Groenlandia: dove la foca è benedetta
Gli inuit gli si alterano i bioritmi ai testicoli se li chiami esquimesi, che vuol dire mangiatori di carne cruda. Oggi essi la carne la cuociono – foca, balena e bue muschiato compresi. Non hanno più i denti forti come quando conciavano le pelli appunto con i denti. Oggi, le pelli (foca al primo posto) si conciano industrialmente; essi invece sono conciati male.
Gli inuit chiamano se stessi inuit, che vuol dire uomini. Le femministe romane di via delle Zoccolette hanno protestato duro per questo feroce atto di maschilismo. Gli è sbollita quando gli hanno spiegato che da loro con uomini si intende abbracciare anche le donne. Infatti, per loro ridere con una donna vuol dire ciulare. C’entra niente, però ciulare fa sempre il suo bell’ effetto, anche in un brano di letteratura come questo.
La Groenlandia possiede un ghiacciaio in fondo a un fiordo che è protetto dall’UNESCO, come patrimonio dell’umanità. Il nome è tipo Vattelapesca o giù di lì. Esso è una bella storia perché produce iceberg come se fossero grattachecca (per i non romani, cioè io: granatina) e i turisti pagano per andare a vederli: uno spettacolo che ti mozza il fiato, quasi come il costo del viaggio. Ci ha fatto da guida un giovane inuit bello sveglio e caricato; però dice che d’inverno si muore di pizzichi, lui va in letargo come gli orsi. Brunetta ha già proposto un’inchiesta sui fannulloni groenlandesi, con successivo giro di vite. Bossi appoggia solo se il giro è di acquavite tirata giù in casa. Gino Strada gli ha dato degli scemi a tutti e due: l’inuit non tiene bene il superalcolico, perché non c’ha la cultura di base. Un domani, forse Il bello dell’andare in Groenlandia – residenti esclusi – è la crociera. Ivi si dorme in cuccette vista mare, con televisore LCD dotato di immagine fissa su scritta: “Qui non si becca una bella madonna”. Però la carta igienica, anche abusandone, te la cambiano tutti i giorni. Sempre nuova.
In cuccetta trovi anche gli appositi sacchetti per travasarci il vomito: qui fanno la raccolta differenziata, non puoi buttarlo nel water.
Per fortuna sulla nostra nave non si ballava, tranne quando c’era la serata danzante. La differenza la capisci perché non distribuiscono gli appositi sacchetti.
Anche nella crociera, come nella vita, c’è il suo bel risvolto negativo: ivi si pranza 3 volte al giorno a buffet, che non riesci a fare la selezione con tutto quel bendiddio (anche gli atei si sturbavano); 3 per 7 giorni fanno esattamente oltre 3 chili in più rispetto alla partenza. Meno male che le bibite si pagano a parte: l’acqua del rubinetto non ingrassa. Han voglia a dirti che c’è anche la palestra: mica l’hanno messa nel programma tre volte al giorno, quella. Infatti, era sempre vuota; la sala da pranzo, mai.
Io ho praticato il tapis-roulant: bella storia, te che sei lì che cerchi di non farti superare dal nastro di gomma trascinato dal motore elettrico – e intanto guardi fuori dalla parete di vetro e vedi scorrere, lemme lemme, gli iceberg o la costa dei fiordi. Basta che non ti fissi a seguire con gli occhi un iceberg: la prima volta sono volato fuori dal tapis-roulant.
C’erano anche due Jacuzzi con idromassaggio, ma, sempre per far ammirare il paesaggio, le hanno messe all’aperto. E’ che noi italiani fuori giravamo sempre con la giacca a vento e ci è venuto il dubbio che le bollicine calde dell’idromassaggio rovinano il goretex.
Gli inuit non mangiano tre volte al giorno a buffet, perché non son genti evolute come noialtri occidentali, giapponesi compresi. Essi hanno l’aria di povera gente: per facilitargli la dieta, la vita costa carissima. A parte la foca. Purtroppo il turismo non decolla: anche gli elicotteri costano un occhio della testa.
L’inuit classico è bassetto e tozzo, con gli arti più corti di noi (il che spiega perché da loro anche le arti sono poco sviluppate): la natura li ha fatti così per favorire la circolazione sanguigna in tutte le zone del corpo. In giro però si vedono dei giovinetti inuit molto alti e longilinei: segno che i danesi qualche bella risata con le groenlandesi se la sono fatta. Sarà un caso, ma qui l’animale totem è sempre stato la foca. Infatti, le donne inuit hanno la fama di essere molto focose. Io non saprei, perché mia moglie si fida del sentito dire.
Lì da loro non si usa ‘ciao’, ma un’altra parola che vuol dire ‘La foca sia con te”.
N.B. Questo è l’unico testo su circa 749.926 trovati in google dove non c’è scritto: “… Groenlandia, l’isola più grande del mondo”.