Due giorni a Lubecca
Abbiamo prenotato via Internet all’Hotel Excelsior che si dimostra perfettamente rispondente alle nostre aspettative : è davanti alla stazione centrale degli autobus e anche alla stazione ferroviaria, a cinque minuti a piedi dal centro storico, economico (78€ a notte la doppia) ma estremamente ospitale : pulito, belle camere, ottima colazione, personale cortese e disponibile ( alla fine , nonostante la prenotazione per le camere in più non sia stata disdetta in tempo, ci fanno anche un mega-sconto). Abbiamo anche chiesto di poter cenare lì la prima sera e , in caso di gruppi, aprono la cucina. Cena a base di : zuppa vegetale , maiale e patate con una crema ignota e dolce con lamponi. Ottimo e abbondante : spendiamo 20,50 a testa più le birre che ovviamente cominciamo a bere. Dopo un rapido rientro in camera sfidiamo le intemperie e usciamo per vedere la città di notte : fuori piove ma non fa particolarmente freddo. Giriamo sotto la guida di Roberto ( che ha passato i giorni precedenti su Google Maps e sa tutto!) e passiamo la porta dell’Holstentor, approdiamo alla bellissima Piazza del Municipio, giriamo intorno a San Marien e San Jakobi. Peccato che è tutto chiuso e non possiamo neppure bere qualcosa : l’impressione è che Lubecca non sia una città da grande vita notturna , certamente non a novembre, probabilmente non nel centro storico. In ogni caso è l’ora di rientrare, buttarsi sotto il piumone e prepararsi alla giornata successiva. Venerdì 6 novembre Ci alziamo con comodo e intorno alle 9 siamo tutti a fare “abbondante” colazione: tutto quello che non mangeremmo mai a casa , lo mangiamo ora. Abbiamo prenotato ( e pagato) in anticipo presso l’ente del turismo di Lubecca un tour chiamato “All in all” (47 € a testa) ; io ho in mano i vaucher, spediti con precisione teutonica dall’agenzia in tempo : :alle 10.00 incontreremo la guida (speaking italian) che per due ore ci porterà in giro, alle 12.00 pranzo allo Schiffergesellschaft (casa del marinaio) , alle 14.00 giro in battello intorno a Lubecca , alle 15.30 panoramica grazie all’ascensore di San Petri e alle 16.00 cappuccino e marzapane da Niederegger. E , in effetti, tutto funziona benissimo :non piove e non fa neppure particolarmente fredd0 ( 7-8 gradi). Susanna, la nostra guida, ci aspetta all’Holstentor : parla un italiano non proprio fluente ma ci racconta molti aneddoti e un po’ di storia ( poco d’arte invece). Scopriamo così che Lubecca era al confine con la Germania orientale e , quando ci fu la caduta del muro, 25.000 residenti dell’est approdarono nella città e come questa posizione durante gli anni della cortina di ferro costituì un grosso problema, causa anche di un certo isolamento della nobile e potente città anseatica di una volta. L’Holstentor è la porta della città del XV secolo ed è inclinata, come quasi tutti i palazzi di Lubecca, a causa del fondale sabbioso su cui poggiano. La guida racconta come nel 1875 rischiò di essere distrutta per far posto ad una stazione ferroviaria e il “fattaccio” non avvenne grazie ad una votazione vinta con un solo voto di differenza. Ci mostra i vecchi magazzini del sale (bellissimi!!!), ci fa notare tutta l’architettura in laterizio, ci parla d Lutero e dell’adesione al luteranesimo della città con la trasformazione di tutte le chiese cattoliche in chiese luterane con “l’imbiancatura” di tutte le pareti. Ci mostra dove è arrivata al massimo l’acqua del Trave quando esonda ( capita tutti gli anni per 4 o 5 giorni quando arriva un vento particolare dal Baltico). Noi ci misuriamo con la targa e scopriamo che, per molti di noi, l’annegamento è obbligatorio. Poi cominciamo a girare nel centro storico di Lubecca, ritorniamo alla Piazza del Municipio ( che presenta mattoni neri e non rossi , frutto di un miscuglio derivato dal sangue di bue e cenere) ed entriamo (pagando 1€ invece di 2 perché siamo con la guida) nella chiesa di San Marien, la terza in ordine di grandezza in Germania e con un enorme organo che fino a un po’ di tempo fa era il più grande del mondo..Ora i Mormoni ne hanno costruito uno più grande negli Stati Uniti. Niente di particolare, siamo abituati troppo bene in Italia. Ultima tappa Ospedale di Santo Spirito , un esempio di assistenza sociale del passato. In questo momento c’è un mercatino di “cianfrasuglie” per beneficienza. Susanna ci saluta e ci dirigiamo verso il Schiffergesellschaft. Si tratta di uno dei più antichi ristoranti di Lubecca : l’interno è affascinante con tavoloni di legno che ricordano tolde di navi e velieri appesi. Il personale però non è molto simpatico e , ovviamente, parla solo tedesco. Il pranzo era stato già deciso in precedenza e quindi ci portano un piattone che varia , a seconda delle scelte che abbiamo fatto, da pollo a maiale, da pesce a sanguinaccio con contorni di patate e verdure varie. Alla fine ancora un dolce di crema e lamponi. Il posto è abbastanza di lusso , si mangia bene ma troppo freddo per i nostri gusti : forse il fatto di essere un gruppo con pranzo già definito non aiuta e noi siamo un po’ esuberanti… in ogni caso decidiamo di non tornare più. Ci dirigiamo verso il molo per prendere il battello : alcuni sfidano l’umidità , altri stanno dentro al calduccio. Il giro ci porta intorno a Lubecca ( che è un’isola unita alla terraferma da tanti ponti) : non è un granchè,forse bisognerebbe farlo con il caldo e la bella stagione ; l’unica parte interessante è quando passiamo dentro al parco che è tagliato in mezzo dal canale. Riusciamo ugualmente a divertirci attraverso la sfida all’ultimo scatto tra Mavi, Roberto e Massimo che continuano a fotografare , in qualsiasi posizione e qualsiasi stupidaggine. Ormai conosciamo Lubecca a memoria ( beh veramente non tutti… alcuni continuano a perdersi) e arriviamo alla chiesa di San Petri : diligentemente consegniamo il nostro vaucher e ritiriamo i biglietti per l’ascensore che , velocissimo, ci porta in cima al campanile da dove si può godere di una fantastica vista dei tetti di Lubecca. Non c’è nebbia e quindi si vede quasi il mare…Una volta che si riesca a capire da che parte sta. Lo stomaco brontola e con uno scatto degno dei migliori maratoneti , piombiamo al Niederegger , la più bella pasticceria di Lubecca. Nella parte sotto ha il negozio dove tra un’ora lasceremo gran parte dei nostri risparmi e riempiremo senzapietà quei 4 kg di valigie rimasti vuoti. Sopra una splendida sala : ci fanno sedere in tanti tavolini vicini e, grazie al solito vaucher, ci portano una fette di una torta di marzapane che è un delirio per gli occhi e per le papille gustative accompagnato da un caffè lunga con una crema di latte buonissima. La cameriera e cordiale, la vetrina con le altre torte da togliere il fiato e la nostra decisione immediato : domani alle 4 qui per l’ultima abbuffata prima di ripartire. Quando usciamo è ormai calato il sole ( sono le 16.45) e ci incamminiamo verso l’albergo perché alle 19.00 abbiamo prenotato la cena da KartofelKeller ( la cantina delle patate). La prenotazione l’abbiamo fatto via Internet dall’Italia e andiamo a prapararci… Alle 19.15 arriviamo al ristorante e ci sistemano in uno splendido tavolone. Il posto è grande ma strapieno e molto carattestico. La dolce vikinga che ci serve parla 4 parole di inglese ma i menù solo solo in tedesco. La scelta quindi è difficile ma alla fine siamo tutti più che soddiisfatti: zuppa di patate, filetti di salmone , carne di maiale , grigliata mista di pesce, aringhe ,t utto con contorno di patate in tutti i modi. Spesa media 23€ con birre gigantesche. Usciamo soddisfatti ma non vogliamo rientrare già in albergo : la serata è bella, appaiono le prime stelle e noi girovaghiamo alla scoperta di strade e stradine non ancora esplorate. In questo nostro girovagare approdiamo sul lungofiume e lì troviamo un locale dove c’è musica dal vivo : un gruppo suona country americano , alcuni ci chiamano dalla finestre e ci invitano ad entrare. La serata passa tra risate, birre e tequila, e un happy birthday a me ( che purtroppo da lì a 2 giorni avrei compiuto 50 anni!) con tanto di suonatore di banjo al tavolo e cantata generale. Ormai si è fatto tardi, rientriamo in albergo : domani mattina ci alzeremo un po’ prima, è gia il momento di rifare i bagagli.
Sabato 7 novembre : alle 9 siamo tutti pronti , lasciamo i bagagli in una saletta , paghiamo il saldo ( metà lo avevamo pagato in anticipo) e andiamo verso la stazione ferroviaria per prendere il treno per Travelmunde, a 20 km di distanza, la parte a mare di Lubecca. Il treno c’è ogni ora , e, ovviamente, lo abbiamo perso : era alle 9.01. Ci spostiamo dalla stazione degli autobus : il 30 e il 31 ci portano entrambi a Lubecca. Dopo qualche peripezia con gli autisti che non ci capiscono riusciamo a partire ( soliti 2,50€). Ci vuole circa mezz’ora, ma è un viaggio piacevole. Scendiamo alla prima fermata di Travelmunde per incamminarci a piedi sulla passeggiata. L’aspetto è quello delle stazioni balneari d’inverno : un po’ desolante, molti negozi chiusi, la spiagga deserta. Grazie alla bella giornata , si vedono le coste della Danimarca. Il freddo è però pungente a causa del vento . Si capisce ora a cosa servono quei seggioloni di vimini, dei quali vediamo qualche esemplare ancora presente: hanno uno schienale alto e, in pratica, chi si siede è completamente protetto dagli “spifferi”. Qualcuno di noi scende sulla spiaggia (molto grande) e raccoglie sassi, altri si limitano a scrutare l’orizzonte: certo che le nostre spiagge liguri, con i monti alle spalle, le rocce a strapiombo sul mare e i sassi al posto della sabbia ci sembrano molto più affascinanti. Dopo un caffè caldo ci dirigiamo alla stazione ferroviaria, il cui orologio esterno segna l’orario del prossimo treno per Lubecca. Per il biglietto bisogna usare macchine automatiche e noi non ci riusciamo: con soli 5 biglietti fatti, pronti ad essere multati, saliamo sul treno che sta partendo. Il bigliettaio non passa e noi scendiamo sentendoci un po’ colpevoli ma … impossibilitati a fare di meglio. E’ ormai l’ora di pranzo e nonostante Marco e Mauro abbiano ripetuto più volte che non mangeranno più, ci ritroviamo tutti nuovamente al KartoffelKeller. Altro giro, altro regalo e di nuovo rimaniamo sorpresi piacevolmente: questa volta il costo a testa è di 15€ e ci sentiamo di poterlo consigliare a chiunque. Ci rimangono 3 ore e quindi ci separiamo: chi torna al mercatino all’ospedale di santo spirito, chi va in cerca dei Gand (chissà se si scrive così) il cortile della case dei lubecchesi , non belli come i patii sivigliani ma piacevoli da vedere. Ci annotiamo tanti altri punti caratteristici: il problema di Lubecca è che ha subito molti bombardamenti durante la II guerra mondiale. Come Susanna ci aveva spiegato per gli inglesi era stato un banco di prova per le bombe a precisione e quindi la città conserva parti medioevali molto belle e altre ricostruite alcune con attenzione, altre con architettura moderna non sempre adeguata. Ormai è l’ora dell’ultima fetta di torta (chocosan) al Niederegger e dell’ultima cioccolata calda. Torniamo in albergo, prendiamo i nostri bagagli e il benedetto autobus n° 6 e alle 17.45 siamo già all’aeroporto. Questa volta ci pesano la valigia e l’apprensione cresce: ma siamo stati bravi, massimo 9 kg e ½. Il signore del check-in ci strizza l’occhio: è andata. Nell’attesa alcuni giocano a calcio balilla, altri riguardano le foto. L’aereo è puntuale, anzi in anticipo: alle 21.00 siamo già a Pisa. Domani è domenica e riposiamo: Lubecca in ogni caso valeva la pena. Alla prossima!!!