Normandia, Bretagna e dintorni in camper

2/8/09 Che giornata! Mattinata dedicata ai preparativi del camper. Alle 15, sotto alcune goccioline di pioggia, siamo partiti alla volta di Chamonix. Non abbiamo trovato assolutamente traffico ed anche al traforo abbiamo avuto una coda di soli 10 minuti. Siamo arrivati a destinazione, nel nostro solito e favoloso parcheggio della funivia alle...
Scritto da: formicama
normandia, bretagna e dintorni in camper
Partenza il: 02/08/2009
Ritorno il: 21/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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2/8/09 Che giornata! Mattinata dedicata ai preparativi del camper. Alle 15, sotto alcune goccioline di pioggia, siamo partiti alla volta di Chamonix.

Non abbiamo trovato assolutamente traffico ed anche al traforo abbiamo avuto una coda di soli 10 minuti.

Siamo arrivati a destinazione, nel nostro solito e favoloso parcheggio della funivia alle 18.00.

Ho cambiato look, passando dai pantaloncini corti a quelli lunghi, ed aggiungendo il maglioncino, e siamo subito usciti per passeggiare nel centro della vivace cittadina.

Meta di questa sosta, non molto lontana da casa, era un ristorante in cui eravamo già stati 3 anni fa ed in cui avevamo mangiato una specie di raclette favolosa.

Alle 19.00 circa vedendo altri mangiare, essendo stati leggeri a pranzo ed ingolositi dalla cena allettante … ci siamo incamminati verso il ristorante.

Un pezzo di formaggio simil fontina, circa 500 gr, viene avvicinato ad una gabbia di ferro contenente brace, così da scioglierlo. Man mano, la crema che ne deriva viene mangiata con le patate lessate e con dei salumi. Buonissimo e supercalorico.

3/8/09 Oggi abbiamo percorso tanti km (464 km), ma siamo anche riusciti ad effettuare tre visite.

La prima sosta è stata a Cluny, per scoprire i resti della grande abbazia, costruita tra il 1088 ed il 1130 per una lunghezza di 187 m.

Durante la visita si ha modo di capire, tramite un filmato in 3D, quale fosse il suo aspetto nel medioevo.

Nel complesso non credo comunque valga la pena fermarsi.

Successivamente ci siamo spostati a Tournus, per entrare nell’Abbatiale Saint Philibert, superando le due torri rotonde che contrassegnavano l’ingresso principale dell’antica cinta fortificata.

L’ingresso è gratuito.

Nel 2002 è stato trovato per caso un mosaico dietro l’abside che raffigura il calendario e lo zodiaco.

Si può accedere anche alla cripta ed al chiostro.

Sosta abbastanza rapida, ma carina, meglio di Cluny, c’è più da vedere.

Per finire siamo andati a Beaune. Le caratteristiche sono duplici, per questa cittadina. La prima è la produzione di vino, che ha fatto fiorire molteplici cantine per la degustazione, l’altro è l’Hotel Dieu, fondato nel 1443 ed utilizzato come ospedale fino al 1971. Il cortile interno è sormontato da torrette decorate e tetti spioventi con tegole multicolori. Qui si visitano la Grande Sala (Corsia dei Poveri), con il soffitto a volte a botte, destinata ai malati, la farmacia, la cucina ed il Polittico del Giudizio Universale.

Visita interessante e movimentata.

Quindi ci siamo spostati a Vezelay per la notte, dopo essere passati dalla poco caratteristica Avallon, così da essere già pronti domani mattina per la visita dell’abbazia.

Abbiamo trovato un parcheggio alle porte della città, in cui c’erano già altri 4 camper. E’ a pagamento dalle 9 alle 19.

4/8/09 Giornata ricca di … chiese! Alle 9 eravamo già fuori dal camper a pagare la sosta del parcheggio (2 € x 2 h) e dopo una breve camminata in salita per la via centrale di Vezelay, siamo entrati, quasi tra i primi, nella Basilica di Santa Maddalena, meta di pellegrinaggi sin dal medioevo in quanto custodisce le reliquie di Maria Maddalena.

Dietro la Basilica si accede ad un parco con un’ottima visuale sulla valle.

Dopo appena un’ora siamo partiti alla volta di Auxerre, una delle città più antiche ed indubbiamente affascinanti.

Abbiamo parcheggiato in Quai de la Republique, lungo il fiume Yonne.

Prima visita è stata la Cattedrale gotica di Saint Etienne, con il suo alto campanile di 68 m. Notevoli le vetrate colorate. Saremmo poi voluti entrare nell’Abbazia di San Germano, ma il martedì è chiusa, quindi siamo arrivati alla Torre dell’Orologio del 1483 e da lì siamo tornati al camper, passando dal ponte Paul Bert, che offre una splendida vista sulla città.

Sosta successiva è stata a Troyes, nella regione della Champagne.

Il centro storico è molto caratteristico, con strette vie e case a graticcio.

Tappa fondamentale è alla gotica Cattedrale di San Pietro e Paolo, affascinante per le sue cinque navate e le incredibili vetrate.

Tornando indietro abbiamo percorso le vie pedonali, la Rue Emile Zola, dei negozi, e siamo entrati nelle chiese di St. Urbano e Santa Maddalena. Quest’ultima è particolare per avere un tramezzo prima del coro.

Ancora due ore di viaggio e siamo giunti a Chartres, questa volta comodi in campeggio.

5/8/09 Oggi ancora giornata di chiese, ma siamo arrivati in serata a vedere il mare, bellissimo! Questa mattina, dopo il carico/scarico in campeggio, abbiamo parcheggiato in Bd. Marechal Foch, attraversato il ponte e, tramite R. Porte Guillaume, siamo entrati nel centro di Chartres.

Abbiamo percorso il fiume lungo R. De la Tannerie e saliti alla Cattedrale con la scalinata di St. Nicolas.

La Cattedrale, lunga 130 m, è in stile gotico, ma fu ricostruita, dopo un incendio, su una precedente, in stile romanico.

Non mi sono fatta naturalmente mancare la salita al Clocher Neuf, Campanile Nuovo, alto 112 m (salita un po’ caruccia, 7€/persona). Ho contato più di 200 scalini, è stato faticoso, ma ne è valsa la pena. Eccezionali le vetrate con il famoso “blu di Chartres”.

Abbiamo poi percorso ancora un paio di vie, ma poco interessanti.

Siamo quindi partiti alla volta di Rouen. Lungo il tragitto, mi sono accorta che avremmo potuto deviare per Giverny per andare a scoprire la casa di Monet.

Arrivando, ci sono tre parcheggi lungo la strada principale, due per auto, con sbarra che limita l’accesso ai camper, ed il terzo per i pullman. Seppur ci fosse tanto spazio, ci è stato detto di andare in quello più vicino all’ingresso della casa, quasi come per farci un favore.

In realtà era tutto pieno ed, ancor peggio, in salita, a terrazze, quindi non certo agevole per un camper.

Innervositi, abbiamo deciso di tornare sui nostri passi e proseguire per Rouen.

Qui abbiamo parcheggiato in Q. Jean Moulin, lungo il fiume, sotto Pont Corbeille.

Rapidamente si è in centro ed abbiamo iniziato le visite dalla chiesa di Saint Maclou, purtroppo però chiusa.

La chiesa di Saint Ouen ci è piaciuta molto, seppur spoglia, ma con un rosone blu bellissimo.

Abbiamo percorso qualche via pedonale con case a graticcio, fino ad arrivare alla Cattedrale Notre Dame. Fu costruita tra il 1200 ed il 1500 circa e distrutta durante la seconda guerra mondiale. I lavori di restauro sono ancora in corso. Siamo poi passati dalla porta con il Gros Horloge, un grande orologio medievale con una sola lancetta.

Da qui, con pochi passi, si arriva al Palazzo di Giustizia, che sul lato con cortile, presenta una elaborata facciata gotica.

Ultima meta è stata in place du Vieux Marchè, dove fu giustiziata la diciannovenne Giovanna D’Arco per eresia nel 1431 e dove ora è stata costruita una chiesa.

Avevo letto che a Dieppe c’era un’area attrezzata in Q. De la Marne, di fronte al porto, con capienza per 52 camper. Noi siamo arrivati alle 18 ed era già tutto pieno.

Abbiamo parcheggiato poco fuori ed a piedi siamo arrivati al mare e ad ammirare le falesie.

Alcuni stavano facendo il bagno. Che invidia! Ma nei prossimi giorni spero di averne anch’io l’occasione.

Avevamo visto, passando, alcuni camper parcheggiati subito dopo Pont Colbert, andando verso il centro, sulla sinistra, lungo il fiume, e così ci siamo spostati. Ora saremo quasi una decina.

6/8/09 A Dieppe i gabbiani ci hanno fatto compagnia tutta la sera, mentre controllavamo l’alzarsi della marea nel canale.

Ci siamo spostati a Fecamp, parcheggiando su Le Grand Quai, subito dopo l’ufficio del turismo.

Prima tappa è stata all’abbazia della Santa Trinità, ma c’era in corso un funerale e, dato che l’esterno non era particolarmente interessante, abbiamo preferito spostarci al Palazzo Benedettino.

Qui l’esterno è pomposo, ricco di decorazioni. Obiettivo della visita è la degustazione del famoso liquore Benedectine, ma bisogna passare prima per il museo privato, poi per le sale in cui viene mostrato un video che spiega la lavorazione del liquore ed in cui vengono presentate le spezie che lo compongono. La quantità di assaggio di liquore non è molta, ma ne abbiamo acquistato una bottiglia da portare a casa. Siamo tornati al camper e ci siamo spostati al faro, a Cap Fagnet, da cui abbiamo ammirato le prime falesie di Normandia. Prima di ripartire alla volta di Etretat, ci siamo rilassati un po’ qui con il pranzo. Molti sono arrivati attrezzati per il pic nic, con coperta e borsa frigo.

Avevo letto che sono belle anche le falesie di Yport, ma non siamo riusciti a trovare parcheggio.

A Etretat abbiamo lasciato il camper vicino alla vecchia stazione del trenino turistico, di cui abbiamo trovato subito l’indicazione, vicino alla gendarmerie.

Arrivando alla spiaggia, di sassi, lo spettacolo che appare è impressionante, non sai se guardare a sinistra, la Falesia d’Aval, o a destra, la Falesia d’Amont.

Siamo saliti su quella d’Aval, accanto al campo da golf, ed il panorama è davvero bello. Purtroppo il cielo si era annuvolato e faceva freschino. Sarà stata colpa mia che avevo indossato il costume, sotto ai vestiti, speranzosa di fare il bagno? Ancora una cinquantina di minuti di camper e siamo arrivati ad Honfleur, passando per il super Pont de Normandie. E’ stato inaugurato nel 1995 ed è lungo 2 km, sostenuto da due imponenti colonne, è incredibile, maestoso. Bisogna pagare 5 € di pedaggio, ma ne vale sicuramente la pena.

Prima di entrare nel centro di Honfleur, subito dopo il Lidl, sulla destra, si vedono parcheggiati oltre un centinaio di camper e naturalmente ci siamo fiondati a cercare anche noi un posticino. Qui si pagano 7 € per 24 h. Il Pont de Normandie fa da sfondo.

Tempo mezz’ora ed è iniziato a piovere ed è andato avanti per oltre un’ora.

Speriamo quindi di svegliarci domani mattina con il sole! 7/8/09 Purtroppo le nostre speranze sono state vane, il cielo era tutto grigio! Siamo andati a visitare Honfleur, in particolare il suo porto vecchio, Vieux Bassin, molto caratteristico per le case colorate ed i diversi ristoranti che lo vivacizzano, e la chiesa di Santa Caterina, ricostruita nel XVI sec in legno, sulle fondamenta di una precedente in pietra, un po’ diversa dalle ormai “solite” chiese gotiche, viste in questi giorni. Mi ha ricordato un po’ quelle della Danimarca o della Norvegia.

Successivamente abbiamo perso un po’ di tempo con il carico/scarico dell’acqua, prima di ripartire alla volta di Deauville/Trouville, le due città gemelle.

Abbiamo parcheggiato lungo il fiume, a metà tra l’una e l’altra.

Abbiamo scelto di indirizzarci a destra, verso Deauville, dove abbiamo trovato un simpatico mercato con un po’ di tutto. La guida parlava di eleganti boutique, ma a me è parsa una normale cittadina di mare.

Tappa successiva, leggermente fuori rotta, è stata a Camembert, per una “visita” alla fattoria President, uno dei principali produttori di Camembert della regione. Purtroppo è totalmente commerciale; non si vede neppure una stalla, un animale, nessuna lavorazione del formaggio, peccato! Comunque con 2,5 € a testa è incluso anche l’assaggio di due pezzettini di formaggio.

In compenso ne abbiamo acquistati di diversi tipi al negozio delle degustazione.

Siamo poi partiti alla volta di Caen.

Speravo di trovare un po’ di camper lungo i canali, ma nulla, e non c’era neppure parcheggio. Dopo mezz’ora siamo riusciti a sistemarci vicino al castello.

Appena in tempo siamo entrati nella chiesa di Saint Etienne, proprio prima della chiusura, quindi abbiamo percorso la via pedonale sino alla chiesta di St. Pierre, con un bel rosone ed una struttura imponente, e siamo saliti al castello, poco interessante, ma da cui si gode una buona visuale sulla città.

Per la notte abbiamo deciso di spostarci ad Arromanches, dove siamo arrivati per le 20.

Qui abbiamo parcheggiato vicino al centro (49° 20’ 20,54’’ N – 0° 37’91’’). Il cartello indicava 52 posti auto e 12 posti camper, ma credo che le proporzioni fossero quasi invertite.

Siamo subito andati alla spiaggia, scoprendo i blocchi di cemento che furono portati dall’Inghilterra e depositati sul fondo del mare nel ‘44.

Finalmente il cielo è tornato blu ed essendo la marea bassissima, abbiamo potuto camminare sulla spiaggia bagnata.

Domani mattina vedremo se sarà ancora uguale.

8/8/09 Quando ci siamo svegliati questa mattina, la temperatura esterna era di 14 °C!! Siamo andati al Museo dello sbarco, in centro ad Arromanches, a ridosso della spiaggia e siamo stati fortunati, in quanto sono arrivati in quel mentre due pullman di italiani, quindi i due video che normalmente mostrano, in due diverse sale, quello che è accaduto nel 1944 erano in italiano.

La presentazione, ed anche il museo stesso, si focalizzano su Arromanches e non in generale sullo sbarco, se non marginalmente.

Qui è stato costruito un porto con 146 blocchi di cemento portati dall’Inghilerra e depositati sul fondo del mare, ai quali erano fissati ponti galleggianti, così da poter scaricare uomini, veicoli e rifornimenti.

Gli inglesi hanno iniziato a predisporre il tutto un anno prima in patria. Impressionante.

Da qui siamo partiti alla volta di Beny sur Mer, dove si trova il cimitero militare canadese.

Successivamente ci siamo spostati a Bayeux. Abbiamo trovato parcheggio in Av. Georges Clemenceau e siamo arrivati al Musee de la Tapisserie, costeggiando il fiume Aure, con begli scorci ed un paio di mulini ad acqua ancora funzionanti, per ammirare il famoso arazzo, lungo 70 metri. Compreso nel prezzo c’è l’ascolto dell’audio guida, che racconta la storia di Guglielmo il Conquistatore in 58 scene.

Siamo andati poi all’enorme, emozionante ed impressionante cimitero militare americano a Colleville, dove sono sepolti 9387 soldati. Il prato verde all’inglese è fitto di croci bianche disposte lungo linee precise, immagine che lascia ammutoliti e commossi.

Infine ci siamo spostati a La Combe, per entrare anche nel cimitero militare tedesco, più sobrio, ma non meno emozionante. Qui ci sono 21.000 tombe!!! Sul prato all’inglese spuntano delle piccole placche marroni. Per ciascuna ci sono da uno a tre caduti. Sono raggruppate vicino a delle croci di Malta di colore scuso.

Abbiamo terminato la visita della zona dello sbarco con Ste Mere Egleise, resa famosa dal film “Il giorno più lungo”.

Qui, il 6 giugno 1944, due ore prima degli sbarchi sulle spiagge, arrivarono, inaspettatamente, dei paracadutisti americani ed uno rimase impigliato in alto alla chiesa, tanto che oggi è stato appeso un manichino a ricordo.

Per la notte abbiamo deciso di spostarci sopra Barfleur, al faro di Gatteville, a cui è possibile accedere.

E’ alto 70 m e si devono salire 349 scalini per raggiungere la vetta e per 2 € a testa ne vale sicuramente la pena.

La marea, quando siamo arrivati, era bassa, e lasciava scoperte gran parte delle rocce attorno al faro, ma verso le 20 ha iniziato a ricoprirle quasi interamente.

Dopo la visita del faro abbiamo fatto volare l’aquilone che è stato regalato a Marco … una vita fa, ma ci eravamo sempre dimenticati di portarlo in vacanza, ed è stato molto divertente.

9/8/09 Dato che è domenica, questa mattina niente sveglia, ma alle 9, comunque, ho aperto gli occhi. Il cielo era grigio e c’erano 17 °C.

La destinazione di oggi è stata “Route des Caps”, ovvero caccia ai fari!! Prima ci siamo fermati a Cap Levy, ad est di Cherbourg. Il faro non è molto alto e ci siamo limitati a girargli intorno. Successivamente siamo andati ad ovest, a Cap de la Hague. Fino allo scorso anno era possibile per i camper arrivare e dormire vicino al mare, mentre ora hanno creato un apposito parcheggio a circa 1 km. La particolarità di questo faro è quella di essere in mezzo al mare.

Infine siamo stati a Cap de Carteret. Qui il faro è piccolo e poco significativo, ma con una bella giornata si potrebbe scendere alla spiaggia e fare il bagno. All’ora in cui siamo arrivati noi c’era la bassa marea, quindi era tutta spiaggia.

Al porto anche le barche erano in secca.

Per concludere la giornata ci siamo spostati a Coutances per vedere la cattedrale, anche perché di domenica il resto è tutto chiuso. Poco oltre l’Hotel de Ville, c’è il Jardin des Plantes, in cui è possibile rilassarsi un pò.

Per goderci un po’ di comodità, tra cui una doccia, senza dover risparmiare l’acqua, e guardare un film dopo cena, siamo entrati in campeggio.

10/8/09 Anche oggi nuvolo. Ho visto una simpatica cartolina con la mappa della Francia, tappezzata di sole, tranne che in Normandia, dove ci sono raffigurati nuvoloni neri.

Dopo il carico/scarico acqua siamo partiti alla volta di Granville, cittadina carina per la sua fortificazione della zona vecchia. I camper hanno un’area dedicata in Rue du Roc.

A pochi passi si trova anche il faro, circondato da bunker della seconda guerra mondiale.

Siamo voluti poi partire per Mont St. Michel, così da arrivare presto, ma abbiamo trovato quasi 6 km di coda. I parcheggi sono proprio alla base del monte ed i camper hanno una zona dedicata. Il costo è di 8 €, ma si può anche pernottare. Pur essendo affollato, c’erano ancora molti posti liberi.

Subito, siamo stati risucchiati da una fiumana di gente che portava in cima al monte con l’accesso all’Abbazia.

Abbiamo fatto coda anche per acquistare i biglietti (8,50 €/p). Ciò che più colpisce sono le terrazze , i corridoi e le scalinate disposti su differenti livelli.

Oltre alla chiesa abbaziale, neoclassica, molto semplice, si visitano anche il chiostro, il refettorio, la sala degli ospiti, la cripta dai grossi pilastri, la sala dei cavalieri, insomma, è molto vario e divertente. Peccato ci sia così tanta tanta gente.

Usciti, abbiamo passeggiato lungo le mura, cercando scatti fotografici particolari ed ammirando il panorama, dall’alto, della bassa marea.

Ci siamo fermati a mangiare crepes salate (gallette) e bevendo la birra di Mont St. Michel.

Alle 16.30 inizia a salire la marea e perdura 5 ore. Dei differenti parcheggi andrà ad intaccare solo quello sotto la rocca, a sinistra, dove si dispongono di solito i pullman.

A quest’ora invece c’è una coda infinita di auto che tenta di lasciare Mont St. Michel.

Noi ci fermeremo qui a dormire, aspettando più tardi di vedere l’alta marea e tornando per cena sulla rocca. h. 23 Alle 20 siamo andati a cena al ristorante La Mere Poulard, che avevamo visto offrire per 15 € una omelette con patatine fritte ed un dolce.

Quando siamo arrivati al tavolo, abbiamo capito però dal menù che si trattava di un’offerta per il pranzo, mentre per cena c’erano ben altri prezzi! Massì, siamo in vacanza! Io ho ordinato l’omelette con fegato d’oca e patate (36 €), mentre Marco un’altra omelette, ma con del pesce. In realtà servono su un piatto un’enorme omelette, loro pezzo forte, e in una piccola terrina c’è il resto (nel mio caso un piccolo pezzo di fegato d’oca, buono, con alcune patate al forno).

Poi abbiamo preso il dolce, per non farci mancare nulla: Marco la creme brulé ed io un tortino con cioccolato caldo all’interno, molto buono.

Successivamente siamo saliti lungo le mura, già affollate, per assistere alla salita della marea. Verso le 21.30 l’acqua stava ricoprendo gran parte della sabbia, molto velocemente.

Quando ha iniziato a fare buio, si sono accese le luci della rocca e dell’abbazia, concedendoci qualche scatto suggestivo, accompagnato però da una leggera pioggerellina.

Dalle 17 alle 20 c’è stata una coda ininterrotta per lasciare il parcheggio. Probabilmente la soluzione migliore è quella di arrivare qui nel pomeriggio, magari verso le 17-18, tanto il parcheggio è immenso e non ci sono problemi, ed al più visitare l’abbazia al mattino, quando ancora non è arrivata la ressa.

Chi viene con i bimbi piccoli … è meglio evitare di salire con i passeggini, perché è tutta in salita, con scale e vicoli stretti. Meglio marsupi o zaini.

11/8/09 Questa mattina al nostro risveglio il sole purtroppo non c’era, anzi, c’erano tanti nuvoloni neri, così siamo partiti per Fougeres, facendo sosta però alla fabbrica di biscotti vicino a Mont St. Michel, prendendo anche una tortina e delle merendine per la colazione.

A Fougeres siamo andati a visitare il castello medievale, considerato uno tra i più imponenti d’Europa. Il parcheggio per i camper si trova proprio sotto le mura. Il biglietto d’ingresso (7,5 €/p) comprende, se si vuole, anche l’audio guida, che consente una visita più dettagliata e consapevole. Si ha modo di salire sulle mura, entrare nelle varie torrette, scoprendo tanti dettagli interessanti. Io mi sono molto divertita.

Successivamente ci siamo spostati a Rennes. Qui non c’è nulla di particolare da vedere, ma merita per uno sguardo d’insime, per le case a graticcio, i canali con le chiuse e la vivacità data dalla presenza dell’università.

Abbiamo parcheggiato in Mail F. Mitterand ed assistito al passaggio della chiusa da un livello ad un altro, manovrato manualmente da un signore.

Abbiamo percorso le strade pedonali, toccando le più particolari, Rue St. Michel e Rue St. Georges, arrivando al Palazzo del Parlamento di Bretagna, oggi Palazzo di Giustizia, nonché al comune, Hotel de Ville, con di fronte il teatro. Sotto l’Hotel de Ville hanno posizionato delle sedie a sdraio, rivolte verso il teatro ed il paesaggio, così da poter fare chiacchiere in totale relax.

Infine ci siamo mossi verso Cancale, dove abbiamo trovato finalmente il sole.

Abbiamo parcheggiato nell’area di sosta di Rue Des Francais Libres, da cui in pochi minuti a piedi si è al porto, quindi molto comoda. Si prende il ticket e si pagherà poi all’uscita, ma dovrebbero essere circa 6 € al giorno.

Noi siamo subito scesi in paese, scattando le prime foto con la bassa marea, tra cui quelle all’allevamento delle ostriche. Lì vicino ci sono le bancarelle che le vendono e preparano anche un piatto che ne contiene 12, da mangiare al momento, lisce o con il limone. Marco è stato titubante, perché 12, da solo, gli sembravano tante (meno non ne danno), ma per 3,8 € ne vale comunque la pena, anche non finendole, e invece … con un po’ di limone …Una ha tirato l’altra e …La merenda è stata molto apprezzata! Poi abbiamo proseguito, facendo il giro dei negozi ed abbiamo trovato quello che vende bottigliette di birra bretoni e … non ho saputo resistere. Oltre a quelle, abbiamo aggiunto anche una bottiglia di Calvados, come farsela mancare? Per cena, dato che Marco il pesce l’aveva già mangiato, abbiamo potuto puntare su una creperie.

Ci siamo smezzati una omelette prosciutto, formaggio e patate, simile ad una nostra frittata, ed una crepe con tre formaggi diversi e patate. Veramente ottimo.

A quel punto siamo andati ad osservare e fotografare la marea che pian piano stava ricoprendo la spaggia, da una parte, ed i banchi di ostriche, dall’altra. E’ un’immagine veramente incredibile ed affascinante.

12/08/09 Dopo colazione abbiamo pensato di tornare a controllare se la marea si era abbassata, e quindi scoprire l’attività frenetica sui banchi delle ostriche, ma non era cambiato molto dalla sera precedente, quindi siamo partiti per St. Malo.

Abbiamo parcheggiato in zona Decouverte, su una strada laterale, mentre, ben segnalato, c’è un enorme parcheggio in cui si può lasciare il camper, ma c’è un’unica tariffa, che comprende il pernottamento, di 7 €. Dovendoci fermare solo un paio d’ore, abbiamo evitato di entrare.

Appena fuori fa sosta una navetta che ogni 15 min circa porta in centro, gratuita, dalle 9 alle 24, molto comoda.

La cittadina è tutta circondata da mura, percorribili a piedi. Sotto invece affollano i ristorantini ed i negozietti. Abbiamo percorso poi pochi chilometri per fermarci sul ponte che collega St. Malo a Dinard, dove si trova una centrale elettrica che sfrutta le maree.

Ci sono le chiuse, che abbiamo visto aprirsi per far passare le barche ed un piccolo museo, ma poco significativo, perché il video con la storia non funzionava ed alcuni computer, che dovrebbero aiutare la comprensione, erano guasti … A Dinard abbiamo trovato parcheggio in Av. Edouard VII e siamo scesi sino alla passeggiata del Chiaro di Luna, che conduce prima a Pointe du Mouline e successivamente a La Plage de l’Ecluse.

Nel frattempo è uscito il sole ed una volta arrivati alla spiaggia molti erano in acqua ed io, con la mia maglietta a manica lunga, accaldata, ho provato molta invidia. Per compensare ci siamo mangiati un gelato.

Dinan, cittadina medioevale, è veramente carina.

Abbiamo trovato parcheggio in una traversa di R. Waldech Rousseau, vicino ad un parcheggio coperto di 300 posti.

In un attimo si è in Pl St. Sauveur, dove c’è la basilica con davanti un mercatino dell’antiquariato, che si tiene tutti i mercoledi nei mesi estivi.

Siamo saliti sulla Torre dell’Orologio (3 €), abbiamo fatto shopping in un negozio che vende lino bianco, regalandoci entrambi una camicia, imboccato stradine strette con case a graticcio ed arrivando, in particolare, in Pl. Des Merciers e Pl. Des Cordeliers.

Infine siamo scesi al porto vecchio, percorrendo le ripide R. Du Jerzual, ancora dentro le mura cittadine, e Rue du Petit Fort, subito fuori.

Sono entrambe strette, con case a graticcio, negozietti di artisti, ristoranti, fiori colorati appesi ai davanzali, molto caratteristico.

Faticosa, al ritorno, è stata la salita, ma ci sono scappati ancora diversi scatti fotografici.

Erano le 17.30 e ci mancavano ancora Fort La Latte e Cap Frehel, dove, in entrambi i posti, sembrava possibile pernottare nel parcheggio, in particolare, nel secondo caso, a 100 mt dal faro.

Il tragitto da percorrere era di circa 1 ora e rischiavamo di trovare Fort La Latte chiuso, in più il cielo si stava coprendo, così abbiamo preferito dirigerci direttamente a Cap Frehel.

Nel parcheggio, a pagamento, ci è stato detto che non è possibile pernottare, così ci siamo spostati lungo la strada, dove c’erano tantissimi altri camper e siamo andati al faro, all’andata percorrendo i sentieri in mezzo alla vegetazione, colorata da tanti cespugli di erica rosa, che davano uno straordinario effetto al paesaggio, mentre al ritorno abbiamo attraversato parte del parcheggio e proseguito poi lungo la strada statale.

Il faro si trova in cima ad un promontorio con un bel panorama sia a sinistra che a destra, da cui si scorge Fort La Latte.

Siamo tornati al camper che erano le 19.30 passate, quasi affamati. Attorno a noi non c’era quasi più nessuno. Non molto distante abbiamo trovato fortunatamente l’ingresso del campeggio municipale e …Vi ci siamo fiondati, un po’ esausti. 13/8/09 Abbiamo percorso pochi chilometri per arrivare ad effettuare la prima visita della giornata a Fort La Latte.

L’ingesso apre alle 10.30 ed è abbastanza costoso, 12 € a testa, ma c’è una sorta di rievocazione medievale con attori in costume, che intrattengono con musiche, canti, spettacoli vari e ci sono diverse bancarelle dei lavori dell’epoca, da quella in cui si lavora a maglia a quella in cui si lavora il ferro, insomma, divertente.

Il Forte è carino, ma da solo non varrebbe tale importo, invece così …

Tappa successiva è stata l’Abbazia di Beauport. L’ingresso purtroppo è coperto da impalcature, ma su lato destro si scorgono le mura della chiesa gotica, di cui manca il soffitto.

Non mi sarei aspettata però di trovare tanti altri spazi, dal chiostro, alla sala capitolare, alle cantine, alla cucina, o parti di esse, al giardino. Viene anche messo a disposizione, in italiano, un ricco fascicoletto, molto dettagliato, che aiuta nella visita.

Treguier, meta meno interessante delle precedenti, ha comunque una cattedrale, St. Tugdual, considerata uno dei capolavori del gotico in Bretagna.

Poco distante dal centro, in Bois des Poetes, c’è un’area di sosta per camper, dove abbiamo provato a fare il carico/scarico dell’acqua, ma siamo riusciti solo nel secondo, perché mancava il rubinetto.

Essendo ancora presto abbiamo proseguito per Ploumanach, per ammirare le rocce di granito rosa.

Non è molto facile trovare parcheggio, ma alla fine ci siamo sistemati lungo una strada senza uscita.

Siamo arrivati alla spiaggia, molto profonda a causa della bassa marea, e poi al faro.

Qui ci sono delle enormi pietre di granito rosa, con strane forme, scolpite dal vento e dal mare. Il faro, di per sé, non dice nulla, anzi, sembra finto, di plastica, ma queste enormi rocce fanno la differenza.

Tornati al camper siamo partiti alla volta di Tregastel, il paese accanto. Percorsi soli 2 km, abbiamo trovato un’area di sosta, vicino al centro sportivo e di fronte al supermercato U.

E’ a pagamento, 7 €, e passa una addetta comunale a riscuotere verso le 20, bussando al finestrino e facendo appendere un foglietto al vetro, ma stanno predisponendo l’ingresso con barra automatica.

Domani mattina daremo un ultimo sguardo alla costa di granito rosa e poi abbandoneremo il nord della Bretagna per passare alla costa ovest, sperando di essere anche più fortunati con il tempo.

14/08/09 Direzione della giornata: Penisola di Crozon.

Prima siamo andati a nord, al Pointe des Espagnols, da cui si ha un panorama sulla baia di Brest, anche se non particolarmente suggestivo, poi a ovest, a Pointe de Penhir. E’ un promontorio con un bello spettacolo di scogliere rocciose. Inoltre abbiamo avuto la fortuna che durante la passeggiata è spuntato il sole, rendendo i colori del mare, delle rocce e dell’erica, più luminosi.

Purtroppo una volta ripartiti siamo tornati ad avere il cielo nuvoloso.

Pensavamo di andare a Douarnenez, al museo du Bateau, ma mi sono accorta che Locronan, tappa a cui ero interessata, era sulla strada.

E’ una cittadina ben curata e commercialmente sfruttata, con case a granito.

Sulla piazza principale, oltre alla chiesa di St. Ronan, con pulpito del 1707, e la Chapelle du Penity, ci sono creperie, un negozio che vende biscotti, quello dei souvenir e quello che vende 109 tipi di birre bretoni!!!! Naturalmente non potevo farmelo scappare e ne ho acquistate altre 6! Siamo a 12, oltre a quelle bevute nei locali e di cui ho conservato gelosamente la bottiglietta.

Molto vicino al centro c’è l’area di sosta per i camper, dove abbiamo deciso di fermarci per la notte, comoda anche per mangiare in serata una crepe dolce.

15/08/09 Alle 9.30, quando abbiamo lasciato l’area di sosta, il termometro esterno segnava 15 °C.

In realtà non abbiamo fatto molti km, 8 per l’esattezza, quando il camper ha iniziato a darci dei problemi.

Per fortuna siamo riusciti ad arrivare in piano ed accostare. Eravamo appena entrati nel comune di Douarnenez, dove saremmo andati a visitare il museo delle barche.

A quel punto sono iniziate le telefonate al numero del soccorso dell’assicurazione in Italia, poi a quello francese e, dopo un paio d’ore, è arrivato il carro attrezzi, che ci ha portati nella sua officina, parcheggiandoci, fino a lunedì, nel suo piazzale. Gentilmente ci ha fornito di corrente elettrica.

Purtroppo la comunicazione non è stata facile, perché parlava pochissimo inglese.

Abbiamo però capito che lunedi ci porterà in una officina Fiat, a circa 5 km, dato che lui è Renault, e lì, vedremo di che morte morire.

Dopo pranzo abbiamo scaricato le bici. La mia purtroppo aveva la gomma posteriore quasi a terra, così abbiamo percorso 4 km a piedi, tirandole fino al distributore, per gonfiarla.

Da lì siamo arrivati al porto, dove c’era il museo che apparentemente ci poteva interessare, ma Marco non è rimasto molto allettato dalle barche, su cui si poteva salire, così abbiamo proseguito, incontrando invece persone vestite con abiti tradizionali.

C’erano anche stand che vendevano birra e preparavano crepes, nonché un palco con musica tipica.

Dopo la sfortunata giornata, potevamo non premiarci???? Ci siamo seduti quindi ad uno dei tanti tavoloni di legno allestiti appositamente a mangiare e rilassarci un po’.

Abbiamo ripreso le bici, attraversato un ponticello e ci siamo spostati all’altro lato del porto, dove non c’era però molto.

Siamo tornati poi sui nostri passi, dirigendoci verso il camper.

La strada purtroppo non è in piano, ma è un continuo sali scendi ed il pezzo più ripido l’abbiamo affrontato ancora a piedi.

Siamo arrivati stanchi ed accaldati, anche perché mentre eravamo al porto è uscito, logicamente, il sole.

Ormai questa giornata è quasi passata, vedremo domani!! 16/08/09 La giornata è stata di relax.

Abbiamo dormito fin quasi le 10, colazione con comodo e poi siamo andati a visitare la ridente località di Pouldergat, scovando un super mercatino aperto, così da comprare le poche cose necessarie.

Il pomeriggio invece l’abbiamo quasi interamente dedicato alla visione di film, tra cui “Salvate il soldato Ryan”, che tratta la guerra di Normandia del 1944, ed inizia con la visita del cimitero americano, dove siamo stati anche noi durante questa vacanza, ed è stato emozionante e molto molto commuovente.

17/08/09 Alle 8 questa mattina eravamo pronti ed anche il nostro omino dell’officina di Pouldergat, che ci ha portato per le 9 a Douarnenez all’officina Fiat, come promesso.

Lì si sono messi subito all’opera, scoprendo un problema banale e nel giro di neppure un’ora siamo potuti partire alla volta di Pointe du Raz, consci di essere stati comunque fortunati.

Occorre pagare 6 € di parcheggio e poi percorrere un tragitto di circa 20 minuti a piedi, o tramite un servizio navetta (0,50 €).

Sulla punta c’è un faro, ma quello più caratteristico è in mezzo al mare, di fronte.

Dovendo scegliere, meglio Pointe du Penhir dell’altro giorno.

Quindi siamo partiti per Quimper ed abbiamo trovato da lasciare il camper in R. Ste-Therese, dato che non abbiamo trovato spazio in quello più grande di Pl. De la Resistence, o quanto meno non ci stavamo. Saremmo dovuti entrare in retromarcia, ma non c’era abbastanza spazio per fare manovra.

Abbiamo attraversato uno dei ponti sul fiume Odet, pieno di fiori colorati, arrivando alla zona pedonale ed alla cattedrale.

Ci siamo fermati a mangiare la crepe in Pl. Au Beaurre, nella creperia attaccata al ristorante, ed è stata la migliore di quelle provate fino ad oggi, il tutto con due nuove birre bretoni per la mia collezione.

Infine sono stata spinta dalla voglia di vedere i mulini, di cui avevo letto, di Pont Aven. Purtroppo però sono rimasta un po’ delusa, forse perché avevo una diversa aspettativa.

Il paesino è carino e vivace, ma di mulini ce né solo uno, vicino alla zona dei ristoranti.

Ci siamo quindi spostati per la notte in campeggio a pochi chilometri da Josselin.

18/08/09 Incredibile, ma vero, un’intera giornata di sole!! Forse perché siamo entrati nella Valle della Loria, allontanandoci da Normandia e Bretagna? Mi sa proprio di sì! Questa notte però avevamo lasciato aperta una delle finestre sul tetto, con il risultato di avere questa mattina 15°C interni, con i 13°C esterni, freddino! Prima tappa di questa mattina è stata Josselin, a circa 2 km dal campeggio. Attrattiva principale è il Castello, ma sia apriva alle 11 ed avremmo dovuto aspettare quasi un’ora, sia contiene “ricordi e ritratti di famiglia”, nonché il museo delle bambole, quindi ci siamo accontentati di percorrere qualche stretta vietta di negozi, cercare la boulangerie, per poi partire alla volta di Carnac.

In realtà abbiamo provato ad andare verso Quiberon, per ammirare un’ultima spiaggia francesce, tra cui la Cotè Sauvage, ma c’era coda già a 14 km, ovvero all’inizio della penisola, così abbiamo fatto inversione di marcia e ci siamo diretti verso i megaliti neolitici.

Sono sparsi lungo molte strade, dalla D768 alla D781, alla D196. Noi ci siamo concentrati sull’ultima, ovvero sull’allineamento del Menec, con 1099 menhir disposti in 11 file, davvero un’enorme distesa, anche se in fondo …Ci sono da vedere solo pietre. Ci siamo poi spostati all’allineamento di Kermario, dove ci sono 1029 menhir disposti su 10 file.

Ce ne sarebbero stati altri, ma a noi sono sembrati sufficienti e siamo partiti per Nantes, dove abbiamo parcheggiato esattamente sotto lo Chateau de Ducs de Bretagne, in Pl. Duchesse Anne, in cui siamo entrati subito dopo.

Abbiamo percorso parte del giro sulle mura, ammirando sia la corte interna, che le vie esterne.

Siamo arrivati alla Cattedrale al cui interno vi è la tomba di Francesco II.

Avremmo potuto proseguire lungo le vie pedonali al di là di R. De Strasbourg, ma dati i tempi stretti, abbiamo preferito avviarci ad Angers, dove siamo giunti verso le 18.00, parcheggiando di fronte al Castello, in Pl. De l’Academie ed abbiamo provato ad entrarci, ma era purtroppo tardi, quindi ci torneremo domani mattina, ma già l’esterno è particolarmente imponente, con i suoi 17 torrioni cilindrici, in cui si alternano pietra bianca e ardesia scura. Siamo invece riusciti ad accedere alla Cattedrale di St. Maurice, dove un tempo era conservato l’arazzo dell’Apocalisse, oggi spostato al Castello, ma ve ne sono appesi comunque molti altri.

Per la notte ci siamo spostati non lontano, in Boulevard Olivier Couffon, incrocio Rue Leon Pavot, lungo un viale alberato, dove c’erano già altri camper.

h. 22 I camper accanto a noi, poco alla volta, se ne sono andati, lasciandoci soli. Per sicurezza abbiamo preferito anche noi spostarci, entrando in un super campeggio, con una piscina bellissima. Peccato non essere arrivati qualche ora prima, sicuramente un bagno l’avrei fatto!! 19/08/09 Anche oggi super giornata di sole e di caldo.

E’ stata la prima notte in cui abbiamo dormito con le finestre sul tetto tutte aperte.

Poco dopo le 9 eravamo già davanti al Castello di Angers, avendo lasciato il camper nello stesso parcheggio di ieri, in Pl. De l’Academie. L’ingresso apre però alle 9.30, quindi abbiamo dovuto pazientare.

Con 3 € a testa in più, rispetto ai 6 € di ingresso, abbiamo avuto l’audio guida, così da ascoltare la spiegazione relativa all’arazzo dell’Apocalisse trecentesco.

Siamo entrati nell’enorme salone per primi e siamo rimasti da soli a contemplare le scene per quasi 5 min e ci si sente …Piccoli piccoli! Quello di Bayeux, pur essendo molto lungo, è più stretto ed è più avvincente seguirne la storia, forse perché legata a quanto successo realmente, mentre in quello dell’Apocalisse ci sono visioni simboliche, che lasciano spazio …Alle interpretazioni.

Abbiamo poi percorso parte delle mura, avendo un panorama sia sulla città, sia sulla spianata interna, con i suoi edifici e giardini.

Verso le 11 siamo partiti alla volta di Chambord, dove siamo giunti verso le 14, dopo una sosta benzina e spesa, sotto il sole cocente.

Qui abbiamo parcheggiato tenendo conto anche di dormirci (15 € – mentre 5 € solo la sosta), così da assistere allo spettacolo serale di luci e suoni, proiettati sulle mura del Castello.

Il biglietto di ingresso, che include anche lo spettacolo che avrà inizio alle 22:15, è di 17 € a testa.

La struttura colpisce per la quantità di torri, guglie, finestre, camini e soprattutto per lo scalone a doppia spirale.

Gli interni, al contrario, non sono molto significativi, ma ci si diverte a scoprire nuove sale, nuovi scorci, salire e scendere le scale.

22.30 Abbiamo assistito allo spettacolo di luci e suoni riflessi sulla facciata del castello, durati poco meno di un’ora.

Si alternano delle scene che vanno a movimentare il castello di vita e colori. Hanno ricreato a volte un bosco con degli animali, a volte delle serate danzanti, o hanno mostrato l’evolversi della costruzione del castello ed infine l’hanno vestito a festa, rendendolo splendente e luccicante.

Alcuni carini, altri meno, ma ci hanno regalato comunque una serata speciale.

20/08/09 Questa mattina abbiamo dovuto lasciare il parcheggio entro le 9, per non pagare altri 5 € di importo giornaliero.

Ci siamo diretti ad Amboise, per visitare il Castello in cui, si dice, è sepolto Leonardo da Vinci.

Abbiamo trovato da parcheggiare il camper in Q. Du General de Gaulle, abbastanza vicino all’ingresso.

Qui c’è da entrare (perché visitare sarebbe una parola grossa) nella Chapelle de St. Hubert, in stile gotico, dove una lastra segna il luogo in cui “dovrebbe” essere sepolto Leonardo, morto qui il 2 maggio 1519. Colpiscono alcuni interni, come la Sala del Consiglio, con colonne recanti in maniera alternata i gigli e le code di ermellino, simboli del regno di Francia e del ducato di Bretagna.

Si può percorrere la Tour des Minimes, di 20 m di diametro, con una rampa elicoidale percorribile anche dai cavalli, o uscire dalla buia torre di Heurrault, simile alla precedente, ma di diametro ancora maggiore, 24 m.

Abbiamo poi percorso qualche via cittadina, in cerca di una boulangerie, passando dalla torre dell’orologio.

Percorrendo poi pochi km, siamo arrivati a Chenonceau.

Qui, oltre al Castello, colpiscono i giardini alla francese a sinistra e a destra della struttura principale. Guardandolo dal davanti, in realtà, sembra piccolo, questo perché il corpo del castello è a cavallo del fiume Cher, con cinque arcate e bisogna costeggiare il fiume per accorgersene. Ciò lo rende sicuramente affascinante. Gli interni contengono camere importanti e lussuose, le cucine, la lunga galleria sul fiume, che fu trasformata in ospedale durante la prima guerra mondiale. In ogni stanza c’era una splendida composizione floreale con fiori freschi. Infine si passa, andando verso l’uscita, dalla ricostruzione di una fattoria del XVI sec. E dall’orto, al cui interno sono riuscita ad ammirare e conoscere il fiore del carciofo, i girasoli rosso scuro e delle zucche giganti!!! Verso le 14 siamo ripartiti verso Bourges, dove abbiamo visitato la splendida Cattedrale gotica di St. Etienne. Una bella immagine della struttura esterna si ha dai giardini dell’Hotel de Ville. La facciata è in restauro e non c’è molto spazio per immortalarla nella sua interezza. Vivaci sono le vetrate, soprattutto quelle dell’abside.

Successivamente abbiamo percorso alcune vie con case a graticcio che ci hanno condotto davanti a palazzi eleganti, tra cui quello di Jacques Coeur, sovrastato da torrioni.

Infine siamo tornati al nostro parcheggio, con camper service, sotto a Pl. Seraucourt, dove passeremo la notte.

21/08/09 Ultime due tappe della vacanza, utili anche a spezzare il viaggio di rientro: Nevers e Autun.

La prima colpisce sicuramente per la sua Cattedrale con due absidi, una è romanica e l’altra gotica. Molto molto particolare. Accanto si trova il Palazzo Ducale, in cui oggi ci sono degli uffici municipali, con una facciata rinascimentale con ai lati due torri ed una centrale ottagonale.

Ad Autun abbiamo parcheggiato in Pl. Champ de Mars, quasi di fronte all’Hotel de Ville.

La città è apparsa subito vivace, con tanti ristorantini con i tavoli all’esterno, movimentata.

Siamo andati alla Cattedrale, dove il portale, definito “stupendo” dalla guida, era tutto impachettato.

Particolari sono comunque all’interno i capitelli scolpiti.

In camper poi ci siamo spostati a vedere Porte d’Arroux, un tempo una delle quattro porte della città romana, fondata da Augusto. Ha quattro passaggi ad arco, due per i veicoli e due per i pedoni. Simile è anche la Porte Saint Andrè.

Dato che avevamo da percorrere ancora più di 300 km prima di arrivare a Chamonix, abbiamo saltato la visita ai resti del teatro romano e siamo subito partiti, terminando in questo modo le tappe programmate per questo viaggio.

Alcune siamo stati costrette a saltarle a causa dello stop forzato di due giorni, ma abbiamo visto indubbiamente tantissimo, quindi con piacere rientro domani in Italia, anche se questo implica la fine delle vacanze.

Avremo modo comunque di rivedere le foto e di raccontare il viaggio ad amici e parenti, consentendo quindi di mantenere più a lungo lo spirito vacanziero! www.Formicamania.It



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