Estremo oriente…ma non troppo
Tutto questo ti tranquillizza e ti semplifica quello che solitamente dalle tue parti ti ‘manda in bestia’ ogni giorno…Quindi il Giappone si veste di funzionalità e ti culla e ti coccola con la sua efficienza e la sua assoluta cortesia, non lasciandoti mai solo, predisponendosi a risolvere i tuoi problemi e non consentendo mai che tu possa perdere la pazienza: se una fila è troppo lunga ( lì tutti si mettono in fila, qualsiasi cosa debbano fare), immediatamente interviene un nuovo operatore e provvede a ridurre l’attesa…Il Giappone è un paese molto affollato…Esteso più o meno come l’ Italia, conta il doppio della popolazione, 120 milioni di abitanti concentrati soprattutto nelle città importanti, e di questi…Tutti, dico tutti hanno ricevuto la loro mansione specifica, fosse pure segnalare a chi passa un lieve ostacolo, e la svolgono diligentemente, col sorriso sulle labbra, dall’inizio alla fine della loro giornata lavorativa…Così permettano che tutto funzioni per il meglio, senza interrogarsi, forse, mai, se sia giusto o meno eseguire senza fiatare…
Estremo Oriente…L’Onsen Chi mi conosce bene sa che provo una sconfinata passione per tutto ciò che è Terma, dalle Stufe di Nerone di Baia, alle cascate di Saturnia…Sarà quel ‘tanticchia’ di romanità che scorre nel mio sangue mediterraneo…Eppure, amici miei, l’esperienza dell’Onsen, a Tokyo ed a Takayama, non ha avuto confronti…Vi porto per mano in questi luoghi sacri, dove, appena entrata, comincio ad abbandonare i segni distintivi della civiltà: per prima cosa, le scarpe ( in Giappone le scarpe sono mal viste quasi ovunque)…Poi i miei abiti che vengono sostituiti da uno Yukata (chimono di cotone), col quale posso girare nelle sale, andare a pranzo, fare piccole spese ecc…Infine raggiungo la zone delle piscine divisa tra maschi e femmine, perché lì, devo completare la liberazione dagli abiti ed entrarvi completamente nuda…Da quel momento in poi il tempo è tutto mio…È diluito, espanso, fluido… . Nella zona delle piscine calde e fredde, circondata da donne giapponesi di tutte le età, da nuclei composti da nonne, mamme e figlei mi sono deliziata a passare da una vasca ad un’altra, dai 40 gradi ai 20, dall’idromassaggio alla sauna, dalla sale interne a quelle esterne, in cui le vasche sono piscine circoscritte da massi, adornate da rara vegetazione, da bambù, oppure piccole tinozze di legno buone per una sola persona, massimo due…Ma molto ravvicinate!! Ho giocato con l’acqua, ho passeggiato lentamente nei vapori bollenti, ho refrigerato il corpo con l’acqua fredda, sono rimasta ferma, seduta in una vasca un tempo imprecisato, nel più completo abbandono, nella meditazione del nulla, nella soffocante aria…Tutto è lento nell’Onsen, tutto si svolge al rallentatore e il gesto diventa completo, espressivo, esaustivo…Non ha bisogno di null’altro per esprimere il suo valore. Intorno, le donne giapponesi si riunivano in piccoli gruppi, di amiche o di parenti, per godere della rilassatezza del momento e per fare due chiacchiere in pace: qualcuna aggiungeva esercizi di ginnastica, qualche altra rimaneva molto a lungo nell’acqua bollente con gli occhi chiusi con il suo bianco asciugamanino sulla testa…Alla fine di un tempo infinito mi sono diretta insieme a tutte le altre in uno spazio dove puoi lavarti e strigliarti quanto vuoi, puoi insaponarti i capelli e sciacquarli versandoti in testa grandi quantitativi d’acqua, dove puoi cospargerti di creme…E all’uscita da questo universo Zen di sole donne al bagno, mi sono concessa un massaggio shatsu come cornice a queste giornate trascorse nel paradiso pagano di noi mortali…