Capodanno a Tokyo
Invece i mesi sono trascorsi e ieri, alle 7.50, siamo partiti da Milano Linate alla volta di Londra e, da lì, verso Tokyo Narita.
In volo, con la Bristish Airways, ho potuto scegliere di vedere o rivedere, sul monitor davanti a me, diversi film, che hanno aiutato a far trascorrere il tempo più velocemente.
Dopo il ritiro dei bagagli ed i controlli di routine, abbiamo facilmente individuato il tourist information, a destra dell’uscita, dove abbiamo recuperato ancora una mappa della città e ci siamo fatti suggerire il mezzo, tra bus e treno, per arrivare a Shinjuku, ed il più rapido è il treno Narita Express, che in 80 min ti porta a destinazione.
Muoversi per la città è stato, almeno per oggi, più facile del previsto.
Arrivati in albergo (Best Western Astina), lussuoso, soprattutto rispetto a quelli sperimentati negli ultimi due capodanni a Londra e New York, seppur allo stesso prezzo, abbiamo potuto solo lasciare i bagagli, perché le camere sono disponibili dalle 14.00 in avanti (erano circa le 12.00).
Abbiamo quindi percorso prima la zona di Shinjuku est, con il Golden Gai e le sue strette vie di locali e ristorantini, siamo stati al santuario Hanazono e poi nell’area dei grandi magazzini, facendo un giro da Muji. Poi ci siamo spostati nella parte ovest, quella dei grattacieli e degli edifici governativi, salendo, data la bella giornata di sole, al 52° piano del Tokyo Metropolitan Government Building, per ammirare il panorama della città.
Siamo passati più volte dalla stazione di Shinjuku, rischiando immancabilmente di perderci, data l’enormità della stessa e la varietà delle indicazioni presenti, anche in inglese, ma, con un po’ di calma e pazienza, diventano gestibili ed interpretabili.
Per le 15.30 siamo arrivati in albergo e preso possesso della camera. Dato che la volevamo per non fumatori, sono stati costretti a darcene una di livello superiore, business, avendo le standard al completo.
La camera è bella, ma non certo spaziosa. Chissà come sarebbe stata l’altra!! Ci siamo fatti un pisolino, puntando la sveglia alle 18, con l’intenzione di uscire per cena.
In realtà di fame non ne avevamo ed eravamo molto stanchi dal fuso, quindi abbiamo ripuntato la sveglia alle 4.30 per andare al mercato del pesce e siamo tornati a dormire.
Alle 20.15 Marco si è svegliato, ha guardato l’ora e, non so per quale strana ragione, si è convinto che fossero le 4.15 e che fosse ora di alzarci.
Ci siamo preparati, vestiti e solo in quel momento ho guardato l’ora, confrontandola anche con la radio sveglia della camera, e mi sono resa conto che non era proprio mattina, anzi!! Abbiamo deciso comunque di scendere, scoprendo una Tokyo estremamente vivace, almeno nella nostra zona, la sera.
Le insegne luminose risaltano in maniera sfavillante. Ovunque sembra di essere a Times Square a New York.
Siamo tornati in stazione per scoprire quali mezzi prendere l’indomani mattina, imparando a riconoscere i cartelli.
Vicino all’ingresso delle varie linee, metropolitana o treno (JR), ci sono delle mappe che mostrano i costi delle tratte e ci sono le macchinette per acquistare il biglietto.
Per uscire dalla stazione siamo riusciti ad imboccare una strada ancora differente, quasi perdendoci, ma ci sono tanti cartelloni che aiutano a capire dove ti trovi rispetto alle varie uscite.
Lo stesso vale quando sei per strada.
Prima di tornare in camera, abbiamo acquistato qualche dolce da Mister Donut, all’angolo della nostra via, e dell’acqua al supermercato sotto l’albergo.
Ora sono le 23, conviene tornare a dormire, perché, questa volta per davvero, alle 4.30 suona la sveglia!! 29 dicembre 2009 Che giornata stancante, forse abbiamo esagerato!!! Siamo usciti dalla camera, come previsto, alle 5. Arrivati in stazione ci siamo trovati impreparati, perché era chiuso il passaggio sotterraneo che porta alla linea della metro Toei Oedo, utile per scendere a Tsukiijshijo, il mercato del pesce, ma un gentilissimo addetto ci ha mostrato la strada corretta, ovvero uscire, imboccare il sottopasso che conduce dall’altro lato della stazione, in modo da accedere direttamente alla linea corretta. Abbiamo incontrato un’altra famiglia di italiani e proseguito insieme a loro. Usciti dal metrò si svolta a sinistra ed al semaforo ancora a sinistra, accedendo all’area del mercato. E’ sufficiente poi proseguire sempre diritto e si incontra prima la zona del mercato al dettaglio, poi quella all’ingrosso, dove avvengono le contrattazioni. Purtroppo, quest’anno, dai primi di dicembre ad una certa data di gennaio quest’ultima area è proibita ai turisti, con tanto di poliziotto che non fa avvicinare, ne tanto meno fotografare, seppur ad una certa distanza, divieto che naturalmente non ho seguito proprio alla lettera.
Abbiamo il sospetto che le trattative possano riguardare pesci non molto legali. Altrimenti non saprei spiegare la ragione.
Comunque, anche la parte di mercato è molto interessante: ci sono pesci di taglie extra large, tonni che vengano tagliati con super coltelli, una estrema frenesia, carrelli elettrici che corrono pericolosamente a destra e sinistra.
Da lì, dopo aver perso di vista la simpatica famigliola di Cagliari, ci siamo diretti verso il Kabuki-za, passando da una zona ricca di bancarelle, alcune di vendita di pesce, altre in cui cucinavano e servivano al bancone per 3-4 persone.
Agli angoli di queste strade, abbiamo visto gli omini che registrano con apposite macchinette, il passaggio delle persone, distinguendo anche il sesso ed assegnando un range di età. Non pensavo esistessero ancora! Dato che erano solo le 7, siamo entrati in un locale a fare colazione e ad occupare un po’ di tempo.
Il teatro Kabuki-za, dove mi sarebbe tanto piaciuto assistere ad almeno un atto, era purtroppo chiuso in questi giorni. Gli spettacoli avrebbero ripreso il 3 gennaio.
Abbiamo attraversato Ginza, ma tutti i negozi aprono dalle 10 in avanti, così abbiamo proseguito per Morunouchi.
Prima sosta è stata al Tokyo International Forum, una costruzione a forma di nave in cemento e vetrate, dove si tengono convention e concerti.
La Tokyo Station, particolare per essere in mattoni rossi, simile a quella di Amsterdam, è tutta coperta dalle impalcature per lavori di restauro.
I giardini del Palazzo Imperiale in questi giorni sono chiusi. Unica eccezione sarà forse il 2 gennaio, giorno in cui si può andare a salutare l’Imperatore. Dovremo quindi tornarci.
Con i nostri giri infruttuosi, abbiamo comunque tirato le 10, orario di apertura dei negozi. Prima sosta è stata da Bic Camera, diversi piani di tecnologia, ma, per noi occidentali, non è comunque facile comprare, sia perché certe cose c’è il rischio che funzionino solo in Giappone, sia perché i cartelli sono solo in giapponese ed i commessi non parlano inglese, se non molto poco, sia perché, sulla parte che maggiormente interessa Marco, ovvero i pc, il sistema operativo è in giapponese.
Poi siamo stati al Sony Center, nel grande magazzino Mitsukoshi, alla Toyota, da Abercrombie, identico a quello di Milano in tutto, ad eccezione dei piani. Qui ce ne sono 10! Abbiamo preso la metropolitana e ci siamo spostati a Ueno, entrando nel parco e facendo sosta ad un paio di templi: Bentendo e Toshogu. Lo zoo era chiuso.
Siamo saliti a Yanaka, per “visitare” il cimitero ed alcuni templi, tra cui Tennoji e Choanji, semplici e abbastanza piccoli. Già esausti, siamo voluti arrivare con il treno della linea JR ad Akihabara, ed in particolare alla Electric Town. Qui abbiamo scelto un paio di super negozi multipiano in cui entrare, tra cui Laox, consigliato dalla Lonely Planet, ma vale il discorso già fatto per Bic Camera.
Cotti e stracotti, siamo tornati in hotel per le 17.30, ovvero quasi 13 ore dopo essere usciti.
30 dicembre 2009 Questa mattina ce la siamo presi comoda, siamo arrivati a fare colazione da Mister Donut alle 9, poi siamo partiti in direzione Asakusa.
Il birrificio Ashai purtroppo era chiuso, così ci siamo spostati subito al santuario Kannon – Senso-ji. La strada che porta all’edificio principale è fitta di bancarelle, di souvenir e di cibo, essenzialmente dolci, che noi, prontamente, abbiamo assaggiato.
La facciata del tempio è impachettata…Ovviamente, ma sulla sinistra è possibile ammirare una bella pagoda a 5 piani ed altri santuari più piccoli.
Seppur il sole andasse e venisse, siamo andati alla banchina dell’acquabus e partiti alla volta di Odaiba.
Il primo tratto non è molto interessante, se non i 13 ponti, uno diverso dall’altro architettonicamente, sotto cui si passa, mentre avvicinandosi ad Odaiba si scorgono il Rainbow Bridge e diversi grattacieli, che fanno assomigliare questa zona a New York.
Sull’isola c’è anche una Statua della Libertà, di dimensioni più contenute rispetto all’originale, ma uguale.
Siamo stati in due centri commerciali, alla ricerca della birreria Daiba, ma è stata chiusa. Che sfiga! Siamo riusciti però a comprare 3 bottiglie di birra giapponese, di marca sconosciuta, per la nostra collezione.
In uno dei piani, c’è un Family Park, ovvero una zona di giochi per la famiglia, da quelli di equilibrio, a quelli di mira, a quelli di forza. Molto divertenti.
Nel frattempo è sceso il buio ed il Rainbow Bridge si è illuminato …Come un arcobaleno. Sullo sfondo anche la Tokyo Tower si è colorata di rosso, facendo risaltare la scritta 2009, che domani vedremo modificarsi in 2010! Per il viaggio di ritorno abbiamo puntato sulla monorotaia, che ci ha concesso ancora qualche scorcio del ponte e della città illuminata.
Una volta arrivati a Shiunjuku, siamo andati alla ricerca di un ristorante di cui ho letto sulla guida del Touring, in cui preparano pasta fresca e ravioli. Esausta, camminavo quasi come un automa. Non trovandolo nella via che ci aspettavamo, abbiamo proseguito ancora per un isolato, finchè ci siamo imbattuti nella caserma dei pompieri, con loro per strada, e ci è stato detto che il ristorante è stato chiuso. Ma no! Siamo tornati indietro ed abbiamo scelto dove mangiare in base alle vetrine che maggiormente ci ispiravano, dato che spesso mostrano o con foto o con dei modelli i piatti che poi cucinano.
Ci hanno fatto accomodare al bancone, davanti al cuoco.
Marco ha scelto di assaggiare il tonno crudo a fette, mentre io gli spiedini misti di carne, oltre, entrambi, gli spaghetti.
Gli spiedini erano di vario tipo, anche se non abbiamo ben capito le differenze, più o meno buoni.
Gli spaghetti invece …Sono freddi, da passare in una ciotola con salsa di soia, fredda. Pessimo.
Per fortuna abbiamo accompagnato il tutto con 1 l di birra Sapporo! 31 dicembre 2009 Per questo ultimo giorno del 2009 abbiamo deciso di uscire da Tokyo e recarci a visitare qualcuno dei numerosi templi di Kamakura.
Abbiamo preso la metropolitana, linea Morunouchi, fino a Tokyo Station e da lì il treno della JR, linea Yokusuka, che in meno di un’ora conduce a Kamakura.
I templi sono abbastanza sparsi, quindi c’è un po’ da camminare. In alternativa ci sono anche dei bus.
Prima nostra visita è stata al tempio di Kotokuin, dove si trova il maestoso Buddha Daibutsu, alto 11 metri, unica attrazione del tempio.
Qui, in quasi tutti i templi, occorre pagare una piccola quota di ingresso.
Da lì abbiamo proseguito lungo la strada, arrivando al tempio che mi è piaciuto più di tutti, Hase-dera, perché grande e vario, da una zona in cui ci sono migliaia di piccole statuine offerte in memoria dei bambini o dei neonati morti, a dei piccoli laghetti e cascatelle d’acqua, ad una serie di grotte con statue scavate nella roccia, al panorama che si può ammirare dall’alto, vista mare, oggi molto mosso, arrivando all’edificio principale, in cui si trova una statua di Kannon, dea della pietà e della misericordia, dalle 11 facce. E’ alta 9 metri e fu scolpita nel 721 in un singolo albero di canfora.
Tornando poi verso la stazione, si giunge al santuario più importante, Tsurugaoka Hachiman-gu.
Alla base della scalinata che porta alla sala principale, vi è un albero di gingko altissimo, che pare abbia più di 1.000 anni.
Infine siamo stati al tempio Engaku-ji, il più grande tempio zen della città.
Ci sono diversi edifici da ammirare, oltre ad un ultimo in cui è possibile accedere, togliendosi le scarpe, ed arrivando ad un giardino con laghetto, in cui, con temperature magari più miti, rilassarsi un po’.
Data la vicinanza con la stazione di Kita-Kamakura, abbiamo scelto di ripartire da qui per tornare a Tokyo.
Ore 2.30 Buon Anno!!! Che bella nottata! Siamo usciti dall’albergo verso le 22 e, come ci aveva suggerito l’ente del turismo, ci siamo recati al tempio Zojoji, sotto la Tokyo Tower.
Già in metropolitana ci siamo resi conto che molti hanno utilizzato la nostra stessa tecnica, ovvero quella di uscire tardi, ma soprattutto tanti, ma veramente tanti, hanno deciso di venire a festeggiare il nuovo anno proprio in questo tempio! Arrivati, abbiamo trovato un grande falò, in cui i monaci del tempio bruciavano le offerte portate dai fedeli nelle ore precedenti.
Molti avevano in mano un palloncino trasparente, con attaccato un foglietto con racchiuse le preghiere per il 2010 e alla scoccare della mezzanotte li hanno liberati, facendoli salire rapidamente in cielo. E’ stato molto emozionante! A quel punto hanno aperto le porte del tempio ed una marea di persone ha pressato per cercare di entrare, tra cui noi. Dopo un po’ di attesa, uno spingi tu che spingo io, siamo riusciti ad accedere al salone principale ed ammirare lo sfavillio dorato degli addobbi e del Buddha.
La Tokyo Tower, tutta illuminata, ha coronato la scenografia, facendo risplendere la scritta 2010.
A quel punto siamo tornati alla metro, che in questi giorni di festa funziona tutta la notte, anche se con frequenze limitate, e per le 2.30 eravamo nuovamente in albergo, molto molto soddisfatti della nostra nottata! 1 gennaio 2010 Prima destinazione della giornata è stata al Santuario Meji di Harajuku, e, come ieri sera, eravamo insieme ad una fiumana di gente, principalmente fedeli, che si accingeva ad effettuare la prima visita al tempio dell’anno.
La porta d’ingresso di 11 m è la più grande del Giappone.
Il percorso è stato abbastanza indirizzato dalla polizia che, nell’ultimo tratto, ha veicolato l’accesso al santuario.
Anche se abbiamo dovuto fare la fila, è stato comunque rapido.
In realtà, giunti davanti, non abbiamo avuto molto da vedere, perché il tempio aveva i tendoni tirati. Loro usano gettare una moneta, battere le mani e poi tenerle giunte e pregare.
Abbiamo acquistato, anche noi, una targhetta in legno, su cui abbiamo scritto il nostro desiderio per l’anno nuovo e l’abbiamo appesa con le altre.
Poco oltre iniziavano le bancarelle con il mangiare, a cui non abbiamo voluto resistere! Abbiamo iniziato con un wurstel circondato da pastella fritta, pesantino, per proseguire con ravioli, ahimè con ripieno di pesce, pollo a cubetti ed infine abbiamo terminato con dei magnifici spaghetti di ragù di maiale in salsa di soia! Abbiamo trovato qui anche diversi souvenir.
Successivamente abbiamo percorso la vivacissima Takeshita Dori, dove giovani commessi urlatori invitavano ad entrare nei loro negozi.
Ci siamo regalati le calze con le dita ed acquistato la maglietta per mio papà ed una anche per Marco.
L’area di Aoyama, con la Omotesando, era particolarmente spenta, ovvero, la maggior parte dei negozi erano chiusi, ma ci siamo accontentati di un bel giro da Kiddyland, diversi piani di giochi, peluche e stupidaggini varie. Accanto c’è una bancarella dove cuociono i dolci di Hello Kitty, ripieni di vari gusti, dalla crema, al cioccolato, ai fagioli, al caramello, a cui, logicamente, non ho rinunciato.
Ci siamo spostati a Shibuya, gironzolando in lungo ed in largo, seguendo il percorso suggerito dalle guide turistiche. Anche qui molti negozi erano chiusi.
Abbiamo trovato però Mandarake, il negozio che vende giornalini manga. E’ sotterraneo, sembra di scendere in qualche locale…Equivoco, poi si apre un enorme spazio, pieno di fumetti e dvd, ma anche giochi. Molto interessante.
Esausti, date le sole 5 ore di sonno, siamo tornati alla base, per riposarci con calma.
2 gennaio 2010 Mattinata emozionante: siamo andati a salutare l’imperatore, insieme ad altre 50.000 persone! Arrivando davanti al Palazzo Imperiale, siamo stati tutti indirizzati ed incolonnati, in fila per 3, verso un unico accesso.
Abbiamo superato prima il controllo delle borse, poi quello con il metal detector ed infine la perquisizione fisica.
A quel punto una fiumana umana ha percorso con noi, in modo rispettoso e composto, la strada fino al piazzale in cui l’imperatore Akihito avrebbe fatto la sua apparizione. (5 nella giornata: 10.10 – 11.00 – 11.50 – 13.30 – 14.20) Abbiamo aspettato circa 50 minuti, fermi, in piedi, con in mano la bandierina del Giappone da sventolare, che ci hanno distribuito all’ingresso.
Alle 11.50 le bandierine si sono alzate e sono state fortemente e ripetutamente battute per salutare gioiosamente la famiglia imperiale e così ho fatto anch’io con la mia.
L’imperatore, attorniato dalla moglie e dai figli, ha parlato per un attimo, concedendo una tregua alle bandierine e permettendomi di riuscire a vedere, che emozione! Pochi minuti e ci stavamo già dirigendo verso l’uscita, percorrendo la strada più lunga all’interno del parco, così da cogliere un’idea più ricca ed ampia dell’interno del Palazzo Imperiale.
Abbiamo proseguito per Asakusa, per curiosare ancora tra le bancarelle che tanto ci erano piaciute e ci siamo fermati a pranzare in un ristorantino dall’apparenza interessante.
A piano terreno i tavolini erano normali, mentre, abbiamo notato, a quello superiore, occorreva togliere le scarpe. Naturalmente noi abbiamo fatto richiesta di poter salire. A piacere si poteva stare inginocchiati o normali, facendo scivolare le gambe nel buco sotto il tavolo. Molto carino. Marco ha assaggiato un ricco piatto di sushi, mentre io ho puntato su una ciotola di pollo, riso, uovo e cipolle.
Poi siamo andati a Ueno, per curiosare tra le bancarelle, ma si tratta essenzialmente di mercato, non molto tipico. Siamo entrati in una sala di pachinko, il gioco nazionale, a metà tra il flipper e le slot machine, ma non siamo riusciti a capirne il funzionamento.
Infine, con l’imbrunire, ci siamo diretti verso l’ultima zona che ancora ci mancava, Rappongi, dove purtroppo la maggior parte di negozi e ristoranti erano chiusi, privandola così della sua tradizionale vivacità. Abbiamo comunque percorso alcune vie, arrivando all’Hard Rock Cafè, con King Kong aggrappato alla facciata del locale e siamo tornati in albergo.
In stazione a Shinjuku, abbiamo prenotato il Narita Express di domani mattina alle 8.02 e cercato di capire la strada da percorrere, per non perdere troppo tempo, ma credo sia sufficiente seguire le indicazioni della JR.
Ultimi acquisti da Muji ed abbiamo voluto concludere la nostra permanenza a Tokyo con una cena da Mc Donald’s, pur avendo poca fame, per non interrompere la tradizione di assaggiarlo e confrontarlo con il nostro, quando siamo all’estero!
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