splende. Da lontano si vede l'isola di Skellig Michael, dove c'è un antico sito monastico cristiano copto fondato nell'ottavo secolo e abbandonato nel 13mo, dichiarata zona protetta e quasi inaccessibile. Ci sono delle imbarcazioni che con un paio di ore di traversata portano all'isola, ma non possono andarci più di 250 persone al giorno e inoltre non ci sono strutture (bagni, bar, ristoranti). Anche la discesa sull'isola non è molto agevole perchè per non rovinare l'ambiente non sono state costruite banchine o altro. L'isola è disabitata e ci vivono solo una ventina di guardiani nel periodo estivo (maggio-settembre), inoltre le condizioni del tempo sono mutevoli ed imprevedibili; essendo in mezzo all'oceano si può trovare burrasca anche con il sole. Altra sosta nel villaggio di Sneem dove visitiamo una chiesetta protestante con annesso cimitero. Infine ultima sosta di fronte l'Upper Lake del Killarney National Park da cui si gode di una vista grandiosa. Distese di alberi e di prati, di un verde smeraldo. L'Irlanda ha attuato una politica ambientale per favorire il rimboschimento molto intensa e i risultati si vedono! Tornando a Killarney pregustiamo già la nostra ultima mattina passata a pedalare nel parco per raggiungere la Muckross House e la Muckross Abbey e anche il Ross Castle. Affittano le biciclette ovunque in città ed è meglio prenderle col parafango sulle ruote per evitare spiacevoli sorprese sui vestiti, non solo quando piove, ma anche perchè passano i calesse trainati da cavalli e si sa che i cavalli lasciano ricordini ovunque. L'odore di "natura" è una costante della cittadina, oltre ai "ricordini" per le strade. La Muckross House è una bella casa vittoriana piena di stanze dove sono allestite mostre di oggetti d'epoca; è del 19mo secolo. La Muckross Abbey fu fondata invece intorno al 15mo secolo, così come il Ross Castle. Purtroppo la gita al parco non è avvenuta, poichè ci siamo svegliati sotto il diluvio. Sabato 17 agosto: Killarney--Dublino Non poteva andarci peggio: piove e c'è un vento pazzesco, non si può fare la gita nel parco!! Questa è la peggiore rinuncia che siamo costretti a fare, anche peggio del Connemara. Dopo colazione sembra uscire un timido sole, ma dopo aver consultato anche la padrona di casa decidiamo di rinunciare perchè il sereno non sembra reggere. Torniamo a Dublino con un giorno di anticipo. Compriamo qualche souvenir nei graziosi negozietti (i famosi maglioni delle Aran in realtà sono degli ispidi pecoroni dai prezzi inavvicinabili, mia nonna ne fa di più belli e di meno costosi!) e andiamo mestamente verso la stazione. Lì speriamo di consolarci curiosando nel centro commerciale, ma abbiamo il treno alle 9.55 e i negozi aprono alle 10. Per arrivare a Dublino dobbiamo cambiare dopo due fermate nel paesetto di Mallow e nel prendere l'altro treno perdiamo di nuovo la fila e così saliamo tra gli ultimi e siamo costretti a fare tutto il viaggio in piedi, perchè inspiegabilmente pare che tutti gli irlandesi abbiano deciso di andare a Dublino proprio oggi. La situazione precipita col passare delle stazioni, c'è gente ovunque tra una carrozza e l'altra, chi seduto per terra, chi poggiato alle porte dei bagni, chi come noi davanti agli scaffali per i bagagli, quasi non si respira, la gente non smette di fare su e giù al vagone ristorante...Dopo 4 ore, finalmente arriviamo alla Heuston Station. Prendiamo un bus per il centro (fila anche qui, ma stavolta non la perdiamo) e chiamiamo il B&B di domenica notte per una stanza: niente. Allora proviamo quella della prima notte:niente. Andiamo al tourist office che ci trova una stanza in periferia per 22 €(più 3€ di commissione) con bagno in comune. Meglio di niente! Scopriamo ben presto che venire a Dublino di sabato senza una stanza è stata una pessima idea, specie perchè in quel weekend era tutto esaurito per via di un match di calcio gaelico e di hurling la sera della domenica. Comunque siamo stati fortunati. Il B&B era in una zona residenziale, la padrona sembrava un pò tra le nuvole, ma i letti erano grandissimi (contrariamente agli altri B&B) e tutto era pulito. Il consiglio se si arriva nel weekend è di prenotare con anticipo. Vi eviterete la coda nel tourist office e l'ansia di non trovare un posto decente. Il sabato poi c'è il calcio gaelico che richiama folle di tifosi. Passiamo la giornata e la sera a curiosare per Dublino. Certo, l'impatto è d'urto, arrivando da paesini tranquilli e rurali, ci si immerge in un marasma di persone che attraversano la strada, chiassose, c'è il traffico, sembra davvero il Lungotevere, come ho letto in qualche racconto di tpc! Arriviamo subito alla colorata Grafton St., la via dei turisti, piena di negozi, locali e artisti di strada, poi St. Stephen's Green Park, bellissimo, un'oasi nella città, dove abbiamo sonnecchiato un pò, di fronte per chi ama lo shopping c'è un grande centro commerciale. La sera passeggiata nel Temple Bar, dove gli Arnotts, la squadra di Dublino, festeggiavano nei chiassosi locali a suon di birra la vittoria sul Donegal e per le strade si vedevano magliette celesti (boys in blue) ovunque, tutti allegri a cantare coretti. La musica che proviene dai locali del Temple Bar è coinvolgente, ma non entriamo e continuiamo il giro. Dobbiamo rientrare presto per via dei bus. La scomodità di alloggiare in periferia sono proprio gli orari dei bus e della DART, specie la domenica. Dove eravamo noi (Rathfarnham, Dublin 14), il primo bus era alle 10.00. Anche musei e negozi hanno orari limitati, aprono nel pomeriggio e quindi si può vedere poco. Domenica 18 agosto: Dublino Decidiamo di tornare dei normali tpc, dopo che anche l'infatuazione per le Clarks si infrange alla vista dei prezzi, ma soprattutto non avendo più trovato i modelli che cercavamo (era destino che dovessimo risparmiare questi 70 €!). Visitiamo Merrion's Square, dove c'è un altro bellissimo parco con aiuole di fiori curate e precise; cerchiamo la statua di Oscar Wilde, ma dobbiamo aspettare un gruppo di spagnole prima di scattare una foto. La statua è fatta così bene che sembra vera e ho dovuto toccarle i calzini per vedere se erano scolpiti! Per pranzo prendiamo possesso della nostra ultima stanza in Dun Laoghaire, posiamo gli zainoni e ci rituffiamo nel casino cittadino. Facciamo un salto al Dublin Castle, che vediamo solo da fuori, poi andiamo alla St. Patrick Cathedral, ma scopriamo che l'ingresso al pubblico inizia alle 16.30, sono solo le 15! Allora ci facciamo un giro per i giardini della St. Patrick (l'ordine che hanno comincia quasi a starmi antipatico) dove ci fermiamo a riprendere un tizio sdraiato sul prato che russa come un raduno di Harley Davidson, è spassoso e merita una ripresa. Andiamo verso Dublinia, ma l'idea di una ricostruzione tipo l'Italia in miniatura ci sembra una boiata, quindi decidiamo di andare al Temple Bar. Mentre camminiamo circondati da italiani, ma soprattutto romani (ne abbiamo incontrati tanti di compatrioti, ma qui sembrava di camminare per via del Corso!), chi ti andiamo ad incontrare? Un quasi vicino di casa, proprio là, in Dame St.! Il colmo. Ci fermiamo a chiacchierare per un pò e ci siamo così allontanati da St. Patrick da decidere di non tornarci. Andiamo al St.Stephen Green's Park per vederlo meglio, così grazioso, con il suo laghetto pacifico, ci sdraiamo su un prato aspettando l'ora di cena. Il cielo è celeste anche a Dublino, a dispetto del traffico e dello smog. La vacanza volge al termine. Consueto giro cartoline e francobolli, ancora qualche foto sulle sponde del Liffey, io riprendo "look right" impresso a terra perchè finalmente ho imparato, peccato che non mi serva più, e torniamo al B&B. La casa si chiama Annesgrove, costa 28 € a notte, ma condividiamo il bagno con un'altra stanza. Le stanze standard, pur non avendo i servizi in stanza, hanno tutte il lavandino. La padrona è un'anziana signora e la casa sembra un pò quella della padrona di Titti e Silvestro, con i centrini sui divani e i cuscini. Moquette a iosa, come in tutte le case. Lunedì 19 agosto: Dublino--Londra--Roma La mattina colazione alle 7.30 (le uova a quell'ora..bleah..) e via sulla DART verso l'aeroporto. L'aereo è di nuovo in ritardo, ma nel complesso arriviamo a Roma in orario. Peccato che allo zaino del mio ragazzo sia piaciuta così tanto Londra da voler prendere l'aereo successivo, che arrivava alle 21.00. Ma è arrivato a casa comunque, con il suo carico prezioso (macchina fotografica con obiettivi e videocamera), che di questi tempi dopo le ultime notizie sugli addetti ai bagagli è quasi un miracolo. Il totale della spesa, viaggio incluso, si aggira attorno ai 650 €. Quello che davvero non ha prezzo è il carico di sensazioni, di profumi, di colori, di emozioni che al ritorno ci si porta dietro e che ti arricchisce tanto. Il contatto con la gente è stata l'esperienza più preziosa.


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