VALENCIA BARCELLONA e qualche deviazione…
Lunedì mattina abbiamo appuntamento con l’autonoleggio Hertz per ritirare l’auto prenotata dall’Italia, e partiamo verso l’interno in direzione Cuenca, nella regione di Castiglia-Mancia. L’impatto con la parte bassa della città non è dei più piacevoli, diciamo pure che è decisamente brutta, ma seguendo le indicazioni dell’addetta all’ufficio turistico arriviamo rapidamente in vista della città vecchia, posta in alto a dominare due vallate, ed è tutta un’altra musica. La città vecchia è stupenda, con il suo duomo, le case sospese sulla rupe (casas colgadas), il dedalo di vicoli che si diramano dalla piazza centrale. Restiamo fino a sera a gironzolare, ci facciamo una cena a base di carne alla brace, e troviamo un’ottima sistemazione per la notte all’Hostel Posada Huecar.
Il mattino seguente, partenza e splendido paesaggio della sierra fino alla Città Incantata, una curiosa area in cui l’erosione provocata dall’acqua nelle enormi pietre calcaree ha disegnato forme che ricordano oggetti, figure umane e animali di dimensioni gigantesche.
Proseguiamo per una strada impervia di montagna fino ad arrivare in Aragona, e troviamo una piacevolissima sorpresa in Albarracin, un paesino semplicemente meraviglioso con un nucleo medioevale praticamente intatto, sovrastato da alte mura. Dopo una visita accurata, ripartiamo alla volta di Teruel dove pernotteremo. La città delude un po’ le nostre aspettative, anche se ci sono comunque scorci interessanti nella tipica architettura in stile mudejar che le ha meritato il riconoscimento Unesco di “patrimonio dell’umanità”: visitiamo anche la cattedrale, ma si è fatto tardi e ci perdiamo il mausoleo dei famosi “amanti”, una sorta di Romeo e Giulietta in chiave iberica. La sera fa piuttosto freddo, siamo sui 1000 metri e c’è vento, quindi a letto presto.
Ripartiamo il giorno dopo con la tappa di avvicinamento verso Barcellona, facciamo una sosta per pranzo su una spiaggia vicino alla foce dell’Ebro, quindi proseguiamo in direzione della capitale catalana per deviare poi verso Montserrat per visitare il famoso monastero benedettino. Il paesaggio naturale che circonda il santuario è stupendo, in particolare la famosa “montagna segata”. Arriviamo nel pomeriggio inoltrato e la visita del monastero può avvenire con tranquillità. Per la notte ci sistemiamo a Monistrol, subito sotto Montserrat, in un hotel a due stelle molto ben organizzato, economico e pulito di cui non ricordiamo il nome (ma è il primo indicato subito dopo l’ingresso del paese provenendo dal monastero): ceniamo in hotel, assistendo alla partita Inter – Barcellona assieme agli avventori spagnoli, e lo zero a zero finale mette tutti d’accordo. Siamo a giovedì mattina, ripartiamo velocemente verso a Barcellona, depositiamo i bagagli in Hotel (abbiamo prenotato all’Aparthotel Gutenberg, nella zona bassa della rambla, in posizione ottima per la visita della città, a due passi dal metro Drassanes), riconsegniamo l’auto e poi via per tre giorni di full-immersion nella città. A parte il piacevole passeggio per le vie del Barrio Gotico e le ramblas (compresa la nuova “rambla del mar” nel vecchio porto), apprezziamo in particolare il Palazzo della Musica Catalana, tutto Gaudì ma soprattutto il park Guell e la casa Milà (un po’ meno la Sagrada Familla), la fontana magica (veramente affascinante la sera), i parchi e la passeggiata sulle spiagge di Barceloneta. L’abbonamento al metro per 3 giorni a 15 euro ci permette spostamenti rapidi e (relativamente) poco stancanti, per cui visitiamo anche zone meno battute dai turisti, come ad esempio la Gracia. Per mangiare ovviamente si trova di tutto, noi abbiamo apprezzato la Braseria La Vila in zona Gracia, il Taxidermista in plaza Reial (provare la paella del ristorante, più cara ma decisamente migliore di quella del bar), il ristorante Pitarra nel Barrio Gotico, ma anche il vegetariano Unicornus in c/Jovellanos nei pressi di plaza Catalunya. Arriviamo rapidamente a domenica pomeriggio, è ormai tempo di prendere l’autobus per Girona, e poi il volo che in nottata ci riporta a Pisa. Adios, Espana.