un paradiso chiamato nord est
Consigliamo vivamente la nostra pousada, PEIXE D’OURO gestita da 2 splendide persone, italiani: Mary e … e il loro figlio Moabio. Stanze pulitissime e belle, su 2 piani… un giardino meraviglioso, una cordialità e disponibilità assolute… ci siamo sentiti a casa… con la ciambella calda fatta da mary per la colazione e una cena fantastica che abbiamo fatto li da loro…
Le altre sere a cena siamo stati al GIRASOL da Marco, un ragazzo italiano che ha aperto un ristorante li dove si mangia incredibilmente bene… pesce freschissimo e ottimo! Un’altra sera abbiamo voluto provare la Peixada che è una sorta di zuppa di pesce tipica del nordest… a me non ha entusiasmato ma è da provare.
A malincuore e con le lacrime agli occhi dopo 4 giorni e 3 notti lasciamo Jeri per arrivare in un posto allucinante…Al di fuori di ogni immaginazione III TAPPA: Piauì – ISOLA DEL CAJU nel delta del Rio parnaiba L’isola del caju è un piccolo paradiso selvaggio che si trova nel delta del Rio Parnaiba, poco solcato dai passi dell’uomo, dove le strade sono di terra, e l’acqua è un dono…Dove non esiste il rumore, dove fino ad una certa ora l’illuminazione è garantita da un generatore elettrico, poi dalla luna e dalle stelle… un posto dove è ancora concesso sognare Arrivare su quest’isola è una follia… con questo non intendo sconsigliare vivamente quanto fatto ma, al contrario, fare il possibile per approdare qui… Il viaggio è stato lungo ma splendido… siamo partiti da jeri con una 4X4 che ci ha permesso di vivere un’esperienza unica al mondo… . Ammirare un susseguirsi di paesaggi diversi, dalla sabbia all’asfalto, dal Sertao al salto da una duna di sabbia in un lago azzurro… mozzafiato…Per arrivare a PARNAIBA (da cui ci si imbarca per l’isola del caju) abbiamo attraversato su una zattera il Lago grande per arrivare a TATAJUBA. Da qui dopo una piccola sosta per un bagno nel lago Torta, abbiamo proseguito alla volta di CAMOCIM che dista circa 40 km da PARNAIBA.
Una volta a parnaiba bisogna imbarcarsi per l’isola del Caju… Prima regola: non demoralizzarsi se nonostante mille mail, telefonate, tentativi di contatto con l’isola (o meglio con l’unica pousada che si trova sull’isola, il REFUGIO ECOLOGICO) nessuno risponderà… è facile demordere o credere che sull’isola non esista più nulla … ma non è così… noi , forse un po’ irresponsabilmente, abbiamo deciso di crederci anche se fino al giorno prima di lasciare jeri, non avevamo notizie da parte di chi gestisce l’isola e la pousada… L’organizzazione è molto scarsa e forse perché quest’isola è di proprietà di una vecchia signora inglese che possiede anche un alberghetto a Parnaiba e che sull’isola non c’è mai… solo la sera prima di partire da Jeri, dopo circa 3 mesi di incessanti tentativi, abbiamo avuto la conferma della nostra prenotazione. Arrivare sull’isola è abbastanza costoso (circa 300 RS) e anche la pousada non è del tutto economica perché è l’unica possibilità di alloggio sull’isola; da parnaiba con una barca (conviene trattare sul prezzo) si attraversa una parte del delta del Rio parnaiba… e lo spettacolo delle mangrovie è incantevole… Acqua e mangrovie… non un rumore, non un suono se non quello della barca.. . Appena giunti sull’isola non si ha minimamente l’idea di essere arrivati. La barca “approda” su una spiaggia deserta, con una vegetazione fittissima e l’unico mezzo per comunicare con quelli della pousada è andarci!!! Appena arrivati il nostro barcadero ci lascia su questa spiaggia e va a piedi a chiamare qualcuno dalla pousada: dopo circa 1 ora lo vediamo tornare a bordo di un camion che ci porterà al Refugio ecologico.
Li ci rendiamo conto di essere gli unici turisti (a parte un gruppo di studenti di biologia, sul posto per delle ricerche…) Quest’isola non ha un turismo di massa anch per la difficoltà ad arrivarci, ma ti permette per qualche giorno di dimenticare tutto e vivere un’esperienza unica. !!!E’ importante sapere che dopo una certa ora non c’è corrente elettrica (che viene garantita fino alle 22 circa da un generatore) quindi è bene portarsi delle torce! Nelle stanze inoltre si possono fare alcuni incontri…(rane, insetti, molte zanzare, serpenti)… non a caso i letti sono a baldacchino. Sono inoltre indispensabili uno spray contro le punture d’insetto, un cappello e almeno un paio di pantaloni lunghi!!! Escursioni da non perdere sono il giro in canoa tra le mangrovie, il safari notturno alla ricerca di coccodrilli e uccelli notturni, passeggiate per ammirare la fauna locale (scimmiette, alligatori, cavalli allo stato brado…) e il cammino del passero vermelho! Emozionante ritrovarsi su una barchetta nel mezza del fiume ad osservare in religioso silenzio lo spostamento di questi uccelli dal colore rosso vivo che si spostano per la notte sui rami degli alberi e prima di farlo bagnano le loro piume nell’acqua del fiume per diventare più pesanti e non cadere dai rami… lo spettacolo finale è emozionante… come dentro un documentario di National geographic… IV TAPPA: Maranhao – CABURE’,BARREIRINHAS E IL PARCO DO LENCOIS MARANHENSES Lasciamo l’isola per raggiungere un’altra importante tappa del nostro viaggio: il PARQUE NATIONAIS DO LENCOIS MARANHENSES ovvero il DESERTO DELLE LENZUOLA. Dall’isola del caju abbiamo preso un barcone dotato di amache da montare sul pontile (bellissimo!!!) che ci ha portati a TUTOIA. Per via di un inconveniente siamo stati costretti a fare una tappa intermedia a CABURE’ (tra TUTOIA e BARREIRINHAS) perché il viaggio è lungo e sarebbe bene prenotare subito un mezzo di trasporto appena sbarcati! Noi non abbiamo ancora capito se esistono mezzi locali, fatto sta che per la nostra esperienza il consiglio è quello di non badare a spese almeno in questa parte del viaggio e prendere un autista con un 4×4! Noi ci siamo fidati di un autista che aspettava una coppia prveniente da un’altra isola e abbiamo fatto male: ore di attesa inutili perché questi turisti non sono mai arrivati! All’imbrunire abbiamo preso un 4×4 che ci ha portati a CABURE’: l’ennesimo posto assurdo di questo viaggio.
Caburè è un piccolo villaggio sabbioso che forma una lingua di sabbia tra l’oceano e il fiume… E’ un posto minuscolo in cui esistono solo un paio di pousada (molto molto spartano) e qualche baracca… attorno nient’altro. E’ più che altro un punto di passaggio per chi arriva via terra da Jericoacoara e tutoia. Qui abbiamo dormito 1 notte in un posto alquanto spartano (per non dire sporco… ) e l’indomani siamo partiti alla volta del parco nazionale dei Lencois Maranhenses, passando attraverso VASSOURAS dove facciamo una sosta per vedere il DESERTO DELLE PICCOLE LENZUOLA che da un’idea di quello che sarà poi il vero e proprio incanto…: una meraviglia della natura senza paragoni.
Arriviamo a BARREIRINHAS, un caotico villaggio dalle strade di terra rossa appollaiato su acqua e mangrovie… qui si respira un’atmosfera pazzesca: carretti trainati da buoi, motorini, biciclette, case di mattoni rossi, polvere, camion, gente che attraversa la strada ovunque, dune di sabbia dentro la città, capanne dove vivono famiglie di 10-15 persone che guardano la tv sulla strada, con i bambini sporchi di fango e i cani randagi che frugano tra la polvere… poi la passeggiata sul fiume e i baretti e ristornati dove si canta, si balla e si fa festa…E li timidi palazzetti pastello sulla riva del fiumi, e bandierine colorate che addobbano i l villaggio … le chiesette in mezzo al nulla… Un centinaio di vetture per 30 mila abitanti. Ma la gente va più in barca che in auto: sul rio Preguiça, il fiume Pigrizia, dove le canoe a motore corrono più veloci della corrente. A Barreirinhas, tutti vivono sul fiume: gli uomini pescano, i bambini giocano nell’acqua, le donne fanno il bucato. Su una traineira o una voadeira (piccoli battelli adibiti perlopiù al trasporto di merci), si discende il rio Preguiça orlato da una spessa cortina di mangrovie curiosamente cariche di fiori bianchi. Alzi un po’ la voce e i fiori volano via. Sono aironi, egrette e altri loro parenti stretti.
Qui, fortissimo, si sente il sapore del brasile …Il sole poi è caldissimo: siamo poco al di sotto dell’equatore… Pernottiamo in un posto carino e pulito, finalmente… a ridosso di un’ansa del fiume, POUSADA DO RIO e la sera ceniamo al BARLAVENTO, un ristorante/pizzeria nel centro del villaggio dove mangiamo un ottimo pesce con salsa di frutto della passione (Filet de peixe al molho de maracujà)e un’incredibilmente buona pizza. L’indomani alle 14 iniziamo il nostro tour nel parco delle lenzuola.200 km quadrati di dune e sabbia bianchissima. Noi abbiamo scelto di partire con un tour organizzato prenotato direttamente al nostro arrivo. Il mezzo è un camioncino aperto che rischia di cappottarsi ad ogni curva e sembra faccia a gara con gli altri a chi arriva prima all’ingresso del parco, sfrecciando su fango, sabbia e pozze d’acqua che ti arriva sulle gambe… per circa 1 ora di tragitto…
Qui nel maranhao la natura non è andata con mano leggera. Ondulazioni alte fino a 30 metri intercalate da lagune di acqua dolce e cristallina, che si formano nella stagione delle piogge, tra febbraio e giugno. E sulle quali la brezza del mare scolpisce arabeschi e volute, che terminano sempre in un crinale affilato come una lama, ma friabile al tocco. Un colossale specchio che nelle notti di plenilunio riflette il firmamento. Che i geologi spiegano con l’avanzamento delle sabbie della piattaforma continentale … ma agli occhi sempra più un miracolo di Mater Naturae. La sabbia come zucchero a velo poi… alzi lo sguardo e… difronte a te… un’immensa distesa di sabbia e pozze d’acqua dolce cristallina, ai piedi di ogni montagna… per fare un bagno , nell’acqua cristallina bordata da una sabbia perfetta, basta scendere dalla jeep, affondare i piedi nudi nello zucchero a velo e tuffarsi in una delle centinaia di piscine naturali lasciate dalle piogge e racchiuse tra le dune. C’è dello stupro nei tuoi piedi che solcano la sabbia zuccherosa, che lasciano impronte, nel tuo corpo che intorbida l’acqua casta, ma è una violazione provvisoria. Una spruzzata di pioggia, due refoli di vento e tutto ritorna vergine come prima. Le dune, poi, sembra che accarezzino l’orizzonte…A perdita docchio…Nient’altro… poi raggiungi la cima di una duna.. Respiri… ti siedi… e guardi il tramonto… e qualche lacrima è consentita… V TAPPA: SAO LUIS capitale del Marnhao Lasciamo dopo 2 giorni quello che per sempre resterà uno dei post più emozionanti al mondo e raggiungiamo in circa 3 ore di autobus la bella SAO LUIS .
Allegra, festosa e colorata…Le case di mattoni e i tetti spioventi, le sue salite e discese, i sui viottoli in acciottolato, dove la musica è sempre presente, Sao Luis si trova a ridosso dell’equatore ed la città che più di tutte ,forse, risente dell’influenza portoghese e afro. Dalla terrazza di uno dei tanti palazzetti ti rendi conto che la città è un’isola, tra il cielo e l’acqua, rannicchiata tra le braccia di due fiumi, l’Anil e il Bocanga, che si ricongiungono nell’oceano e formano la baia de São Marcos. São Luís è la città più malinconica del Brasile perché qui sono più i ricordi che gli slanci e il passato ha la meglio sul futuro. Ricordi dei gloriosi giorni del caffè, dello zucchero, del cotone, dei baroni portoghesi… E gli azulejos di alcuni palazzi non possono che incantare lo sguardo. Ricordi di quando, nell’800, alloggiava almeno mezza dozzina di poeti e per questo era stata battezzata “l’Atene brasiliana”. Qui le tradizioni creole sono molteplici: dalle danze del “tambor de crioula” – dai suoni ossessivi africani dove le donne che girano come piroette facendo volteggiare le gonne variopinte come un disco- , al “bumba meu boi”,una cerimania metà pagana, metà cristiana rappresentata mediante una processione danzante che si svolge nelle strade della città,dove si celebra a mo di un piccolo carnevale, la morte e resurrezione di un bue a cui un contadino ha tagliato la lingua di nascosto.
Da sao Luis in un’ora di barca si raggiunge ALCANTARA. Un posto dove occhi dei bambini che incontri per la strada ti regalano un’emozione impagabile… Situata sul versante opposto della baia de Sao marcos, rispetto a sao Luis, Alcantara è una cittadina in via di estinzione, quasi deserta, con rovine coloniali, resti di anfiteatri e vecchi edifici ormai decadenti… una sorta di “Antica Roma Brasileira”… un posto dagli strani accostamenti : antiche rovine e programmi spaziali … Qui, infatti, abbiamo visitato il Centro de Lancamento de Alcantara, una base missilistica del programma spaziale brasiliano… A Sao Luis pernottiamo in una splendida pousada : PORTAS DA AMAZONIA…Tutto è in perfetto stile coloniale e la nostra stanza, ampia e spaziosa ci offre una splendida vista sulla città… Anche il ristorante della Pousada è buonissimo (ottima la pizza). Poi altro posto da consigliare è sicuramente Il Ristorante Antiguamente, dove provare il succo di clorofilla… Ed è proprio sorseggiando un succo di clorofilla che finisce il nostro viaggio … Il Nordest rimarrà tra le più belle foto scattate con la memoria ed è un posto da cui, sulla strada del ritorno versa casa, già senti la voglia di ritornare… prima ancora di essere partito…