In moto a Capo nord
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Era il mese di luglio del 1999 stavo andando ad Amsterdam con un mio amico.
In un area di sosta dell'autostrada nei pressi di Monaco incontrammo altri due motociclisti italiani. Consumammo un veloce pranzo assieme, scambiammo due parole e le classiche domande:
"Dove andate?" mi chiese uno di loro
"Ad...
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Http://digilander.iol.it/motonordkapp Era il mese di luglio del 1999 stavo andando ad Amsterdam con un mio amico. In un area di sosta dell’autostrada nei pressi di Monaco incontrammo altri due motociclisti italiani. Consumammo un veloce pranzo assieme, scambiammo due parole e le classiche domande: “Dove andate?” mi chiese uno di loro “Ad Amsterdam” risposi io “E voi?” ricambiai “A Capo Nord”. Fu da quell’istante che per un anno quella frase mi rimbalzò in testa fino a quando….. …il 25 luglio del 2000 avrei voluto partire la mattina presto, ma la sera prima era il mio compleanno e i postumi della baldoria mi concedevano di partire solo a pomeriggio inoltrato, era tutto pronto, mesi di ricerche in rete su esperienze di altri motociclisti, acquisto di nuovo materiale da trekking, accessori per la moto. Mio padre mascherava a stento la propria disperazione, mia sorella che lo implorava di sbattermi fuori di casa e la mia ragazza, che per ripicca se n’era andata in ferie alle Canarie con una sua amica. Ma io dovevo comunque partire…da solo…il desiderio era più forte di me.. 1°giorno Gemona del Friuli-Faakersee 83km Alle 17cira partii da casa, da Gemona del Friuli 30km a nord di Udine, davanti a me 4.000 km a Capo Nord, ero stracarico assieme alla mia Suzuki Intruder 800, borse laterali “gonfie” borsa da serbatoio, zaino e due reti elastiche che imprigionavano materiale sul sedile del passeggero. Dopo 30km, appena superato l’abitato di Pontebba mentre facevo mente locale del materiale che avevo portato con me, mi venne un dubbio, dove ho messo la patente! Mi fermai nella prima piazzola rovistai un po’ dappertutto, non c’era. Non mi rimaneva altro che ritornare a casa. Arrivai a casa, anche lì rovistai in giro, non cera! Per un attimo ho visto svanire un sogno pianificato per mesi quando entrò nel cortile di casa un auto, era il mio vicino di casa, scese e scherzosamente mi disse “patente e libretto” ce l’aveva in mano. L’aveva trovata per strada a 100m da casa, non smetterò mai di ringraziarlo. Ripartii, erano le 18 passate, superai il valico Italo-Austriaco di Tarvisio SS n°13 che dista 60km da casa e dopo altri 20km arrivai a Faakersee vicino Villach. Trovai un campeggio tranquillo vicino al lago omonimo, erano le 20.30 avevo percorso pochi chilometri ma per quel giorno ne avevo combinate abbastanza. 2° giorno Faakersee-Geiselwind 571km Sveglia ore 7.30 colazione, il tempo sta per peggiorare, smonto la tenda e parto. Prendo l’autostrada la A10 direzione Salisburgo, dopo una decina di chilometri arriva la pioggia, ma ci sono abituato, abito in una zona molto piovosa, mi fermo per mettere la tuta antipioggia e riparto. Dopo un’altra decina di chilometri mentre guardavo il contachilometri per mantenere una velocità di crociera sui 110, vedo che segna 0 Km/h, avevo rotto il cordino. Non avevo così neanche il riferimento del carburante, che calcolo con i chilometri parziali, (la mia moto non ha il misuratore di livello carburante) ma fra me pensai, da qua e Capo Nord ne recupererò uno. Così passai i Tauri, Salisburgo, entrai in Germania seguendo la A8, il raccordo anulare ad est di Monaco attraverso la E45, Norinberga e 76km dopo arrivai a Geisewind un piccolo paese accanto all’autostrada, entrai nel campeggio alle sette di sera, montai velocemente la tenda perché ricominciava a piovere, mi cucinai gli immancabili spaghetti col fornello da campeggio e mi addormentai subito, la stanchezza dovuta alla pioggia e la solitudine cominciavano già a farsi sentire. 3° giorno Geiselwind-Neumnster 558km Ripresi l’autostrada che erano le 9 del mattino poco dopo feci una sosta carburante, premetto che il mio serbatoio è di 9 litri più 3 di riserva, a 155km mi entra la riserva, il misuratore di livello benzina sulle moto custom non esiste, il contachilometri è rotto quindi vado avanti un pò ad occhio, male che vada ho con me una tanica da 5 litri ¾ piena. Alla pompa di benzina mi rimetto la tuta antipioggia perché tanto per cambiare ricomincia a piovere. Sempre seguendo la E45 passo Wurzburg, Kassel, Hannover, i paesaggi tedeschi cominciano a diventarmi monotoni forse per colpa della solitudine, ogni tanto qualche grosso generatore di energia eolica mi fa svagare la mente. A metà pomeriggio passo Amburgo l’impressione è di una grande città con molto traffico dove mi sento piccolo e solo, si vede il porto e questo mi consola perché so di aver attraversato quasi tutta la Germania, ancora un ora di moto e trovo un campeggio nei pressi di Nemunster quando sono le 6 di sera. 4° giorno stop per pioggia Mi alzai alle 7 il tempo era pessimo in direzione nord era tutto coperto, decisi di starmene lì. Verso le 11, un oretta di clemenza dalla pioggia mi consentì di fare un giro alla ricerca di un cordino per il mio contachilometri, ma niente da fare. 5° giorno Nemunster-Landskrona 465km Il tempo era migliore, comunque cielo coperto, ripresi la E45 sempre direzione nord dopo 80 km arrivai in Danimarca, e pensare che mi ero prefissato di arrivarci in 2 giorni, ho scoperto che la solitudine ti fa rallentare il ritmo del viaggio, ti demotiva. Comunque sono arrivato in Danimarca paese pieno di generatori eolici, dopo 80 km passo Kolding dove prendo la E20 direzione Odense, poco dopo si presenta imponente il ponte ad arcata unica che collega la penisola danese con l’isola di Fyn. Dopo aver attraversato l’isola, circa 100km arrivo a Nyborg dove c’e un ponte di 13km che collega l’isola di Fyn a quella di Copenaghen, mi fermo per scattare delle foto lo scenario è incredibile si vede la strada che prosegue nel mare dove sembra svanirci, mi rimetto in marcia a bassa velocità, voglio gustarmelo lentamente, nella parte finale del ponte c’è una arcata alta con le classiche due torri che sorreggono i tiranti in acciaio, in questo tratto la strada è in forte pendenza, sento l’adrenalina scorrere nelle mie vene, non mi sembra vero di percorrere un tratto di ingegneria così imponente con la mia moto partita da casa, mi sembra di essere sul ponte di Brooklin. . Percorrendo l’autostrada dell’isola di Copenaghen ritrovo la pioggia, solita prassi, tuta antipioggia e copri stivali. Arrivato a Copenaghen mi trovo di fronte ad un altra maestosa opera, il collegamento Copenaghen-Malmo, i 13 km di mare che separano la Danimarca dalla Svezia sono stati collegati tramite 5km di tunnel sotterraneo, 1km di isola artificiale e 6km di ponte. Percorro il tunnel lentamente, negli specchietti intravedo un altro motociclista, usciamo affiancati dal tunnel sull’isola artificiale e ci scambiamo il classico saluto da bikers, nelle sue borse laterali d’alluminio noto l’adesivo “Nordkapp”, passiamo il ponte, il casello del pedaggio, poi entrambi ci fermiamo a toglierci le tute antipioggia. Scambiamo due parole, lui si chiama Jan ha un anno più di me vive ad Amburgo e studia vicino a Stoccolma, è lì che è diretto, poi arriva la polizia Svedese ci dice gentilmente che stiamo sostando in un’area vietata. Proseguiamo subito e ci fermiamo in un’area di sosta poco più avanti. Parcheggiammo accanto ad altri due motociclisti anche loro di Amburgo, due signori di mezza età che andavano a passare il fine settimana in Svezia con le loro figlie, parlando del più e del meno e consultando la mia cartina stradale, decidemmo di andate tutti e 6 nello stesso campeggio a Landskrona 25km a nord di Malmo. Dopo 5 giorni di solitudine nel giro di 20 minuti mi trovo a viaggiare in gruppo, questo mi rilassa molto. Nel campeggio, la sera, i due signori tedeschi da buoni capi famiglia vanno a cena fuori con le bambine e alle 21.30 sono tutti già a dormire. Io e Jan rimaniamo in campeggio, ci cuciniamo con i nostri fornelli delle vere e proprie schifezze, (trippe in scatola portate dall’Italia) e tiriamo l’una di notte a parlare di moto, del suo viaggio a Capo nord, e delle classiche cose che si hanno in testa quando si hanno 26 anni. 6° giorno Landskrona – Uppsala 678 Sveglia alle 8 il tempo era splendido, finalmente, dopo 5 giorni di pioggia, io e Jan salutammo i due motociclisti tedeschi e partimmo direzione Stoccolma. Non mi ero prefissato nessun itinerario fisso, all’inizio pensavo di percorrere la E6 che da Malmo punta diritta a Nord attraverso i fiordi della Norvegia, Jan mi aveva consigliato il percorso opposto, quello che aveva fatto lui 2 anni prima, passare per Stoccolma, fare la costa est della penisola Scandinava e passare per Finlandia. Stoccolma e la Finlandia mi attraevano molto, i fiordi Norvegesi, pensai, li percorrerò al ritorno. Percorremmo la E4 che da Malmo porta a Stoccolma, il celo era limpido, il paesaggio presentava boschi e laghi molto belli, ma niente a confronto di quelli che si vedono da metà Svezia in su, rimasi colpito dalle auto svedesi, molte sono di derivazione americana grandi e di grossa cilindrata, i camion hanno il passo più lungo dei nostri, le strade sono tutte larghe anche se poco trafficate, capisco subito che qui economicamente non se la passano male. Al primo rifornimento di carburante noto due ragazzi che dal modo di vestire mi fanno pensare che sono italiani, infatti sono di Torino stanno andando anche loro a Capo Nord a bordo di un furgone Ducato, scambio finalmente due parole in italiano. Arriviamo a Stoccolma a metà pomeriggio, Jan mi fa fare una breve visita nelle vie più importanti della città. Stoccolma è bella perché non è la classica capitale caotica, vedo volti sereni nella gente che incrocio per strada. Alle 8 di sera ci rimettiamo in marcia direzione Uppsala 75km più a nord, è la città universitaria dove studia Jan, anche lui dormirà in campeggio, il suo appartamento gli è disponibile dal giorno dopo. Tiriamo tardi a raccontarci la storia della nostra vita, sono le 11 di sera è ancora giorno, il celo è limpido, un azzurro mai visto. 7° giorno Uppsala – Umea 636km Alle 8.30 del mattino io e Jan ci scambiamo le nostre e-mail, mi dà le ultime indicazioni per il viaggio e ci salutiamo come dei vecchi amici, riprendo la E4 come sempre direzione Nord. Appena fuori Uppsala di fronte a un aeroporto militare trovo un’officina di moto, ci entro per il cordino del contachilometri, gentilmente il titolare mi da l’indirizzo di un concessionario Suzuki che è 100km più a nord. Riprendo il viaggio assieme alla mia solitudine che mi assale, e mi pone le domande più strane, ma chi me lo ha fatto fare, mi trovo a più di 2000km da casa solo come un cane randagio, potevo avere tutto a casa mia, la compagnia della mia ragazza, ferie al mare in albergo pensione completa, e invece sono qui in Svezia, a prendere almeno 5 ore di pioggia al giorno, a dormire in un sacco a pelo e mangiare in una gavetta pietanze da sopravvivenza. Poi la strada affianca un piccolo lago, mi fermo un attimo, un bosco fitto e pianeggiante lo circonda, qualche grosso sasso ricoperto di muschio sporge dall’acqua limpida, ne ho visti molti di laghi sulle Alpi, ma mai uno così bello. Quella cartolina mi rasserena un po’ la mente e mi fa riprendere il viaggio con motivazione. Verso le 10 arrivo a Gavle, dove chiedendo un po’ in giro, trovo il concessionario Suzuky che mi avevano indicato, là dentro mi sentivo a casa, come se fossi arrivato in un rifugio dopo una marcia in montagna, avevano un magazzino ben fornito, ma non avevano il cordino per il mio contachilometri. Ripresi il viaggio, da Gavle in direzione nord non c’è più autostrada, tranne piccoli tratti, comunque le strade statali sono larghe e scorrevoli, per non superare i limiti di velocità prendevo in considerazione la velocità dei veicoli che mi precedono. Verso le 12 passo Sundsvall una città con un grande porto e piena di fabbriche, presumo sia uno dei più grossi centri industriali della Svezia, non è bello da vedersi. Verso le 17.30 arrivo a Umea, è presto, potrei continuare, le reception dei campeggi chiudono verso le 21.30 ma sono troppo stanco e stufo di viaggiare da solo. Trovo un campeggio, mi cucino la cena, risotto liofilizzato e carne in scatola, mi sto facendo prendere dall’angoscia, non sono fatto per la vita solitaria, penso di ritirarmi, anche se sono a buon punto non ce la faccio a proseguire, voglio tornare a casa. In quel momento, che è stato il più angosciante di tutti i 12 giorni, sono indeciso se attaccarmi alla bottiglia di Weasky regalatami da un mio caro amico prima della partenza o farmi una camomilla, per fortuna l’angoscia non mi ha fatto perdere il lume della ragione, mi sono fatto una camomilla e sono caduto in un sonno profondo. 8° giorno Umea-Rovaniemi 526km Parto dal campeggio verso le nove e riprendo la E4, in barba alle decisioni della sera prima riguardo al ritiro continuo in direzione Nord, non sono convinto di quello che sto facendo, comunque continuo a viaggiare. Dopo un’ora di strada accadde l’incontro che darà la svolta a tutto il viaggio, mi sorpassano due moto, sono italiane, ci salutiamo, al semaforo successivo, che era rosso, uno di loro mi fa -“Vai a Capo Nord?” Procediamo assieme fino alla sosta carburante, facciamo il pieno e compriamo qualcosa da mangiare, ci presentiamo, loro sono Achille e Franco, sono di Lodi da 4 giorni in viaggio, Achille ha la moto uguale alla mia, Franco ha una Honda mille stradale, scambiamo 2 parole poi Achille mi fa -“Ti aggreghi?” Accettai mascherando a stento l’entusiasmo e facendogli capire che sono uno che sa stare in compagnia, mi sentivo di nuovo in forma pronto ad attraversare mezzo mondo. Continuammo per la E4 passando Lulea e Apparanda, città di confine con la Finlandia, 17km più avanti prendemmo la E75 direzione Rovaniemi dove c’è la casa di Babbo Natale. Qui sosta obbligata dove anche tre motociclisti, brutti, sporchi e “cattivi” ritornano bambini sognando la favola di Babbo Natale. I sogni svaniscono nel trovare, di fronte alla casa del Babbo, un centro commerciale. Sul piazzale c’è la striscia bianca che delimita il confine del circolo polare artico e porta al Santa Claus Office, dove si entra e si trova un negozio della Lego, purtroppo il consumismo arriva ovunque. Da lì ci mettiamo a cercare un alloggio per la notte, troviamo un Cottage, una piccola casa gestita da dei contadini, vista da fuori ci sembra piccola e inospitale, quando entriamo rimaniamo stupiti, c’è tutto, televisore, forno a micro-onde, tutto il necessario per la colazione, moquette e tutto estremamente pulito. Cucino degli spaghetti per tutti e tre, con la fame che abbiamo ci sembrano ottimi, alla televisione danno le previsioni del tempo, per l’indomani mettono qualche perturbazione, ma ci siamo abituati, domani è un altro giorno. 9 giorno Rovaniemi-Capo Nord 735km Partimmo alle 9, era il grande giorno, non stavo andando a fare la solita tappa di trasferimento, stavo andando a Capo Nord, fra me e i miei due nuovi compagni si era subito formato un gruppo affiatato, come se ci conoscessimo da un sacco di tempo. Percorremmo la E75 tra cartelli stradali che indicano attraversamento renne e renne vere e proprie che ci attraversavano la strada, bisogna prestare molta attenzione. In questo tratto di viaggio, nella parte più a nord della Finlandia, si vedono spesso ripetitori militari, ci ricordano che il confine con la Russia non è molto lontano, anche i paesi hanno un aspetto che ricorda il grande paese, sarà per le scritte in doppia lingua che troviamo nei cartelli stradali e nei negozi. Ad un certo punto una situazione molto strana, la strada che percorriamo, larga due normali corsie leggermente tortuosa per seguire l’andamento del terreno, diventa rettilinea e pianeggiante, larga due corsie per senso di marcia con corsia di emergenza e ancora 4 metri asfaltati a lato, questo per circa due chilometri, con al termine un grande piazzale a semicerchio, poi la strada ritornava normale come prima. Non ci voleva molto a capire che avevamo appena attraversato la pista di un aeroporto di emergenza. Passammo Inari (Anar) e 32km più avanti prendemmo la strada n° 92 che porta al confine con la Norvegia, qui il primo cartello che indicava Nordkapp, più di 350km. La 92 è una strada deserta diritta e piena di saliscendi, recintata da ambo le parti per evitare che le renne attraversino la strada, ogni tanto qualche bancarella vendeva stoccafissi essiccati al sole e pelli finte di renna per turisti come noi. Entrammo in Norvegia, percorrendo la E6 che dopo 100km comincia ad affiancare il mare, un mare azzurro come il cielo, le tipiche case nordiche, con il tetto spiovente, fanno da cornice a questa splendida immagine della natura. Per arrivare all’isola di Capo Nord è stato costruito un tunnel lungo circa 4 km, la strada scende sotto il mare in forte pendenza, sotto troviamo la nebbia, poi risale con la stessa pendenza, e i temerari che la affrontano in bicicletta carichi di bagagli sono costretti a spingerla a piedi. Finalmente siamo nell’isola, la strada scorre in un verde di muschi e licheni, non c’è altra vegetazione, non c’e traffico, non c’è rumore, così per i 40 km dell’isola, è veramente splendida. Troviamo un campeggio a 13 km dal promontorio, affittiamo una casetta di legno, sono le 19 preparo spaghetti per tutti e tre e ci promettiamo che dopo cena facciamo gli ultimi 13km. Dopo cena la stanchezza del viaggio tra freddo e pioggia si fa talmente sentire che pensiamo di stenderci un attimino a riposare, quell’attimino si trasforma in 10 ore di sonno pesantissimo, mi ricordo di aver aperto gli occhi e guardato l’ora 2 volte, alle 23 e alle 2 del mattino, ed era sempre giorno. 10° giorno Capo Nord – Sodankyla 609km Alle 7 eravamo in piedi, colazione con caffè liofilizzato, schifosissimo, carichiamo tutto sulle moto e andiamo al promontorio, paghiamo il pedaggio per entrare nell’area del museo, finalmente siamo sotto al monumento del mappamondo, il punto più a nord d’Europa, il tempo è splendido, appena arrivato chi trovo? I due ragazzi di Torino che avevo trovato in Svezia a bordo di un Ducato, ci salutiamo con un “5”. Rimaniamo al promontorio fino a mezzo giorno, scattiamo foto e ci godiamo quel panorama splendido che per un anno ho sognato di vedere, poi sarà per la nostalgia di casa capiamo che è l’ora di rimetterci in marcia, mi sono girato più volte a guardare quello scoglio mentre andavo verso la moto, come un bambino quando è costretto a tornare a casa da un parco giochi e ci vuole ritornare al più presto. Pianifichiamo sul momento il viaggio di ritorno, optiamo per lo stesso dell’andata, sarebbe stato bello percorrere la E6 che costeggia i fiordi Norvegesi, purtroppo la stanchezza del viaggio di andata non ci motivava nel cercare nuove avventure. Poi a me sinceramente andava bene tutto, pur di non trovarmi di nuovo a viaggiare da solo. Viaggiammo fino alle 9 di sera quando arrivammo a Sodankyla, 100km più a nord di Rovaniemi, trovammo un campeggio con degli appartamenti, troppo lussuosi per noi, ma ci siamo adattati , quella sera ero talmente stanco che non sono riuscito nemmeno a prepararmi la cena, ho fatto una doccia calda e sono crollato a letto. 11° giorno Sodankila-Hornefors 662km Verso le 9 eravamo in marcia, dopo circa un’ora eravamo a Rovaniemi dove nuovamente ci fermammo nella casa di Babbo Natale, comprai un regalo per mio nipote di 3 anni, mi venne la malinconia ricordandomi quando avevo la sua età e a Babbo Natale ci credevo. Il resto della giornata è fatto di soste carburante e soste per mettere e togliere la tuta antipioggia, alle 9 di sera superammo Umea e 20 km più avanti, al limite dell’orario di chiusura (21:30), troviamo un campeggio dove affittiamo una casetta di legno, mangiamo della pasta liofilizzata comprata in un autogrill, una vaschetta a testa, basta aggiungere acqua bollente e mescolare, con la fame che avevo non ho riconosciuto nessun gusto. 12° giorno Hornefors-Norrkoping km801 Partiamo come sempre verso le 9, la moto di Franco ha dei problemi ad un paraolio delle valvole, ogni volta che “apre” lascia una fumata bianca dietro di sé e quando gli sto dietro devo aumentare la distanza di sicurezza per non rimanere intossicato, comunque si procede senza problemi. Maciniamo chilometri e consumiamo pieni di benzina tutto il giorno nelle tranquille strade Svedesi, unica eccezione la trafficata autostrada nei pressi di Stoccolma. 100km più avanti della capitale troviamo un campeggio nei pressi di Norrkoping, sono le 9 di sera passate. 13° giorno Norrkopping-Amburgo 981km Riprendemmo la E4 sempre verso le 9, direzione Malmo dove arrivammo alle 4 del pomeriggio, riprendemmo il ponte per la Danimarca lasciando la Svezia a malincuore alle nostre spalle. Le fermate per il carburante diventavano sempre più lunghe, con la scusa di mangiare qualcosa o di fare una telefonata si approfittava per riposare. In un autogrill Danese ebbi un’amara sorpresa, con il vento si era aperta la pattella superiore dello zaino facendomi perdere il rullino delle foto fatte al promontorio e altre due cianfrusaglie di poco valore, per fortuna avevo portato con me anche una “Web-cam go” con la quale avevo fatto delle foto sull’isola di Nordkapp. Entrammo in Germania alle 9,30 di sera e proseguimmo fino ad Amburgo dove ci fermammo in una stazione di servizio, erano le 11 di sera passate, era buio, e mi sembrava strano. A quell’ora era impensabile mettersi a cercare un campeggio così tirammo fuori l’orgoglio del motociclista, in una zona verde della stazione di servizio parcheggiammo le nostre moto e ci addormentammo accanto, avvolti solo in un poncio cerato. 14° giorno Amburgo-Gemona del Friuli 1190 km All’una di notte Franco fa:- “Piove!” Arturo:-“Che ore sono?” Franco:- “E’ l’una” Arturo:- “No… è troppo presto per rimettersi in marcia” Fra me penso:- “e meno male” Franco:- “Potremmo tirare un cellofan da una moto all’altra” Detto fatto e dormimmo sotto il cellofan fino alle 5 del mattino. Così alle 5 del mattino, un po’ induriti dopo una bella notte all’addiaccio, ci rimettemmo in marcia quando il sole faceva timidamente vedere i primi raggi sulla E45. Procedemmo in gruppo fino a Wurzburg, lì le nostre strade si sono divise, io continuai per la E45, Franco e Achille per la E41 direzione Stuttgard, la via più breve per raggiungere la Lombardia, mi mancavano più di 600 km per arrivare a casa quando ne avevo percorsi già 500. Oltre le soste carburante mi fermai due volte solo per prepararmi un caffè e fare un microsonno. Verso le 16 passai Monaco, un’ora più tardi il confine con l’Austria dove c’era ad attendermi una pioggia scrosciante, quando mi fermai per mettere la tuta antipioggia vidi un cartello, Villach 184km, mi sembrava di essere già a casa. Passai l’Austria tutta d’un fiato arrivando a Tarvisio verso le 20, aveva smesso di piovere, telefonai subito a mio padre, che rimase stupito e finalmente rassicurato, gli dissi che avrei fatto un po’ tardi perchè sarei passato prima dalla mia ragazza. Ho usato il telefono GSM senza problemi in tutto il viaggio anche nei luoghi che ritenevo più sperduti, avevo collegato all’impianto elettrico una presa accendisigari per ricaricarlo. Poi chiamai la mia ragazza, era felice di sentirmi, ma mi disse di andare diritto a casa per non rischiare ulteriormente stanco come ero. Io chiaramente la presi come un affronto e chiamai i miei amici, mi ricordarono che c’era la festa del paese, un’ora dopo ero lì fra loro che mi accolsero con abbracci, mentre dietro di me sento qualcuno che dice… “il Forgia è tornato”.