Long Way East dalla California al Massachusetts
Eccomi qui,preda del jetlag anche al ritorno,dicono che la notte sia il momento migliore per scrivere, approffittiamone.
Questo e’ il diario piu’ o meno particolareggiato del nostro 18° viaggio negli Usa,cominciamo con il racconto.
Siamo partiti il 1°agosto con destinazione Boston, passando da Francoforte, i voli sono stati abbastanza tranquilli anche se oggi come oggi il comfort se non voli in business non sanno nemmeno cosa sia.
Siamo arrivati al Logan intorno alle 21, rapida la procedura di immigrazione e poi ci siamo diretti spediti all’ Hilton dentro l’ aeroporto, un bell’ hotel, magari mi aspettavo di piu’ da un Hilton ma solo il fatto di fare 5 minuti a piedi per tornare al terminal ripaga il costo, una nota appena fuori dall’ hotel c’e un memorial dedicato all’ 11 settembre, si vede in 2 minuti scendendo verso il parcheggio o uscendo di fronte alla hall.
Dopo una notte insonne dovuta al fuso orario e al pensiero del volo la mattina successiva ci siamo alzati presto e con molta tranquillità siamo scesi al terminal dove abbiamo preso il volo per Long Beach in California, abbiamo scelto la JetBlue, una compagnia lowcost ma senza dubbio piu’ comoda e confortevole delle compagnie di linea, con circa 30 dollari a persona abbiamo preso l’ opzione sedili piu’ larghi, una specie di business class dove tra un sedile e un altro ci sono circa 80 centimetri, pochi ma ti permettono di allungare le gambe e essere piu’ comodo, volo tranquillo e atterraggio a Long Beach, la città si trova appena a sud di Los Angeles, l’ aeroporto pare uno di quelli delle Hawaii o isole tropicali, il ritiro bagagli e’ fuori dall’edificio e intorno ci sono alcuni bar con ombrelloni, pare di essere sulla spiaggia.
Fatto lo scalo ci siamo re imbarcati con destinazione finale Sacramento, certo per essere la capitale della California e’ veramente piccolina, arrivando dall’ aereo si vedono solo campi, fiumi e prati.
Ritirati i bagagli ci siamo diretti all’ autonoleggio, fatto il contratto siamo andati al parcheggio dove potevamo scegliere tra il parco auto della nostra categoria ( mid suv ) Vedo un esagerato Chevy Aspen, allungo il passo e comincio a caricare i bagagli, mi accorgo che nn ci sono le chiavi, mando mia moglie a chiederle all’ addetto, questi gli dice che non e’ l’ auto che dobbiamo prendere, questa e’ una luxury e noi dobbiamo scegliere tra un Equinox e un piccolo suv Ford, a malincuore scarico i bagagli e prendo l’ Equinox, mentre carico mi accorgo che i sedili posteriori sono macchiati di una sostanza marrone, pare che abbiano caricato un cadavere fresco fresco e questo abbia lasciato le macchie di sangue, ritorno dall’ addetto, e questo fà o prendete quella o l’ altra, dopo 25 minuti di discussione, minacciando di annullare il noleggio, questi chiama alla radio un addetto e arriva con una terrificante Jeep Liberty, almeno questa pulita, stanchi e stufi prendiamo questa, tanto so io come risolvere la situazione.
Partiamo per il centro di Sacramento e in 5 minuti siamo all’ hotel, abbiamo scelto un La Quinta 200 Jibboom St Sacramento, CA 65$ grazie agli sconti che abbiamo sul forum, cena veloce in un Mc Donald e poi a letto visto che l’ indomani comincia il vero e proprio ontheroad.
Sveglia prestissimo, ( ore 4 ) il jetlag ci perseguita, colazione alle 6 e poi partenza per il Lago Tahoe e Reno, abbiamo fatto la strada a nord passando da Truckee, devo dire che e’ stata una saggia decisione anche se l’ abbiamo leggermente allungata, questa strada costeggia tutto il lago ed e’ uno spettacolo della natura, pensavo fosse come altri laghi negli Usa invece ci sono spiaggie di ghiaia proprio al bordo della strada, con comodi parcheggi gratuiti e acqua cristallina.
Da qui siamo scesi a sud verso Emerald Bay, una baia molto bella, qui fanno pagare il parcheggio 7 dollari ma ne vale veramente la pena sia il biglietto che i quasi 4 km tra andare e tornare ( 2 in salita ) per raggiungere la baia.
Vicinissimo alla spiaggia si trova la Vikingsholm, una casa ricostruita in stile norvegese fatta costruire nel ’29 da Lora Josephine Knight. Poco lontano si trovano le Eagles fall che nn abbiamo fatto vista la strada che c’era da percorrere.
Risaliti i 2 km e risaliti in macchina siamo partiti per South Lake Tahoe una bella cittadina sul lago, molto stranamente essendo una località turistica molto frequentata tutto e’ in ordine e i prezzi sono molto convenienti, ad esempio una notte in un Holyday Inn Express 80 $.
Lasciato South Lake Tahoe percorrendo la Us 50 ( alcuni tratti sono spettacolari in quanto costeggiano il lago sul lato destro )abbiamo raggiunto Carson City, capitale del Nevada, da segnalare oltre agli edifici amministrativi dello stato ci sono alcuni casinò un po’ retrò stile anni 50, eravamo di fretta, cmq un paio d’ ore vale la visita.
Da Qui siamo arrivati a Dayton una città fantasma in mezzo al niente, molto carina anche se ci sono rimasti solo 5 o 6 edifici risalenti ai primi del 900, da qui abbiamo preso la 341 e siamo saliti in montagna verso Virginia City, passando da Gold Hill, città minerarie del 900 veramente bellissime specie Virginia City.
Finalmente siamo giunti scendendo dalla montagna a Reno, vi ricordate il boccone amaro che ho dovuto ingoiare nel prendere la Jeep Liberty ?? Ebbene si fà cosi, autonoleggio all’ aeroporto, ” this car have some problem i need to change ” detto fatto un bel ” noise wheel problem” sul parabrezza e la scatoletta di tonno con le ruote in officina, sostituzione e via su di una nuovissima Hunday Santa Fe 300 miglia immatricolata una settimana prima e via all’ hotel, anche qui abbiamo scelto un La Quinta, ottima struttura gestita da una signora di chiari origini italiane ( La Quinta 4001 Market St Reno 80$ ) purtroppo l’ idillo si e’ spezzato alle 4 am quando i camion cominciano a passare a 20 metri dalla camera ( c’e un centro di distribuzione ) quindi per la 3a mattina sveglia alle 4 am, la sera prima abbiamo fatto un giro a Reno e devo dire che sono rimasto veramente deluso da questa città, sporca, malfamata e con casinò molto vecchi, unica nota positiva l’Hot August Nights dove si possono vedere le auto d’epoca sistemate con modding estremi, veramente bello, forse l’ unica cosa decente di Reno.
Lasciata Reno ci siamo avviati verso Tonopah, in pieno deserto dell Nevada, facendo in ordine le viste di Virginia city – Gold Hill – Silver City – Bodie quest’ ultima e’ una cittadina originale molto bella, la visita qui vale da sola la vacanza negli Usa, per poi raggiungere Tonopah dal Mono Lake dalla Us 6 costeggiando il lago, credendo di essere in ritardo sulla tabella di marcia non ci siamo fermati e’ stato un vero peccato, la zona merita una vista specie le formazioni di calcare che escono dal lago, pazienza sarà per la prossima volta, da qui abbiamo preso la Us120 penso la strada piu’bella d’ America, si sale attraverso una foresta di abeti incredibile, ma la cosa incredibile e’ la sabbia bianca che si trova ai lati della strada, per poi proseguire per una ventina di km con la strada tutta cunette e dossi molto divertente, da qui si raggiunge Brenton un piccolo paesino in mezzo al niente, 3 case e una pompa di benzina molto caratteristico, continuando si percorre una specie di altipiano in mezzo al niente, per poi a circa 20 miglia cominciare a vedere Tonopah, vi consiglio se siete da queste parti di farla.
Giunti a Tonopah abbiamo alloggiato al Best Western ( 320 Main Street, Highways 6 & 95 Tonopah , Nevada), francamente pensavo molto peggio vista la cittadina piccola e quasidisabitata, ma devo dire che l’ hotel e’ molto carino, pulito e sopratutto silenzioso, un ottima scelta, sistemati i bagagli siamo andati a fare un giro per la città, a livello turistico offre ben poco , c’e una miniera visitabile ( Tonopah Historic Mining Park) e alcuni edifici risalenti ai primi del 900 quando Tonopah era una grande città, da segnalare il Mitzah Hotel un hotel/casinò veramente bello, peccato sia chiuso e la main street dove si trovano ancora alcuni negozi, distributori di benzina e un paio di fast food, dimenticavo, questa e’ la strada che da Las Vegas và verso Lee Vining e il Mono Lake quindi e’ abbastanza trafficata da camion anche se si percorrono centinaia di miglia in mezzo al niente.
La mattina seguente siamo ripartiti da Tonopah,in direzione Goldfield e Rhyolite fatto il pieno ( 2,49/G ) ci siamo lanciati nella vallata, spettacolare il panorama, colline rocciose a perdita d’ occhio, strada diritta per centinaia di km.
Dopo un po’ siamo arrivati a Goldfield, rispetto a Tonopah e’ ancora molto piu’ deserta, essendo cittadine minerarie si sono svuotate con la chiusura delle attività, abbiamo fatto il cimitero dove si possono trovare le tombe dei primi cowboy che vennero ad abitare qui ( 1820 ), l’ atmosfera e’ irreale, solo noi il vento e il cimitero, mi aspettavo da un minuto all’ altro di vedere arrivare una carrozza con un corteo funebre in tenuta da cowboy e signore con sottane lunghe, stivaletto e ombrellino accompagnare il proprio caro nell’ ultimo viaggio come si vede nei film, nell’ uscire ci siamo imbattuti in un serpente a sonagli, foto di rito e via in direzione di Rhyolite, una piccola chicca, convinto che oltre al centro e al cimitero ci fosse una ghost town vera e propria abbiamo trovato un signore sulla 70ina, stivaloni da cowboy, cappellaccio in testa e baffoni , alla domanda ma qui c’e solo questo lui ci ha risposto ridendo ” ringrazio il signore che abbiamo solo questo ” due chiacchere sulla città e partenza per la seconda ghost town di oggi, percorrendo la Us95 sud abbiamo trovato la deviazione per lo Scott’s Castle nella Death Valley, abbiamo proseguito visto che questa visita l’ abbiamo fatta già alcuni anni addietro, percorrendo la strada si trova Beatty, un gruppo di edifici per lo piu’ alberghi e ristoranti danno il benvenuto alla Death Valley ( Death Valley Gateway ) ancora avanti e siamo arrivati a Rhyolite, rispetto alle due precendenti cittadine questa e’ veramente una ghost town, si tratta per lo piu’ di rovine di edifici non restaurati, si puo’ trovare la scuola, il Porter Brother’s store, il Cook Bank building, il Overbury Building e il Rhyolite’s skyscraper building, piu’ avanti percorrendo i 400 metri della Golden Street, la main street si trova il Rhyolite’s railroad station, l’ edificio meglio conservato, adesso e’ in atto un opera di restauro ed e’ tutto recintato.
Pensare che questa cittadina nel suo momento migliore ( 1900 ) aveva un sistema idrico d’ avanguardia ( siamo nel pieno deserto del Nevada ) la corrente elettrica, il telefono, piscine, la stazione ferroviaria, un gelataio, 8 dottori, 18 negozi, 4 gioiellerie, 50 saloon, 2 macellerie, 6 barbieri, 4 panettierie e una zona a luci rosse con bordelli vari, all’ inizio di questa città si trova la ” bottle house” una casa con i muri fatti con bottiglie intere al posto dei mattoni, molto suggestivo.
Tornando nuovamente verso la Us374 si trova Goldwell un museo all’ aria aperta dove un pazzo visionario (parere personale) si e’ dedicato a questa forma d’ arte, oltre a varie sculture si trovano delle simil figure di persone incappucciate vestite di bianco come dei fantasmi, forse a richiamare gli spiriti dei pionieri deceduti nella Death valley.
Lasciata l’ arte visionaria, visto che era presto ci siamo diretti per la 3a volta alla Death Valley, l’ avevamo fatta sempre d’ inverno e in autunno, abbiamo deciso di provare l’ ebrezza del caldo infernale, percorsi circa 26 km da Rhyolite lungo la Daylight Pass Road ( un bel passo di montagna ) troviamo uno spiazzo dove c’e la biglietteria del parco, francamente si puo’ evitare di fare il biglietto ( 20 $ ) dubito che un ranger in agosto con 50° ti fermi per controllare il ticket.
Da qui pochi minuti di strada arriviamo alla Beatty Junction, a destra si và verso le Mesquite Flats Sand Dunes mentre a sinistra si arriva a Furnace Creek dove si puo’ pranzare e mettere benzina, qui alle 12 c’erano 43°, pranzo veloce e poi via verso la parte sud del parco sulla Badwater Rd, qui troviamo in ordine Golden Canyon,Artist Drive , Devils Golf Course,Natural Bridge, Badwater dove abbiamo toccato i 125°F ( 51°c), Willow Creek e Ashford Mill, da qui abbiamo proseguito per Shoshone sulla 178 facendo un altro bel passo di montagna, il Jubilee Pass da qui abbiamo raggiunto Parhump ( cittadina molto bella e moderna ) e costeggiando la 160 abbiamo raggiunto Las Vegas, due particolarità, la prima e’ che costeggiando la 160 e’ frequente vedere nel deserto adiacente dei mini tornado di polvere alti 10 metri, la seconda passando il passo a Mountain Springs si intravede Las Vegas pur essendo ancora a 40 km.
Raggiunto Las Vegas ci siamo avviati al nostro hotel, dopo 6 volte sulla strip abbiamo deciso di provare un hotel appena fuori, abbiamo scelto l’ Hampton Inn Tropicana ( Hampton Inn Tropicana 4975 S. Dean Martin Dr.52 euro a notte colazione compresa con gli sconti che abbiamo sul forum ) un hotel stupendo a 5 minuti a piedi dal NYNY, su Dean martin Dr, una strada secondaria su Tropicana Av, l’hotel si e’rivelato una scelta azzeccatissima, hotel di categoria superiore, colazione, piscina, lettini con materassino, tenuto alla perfezione, camera con vista sulla strip, wi fi e parcheggio gratuito, un ottimo affare sia per la qualità della struttura che per il prezzo ( 52 euro a notte con il venerdi che costa il doppio ) Tralasciamo la parte turistica di Las Vegas visto che dopo 6 volte l’ abbiamo vista praticamente tutta e ci dedichiamo allo shopping sfrenato negli outlet della zona e alla visita di Downtown, da segnalare il venerdi’ al Fremont Buffet una cena a base di pesce buonissima ( sempre a buffet 16 $ )e fino a settembre la manifestazione Summer of 69 con rievocanzioni a tema, concerti e spettacoli, il tutto gratis, veramente bello.
Dopo 3 giorni di rilassamento a Las Vegas tra buffet, piscina e shopping siamo partiti in direzione di Calico, una bella ghost town anche se ricostruita al 100% molto carina ma niente a che vedere con Bodie dove e’ autentico anche il piu’ piccolo sasso.
Finita la visita ci siamo avviato verso Palm Spring in California ero curiso di vedere oltre al Joshua Tree NP anche questa cittadina in mezzo al deserto del Mojave, arrivando dalla Us 111 si trovano centinaia di pale eoliche, non e’ un bel vedere ma e’un ottima cosa usare la forza del vento per produrre energia a costo zero, Palm Springs e’ una cittadina molto bella, per certi punti sembra una cittadina della Florida, parti curatissimi, palme, strade grandi e poco trafficate, clima ottimale ( 34° ) e tante oppurtunità per lo shopping e per i divertimenti, la città e’ gestita per la parte commerciale dalla tribu’dei Cahuilla Indians ed e’ molto famosa specie in inverno quando diversi attori di Hollywood specie i piu’ anziani vengono al calduccio, da segnalare il sindaco e’ stato marito di Cher, Sonny Bono e Frank Sinatra aveva la casa in città.
Dopo aver elogiato la cittadina devo per onore di cronaca parlare dell’ hotel( Ramada Palm Springs 2000 North Palm Canyon Drive Palm Springs, CA 92262 US) , nei nostri precedenti viaggi negli Usa abbiamo provato spesso gli hotel della catena Ramada Inn che sono dei motel un po’ piu’ comfortevoli dei classici Motel 6 e Super 8, purtroppo non siamo stati fortunati, all’ arrivo l’ impressione e’ stata ottima, esterni ben curati, immerso tra le palme, insomma un bel motel, i problemi sono venuti dopo il check in, ci hanno dato una camera vista strada, non siamo neanche entrati che ho trovato l’ apparecchio antifumo divelto e i fili della corrente in bella vista e la poltroncina con due enormi buchi sullo schienale, siamo tornati alla reception e abbiamo chiesto un altra camera, l’ addetta molto scocciata ci ha dato la camera sulla piscina, qui abbiamo trovato, moquette macchiata, un letto piu’ basso di un altro, lenzuola con macchie gialle, ragnatele vicino al condizionatore, porta con segni neri come se fosse stata presa a calci, per non parlare della piscina, lettini rovinati e sporchi, l’ unica cosa positiva sono stati i materassi molto comodi che ci hanno fatto riposare bene ( almeno quello ) La colazione e’ molto misera e non c’e il buffet come in tutti i motel negli Usa, vengono dati due buoni e il cameriere ti porta un piatto con quello che c’e.
In definitiva hotel da sistemare, sarebbe una bella struttura con le due piscine ma andrebbe rinnovato completamente.
Tornando al viaggio vi segnalo alcune attrattive Moorten Botanical Garden and Cactarium, The Fabulous Palm Springs Follies, Palm Springs Aerial Tramway, San Jacinto Mountains, Agua Caliente Indian Canyons,Palm Springs Air Museum e Tahquitz Canyon.
Oggi , una bella tappa da oltre 400 km per raggiungere Scottsdale, durante il tragitto niente da segnalare, siamo partiti decisi di arrivare presto all’ hotel per un pomeriggio di relax in piscina dopo tanti km, l’ hotel scelto e’ lo Sleep Inn 16630 N. Scottsdale Road , Scottsdale, AZ, US, 85254 50 euro un bell’ hotel tenuto molto bene, pulito e con tutti i comfort.
Per cena ci siamo recati da Rawhide una cittadina western a circa 50 km da Scottdale, una trappola per turisti, oltre alla città totalmente ricostruita troviamo una bella steakhouse pero’ tutta la bellezza te la fanno pagare cara, rientriamo in hotel accompagnati da una luna stranamente bassa e grandissima, mai vista.
Lasciamo Scottdale per la nuova tappa giornaliera,392 km per raggiungere Tombstone, durante il tragitto ci siamo fermati nei pressi di Tucson al Davis-Monthan Air Force Base poco fuori la I 90 dove in mezzo al deserto sono sistemati circa 4000 aerei, purtroppo essendo una zona militare non vi e’ permesso l’ accesso quindi ci siamo accontentati della vista da lontano.
Raggiunto Tucson ci siamo diretti verso la San Xavier Mission una missione spagnola nella San Xavier Indian Reservation, molto bella da vedere, peccato per il caldo atroce che proviene dal Sonora desert.
Lasciata la missione siamo partiti in direzione Tombstone, oramai questa città e’la nostra seconda casa, purtroppo rispetto agli anni scorsi la crisi si e’ fatta sentire anche qui, i figuranti in costume western non ci sono piu'( almeno tra settimana ) e dopo le 17 pare davvero una città fantasma, negozi chiusi ad eccezione dei 3 ristoranti su Allen St. , turisti si contano sulle dita di una mano cmq non tutto il male viene per nuocere, alle 19,30 eravamo su Allen St. In 6 persone, dopo il temporale pomeridiano ho visto il tramonto piu’ bello in 18 viaggi negli Usa.
Abbiamo dedicato a Tombstone 2 giorni per riposarsi un po’ e dopo la prima sera eravamo incerti sul rimanere anche il giorno successivo, l’ hotel scelto e’ l’ Holiday Inn Exps un bellissimo hotel alle porte della cittadina, situato su di una collina si vede tutta la prateria sottostante, pulitissimo con wifi, colazione abbondante,piscina e hot tub, solo una piccola pecca, la mattina abbiamo trovato un grosso ragno camminare sul letto, ma siamo in mezzo al deserto ci aspettiamo di trovare scorpioni e serpenti a sonagli 😀 L’ indomani siamo partiti con l’ idea di verdere la Queen mine a Bisbee, sono anni che ci passiamo vicino e non ci siamo mai fermati, questa e’ la volta buona, purtroppo abbiamo desistito in quanto un cartello riportava la temperatura interna della miniera 8° e non avevamo gli abiti adatti per stare due ore in frigorifero.
Dubbiosi se rimanere in zona o tornare all’ hotel abbiamo deciso di continuare fino a Douglas, l’ ultima città americana sul confine con il Messico, qui la popolazione e’ pressoche’ interamente messicana, siamo arrivati fino al confine e vista la velocità con cui entrano negli Usa non credo che facciano tutto l’ iter che fanno a noi all’arrivo ( intervista, foto e impronte ).
Siamo rimasti a Douglas solo il tempo di fare un po’ di shopping visto che i prezzi sono molto piu’ bassi rispetto alle altre zona degli Usa, ad esempio ho preso un netbook acer a 219 dollari tasse incluse, negli altri Walmart l’ ho trovato anche a 279 piu’ tasse.
Rientrati in hotel per una doccia e poi via a cena a Tombstone dove abbiamo provato la pizza al Crystal Palace Saloon, insomma mangiabile, due parole sul locale, e’ il classico saloon del west un lungo banco con gli sgabelli, deve essere stato molto frequentato un tempo visto il pavimento in legno consumato, peccato per la poca gente e la mancanza delle persone in abiti d’ epoca, avrebbero dato un po’ di vivacità al luogo.
Lasciata Tombstone, primo intoppo, ci ferma la Border Police, poco dopo Tombstone in direzione di Benson c’e un presidio fisso di polizia di frontiera anche se la frontiera vera e propria si trova ad 80 km di distanza e su qualche messicano decide di entrare illegalmente con questa distanza diventa uccel di bosco in mezzo al deserto, tornando al controllo, ci chiedono se siamo cittadini statunitensi, dico no siamo italiani e ci dicono di accostare per un controllo, dopo aver visto che eravamo in regola siamo ripartiti in direzione Las Cruces, dovevamo fare 3 ghost town ( Steins, Shakespeare e Pearce ) lungo il tragitto ma 2 non le abbiamo trovate e la 3a Shackespeare e’ chiusa ed occorre fare un tour che porta i turisti dentro la città.
Arrivati a Las Cruces siamo andati a vedere la famosa Old Mesilla francamente io non ci ho trovato niente di particolarmente attraente da come la dipingono, alle 17 era parzialmente deserta, allora abbiamo deciso di andare a cena in un Dennys’ locale molto carino con una grande insegna anni 50, scatto la foto e la cameriera mi chiede cosa trovassi di interessante nella scritta Denny’s, gli spiego che mi ricorda i locali anni 50 visti nei telefilm Happy Days, le chiedo il perche’ della domanda e lei si stranisce, mi dice che a Las Cruces e’ molto difficile vedere dei turisti specie italiani che fotografano la scritta, rientriamo in hotel con il dubbio se siamo stati i primi italiani a mettere piede a Las Cruces.
Per la notte abbiamo scelto un Quality Inn (2200 S. Valley Dr. , Las Cruces, NM ) molto carino e pulitissimo, il prezzo 40 euro.
Nuovo giorno e nuova tappa, oggi ci aspetta un tragitto meno lungo dei giorni scorsi, solo 328 km partiamo in direzione Roswell , cittadina famosa per il crash di un ufo nel 1947, per dire la verità sembra fatto tutto con lo scopo di spennare il turista, tolto il museo su gli Ufo ( che chiude alle 16.59.59 secondi ) la città offre veramente poco appare un centro commerciale e una decina di ristoranti, siamo partiti da Las Cruces in direzione di Alamogordo, ci siamo fermati al White Sends NM spettacolari dune di sabbia bianchissima proprio nel mezzo del New Mexico Missile Test Range, da queste parti hanno testato piu’ di una bomba atomica negli anni 50 quindi se vedete un tipo con la maglietta con scritto FORUMVACANZEINAMERICA:NET emamare un alone giallognolo non e’ niente, sono solo le radiazioni atomiche 😀 Prima di entrare al White Send NM nuovo controllo della polizia di frontiera, controllo accurato dei documenti, domande se provenivamo dal Messico e se avevamo caricato qualcuno per strada.
Fatto un giro per Roswell, l’ unica cosa da segnalare sono i lampioni a forma di testa di alieno siamo arrivati al motel e devo dire che a questo giro l’ abbiamo preso in tasca, ho prenotato il Days Inn ( 1310 North Main Hwy 70 & 285 Roswell, NM ) in base alle recensioni su Tripadvisor dove davano a questa struttura quasi il massimo dei voli, 4,5 su 5, purtroppo si e’ rivelato una topaia e per me che tengo in particolar modo agli hotel confortevoli e puliti e’ una grossa delusione.
Piccola nota da Alamogordo per arrivare a Roswell si passa dalla Mescalero Indian Res. Salendo in montagna fino a 2200 metri, molto bello questo tratto di strada con alberi, laghetti, case con i cavalli liberi e punti panoramici, pensavo di passare il classico paesino sperduto invece abbiamo trovato, centri commerciali, hotel elegantissimi, casino’ e addirittura un ippodromo dove era in coso una gara a livello nazionale di ippica.
Lasciata Roswell abbiamo in programma una bella tappa sulla Route 66 in direzione Amarillo, entriamo in Texas e ci accorgiamo subito come e’ cambiato il paesaggio, enormi praterie punteggiate da macchinari per l’ estrazione del petrolio e allevamenti di mucche non finire, arrivati ad Amarillo siamo andati subito all’ hotel, vista la precendente notte avevamo bisogno di una bella doccia, l’ hotel scelto e’ un Fairfield Inn by Marriott ( 6600 Interstate 40 West Amarillo, Texas 60 euro ) un signor hotel, bellissimo, nuovo, super pulito e con tutte le comodità, rinfrescati e rinvigoriti dalla bellezza dell’ hotel partiamo per la cena, come si sà negli Usa si cena molto presto, alle 18,30 il Big Texan e’ strapieno, attendiamo 20 minuti prima di avere un tavolo, il locale e’ famoso per la bistecca da 72 oz ( 2 kg ) c’e un concorso con cui in un ora di tempo devi mangiare la bistecca e altre cose di contorno, se riesci il pasto e’ gratuito, se perdi paghi 50$, io mi accontento di una bistecca normale, la classica Big texan steak da 16 oz ( 23$ ), finita la cena rientriamo in hotel sotto un nubifragio incredibile, ma là e’ tutto grande anche i temporali non possono essere da meno.
L’ indomani siamo partiti in direzione Oklahoma City, anche qui oltre 400 km in sterminate pianure, raggiunto l’hotel ( Fairfield Inn Oklahoma City Quail Springs North ) ci siamo dedicati a qualche ora di relax in piscina per poi raggiungere la parte vecchia della città per passarci la serata, questa zona si chiama Bricktown in pratica si tratta di un area di vecchi magazzini in mattoni rossi recuperata e adibita a fulcro centrale per la popolazione, molto belli i canali navigabili con i water taxi che ti portano a fare un giro lungo il quartiere ( 10 minuti ), molto bella la zona dove si trovano le sculture dei pionieri, pare che l’ autore si sia ispirato al film Cuori Ribelli con Tom Cruise in quanto raffigura la partenza di una gara per conquistare le terre dell’ Oklahoma, non fosse per l’ autostrada vicina socchiudendo gli occhi parrebbe veramente di essere nel 1800 e partecipare a questa gara, nelle vicinanze di Bricktown c’e lo stadio di baseball il Bricktown Ballpark dove gioca la squadra dei Oklahoma RedHawks, la cosa bella rispetto alle partite di calcio da noi e’ l’ assenza di polizia nei dintorni dell’ impianto sportivo e famiglie sedute sulle tribune intente a guardare la partita senza mai smettere di mangiare e bere, incuriosito da questo evento ho chiesto alla signora al gate se potevo entrare un minuto per fare le foto, questa mi fà ” sei italiano vero” e io si entra entra e stai pure quanto vuoi. Ho approfittato della gentilezza della signora per solo 10 minuti poi sono uscito ringraziando, siamo tornati verso Bricktown con l’ intenzione di fare cena ma dopo oramai 2 settimane di hamburger e carne alla brace abbiamo deciso di mangiarci un bel gelato, raggiunta la gelateria ( Marble Slab Creamery) ci siamo accorti che c’e una fila lunghissima,in genere quando c’e una fila lunghissima e’ segno che il prodotto e’ buono, ci mettiamo in fila e dopo una 20ina di minuti tocca a noi, noto che dietro alla vetrina c’e un banco in marmo totalmente ghiacciato, boh decido, coppa con vaniglia, cocco e fragole, il commesso prende una palettata di vaniglia e una di cocco e le scaraventa con forza sul banco ghiacciato, poi prende un mestolo di legno e comincia a lavorare il gelato come fosse una pizza, per ultimo aggunge una decina di fragole fresche e impasta nuovamente, finito il tutto raccoglie l’ impasto e lo mette nella coppa, sarà stato mezzo kg di gelato, molto buono ed economico, 2 coppe e un cono maxi ( occorrevano 2 mani per tenerlo ) 12 dollari.
Mangiato con gusto il gelato ci siamo avviati verso l’ hotel quando dico a mia moglie, accidenti mi sono dimenticato l’ indirizzo di quel posto che ho visto sul deplian e lei ( santa donna ) l’ ho preso io.
Quel posto e’ niente meno che il Memorial dell’ Alfred P. Murrah Federal Building l’ edificio fatto esplodere in un attentato terroristico nel 1995, quello che ci ha colpito e’ lungo la recinzione oltre a vari oggetti lasciati in ricordo delle vittime ci siano tanti peluche e bambolotti, poco dopo parlando con il ranger che spiegava la storia di quel posto ci disse che nell’ esplosione morirono 19 bambini. Il sito e’ composto da un lato con 168 sedie di cui 19 sono quelle dedicate ai bimbi, in mezzo una vasca piena d’ acqua alta meno di un dito, sull’ altro lato c’e un albero che secondo i racconti del Ranger al momento dell’ esplosione era andato completamente bruciato, dopo un po’ di tempo mentre sgomberavano l’area dalle macerie quest’ albero improvvisiamente comincio’ a germogliare e tornare in vita, per cui non fu tagliato ma lasciato nel suo posto con l’ obbiettivo di ricordare a tutti che la vita continua. Il sito e’ racchiuso da due enormi portali con inciso rispettivamente 9.01 e 9.03, a significare il vuoto creato dal minuto della tragedia.
Lasciato questo luogo triste siamo tornati in hotel, Oklahoma City alle 22 e’ una città fantastica, enormi strade e pochissime macchine in giro, il sogno di tutti gli automobilisti.
Lasciamo Oklahoma City e ci avviamo verso il clou del viaggio ovvero Memphis e la casa di Elvis, ma prima dobbiamo fare tappa a Fort Smith in Arkansas, questa cittadina che non conoscevo e’ stata la città di un carissimo amico di Forumvacanzeinamerica (Ansys ) mi sono sempre promesso che prima o poi sarei passato a trovarlo, purtroppo tre settimane prima si e’ trasferito a Seattle. Fort Smith si trova poco dopo il confine dell’ Arkansas, una bella cittadina anche se il primo impatto e’ stato un po’ traumatico, siamo arrivati di domenica e abbiamo preso un bellissimo hotel ( Courtyard Fort Smith 900 rogers avenue ) nella zona d’affari della città totalmente deserta, relax in camera e in piscina e poi siamo usciti accompagnati da un caldo umido impressionante, siamo andati a vedere il famoso Miss Laura’s Social Club un bordello del 1896 dove due simpatiche vecchiette raccontano la vita e le abitudini dei frequentatori di quel posto, porta via poco piu’ di mezz’ ora ma ne vale veramente la pena vedere come ” lavoravano ” le ragazze nei primi del 900, vicino al nostro hotel c’e il Fort Smith Historic Site un forte molto bello e ben tenuto ( come solo in Usa sanno fare ) lasciamo la parte storica della città e ci buttiamo su Rogers Av. Là troviamo tutta la gente che non abbiamo visto nel primo pomeriggio quando siamo arrivati a Fort Smith, in pratica e’ la zona commerciale della città, locali, centri commerciali e ristoranti a non finire.
Rientriamo in hotel distrutti ma giusto in tempo per vedere un auto della polizia effettuare una manovra di tamponamento per far fermare il fuggitivo, rientriamo in hotel per evitare di prendere un proiettile addosso.
Lasciamo FT Smith e ci avviamo a Memphis, anche oggi ci aspetta una tappa da 5 ore, raggiungiamo il nostro hotel a Memphis ( Hampton Inn & Suites Memphis-Shady Grove 962 S. Shady Grove Road Memphis, TN ) molto bello ed accogliente, a questo giro non abbiamo tempo per il relax in piscina, caffe veloce alla moka elettrica che abbiamo portato dall’Italia e poi via verso Graceland, tour prenotato dall’Italia, abbiamo consegnato il codice e ci hanno stampato i biglietti senza fare file, oggi e’ molto piu’ tranquillo, ieri c’era il pandemonio (30° anniversario della morte ), ci sarebbe piaciuto vedere tanti simil Elvis in giro ma forse e’stato meglio cosi ci possiamo godere la visita con calma, saliti sull’ autobus ci viene dato un lettore con la spiegazione in italiano, molto utile per poter capire cosa fosse stato Elvis, la casa del mitico Elvis e’ una delle cose che vanno viste prima di morire, e’ un posto incredibile, si respira un atmosfera irreale, pensare chi ha camminato su quei pavimenti, chi ha toccato quelle maniglie ti fà rendere conto di quanto sei fortunato, essere nella casa del re del rock & roll, una leggenda, vi consiglio vivamente una vacanza da queste parti.
La casa e’ visitabile solo al piano terra, le camere e il piano rialzato sono off limits per via della privacy e del rispetto per Elvis, appena si entra si trova un salotto a destra mentre a sinistra si trova la sala da pranzo, nelle stanze adiacenti ci sono in una la cucina e in un altra la camera dei genitori di Elvis, si scendono delle scale e si và in un salotto privato dove ci sono 3 tv accese, diceva la guida che le fece mettere in quanto venne a sapere che il presidente Nixon guardava 3 tv contemporaneamente, accanto a questo salotto si trova la stanza jungle, un altro soggiorno arredato in modo un po’ kitsch come il resto della casa, da qui si esce fuori in un girdino, dove troviamo la piscina, piu’ avanti un box dove Elvis lo usava come poligono di tiro, piu’ avanti la stanza dove mori’, un tempo adibita a palestra oggi a luogo dove sono esposti i vestiti e i dischi vinti, uscendo si trova il piccolo cimitero, molto bello dove riposano oltre ad Elvis anche i genitori e la nonna.
Oltre la strada fuori da Graceland troviamo il museo delle auto dove c’e la famosissima pink Cadillac e altre auto e moto appartenute a Elvis e la moglie, poco piu’ avanti i due aerei privati, uno un Convair 880 del 1970 e l’ altro un piccolo jet.
Dopo Graceland abbiamo fatto un giro per Memphis passeggiando per Beale Street, diciamo che la zona e’ molto sporca e malfamata, rapido giro sul Mississipi e poi siamo tornati al nostro Hampton Inn, in una zona molto tranquilla e silenziosa, domani ultima tappa prima dell’ arrivo a Chicago 18 agosto partenza per S. Louis, solite 5 ore di guida noiosa e finalmente arriviamo al nostro hotel, la giornata e’ molto grigia e ci aspettiamo da un momento all’ altro la pioggia, fortunatamente ci evita quindi decidiamo di andare al Gateway Arch un arco che segna la porta d’ accesso per l’ ovest, si racconta che sia stato edificato nel punto preciso dove Lewis e Clark partirono per la loro spedizione nel west.
L’ arco si trova in un parco sulle rive del Mississipi, la particolarietà di questa costruzione e’ che e’ alta 192 metri e la larghezza della base è 192 metri, per salire sulla sommità dell’ arco bisogna prendere un ascensore circolare molto piccolo e claustrofobico, cmq la vista che si ha dall’ arco ripaga quei 3 minuti dentro l’ ascensore.
Due note sull’ hotel, la struttura e’ un Hampton Inn con la vista sull’ arco, veramente bello e confortevole, lo consiglio a chi viene a St. Louis.
Terzultimo giorno, ancora la nostra classica tappa da 450 km e siamo giunti a Chicago, diciamo che guidare dentro la città e’ un po’ incasinato nonostante il mio fido navigatore non abbia sbagliato un indicazione, girando per le vie ci siamo accorti della bellezza di questa città ma mettiamo un po’ d’ ordine, siamo arrivati al nostro hotel ( Fairfield by Marriot ) che si trova ad un blocco dal magnificent mile, il miglio piu’ famoso di Chicago, scaricate le valigie e fatto il check in mi accorgo che l’ hotel non ha parcheggio, ci dicono che hanno una convenzione con un garage e dopo 10 minuti di spiegazioni e 5 di giri a vuoto lo troviamo, 2 giorni 75 dollari, rientriamo in hotel giusto per una doccia un bel caffè con la nostra moka elettrica e poi via alla scoperta di Chicago, a prima vista pare molto ordinata e meno caotica di NY, poi man mano che percorriamo Michgan Avenue ci rendiamo conto che la città e’ veramente bella, purtroppo arrivati al John Handcock center si scatena il diluvio contringendoci a ripararsi dentro il Best Buy per oltre 2 ore, purtroppo il meteo oggi e’ cosi quindi non ci rimane che far cena al Tgi Fridays e tornare in hotel.
Piu’ tardi pare che il tempo migliori quindi usciamo per fare due passi, ed apprezziamo ancora di piu’ la bellezza di Chicago by night, stanchi morti torniamo in hotel quando dei fuochi artificiali dal Navy Pier ci fanno fermare, 40 minuti di spettacolo puro, fuochi bellissimi e con delle coreografie esagerate dopo questo spettacolo andiamo a dormire.
L’ indomani mattina guardiamo Weather Channel e il meteo non promette niente di buono, usciamo dopo una bella colazione in hotel e decidiamo di fare visto il tempo e il poco tempo a disposizione il giro della citta con il Sightseen tour , il classico bus a due piani dove puoi scendere e salire apiacimento, saliamo e dopo 10 minuti viene giu’ il mondo, acqua a catinelle e nonostante avessimo il poncho in naylon la pioggia passa da tutte le parti perciò decidiamo di scendere e andare sulla Sears Tower, anche qui sfortuna nella sfortuna, la torre e’ aperta ma non si vede a 1 metro per cui desistiamo, fortunatamente smette di piovere e andiamo al Millennium Park dove c’e il famoso fagiolo d’ acciaio e le fontane animate, molto bello e curatissimo, pian piano riusciamo a fare tutto cio’ che volevamo vedere, tutto il Magnificent Mile , la zona dell’ East River, il Loop, la zona dello stadio, il Navy Pier e il River North, anche qui specie nella zona dell’ acquario abbiamo preso secchiate d’ acqua provenienti dal cielo, abbiamo finito la serata al Navy Pier, un area molto bella sul lago Michigan da dove si ha una vista esagerata dello skyline di Chicago specie al tramonto.
Purtroppo il nostro girovagare per gli Usa e’ terminato, e’ stata una bellissima avventura, abbiamo visto posti dove il turista e’ una rarità, abbiamo fatto spese al confine con il Messico, guidato per sterminate praterie, percorso centinaia di km sulla Route 66 solo per fare la foto ad un cartello, vissuto gli Usa al di fuori dei canoni turistici scontati e banali , un viaggio per intenditori alla scoperta della vera America.
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