Roma:vivere l’Eternità

Sono passati meno di 24 ore dalla fine del nostro viaggio e mentre la sua elettrizzante energia è ancora nell’ aria scrivo queste poche righe che lo raccontano. Per festeggiare i nostri primi tre di matrimonio ho deciso di regalare a me e a mia moglie un viaggio, volevo però qualcosa di particolare che ci ricorderemo ancora tra anni, eterno,...
Scritto da: Odisseo09
roma:vivere l'eternità
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Sono passati meno di 24 ore dalla fine del nostro viaggio e mentre la sua elettrizzante energia è ancora nell’ aria scrivo queste poche righe che lo raccontano.

Per festeggiare i nostri primi tre di matrimonio ho deciso di regalare a me e a mia moglie un viaggio, volevo però qualcosa di particolare che ci ricorderemo ancora tra anni, eterno, e nessuna destinazione mi sembrava dunque meglio della città eterna: Roma.

Per contenere i costi all’osso e poter sfruttare ogni secondo di questi due giorni decidiamo di viaggiare sull’ Intercity Notte Milano-Roma, partenza da Milano Centrale Venerdì alle 23,20 arrivo a Roma Tiburtina Sabato alle 7,30. Il viaggio non è dei più comodi, si dorme abbastanza male ma in compenso costa solo 37,00 euro a testa.

Arrivati a Roma un po’ intontiti e decisamente affamati decidiamo di cominciare la giornata con la colazione: cappuccino e brioche al bar della stazione. Terminato di mangiare prendiamo la metro fino a Termini per poi fare a piedi poche centinaia di metri, fino a via Montebello 94, dove ci attende l’Hotel Virginia che ci avrà ospiti per una notte. Il bed and brekfast è decisamente semplice, non c’è il bidet nel bagno, ma molto pulito e in una posizione strategica per visitare Roma, gli 80,00 euro per una camera doppia sono ampiamente giustificati. Fatto il check-in comincia la visita a Roma.

Decidiamo di cominciare da Città del Vaticano, anche perché aspettare il giorno dopo, Domenica, per visitarla sarebbe un vero suicidio. Piazza San Pietro è probabilmente la più bella di tutta la cristianità e passeggiarvisi in mezzo da sempre una grande emozione. Entriamo in San Pietro e non possiamo che rimanere a bocca aperta davanti alla “Pietà” di Michelangelo, chi è riuscito a infondere tanta emozione nel marmo non può che essere stato un genio straordinario. Decidiamo poi di salire fino alla Cupola percorrendo tutti i 551 scalini che ci separano dalla vetta, tralasciando la facile, e decisamente meno faticosa, alternativa dell’ ascensore. Mentre saliamo non possiamo che pensare come la fatica per conquistare un obbiettivo renda ancora più piena la gioia dell’averlo conseguito. Le scale, soprattutto nella seconda parte, si avvitano vorticosamente su sé stesse disegnando una chiocciola strettissima che quasi in cima si stringe e si piega ulteriormente per seguire la forma della Cupola. Decisamente non adatto a chi soffre di claustrofobia! Arrivati capiamo subito come ne valesse decisamente la pena: la vista che si gode dell’alto è magica e chiunque riesce arrivare fino a lì può giustamente considerarsi un Re di Roma.

Scesi dal Cupolone ci concediamo un meritato pranzo in una delle focaccerie che si trovano nei dintorni di Piazza San Pietro e credeteci: con 9 euro in due si mangia egregiamente.

Il primo pomeriggio è dedicato ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina. Forse è un po’ retorico dirlo ma quando si vede Dio che instilla la scintilla vitale in Adamo si capisce un po’ meglio cosa possa significare.

Terminata la visita ci dirigiamo verso villa Borghese, in assoluto uno dei più bei parchi di Roma ma soprattutto è qui che si trova la Galleria Borghese. Caravaggio, Bernini e Raffaello Sanzio la fanno da padrone. Quando vediamo il “Ratto di Proserpina” e “Apollo e Dafne” del Bernini o “Paolina Borghese” del Canova rimaniamo stupefatti da come possa sembrare morbido il marmo, come si pieghino le carni della giovane donna rapita da Plutone, quanto reali paiano le lacrime, come in modo incredibilmente preciso si riesce a cristallizzare un attimo mai realmente accaduto. Se volete visitarla ricordatevi di prenotare in anticipo o non riuscirete ad entrare.

Abbastanza stanchi torniamo all’ hotel per riposare, lavarci e uscire di nuovo per cena. Arriviamo alla Buca di Ripetta, in via Ripetta 36, verso le 22,30 e nonostante l’ora e mezza di ritardo rispetto alla prenotazione ci preparano subito un tavolo. Il locale è piccolo ma di buon gusto, la cucina spazia dai piatti tradizionali laziali a quelli più raffinati e internazionali, il tutto a prezzi onesti. Due antipasti, due primi, una bottiglia di vino da mezzo litro e due caffè ci sono costati poco meno di sessanta euro.

Quando usciamo ci accorgiamo che poco lontano dal ristorante si sta tenendo un concerto all’ aperto ma ormai è tardi e quando arriviamo riusciamo a sentire solo l’ultima canzone di Marco Carta. Cominciamo a dirigerci verso l’albergo e mai come in questo momento capiamo che Roma ammantata di stelle non può che essere amata alla follia.

La Domenica è dedicata alla visita del centro di Roma. Passiamo prima da Santa Maria Maggiore, peccato fosse chiusa e non si possa entrare, per poi arrivare a San Pietro in Vincoli per vedere una delle mie statue preferite: il “Mosè” di Michelangelo. Ogni volte che lo vedo capisco perché il suo autore gli abbia tirato una martellata chiedendogli: “Perché non parli?”.

La strada per il centro passa dalla Domus Aurea, chiusa per ristrutturazione, e le terme di Traiano. Vedendo la loro estensione, 60.000 m2, si capisce quanto i romani ne facessero largo uso.

Pochi metri più avanti il Colosseo si spiega davanti a noi in tutta la sua imponenza: un’ opera enorme con quasi duemila anni di storia e le cui parti demolite derivano sostanzialmente dall’incuria e dallo sciacallaggio dei secoli passati. I romani avevano sviluppato una tecnica ingegneristica veramente molto raffinata, a volte ho come l’impressione che non sempre siamo all’altezza del nostro passato. I Fori Romani e gli archi di Costantino e Tito ci fanno conoscere meglio la Roma che non è più. E’ con intensa emozione che arriviamo al Circo Massimo e un brivido di emozione ci attraversa la schiena quando lo immaginiamo percorso da bighe lanciate a folle velocità come ce lo ha fatto conoscere “Ben Hur”.

Proseguiamo verso il centro e dopo la foto, imperdibile, con la “Bocca del Verità” raggiungiamo il Campidoglio e, subito dopo, il “Vittoriano”. Il monumento è veramente immenso, con i due bracieri sempre accesi. Forse la struttura è un po’ pesante per i gusti moderni ma è innegabile che sia stato una dei tentativi più riusciti di riunire gli italiani intorno a un simbolo.

Affamati cerchiamo un posto economico e che ci possa permettere di godere di una delle migliori viste di Roma. Optiamo per il McDonald di fronte al Pantheon, probabilmente il ristorante del gruppo americano più suggestivo al mondo. I giochi di luce all’ interno della Basilica Santa Maria ad Martyres, così è stato consacrato il Pantheon, sono veramente magici, peccato averne occupato gran parte con delle tombe.

Ci dirigiamo quindi verso piazza Navona, passando davanti a Palazzo Madama sede del Senato, e poi torniamo indietro verso la Fontana di Trevi, con vista su Montecitorio e Palazzo Chigi. Ogni volta che guardo questa fontana non riesco a fare a meno di immaginarmela come nella “Dolce Vita” di Fellini e forse anche per questo che persino di giorno mi sembra magica. Chi va a Roma non può fare a meno di visitare Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, da cui peraltro si gode una vista splendida. Lasciando perdere via Condotti, tanto non potremmo comprare niente, approfittiamo delle nostre ultime ore a Roma per visitare San Giovanni in Laterano, una chiesa in posizione non centralissima ma con affreschi di una vividezza sconvolgente e che con un’oculata scelta dei punti luce sembrano prendere vita.

Per le 16,00 siamo davanti al Quirinale, terminando così il tour dei “Palazzi della Politica” e assistiamo al cambio della guardia, che peraltro non ha nulla da invidiare a Buckingam Palace.

La nostra frenetica due giorni a Roma si avvicina rapidamente alla conclusione, tempo di tornare in hotel a recuperare i bagagli e ci troviamo in Stazione Termini per prendere il Frecciarossa, almeno un viaggio comodo ce lo meritiamo, che ci riporterà a Milano.

Finisce così uno dei week-end più belli della nostra vita e mentre travolti da una dolcissima spossatezza ci appisoliamo pensiamo che visitando Roma ci si porta sicuramente via più di quanto non si lasci.



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