5 isole per 2 donne
Abbiamo 2 quotidiani che parlano già di noi vicentine intrepide, non vogliamo la nuova base USA.
Il tempo non è dei migliori ma carichiamo i nostri zaini sulle spalle per imbarcarci da Ancona alla volta di Patrasso. Nessuna delle due aveva ancora esplorato la Grecia, terra delle dee greche, della poetessa Saffo e di Penelope… Ci stuzzicava da anni questa mancanza e così abbiamo scelto di concentrare la nostra esplorazione su 5 isole della Grecia situate a nord dell’Egeo in prossimità della Turchia: Lesbos, Chios, Samos, Fourni e Ikaria.
Scegliamo il ponte dei traghetti per ogni trasferimento, due giorni e due notti in mare per arrivare a Lesbos, cullate da una luna crescente e risvegliate da magiche albe.
Sbarchiamo a Mitilene ma siamo richiamate verso il nord-ovest dell’isola per conoscere “ The women’s cooperative of Petra”. Infatti, riceviamo una meravigliosa accoglienza, ci offrono buone camere e deliziose cenette, stupite dai costi così contenuti, su una terrazza dalla quale godiamo di straordinari tramonti.
Sulla rocca del Monastero la luna piena ci è di buon auspicio, e lì lasciamo i nostri desideri.
Non perdiamo tempo e approfittando del puntuale sevizio degli autobus visitiamo il paese di Molivos con il castello genovese, le spiagge di Eftalou con le terme e la possibilità anche di abbronzatura integrale su grandi distese di ciottoli e pietre dai più svariati colori. Noleggiamo una macchina ed esploriamo la parte ovest dell’isola fino a Skala Eressos. All’interno, l’isola è quasi lunare e desertica ma affascinante. Approdiamo al Zorba Budda con divani rilassanti sul mare e persone simpatiche e interessanti.
Facciamo una visita al centro di Osho Afroz, un grande campeggio tra gli ulivi, dove gente da più parti si ritrova per meditare. Felici anche di questa esperienza ripartiamo per l’isola di Chios e lì troviamo alloggio a Karfas presso Marco’s place luogo suggestivo che un tempo era un convento con annessa chiesetta di S. Giorgio. Il mare è molto bello, con scogli, sassi e piccole baie. Conosciamo gli ospiti del luogo e comunichiamo in più lingue dal francese allo spagnolo perché non brilliamo neanche con l’inglese. Lunedì 13 luglio noleggiamo l’auto e ci arrampichiamo all’interno dell’isola sulle montagne, dove sorge il famoso monastero bizantino di Nea Monì, protetto dall’Unesco per la sua unicità. Stiamo ammirando i meravigliosi mosaici e nel silenzio della mattina sentiamo arrivare dei passi intercalati dal bastone, e alle nostre orecchie giunge un canto leggero e soave di litania. La voce sembra quella una bimba per l’innocenza e l’intonazione ripetitiva. Restiamo sbalordite per l’apparizione: una sottile figura di donna vestita di nero di forse cent’anni, piegata su di sé, entra gioiosa e inizia il suo rituale di preghiera. Continua a cantare accendendo esili candele e baciando le icone.
E’ come il tempo si fosse fermato in quel luogo di pace, nonostante rievochi tragici fatti di storia come la strage compiuta dai turchi nel 1822.
L’incontro per noi, nel tempo, con questa misteriosa donna ci lascia incantate. Quasi a mostrarci la pregnanza vera del suo modo di essere in contatto con la vita come testimone della vita stessa e della sua essenza più profonda. D’isola in isola ci gustiamo le bellissime spiagge variegate dai ciottoli neri di Emborios a Chios, a quelli dorati di Ireon a Samos a quelle selvagge di Fourni senza parlare del mare turchese nelle baie dove ci accostiamo.
Il mare più blu tuttavia lo incontriamo a Ikaria meta finale della quale i greci ci avevano incuriosito: ”Ikaria è un altro mondo”.
Arriviamo un giorno prima della festa dell’Indipendenza il 17 luglio. L’isola è famosa perché luogo di confino per i dissidenti durante la dittatura dei colonnelli. Si respira un’aria ancora più accogliente tra la gente. L’isola è selvaggia, montuosa all’interno e frastagliata sulle coste. Famosa per le sue acque termali radioattive Ci chiediamo che sia questo il motivo della provata longevità dei suoi abitanti, o la filosofia di vita che sta alla base? “Si dorme di giorno e si festeggia di notte” qualcuno racconta… Non dimenticheremo mai la lunga notte della festa dell’indipendenza, dove giovani, anziani, bambini e “malcapitate” sono coinvolte in catartiche danze di gruppo, dai quali non si può uscire senza essere contagiate dall’allegria della gente e da un’energia travolgente. Ci divertiamo proprio tanto ma il giorno dopo ci attende il traghetto del ritorno. Dal taxi-boat salutiamo gioiose i nostri amici e l’incredibile pensione arroccata sugli scogli di Therma che ci ha ospitato.
Ripartendo per l’Italia i nostri visi sono cambiati, ci sentiamo più leggere per i pesi buttati a mare ma più cariche di energia positiva per essere riuscite nella nostra impresa. Noi, due donne cinquantenni, con il solo zaino sulle spalle, riapriamo la porta di casa con un sorriso nuovo verso i nostri figli e con una marcia in più! Chiara e Lina (REPORTAGE DI VIAGGIO AL FEMMINILE)