VIETNAM, la gioia di un sorriso
La vacanza in Vietnam è stata semplicemente meravigliosa e per questo motivo ho deciso di pubblicarla su questo sito per condividerne con tutti la gioia che ci ha trasmesso e fare da spunto, idea o semplice nota informativa per chi desiderasse fare un viaggio in questo paese.
Veniamo al viaggio: Siamo arrivati il 10 agosto mattina ad Hanoi dopo 12 ore di volo ed almeno 4/5 ore di pause e attese con il fuso orario avanti di 5 ore e quindi mentre per noi erano le 4 di notte..Senza aver appoggiato le “chiappe” in alcun letto, lì erano le 9 della mattina e la giornata era tutta davanti a noi.
Ci siamo sistemati nell’hotel col transfer che avevamo assieme alla prenotazione (solo la prima notte al fine di avere l’invito per ottenere il visto) e poi siamo subito andati in giro per l’old quartier.
Hanoi non è niente di speciale a mio avviso, soprattutto se come me, avete già visitato Bangkok con i sui favoli templi. Giusto due giorni per recuperare il fuso e cercare le mitiche Minsk che ci avrebbero portato nel nord-ovest ad affrontare la parte forse più bella, sicuramente più avventurosa della nostra vacanza. Dopo un paio di tentativi ed una trattativa di almeno un ora, rimediamo all’agenzia Flamengo, 3 Minsk 125 2t di fabbricazione russa che noleggiamo per 4 giorni alla cifra di 8 $ al giorno; sempre con l’agenzia organizziamo il rientro delle moto e nostro in treno (noi in cuccetta) da Lao Cai (città di confine con la cina) ad Hanoi per il giorno 15 agosto.
Davanti a noi 4 giorni “on the road” in uno dei territori più incontaminati che abbia sinora visitato nei miei viaggi.
Partiamo il 12 mattina facendoci aiutare da un ragazzo per uscire da Hanoi nella giusta direzione, (il traffico di Hanoi è incredibile, motorini che girano ovunque senza alcuna regola) e dopo km e km finalmente riusciamo la lasciarci alle spalle la capitale e gran parte del traffico pesante; i camion infatti girano ovunque, l’intero paese appare come un cantiere a cielo aperto in cui stanno vertiginosamente costruendo ogni cosa, case, strade, ponti, viadotti, dighe e via dicendo.
I camion, indipendentemente dalla velocità con cui guidi, sono la maggiore fonte di pericolo perchè vanno abbastanza forte e non si fermano, pensano solo a suonare e tirare dritto! Lo spettacolo delle campagne e dei monti è incredibile, risaie di un verde smeraldo e campi di pannocchie si alternano alle capanne in cui queste minoranze etniche dedite principalmente all’agricoltura vivono abitualmente in condizioni che ai nostri occhi paiono impensabili. Eppure in quello che per noi sarebbe il nulla, per loro è la vita di tutti i giorni ed i bambini che dalla strada ti salutano di continuo invitandoti a fare altrettanto, ci hanno regalato continuamente dei sorrisi così spontanei e così meravigliosi da trasmetterti gioia al solo guardali. Vedi bambini di 5,6 7 anni che già badano ai fratellini più piccoli con una consapevolezza degli stessi pericoli della strada che da noi non troveremmo neppure in gente ben più grande. Ancora ricordo una sosta presso alcuni terrazzamenti di risaie di un verde spettacolare dinanzi al quale non potevi non fermarti per scattare una foto e all’improvviso come fossero usciti da scuola in quel momento una decina di bambini ci sono corsi incontro e senza che noi forzassimo nulla si sono messi in mezzo a noi per fare delle foto, vi assicuro che è stato un momento bellissimo! Poi le strade, a volte asfaltate a volte no, fango, polvere, acquazzoni improvvisi affrontati unicamente con il k-way, un bagno nel fiume assieme ai bufali lontani da noi solo una decina di metri, la Minsk di Michele che in seguito ad una caduta senza conseguenze per lui se non qualche sbucciatura, si ritrova con leva frizione rotta e soprattutto albero del cambio troncato di netto! Quindi 20 km di sali scendi in 3 con le due moto rimaste, l’arrivo in un paesino al buio, la discussione a gesti con un apparente meccanico senza parlare la stessa lingua per capire alla fine che sarebbe venuto la mattina seguente, perdendo tempo per noi prezioso…Quindi la telefonata all’agenzia che dopo varie peripezie ci manda all’albergo un ragazzo che dice di essere meccanico ed alla fine io Michele e lui torniamo con le due Minsk “sane”, l’albero del cambio nuovo, la leva e 4 chiavi inglesi messe in croce in mezzo alle campagne a 21 km dal paese più vicino in piena notte, buio completo spezzato unicamente dalla luce dei fanali delle moto.
Erano circa le 11 di sera, quando siamo arrivati alla moto guasta, Bau, questo il nome del ragazzo è stato un fenomeno! ha aperto il motore illuminato solo da una torcia, a batterie ed ha cambiato il pezzo, la leva in poco più di mezz’ora.
Il mattino seguente sistemiamo le ultime cose e ripartiamo verso SaPa su una strada che definirla tale per i primi 20 km è un’eresia. Poi ancora un’acquazzone prima del passo sul monte Fansipan a 1900 m e quindi la discesa verso SaPa ancora una volta al buio e sotto la pioggia che abbiamo percorso unendoci ad una scia di scooter che rientravano in paese dopo una giornata di lavoro.
Il giorno seguente ripartiamo poi per Lao Cai dove nel pomeriggio lasciamo le moto ad un corrispondente dell’agenzia ed alle 20 partiamo per Hanoi in treno.
Cosa dire ulteriormente del nord-ovest…Andateci se vi capita, descrivere le sensazioni provate attraversando quei territori e troppo difficile e forse troppo personale, ma vi assicuro che parlandone fra noi tre eravamo tutti concordi nel definire luoghi e persone semplicemente fantastici nella loro unicità e semplicità di vita.
Ad Hanoi abbiamo organizzato subito la trasferta di 3 giorni 2 notti alla famosa baia di Halong, definita con le sue oltre 9000 formazioni calcaree e isolotti una delle sette meraviglie del mondo. La baia è davvero stupenda e il tempo è stato dalla nostra regalandoci 2 giornate belle su 3.
Dopo la baia, rientriamo ad Hanoi e partiamo sempre col treno notturno per Hue, antica capitale, 700 km circa per 15 ore di treno! La cuccetta “soft”, per modo di dire e le troppe ore, ci hanno spaccato la schiena e la stanchezza dopo 9 giorni un pò tirati è venuta a galla inevitabilmente.
Così abbiamo deciso di variare l’itinerario che avevo pianificato eliminando i 3 giorni di Nha Trang (dove avremmo fatto prevalentemente mare) ed abbiamo aggiunto un paio di giorni nel Vietnam centrale (tra Hue e Hoi An) ed uno a Saigon.
A Hue ci siamo stati 2 giorni; da vedere c’è l’antica cittadella (da non perdere) e diverse tombe imperiali lungo il fiume dei profumi in cui è possibile anche fare una “crociera” in barca. Noi queste ultime le abbiamo saltate perchè il 2° giorno abbiamo ripreso di nuovo in affitto un mezzo a due ruote, questa volta i classici scooter tipici di quei paesi (100/110 cc di cilindrata e cambio a bilanciere con frizione incorporata nel bilanciere stesso) e siamo andati fino alla zona demilitarizzata, circa 110 km di distanza a vedere i tunnel di Vinh Moc. Non vi dico il caldo torrido e l’umiditù all’interno dei tunnel. Ne siamo usciti con le maglie praticamente molle di sudore. Qui a Vinh Moc i tunnell sono più grandi che a Cu Chi (vicino Saigon, dove sono stati in parte allargati per favorire l’ingresso dei turisti), ma lo sono sempre stati, quindi li abbiamo visti praticamente così com’erano ai tempi della guerra. Poi ci siamo diretti verso il Laos con l’intento di arrivare a visitare la Base di Khe Sanh e di rientrare a Hue passando per gli altipiani, ma quando mancavano solo 20 km il cielo si è fatto nero ed un nubifragio ci ha impedito di proseguire. Dopo esserci riparati per una mezz’ora sotto una tettoia improvvisata abbiamo deciso di rinunciare e così com’eravamo, in maglietta e pantaloni senza k-way o altro del genere ci siamo rifiondati in strada sotto la pioggia battente che a tratti era talmente forte che pungeva come uno spillo.
Siamo rientrati in albergo anche questa volta al buio dopo aver percorso con quei scooterini circa 300 km in un giorno! Il giorno seguente siamo ripartiti in autobus per Hoi An, città molto carina e vivibile dove siamo rimasti per 3 giorni ed abbiamo fatto anche un pò di mare. Non è certo quello della Thailandia (vedi costa delle andamane), ma neanche tanto male; la spiaggia è grande con alle spalle le palme e diversi ristorantini in cui pranzare o cenare praticamente in riva al mare.
Da qui siamo ripartiti in aereo con un volo Vietnam Airlines acquistato in loco da DaNang a Ho Chi Minh City (Saigon).
Quest’ultima è sicuramente la vera capitale economica del paese con centri finanziari e palazzoni (quasi grattacieli) in costruzione continua, quasi tutti appartenenti a società finanziarie. Come a Bangkok è possibile trovare sistemazioni che vanno da pochi dollari ad infinito. Una sera abbiamo fatto l’aperitivo a Saigon Bar posto sulla terrazza al nono piano dello splendido Hotel Caravelle con vista panoramica sullo sky-line della città.
Qui siamo andati a vedere anche il museo della guerra dove mi sono reso conto che la guerra del Vietnam in realtà è iniziata ben prima del ’68-’69, ma soprattutto delle atrocità che vi sono avvenute. Per non parlare delle conseguenze del dopo guerra sulle nascite. Avevo letto che bisognava avere lo stomaco forte, ma non pensavo così; tralascio ulteriori dettagli in questa sede perchè vi assicuro che le immagini sono raccapriccianti ed hanno dell’incredibile! Gli ultimi giorni li abbiamo passati in relax a zonzo per la città, tra un mercato, un pranzo e ovviamente un massaggio rilassante…Del resto siamo in oriente!!! Cosa dire di più?! diciamo che se mi chiedessero…
torneresti in Vietnam?: si, ci tornerò! la vacanza così la rifaresti? Assolutamente si! e le minsk? le riprenderesti? senza alcuna esitazione! e questa volta ci farei l’intero viaggio nord-sud noleggiandole ad Hanoi e riconsegnandole a Saigon (ho saputo che anche questo è possibile!). Se mai ce ne fosse stato bisogno ho capito ancora una volta che la moto aggiunge alla vacanza quel senso di libertà, imprevisto ed avventura che contribuisce in maniera importante nel renere una vacanza, un viaggio e nel trasformare il turista in viaggiatore! In quei 4 giorni al nord, in territori che sembravano quasi inesplorati, dove l’uomo vive ancora nel rispetto della natura che da “amica” gli fornisce da vivere, ho ritrovato una cosa meravigliosa, il sorriso dei bambini! Mi è rimasto addosso come un ricordo indelebile che mi da energia e positività! Xin Chao (ciao) Stefano