La nostra Praga: magica, piccola, da fiaba
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Per prima cosa, guardo internet per capire quale compagnia aerea collega Roma a Praga che possa risultare a buon mercato: la scelta è tra due! Wizzair che vola su Ciampino e SmartWings che invece collega l’aeroporto di Praga Ruzyne a Fiumicino. Mio malgrado sono stata costretta a provarle entrambe a causa di una disavventura per il ritorno. Per una questione di comodità di orari, infatti, ho scelto un volo di andata e ritorno con Wizzair ed è stata un’esperienza allucinante: all’andata la mia prenotazione riportava come orario di partenza le 21,10 mentre sul tabellone delle partenze in aeroporto lo stesso numero di volo veniva dato in partenza alle 21,50! Prime perplessità… Ci dirigiamo verso i banchi del check-in e regnano il caos e la disorganizzazione più assoluta: gli addetti sono impacciati ed imbranati, le persone in fila si spazientiscono, le stampanti per le carte d’imbarco non funzionano. Il volo parte intorno alle 22,20. Pensare che ho fatto i salti mortali per essere in orario in aeroporto… Il ritorno…Non lo dimenticherò mai! Facciamo il check in e ci consegnano le carte d’imbarco: quando aprono il gate, tutto il personale si dimostra ostile e particolarmente scortese; impediscono l’imbarco a tutti coloro che abbiano con sé più di un solo bagaglio anche se si tratta solo di un sacchetto per gli acquisti, di una borsetta o di un marsupio. Le persone cominciano ad agitarsi, addirittura c’è un uomo che alza troppo i toni e gli addetti chiamano la polizia, altre persone aprono le proprie valigie per riorganizzare il bagaglio, altri gettano ciò che hanno di superfluo…Scene che io non ho mai visto durante nessuno dei miei numerosi viaggi. Morale della favola parte dei passeggeri rimane a Praga: l’unico volo per Roma la sera stessa è con la Czech Airlines…Peccato che costi 600 euro! Si resta a Praga: partiremo il giorno dopo con volo SmartWings ineccepibile dopo una notte trascorsa all’Holiday Inn nei pressi dell’aeroporto prenotato tramite booking.Com la sera stessa.
All’arrivo a Praga, ho prenotato dall’Italia il trasporto in hotel al costo di 20 euro per due persone con la compagnia Cedaz (http://cedaz.Czechtrade.It/navetta-aeroporto-di-praga ): mi sento di consigliarlo se è necessario viaggiare di notte; di giorno, invece, va benissimo il pullman 119 che dalla stazione della metro Dejvicka conduce direttamente in aeroporto e viceversa in una mezz’oretta.
Vago su internet per giorni, leggo i racconti dei viaggiatori, guardo le foto su google earth dei luoghi che mi sembrano interessanti, cerco notizie sui siti dedicati a Praga. Oltre tripadvisor e turisti per caso, trovo molto interessante il sito http://www.Myczechrepublic.Com/it/ dedicato interamente alla Repubblica Ceca ma in particolare a Praga. Intanto acquisto la mia guida, naturalmente Lonely Planet versione Incontri. La porto con me in borsa per circa un mese, leggo e rileggo le descrizioni, i consigli, gli itinerari… Già sento il gusto del viaggio prima di partire…
Prenoto l’hotel dopo essermi fatta un’idea dei quartieri più interessanti della città, leggendo le recensioni dei viaggiatori e guardando le foto delle zone. Scelgo l’hotel Leonardo, a pochi passi dal ponte Carlo, sul fiume Moldava: un hotel bellissimo con camera molto romantica e calda; la colazione viene servita in una sala molto caratteristica con il soffitto a volta in pietra e il buffet è molto ricco. La zona in cui si trova è strategica poiché è a pochi minuti a piedi dalla piazza centrale ma consente di raggiungere in pochissimo altri posti altrettanto interessanti e carini come il quartiere Mala Strana. La doppia con colazione ci è costata 95 euro. Ragionevole dopotutto, specie se si pensa che l’hotel è un 5 stelle.
Arriviamo a Praga di notte. All’uscita dall’aeroporto, scopriamo una città immersa in una fitta nebbia. L’autista che troviamo subito nelle immediate vicinanze del terminal da cui usciamo ci conduce al nostro hotel dopo aver lasciato un altro gruppo di ragazzi italiani in Piazza Venceslao. Il portiere dell’albergo (un giovanottone allegro che somiglia in modo impressionante a un collega di Francesco!) ci accompagna in camera e ci mostra ogni particolare… Sbadigliamo… Che sonno,ragazzi!
Josefov e Stare Mesto
Mercoledì è il nostro primo giorno in città! Ci svegliamo e dalle finestre sul tetto della nostra camera scopriamo che piove! Non è un bell’inizio ma l’entusiasmo ci fa partire ugualmente alla scoperta della capitale ceca. Con un solo ombrello in due, ci stringiamo l’un l’altra per le vie di Praga e ci dirigiamo verso nord attraverso il viale Smetanovo Nabrezi che, costeggiando la Moldava, ci porta fino al quartiere ebraico Josefov. Scopriamo una città sotto la pioggia un po’ sonnolenta, tranquilla, con pochi turisti. Cominciamo a godere di quell’architettura urbana che rende Praga unica caratterizzata da tetti aguzzi fatti di tegole rosse o brune; le strade sono fatte di ciottoli e ci appaiono molto pulite ed ordinate. Camminiamo con questa fastidiosa pioggia che però non ci impedisce di dare il primo sguardo al Ponte Carlo: lo troviamo alla nostra sinistra non appena usciti dalla strada dove si trova il nostro hotel: il ponte collega i due quartieri più belli di Praga, Stare Mesto o Città Vecchia e Mala Strana ossia Città Piccola. Alle due estremità del ponte sorgono due torri, ciascuna con una guglia aguzza di tegole scure: dal lato di Stare Mesto la torre è visitabile ma noi rinunciamo perché la nostra guida consiglia la veduta dall’alto della Torre delle Polveri. Il ponte è attualmente interessato dai lavori e parte di esso è interdetta al passaggio. Tuttavia ciò non impedisce ai turisti di attraversarlo, di trattenervisi per una foto, di indugiare piacevolmente attorno ai molti artisti di strada che lavorano lì, ammirandone i ritratti fatti con il carboncino, o ascoltando la loro musica velata di malinconia. Il ponte ci attira e lo attraversiamo quasi completamente, torniamo indietro, Josefov ci aspetta. Torneremo sul ponte ogni giorno della nostra vacanza e per più volte perché Ponte Carlo è davvero avvolto dalla magia delle favole e chissà che non sia possibile, per caso, attraversandolo finire in una storia di mille anni fa, anche solo con la fantasia… Continuiamo verso nord e ammiriamo il Rudolfinum sulla nostra sinistra, la sala di concerti più importante della città; proseguiamo verso il quartiere ebraico. In questa parte della città vecchia, gli ebrei furono confinati durante l’epoca nazista, fino alla fine della seconda guerra mondiale: è un luogo che invita alla riflessione e alla preghiera, un luogo che ti rimane dentro perché comunica il dolore delle persone che vi hanno vissuto in passato. Dal punto di vista organizzativo, però, il quartiere ebraico risulta difficile da visitare. Camminando per le strade di Josefov, infatti, ci imbattiamo per caso in un botteghino al quale è possibile comprare due tipi di biglietti: 1. Il primo comprende la sinagoga Spagnola, il Cimitero ebraico e la sinagoga Pinkas; 2. Il secondo prevede l’ingresso alle attrazioni previste nel precedente, alla sinagoga Vecchio Nuova e al Municipio Ebraico.
Noi abbiamo optato per il primo biglietto (non proprio economico), anche perché ciò che maggiormente lascia il segno è il cimitero. Non esiste la possibilità di acquistare biglietti singoli per ciascuna attrazione. Ci dirigiamo verso l’ingresso del percorso che prevede inizialmente la visita alla sinagoga Pinkas; ciò che colpisce in questo luogo sacro è il meticoloso lavoro riprodotto sulle mura di trascrizione dei nomi degli ebrei morti durante il periodo nazista. In alcuni punti le scritte originali si sono conservate e fa un grande effetto vedere quante persone hanno perso la vita inutilmente. La sinagoga Pinkas ha lo scopo di ricordarle ad una ad una, con il loro nome… Procediamo verso il cimitero ebraico. Seguiamo una lunga fila di turisti che si aggira tra le lapidi di questo strano cimitero: qui per secoli venivano sepolti tutti gli ebrei della città; era vietato seppellire i corpi altrove, quindi negli anni, i corpi si sono accumulati su dodici strati, tanto da formare delle collinette su cui le lapidi nel tempo si sono inclinate. Nel cimitero è anche sepolto il rabbino Low che ha dato vita alla leggenda del Golem secondo la quale esisteva un fantoccio fatto con l’argilla della Moldava reso vivo dallo stesso rabbino che proteggeva la città. Si narra che il Golem sia fuggito dal ghetto in preda alla pazzia e che il rabbino lo abbia inseguito e rinchiuso nell’attico della Sinagoga Vecchio Nuova dove dovrebbe trovarsi tutt’ora dopo avergli strappato il talismano che lo teneva in vita. La visita al quartiere ebraico si conclude con la visita alla Sinagoga Spagnola dove si fondono due culture, quella ebraica e quella araba: la sinagoga infatti è decorata da fregi arabi in oro che ne rendono l’interno particolare. Proprio all’ingresso della Sinagoga Spagnola vi è il monumento a Kafka: una statua di un uomo senza testa che ha sulle spalle la statua più piccola dello scrittore praghese. Scattiamo qualche foto e attraversiamo via Parizska che collega Josefov alla piazza della città vecchia (Staromestske Namesti). La piazza è il cuore di tutta la città: è bellissima, ampia, popolata da mille turisti; su di essa danno palazzi incantevoli, oltre che la chiesa di Santa Maria davanti a Tyn dalle guglie nere altissime sormontate da stelle dorate e il municipio sulla cui torre c’è l’orologio astronomico, l’attrazione più famosa di tutta Praga: allo scoccare di ogni ora gruppi di turisti col naso in su assistono alla pantomima dell’orologio. Quando la lancetta dei minuti si allinea in alto, uno scheletro che rappresenta la morte suona una campanella, intanto due finestrelle che sormontano l’orologio si aprono e lasciano vedere le statuine dei dodici apostoli che sfilano ordinate. Dopo qualche secondo canta il gallo dorato che si vede sulla facciata della torre e il suo canto è più simile ad una pernacchia! Scoppia l’ilarità del pubblico la cui attenzione viene attirata d’improvviso da un trombettiere in costume che, dall’alto della torre, suona note allegre con il suo strumento. I colpi di scena non sono finiti! Ecco che ci sono due guerrieri in costume ai piedi della torre che duellano con le spade. Io e Francesco ci godiamo lo spettacolino più volte e facciamo un breve filmato con la nostra fotocamera; intanto ci intratteniamo nei dintorni della piazza, scopriamo uno dei negozi Manufaktura presenti a Praga ed è una cosa che non si può assolutamente perdere… Ci sono dei giocattoli di legno realizzati a mano deliziosi, saponi, candele e oggetti per la casa, oltre che le uova decorate della tradizione ceca. Abbiamo acquistato qui la maggior parte dei nostri regali specie per le nostre nipotine che di sicuro li hanno apprezzati più di qualsiasi altro souvenir che avremmo potuto prendere.
Ci allontaniamo dalla piazza percorrendo via Celetna, con i suoi negozi e le sue numerose gioiellerie. A Praga Francesco mi ha comprato un anello bellissimo con una pietra tipica di colore rosso scuro, il granato: ideale per fare regali alle mamme! Via Celetna ci conduce in Namesti Republiky dove ammiriamo dall’esterno la casa civica, una costruzione in art nouveau elegante e raffinata. In piazza, oltre al centro commerciale Palladium, da segnalare la Torre delle Polveri dalla cui cima si gode il panorama di tutta Praga. Io e Francesco saliamo i circa 100 gradini che conducono in cima: siamo soli perché oggi è mercoledì e in città non ci sono molti turisti. Ci affacciamo dalla balaustra della torre ed è un incanto quel susseguirsi di tetti rossi e spioventi… Si vedono il castello da lontano e il ponte Carlo.
La pioggia continua a scendere… Praga ci appare silenziosa e grigia… Ci fermiamo per mangiare qualcosa al Cafè Orient che è delizioso! La nostra guida lo segnala per il suo arredamento cubista e decidiamo di visitarlo. Il caffè si trova al primo piano di un palazzo e il suo interno è particolarmente gradevole con le tappezzerie in verde come i paralumi di metallo. Lungo il perimetro c’è una splendida vetrata che permette di ammirare le strade di sotto piene di passanti e di luci. Sulla strada per tornare in albergo, decidiamo di fare una piccola deviazione per dare una sbirciatina ad un’insolita scultura! Si tratta di “Hangin out”, la statua di uomo molto somigliante a Freud appeso ad un’asta di metallo. La cerchiamo per un po’ di tempo nel punto indicato nella mappa ma senza trovarla…Poi eccoci col naso in su a guardarla! L’autore è David Cerny, le cui opere sono disseminate per tutta Praga, una più fantasiosa e irriverente dell’altra. Decidiamo di vederle tutte nei giorni a venire. Forse il tocco più originale e arguto di tutta la città.
Torniamo in albergo passando nei pressi della Cappella di Betlemme. Siamo stanchi e abbiamo bisogno di riposo ma soprattutto di liberarci dai vestiti inzuppati dalla pioggia.
Per la cena della prima sera, scegliamo il ristorante Stoleti, nei dintorni del nostro hotel, dove mangiamo gulash e gnocchi di pane.
Hradcany e Mala Strana
Ci svegliamo il giorno seguente e scopriamo che il tempo è decisamente migliorato! Dalle nostre finestre sul tetto scorgiamo timidi raggi di sole e questo ci riempie di buonumore! La colazione, abbondante e varia, dell’hotel ci procura le energie sufficienti per la visita al castello.
Raggiungiamo la fermata del tram Narodni divadlo e prendiamo il tram 22 in direzione Bila Hora: la corsa in tram è piacevole. Dai finestrini, la città scorre davanti ai tuoi occhi increduli che possa esistere una città che sembra una fiaba per bambini! Attraversiamo Mala Strana e scendiamo alla fermata Prazsky Hrad. Siamo sulla collina che domina la città e di fronte a noi si erge il maestoso castello. Ci avviciniamo all’ingresso secondario (che è quello più vicino alla fermata del tram) e scorgiamo le mura del castello che nasce in mezzo ad una folta boscaglia; entriamo nel cortile del castello e, a sinistra, troviamo un negozietto dove è possibile acquistare i biglietti e l’audioguida.
E’ quasi mezzogiorno, quindi ci dirigiamo verso l’ingresso principale dove abbiamo intenzione di assistere al cambio della guardia. Davanti al cancello si è raccolta molta folla e aspettiamo che si faccia ora osservando i dintorni, soprattutto ammirando la collina di Petrin su cui svetta una torre di ferro molto simile alla tour Eiffel ma in miniatura. Allo scoccare delle 12, si avvia la cerimonia del cambio della guardia! Alcuni soldati in uniforme marciano dall’esterno verso il cortile del castello dove altri soldati suonano una musica assordante: i due gruppi si scambiano il posto in una serie di movimenti in tondo all’interno del cortile; una cerimonia piuttosto grottesca e goffa a nostro avviso che dura anche moltissimo tempo tanto da diventare assai noiosa. Abbiamo seguito il rito per un po’ poi ci siamo distratti e Francesco ha improvvisato un suo “cambio della guardia” marciando a ritmo di musica con l’audioguida come fucile! Un vero spasso! Dopo la cerimonia, abbiamo cominciato la visita al castello. Molto interessante la cattedrale di San Vito, il vero cuore del castello: si tratta di una cattedrale in stile neogotico che risale al 1800. Al suo interno, diverse cappelle dedicate a svariati personaggi cattolici del regno di Svevia, tra cui il re Venceslao, di grande bontà divenuto santo dopo la sua morte procuratagli dal fratello Boleslavo che ordì una congiura ai suoi danni per usurpargli il trono; un altro personaggio di rilievo commemorato nella cattedrale di San Vito è Santa Ludmilla, nonna del re Venceslao che iniziò il nipotino in tenera età ai principi cristiani: proprio per questo motivo fu assassinata dalla nuora, la mamma di Venceslao, che non vedeva di buon occhio tale influenza sul figlio. Infine, il personaggio che più ci ha colpito è stato San Giovanni Nepomuceno: all’interno della cattedrale vi è un’enorme statua d’argento del santo che viene molto venerato in tutta Praga. Si narra che San Giovanni Nepomuceno sia diventato il confidente della regina consorte di Venceslao e che, quando i due coniugi ebbero forti dissidi, lo stesse re abbia fatto prima torturare e poi uccidere il santo senza che egli tradisse le confessioni della regina. Il re ordinò che il corpo di San Giovanni fosse gettato nella Moldava e nel punto in cui ciò avvenne, oggi sorge una targa. La leggenda racconta, inoltre, che tempo dopo la morte del santo, sia stata trovata nella Moldava la sua lingua di carne ancora viva, proprio a testimonianza della sua fedeltà alle confessioni della regina.
Continuiamo la visita al castello visitando il palazzo reale, poi la chiesa di San Giorgio e, infine, lo splendido Vicolo d’oro. Questo minuscolo vicoletto è un vero gioiello con le sue minuscole e colorate casette; ciascuna di esse, secondo la leggenda, ospitava un tempo gli alchimisti alla ricerca della formula magica che trasformasse i metalli poveri in oro. Al numero 22 c’è una casetta dipinta di blu che, per un periodo, ha ospitato lo scrittore ceco Franz Kafka.
Usciamo dal castello quasi al tramonto e lasciamo la collina che lo ospita in tram con il quale raggiungiamo Malostranske Namesti: la piazza è ricca di vita ma avvolta da quella magia da fiaba che caratterizza tutta Praga. Dai vetri di Starbucks, dove ci sediamo per una magnifica fetta di torta e un caldo caffè, vediamo scorrere la vita praghese, i tram, le mamme, gli operai… Praga è una città povera… Lo capiamo dai vestiti delle persone, dai locali pieni solo di turisti, dai visi tirati e stanchi degli uomini che tornano alle loro case.
Giriamo per un po’ nel quartiere Mala Strana, meno turistico e caotico di Stare Mesto, raggiungiamo via Nerudova piena di luci e di negozi. Ci infiliamo in un negozietto di souvenir per riscaldarci un po’ e ne approfittiamo per comprare qualcuno di quegli oggetti che, una volta tornati a casa, ti ricordano la città dove li hai presi, le emozioni, le scene, la gioia del viaggio. Oltre alle solite cose, scovo una casetta di maiolica e di terracotta che può ospitare una candela e qualche immancabile boccale di ogni dimensione e materiale. Seguendo le indicazioni della nostra preziosa guida, facciamo una piccola deviazione per vedere un’altra scultura di Cerny “Quo Vadis”: percorriamo via Vlasska, superando l’ambasciata tedesca e ci avventuriamo in un sentiero di terra battuta che conduce al retro dell’ambasciata stessa; attraverso la recinzione, si può vedere la scultura che rappresenta un’automobile con quattro gambe umane al posto delle ruote.
Costeggiamo la Moldava tornando a casa e facciamo una breve sosta nella chiesa che ospita il Bambinello, quella di Maria Vittoriosa; c’è un prete di colore che officia la Messa: ci tratteniamo per un po’ tra i banchi di legno osservando la teca di vetro che custodisce il piccolo Bambinello di cera vestito con uno dei suoi colorati e preziosi abitini. Proseguiamo seguendo via Karmelitska fino al ponte Legion: ormai è buio… Dal ponte si vede il castello illuminato ed è incantevole! Francesco non resiste all’idea di scattare foto notturne dell’imponente castello: sceglie mille angolazioni, diversi scorci. Io ho esigenze fisiologiche, non ho voglia di aspettare e lo trascino in hotel… Ci riscaldiamo e recuperiamo le energie prima di uscire per cena. Abbiamo scelto un ristorante in via Celetna, U Supa, lo raggiungiamo percorrendo via Karlova e attraversando la piazza della città vecchia. Io mangio gulash buonissimo, Francesco un enorme stinco di maiale al forno un po’ troppo grasso. Il ristorante ha pareti dipinte con le tonalità del verde ed enormi lumi con paralume in tessuto giallo ocra: non è il massimo del gusto ma a Praga i ristoranti non brillano per i loro ambienti curati. Ci adattiamo anche al violinista che mi fa la serenata al tavolo in cambio di una lauta mancia! Ancora Mala Strana, Piazza Venceslao e Nove Mesto Oggi è venerdì! Ci svegliamo e il tempo è sempre clemente… Quasi c’è un po’ di sole. Ci tratteniamo un po’ di tempo in più a letto; ci alziamo per la colazione e poi di nuovo in marcia. Come ogni giorno della nostra vacanza ci dirigiamo verso il Ponte Carlo, splendido nel sole del mattino! Ci soffermiamo sulla riva est dove un complesso jazz intrattiene i passanti e i turisti che aspettano di salire sulla Torre del Ponte. Attraversiamo il ponte guardando la Moldava che scorre placida, gli artisti che ritraggono i visi dei turisti, due musicisti ciechi che si tengono per mano… Sulla riva ovest del fiume andiamo alla ricerca della scultura “Piss” di Cerny; la troviamo di fronte al Museo Kafka ed è davvero carina. Rappresenta due figure maschili controllate da un computer che urinano in un laghetto il cui contorno riproduce il confine della Repubblica Ceca; con la loro pipì, i due uomini scrivono frasi famose della letteratura ceca; è addirittura possibile inviare un sms ad un numero indicato sulla nostra guida, per vederlo “scritto” nel laghetto! Senza volerlo, ci troviamo a passeggiare ancora un po’ per le strade di Mala Strana: catturano la nostra attenzione i particolari di questo quartiere che sembra una piccola città nella città. Ci fermiamo a guardare ammirati un minuscolo laboratorio di marionette; ce ne sono di tutti i tipi, di ogni colore e di diversi materiali. Ci piacerebbe acquistarne qualcuna ma il ricordo della dimensione del nostro bagaglio a mano ce lo impedisce. Scoviamo un vicoletto pedonale così stretto che c’è il semaforo per regolare il passaggio, un mulino ad acqua che affonda le sue pale lente in un canale della Moldava e le strade fatte di ciottoli, le piazze, i negozi di quartiere… Mala Strana è indimenticabile: bisogna visitarla senza fretta e, se si è un po’ fortunati da avere un po’ di sole, tutto diventa davvero magico. L’ultima tappa a Mala Strana è il muro di John Lennon: una parete imbrattata in malo modo di scritte rozze.
Ci incamminiamo verso piazza Venceslao, percorrendo le strade di Stare Mesto. Ci guardiamo intorno osservando le costruzioni, i locali, i volti delle persone che camminano veloci per le strade fredde della città. Siamo quasi arrivati alla piazza e facciamo una piccola sosta in un negozio di articoli sportivi: proviamo qualche indumento sia io che Francesco ma non compriamo nulla. La sosta in negozio ci aiuta a riscaldarci un po’ perché la temperatura è davvero rigida. Con coraggio ci decidiamo ad affrontare il freddo e ci dirigiamo verso piazza Venceslao; si trova nel quartiere Nove Mesto, quello più nuovo della città, dove lo scenario è completamente differente da Mala Strana e da Stare Mesto: ci sono molti negozi internazionali e fast food, tanti palazzi costruiti di recente e pieni di uffici. Il comunismo qui sembra lontano anni luce! La piazza è grandissima: ha una forma quadrangolare ed è molto imponente; sul lato più lontano c’è il museo nazionale davanti al quale campeggia la statua equestre del re Venceslao. Sugli altri tre lati, boutique, gioiellerie, negozi e fast food di ogni genere, oltre alla galleria Passaggio Lucerna che ospita “Horse”, ancora una scultura di Cerny! Rappresenta re Venceslao seduto sulla pancia di un cavallo evidentemente morto e appeso per le zampe. Prima di lasciare la zona della piazza, andiamo alla ricerca dell’unico lampione cubista che esiste al mondo! Lo troviamo in un vicoletto nascosto e ci divertiamo un mondo a scattare foto simpatiche di noi due accanto al lampione in calcestruzzo bianco dai contorni squadrati con la lampada in vetro e ferro. Notevole, da non perdere! Girovaghiamo un altro po’ per la piazza, dando un rapido sguardo al memoriale delle vittime del comunismo e soffermandoci, invece, sulla tomba del giovane Jan Palach, lo studente che nel 1969 si diede fuoco in segno di protesta per l’invasione sovietica della Cecoslovacchia. Ancora un pensiero e una preghiera per il giovane martire e poi una saporita sosta da KFC per recuperare le energie e riprenderci dal freddo. Mangiamo tanto come al nostro solito e Francesco si diverte un sacco a prendermi in giro perché una cassiera del fast food è un po’ troppo carina con lui… Dall’angolo sud-ovest della piazza, imbocchiamo via Mezinbraska, fino a girare a destra in via Jecna dirigendoci verso la Moldava; nei pressi del ponte Jiraskuv troviamo la famosa Casa Danzante! Si tratta di due palazzi vicini che sembrano un uomo e una donna abbracciati che ballano: il palazzo che rappresenta la donna è tutto di vetro e ha la base più larga della cima proprio come se fosse una vaporosa gonna da ballo! Il palazzo che fa l’uomo, invece, ha in cima un’antenna che sembra un cappello. La casa danzante è un gioiello di fantasia e di architettura: vale la pena spendere un’oretta per poterla guardare e fotografare! Intorno il traffico rumoreggia, la Moldava scorre tranquilla: io e Francesco ci tratteniamo a guardare il fiume e un’imbarcazione di legno che ospita un ristorante. Percorriamo per un pezzo la strada che costeggia il fiume Masarykovo Nabrezi sulla sponda ovest: dall’altra parte c’è l’isola di Kampa! Ci sediamo su una panchina di legno e discutiamo sul ristorante da scegliere per la serata. Siamo incerti, un po’ delusi . I ristoranti a Praga non sono per nulla accoglienti. Ci appaiono tutti freddi o troppo fastosi, neoclassici o troppo spartani. Non si mangia neppure benissimo ma bisogna adattarsi! Seduti sulla nostra panchina, leggiamo la nostra guida che ci suggerisce due ristoranti in particolare a Mala Strana. Decidiamo di andare a dare un occhiata ad entrambi per evitare spiacevoli sorprese a ora di cena. In realtà, è una buona occasione per passeggiare ancora per Mala Strana, lungo le sue strade di pietra, osservando le facciate colorate, immergendosi in una densa atmosfera di magia… Nessuno dei due ristoranti ci ha colpito positivamente! Dall’esterno sembrano anonimi, squallidi. I menu non ci attirano così vaghiamo per un po’ senza meta per le viuzze di Mala Strana. Senza volerlo, ci imbattiamo in un pub che già dall’esterno sembra particolarmente accogliente; decidiamo subito di entrare e di fermarci lì per la serata. Il pub si trova in via Karmelitska e si chiama U Maleho Glena. Bisogna andarci almeno un volta! E’ un pub molto carino con tavoli in legno e lunghe panche: ci si ritrova a dividere il tavolo con altre persone, oppure si può mangiare al banco in pietra che c’è sedendo su alti sgabelli. Verso la strada ci sono finestre basse da cui si può osservare la città, le luci sono soffuse, il soffitto in pietra. Il menu offre molta scelta: oltre ad un assortimento di piatti tipici, come il gulash o lo stinco di maiale, ci sono anche i tipici piatti da pub, dolci buonissimi e birra a volontà!
Zizkov e il Palladium Oggi è sabato! La nostra vacanza sta per terminare: Praga diventerà presto un bel ricordo. Ma per ora siamo qui e non vogliamo sprecare neppure un minuto… Praga, in fondo, è una città piccola. Si visita facilmente a piedi senza bisogno dei mezzi pubblici che sono comunque molto efficienti. Si visita anche in poco e 3 o 4 giorni credo siano la giusta misura del tempo da dedicare alla città.
Oggi completeremo la visita a Praga in chiave Cerny, questo scultore che ci ha così colpiti e attratto per tutto il tempo. Il programma prevede di raggiungere la torre della televisione nel quartiere Zizkov: prendiamo la metro a Staromestska fino a Jiriho z Podebrad e da lì raggiungiamo la torre con una camminata di 10 minuti. La torre in sé non ha nulla di speciale, anzi, è piuttosto brutta ma il motivo per cui siamo qui è Miminka, cioè l’installazione di grossi bambini che si arrampicano carponi lungo la torre! Queste sculture di Cerny furono installate nel 2000 quando Praga fu eletta capitale europea di cultura; furono successivamente tolte ma, in seguito alla pressione dell’opinione pubblica, furono reinstallate e vi rimarranno almeno per tutto il 2010. E’ un’idea incredibile! Guardando dal basso si vedono questi giganteschi neonati neri che gattonano lungo la torre… Rimaniamo a guardare per un po’ poi, per caso, Francesco legge sulla nostra guida che, appena fuori città, vi è una mostra permanente dove si può osservare la scultura di Cerny Brown Nosing; decidiamo di andarci e di sottrarre un po’ di tempo al pomeriggio che spenderemo per lo shopping.
Raggiungiamo la metro e scendiamo ad Andel: dopo un quarto d’ora di camminata (in salita) raggiungiamo la Futura Gallery. La sorpresa, purtroppo, è sgradevole. La galleria è chiusa per ristrutturazioni, così non ci resta che tornare delusi sui nostri passi e raggiungere il Palladium.
Un grandissimo centro commerciale a tre piani in Namesti Republiky: questo è il Palladium! Entriamo senza fretta assaporando il dolce tepore che vi è dentro. Girovaghiamo per un po’ tra i negozi, compriamo qualcosa da H&M; ci divertiamo a provare cose strane, a sorriderci attraverso gli specchi dei negozi e facendo le smorfie guardando vestiti orribili! Quando lo stomaco ci chiama con un insistente languorino, facciamo un giro all’ultimo piano dove ci sono diversi tipi di ristoranti: scegliamo il giapponese Makakiko e non ce ne pentiamo.
Si è fatto buio. Usciamo dal Palladium e assaporiamo l’aria frizzante della nostra ultima serata a Praga. Ci abbandoniamo in un sereno girovagare attraverso i vicoletti di questa città incantata e, lentamente, raggiungiamo la piazza della città vecchia. Scopriamo che la piazza è piena di gente e vi sono dei banchetti caratteristici tutto intorno: su alcuni enormi barbecue assistiamo all’arrosto del prosciutto tipico di Praga, osserviamo un arrotino che lavora alcuni attrezzi di metallo; vendono un po’ di tutto, l’aria è densa di fumo, fa freddo… Sulla strada del ritorno in albergo, io e Francesco ci fermiamo in una delle mille gioiellerie che ci sono lungo le strade… Mi piace tanto un tipo di pietra di colore rosso scuro e da quando sono a Praga mi piacerebbe trovare un anello della mia misura. Il commesso ci dice che posso scegliere l’anello che preferisco e in poche ore lo renderà adatto al mio dito! Scelgo un anello bellissimo che il mio amore ha deciso di regalarmi. Lo lasciamo in negozio per l’adattamento e ci accordiamo per ritirarlo più tardi o, al più, all’indomani. Torniamo in albergo per un breve riposo prima di cena. Decidiamo di tornare anche stasera al nostro pub: si sta troppo bene e la scelta non è poi così varia.
Si parte Oggi è domenica! Giorno di partenza. Al nostro risveglio, prepariamo il bagaglio e lo lasciamo in custodia in albergo. Abbiamo a disposizione una mezza giornata da dedicare a Praga. Ormai la città ci è familiare: facciamo una lunga passeggiata fino a Namesti Republiky, guardando le vetrine e osservando i passanti e i turisti. La piazza della città vecchia è affollatissima, i caffé sono pieni di gente che si gode il sole del mattino. Ritiriamo il mio anello (bellissimo! Il più bel souvenir che potevo prendere!) e ci dirigiamo verso un caffé carino che avevamo notato nei giorni precedenti in Karoliny Svetle. Oggi c’è il moto gp e Francesco non vuole perderselo: ci siamo organizzati per vederlo in questo grazioso localino. Purtroppo però scopriamo che di domenica il caffé apre alle 15; troppo tardi. Dirottiamo di nuovo sul nostro pub preferito U Maleho Glena dove l’atmosfera è così accogliente e i piatti molto gustosi.
Un ultimo sguardo a questa città che ha il sapore di una favola, l’ultima corsa in metro e via verso il prossimo viaggio!