Motociclisti per caso da capo sud a capo nord

Giorno 26/07/01 e’ il giorno fatidico della partenza per la “GRANDE AVVENTURA” . Siamo al porto di Catania e negli sguardi della coppia Puffi, coppia Chernobyl (a causa della quantita’ delle sigarette fumate) e del Fuhrer e sua moglie si intravede una certa perplessita’. C’e’ chi si chiede perche’ lo sta facendo: forse una sfida...
Scritto da: Daniela Borghini 1
motociclisti per caso da capo sud a capo nord
Partenza il: 31/07/2001
Ritorno il: 23/08/2001
Viaggiatori: fino a 6
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Giorno 26/07/01 e’ il giorno fatidico della partenza per la “GRANDE AVVENTURA” . Siamo al porto di Catania e negli sguardi della coppia Puffi, coppia Chernobyl (a causa della quantita’ delle sigarette fumate) e del Fuhrer e sua moglie si intravede una certa perplessita’. C’e’ chi si chiede perche’ lo sta facendo: forse una sfida con se’ stesso, forse qualche carenza infantile ha provocato questa voglia di adrenalina, forse ha raggiunto il completo stato di follia, forse… ma ormai e’ troppo tardi, la nave sta per salpare e non ci si puo’ tirare indietro. Il Puffo saluta tutti i suoi parenti nessuno escluso come se partisse per il Vietnam, mentre gli altri stile milite ignoto si avvicinano alla nave, per di piu’ greca e non dall’ apparenza esaltante, in cerca di via di fuga, ma… niente il Fuhrer ci guarda e quindi dentro mostrando pure un certo entusiasmo da inizio vacanza. Via gli ormeggi… o almeno noi credevamo. La partenza prevista per le ore 12 p.m. E’ posticipata alle 06.30 e mi sembra il minimo per una nave greca che fa un tragitto italianissimo. Ma noi ignari alle 10 a.m. Ci sentiamo gia’ a Vieste e con l’ aria dei lupi di mare commentiamo con novizia di dettagli tutti i porti. Quando ci avvertono del ritardo scopriamo di non avere superato ancora lo Stretto di Messina. Le prime 20 ore di nave passano relativamente veloci tra qualche caffe’ costato come l’ aragosta e qualche sfida a carte tra Chernobyl uomo e Fuhrer giusto per mantenere alto l’ esercizio alla competizione. Le altre 15 ore sono un viaggio nel buio alla ricerca di un perche’ a tutto cio’. Arriviamo a Ravenna verso le 13.00 ma il Fuhrer dice che siamo in ritardo con la tabella di marcia e quindi di pranzare non se ne parla nemmeno. E’ invece opportuno imboccare con decisione la statale verso Ferrara anziche’ l’ autostrada verso il Brennero. Attraversiamo mezza riviera adriatica senza accorgersi che i paesini non erano affatto alto-tesini. Quando ci accorgiamo dell’ errore torniamo indietro. Siamo praticamente a Km 0 e siamo gia’ stanchi. Ci accorgiamo di essere in Alto Adige quando il diluvio universale si scatena su di noi giusto per testare le attrezzature della coppia Puffi e della coppia Fuhrer e per sviluppare ogni dote di creativita’ e ingegnosita’ della coppia Chernobyl. La tuta made in CUS regge ma manca il proseguimento con le scarpe e quindi elastici, scocth e quant’ altro. Superiamo quasi indenni le Alpi e arriviamo ad Isbruk. La bellissima cittadina austriaca e il buon cuore del Fuhrer che acconsente la cena fa aleggiare tra di noi una certa dose di euforia. Che si sia capito il motivo del tour? Se per caso qualcuno avesse pensato di averlo capito il giorno seguente ogni minimo passo avanti in tal senso si e’ dileguato nel vento. La rotta verso Hannover e’ micidiale. Chernobyl uomo ha sviluppato le sue doti manuali e si e’ cucito un perfetto paio di ghette ai pantaloni. Chernobyl donna incredibilmente non si e’ ancora addormentata forse perche’ serve da metro a Chernobyl uomo che, a causa dei bauletti laterali sporgenti, ha gia’ usato i Puffi come birilli e devastato mezzo distributore. La coppia Puffi , nella loro perfetta tenuta BMW, puo’ contare su una quantita’ sconsiderata di bagagli, tra i quali spicca il borsone “risolutore” in cui si puo’ trovare medicinali pari a quelli in dotazione ad Emergency, vestiti ,scarpe, mezza Manetti Roberts, detergenti in misura tale da rimanere puliti per 6 settimane isolati nella bufera Napapiiri oltre il Circolo polare Artico peggiore che le ultime sette generazioni abbiano visto. La coppia Fuhrer prevede solo tre bauletti essenziali perche’ il Fuhrer dice che non bisogna mica pulirsi e cambiarsi in vacanza. La sua mania anti-igienica viene presto trasmessa anche agli altri piloti e cosi’ via con sonanti peti addebitandoli alla testata della motocicletta; quando gli si obietta che la motocicletta non farebbe certi odoracci accusano senza nessuna coscienza le poveri miti mucche , che ormai prive di mangimi naturali non emettono piu’ nessun odoraccio. Anzi subiscono quelli dei motociclisti. E qualche puzza, ma di losco, la deve aver sentito anche la polizia. Dopo aver schernito i motociclisti tedeschi che diligentemente facevano la fila chilometrica come se avessero una Volvo SW ed essere passati da buon italiani nella corsia di soccorso, la polizia tedesca, che evidentemente risente ancora di una certa rabbia bellica, ci ordina l’ alt. I motociclisti prima derisi ci passano ora davanti con una certa soddisfazione, molti ci sorridono con una punta di commiserazione, altri ci additano come se avessimo commesso chissa’ quale reato, forse una violenza sessuale. Ma questa volta a mettercela li’ e’ la polizia tedesca che pretende 125.000 £ all’ istante a moto. Provando a giustificarci meschinamente diciamo che solo da 1 minuto eravamo sulla corsia di soccorso. Ma loro escono fuori un dettagliato resoconto del nostro reato e precisano che e’ 9 minuti,50 secondi e 5 centesimi che viaggiamo sulla corsia di emergenza. Scopriamo piu’ tardi che tutti i ponti delle autostrade tedesche sono dotate di telecamere e a quel punto la polizia tedesca su di noi aveva un lungometraggio di Pasolini con annessa la critica e il trailer. Arriviamo ad Hannover in serata quando, naturalmente senza interfono, abbiamo gia’ pensato alla nostra famiglia fino al sesto grado di parentela, a chi siamo e cosa saremmo stati se…., abbiamo gia’ cantato a squarciagola tutto il repertorio musicale conosciuto, stilato improbabili progetti, redatto libri e discografie, supposto la reincarnazione in un alce svedese che si deve subire i motociclisti, ipotizzato che arrivi un extra- terrestre che aveva sentito parlare di questa Terra tramite l’ intergalassia-net, come saremo tra 20-30-40 anni e cosi’ via. Hannover e’ una citta’ industriale e come tale alla prima domenica di Agosto e’ praticamente deserta. Ma noi riusciamo , dopo accurata selezione, a scegliere l’ unico albergo della Germania Ovest dotato di trivellatrice che inesorabilmente comincia a funzionare alle 7 del mattino. Stamattina tappa fino in Svezia. Secondo il Fuhrer e’ una tappa irrisoria e dice che saranno al massimo 300 KM. Fra di noi scorge qualche dubbio. Come pensare che un bel pezzo di Germania, tutta la Danimarca e un pezzo di Svezia si percorrono con 300 KM? Ma contestare e’ inutile. Il Fuhrer se ne frega dei contachilometri. Lui tiene tutto a mente e la sua esperienza ventennale di bykers gli permette di calcolare le distanze istantaneamente. Qualcuno usa il metodo infallibile polli-indice con riferimento a qualche strada conosciuta della Sicilia e i conti non quadrano, ma… Arriviamo al traghetto che ci porta in Danimarca percorrendo circa 350 Km, attraversiamo la Danimarca in un batter-vento e giungiamo al grandioso ponte di Malmo. Lo attraversiamo e siamo in Svezia. Il sole ancora ci accompagna , ma dopo 750 Km ci fermiamo a Ljungby, un tranquillo paese svedese. Il giorno seguente la tappa di 400 km per Stoccolma ci appare ormai come un gioco da ragazzi e poi Stoccolma e’ meravigliosa come ci ricordavamo da un viaggio precedente. La moto dei Chernobyl comincia ad avere qualche acciacco, ma ci aspetta il traghetto che ci portera’ da Stoccolma a Turku in Finlandia. Chiamarlo traghetto e’ offensivo, perche’ si tratta di un albergo a quattro stelle galleggiante che attraversa in un mare calmissimo mille isolette incantevoli avvolte dall’ acqua e dai colori del tramonto. La notte e’ memorabile: da una parte alle nostre spalle e’ gia’ buio mentre dall’ altra e’ ancora giorno in un paesaggio unico. Ovviamente in questo contesto affascinante riusciamo a rovinarci la notte. Non abbiamo prenotato e quindi la Sylia Line, in un preciso contesto di fidelizzazione del cliente, ci riserva delle belle poltrone inclinabili quanto basta per farti venire sonnolenza, ma non per poter dormire con tanto di bracciolo non alzabile cosi’ che quei tirchi di motociclisti non possono prendersi due poltrone e la prossima volta si ricorderanno di prenotare una fantastica cabina dotata di ogni comfort. Non ci resta che dormire a terra dove sono ben piazzati i bocchettoni dell’ aria condizionata per ricordarti ancora una volta di prenotare anticipatamente una cabina. Arriviamo in Finlandia alle 7.00 a.m. La temperatura e’ piu’ rigida e viaggiare in moto diventa piu’ arduo. Fra l’ altro il cervello ha pensato talmente tanto fino ad adesso che non riesce piu’ a discernere i pensieri ragionevoli dalle idiozie. C’ e’ chi trasforma le canzoni tipo “ Siamo pazzi in motocicletta e niente piu’” “ All’ alba arrivero’ “ anziche’ vincero’, ecc. Arriviamo a Tampere all’ ora di pranzo in modo da goderci un po’ il pomeriggio. La strada per giungere a Tampere e’ bellissima tra laghi e foreste; la citta’ invece moderna e fredda non ci sorprende granche’. Pensiamo , per riscaldarci un po’, di usufruire della sauna dell’ albergo che qui e’ presente ovunque. Noi, che al massimo la sauna la facciamo d’ estate per andare al lavoro, entriamo come se fossimo nati ad Helsinki. Ci chiedono se siamo italiani e se sono sufficienti due secchiate di acqua sulle pietre infuocate. Ma il Fuhrer e il Puffo uomo con audacia e sicurezza richiedono subito quattro secchiate di acqua e tutto ad un tratto la peggiore nebbia della Padania si abbatte su di loro: le vene si ingrossano, le palpitazioni aumentano, ora con il secchiello si puo’ raccogliere il sudore, ma l’ orgoglio nazionale e’ alto e quindi si calano in una meditazione zen di altri tempi che consente loro con un sorriso tirato di rimanere nel lager per 10 minuti. L’ indomani partenza per il Grande Nord: siamo imbottiti a piu’ non posso e Chernobyl uomo si munisce anche di ginocchiere anti- reumatismo create con la busta della spazzatura. Arriviamo all’ ora di pranzo a Pajigorni e ci fermiamo in riva al lago in un camping fantastico. Alle 10 di sera e’ ancora giorno quindi decidiamo di fare un giro in barca sul lago. Chernobyl uomo ci racconta che suo padre, suo nonno , i suoi trisavoli sono pescatori per cui quando si propone per remare acconsentiamo fiduciosi. Quando , per uscire dal porticciolo, la spintarella alla barca lo fa cadere a gambe all’ aria, e’ ormai chiaro che la sua contestazione giovanile lo ha portato a rifutarsi di remare. Ma ormai abbiamo preso il largo…Il lago a tarda sera si tinge di rosa e la natura attorno ci avvolge prepotente. Torniamo al camping dove si sta tenendo una ballata russo-finlandese di ultra- settantenni che ci offrono da bere un po’ di vodka. Il Fuher e il Puffo se ne ingozzano tre giusto per mantenere alto lo stesso orgoglio nazionale della sauna e quando l’ oste continua a versare capiscono di essere ormai in trappola e quindi “tutta in un sorso- senza rimorso” fino a quando riusciamo a sgattaiolare fuori come ladri. Il giorno dopo partenza per Rovaniemi (circa 300 Km) e Circolo Polare Artico. Imbocchiamo con decisione la strada per il Santa Claus Park e non quella per il molto piu’famoso Santa Claus Village. L’ ingresso di oltre 35.000 £ ci fa presumere che Babbo Natale stia per distribuire regali ai motociclisti: il Fuhrer si aspetta ormai una nuova Bmw, i Puffi un top-case nuovo e i Chernobyl un cupolino gigante. Ma di renne neanche l’ ombra. Il biglietto ormai pero’ lo abbiamo pagato e quindi approfittiamo di tutti i giochi adatti a bambini di 5-6 anni. Quasi distruggiamo la stanza delle palle, giochiamo alla corsa dei cavalli con accanimento, facciamo un trenino che pur essendo alto 3 metri mette una certa paura a Fuhrer donna con un certo disdegno di ffuher uomo e ducis in fundo ci lanciamo pedalando sugli elicotteri volanti come se fossimo al Tour de France e ormai privi di ogni forza motoria spompiamo alla terza pedalata.. Dopo la bidonata giungiamo finalmente al Village dove ha inizio il Circolo Polare Artico e il Fuhrer dice che ormai la meta e’ vicina… Il giorno dopo ci dirigiamo verso il confine con la Norvegia. Il freddo e’ pungente e Chernobyl uomo comincia ad imprecare verso Chernobyl donna che non gli ha fatto comprare il cupolino. Al Km10 era assolutamente non indispensabile, al Km 1000 poteva servire, al Km 2000 te l’ avevo detto che serviva, al Km 3000, ormai frullato, ricerca di un cupolino, al Km 3500, ormai in Finlandia rinuncia del cupolino, al Km 4000 ipotesi varie di sostituto cupolino, al Km 4500: SIAMO FOTTUTI NON ABBIAMO IL CUPOLINO. La strada comunque e’ bellissima e arriviamo a Karisganiemi accompagnati da centinaia di renne, alci, stambecchi, che ancora si discute sulla differenza. Tra fotografie, filmati, diapositive possiamo concorrere al premio giapponese per la renna dell’anno e spiegare a babbo natale l’ anno prossimo quale scegliere. Appena entrati in Norvegia veniamo letteralmente ammaliati dalla sua natura… e dalla sua pioggia. Ormai la strada si inerpica verso la cima di capo- Nord; la meta e’ veramente vicina. Il Fuher si sente come Cristoforo Colombo alla scoperta dell’ America. Con le sue moto- caravelle affronta gli ultimi metri come un esploratore. E come l’ amico Cristoforo chi se ne frega che l’ America e’ stata scoperta da qualcun altro. Lui e’ il vero, l’ unico esploratore di queste terre lontane. Lui, che come Cristoforo si e’ portato dietro questi incompetenti ed ingrati marinai che passeranno alla storia ( dei loro discendenti naturalmente ) e non lo sanno. Che gli abbiano costruito un centro commerciale tipo Auchan per il Fuhrer che importanza ha? Lui e la sua ciurma sono li’ in capo al mondo con di fronte solo l’ immensita’ dell’ oceano. Ma il Puffo uomo non puo’ credere che l’ Europa finisca in un parcheggio e allora prosegue fin sotto il mappamondo di ferro (simbolo di Capo- Nord) in uno sterrato vietatissimo. Il tempo di una foto e l’ Interpool norvegese stava preparando un piano di difesa militare da italiano con progetti insani per la mente. Ma l’ importante che le nostre tre moto- caravelle sono li: la Nina, per le dimensioni dei passeggeri non della moto, la Pinta , la moto del Fuhrer che calato alla perfezione nel ruolo beve tre pinte di birra al giorno e la Santa Maria per l’ esclamazione ripetuta della coppia Chernobyl ad ogni folata di vento, botta di pioggia, volo di zanzara, bisognino di gabbiano, spostamento delle alci che muove la loro F650 monocilindrica come un frullatore. A conclusione della storica giornata ci fermiamo ad Arran , un delizioso villaggio di pescatori a pochi chilometri da Capo- Nord. Tutto fa pensare che si tratti di un posto bellissimo ed economico. Ma presto ci accorgiamo che bellissimo lo e’ di certo ma di economico in Norvegia non c’ e’ nulla. Il giorno dopo cominciamo a percorrere un po’ di strada verso sud che costeggia bellissimi fiordi. La pioggia adesso e’ incessante, ma il panorama indimenticabile. Sostiamo vicino Starlett tra mare, monti,neve e dove ci godiamo in pace il tramonto norvegese che a Capo Nord, causa maltempo, non abbiamo visto. L’ indomani partiamo per Harstad, da cui ci imbarchiamo per le isole Lofoton. Ci dirigiamo prima a Nykgsund, dove ci hanno detto si possono avvistare le balene. Ma , pur essendo il villaggio abbandonato molto affascinante, le balene sono pressoche’ un miraggio. Occorrono 10 ore di mare mosso su un battellino per non avere nessuna garanzia di vederle. Ritorniamo allora nel cuore delle Lofoten a Svolver. Abbiamo finalmente due giorni da goderci in pieno relax in queste bellissime isole e anche la pioggia cessa per dar spazio ad un sole intenso. Ma la moto dei Chernobyl dice no: non si puo’ pretendere di andare in Portogallo, Irlanda e a Capo- Nord senza mai un problema. E allora, avra’ pensato, li lascio proprio li’ nel bel mezzo del Circolo polare Artico senza leva del cambio con il primo meccanico a 2000 Km di distanza. Puffo uomo imbraccia la “poverina” con la quarta marcia fissa e ci dirigiamo al villaggio di A (circa 40 Km di curve strettissime) come se stessimo camminando sul rettilineo di un’ autostrada americana. Puffo donna e’ paralizzata a causa delle curve tagliate, i sorpassi azzardati, i pullman visti da vicino, praticamente da dentro. Ma sull’ isola non esistono meccanici per cui i Chernobyl tornano in Norvegia. I Puffi e i Fuhrer rimangono sull’ isola. Le Lofoten sono splendide, tentiamo persino di fare il bagno a Ramsberg rischiando la paralisi degli arti inferiori. Puffo Uomo, dopo il mappamondo Capo Nord, non lo ferma piu’ nessuno e continua a commettere infrazioni. Ormai c’ e’ uno schedario completo a suo carico e per poco non ci mandano in esilio vediamo… dove? Alle Lofoten. Dopo la cena ci ricordiamo che oggi e’ 10 Agosto ed anche se c’ e’ una nebbia fittissima le tradizioni vanno rispettate : bisogna necessariamente fare un falo’. Raccogliamo un po’ di legna, procuriamo un po’ di carta e scegliamo accuratamente il posto piu’ umido di tutta l’ isola. Sembriamo quattro gabbiani appollaiati su uno scoglio, non ci togliamo neppure il casco, eppure il falo’ che miracolosamente si accende da’ un’ aria di avventura, di esplorazione, di Circolo Polare Artico. I gabbiani-galline che circondano lo chalet in cui dormiamo sono enormi ed evidentemente hanno molto da dirsi perche’ gracchiano( si dice cosi’?) tutta la notte. Forse si stanno chiedendo perche’ mai dal calduccio della Sicilia questi stupidi motociclisti vengono a prendere freddo e pioggia qui e per farcelo capire meglio ci riempiono la moto di escrementi assolutamente indelebili. Nel bel mezzo della notte , quando secondo noi l’ ambiente aveva raggiunto la temperatura ideale, comincia a suonare l’ allarme anti- incendio. Scende il panico, nessuno accorre, si ricerca la causa. In realta’ non c’ e’ nessun incendio : e’ solo la temperatura interna troppo alta o forse sono stati i gabbiani a vendicarsi dell’ ossessiva osservazione del Fuhrer. Lui ha analizzato la dimensione, il colore, il momento del pasto, dell’ accoppiamento, il volo, quando vanno in motocicletta (questo secondo le sue fantasie). L’ indomani ci imbarchiamo per Bodo per raggiungere la coppia Chernobyl alla ricerca disperata di una leva del cambio per la “ poverina”. Secondo il libretto di assistenza BMW a Bodo c’ e’ una Concessionaria Bmw, per cui la coppia Chernobyl si dirige verso Bodo con estrema sicurezza, tanto piu’ che hanno la seconda marcia fissa. Arrivati a Bodo scoprono che la Concessionaria non esiste piu’; ora c’ e’ un muti-marca dove scortesemente cercano di fondere qualche pezzo per procurare una sorta di leva del cambio. Alla fine del lavoro chiedono 1750 Kr circa £ 500.000. A quel punto Chernobyl uomo, neo-motociclista,nel bel mezzo della Norvegia senza il cambio, bagnato fradicio si deve appellare a tutti i dogmi del Dalai Lama, deve ingoiare virtualmente 5 pillole di Lexotan, fare un intero corso di apprendimento veloce di training autogeno per non picchiare selvaggiamente il meccanico scorbutico. Dopo una litigata multi- lingua dove sono i gesti che contano, Chernobyl uomo lasciato il pezzo aggiunto se ne va a folle verso direzioni sconosciute. L’ avventura prosegue sotto la pioggia fino a Mo e poi fino a Thorneim. La coppia Puffi e Fuhrer fanno lo stesso tragitto con un giorno di ritardo.Sui ghiacciai la pioggia, il vento e la nebbia, che in Italia non si manifestano insieme ma qui vivono perfettamente in armonia, sono onnipresenti. Sotto il casco non riconosci piu’ la nebbia esterna da quella prodotta dal tuo fiato e i dubbi sul perche’ di questo viaggio incalzano… A Thorneim ci ricongiungiamo con la coppia Chernobyl che e’ riuscita ad accomodare con una leva casalinga. Ci dirigiamo verso Oslo alla ricerca di una catena che ormai sta per cedere. Ad Oslo ritroviamo il sole e la Concessionaria Bmw. Risolto il problema con un conticino niente male. Ci dirigiamo in Danimarca traghettando ad Helsingborg. Una bella cena ed il sole ci ricaricano a tal punto da trovarci d’accordo sull’ idea piu’ assurda che un uomo, sano di mente, non affetto da nessuna patologia celebrale possa formulare, farla sua e persino trovare dei sostenitori. Decidiamo di fare un’ unica tappa da Helsinbor a Monaco ( 1300 Km circa) per poter riposare un giorno in Germania. Neppure Valentino Rossi e Max Biaggi in un ‘ infinita sfida possono ipotizzare una gara di resistenza simile. Ma noi si. Attraversiamo la Danimarca velocemente e traghettiamo per Puttgarden. Ma chi si rende ancora conto che la Germania e’ uno dei Paesi piu’ estesi di Europa? Chi si rende ancora conto che ci vorranno altre 12 ore e che ogni parte del nostro corpo sara’ ridotta in brandelli? E che il cervello potra’ elaborare al massimo una linea piatta, forse tratteggiata come la carreggiata? E che il nostro fisico dopo 25 gradi di sbalzo di temperatura si sta veramente rompendo e ci dice: sono partito a 45 gradi, sono arrivato a 0 gradi, ho preso acqua, vento, ora di nuovo 30 gradi ti mando un input di mal di testa, schiena, sedere, collo, che te lo ricorderai di comportarti meglio. I Chernobyl sono completamente frullati e Chernobyl uomo preso dal panico di claustrofobia ai genitali, che dopo la muffa ora subiscono un caldo torrido, si toglie le mutande tagliandole ai lati senza neppure togliere l’ anti-pioggia. Davanti allo stupore di tutti lui e i suoi genitali si sentono liberati da questo stillicidio dell’ elastico che vibra, come la moto, sul corpo. Neppure gli American Dream Boys avrebbero fatto di meglio, lui e’ il vero precursore del nuovo look del motociclista aggressivo: nudo sotto- goratex sulla pelle. Puffo donna e’ ormai paralizzata, non parla ma fa cenno con la testa, anzi con il casco , che e’ tutto ok. Fuhrer donna con la parte rimanente del cervello medita il divorzio, perche’ non si puo’ acconsentire certe follie solo perche’ legati da un inspiegabile vincolo di matrimonio con un folle. Fuhrer uomo e Puffo uomo, in preda a vaneggiamenti tipici di persone che vivono trance patologici, affermano che loro ripartirebbero all’ istante per Capo- Nord , che arriverebbero in Italia in nottata, che non gli fa male niente. Quando arriviamo a Monaco tutti odiamo cio’ che vagamente assomigli ad una moto, che faccia rumore di motore, che vagamente assomigli ad un motociclista. Ma loro no. Fuhrer e Puffo rinunciano a Monaco by-night in moto solo perche’ uno strano destino li ha imparentati, fidanzati o sposati con certa gente. Quando anche a notte fonda hanno gli occhi spalancati finalmente si capisce il perche’ di tanta energia: complessivamente in due in 1300 km hanno bevuto due coca-cola, sette succhi multi- vitaminici, tre the, quattro red-bull, quattro caffe’, cinque barrette di cioccolato. Sono in piena narcosi motociclistica e Morfeo li aiuta facendoli cadere in un sonno profondo; sognano di avere superato il loro record giornaliero di chilometraggio in moto. Monaco e’ una citta’ interessante e gradevole e il sole cocente ci fa sentire dei sopravvissuti. Fuhrer uomo e Puffo uomo subiscono la sindrome di Monaco e bevono birra come un tedesco. Coinvolgono anche Chernobyl uomo che, assolutamente non abituato a bere alcolici, subisce un attacco di ulcera perforante che da il colpo finale al suo fisico gia’ precariamente funzionante. Lasciamo Monaco per ritornare in Italia e ad accoglierci, per farci ricordare che questa non e’ una vacanza, troviamo un mega temporale che ci fa giungere a Bressanone totalmente fradici. Nel tardo pomeriggio ci spostiamo a Verona, ma naturalmente e’ la prima all’ Arena e trovare una camera e’ impensabile. Non ci resta che dormire in uno squallido motel lontano da Verona. L’ indomani non sono molti chilometri per tornare a Ravenna, ma prima il Fuhrer perde tutti i bagagli sull’ autostrada impazzita di automobilisti diretti al mare; dopo arrivati in fretta e furia al porto la coppia Chernobyl e la coppia Fuhrer risultano prenotati sulla nave del 4/8 oggi e’ il 18/08. Tutto in questo viaggio, comprese le cose piu’ banali, sono assolutamente da brivido. Siamo di nuovo sulla nave che ci riportera’ a casa. Cerchiamo di trovare lo scopo del viaggio. Per qualcuno e’ stato la realizzazione di un sogno,per qualcuno un modo diverso di trascorrere le vacanze, qualcuno e’ stato trascinato da rapporti sentimentali. Forse per tutti e’ stato un modo per vedere posti incantevoli, avere mangiato cibi diversi, confrontarsi con culture differenti, vedere forse il Paese paesaggisticamente parlando piu’ bello di Europa che e’ la Norvegia,fare un viaggio per molti aspetti irripetibile,stare insieme a degli amici per 23 giorni. E’ questo e’ tutto. Ma non e’ forse tutto? NB: I protagonisti Coppia Fuhrer – Carlo e Daniela – l’ appellativo deriva da una certa propensione al comando di Fuhrer uomo dovuta al grande desiderio di arrivare a Capo- Nord, ma non assolutamente per qualsiasi tipo di approvazione alle ideologie filo- naziste. Coppia Chernobyl – Antonio e Katia – l’ appellativo deriva dal consistente quantitativo di sigarette fumate, non dall’ approvazione dell’ uso sconsiderato dell’ energia nucleare. Tutto al piu’ sono favorevoli all’ uso esagerato dell’ energia eolica. Quella prodotta da loro sulla F650. Coppia Puffi – Andrea ed Alma – l’ appellativo deriva dalla loro statura, non assolutamente dal colore della loro pelle: credetemi non sono azzurri.


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