HE HE, Stoccolma

He he. E' il modo simpatico con cui ci si saluta a Stoccolma. E' meno di un buongiorno e più di un ciao: lo puoi usare per salutare un po' tutte le persone che incontri in Svezia. All'inizio sembrava uno scherzo e poi HE HE a tutti. Quattro giorni sono sufficienti per conoscere questa splendida città. Due adulti, la Simo e io, e tre bambine,...
Scritto da: alex cagliari
he he, stoccolma
Partenza il: 09/09/2009
Ritorno il: 13/09/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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He he. E’ il modo simpatico con cui ci si saluta a Stoccolma. E’ meno di un buongiorno e più di un ciao: lo puoi usare per salutare un po’ tutte le persone che incontri in Svezia.

All’inizio sembrava uno scherzo e poi HE HE a tutti.

Quattro giorni sono sufficienti per conoscere questa splendida città.

Due adulti, la Simo e io, e tre bambine, due di 12 anni e una di 8, quattro notti all’Hotel Hansson e volo Ryan Air da Alghero.

Tre ore sono abbastanza lunghe, ma necessarie per passare da un’isola al centro del Mediterraneo a sopra il Mar Baltico.

Il viaggio è iniziato/terminato con l’impeccabile puntualità dei voli Ryan Air e con un ottimo collegamento dall’aeroporto di Skvasta alla stazione centrale della città (80 minuti).

A Skvasta c’è un bancomat che fornisce le corone (il cambio è circa 1 euro per 10 corone) e c’è sempre un autobus che aspetta i voli, anche di notte, e, viceversa, tante corse dalla città all’aeroporto. Non vi preoccupate di fare i biglietti via internet: potete farli direttamente poco prima di salire sul bus.

Il clima è stato clemente, con sole e temperature circa uguali a quelle lasciate in Sardegna, con solo due ore di pioggia proprio l’ultima sera per ricordarci che il tempo è stato dalla nostra.

A nostro albergo Hansson diamo una sufficienza tiepida: avevo prenotato una tripla ma invece abbiamo ricevuto una doppia più un lettino.

Buffet e servizio buono e posizione vicina alla fermata del metrò (la mitica “tunnelbana”) di Radmansgatan.

Tornassi, non avrei dubbi: cercherei di alloggiare all’ostello Af Chapman, ancorato nella rada dell’isolotto di Skeppsholmen. Un battello dalla splendida linea del quale si affittano le cabine. Unico inconveniente, il bagno in comune per il quale la mia compagnia non era ben disposta.

Lo Svedeseè un mix tra Inglese e Tedesco e stando anche pochi giorni si inizia a capirne la musicalità e il significato di parole all’inizio incomprensibili.

“Gatan” ad esempio, così come “vastan”, significano “strada” e “holm” isola. La “g” non si pronuncia oppure si legge come “i”, così che il centro della città Sergels Torg si legge “serel tori”.

La città è facilissima da comprendere e girare: il paragone con Parigi è immediato. Così come lì il cuore urbano è nell’Ile de la Citè, qui è a Gamla Stan, l’isolotto al centro dell’agglomerato, tra il lago Malaren e il mare (al sud di quest’isola c’è una chiusa necessaria per superare il dislivello di quota). Al nord c’è il quartiere Norrmalm e a sud quello di Sodermalm. Il gioco è fatto se si considera anche l’isolotto di Djugarden, a est di Gamla Stan dove si trova il parco Skansen.

I collegamenti tra le varie parti della città è assicurato dalla ottima tunnelbana e da linee autobus, nonchè da numerose corse in battello.

Prima cosa da fare: procurarsi la Stockolm card “the magic card” (60 € per adulto subito ripagati), con la quale si viaggia e si entra gratuitamente in quasi tutte le attrazioni.

Il primo giorno lo abbiamo dedicato a Skansen: il parco è veramente interessante con un piccolo ma curato zoo (si cammina tra le scimmie, tranquille e mansuete a prendere il sole) e si continua tra case dell’800 dove donne in costume raccontano la vita di 200 anni fa in Svezia.

Una piccola teleferica ci riporta alla base della collinetta dalla quale Stoccolma appare in tutta la sua bellezza.

Da qui, due passi e si arriva al Museo Vasa. Un incredibile insucesso della tecnica svedese è stato tramutato in uno dei migliori luoghi di attrazione e business della città. In pratica, nel 1625 una nave dall’imponente struttura ma mal dimensionata si mantenne a galla per venti minuti e affondò poco dopo il varo. Ripescata qualche decennio fa, è stata restaurata e sistemata all’interno di un museo. Veramente curioso e unico nel suo genere.

Pranzo veloce al museo e poi un altro parco da vedere lì vicino: quello di Junibacken, dove sono ricostruiti ambienti di gioco e di storie fantastiche come quelle di Pippi Calzelunghe e di altri personaggi.

Ci è stato sconsigliato, invece, il vicino Nordiska Museum, il museo delle tradizioni popolari.

Quindi, siamo tornati a Gamla Stan per un giro in questo quartiere che ricorda il centro storico di tante città italiane.

La sera è terminata all’Ice Bar. E’ un pub dove la temperatura si mantiene costante a – 5° e dove le sedie, i tavoli e i bicchieri sono di ghiaccio compresso. Troppo simpatico: da consigliare.

La seconda giornata è iniziata con un giro al Palazzo Reale, molto sobrio e non paragonabile ad altri palazzi del genere dell’Europa, e quindi al giro per l’arcipelago fino a Vaxolm. La partenza è alle 12 vicino al Palazzo e dopo un’ora si arriva a destinazione, dopo aver costeggiato un numero imprecisato di isolotti grandi e piccoli, con una due casette carine in legno dai colori rosso, giallo o verde. Un’autentica sensazione di pace.

Ritornati. Di nuovo un giro per Gamla Stan fino all’ascensore Katarina da dove si ha un bel panorama della città e quindi al pub Pelikan a Skanstull, per mangiare renna e alici e bere birra.

Consigliamo il locale: il maitre all’ingresso è decisamente antipatico, ma una volta superato, si entra in questo vecchio locale dove servono cucina locale.

Pensavo che in Svezia si bevesse molta birra e invece non è così. Innanzitutto costa parecchio e poi la servono come fosse quasi una concessione. La renna è buona (il gusto è un mix tra bistecca e fegato di manzo), il salmone e le alici migliori di ciò che troviamo in Italia.

Il terzo giorno l’abbiamo dedicato alla visita al Municipio: la blue hall non è blu e l’allestimento decisamente sobrio, ciò nonostante interessante. La stanza d’oro è imponente ed è curioso come la guida ammetta simpaticamente gli errori costruttivi di questo palazzo, come il mosaico con la testa del re tronca per errore nelle misurazioni.

Abbiamo continuato con l’Historiska Museum e il tesoro dei Vichinghi, un altro giro in battello per gli isolotti della città e, infine, shopping. Attenzione: i negozi chiudono alle 6, per cui rimane poco tempo per fare acquisti (il posto migliore è la galleria e la zona di Sergels Torg).

Quindi, ultimo giro a Grona Lund, il parco giochi più grande della Scandinavia con 4 montagne russe differnti, wow. Qua è piovuto e siamo stati 3 ore sotto una pioggia leggera e calda, mostrando indifferenza come facevano i nostri amici svedesi.

L’ultima mattina, giro per le chiese dai campanili altissimi e appuntiti, come Sancta Klara e Riddarholmen Kyrkan, e la Cattedrale e poi via all’aeroporto, con il bus dalla T-Centralen delle 11.45.

Imbarco, 3 ore di viaggio e arrivo in orario ad Alghero, dove abbiamo fatto un bagno ristoratore alle Bombarde.

HE HE Alghero.



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