Immaginate un paese lontano che ha mantenuto intatte leggende e tradizioni antichissime senza ridurle ad un artificio per turisti, con una popolazione di poco più di un milione di individui, abitato da gente cordiale e di bell’aspetto. Immaginate fittissime foreste di conifere tra cui si celano colorate casette di legno, mulini a vento e luoghi carichi di mistero. Immaginate tutto questo ed avrete immaginato l’Estonia. Incastonata tra le repubbliche baltiche, un tempo appartenente all’URSS, viene spesso considerata come una propaggine geopolitica della Finlandia da cui è separata da uno stretto braccio di mare. Nonostante i considerevoli scambi economico culturali e l’affinità tra i due paesi, le differenze (anche dal punto di vista del tenore di vita) sono evidenti. L’Estonia ha una sua forte identità, riscopre ogni giorno di più il suo passato fatto di fratellanze medioevali, di cavalieri coraggiosi, di streghe, di folletti e in tutti i modi possibili lo mostra ai forestieri. Le sue radici pagane culminano in eventi come la festa del solstizio di mezza estate (Jaanipäev in Estone) del 24 giugno, nella cui notte si accendono enormi falò per celebrare il sole ed i numerosi spiriti della natura, come la sacra quercia e il tiglio. A dirla tutta, un paese assolutamente degno di essere visitato, non solo per le sue splendide città ricche di storia e d’arte, ma anche per la sua natura incontaminata. Il nostro soggiorno in Estonia è durato una settimana, precisamente dal 17 al 24 agosto. Abbiamo scelto voli della Finnair con scalo ad Helsinki. Il volo da Roma alla capitale finlandese è durato poco più di tre ore e mezza. Il volo da Helsinki a Tallinn viene effettuato su piccoli aerei (tipo ATR) con motore ad elica ed è di brevissima durata (circa venticinque minuti, comprese le fasi di decollo ed atterraggio). Una possibile ed economica alternativa di viaggio sono i voli dell’Air Baltic con scalo a Riga, la capitale Lettone. Abbiamo deciso di fare base Tallinn, all’interno della città vecchia; l’albergo scelto, il St.Olav, al n°5 della Via Lai, nel cuore della città vecchia, ad un passo dall’omonima chiesa e da Rekoja Plats, la meravigliosa piazza del Comune, cuore pulsante della città vecchia e – dunque – di Tallinn. Il St. Olav non è un comune albergo, con il classico schema di piani tutti uguali, ma è tutto da scoprire. Se sceglierete di soggiornare li, vi divertirete a perdervi in un labirinto di corridoi bizzarramente arredati, tra scale di legno colorato, arredi originali di svariate epoche, salette e saloni in pietra naturale senza un’apparente coerenza. Per questa caratteristica, a noi ha ricordato un altro albergo dove abbiamo soggiornato: il Pulitzer Historical Hotel di Amsterdam. Attenzione: il St. Olav non ha ascensori e alcune scale d’accesso ai piani ed alle camere sono strette e ripide. E’ assolutamente sconsigliabile a chi ha qualche problema fisico. La nostra era una stanza standard, quindi era un po’ angusta ed il bagno aveva qualche “defiance”, ma il fascino indiscutibile di questo vecchissimo albergo ci ha fatto dimenticare tutto. Se non doveste trovare posto nella città vecchia, conviene provare in uno dei tanti alberghi, anche molto lussuosi, che sono nella zona di Viru, un’ottima alternativa di soggiorno rispetto alla, indubbiamente più fascinosa, città vecchia. Viru è, infatti, un quartiere (se possiamo definirlo così) della città nuova molto vivace, ricco di centri commerciali, negozi, ristoranti. La sera si anima di concerti all’aperto e artisti di strada. Ha il vantaggio di essere ad un passo dall’accesso più agevole alla città vecchia – la Porta Viru (Viru Väravad), e la omonima Via che porta direttamente alla Piazza del Comune. Vi diamo un consiglio: non cambiate moneta nella città vecchia, dove sono praticate le condizioni più sfavorevoli della città. Proprio nella zona di Vana Viru, precisamente nel grande centro commerciale Viru, quindi a pochi passi dalla città vecchia, abbiamo trovato svariate agenzie con tassi di cambio corretti e, in alcuni casi, addirittura più favorevoli di quello ufficiale. Altre agenzie di cambio convenienti sono ubicate nei vari terminal del porto (come agli imbarchi per Helsinki e Stoccolma). Possiamo considerare la Via Viru come un vero e proprio “nastro trasportatore” che quotidianamente guida migliaia di persone tra la città contemporanea e la città vecchia, come tra presente e passato. La città di Tallinn ha un nucleo medioevale perfettamente conservato (la città vecchia), dotato di mura di cinta, torri e varchi di ingresso. Il resto della città (la città nuova) è un misto di moderno, come nella zona intorno a Viru, o quartieri molto caratteristici, fatti interamente di casette di legno, come nelle zona di Endla a sud ovest della città vecchia. La città “vecchia”, che occupa un’area esigua della Tallinn contemporanea, ha un valore storico immenso ed è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Ma al di la del valore culturale, è una vera e propria esperienza dei sensi, un tuffo nelle nebbie del medioevo nord europeo che raramente potrà capitare di fare altrove. E’ divisa idealmente in una parte cd. “bassa” che guarda il porto, nella zona più o meno occupata dall’antichissimo mercato di Vana Turg, e una parte “alta”, la cd. Tompea, sede del nucleo più antico della città. Non fatevi ingannare dal nome: Tallinn è priva di alture significative. Piuttosto, la distinzione ricorda le antiche rivalità tra Toompea e la città bassa e la diffidenza con cui i commercianti di quest’ultima guardavano i cavalieri asserragliati nella città alta. Nel 1219 Valdemar II di Danimarca distrusse la cittadella e vi costruì la sua residenza. Il nome di Tallinn deriverebbe da una contrazione di Taani Linnus, che vuol dire città danese. Nel 1284 la città di Tallinn divenne membro con pieni poteri della potente lega Anseatica, che dominava il commercio nei mari del nord, e un centro di notevoli traffici. L’originario borgo andò trasformandosi sempre più, sostituendo i vecchi edifici in legno con strutture in pietra e dotandosi di torri e mura. Si sviluppò il sistema delle Corporazioni, o Gilde, come forma di antico ordinamento sociale. Orientarsi nella città vecchia è facile ed è comunque reso ancora più semplice dalle caratteristiche indicazioni su paletti. La città vecchia si visita tranquillamente in un paio di giorni, ma è sorprendente, dopo averla conosciuta nei suoi simboli più noti e blasonati, esplorarne gli angoli più nascosti, girovagando tra stradine lastricate piene di botteghe artigiane e bizzarri negozi dalle atmosfere medioevali. Il cuore della città vecchia è costituito dalla splendida piazza Rekoja, con l’antica farmacia (Raeapteek) e il Raekoda, l’edificio del Comune (l’unico palazzo municipale originario del medioevo conservatosi nell’Europa settentrionale); dalla sua torre, si gode una magnifica vista della sottostante piazza e della città. L’antica farmacia è un vero gioiello. Dal 1422 occupa un edificio ubicato nell’angolo della piazza opposto alla Torre del Comune ed è stata gestita dal 1582 fino al 1911 dai Burchart, un’antichissima famiglia di farmacisti ed è ancora attiva. Ovviamente, non vende più intrugli a base di occhi di luccio, gambe stagionate di rana, sangue di gatti neri o ali di pipistrello in polvere, ma medicine contemporanee. Nello slargo ai piedi del Municipio, poco distante dalla torre, ci sono le due locande più celebri di Tallinn, dove con relativamente poche corone si può assaggiare la tipica cucina estone, il tutto in un’atmosfera estremamente suggestiva: Olde Hansa e Pepper Sack. Mangiare almeno una volta, in una delle due, è una esperienza indimenticabile. Noi abbiamo scelto Pepper Sack, antica residenza di mercanti anseatici (ancora presente il caratteristico montacarichi sulla facciata esterna). Conviene andarci a cena più che a pranzo, prenotando in anticipo un tavolo (le due locande sono sempre piene). Nella luce soffusa dei candelabri (oggi alimentati dalla corrente elettrica) può accadere di tutto: non è raro assistere a delle brevi rappresentazioni che coinvolgono anche il personale, che è in costume tradizionale. Durante la nostra cena, due spadaccini si sono contesi una bella cameriera in un sanguinoso duello ed, all’esito dello stesso, è arrivata la morte in persona, con tanto di falce e cappa nera, a prelevare lo sconfitto moribondo. La cucina è a base di carne, per lo più cacciagione, o pesce del baltico. Ovviamente è un fatto di gusti, ma sconsigliamo le celebri salsicce di sangue: una vera prelibatezza per i locali, un sapore decisamente troppo “forte” per noi. Le porzioni sono abbondanti e servite in piatti di terracotta. La cena ci è costata circa 500 corone, mancia compresa (35 euro o giù di li), in due. In Via Pikk , nei pressi della piazza Raekoja, non fatevi sfuggire il quattrocentesco Palazzo della Grande Gilda, dove si riunivano i mercanti germanici. Di fronte, una stupenda e pressoché intatta chiesa del trecento: Puha Vaimu Kirik, ovvero la chiesa dello Spirito Santo, con l’antico orologio sulla parete esterna che ricorda molto quello di Rouen in Normandia. In Via Pikk, alzando gli occhi verso il tetto dell’edificio oggi sede dell’ambasciata Russa, si può anche ammirare il busto del “gentiluomo con il monocolo”, che sembra osservare la folla che passa. Le leggende su questa figura si sprecano: una di queste vuole che tenga d’occhio la moglie infedele. Di fronte, sulla facciata del palazzo della Gilda di Canuto santo, le statue scolpite nella pietra di Canuto e Martin Luther. Sempre in Via Pikk, ma andando in direzione del Porto, nei pressi della Torre di “Margherita la grassa”, ci sono tre adiacenti edifici di mercanti anseatici di inizio quattrocento molto caratteristici, conosciuti col nome di “le tre sorelle”, un simbolo della città che troverete riprodotto in vari gadgets. Consigliamo una salita sulla torre della vicina chiesa di St. Olav, da cui si può ammirare un fantastico panorama della città. Al n°26 di Via Pikk c’è l’edificio sede della “Fratellanza delle Teste Nere”(Mustpeade Maja), con il suo portale finemente decorato recante il simbolo della fratellanza: la testa del moro San Maurizio. I membri della fratellanza erano famosi per la loro maestria nelle arti militari, ancora oggi ricordata con tornei di tiro con l’arco e con la balestra. Piacevole anche una passeggiata sui bastioni nei pressi della Torre delle monache. Davvero suggestiva la chiesa di Santa Caterina, uno scuro antro ipogeo dove si dice che aleggino spiriti burloni. A Toompea, una visita la meritano la Cattedrale Alexander Nevskij e la Cattedrale di Santa Maria Vergine. La Cattedrale Nevskij, principale chiesa ortodossa di Estonia, disegnata dall’architetto di S. Pietroburgo Mikhail Preobrazhensky, fu costruita su ordine dello Zar Alessandro III. Di fronte la cattedrale Nevskij, c’è un grande palazzo rosa, sede del parlamento Estone, sul quale incombe la Torre di “Hermann il lungo”. Nei giardini adiacenti c’è la statua di “Linda”, moglie di Kalev, morto in battaglia. Una leggenda vuole che il grande lago Ulemiste a sud della città si sia formato con le lacrime versate dalla vedova. Un’altra non meno sentita leggenda vuole che in questo lago viva un vecchio (Ülemiste Vanake), che ogni giovedì si incammina verso la porta della città e domanda: “Tallinn è ultimata?” e gli abitanti rispondono: “Tallinn non è ancora finita. Se lo fosse, il lago inonderebbe la città.” La Cattedrale di S. Maria Vergine è la chiesa più antica di Tallinn. Entrati, si deve poi scendere di quasi due metri, livello originario della chiesa mentre il livello della strada saliva nei secoli. Fu iniziata nel 1229 dai padri Dominicani che volevano stabilire lì il loro monastero. Nel 1233 l’ordine religioso fu costretto a fuggire nella città bassa dopo un sanguinoso scontro con i “Confratelli della Spada”. I cavalieri non esitarono a entrare in chiesa a spade sguainate. Le cronache raccontano che ci fu un autentico massacro. Di quell’epoca non rimane molto. Nel 1684 vi fu un enorme incendio che distrusse tutto ciò che dal fuoco poteva essere distrutto. Nella cattedrale si possono ammirare moltissimi monumenti ed effigi funebri; infatti, è stata la chiesa preferita dall’aristocrazia locale per le sepolture. Visibili i sarcofagi di Pontus de La Gardie e sua moglie Sophia. Altra chiesa che merita una visita è la quella di San Nicola (Niguliste Kirik).
Per quanto riguarda la città nuova, consigliamo due mete molto suggestive: il museo all’aperto di “Rocca a Mare”, ed una breve visita al quartiere delle casette di legno.
Rocca al Mare è un museo all’aperto, ubicato nella parte occidentale della città e raggiungibile con l’autobus, dove sono riprodotti paesaggi e luoghi di vita estone del passato: mulini a vento, antiche fattorie, la scuola, la caserma dei pompieri, il villaggio dei pescatori si susseguono lungo un percorso che si snoda attraverso boschi, laghetti e radure, passando per la costa dove rumoreggiano anatre e cormorani neri. Non si ha l’impressione di essere in un museo e che, quindi, case,scuole fattorie, mulini siano solo riproduzioni, sia pure molto fedeli. Sarà la presenza di anziane signore in abiti da contadine (parlano estone, e qualcuna anche il russo: inutile chiedergli informazioni, a meno di non parlare la loro lingua) che controllano i vari immobili, sarà il fatto che gli arredi, le suppellettili e alcuni edifici siano originali, ma si ha l’impressione di essere in veri villaggi del passato, per qualche oscura ragione improvvisamente abbandonati dagli abitanti. Entrando nella scuola illuminata da lampade a petrolio e girando tra i lunghi banchi di legno disposti in fila, si ha la curiosa sensazione che da un momento all’altro la scolaresca con la maestra torni da una lezione all’aperto nei boschi. In un angolo c’è un organo, accanto un grande pallottoliere. Qui il tempo sembra davvero essersi fermato. All’ingresso del museo all’aperto, vi viene consegnata una mappa con indicazione dei sentieri e ciò che si incontra lungo il cammino. Nella locanda di Kolu, all’interno del parco, ci si può concedere una breve sosta e fare uno spuntino. Il tempo trascorre veloce senza che ce ne si accorga; conviene dedicare alla rocca una mattinata.
Nella zona tra Endla e Tulika, nelle adiacenze della stazione, si incontrano strade interamente costeggiate da caratteristiche casette a due piani interamente di legno (le cd. Wood Houses), alcune ben mantenute altre fatiscenti, il tutto in un’atmosfera molto particolare: una breve visitina a questa suggestiva parte della città non lascerà delusi. A noi è capitato di entrare in una di queste case, invitatati dalla proprietaria, una cordiale e simpatica vecchietta.
L’Estonia è ricca di foreste, laghi antichissime torbiere e paludi che hanno dato origine ad antichissime leggende, ancor oggi molto sentite. Ci sono molti tour organizzati che partono da Tallinn, acquistabili nei gazebo dei Tourist Point presenti in città (uno è ubicato nel centro commerciale Viru) che offrono la possibilità di visitare alcuni di questi luoghi. Noi abbiamo visitato il parco nazionale di Laheema, nella parte nord est dell’Estonia, a ridosso del confine russo, famoso per le sue residenze storiche, ma ancor più per la natura incontaminata, vero paradiso per il “Birdwatching”. Si possono fare percorsi guidati all’interno della foresta, lungo piste ben individuate, e visitare caratteristici villaggi di pescatori lungo la costa.
Nel sud ovest dell’Estonia, verso il confine con la Lettonia, c’è il parco naturale di Soomaa, dove vi sono paludi vecchie di settemila anni. E’ lontano ed un po’ difficile raggiungerlo da Tallinn. Si visita a bordo di caratteristiche canoe locali scavate in un unico tronco. Pare che ancora oggi sia rifugio di streghe centenarie, che vivono lontane da occhi curiosi negli intricati boschi paludosi della zona, e che a qualcuno capita di intravederle. Nella parte ovest dell’Estonia, ci sono alcune isole. Le maggiori, ambita meta di vacanze, sono Saarema e Hiiuma. Noi abbiamo visitato quest’ultima. Si raggiunge in Autobus da Tallinn (stazionamento di Via Gonsiori) in circa 4 ore, compreso le operazioni di imbarco sul traghetto da Haapasalu, la traversata in mare ed il breve tragitto fino a Kardla, il maggiore centro abitato dell’isola. Haapasalu merita una sosta per una visita ad un castello e la leggenda che lo anima. Si dice che durante la luna piena di agosto, da una finestra posta nella cattedrale adiacente al castello, appaia il fantasma della cd. “dama bianca”, una donna murata viva dai monaci perché introdottasi nel monastero travestita da religioso per incontrare il suo amante. Proprio nel plenilunio di agosto ci sono le “giornate della Dama Bianca”, una animata festa che dura circa una settimana. Il percorso in autobus è piacevole e permette di vedere una considerevole parte del nord dell’Estonia, per lo più foreste e piccoli villaggi. I traghetti per Hiiuma, non bellissimi a vedersi, sono dotati di ogni comfort (bar, tavola calda e Kids room). Unico neo: i ponti sono infestati di zanzare enormi. Il mare è plumbeo e spazzato da un vento freddo. Nei pressi dello stazionamento degli autobus di Kardla c’è un Tourist Point gestito da una bella signora bionda molto cortese, che potrà fornire mappe dell’isola e dare ogni utile informazione ai turisti. Kardla è un piccolo borgo di basse casette di legno immerso nei boschi ed i rapporti tra le persone sono decisamente informali. Con un po’ di cortesia si riesce ad ottenere facilmente una bici o un auto a noleggio, senza alcuna formalità e per pochi soldi. Noi abbiamo noleggiato due bici, ma l’isola è più grande di quanto sembri ed il tempo a disposizione è poco, poiché l’orario di rientro dell’unico autobus è alle 16.00. Gli orari sono rispettati rigidamente e perderlo significa rimanere bloccati sull’isola. Conviene noleggiare un’auto, se possibile, e sfruttare meglio le poche ore a disposizione. L’isola è quasi deserta, ma le strade sono molto ben tenute e dotate di pista ciclabile. I due luoghi più interessanti da vedere sono: il faro di Tahkuna al termine dell’omonimo promontorio a nord dell’isola, dove è stato posto il monumento alla memoria delle tantissime vittime del naufragio della nave traghetto ”Estonia”, e la cosiddetta “collina delle croci”. Si deve prendere una superstrada che da kardla punta dritta verso nord attraversando un fittissimo bosco. Le auto che transitano sono davvero pochissime, ma ad ogni buon conto è più prudente rimanere all’interno della pista ciclabile. In una località segnalata chiamata Ristimagi, abbandonando la superstrada e addentrandosi lateralmente nel bosco, si giunge alla cd. “collina delle croci”. Migliaia di croci di ogni tipo e dimensione, piantate disordinatamente, ricordano il luogo dove nel 1781 milleduecento svedesi che vivevano nella zona pregarono in attesa di essere deportati. Visitando il sito, è tradizione piantare una croce; ciò fa si che il sito sia in continua espansione. Continuando, si va verso il promontorio di Tahkuna. L’isola di Hiiuma è davvero bella e vale il lungo viaggio da Tallinn. Quasi d’obbligo, stando a Tallinn, è una gita nella vicinissima Helsinki, in Finlandia; la traversata in nave dura circa due ore e mezzo. I biglietti si possono acquistare al Terminal B del porto di Tallinn; la compagnia di navigazione più conveniente è la Viking Express. Ad Helsinki abbiamo trascorso l’intera giornata del 21 agosto e, inutile dire, che è una città meravigliosa e che torneremo in Finlandia: ma questo è un altro viaggio!