Bruxelles, Fiandre e oltre

Questa volta vorrei raccontare di un viaggio che ho fatto in tempi non sospetti e quando tutti mi chiedevano che ci vai a fare 12 giorni in Belgio? E sì, spesso ci si fa un weekend o ci si passa sulla via per l'Olanda o il Nord Europa. Io non ci sono andata perchè Bruxelles è la capitale d'Europa, questo no , ma perchè è una delle capitali...
Scritto da: modgirl
bruxelles, fiandre e oltre
Partenza il: 17/08/2005
Ritorno il: 28/08/2005
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Questa volta vorrei raccontare di un viaggio che ho fatto in tempi non sospetti e quando tutti mi chiedevano che ci vai a fare 12 giorni in Belgio? E sì, spesso ci si fa un weekend o ci si passa sulla via per l’Olanda o il Nord Europa. Io non ci sono andata perchè Bruxelles è la capitale d’Europa, questo no , ma perchè è una delle capitali culturali d’Europa. Ho un forte interesse per la storia dell’arte e ho sempre visto il Belgio come il confine tra due mondi, quello latino e quello germanico. E nel XV secolo l’arte fiamminga era una valida concorrente sui mercati, alla pari dell’arte italiana. Confesso! L’arte fiamminga era il mio interesse principale! A questo si aggiunge una mia seconda passione:l’Art Noveau e il Simbolismo. E Bruxelles non era stata una delle città d’avanguardia a inizio ‘900?Beh allora è deciso si parte alla volta del Belgio!Prenoto il volo per arrivare direttamente a Zaventem presso un agenzia di viaggi:prendo la soluzione più economica in quel periodo, Virgin (oggi assorbito da Bruxelles Airline mi sembra) da Orio al Serio (140 euro a/r circa). Prenoto anche, visto il volo nel tardo pomeriggio, 3 notti in un hotel 3 stelle non lontano da Place de Brouckere (60 euro/g con colazione). In internet, sul sito dei B&B prenoto con la postepay 7 notti in un bed&breakfast zona Ixelles (per circa 275 euro). Parto il 17 agosto alle 17,30 circa, arrivo dopo un paio d’ore e trovo comodo il treno per la stazione centrale, da dove con un tram e cartina alla mano trovo subito l’hotel. Check in, passeggiata esplorativa dei dintorni e subito a letto.Dopo l’abbondante colazione, vado verso il centro attraversando la piazza del teatro della Monnaie e mi faccio dare una mappa turistica dall’ufficio della Gran Place (nel municipio). La piazza è eccezionale e me innamoro tanto che quasi tutte le sere prima di ritirarmi non potrò mancare di passarci, solo per sedermi sulle scale della Maison du Roi e guardare la gente e le cuspidi degli edifici! Il primo giorno visito un po’ tutto il centro a piedi, città alta e bassa e trovo ,nella piazza triangolare che da sul palazzo Ravenstein un negozietto di gaffres e di crepes (buonissime quelle al cioccolato) dolci e salate che diventerà il mio fornitore ufficiale di merende e spesso cene economiche! Il secondo giorno mi dedico ai Musei Reali di Belle Arti, dove mi immergo nella sezione di pittura antica e mi imbatto anche in una piccola, ma interessante mostra sulla grafica di Rembrandt.La sezione moderna la vedo più in fretta (per altro disposta in modo straordinario in una architettura a imbuto) soffermandomi solo su David (l’uccisione di Marat in bagno, da non perdere!), Knopf e Magritte (ma adesso ha il suo museo).Ripasso in grand Place dove c’è un concerto all’aperto e mi godo li la serata tra la folla. Il giorno seguente prendo la metro per andare un paio di fermate oltre il Parco del Cinquantenario: la mia intenzione, prima di visitarlo, sarebbe di vedere da fuori il Palazzo Stoclet di Hoffmann, ma sbaglio direzione e ci rinuncio. Passo quindi buona parte della giornata all’interno dei Musei Reali di Arte e Storia, il Victoria &Albert del Belgio. Vado a nozze con la mostra Art Noveau and Design,passo velocemente la sezione egizia (a Torino ce n’è abbastanza), visito con qualche interesse la sezione classica e attraverso abbastanza in fretta anche la parte etnografia e arte orientale, dove però sono costretta a soffermarmi con somma goduria alla mostra sulla porcellana giapponese presentata a Faenza qualche mese prima (E che non avevo visto, che fortuna!). Sono infine rapita dalle sezioni arte mediovale e rinascimantale: da vedere assolutamente la miglior collezione di pale scolpite di Bruxelles (qui il capolavoro di Borreman il Vecchio per un mercante astigiano) e di Anversa. Prendersi il tempo:l’arte nordica calca sul particolare minuzioso!Lungo lo stradone della Loi (una mezza autostrada), vedo l’orrendo palazzo della Commissione Europea, ma a pochi passi c’è una zona tranquilla di pub e piazzette stile inglese (non a caso detta zona delle squares) e mi soffermo su alcuni edifici art noveau tra cui la casa Van Etevelde di Horta (da vedere anche se da fuori). Me ne torno in tram all’hotel e contatto il b&b per farmi spiegare come raggiungerlo. Al mattino mi faccio ancora un giro per la città, visito la cattedrale e la zona del Sablon per finire con la zona meridionale, la zona operaia. Alle 14 recupero la valigia e col tram indicato arrivo in Avenue de Louise e cerco Rue de Vleurgat di cui la mia via dovrebbe essere una traversa. Subito non trovo il posto, ma chiedendo individuo la via giusta. Pago tutto in anticipo (e come vedremo mai vi fu decisione migliore) e mi trovo in una stanza doppia, grande e luminosa tutta per me. La padrona è una vedova un po’ robusta di fisico, ma molto aperta di carattere. Dai tempi della scuola non parlavo francese, ma con lei tutte le mattine a colazione avrò occasione per rinfrescarlo. Dopo essermi sistemata, faccio un giro della zona: il quartiere è vario, si va dai grandi negozi della prima parte della via Louise, ai locali di immigrati, da una delle vecchie porte urbiche, a case art noveau grandi e piccole, dagli stagni di Ixelles alla Abbaye de la Cambre (parco e sede di facoltà universitaria). Insomma una zona residenziale di notevole interesse, consigliata a chi si ferma un po’ di più. Tutte queste cose le avrei viste con calma nei tardi pomeriggi e il mio penultimo giorno. Dal giorno successivo iniziavano invece 5 giorni alla scoperta del Belgio.Per fare questo ho comprato in stazione un biglietto che comprende 10 viaggi in un senso in qualunque direzione e distanza attraverso il paese ad un prezzo forfait. Bastava solo scrivere sopra il nome della destinazione scelta prima di partire. Bene potevo fare andata e ritorno in 5 posti diversi e così ho scelto:Tournai, Liegi, Gand, Bruges e Anversa. Ma prima di iniziare questo tour, ci aggiungo un giorno, pagando il biglietto singolo, nella vicina città universitaria di Lovanio. Si visita in fretta e ha una bella piazza con la cattedrale dal coro luminosissimo (da vedere all’interno di questo il tesoro con i quadri più noti di Dieric Bouts e una copia d’epoca della Deposizione del Prado di Van der Weyden, che impressiona ugualmente).Lì vicino c’è il palazzo civico che sembra un reliquiario gotico ingrandito. Il biglietto del tesoro dava accesso anche al museo civico (che recentemente è stato rifatto ) con molte copie d’epoca di primitivi fiamminghi e belle sculture lignee, ma se uno non è uno specialista si può tranquillamente saltare. Belli i beghinaggi occupati dall’università e l’atmosfera giovanile (ma in agosto l’attività universitaria e ridotta e la città è fin troppo tranquilla).Pomeriggio a riposo lungo gli stagni di Ixelle e giro delle sponde per osservare le case dei fratelli Blerot. Stazione del Sud e viaggio verso Tournais. Città verso il confine francese (oltre c’è Lille) e che si vanta di aver avuto Van der Weyden tra i cittadini, ma che di solito è trascurata dai turisti. Il centro non è grande ed è strutturato con le due piazze tipiche delle città medievali belghe, distrutto durante la guerra, ma ricostruito esattamente come era. In più c’è una meraviglia originale che si è salvata ed è nel Patrimonio dell’Umanità: la cattedrale! Una delle più grandi chiese romaniche d’Europa (ha 5 navate!) che merita di essere vista. Pranzo con ottimi panini e relax in un bar della Piazza del Mercato con poca gente in giro. Tornata a Bruxelles, passeggio per vedermi da fuori le case di Horta (me le rivedrò tutte almeno un paio di volte). Il giorno dopo decido di tornare nelle Fiandre e muovo verso Gand. Mi godo la cittadina, il canale, il castello e la cattedrale di San Bavone : qui passo almeno mezz’ora in contemplazione del Polittico dell’Agnello Mistico di Van Eyck, un sogno che si avvera!Uno dei massimi capolavori di tutta la storia dell’arte europea.Vorrei vedere anche il museo civico, ma è in riordino. In compenso nei sotterranei della stessa cattedrale, espongono temporaneamente i capolavori di arte antica del museo, tra cui i due Bosch. Vedo anche in una cappella un opera (che mi sembra una copia da Bouts) di Giusto di Gand: ma non era quello che ha lavorato ad Urbino?Sì proprio lui e quindi anche in Belgio ha lasciato traccia di se!Torno lungo il canale ad osservare la gente, c’è una festa e passano le barche a vela! Mi godo il tramonto e non vorrei andarmene via! A sera prima di tornare al b&b un altro salto in Grand Place: ormai è un abitudine!Nuovo giorno e nuova gita. Il medioevo mi chiama e mi dirigo verso Bruges. Non sto nella pelle:una delle città più ricche del ‘400, praticamente bloccata a quell’epoca!Arrivo in centro e visito subito le chiese(da non perdere quella con Michelangelo!) e visito il museo di Memling nell’affascinante ospedale di San Giovanni e con un biglietto combinato anche il museo Groninge (la pinacoteca civica). C’è anche una bella mostra sulla ritrattistica di Memling, ma anche la collezione permanente è notevole: uno dei musei più importanti del Belgio e da visitare assolutamente.Giro a caso per i canali (meraviglioso!) e tutta la zona del municipio e della Chiesa del santo Sangue. Non salgo nè su un battello nè sulla torre civica per risparmiare, ma è una cosa che farei in caso di ritorno. La città è la più turistica ed affollata del Belgio con turisti di tutto il mondo, soprattutto in estate, ma alla fin fine forse meno affollata delle nostre citttà d’arte e va visitata assolutamente.Finisco con il beghinaggio tranquillissimo e l’incantevole stagno del Minnesanger che ormai fa buio e mi riprometto di tornare, magari fermandomi in albergo. Il giorno dopo mi dirigo alla volta della capitale culturale della Vallonia. La postepay ha un problema e risulta aver esaurito i soldi disponibili quando dovrebbero esserci ancora 200 euro. Infatti i soldi c’erano, come scoprirò al ritorno, ma intanto devo farmi bastare i contanti che ho! Meno male che alloggio e treno li ho già pagati! A Liegi così giro la città a piedi e mi limito a visitare all’interno solo la chiesa di San Bartolomeo con l’importantissimo e meritevole fonte battesimale, un capolavoro di scultura romanica del 1000 circa! Ci sono delle signore che fanno da guide volontarie e sono stupite di vederemi perchè a Liegi, mi dicono, ci sono pochi turisti.In realtà la città è culturalmente importante, però è un po’ deludente: per esempio il lungo fiume è bruttissimo; molto più bello il lungo Po a Torino!Ha comunque una struttura particolare. Meriterebbe inserirla in un tour più completo della Vallonia con città come Dinant ecc.Per un altro viaggio! A Bruxelles mi rigiro Ixelles e mi guardo un po’ di televisione in camera.L’ultimo giorno di viaggio, con fondi ridotti, lo dedico ad Anversa. Anche qui non vedo musei (mi dispiace molto rinunciare al Museo Reale e perdermii Van der Weyden, Antonello, Jean Fouquet e Rubens, ma penso di ripassare da Anversa in un prossimo viaggio in Olanda), ma nella grandiosa cattedrale il Rubens non manca (e con il suo capolavoro, La Deposizione dalla Croce, da vedere!). Vedo anche una chiesa dove ci sono opere sue e un po’ di tutti i suoi allievi più grandi e i contemporanei tutti insieme, il meglio della scuola di Anversa(Teniers, De Vos, Jordaens, Van Dick).Infine ho passeggiato per la zona portuale (enorme!)e la piazza del municipio e ho visto la casa di Rubens dall’esterno. Mi ha dato comunque l’impressione di essere una città ancora molto attiva oggi, il cuore economico del Belgio. Ho intravisto anche nella zona dei diamanti, ebrei col vestito tipico.Infine due altre note: ci sono molti negozi di stilisti belgi ad Anversa e anche la stazione è degna di nota dal punto di vista architettonico.Ho ancora due giorni interi a Bruxelles. Il primo vedo altre cose come la chiesa di Brughel, Santa Caterina, la chiesa barocca più grande della città, la zona di Annessen, i caffè art nouveau in zona Borsa e intorno al Sablon per finire al bellissimo edificio di Horta del Museo del Fumetto (che non visito, ma mi soffermo sulla bella mostra fotografica su Horta allestita nell’atrio).Mi godo la vista dai giardini a terrazze sotto la Place Royale dove si ammira la splendida linea della torre del municipio, mi rivedo il bellissimo edificio del Museo degli strumenti musicali e finisco in zona gallerie dove mi riempio gli occhi con le vetrine delle pasticcerie!Un’occhiata ai negozi di merletti (finissimi i belgi, a Bruges mostrano per strada il lavoro ai turisti), ma quelli veri non me li posso permettere. Non l’avevo cercato, ma alla fine mi inbatto per caso nel Manneken Pis! Ah, eccoti qui!Chissà perchè sei così famoso? Beh a mio parere sei sopravvalutato!Lo saluto e me ne torno al b&B.E’ il mio ultimo giorno intero a Bruxelles e a cosa lo dedico?Ma sì avete indovinato! Horta e compagni!Inizio dalla stazione del premetrò Horta. E perchè? Da qui si va a casa sua, il museo Horta, ma nella stazione stessa ci sono parti, vetrate e ferri battutti, bellissimi di una sua casa distrutta. Ed ecco la casa. Museo bellissimo: avrei voluto vederlo di nuovo subito dopo, ma i soldi erano agli sgoccioli.Rue Amaericain, una casa studio fatta come voleva lui in due tempi diversi. Di solito nelle sue case o non si entra perchè sono private o bisogna chiedere il permesso. Qui no, e gli interni delle sue case sono il top!Salire sulla scala dà un piacere fisico e sembra che sia la scala stessa a spingerti a percorrerla. Nel sotteraneo ci sono frammenti salvati della distrutta Casa del Popolo e altri bozzetti e progetti. Sul biglietto c’è stampata la mappa del percorso per vedere altre case sue e di altri importanti architetti , come Hankar, nelle vicinanze del museo. Inutile dire che lo seguo passo passo e mi rivedo anche tutte la case dei Blerot, Wassenbergher, Couchie ecc di Ixelles.Che bel modo di finire: fiori, pavoni, teste femminili, colpi di frusta e chi ne ha più ne metta! E che modernità strutturale nello stesso tempo! Mi preparo la valigia già con un po’ di tristezza e mi addormento per l’ultima volta in quella stanza. Dopo colazione e i saluti, mi riprendo il famigliare tram per la stazione centrale.Il volo è verso le 16 e per quanto debba arrivare in anticipo, ho ancora 3 o 4 ore. E allora? Mi sistemo su una panchina dei giardini e poi tirandomi dietro il trolley, mi rifugio in Grand Place per l’ultima volta. Il tempo è bello dopo giorni alquanto variabili. Il kay way è l’indumento più utile in Belgio!Bruxelles addio. E’ ora di lasciarci. Prendo il treno per l’aereoporto e tutto va bene. Sono a Bergamo felice e soddisfatta! Ho incontrato un paese ospitale, piccolo, ma ricco di storia. Consigliato a tutti!Au revoir Belgique!!!


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