Viaggio di Nozze USA Ovest + Toronto di Canada

PREMESSA: Località visitate: Toronto (Canada), San Francisco, Yosemite, Visalia, Bakersfield, Death Valley, Las Vegas, Zion, Bryce Canyon, Moab, Monument Valley, Page Lake Powell, Grand Canyon, Kingman, Los Angeles Regioni visitate: California, Nevada, Utah, Arizona, Ontario Viaggio di Nozze di 24 giorni nell'America dell'Ovest (Grand Circle)...
Scritto da: Cristina76RM
viaggio di nozze usa ovest + toronto di canada
Partenza il: 16/06/2009
Ritorno il: 10/07/2009
Viaggiatori: in coppia
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PREMESSA: Località visitate: Toronto (Canada), San Francisco, Yosemite, Visalia, Bakersfield, Death Valley, Las Vegas, Zion, Bryce Canyon, Moab, Monument Valley, Page Lake Powell, Grand Canyon, Kingman, Los Angeles Regioni visitate: California, Nevada, Utah, Arizona, Ontario Viaggio di Nozze di 24 giorni nell’America dell’Ovest (Grand Circle) e parte del Canada (Toronto e Cascate del Niagara).

Viaggio organizzato scrupolosamente dalla sottoscritta da ben 2 anni (o più) leggendo i vari resoconti e diari di viaggio trovati sul web. Ho elaborato il tutto, dopodichè mi sono messa in contatto con un’amica che lavora in agenzia di viaggio per definire il tutto. E’ stato il viaggio più bello della mia vita.

L’America è stupenda e anche gli americani. Persone disponibilissime e cordialissime. Anche se non conoscete molto bene la lingua non vi dovete preoccupare perchè loro sono capaci di darvi tutto l’aiuto possibile, in ogni occasione.

Sono organizzatissimi e molto ordinati. Tutti si rispettano e questo è davvero bello! L’America oltretutto non è cara per niente e le colazioni/pranzi/cene sono nella norma.

Gli alberghi dove abbiamo alloggiato sono i seguenti: Toronto – Royal Meridien King Edward (molto bello e si arriva benissimo a piedi alla CN Tower, Skydome, Yonge Street – la strada più lunga del mondo, all’Eaton Centre – il centro commerciale immenso). Alla reception fatevi dare la piantina della città. Davvero comoda. Sempre dall’albergo potete prenotare la visita alle cascate del niagara. Vi verrà a prendere un pulmino che con 210 dollari canadesi in due, vi verrà a prendere in albergo, vi porterà alle cascate, vi farà fare il tour “Maid the Mist” col battello, e vi riporterà in albergo in serata. Il pranzo non è compreso, ma Niagara Falls è molto carina e piena di ristoranti/fast food) San Francisco – Hotel Nikko (molto carino e si trova in un posto strategico. Si arriva benissimo a piedi al capolinea del cable car che porta al Fisherman’s Wharf ed altri posti importanti di SF e al gabiottino per fare i biglietti dell’autobus. Ha il negozio Starbucks proprio nell’albergo, e molti altri per cenare e pranzare). Di fronte all’albergo c’è la HERZ per il noleggio della macchina, quindi davvero comodo!!!! Alla reception fatevi dare la piantina della città. Davvero comoda, con tutti gli autobus.

Yosemite – Cedar Lodge (non molto pulito. Avremmo preferito lo Yosemite View Lodge anche perchè quest’ultimo ha un piccolo supermercato, una lavanderia, una pizzeria – che però sconsiglio vivamente perchè moooolto cara, essendo l’unica). L’entrata al parco è vicinissima! Si può percorrere tutto con la propria macchina senza problemi. Il ranger vi darà una piantina utilissima all’entrata. Se potete, fate subito il National Park Pass che costa 80 dollari a veicolo e vale per tutti i parchi federali (tranne la Monument Valley che viene 10 dollari a veicolo, e il Dead Horse Point – Canyonlands) Lì vicino c’è un distributore di benzina.

Visalia – Comfort Inn (davvero bello!!!! pulitissimo e ha anche un parcheggio di fianco enorme). Meglio che parcheggiate lì perchè quelli lungo la strada sono a tempo. Alla reception vi daranno un fogliettino da mettere sul cruscotto per dimostrare che alloggiate lì. Fatevi dare anche la piantina dei ristoranti/fast food della città, davvero molto utile.

Bakersfield – Best Western Hill House (non molto pulito. Non ci è piaciuto molto. Neppure la cittadina) Death Valley – Furnace Creek Ranch (assolutamente da evitare). Esteticamente è davvero molto carino, ha anche il distributore di benzina a due passi, ma le stanze non sono il massimo. La stanza è piena di insetti (vabbè che siamo nel deserto, ma le stanze le paghiamo). L’unico ristorante che c’è apre solo la sera ed è abbastanza caro. C’è un bar/ristorante che fa un pò pena. Credo che il migliore sia Furnace Creek Inn Las Vegas – Mirage (che dire…Il più bell’albergo di tutto il viaggio). Camera di vero lusso, una cosa mai vista! Al centro della strip più importante di LV Zion – Best Western Zion Park Inn (davvero carino e a due passi dal parco che anche qui potete visitare con la propria macchina. Il ranger vi darà la piantina del parco, utilissima) Bryce Canyon – Best Western Ruby’s Inn (bellissimo!!!! Ha un grosso supermercato, la posta per comprare i francobolli, un fast food, il distributore di benzina…Insomma TUTTO). La stanza davvero pulita e grande, col microonde (oltre al frigobar che in America hanno tutti gli alberghi). Il parco è vicino e visitabile con la propria vettura.

Moab – Red Stone Inn (l’albergo non ci è piaciuto. Stanza piccola, forse ci hanno propinato una stanza con un letto anzichè due. Ha però la lavanderia. Vicino c’è Arches NP e la Scenic Byway 128. Canyonlands è un pò più lontano, ma non troppo. Ci sono comunque i cartelli. C’è anche il famoso “Hole ‘n the rock”, un negozietto che è stato scavato nella roccia. Si trova poco fuori a Moab, circa 7 miglia (andando in direzione sud, quindi opposta al ponte sul fiume colorado).

Monument Valley – Gouldings Lodge (stupendo è dire poco!) Se capitate come noi nelle camere col balconcino vista Monument Valley, sarebbe perfetto!! Un tramonto mozzafiato. L’entrara alla Monument è a due passi. Potete visitarla con la propria macchina (costo 10 dollari a veicolo. Non vale il pass) anche se vi riempirete di terra rossa. Ma ne vale la pena! C’è un grosso supermercato e un distributore di benzina proprio sotto l’albergo.

Lungo la strada per arrivare alla Monument (se venite da Moab come noi) potrete fare la “famosa” foto della valle nel punto in cui Forrest Gump si fermò dopo la lunga corsa per l’America.

Page Lake Powell – Lake Powell Resort and Marina (Bello, ma se capitate con la vista sul lago è meglio. Noi siamo capitati con vista parcheggio. La vista lago costa di più). Per entrare nel porto Wahweap Marina, dove c’è l’albergo, bisogna sempre mostrare il pass, perchè fa parte dei parchi nazionali. Lì vicino c’è l’entrata all’ Upper Antelope Canyon. Si trova poco dopo la centrale elettrica Navajo (è enorme, sono 3 ciminiere altissime). Comunque, c’è il cartello: Upper Antelope Canyon. Solo per entrare nel parcheggio si pagano 6 $ a persona e poi l’entrata al Canyon sono 25 dollari a persona. Vi consiglio la visita delle 12:00. Se non c’è posto, prenotatevi per il giorno successivo, ne vale la pena! Grand Canyon – Maswik Lodge (niente di che. In mezzo al bosco e un pò sperduto rispetto agli altri alberghi. L’unico ristorante dell’albergo è un bel pò caro). Si trova proprio all’interno del parco.

Kingman – Quality Inn (Bellissimo. Il tipico albergo americano coi parcheggi di fronte alla stanza. Piscina molto carina e tranquillissimo. La lavanderia si trova proprio vicino le stanze e la colazione è compresa nel prezzo).

L’albergo si trova proprio sulla famosissima Route 66. Vi consiglio di andare a mangiare al Dam Bar & Steakhouse. Cena squisita, carne ottima (T-Bone spettacolare e un dolce brownie buonissimo). Il costo non è elevato.

Los Angeles – Hotel Omni (l’albergo è decente, ma niente di che). Si trova nella downtown di LA e non molto lontano dalle autostrade (anche per arrivare agli Universal Studios è facile. Basta farsi dare alla reception la piantina con le indicazioni). Per vedere l’Hollywood Sign dovete arrivare al viewpoint di Mulholland Drive (mi raccomando, Drive e non Road).

Costo complessivo del viaggio (2 persone): -7.578,00 euro (solo pernottamento, compresi voli (Roma-Francoforte-Toronto, Toronto-San Francisco, Los Angeles-Zurigo-Roma), tasse aeroportuali, noleggio auto Classe C (Mazda 6 con navigatore, compresa assicurazione completa), assicurazione medica con massimale a 50.000,00 euro+assicurazione mass. Illimitato -spese personali: 3.824,09 dollari (tra canad e americ) – benzina, regali, pass parchi, pranzi, cene, colazioni, gite, universal studios, ecc.

DIARIO DI VIAGGIO: martedì 16 giugno 2009 (1° giorno – Roma/Francoforte/Toronto) Partenza ore 06:55 a.M. Per Toronto (Canada) dall’aeroporto di Fiumicino. Andiamo a casa di mio padre per l’ora di cena, così non rischiamo di svegliarci tardi. Dormiamo, o almeno ci proviamo perché l’emozione è davvero tanta, fino alle 3:30 a.M..

Mi alzo di botto per la paura che fosse tardi. Ci vestiamo e andiamo tutti all’aeroporto (io, Flavio, mio padre e mio fratello). C’eravamo solo noi…Uno spettacolo!!! Andiamo al check-in, consegniamo le valigie e cerchiamo il gate.

L’emozione era fortissima, non stavo più nella pelle! Ero nervosa per il lungo viaggio da affrontare in aereo e allo stesso tempo felice perché era una vita che progettavo di andare negli States. Avevo il cuore a 2000 e mi sentivo svenire. Una sensazione così l’ho provata solo qualche giorno prima durante il mio matrimonio. E’ bastato vedere Flavio sull’altare per farmi svenire! heheehhe Per fortuna all’aeroporto sono riuscita a resistere, ma c’è voluta tanta forza! Abbiamo volato con la Lufthansa fino a Francoforte e come al solito, la “fortuna” ha voluto che capitassimo vicino l’ala. Un’ora di ritardo, ma siamo comunque arrivati in tempo per prendere la coincidenza per Toronto. E’ stata una corsa allucinante, anche perché l’aeroporto di Francoforte è enorme, ma fortunatamente il personale è gentilissimo e le indicazioni sui cartelli sono abbastanza precise.

Ecco di nuovo che mi faccio assalire dal panico. Ho iniziato a piangere come una bambina, perché sapevo che non avrei resistito 9 ore in aereo (pensavo fosse come quello Roma/Francoforte con annessa turbolenza verso la fine). E invece altro che aereo!!! La Air Canada è davvero un’ottima compagnia. Un aereo spettacolare (e chi ha viaggiato così tante ore?), enorme con tanti confort.

Sedili comodissimi, televisore su ogni schienale, cuscino e coperte. Insomma questo mi ha tranquillizzata molto! Come si vede che non ho mai viaggiato! Anche qui per nostra “fortuna” capitiamo dove? Poco dietro l’ala. Beh, 2 su 2 è una bella media! Arriviamo all’aeroporto di Toronto che è davvero bello. Fortunatamente i bagagli sono arrivati insieme a noi ?. Cerchiamo la persona che doveva venirci a prendere all’aeroporto e che ci avrebbe fatto da guida per tutti e 3 i giorni (almeno così avevamo capito) e invece niente da fare. Aspettiamo un’ora inutilmente, cosicché proviamo a telefonare dal cellulare, ma non funziona! Cerchiamo una cabina telefonica e non riusciamo a prendere la linea neppure da lì. Insomma, stavo andando nel pallone e alla fine andiamo all’Information Center e un ragazzo gentilissimo ci fa telefonare dal suo telefono. Morale della favola, la signora era a casa e ci avrebbe contattato la sera dopo per il tour di Toronto, insomma dovevamo fare tutto da soli.

A questo punto è stato molto meglio così! Prendiamo il taxi, anzi la Limo guidata da un arabo. Paghiamo 55 $ canadesi (tragitto + mancia) e arriviamo in albergo. Facciamo il check-in e andiamo nella nostra camera! La stanza è enorme, pulita e con la vista sui grattacieli. Sembrava di stare a New York. Ci rinfreschiamo un pò e scendiamo nella Hall.

Chiediamo una mappa della città e ci facciamo dire quali sono i posti più belli da vedere. Già che ci siamo, ci facciamo prenotare per il giorno seguente il tour per le Cascate del Niagara.

A piedi ci incamminiamo verso la CN Tower, la torre più alta del mondo. Facciamo il biglietto (43,98 $ can. In due) e prendiamo l’ascensore fino in cima! Una vista spettacolare! Giriamo per 360° e vediamo tutta Toronto e il Lago Ontario. Il tour continua e andiamo in un punto dove c’è il pavimento in vetro (glass floor). Fa veramente impressione camminare e guardare giù per 553 mt di altezza! Ci facciamo fare anche la fotografia per la modica cifra di 23 $ can. Facciamo un giro per lo shopping center e usciamo. Vediamo il Rogers Centre (Skydom) uno stadio di baseball enorme. Continuiamo il nostro tour rigorosamente a piedi e cerchiamo la famosa Yonge St., la strada più lunga del mondo. Camminiamo tanto con cartina alla mano, ma niente da fare non riusciamo a trovarla. Facciamo tante fotografie e quindi andiamo alla ricerca dell’Eaton Centre, il centro commerciale più grande di Toronto. Dopo tanto riusciamo a trovarlo e senza volerlo riusciamo a trovare anche Yonge St.. Comunque, il centro commerciale è davvero enorme, al piano interrato c’è addirittura la stazione della metropolitana. Incredibile!!!! Ceniamo con patatine, cola e hot dog facciamo un ultimo giro serale e andiamo in albergo stanchi morti. Io sono crollata quasi subito. Domani ci aspetta il tour alle Cascate del Niagara prenotato precedentemente in albergo.

mercoledì 17 giugno 2009 (2° giorno – Cascate del Niagara) La notte non riusciamo a dormire un granché per via del fuso orario. Sveglia alle 6:30 e si va a fare colazione dal mitico Starbucks dove prendiamo 2 caffè medi (ti danno un bicchierone enorme) e 2 muffins alla ciliegia (pesantissimi). Il nostro stomaco ancora non è abituato a questo tipo di cibo, oltretutto usciamo da una dieta super spurgante durata ben 3 mesi. Torniamo in albergo e alle 8:30 precise arriva il pullman per portarci alla Cascate del Niagara. Il nostro gruppo era formato solamente da 9 persone (compresi io e Flavio). Purtroppo il tempo non è un granché, nuvoloso con la minaccia di pioggia. Alle 10:30 circa arriviamo alle cascate. Ci fermiamo a fare qualche foto panoramica e inizia a piovere. Ma dura poco per fortuna! Ci dirigiamo, sempre in pullman all’entrata del “Maid of the Mist”, il famoso battello che ti porta proprio sotto le cascate. Facciamo il biglietto (compreso nel biglietto del tour organizzato) prendiamo l’impermeabile blu e saliamo sul battello. Insieme a noi è venuta anche Angy, una ragazza messicana che faceva parte del nostro gruppo. Il livello superiore era già tutto pieno di gente perciò siamo dovuti scendere al piano sottostante che forse è stato meglio perché ci siamo bagnati di meno. Armati di telecamera e macchina fotografica iniziamo a fare foto e video a tutto spiano. L’acqua che abbiamo preso è stata tantissima, ma è stato troppo bello. Abbiamo conosciuto anche una famiglia di italiani.

Scesi dal battello io, Flavio e Angy siamo andati a fare una bella passeggiata tra i negozi e le attrazioni di Niagara Falls. Sembrava di stare a Las Vegas oppure al Luna Park. E’ tutto enorme, negozi, macchine, cibo! Ci siamo fermati a mangiare in una sorta di mc donald’s (Wendy’s, che poi si è rivelato il migliore in assoluto a pari merito con Burger King) molto carino e pulito e devo dire che abbiamo mangiato bene (anche se ormai la dieta è andata a farsi benedire!).

Alle 15:00 avevamo appuntamento con il resto del gruppo alla fermata del pullman, per andare a vedere un piccolo negozio dove producono il vino. Non appena arriviamo alla fermata del pullman, inizia a piovere. Beh che dire, siamo stati molto fortunati, ormai il tour era quasi finito! Il negozietto del vino non era un granché. Ci hanno fatto assaggiare vino bianco, rosso e rosato. Il rosso non mi è piaciuto, gli altri due sì! A questo punto il pullman ci riporta ognuno di noi nei rispettivi alberghi. E’ stata una bella giornata, a parte il tempo, e oltre ad aver visto le cascate (le immaginavo più grandi e belle sinceramente) abbiamo conosciuto Angy, una ragazza messicana simpaticissima con la quale ci siamo scambiati l’email. Il tour alla fine è costato 105 $ can a testa ed è compreso il trasporto per e dalle cascate in albergo, il battello “maid of the mist” e la visita al negozio dove producono il vino. La sera siamo rimasti in albergo perché fuori pioveva e c’era molto vento. Eravamo stanchissimi, non abbiamo cenato e io sono andata addirittura a dormire vestita. Domani ci aspetta il viaggio di nozze vero e proprio e non vediamo l’ora. Prima tappa, San Francisco.

giovedì 18 giugno 2009 (3° giorno – Toronto/San Francisco) Finalmente il giorno è arrivato. La partenza per SF. Sveglia come al solito a tutte le ore della notte. Il fuso è un macello!!!! Scarichiamo le fotografie e i video sul computer portatile e masterizziamo tutto. Più che altro lo facciamo per la paura del metal detector che potrebbe smagnetizzare le schede. Facciamo sempre colazione da starbucks (ormai per me è un mito), ma stavolta prendiamo il caffè nel bicchiere piccolo (tall) e due tortine alla banana, cioccolato e cannella (sempre pesantissime). Dopo un pò, arriva la cameriera che offre a tutti i clienti un bicchierino di cappuccino con panna e una piccola tortina alla banana. Che spettacolo!! Torniamo in albergo, ci facciamo chiamare il taxi e andiamo all’aeroporto. Era un pò tardino, ce la siamo presa un pò troppo comoda. Avevamo il volo alle 11:55 e siamo partiti dall’albergo alle 9:15. C’era un pò di traffico, ma siamo arrivati comunque in tempo. Facciamo il check-in, compiliamo un sacco di moduli (ci prendono persino le impronte digitali e la foto alla retina…Come nei film) e finalmente ci imbarchiamo puntualissimi. Voliamo anche stavolta con l’Air Canada. Abbiamo incontrato un bel pò di turbolenza durante il viaggio, ma alla fine siamo arrivati anche stavolta sani e salvi.

Prendiamo lo shuttle (prenotato dall’Italia dal sito www.Shuttle.Com) che ci porta direttamente in albergo. Ci sistemiamo in camera che sinceramente ce l’aspettavamo un pò più bella, dato che l’albergo è giapponese (Hotel Nikko). Ci diamo una rinfrescata, prendiamo la mappa della città nella hall e iniziamo il tour. Rimaniamo colpiti dal fatto che abbiamo tutto a portata di mano, autobus, cable car, negozi, ecc.. Patrizia, dell’agenzia di viaggio è stata davvero brava!!!! L’albergo alla fine non sarà un granché, ma tanto dobbiamo solo dormirci, l’importante è che si trovi in un punto centrale! Pranziamo, si fa per dire perché erano le 16:00, in un ristorante messicano sotto l’albergo e poi, come prima destinazione decidiamo di andare a vedere Columbus Av., la via degli italiani e ci arriviamo rigorosamente a piedi. Effettivamente è pieno di ristoranti italiani, un pò americanizzati. Ci ferma addirittura un ristoratore siciliano per chiederci se avevamo già scelto il ristorante per la sera. Proseguiamo sempre a piedi e arriviamo finalmente al famoso Fisherman’s Wharf. Bellissimo e pieno di gente. Erano le 17:00 e con la luce del sole che stava per tramontare era davvero romantico. Scattiamo tante fotografie e andiamo subito al Pier 39 a vedere i leoni marini e i negozietti, compreso il famoso “Bubba Gump”. La giornata è meteorologicamente parlando, stupenda. Tanto sole e poco vento. Continuiamo la nostra passeggiata sul lungomare e arriviamo al Pier 43. Stanchi dal viaggio, ma felici ci dirigiamo sempre a piedi in albergo. San Francisco è piena di salite e discese, con pendenze assurde. Arriviamo in albergo stanchi morti.

Portiamo in camera la cena messicana presa sempre allo stesso ristorante del pomeriggio, ma solo Flavio perché il mio stomaco deve ancora abituarsi alla cibaglia americana! Scarichiamo un pò di foto sul pc e andiamo a dormire. La mattina seguente ci aspetta San Francisco in tutta la sua bellezza! venerdì 19 giugno 2009 (4° giorno – San Francisco) Ci alziamo alle 6:30 e dopo una bella doccia ci prepariamo ad affrontare una lunghissima e ricchissima giornata. Per prima cosa acquistiamo il biglietto “Priority Pass” che vale un giorno intero e col quale possiamo prendere tutti gli autobus, shuttle, cable car di San Francisco. Costa 11 $ a persona. Quindi, prendiamo subito il famosissimo “cable car” dal capolinea di Market St. Che ci porta direttamente a Fisherman’s Wharf. Cerchiamo un posto per fare colazione e chi incontriamo lungo la strada? Il mitico IHOP. Non mi sembrava vero, la prima vera colazione americana. Ordiniamo un piatto con salsicce, bacon, uova, frittata di patate. In aggiunta, ma sempre compreso nel prezzo io prendo i french toast e Flavio i pancake. Da bere invece prendiamo il solito caffè americano che a me piace tantissimo.

Riprendiamo il nostro tour, ma stavolta a stomaco pieno e ci dirigiamo verso il Pier 33 per prenotare la gita ad Alcatraz. Purtroppo i biglietti per la giornata erano tutti terminati. Se volevamo, c’era posto per le 9:00 del giorno seguente. Scoppio in lacrime perché ero convinta che il giorno dopo dovevamo partire per Yosemite. Cerco di convincere con le lacrime la ragazza dietro gli sportelli, ma niente da fare. Prendiamo comunque i biglietti per il giorno dopo (52 $ in due) e decidiamo di andare alla Herz, che fortunatamente si trova davanti l’albergo, dove abbiamo noleggiato la macchina per tutto il nostro viaggio. Volevamo sapere se era possibile prendere la macchina la sera stessa, così da andare il giorno dopo al Pier 33 per conto nostro e appena finito il tour saremmo andati a Yosemite. Insomma, tra una cosa e un’altra la macchina non era pronta, o meglio c’era ma senza il GPS. Parlando sentiamo sempre nominare “sunday” dalla signora. Non capivamo come mai. Morale della favola, mi accorgo dal vaucher che la macchina la dovevamo prendere domenica e non sabato. Mi scuso duecento volte e sembrava che qualcuno mi avesse tolto un peso dalla pancia. Col fatto che a Toronto siamo stati solo 2 giorni, non mi ricordavo che invece a San Francisco dovevamo stare 4 giorni e 3 notti. Quindi, torniamo in albergo rilassati e riprendiamo il tour finalmente più tranquilli. Riprendiamo l’autobus, ma stavolta il n° 28 utilizzando sempre il nostro pass comprato la mattina, per andare ad Alamo Square. Inizia a fare freddino e ad alzarsi un forte vento. San Francisco è ventosissima e abbastanza fredda! Arriviamo ad Alamo e vediamo prima di tutto le “7 sorelle”, le case vittoriane fotografate da tutto il Mondo. E’ un quartiere davvero stupendo, sembra i nostri “Parioli” di Roma. Un giardino curatissimo, pulitissimo e verdissimo, con una parte dedicata ai cani.

Da qui riprendiamo l’autobus n° 28 e arriviamo al Japanese Tea Garden. Sembra un pò la nostra Villa Borghese, comunque è bellissimo. Per entrare si paga 5 $ a persona. Verso il tardo pomeriggio riprendiamo l’autobus, il n° 29 e andiamo al Golden Gate Bridge. Spettacolare!!! C’è un bellissimo viewpoint per fare le fotografie. Il vento è sempre forte e fa anche freddino.

Dopo tutte le foto di rito, riprendiamo l’autobus n° 28 per tornate al Fisherman’s Wharf, ma l’autista ci lascia qualche km prima, ovvero vicino Ghirardelli Square. All’inizio lo abbiamo mandato quasi a quel paese, ma poi ci ha fatto scoprire un percorso panoramico da lasciare il fiato. Peccato che erano quasi le 18:00 ed il sole stava tramontando, però le foto sono venute lo stesso bene. In pratica siamo passati per il parco Fort Marton, abbiamo rivisto il Golden Gate Bridge in tutto il suo splendore, ma stavolta frontalmente (spettacolare!) e l’isola di Alcatraz che sembrava essere a due passi da noi e alla fine (sempre a piedi) siamo arrivati a Ghirardelli Square.

Ci fermiamo vicino al Pier 43 e prendiamo il cable car fino all’albergo. Mangiamo qualcosa in camera e andiamo subito a dormire. Domani ci aspetta la visita ad Alcatraz.

sabato 20 giugno 2009 (5° giorno – San Francisco/Alcatraz) Sveglia alle 6:00 e pronti per la gita ad Alcatraz. Facciamo colazione direttamente al bar del molo 33, dove si prende il traghetto per l’isola. Alle 8:30 eravamo già in fila per l’imbarco. Gli americani sono di una precisione unica. La partenza della nave doveva essere alle 9:00, e alle 9:00 spaccate siamo partiti. Idem la fila. Una fila chilometrica, ma in un attimo eravamo già sulla nave! La giornata anche oggi è stupenda e faceva meno caldo di ieri! Scendiamo dalla nave e iniziamo il tour guidato con mappa alla mano e cuffie con la spiegazione in italiano. Il penitenziario è davvero bello. Fa una certa impressione vedere di persona questi posti!! Il tour è durato 2 ore e mezza-3 ore.

Tornati sulla terra ferma decidiamo di vedere “l’Aquarium of the Bay”. Il biglietto è costato 31,90 $ in due. E’ stato abbastanza carino. Al piano interrato poi, si passa attraverso un tunnel trasparente dove nuotano tantissimi pesci, razze, squaletti, ecc..

E’ ormai l’ora di pranzo, quindi ci fermiamo al Pier 39 e mangiamo in uno dei tanti ristorantini.

Alle 15:00, dato che non sapevamo dove andare perché Twin Peaks era troppo lontano, decidiamo di fare una bella gita a Sausalito. Facciamo il biglietto che costa 19 $ a persona andata/ritorno. Partiamo alle 15:30 e arriviamo a Tiburon, ma solo di passaggio. Facciamo le foto dalla nave. E’ bellissima. Tutte casette in legno che sembrano finte per quanto sono carine, con un praticello verdissimo e curatissimo sul lungomare. Ripartiamo alla volta di Sausalito. Qui scendiamo e facciamo una passeggiata sul lungomare. Anche qui tutte casette e villette in legno. Sembra una cartolina per quanto è bella! La partenza era prevista per le 18:00, con arrivo al Pier 39 alle 19:00. Dopodiché, cerchiamo Denny’s per cenare, anche se di fame ne avevo ben poca. Non lo troviamo purtroppo e quindi riprendiamo l’autobus per tornare in albergo. C fermiamo in una sorta di Burger King (Carl’s Jr) e portiamo tutto in camera come sempre. Stanchi morti, andiamo a dormire perché anche domani ci aspetta una bella giornata, soprattutto perché dobbiamo guidare per la prima volta la macchina. Per fortuna la Herz sta davanti l’albergo, così non dobbiamo perdere tempo con le valigie.

domenica 21 giugno 2009 (6° giorno – San Francisco/Yosemite) Sveglia come sempre alle 6:00. Sistemiamo le valigie, facciamo il check-out e andiamo a fare colazione da Starbucks che si trova proprio dentro l’albergo. Stavolta prendiamo il frappuccino, ma non sapevamo fosse col ghiaccio. Questi americani mettono il ghiaccio ovunque. Hanno proprio i bidoni del ghiaccio.

Comunque, torniamo in albergo, prendiamo le valigie e attraversiamo la strada per andare alla Hertz. Ci avevano consigliato di andare un’oretta prima per via della fila di gente. Siamo arrivati alle 9:00 e fortunatamente non c’era nessuno. Dopo la trafila dei documenti ci consegna le chiavi e andiamo nel garage. Vediamo la macchina che è stupenda. Una Mazda 6 grigia metallizzata. Spaziosa e confortevole. Le 2 grosse valigie e il trolley per fortuna entrano nel porta bagagli (ci eravamo davvero preoccupati). Flavio fa un pò di pratica coi comandi, impostiamo il navigatore in lingua italiana e partiamo alla volta di Yosemite. Guidare queste macchine con le marce automatiche è uno spettacolo! Come sempre ci perdiamo e imbocchiamo l’autostrada. Dopo aver pagato 4 $ di autostrada mi viene il dubbio che il navigatore non aveva più in memoria il percorso. Svoltiamo alla prima traversa e facciamo ricalcolare al navigatore. Per fortuna dopo un pò riusiamo a riprendere la giusta via, ma abbiamo perso un’oretta bella e buona.

Lungo la strada il paesaggio cambia completamente. Bellissimo con montagne altissime e la strada che seguiva il percorso del tortuoso merced river Arriviamo finalmente in albergo, il Cedar Lodge. Niente di che, pieno stracolmo di messicani (e ci eravamo pure preoccupati per via dell’influenza suina). La camera è enorme, ma non è molto pulita. Insomma, non ci è per niente piaciuto, ma per fortuna dovevamo stare solo una notte. Ci diamo una rinfrescata veloce e andiamo subito subito allo Yosemite View Lodge, che è l’albergo da dove avevo letto che partivano le escursioni per il parco. Ci dicono solamente che l’entrata del parco è poco più avanti e basta. Ormai si erano fatte le 16:00 ed era tardino. Prendiamo la macchina e entriamo allo Yosemite vero e proprio. Ci fermiamo davanti l’ingresso vero e proprio con il ranger nel gabiotto che ci da la mappa del parco e uno scontrino dicendoci che oggi l’entrata era gratuita. Pensiamo, che fortuna!!!!! Ci incamminiamo cercando dove fosse il parcheggio coi pullman per i tour. Ma niente da fare, non troviamo niente. Il paesaggio comunque è da togliere il fiato. Ci fermiamo in continuazione a fare fotografie. Dopo un pò ci viene un dubbio. Ma vuoi vedere che qui dobbiamo fare tutto da soli con la nostra macchina? Era pure tardino, le 17:00 e pensavamo di non fare mai in tempo a vedere tutto. Anche perché cercavo assolutamente il viewpoint con la valle dello Yosemite, che non trovavo. Pensiamo quindi di ritornare la mattina seguente, ma con il tour organizzato. Continuiamo il nostro percorso con la macchina e io ogni tanto davo un’occhiata alla guida della Routard (davvero utilissima, una guida migliore di questa non penso esista!) per vedere se diceva qualcosa di interessante. Beh, leggo che il Glacier Point era bellissimo da vedere al tramonto. Noi eravamo quasi arrivati al tramonto e allora decidiamo di seguire il consiglio. E per fortuna che l’abbiamo fatto, perché lungo la strada cosa incontriamo? Il famoso viewpoint della vallata che cercavo, con le cascate invernal falls, El Captain e l’Half Dome. Con la luce del sole quasi al tramonto il parco è una cosa meravigliosa. I colori accesi e l’aria limpidissima! Non potevamo scegliere momento migliore della giornata.

Facciamo tantissime foto e continuiamo il nostro tour. Per arrivare a Glacier Point ci si mette circa un’oretta e la strada è abbastanza tortuosa, ma alla fine ne è valsa la pena. La guida della Routard aveva ragione. Al tramonto lo spettacolo è da togliere il fiato. La vallata si apriva davanti ai nostri occhi in tutto il suo splendore. Si vedeva anche la catena della Sierra Nevada con la neve.

Decidiamo di tornare in albergo. Ormai avevamo visto da soli tutti il parco e quindi il tour del giorno dopo decidiamo di non farlo. Reimpostiamo la strada al navigatore e come sempre capiamo male. Ma è stata una fortuna perché entriamo in un parcheggio con le invernal falls proprio di fronte. Avevamo trovato il percorso per arrivare proprio sotto alle cascate. Uno spettacolo mai visto prima. Mancava davvero poco al tramonto e le cime delle montagne erano illuminate di un rosso fuoco. Le cascate da sotto erano altissime e col vento gli schizzi dell’acqua ci rinfrescavano.

Decidiamo di tornare in albergo, ma stavolta sul serio. Inizia a fare notte e il parco è tutto buio. Ci dobbiamo assolutamente ricordare di andare il giorno seguente a fare benzina nell’unico benzinaio che si trova vicino lo Yosemite View Lodge. Ceniamo proprio in questo albergo, perché leggiamo che c’è un Pizza Restaurant. Sicuramente costosissimo, dato che lì c’è solo quell’albergo (oltre al nostro, che però non ci convinceva molto). Per due pizze enormi e due coca cole 44,10 $. C’è preso un colpo, ma dovevamo aspettarcelo! Già che c’eravamo andiamo a vedere anche la lavanderia, ma purtroppo non aveva l’asciugatrice. Come non detto, torniamo in albergo e dormiamo in letti davvero scomodi. Domani ci aspettano le Sequoie Giganti del Sequoia N.P.

lunedì 22 giugno 2009 (7° giorno – Yosemite/Visalia) Sveglia sempre alle 6:00 di mattina. Facciamo il check-out e andiamo di nuovo allo Yosemite View Lodge perché a Flavio viene in mente che le asciugatrici ci sono e quindi possiamo fare la lavatrice. Cambiamo i soldi (25 cent. X 4 per la lavatrice che dura 25 minuti mentre, 25 cent. X 3 per l’asciugatrice che dura 45 minuti) e facciamo la nostra prima lavatrice.

Ah! Premesso, abbiamo dovuto comprare il detersivo perché non lo forniscono. Per fortuna è andato tutto bene (anche se i panni ci sembrano un pò più ristretti). Nel frattempo che aspettavamo abbiamo fatto colazione con un cookie morbido e pesantissimo e invece del solito caffè abbiamo preso un cappuccino al cioccolato bianco. Anche questo moooolto pesante!!! Partiamo dall’hotel alle 11:00 (molto tardi purtroppo) e andiamo a fare benzina. Ci da una mano una signora gentilissima, ma alla fine è stato semplicissimo. Partiamo finalmente in direzione di Visalia. Arriviamo in albergo alle 14:00 ed era tardi per la visita al Parco delle Sequoie. Alla reception non trovavano la nostra prenotazione. C’era preso quasi un colpo e invece alla fine è andato tutto a buon fine. La stanza è bellissima e grandissima. L’albergo in generale è stupendo. E’ il Comfort Suite. A fianco c’è addirittura un parcheggio enorme per le auto. Dentro l’albergo (a saperlo prima) hanno anche la lavanderia e il fitness center. Visto l’orario decidiamo di fare una passeggiata e vedere la cittadina, dato che è molto carina. Al Parco andiamo domani mattina presto con calma. Alla reception ci danno un’utilissima cartina dei negozi e dei ristoranti della città (è fatta davvero bene). La sera decidiamo di comprare qualcosa e mangiare in camera perché la cittadina era carina sì, ma non ci sembrava molto sicura. Riesco per la prima volta a telefonare a casa con Skype e anche a collegarmi gratuitamente a internet (fino ad ora le connessioni erano tutte a pagamento. In questo albergo invece è gratis).

Domani si parte per il Parco delle Sequoie. Dicono che con 30 minuti di macchina si arriva. Vedremo!!! martedì 23 giugno 2009 (8° giorno – Visalia/Sequoia N.P.) Stavolta facciamo colazione da IHOP con i tipici pancake, crepes alla fragola, bacon, uova, patate e salsicce. Una cosa davvero pesante. Il caffè però era buono. Usciamo pieni come palloni e partiamo per il Sequoia N.P.. Con 30 minuti si arriva all’entrata del visitor center. Stavolta facciamo il National Park Pass per la modica cifra di 80 $ (dura 1 anno e consente l’entrata a tutte le aree protette federali a pagamento). Ci vuole poi un’altra mezz’ora per arrivare nel parco vero e proprio. La strada è piena di tornanti, ma il panorama è bellissimo. Di sequoie però neppure l’ombra. A un certo punto chi ci attraversa la strada? Un bel cucciolo di orso bruno. Purtroppo per l’emozione non riesco a fare la ripresa, ma solo qualche foto sfocata. Purtroppo siamo riusciti a vedere solo quell’orso, vabbè è già tanto, queste cose capitano una volta sola! Cmq, è stata una bella esperienza! Di scoiattoli invece ce ne sono in quantità industriali. Si iniziano a vedere le prime sequoie. Sono enormi e hanno un colore marrone chiaro/scuro e sembrano essere disegnate. Arriviamo ai primi trail. Seguiamo, sempre con la macchina (il bello di questi parchi è che puoi decidere se visitarli per conto tuo con l’auto oppure prendere gli shuttle interni molto frequenti) le indicazioni che ci portano al parcheggio del General Sherman. Parcheggiamo e facciamo a piedi il percorso (all’inizio tutto in discesa, ma poi al ritorno…). Arriviamo davanti alla Sequoia che era enorme! Solita foto di rito e ci incamminiamo in altri trail. Per fortuna non c’era tanta gente. Riprendiamo la macchina e cerchiamo il punto dove c’è il “Tunnel log”, la sequoia nella quale puoi passarci con la macchina. Lo troviamo perché basta seguire le indicazioni per Moro Rock e cmq anche la pianta che ci aveva dato il ranger all’inizio è stata utilissima! Arriviamo al Tunnel log, anche qui foto di rito con la macchina dentro l’apertura e poi ci dirigiamo verso Moro Rock. Eravamo curiosi di sapere cosa potevamo vedere. Parcheggiamo e scopriamo che per vedere Moro Rock bisogna scalare tutto il monte e arrivare in cima. Decidiamo di affrontare la cosa. Iniziamo con la scalinata non troppo ripida, ma poi diventa sempre più stretta e in pendenza. Il panorama è spettacolare, siamo sicuramente più alti del Glacier Point. Facciamo tantissime foto e video. Finalmente arriviamo in cima e rimaniamo senza fiato. Uno spettacolo a 360°. Dopodichè, scendiamo e riprendiamo la macchina in direzione di Backersfield. Si erano fatte le 15:00 e calcolando che ci si mettono almeno due ore, era meglio partire. Il panorama cambia completamente. Diventa quasi desertico. Arriviamo in albergo (Best Western Hillhouse, niente di che) e il caldo è soffocante. Sembra di avere un phon puntato addosso. Proviamo ad uscire e cercare qualche posto dove cenare (anche se la colazione da IHOP della mattina ancora camminava lungo lo stomaco). Non troviamo nulla di aperto. La cittadina è carina con le tipiche casette americane, col giardino di fronte e il posto auto a fianco. Le strade sono enormi. Un bel pò delusi torniamo in albergo. Per fortuna c’era la connessione a internet gratuita. Mi collego e cerco i ristoranti della città. Me ne trova un bel pò proprio vicino il nostro albergo, ma dalla parte opposta a dove siamo andati noi. Quindi riusciamo e troviamo un Market per comprare l’acqua (che ce l’hanno fatta pagare tantissimo) e poi due gelati per la cena.

Torniamo definitivamente in albergo e andiamo a dormire stanchi morti. La scalata al Moro Rock inizia a farsisentire. Domani si parte per Furnace Creek.

mercoledì 24 giugno 2009 (9° giorno – Bakersfield/Death Valley) Sveglia sempre alla solita ora, 6:30/7:00 e cerchiamo subito un posto per fare colazione e soprattutto benzina. Andiamo da IHOP per la seconda volta e prendiamo sempre lo stesso menu. Stavolta era abbastanza pesantuccio, sarà che c’era rimasta ancora sullo stomaco quella maledetta pizza presa allo Yosemite View Lodge. Facciamo benzina e partiamo alla volta della Death Valley. Non vedevo l’ora, era una vita che aspettavo questo momento. Il paesaggio iniziava a diventare desertico ed era davvero stupendo. Lungo la strada ci fermiamo un sacco di volte e per la prima volta mi metto io alla guida. Guidare qui è uno spettacolo!!! E’ davvero facile perché non fai proprio nulla. E’ tutto automatico. Dopo un pò però ti prende una sonnolenza perché non facendo niente ed essendo tutte le strade dritte ci si annoia un bel pò.

Arriviamo non troppo presto, erano le 16:30, a Furnace Creek Ranch, scendiamo per il check-in e una ventata di aria calda torrida ci fa rimanere senza fiato. Un caldo così non lo avevamo mai sentito. Non era umido, ma era comunque insopportabile. C’erano senza esagerare 50° C. Entriamo in camera e non era proprio il massimo. Il brutto è che c’erano tantissimi animaletti che svolazzavano qua e là. Non ci pensiamo, mangiamo un hotdog al volo, prendiamo la mappa della Death Valley che ci hanno dato alla reception e andiamo subito a visitare i posti più famosi. Iniziamo con Badwater. Per fortuna c’era pochissima gente. Per strada poi eravamo solo noi. Pensavo si pagasse l’entrata alla Valley, e invece niente di niente…Meglio così (anche se comunque avevamo il Park National Pass, ma forse per la Death non valeva!). A Badwater faceva davvero caldo. Era da morire! Dopo le solite foto di rito davanti il cartello scopro che c’è anche una stazione meteorologica! Anche nella Valle della Morte trovo qualcosa che parla di meteo. Continuiamo il nostro trail e andiamo a Devil’s golf. Li incontriamo una coppia di italiani. In tutta la valle della morte eravamo solo noi 4. Continuando lungo la strada giriamo per Artist Drive con il suo Artist’s palette. Uno spettacolo mai visto. Fortunatamente siamo arrivati tardi e quindi abbiamo visitato la Death Valley al tramonto perché penso che a quest’ora sia il momento ideale per visitarla sia per quanto riguarda la temperatura che per i colori, bellissimi! Si sono ormai fatte le 19:00 e proviamo ad andare anche a Zabriskie Point. Per fortuna riusciamo ad arrivare in tempo in tempo prima che il sole tramonti. I colori sono fortissimi e accesi. Uno spettacolo in tutti i sensi. Non facciamo in tempo però a vedere Dante’s View che però ci ripromettiamo di visitarlo domani visto che si trova lungo la strada per Las Vegas. Contenti della bella giornata torniamo in albergo, però non troppo felici per via degli animaletti che scorazzavano per la stanza. Facciamo benzina nell’unico benzinaio che si trova nella valle (proprio accanto al nostro hotel). Andiamo a cena all’unico steak house che c’è lì e anche abbastanza caro (era normale). Mangiamo fortunatamente bene e andiamo a dormire. Lasciamo la luce del bagno accesa per far sì che gli insetti seguino la luce. Dormiamo un pò agitati.

giovedì 25 giugno 2009 (10° giorno – Death Valley/Las Vegas) Ci alziamo il più presto possibile e il bagno, avendo lasciato la luce accesa tutta la notte era pieno di insetti. Sulle pareti, per terra addirittura sulla tazza. Una cosa allucinante. Li uccido tutti ci sbrighiamo a vestirci e a fare il check-out per andare a Las Vegas. Lì sicuramente l’albergo sarà molto più bello e infatti non vediamo l’ora di andare lì anche per quello.

Facciamo colazione sempre a Furnace Creek Ranch e andiamo via. Lungo la strada vediamo il cartello con l’indicazione Dante’s View. Il tempo a disposizione c’era e decidiamo di andare a vedere cos’era dato che tutti mi avevano detto che era stupendo e lo avevo letto anche sulla guida della Routard (utilissima e praticissima). Arriviamo dopo circa 20 km (non immaginavamo fosse così lontano), ma ne è valsa sicuramente la pena. Un panorama mozzafiato su tutta la valle della morte. Da rimanere senza fiato. Anche la temperatura non era troppo alta.

Riprendiamo la macchina e stavolta senza fermarci ci dirigiamo verso Sin City, la città del peccato ovvero, Las Vegas. Guido sempre io, ormai ci ho preso gusto! Arriviamo e come immaginavamo era abbastanza trafficata. Troviamo in mezzo alla confusione il nostro albergo, il Mirage, ma per capire dove parcheggiare ci abbiamo messo un pò. Poi abbiamo seguito i cartelli “self parking” e abbiamo parcheggiato gratuitamente vicino gli ascensori che portavano accanto al salone del check-in. Ci danno le chiavi della camera e la mappa dell’albergo. Quando apriamo la porta della stanza rimaniamo a bocca aperta. In mente avevamo ancora quella del giorno prima nella Death Valley piena di insetti. Questa era una reggia. Enorme e lussuosissima! Dalla finestra si vedeva il Caesar’s Palace e la piscina del Mirage. Uno spettacolo! Dopo aver sistemato le valige e i documenti col pc nella cassaforte, usciamo più che altro a mangiare perché non avevamo ancora pranzato. Finalmente andiamo da Denny’s, che sta proprio li di fronte! Las Vegas di giorno è un caos allucinante ed è una città come un’altra, però rimane sempre particolare. Intorno alle 19:00 vediamo lo spettacolo delle fontane davanti al Bellagio. Bellissimo! Si avvicina la sera e le luci iniziano a vedersi. Alle 21:00 torniamo in albergo già stanchi perché la Strip, la strada principale che attraversa tutti i più importanti alberghi e casinò, è lunghissima. Ci cambiamo e riusciamo di nuovo. Vorremmo mangiare in uno di quei buffet enormi tipo quello del Paris consigliato da tutti, perché con soli 25 $ mangi tutto quello che vuoi, ma avevamo ancora i panini del pranzo sullo stomaco.

Quindi rinunciamo a mangiare e prima di tutto vediamo alle 22:00 lo spettacolo del vulcano che erutta proprio davanti al Mirage. Anche questo bellissimo. Arriviamo però troppo tardi per lo spettacolo al Tresure Island, con il battello dei pirati. Peccato, riusciamo a vedere solo la fine. Beh, sarà la scusa per poter tornare a LV. Continuiamo il giro lungo la strip e decidiamo di andare a vedere Las Vegas dall’alto della Stratosphere Tower. I km a piedi sono tantissimi, sembrava non arrivare mai. A saperlo non ci andavamo. Arriviamo finalmente e ci aspetta la fila al metal detector (manco fossimo all’aeroporto). Premetto che il biglietto è costato 14,95 $ a persona. Saliamo al 108° piano e usciti dall’ascensore ci si apre davanti agli occhi uno spettacolo mai visto prima. Las Vegas tutta illuminata a perdita d’occhio. Facciamo tante foto e poi scendiamo quasi subito perché alle 23:30 c’era l’ultimo spettacolo dei battelli dei pirati al Tresure Island. Stavolta decidiamo di prendere l’autobus (3 $ il biglietto di sola andata). Purtroppo avevamo i soldi sani e sull’autobus l’autista non aveva il resto. Quindi siamo costretti a scendere. Cambiamo i soldi al casinò dello Stratosphere e prendiamo quello successivo. Arriviamo dopo un sacco di tempo al Luxor. Ormai era mezzanotte e lo spettacolo al Tresure era bello che finito. Con nostro stupore ci accorgiamo che a mezzanotte era già tutto spento. Las Vegas a quell’ora chiude i battenti. Bella delusione, enorme! Siamo davvero giù perché ci mancava di vedere il Luxor, New York New York, l’Excalibur, il Paris, l’MGM ed altri. Alcuni ancora erano accesi, ma altri non più. Solo i casinò rimangono aperti fino a tarda notte, le illuminazioni e i ristoranti invece a mezzanotte chiudono. Tristissimi cerchiamo quindi un chioschetto che avevamo visto il pomeriggio sotto all’albergo Paris, che vendeva i cocktail con i bicchieri a forma di Tour Eiffel e a Mongolfiera. Niente da fare, il chiosco era chiuso. Allora proviamo ad entrare al Casinò e cerchiamo il bar. Pensiamo che forse li vendono anche li. All’inizio non li vedevamo, ma poi il mio occhio da falco vede tante Tour Eiffel messe in fila dietro il bancone. Siamo felicissimi perché costavano come quelle del chioschetto. Ne prendiamo solo una e la facciamo riempire di Margarita alla fragola. Buonissima e…Con una cannuccia altissima! Usciamo e ormai era l’una di notte e quindi decidiamo di tornare in albergo. Per strada c’erano solo ubriachi, donnine non troppo per bene e barboni. Insomma dalla serata vip alla desolazione più totale. Ci buttiamo sul letto coi piedi che fumavano. Per fortuna il letto era ultra comodo, tant’è che la mattina seguente mettiamo la sveglia alle 8:30 perché ormai erano le 3 di notte.

venerdì 26 giugno 2009 (11° giorno – Las Vegas/Zion N.P.) Ci alziamo tardissimo, alle 9:00. Facciamo una doccia veloce e decidiamo di andare a vedere il Secret Garden con lo spettacolo dei delfini al piano terra del Mirage. Tanto, per arrivare a Zion ci si mettono si e no due ore e mezza. Il Secret Garden apre alle 10:00, paghiamo il biglietto che costa 15 $ a persona ed entriamo. Prima cosa andiamo a vedere le vasche coi delfini che sono davvero stupendi. Fanno qualche acrobazia e scendiamo all’interrato per vedere la vasca da sott’acqua. Dopodichè, andiamo all’altra vasca dove ci sono mamma delfino, papà e figlioletto. Tenerissimi! Anche a loro fanno fare qualche acrobazia. Ci dirigiamo al secret garden dove ci sono una sorta di pecore/lama tutte pelose, in un’altra gabbia invece c’era il leone bianco con la leonessa, in un’altra ancora la pantera nera e poi la tigre, la tigre bianca e un cucciolotto di ghepardo troppo carino. Si fanno le 11:15 e inizia ad essere troppo tardi anche perché la camera dovevamo lasciarla alle 12:00 e noi avevamo ancora le valige da prendere.

Quindi, saliamo prendiamo le nostre cose e scendiamo al check-out. La fila stavolta c’era, ma in pochi minuti riusciamo a fare tutto. Ci dirigiamo verso la macchina che per fortuna avevamo parcheggiato non troppo lontano dagli ascensori, programmiamo il navigatore e partiamo alla volta di Zion. Non eravamo neppure riusciti a fare colazione e quindi lungo la strada, ma dopo un bel pò ci fermiamo al Mc Donald’s dove pranziamo perché si era fatta ormai l’ora di pranzo. Ripartiamo, ed entriamo nello Utah dove cambiamo l’orario e sistemiamo l’orologio un’ora avanti (purtroppo così facendo perdiamo un’ora). Arriviamo intorno alle 17:00 ora locale al Best Western Zion Park Inn di Springsdale, facciamo come al solito il check-in e andiamo in camera il tempo di sistemare i bagagli. Anche qui internet gratuito dappertutto, infatti la sera telefoniamo alle rispettive famiglie con Skype. L’albergo era stupendo, tutto in legno e le camere erano pulitissime! Andiamo quindi al Parco di Zion, all’entrata mostriamo il nostro Park National Pass che avevamo fatto allo Yosemite e iniziamo il tour. Tutti i parchi nazionali hanno la possibilità di essere visti o con la macchina propria oppure con gli shuttle gratuiti che passano frequentemente all’interno. Noi abbiamo sempre preferito fare per conto nostro così eravamo più liberi di fermarci per fare le foto. L’unica differenza con gli altri parchi è che a Zion con la macchina puoi percorrere solo la strada principale. Quelle interne, per via dell’inquinamento possono essere visitate solo con gli shuttle oppure anche con la propria macchina, ma mostrando il permesso se si alloggia in uno degli alberghi interni al parco stesso. Noi abbiamo provato lo stesso ad entrate in questa strada, ma subito subito una volante della polizia ci ha fermati. Per fortuna andavo pianissimo e il poliziotto che avrà avuto anche l’età nostra ha capito benissimo che non volevamo fare nulla di male e ci ha solo detto di tornare indietro. Nel frattempo che facessi inversione ci ha anche aspettati e quando ci siamo fermati nella piazzola di sosta lungo la strada principale si è fermato per controllare se fossimo tornati indietro. Tremendo!!!! Comunque, continuiamo il nostro percorso e il cielo iniziava a peggiorare infatti inizia a tuonare e a piovere, ma tutto dura si e no 15 minuti dopodiché esce un sole fortissimo. I colori diventano anche più accesi e con l’avvicinarsi del tramonto era tutto ancora più bello. Ormai i parchi li visitiamo tutti al tramonto, perché abbiamo visto che c’è meno gente e i colori sono molto più vivi. Appena decidiamo di tornare indietro, incontriamo una coppia di italiani coi quali scambiamo qualche foto e info. Torniamo in albergo e prendiamo i panni sporchi da portare alla lavanderia che si trovava in paese. Sempre a gettoni (1,25 $ per il lavaggio e 0,75 $ per l’asciugatrice). Chiudeva alle 22:00, ma era meglio sbrigarsi perché altrimenti facevamo tardi anche per mangiare perché negli USA i ristoranti tendono a chiudere tutti presto, verso le 20:30/21:00. Alle 21:00 torniamo in albergo e proviamo ad andare al ristorante sempre lì dentro, ma purtroppo aveva già chiuso quindi decidiamo di andare al pub di fianco che per fortuna chiudeva molto più tardi. Prendiamo finalmente le patatine fritte con bacon e formaggio fuso che non siamo riusciti a mangiare a S. Francisco e poi un panino a testa con altre patatine, ma il panino era grande quanto la mia testa. Io non riesco a mangiare tutto purtroppo. Pieni come due palloni, usciamo a farci un giretto per l’albergo che anche di notte era davvero bello. Tutta la fila di camere in legno su due piani e di fronte i rispettivi posti auto (come nei film). Torniamo in camera e cadiamo in un sonno profondo. La mattina seguente ci aspettava il Bryce Canyon con annesso trail Navajo Loop + Queens Garden.

sabato 27 giugno 2009 (12° giorno – Zion N.P./Bryce Canyon) Dovevamo alzarci alle 6:30, ma ci siamo riaddormentati e ci siamo svegliati definitivamente alle 7:30. Programmiamo il navigatore direzione Bryce Canyon e scopriamo che la strada da fare passa di nuovo dentro il parco di Zion. Menomale che avevamo il Pass per i parchi, altrimenti avremmo dovuto pagare altri 25 $. Facciamo colazione in un negozietto in città e poi, dato che dovevamo ripassare dentro Zion decidiamo di andare a vedere con lo shuttle le strade interne che purtroppo con la macchina non si poteva. Parcheggiamo subito dopo l’entrata, nel parcheggio dove si trova anche il museo e dopo pochissimo arriva l’autobus. Arriviamo fino allo Zion Lodge e li scendiamo. Sinceramente pensavamo meglio, la strada più bella è senza dubbio quella principale, che tutti possono fare con la macchina. Proviamo a fare il trail per le pools, ma leggiamo sulle mappe esposte che durano minimo 1 ora e massimo 4 ore. Niente da fare, non abbiamo molto tempo purtroppo, dobbiamo partire per il Bryce Canyon. Quindi riprendiamo lo shuttle per il parcheggio e partiamo definitivamente. Erano le 10:30 e arriviamo al Best Western Ruby’s Inn intorno alle 13:00. Il posto è bellissimo peno di negozietti interni all’albergo con addirittura due pompe di benzina. Facciamo il check-in e come sempre ci danno la piantina dell’albergo perché le stanze erano disposte in lodge con i posti auto di fronte. Oltre alla reception, questo albergo ha anche l’ufficio postale (per i francobolli), un supermercato, un negozio di souvenir, il ristorante e una sorta di Mc Donald’s. Internet anche qui per fortuna è gratuito ovunque.

Quindi, mangiamo in questa sorta di Mc Donald’s che ci è piaciuto molto e alle 15:00 circa prendiamo la macchina e dopo un miglio di distanza entriamo nel parco del Bryce Canyon. Mostriamo sempre il nostro pass e il ranger, ci da come sempre la piantina dettagliata del parco con i vari trail. Anche qui si percorre il parco con la propria auto e ci i ferma in tutti i viewpoint che ci sono lungo la strada. Noi naturalmente li vediamo tutti e facciamo un sacco di foto e video. Il paesaggio è stupendo e nel pomeriggio lo è ancora di più perché i colori sono sempre più forti. Si fanno le 17:00 e all’ultimo viewpoint decidiamo di fare il famoso trail Navajo loop più Queens Garden. Avevo letto che il primo era molto più bello, ma per la fretta abbiamo visto i cartelli solo del secondo. Poco male, perché i due trail a un certo punto si congiungono e quindi sei costretto a farli entrambi. Sicuri di quello che stavamo per affrontare iniziamo la discesa lungo i canyon e le guglie. Lo spettacolo è meraviglioso. Guglie altissime e sabbia rossa, rosa, bianca. Abbiamo fatto si e no 1000 fotografie. All’inizio è tutta discesa e pianura quindi abbastanza tranquillo, ma come si sa ogni discesa comporta una salita e, arrivati dopo un bel pò (si erano fatte ormai le 19:00) all’incrocio con il navajo loop il percorso inizia a diventare più movimentato. Il paesaggio cambia completamente perché qui si passa tra gli alberi e i pinnacoli. Ancora più bello, ma alla fine inizia la famosa salita…E che salita! Doveva compensare la discesa dell’inizio. Beh, diciamo che è stata abbastanza tosta, ma fattibile. Arriviamo in cima stanchi morti e andiamo subito in albergo. Compriamo al market la colazione per domani così perdiamo meno tempo, e poi la cena a quella sorta di Mc Donald’s per la sera, così andiamo a dormire non troppo tardi. Facciamo una bella doccia calda e poi riscaldiamo i panini al microonde che c’era in camera, oltre al frigobar che hanno in tutti gli alberghi.

Ci colleghiamo a internet un pò, carichiamo le batterie delle macchine fotografiche e della telecamera e andiamo a nanna. Domani ci aspettano 4 ore di macchina per arrivare a Moab.

domenica 28 giugno 2009 (13° giorno – Bryce Canyon/Moab) Ci alziamo un pò tardi, intorno alle 7:00 facciamo colazione in camera con le cose che abbiamo comprato il giorno prima e ci mettiamo in macchina alla volta di Moab. Ci aspettano 4 ore di guida. Lungo la strada il paesaggio cambia di nuovo e sembra di stare nella Monument Valley. Non ci fermiamo molto per le foto perché vogliamo arrivare in albergo il più presto possibile. Ci fermiamo a mangiare da Denny’s che si trova proprio all’entrata della città e ci dirigiamo in albergo, il Redstone Inn. E’ tutto in legno e le camere sono un pò piccoline, ma alla fine è abbastanza pulito. Certo che abituati a camere enormi con addirittura due letti matrimoniali, questa in confronto sembra la camera dei sette nani. Il bello è che ci dobbiamo stare 3 notti!!! Sistemiamo le valigie e decidiamo di farci solo un giro per la cittadina che sembra essere abbastanza carina. Fa molto caldo! Vediamo un pò di negozietti che vendono un sacco di cosette carine, ma per ora non compriamo niente, tanto abbiamo altri due giorni a disposizione. Passiamo anche al Vistor Center che è sempre aperto, anche di domenica, per prendere la mappa dei posti dove sono stati girati i film. Avevo letto di questa cosa sempre sulla guida della Routard. Ci accorgiamo però che nella mappa non sono segnati i punti precisi, ma solo in generale i posti…Un pò una sòla. A questo punto era meglio quella che avevo trovato su internet. A proposito, anche in questo albergo c’è internet gratis, basta farsi dare la password alla reception.

Torniamo in camera e io mi metto a dormire. Erano le 17:00 e avevo un sonno allucinante. Tanto stavamo lì più di un giorno perciò ne ho approfittato per farmi una bella dormita. Mi sono alzata alle 21:00, ma non abbiamo cenato perché a pranzo avevamo mangiato tanto.

Perciò abbiamo sistemato le foto sul computer e ci siamo connessi un pò a internet, dopodiché siamo andati a dormire. Domani, visita a Canyonlands.

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Torniamo in camera e io mi metto a dormire. Erano le 17:00 e avevo un sonno allucinante. Tanto stavamo lì più di un giorno perciò ne ho approfittato per farmi una bella dormita. Mi sono alzata alle 21:00, ma non abbiamo cenato perché a pranzo avevamo mangiato tanto.

Perciò abbiamo sistemato le foto sul computer e ci siamo connessi un pò a internet, dopodiché siamo andati a dormire. Domani, visita a Canyonlands.

lunedì 29 giugno 2009 (14° giorno – Canyonland/Arches N.P.) Ci alziamo alle 7:30, un pò tardino. Facciamo colazione da Burger King che sta proprio davanti il nostro albergo e andiamo subito a visitare Canyonlands. Ci fermiamo prima a vedere Dead Horse Point. Paghiamo il biglietto 10 $ anche se abbiamo il Pass, purtroppo non è valido per questo parco. Come sempre il ranger ci da la mappa e la descrizione del posto. Anche questo parco si visita con la macchina e per chi vuole, può fare i trail riportati nella cartina. E’ mattina e le foto non vengono un granché perché il sole è troppo forte. Sarà che siamo abituati ormai a vedere tutti i posti nel pomeriggio e al tramonto! Comunque, è lo stesso bellissimo. Sembra un misto tra Grand Canyon e Monument Valley. Tornando indietro andiamo a Canyonlands che è un pò più distante (una 30ina di km). Qui il nostro pass per fortuna è valido altrimenti avremmo dovuto pagare 10 $. Anche qui con la mappa del posto ci avviamo con la macchina e ci fermiamo a tutti i viewpoint. Ogni tanto facciamo qualche piccolo trail per fotografare meglio i panorami. A un certo punto, chi incontriamo in un viewpoint? La coppia di italiani che incontrammo a Zion. Incredibile!!! Dalle 9:30 che abbiamo iniziato a visitare Dead Horse Point e poi Canyonlands si erano fatte le 14:00. Andiamo quindi in albergo a Moab, ci diamo una rinfrescata perché sotto a quel sole ci siamo decisamente cotti, e andiamo a mangiare da Wendy’s. Riprendiamo la macchina, facciamo benzina e andiamo ad Arches N.P. Che come distanza è molto più vicino (solo 2 miglia). Anche qui è valido il pass e la ranger gentilissima ci da la mappa del parco in italiano. Iniziamo con i primi viewpoint e col vedere Balanced Rock. Subito dopo vediamo la deviazione per Delicate Arch. Decidiamo di andarci visto che tutti dicevano di vederlo nelle ore pomeridiane, meglio ancora al tramonto. Parcheggiamo e ci incamminiamo senza sapere cosa ci aspettava! Erano le 17:30 quando abbiamo iniziato il trail verso Delicate Arch e siamo arrivati davanti al bellissimo arco alle 18:30 precise precise. Un’ora bella e buona tra salite ripide anche su roccia viva e discese. Arrivati in cima però lo spettacolo è favoloso. E’ pieno di giapponesi (aho, sono ovunque) che facevano foto a tutto spiano, ma alla fine è arrivato anche il nostro turno. Fa impressione vedersi sotto a quell’arco piccoli piccoli. E’ enorme, e nelle foto non rende l’idea! E’ comunque tosta arrivarci e soprattutto bisogna portarsi una bella scorta di acqua perché non esiste alcuna fontanella. Serve almeno 1 lt e ½ a persona. Non avevo mai fatto una scarpinata così pesante da quando sono negli USA. Ormai si sono fatte le 19:30 quando arriviamo al parcheggio. Non riusciamo a vedere nessun altro arco. Siamo sudati e sporchi di sabbia perciò decidiamo di tornare a Moab per fare la scorta d’acqua, cenare e comprare qualcosa per la colazione di domani. Davanti all’albergo c’è un grosso supermercato e lì compriamo tanta acqua, una magliettina per me e la colazione per domani. Poi andiamo da Burger King e compriamo due panini a portare via. Arrivati in camera stanchi morti facciamo una lunghissima doccia, mangiamo, scarichiamo foto e video, navighiamo un pò su internet (ne approfittiamo dato che qui è gratuito. Chissà nel prossimo albergo se sarà così) e andiamo a dormire. Domani ci aspetta l’altra parte di archi, sperando non sia tosta come quella di oggi.

martedì 30 giugno 2009 (15° giorno – Arches N.P./Scenic Byway 128) Ci svegliamo anche questa mattina con calma intorno alle 8:00. Facciamo colazione con la bottiglia di latte e cioccolato e alcuni biscotti comprati il giorno prima. Peccato che però Flavio non se n’è accorto e i biscotti erano al burro di arachidi. Un sapore allucinante, sembrava di mangiare insieme al cacao anche le noccioline americane. Usciamo intorno alle 9:30 e andiamo di nuovo ad Arches per finire di vedere gli altri archi che mancavano. Per primo vediamo il Sand Dunes Arch, Pine Tree Arch e alla fine il famoso Landscape Arch e il Duble Arch, ma solo in lontananza. Sembravano vicini e invece no. Erano pure le 11:30 quindi il sole era a picco e faceva un caldo allucinante. Pensavamo di non ripetere l’ammazzata del giorno prima col Delicate Arch, e invece c’eravamo quasi. Il Landscape non è così vicino come ci hanno fatto credere sulla mappa. E’ vero che è meno impegnativo il percorso, ma comunque quei 4 km ad andare e altrettanti a tornare sotto il sole si sentono eccome. Comunque, riusciamo a vedere e fotografare anche questi. L’Arches N.P. Alla fine non ci è piaciuto molto, troppo impegnativo e alla fine gli archi non erano un granché, quasi tutti uguali. Torniamo nel parcheggio e finalmente alle 13:30 andiamo da Subway dove compriamo due panini per pranzo e torniamo in albergo stanchi morti come al solito. Ci connettiamo a internet e con Skype facciamo una video chiamata a due nostri vicini di casa. Dopodichè facciamo una doccia e mangiamo. Si sono fatte le 15:30. Ci vestiamo, ci riposiamo un pò e alle 16:30 usciamo per andare a vedere il famoso “Hole ‘n the rock”, un negozietto che è stato scavato nella roccia. Si trova poco fuori a Moab, circa 7 miglia (andando in direzione sud, quindi opposta al ponte sul fiume colorado). Arriviamo alle 17:09 ed aveva appena chiuso. Che fregatura, gli orari di apertura sono dalle 9:00 alle 17:00. Ma si può chiudere un negozio alle 17:00? Vabbè che qui alle 20:30-21:00 chiudono anche i ristoranti. Poco importa perché fortunatamente domani per andare alla Monument Valley dobbiamo fare per forza quella strada, quindi ci torniamo domani mattina. Andiamo quindi a vedere la famosa Scenic Byway 128, la strada panoramica che costeggia il fiume colorado. Si trova uscendo da Moab, ma stavolta in direzione Nord. Si trova a destra e subito prima del ponte sul fiume colorado (avendo la città alle spalle). E’ lunga (la parte panoramica) circa 28 miglia e la strada a doppio senso è abbastanza pericolosa perché il fiume scorre proprio sul lato e quasi al livello strada. Non ci è piaciuta molto, anche perché eravamo contornati da montagne. Pensavamo meglio!!!! Torniamo in città, passiamo a vedere qualche negozietto per comprare le cartoline, andiamo da Pizza Hut e proviamo a mangiare di nuovo la pizza, sperando che stavolta sia più buona di quella mangiata a Yosemite. La portiamo in albergo e sinceramente è abbastanza buona. Usciamo e andiamo alla lavanderia che si trova proprio all’interno dell’albergo a lavare i panni. Dobbiamo aspettare un pò perché una signora aveva occupato tutte e 3 le lavatrici, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Tra lavaggio e asciugatura passa un’ora e mezza. Andiamo di nuovo in stanza, sistemiamo i panni puliti in valigia e andiamo a dormire. Domani si parte per la Monument Valley.

mercoledì 1 luglio 2009 (16° giorno – Moab/Monument Valley) Facciamo come sempre colazione in camera con la bottiglietta di latte e cioccolato e biscotti comprati il giorno prima al supermercato, ma stavolta sono cookies con gocce di cioccolato e non alle arachidi. Partiamo dall’albergo alle 9:15 e prendiamo la strada verso la Monument Valley che passa proprio di fronte al negozio Hole ‘n the rock. Da lontano sulla roccia una scritta enorme con scritto proprio HOLE ‘N THE ROCK e una freccia che indica il negozio. Quindi ci fermiamo per dare un’occhiata. Fuori è carino e facciamo qualche foto. Entriamo nel negozio vero e proprio, ma è tutta una fregatura!!!! Il negozio che è enorme e scavato interamente nella roccia ha libero accesso solo nella prima parte, per visitarlo con la “guida” bisognava pagare 5 $ a persona. Lasciamo stare e usciamo, anche perché abbiamo dato una sbirciatina dentro e non c’era niente di interessante, oltretutto non si potevano neppure fare le foto e il video. Andiamo quindi a fare un altro giro fuori dove c’è un piccolo zoo (anche questo a pagamento) e un piccolo market dove compriamo l’acqua. Usciamo e riprendiamo la macchina, stavolta senza mai fermarci. Non vediamo l’ora di arrivare alla Monument Valley e fare la scontatissima foto nello stesso punto in cui è stata girata la scena in cui Forrest Gump decide di fermarsi dalla lunga maratona. Il tempo fortunatamente è bellissimo e fa caldo. Il paesaggio diventa da film western e ci avviciniamo sempre di più al punto della strada in cui fare la foto. Eccolo!!!! È bellissimo, sembra di stare dentro il quadro che abbiamo a casa e che guardavo tutti i giorni e dicevo: prima o poi anche io starò lì su quella strada!!!! Facciamo un sacco di foto e anche con noi in mezzo alla strada, tanto non passava nessuno! Ci rimettiamo in macchina e andiamo in albergo. Lo riconosco da lontano perché lo avevo visto su internet. E’ stato costruito direttamente sulla parete della montagna e il colore dei materiali è uguale alla roccia (come tutti gli alberghi dove siamo stati. Qui in America ci tengono a non rovinare il paesaggio, mica come in Italia!!). Speriamo di avere la camera con vista sulla Monument Valley e nemmeno a farlo apposta, ci danno proprio quella e anche al 1° piano. Cioè, meglio non potevamo capitare!! Lo spettacolo è “spettacolare”, mi stavo quasi per commuovere! Avevo sognato questo momento da una vita e alla fine si è realizzato. Avevamo anche il balconcino. La stanza era davvero stupenda. Oltretutto anche internet era gratuito. Faccio un sacco di fotografie al panorama e andiamo a fare un giro per i negozietti che sono li nell’albergo e poi a cercare un posto dove mangiare.

Compriamo qualche regalino e altre cartoline, poi usciamo e andiamo a vedere al ristorante se cucinano a portar via. Niente da fare, se vuoi ti devi sedere e a noi non andava di lasciare di nuovo la mancia.

Quindi siamo scesi con la macchina su strada e c’erano un sacco di cose: un benzinaio, un supermercato, il carwash. Abbiamo quindi fatto benzina e siamo entrati al supermercato. Abbiamo comprato i panini anche per il giorno dopo, le sottilette, il salame, la mortadella e una scatola con coltelli, forchette e cucchiai di plastica così potevamo farceli da noi. Flavio per la cena si è preso un bel girarrosto. Siamo tornati in albergo, abbiamo mangiato e alle 16:00 siamo usciti per andare a vedere questa famosa Monument Valley. In quel momento si alza un forte vento e nella valle si formano tantissimi turbini di polvere. Sembra quasi una tempesta di sabbia, mai vista una cosa del genere. Il tempo inizia a peggiorare. L’entrata è vicinissima all’albergo, ma purtroppo il pass per i parchi non è accettato (ma noi già lo sapevamo). Si pagano 10 $ a veicolo. Parcheggiamo la macchina e cerchiamo l’entrata per la Monument Valley vera e propria, ma non la troviamo. C’è solo un grande albergo dove stavano oltretutto facendo i lavori. Pensavamo che l’avessero chiusa, ma allora perché farci pagare l’entrata? Vediamo una strada sterrata che percorre tutta la valle, ma vediamo solo jeep. Pensiamo siano quelle dei tour che organizzano i Navajo, ma poi vediamo una berlina e un’altra macchina simile alla nostra. Ma allora vuoi vedere che quella strada è proprio il percorso che dobbiamo fare noi? Infatti era quello…Il vento non cessava e aveva anche iniziato a pioviccicare. Scendiamo con la nostra macchina e il terreno è sabbioso. Facciamo 2-3 foto proprio al volo altrimenti ci riempiamo di sabbia. Risaliamo in macchina e continuiamo il trail segnato nella piantina che ci hanno dato all’entrata (rispetto alle altre questa sembra essere fatta da un bambino di 4 anni). Il tempo inizia a migliorare, il vento smette ed esce il sole, finalmente. La valle è bellissima vista da giù. E’ strano pensare che lì hanno girato tutti o quasi i film western visti in TV. Ogni tanto c’è qualche bancarella di navajo dove vendono collanine oppure oggetti del luogo fatti rigorosamente a mano. Io compro una collanina e un paio di orecchini abbinati molto carini. Continuiamo il tour e pure qui incontriamo alcuni italiani, di Venezia. Ormai si sono fatte le 19:00 e decidiamo di tornare in albergo. Facciamo una doccia e ci mettiamo sul lettone a guardare quel bellissimo tramonto sulla valle. Sembra di guardare un poster, e invece è tutto vero!!!! Ceniamo, prepariamo i panini per il giorno dopo e poi andiamo a dormire presto perché domani ci aspetta il Lake Powell e anche l’Antelope Canyon, che se riusciamo quest’ultimo lo facciamo lo stesso giorno.

giovedì 2 luglio 2009 (17° giorno – Monument Valley/Lake Powell) Ci alziamo alle 6:00 per uscire alle 7:00. Il tempo era nuvoloso, ma siamo ancora nella Monument Valley…Dobbiamo fare 200 km e passa, magari il tempo lì è bello. Macchè, più ci avvicinavamo e più peggiorava. Mi prende un nervos!! Che cavolo, l’unico giorno che non doveva assolutamente piovere era proprio quello per l’Antelope Canyon e che fà? Piove e pure forte!!! Arriviamo alla capanna dove si fanno i tour per il Canyon. La capanna si trova sulla sinistra (venendo dalla Monument Valley) e poco dopo la centrale elettrica Navajo (è enorme, sono 3 ciminiere altissime). Comunque, c’è il cartello: Upper Antelope Canyon. Solo per entrare nel parcheggio si pagano 6 $ a persona (e NON a veicolo…Assurdo. Questi Navajo ti fanno pagare pure l’aria). Dopo aver pagato e dopo essere entrati pensiamo: ma se non volessimo fare il tour adesso, ma prenotarlo per domani (sperando che il tempo sia buono), ci fanno ripagare l’entrata? Oltretutto dallo scontrino che ci ha fatto all’entrata ci accorgiamo che l’orario era diverso da quello che avevamo noi, ovvero erano le 8:30 anziché le 9:30. Quindi siamo arrivati ancora più presto!!!! Dallo Utah all’Arizona c’è un’ora di differenza. A saperlo ci alzavamo un’ora più tardi. Comunque, il tempo non migliorava e pioveva un pò. Stranamente i tours li facevano lo stesso (io avevo letto che se pioveva non li avrebbero fatti perché c’era pericolo di allagamento del canyon). Decidiamo quindi di prenotare la visita alle 12:00 del giorno dopo e poi cerchiamo di dire alla signora Navajo all’entrata se ci fa la cortesia di non farci ripagare il giorno dopo l’entrata al parcheggio. Per fortuna è stata gentile e ci firma la ricevuta scrivendo che è valida per domani.

E ora che facciamo dato che sono le 9:00 e il check-in negli alberghi di solito è alle 14:00? Proviamo ad andare lo stesso in albergo, il Lake Powell Resort & Marina che si trova nella zona di Weahpea (questa zona è considerata parco nazionale e quindi possiamo utilizzare il nostro pass, altrimenti avremmo pagato anche l’entrata per il porto!). Fortunatamente la stanza è disponibile, ma per sbaglio decido di prendere quella al 1° piano credendo che avesse la vista lago. E invece no, ci siamo solo fatti l’ammazzata di portare le valigie per un piano con le scale. Quelle vista lago costano un pò di più. Rimaniamo un bel pò in albergo, tanto fuori pioveva ancora. Pranziamo con i panini che avevamo preparato la sera prima quindi ci mettiamo a dormire fino alle 15:00. Ci alziamo e con nostro stupore ci affacciamo dal balconcino e vediamo il sole! Finalmente, forse la pioggia è finita definitivamente! Vedo subito su internet (che anche qui è gratuito) le previsioni per il giorno dopo e danno bella giornata, con annuvolamenti nel pomeriggio. Perfetto, a noi tanto serve che sia bello la mattina. Quindi, usciamo e decidiamo di andare a vedere la Diga di Glen Canyon (sempre dopo aver consultato la guida Routard, formidabile!). Arriviamo al Visitor Center che si trova a sinistra subito prima del ponte sulla diga (venendo dal parcheggio dell’Antelope Canyon) e leggiamo che non ti facevano entrare con gli zaini (ma già lo sapevo xchè la nostra guida Routard aveva scritto anche questo). Ci fanno comunque lasciare su un contenitore, macchine fotografiche, videocamera, cellulare, portafoglio e cinta…Manco fossimo all’aeroporto!!!! Passiamo sotto al metal detector riprendiamo tutte le nostre cose ed entriamo nel salone dove c’è una grossa libreria, un bel plastico del Glen Canyon e una serie di video.

Ci affacciamo dalle vetrate e lo spettacolo è stupendo. La diga è enorme e fa paura! Decidiamo di fare il tour con la guida (in inglese come sempre purtroppo) e vedere più da vicino la diga. Manco a farlo apposta quello delle 16:00 era l’ultimo della giornata e noi eravamo arrivati in tempo in tempo. Il costo è di 5 $ a persona. Formatosi il gruppetto iniziamo il giro. Una ragazza molto brava e simpatica ci fa scendere con l’ascensore fino alla diga vera e propria dove possiamo camminare liberamente e fare foto e video. Ci spiega come è stata costruita, con quali materiali, ecc… Qualcosa ho capito, ma purtroppo non tutto! Dopodichè, ci porta nella sala macchine che era enorme. 7 turbine di una grandezza mai vista!. Poi, torniamo su nel salone e il tempo stava di nuovo peggiorando. In tutto la visita è durata 1 ora. Quindi si sono fatte le 17:00 e il Visitor Center stava per chiudere. Si alza un vento fortissimo e i nuvoloni neri riminacciavano pioggia. Decidiamo allora di andare a Page che sta li vicino. Ci sono tantissimi negozi e quindi spendiamo finalmente un bel pò di soldini e facciamo i regali a tutti, così ci siamo tolti il pensiero.

Nel frattempo smette di piovere ed esce definitivamente il sole e con lui anche un bellissimo arcobaleno. Facciamo subito tantissime foto e tornando verso l’albergo, lungo la strada ci fermavamo ad ogni viewpoint per vederlo e fotografarlo. Arcobaleno, Canyon e Lago…Che spettacolo! Arriviamo in albergo, sistemiamo i regali e riusciamo per andare a cena. Ritorniamo a Page e avevo letto sempre nella guida Routard che da Strombolli’s si mangiava abbastanza bene! Quindi decidiamo di andare lì. Ci fanno aspettare tantissimo (siamo arrivati alle 8:40, loro chiudono alle 22:00 e ci hanno fatto sedere alle 21:15). Abbiamo preso la pizza e devo dire che non era affatto male, molto meglio questa di Pizza Hut. Finito di mangiare torniamo in albergo e andiamo a nanna. Eravamo davvero stanchi. Domani ci aspetta la visita all’Antelope Canyon che non vedevamo l’ora di fare ormai da tanto tempo, anche l’Horseshoe Band e poi, il lungo viaggio per il famosissimo e bellissimo Grand Canyon. Purtroppo la pioggia di oggi ci ha un pò rallentato sui tempi, ma riusciremo a fare anche questo! venerdì 3 luglio 2009 (18° giorno – Lake Powell/Antelope Canyon e Horseshoband/Grand Canyon) Ci alziamo la mattina presto, colazione in camera sempre con il latte e cioccolato e biscotti e alle 8:30 siamo già in macchina. La giornata era stupenda, non poteva essere più limpida di così. Faceva caldo, ma si stava bene. Insomma usciamo col sorriso sulle labbra. Prima cosa andiamo a vedere l’Horseshoe Band seguendo le indicazioni della Routard (semplicissime e facilissime). Parcheggiamo e ci facciamo 15 minuti a piedi nella sabbia e roccia per arrivare sul precipizio dove guardare questo spettacolo della natura. E’ un pò faticoso soprattutto la mattina appena alzati e col sole a picco! Lo spettacolo però ha tolto tutta la fatica. Bellissimo veramente. E’ strano trovarsi in un posto che vedevi sempre e solo in foto, mentre ora lì in quella foto ci sei anche tu!! Facciamo tutte le foto di rito e torniamo in macchina direzione Antelope Canyon. Arriviamo al parcheggio alle 10:00 e la signora Navajo ci fa passare per fortuna senza farci pagare il parcheggio perché ha mantenuto valida la ricevuta di ieri. C’era già tantissima gente (rispetto a ieri che pioveva ed eravamo solo noi). Per fortuna avevamo prenotato il giorno prima alle 12:00 (che è l’orario migliore), anche se comunque c’erano lo stesso i posti per quell’ora. E’ probabile che col fatto che il giorno prima ha piovuto, molte persone hanno rinunciato pensando fosse brutto anche oggi…E invece! Paghiamo (oltre al parcheggio di ieri) 25 $ a persona per farci portare all’entrata del Canyon e anche per avere la guida navajo (in inglese). Aspettiamo le 12:00 e poi la signorina inizia a chiamare i nomi così da poterci distribuire sopra le varie camionette guidate dai Navajo. A noi capita un indiano doc, coi capelli lunghi, gli stivali, il cinturone e il cappellone. Ci porta lungo una strada sterrata piena di sabbia fino all’entrata del Canyon. Pieno di gente, ma già lo sapevo. I vari gruppi iniziano ad entrare per fortuna non tutti insieme, ognuno cerca di distanziarsi dall’altro altrimenti non riusciremmo a fare nessuna foto.

C’erano anche i gruppi dei fotografi che però pagano un pò di più, se non sbaglio 50 $ a persona, ma è una cavolata perché capitando con gli altri gruppi, non riuscirebbero a fare bene le foto avendo tutte le persone davanti. Su questo sono organizzati molto male. Dovrebbero fare una corsia preferenziale solo per i fotografi e farli entrare in gruppi da 12 persone al massimo, ma senza accavallare i gruppi di altre persone.

Il Canyon è bellissimo. L’entrata è una fessura verticale non troppo grande, ma dentro è un gioco di colori che fanno i raggi del sole perpendicolari sulla roccia. Ecco perché è preferibile andare alle 12:00. Il tour dura circa 1 ora e mezza, compreso trasporto per e dal Canyon. Come al solito c’è anche la mancia da lasciare alla guida navajo (noi abbiamo lasciato 2 $). Riprendiamo la macchina e il cielo inizia ad annuvolarsi. Cavolo, in tempo in tempo! Andiamo a mangiare da Burger King che stava lungo la strada e poi, direzione Grand Canyon. Lungo la strada becchiamo il diluvio universale con vento fortissimo. Ci siamo anche dovuti fermare. Che pizza, potevamo arrivare al Grand Canyon al tramonto e invece questa pioggia ha rovinato tutto. Arriviamo all’entrata Sud alle 17:00 e pioveva ancora. Mostriamo il nostro pass e ci danno come sempre la cartina dettagliata con i vari viewpoint e il solito giornale (anche in lingua italiana) con le varie notizie sul Grand Canyon. Il nostro albergo si trova subito dopo tutti i viewpoint, quindi decidiamo di fermarci comunque. Facciamo subito benzina al primo campeggio che si trova dopo l’entrata a destra (ci sono comunque i cartelli). Ogni volta che ci fermavamo smetteva di piovere. Lo spettacolo era stupendo, poi con le virghe di pioggia e le saette ancora di più. Flavio è anche riuscito ad immortalarne due. Stupendo anche con la pioggia. Continuiamo, ma non vuole proprio smettere. Il cielo è troppo compatto purtroppo. Decidiamo di andare in albergo perché si erano fatte le 19:00. Ci danno le chiavi della camera che è molto grande, ma sempre al 1° piano (che pizza le scale con le valigie). Notiamo che lo sciacquone del bagno non funziona e quindi torniamo nella hall. La ragazza manda subito una persona a controllare. Tempestivi è dire poco. Sono stati velocissimi. Sistemato il problema decidiamo di andare a cenare sempre lì nella sala da pranzo/cena. Potevi prendere ciò che volevi col vassoio e poi pagare alla cassa (come una mensa). Non proprio economico, con circa 17,18 $ ha mangiato solo Flavio perché io non avevo fame! Nella hall e nella sala da pranzo internet è gratuito (se hai il tuo pc), altrimenti se ti connetti con il loro computer lo paghi. In camera invece stavolta niente internet (neppure a pagamento). Ne approfittiamo per collegarci a internet nella hall e poi torniamo in camera. Sistemiamo alcune cosette e andiamo a dormire. Domani se il tempo è buono, speriamo, andiamo a vedere i viewpoint, ma col sole. Oltretutto, domani è anche il 4 luglio, giorno dell’Indipendenza quindi, è festa Nazionale. Chissà che faranno di bello…Io ho anche comprato 2 bandierine americane per l’occasione! sabato 4 luglio 2009 (19° giorno – Grand Canyon) Ci alziamo non troppo tardi, e fuori c’era un sole stupendo. Felicissimi usciamo e andiamo a fare colazione sempre nell’albergo (c’è solo quello purtroppo). Mi aspettavo facessero qualcosa di speciale dato che oggi è 4 luglio, quindi bandierine, omaggi, ecc… Macché, una delusione immane! Aspettavo questo giorno da una vita e invece niente da fare, era come tutti gli altri. Prendo quindi un cappuccino, abbastanza buono con un tipo di pasta “danese” alla cannella e glassa e Flavio invece una cioccolata calda con 2 muffin alla banana e nut e l’altro ai mirtilli (sono andata meglio io stavolta). Vado in camera, prendo le due bandierine americane che avevo comprato a Page, prendiamo la macchina e con mappa in mano iniziamo a fermarci ai viewpoint. Eravamo gli unici con le 2 bandierine nelle bocchette dell’aria che svolazzavano tutte felici in questo giorno importante per gli States. Mah! Cmq, il traffico era molto purtroppo e per trovare parcheggio al primo viewpoint che si trovava subito dopo il Grand Canyon Village, ci abbiamo messo 15 minuti. Iniziavamo ad innervosirci e decidiamo di vedere i viewpoint dall’ultimo al primo (come sempre). Lungo la strada troviamo alcune alci che brucavano l’erbetta. Facciamo qualche foto e continuiamo il giro. Per arrivare al primo viewpoint che si trova all’entrata sud del Canyon bisogna fare circa 25 miglia. Il traffico sembrava magicamente sparito, ma sicuramente perché tutta la gente si era fermata ai viewpoint vicino al Village essendo 4 luglio e pure sabato, avranno tutti prenotato i tavoli e quindi dovevano rimanere in zona (per nostra fortuna!!). Iniziamo con il viewpoint che si trova all’inizio di Desert View con una torre tutta fatta in pietra e alcuni negozietti di souvenir e cose da mangiare. Molto bello il panorama col sole anche se in lontananza i soliti nuvoloni minacciavano di tornare alla carica. Saliamo sulla torre e il panorama era ancora più bello! Facciamo tantissime foto e video e poi decidiamo di mangiare lì qualcosa dato che erano le 12:30 (forse riusciamo a mangiare ad un orario decente). Compriamo una busta di panini già tagliati (troppo bella sta cosa…Erano già pronti), una bustina di tacchino e una di provolone (tutto rigorosamente già tagliato a misura di panino…Quanto mi piacciono ‘sti americani!), prendiamo anche 6 bottigliette d’acqua che serve sempre e una di coca cola. Non era molto economico, ma va bene lo stesso. Ci mettiamo a mangiare dietro il negozietto dove c’erano dei tavolini con panche. Eravamo solo noi per fortuna. Col fatto che era un pò nascosto non si vedeva molto. Finito di mangiare proseguiamo il nostro tour per i viewpoint. Ci fermiamo a quasi tutti, ma alla fine il panorama era sempre quello, quindi decidiamo di saltarne qualcuno e andare al Market Plaza che si trova lungo la strada. E’ un enorme supermercato che vende di tutto. Forse li troviamo qualche regalino.

Macché, le cose costavano parecchio e abbiamo comprato solo le cartoline e il latte con i donuts per la mattina seguente. Ci dirigiamo quindi al nostro Village e vedere qualche negozietto che avevamo visto nella mappa che ci avevano dato all’entrata del parco e che avevo letto anche sulla Routard. Il tramonto ormai si avvicinava e i colori stavolta erano bellissimi. I prezzi nei negozietti erano inavvicinabili infatti decidiamo di fare un ultimo giro e poi andare in albergo a riposare un pò e sistemare le foto. Appena usciamo dal negozio inizia a pioviccicare. (ma qui pure le gocce sono enormi?). Qui è tutto sovradimensionato! Arriviamo in camera e ci mettiamo sul letto a dormire fino alle 19:00. Era l’ora di cena (per fortuna un’ora decente), ho pensato: chissà stasera cosa faranno dato che fino ad ora di 4 luglio non ho sentito neppure l’odore. Arriviamo in sala e niente da fare, neppure per la sera avevano organizzato qualcosa. C’era solo tanta gente che faceva la fila coi vassoi e in una sala a fianco sentivo della musica. Ho pensato: è li la festa. Ma và, era solo per chi aveva prenotato. Che fregatura!!! La specialità del 4 luglio erano 2 hot dog con patatine fritte (ammazza, se sò sprecati). Mangiamo malissimo. Io 2 hot dog striminziti e Flavio una bistecchina ritirata, una patata lessa e qualche verdurina. Una cena peggio non l’avevamo mai fatta! Io ne approfitto per fare pure un refill con la coca cola anche se non so se si poteva fare, ma con quello che ho mangiato non mi interessava! Per fortuna abbiamo portato il nostro computer così nel frattempo ci siamo collegati per leggere le email. Alle 22:00 la mensa chiude e finisce anche quella specie di festicciola nell’altra sala. Decidiamo quindi di andare nella hall e provare a telefonare a casa con Skype. Riesco a telefonare a mio padre e poi andiamo a dormire. Domani si parte per la penultima città, ovvero Kingman sulla famosa Route 66.

domenica 5 luglio 2009 (20° giorno – Grand Canyon/Kingman) Facciamo colazione in camera con il latte e cioccolato comprato il giorno prima e i mini donuts al cioccolato che facevano davvero schifo. Prendiamo la macchina e andiamo via da questo posto davvero tristissimo e pieno di gente anziana (erano meglio gli altri alberghi sicuramente). Il tempo era bellissimo per fortuna, forse il maltempo ora è solo un ricordo. Durante la strada incrociamo la famosissima Route 66 e le stazioni radio finalmente mettono canzoni conosciute anche da noi italiani e azzeccatissime con il panorama circostante. La nostalgia inizia a farsi sentire purtroppo. Arriviamo a Kingman e andiamo subito al Quality Inn, il nostro albergo per fare il check-in e posare le valigie. Leggiamo anche che internet è gratuito e che la colazione è compresa nel prezzo (ma già lo sapevo perché l’avevo letto sulla Routard). Il check-in però potevamo farlo dalle 12:30 in poi, erano le 11:00 e decidiamo di farci un giro per la città e cercare prima di tutto una lavanderia, il museo della Route 66, il ristorante Dam Bar & Steakhouse e il localino anni 60 Mr. D’z descritti tanto bene dalla guida Routard e che si trovavano tutti, proprio sulla Route 66. Qui però hanno cambiato il nome in Andy Davine Av., ma è sempre lei…La mitica!!!. Troviamo la lavanderia, lungo la strada e proprio vicino al nostro albergo, ma è carissima. Per un lavaggio 1,75 $ e per l’asciugatura altrettanti. Purtroppo se c’è solo quella dobbiamo accontentarci. Chiude però alle 19:00. Facciamo di corsa di corsa la foto al simbolo della route 66 che si trova proprio sull’asfalto e riprendiamo la macchina. Notiamo che in giro non c’è proprio nessuno e che i negozi sono tutti chiusi. Cavolo, oggi è domenica! Che fregatura e pensiamo che anche il museo della Route 66 sia chiuso e invece siamo fortunati perché è aperto. Entriamo e i gadget si sprecano. Saliamo al 2° piano e con 4 $ a persona entri nel museo vero e proprio. Insomma, potevamo anche risparmiarceli però va bene lo stesso abbiamo fatto un pò di foto! Compriamo una cornice per le nostre 4000 foto e andiamo via. Vista l’ora di pranzo decidiamo di mangiare a questo punto da Mr. D’z che si trova proprio lì di fronte. Effettivamente è carino esteticamente. Sembra uno di quei localini anni ’70 del periodo di Greece, tutto celeste e fucsia. Entriamo e prendiamo un hot dog e un hamburger tutto con patatine fritte e coca cola. Il mio hot dog era di un piccante allucinante e infatti l’ho lasciato. Il locale non era molto pulito e infatti siamo andati via quasi subito aver mangiato. Facciamo qualche foto all’esterno e cerchiamo l’altro ristorante per la cena, che dalla descrizione della Routard doveva essere davvero bello! Lo troviamo ed effettivamente è davvero carino. Si trova sempre vicino il nostro albergo, e sempre sulla Route 66/Andy Davine Av. Ormai si sono fatte le 13:30 e decidiamo di andare a fare il check-in. Ci consegnano le chiavi e andiamo in camera. E’ il tipicissimo albergo americano con le camere al piano terra e il parcheggio di fronte. Molto carino e anche le camere sono molto grandi e pulite. Flavio prova a collegarsi, ma ci vuole la password. Esco e vado a piedi alla reception per farmela dare. Tornando in camera mi faccio un giretto e vedo la piscina. E’ veramente bella, grande e sembra anche pulita. C’è pochissima gente, solo 4 persone e corro subito a dirlo a Flavio. Lui ne approfitta per far una telefonata ai genitori con Skype e poi usciamo subito subito e andiamo a rilassarci un pò e a prendere finalmente il sole come si deve, tanto i negozi sono tutti chiusi e la giornata era troppo bella per non fare un bel bagno in piscina. Erano rimaste solo 2 persone. Prendiamo 2 lettini (anche se erano un pò rotti, ma non fa niente) e ci rilassiamo. Decidiamo di fare il bagno, anche se l’acqua non era proprio pulitissima (c’erano un pò di mosche e altri insettini), ma poco male perché si trovavano solo verso la parte bassa. Rimaniamo lì fino alle 16:30 perché dovevamo sempre andare alla lavanderia che chiudeva alle 19:00. Ma prima di tornare in camera decido di passare per la reception e chiedere se per caso anche in albergo ce n’era una (di solito ce l’hanno tutti). E infatti c’era e addirittura aperta 24h su 24. Guarda caso si trovava proprio davanti la nostra camera (che fortuna), ma non essendo segnalata non l’avevamo vista. Meglio così, possiamo fare tutto con calma. Oggi giornata dedicata al relax. Una ci voleva proprio. Facciamo una bella doccia, ci vestiamo, telefoniamo con Skype a Gino, il cugino di mio padre che abita vicino Los Angeles per metterci d’accordo per domani che andiamo a trovarlo, e poi usciamo per andare finalmente a mangiare decentemente una bella bistecca alla Steakhouse. Dal parcheggio sembrava non ci fosse nessuno dentro e ci eravamo già preoccupati. Entriamo e invece la gente c’era, non molta ma c’era. Il locale è davvero carino! Potevi scegliere se andare al ristorante o al bar. Noi naturalmente andiamo al ristorante. E’ proprio tipico con addirittura la segatura per terra per farlo sembrare un saloon vero! La cameriera era simpaticissima e ci siamo fatti portare una coca per me e una birra per Flavio poi, una T-Bone con patatine, insalata e fagioli per Flavio e un panino con hamburger, insalata e patatine per me. Uno spettacolo! Finalmente abbiamo mangiato del cibo normale dopo tutte queste settimane. Decidiamo di prendere anche il dolce (uno in due però) che era buonissimo! Facciamo qualche foto e alla fine non abbiamo pagato neppure molto, 43 $ in due. Decidiamo di lasciare 10 $ di mancia anziché 6, anche perché avevamo solo 5 $ sani e 1 $ spiccio e non ci sembrava il caso. Oltretutto la cameriera è stata simpaticissima e sempre carina con noi quindi glieli abbiamo dati volentieri. Quando è tornata aveva un sorriso enorme (te credo, gli abbiamo lasciato quasi il 20%) e ci fa anche 2 fotografie con la nostra macchinetta.

Usciamo soddisfattissimi della giornata dedicata al relax puro e andiamo in albergo perché domani ci aspetta una giornata abbastanza pesante. Quasi 550 km e 4ore e 30 di macchina per arrivare a Los Angeles. Oltretutto ho letto che è una città caotica e che il parcheggio dell’albergo è anche a pagamento. Che pizza!! Facciamo la lavatrice nella lavanderia di fronte la nostra stanza e andiamo a dormire.

lunedì 6 luglio 2009 (21° giorno – Kingman/Los Angeles) Ci alziamo alle 7:00 ci prepariamo e andiamo a fare colazione per la prima volta compresa nel prezzo, in albergo. Il caffè era acquoso, ma con un pò di latte è diventato decente. Prendiamo due toast con marmellata e io anche una donut che dall’aspetto sembrava favolosa. Era la mia prima donut finalmente! Effettivamente era davvero buona, peccato che ne ho presa una solamente! Usciamo soddisfatti anche stavolta, finalmente siamo riusciti in una stessa città a cenare e fare colazione decentemente, quasi come in Italia. Il nostro stomaco ringrazia! Facciamo il check-out e torniamo al Visitor Center//Museo Route 66 per fare la foto davanti l’insegna della Route 66 e comprare un’altra cartolina. Ne approfittiamo per fare anche benzina e vedere il negozietto di souvenir che stava poco più avanti. Il bello è che dentro la Sig.Ra era da sola e io e Flavio facciamo un giro veloce veloce nel negozio, ma i prezzi erano troppo alti. Come non detto, decidiamo di fare solo benzina e andare via. Inizia a farsi tardi erano le 9:15.

Io rimango in negozio per dire alla Sig.Ra che numero di pompa di benzina doveva sbloccare, e Flavio esce dal negozio per prendere la macchina. Ce l’avete presente le scene dei film dove lui esce prende la macchina, lei sta dentro con la pistola e fa la rapina? beh, uguale. Oltretutto mi sono ricordata di aver messo anche le mani in tasca e la signora mi guardava un pò impaurita. Lì per lì non ci ho pensato, ma poi ho realizzato e mi stavo mettendo a ridere perché vedevo la scena e immaginavo la Sig.Ra cosa stesse pensando. Quando Flavio si è avvicinato alla pompa di benzina e ho chiesto alla Sig.Ra di sbloccare la pompa n° 8 allora si è tranquillizzata! Quando sono uscita e ho raccontato tutto a Flavio siamo scoppiati a ridere. Solo che la benzina non usciva e la Sig.Ra da dentro il negozietto esce e ci mostra come fare. Era diversa da tutte le altre, bisognava abbassare una maniglia altrimenti la benzina non usciva. Il bello è che lei è uscita senza fiatare ed è subito entrata. Rientro per ritirare la carta di credito e lo scontrino solo che per sbaglio ci segna 28 $ anziché 26 $ e si scusa duemila volte e mi da i 2 $ in contanti. Esco e si riscusa di nuovo. Per me si era messa davvero paura!! auhauaua.

Noi ancora ridiamo. Ci mettiamo in macchina e finalmente si parte. Ci aspettano 4 ore e mezza di macchina alla volta di Los Angeles.

lunedì 6 luglio 2009 (21° giorno – Los Angeles) Lungo la strada ci prende un pò di malinconia perché sappiamo che questi sono ormai gli ultimi giorni negli USA. Passiamo per la città di Barstow e mi sono ricordata che lì c’era un grande Outlet dove i vestiti di marca costano davvero poco, ma non so dove purtroppo! Leggiamo dal navigatore che per Los Angeles dobbiamo uscire, ma sbagliamo e usciamo a qualche uscita prima. L’errore ci fa arrivare all’Outlet che alla fine si trova proprio su strada, quindi l’avrei visto lo stesso. Scendiamo, mangiamo da Burger King e andiamo a vedere i negozi. Molti erano chiusi per rinnovo locali, e quindi non abbiamo visto un granché. Abbiamo comprato solo un paio di jeans della Levis per uno e 2 paia di scarpe della Nike e della Puma per Flavio. I jeans li abbiamo pagati poco meno di 30 $ ciascuno e le scarpe circa 116 $ in totale. Arriviamo finalmente a Los Angeles ed è veramente un trauma. Siamo passati da strade desolate dove c’eravamo solo noi a un traffico allucinante dove tutti sfrecciavano a destra e a sinistra. Per non parlare delle autostrade a 6 corsie. Io cercavo di rispettare il più possibile i limiti di velocità, ma vedevo che ognuno faceva quello che gli pareva!!! Arriviamo sani e salvi all’albergo Omni dove avevo letto che il parcheggio era a pagamento e pure abbastanza salato! Quindi cerchiamo lì nei paraggi i parcheggi che con pochi dollari potevi parcheggiare quanto volevi, anche se non era proprio vicinissimo all’albergo. Lo troviamo e c’era un messicano davvero antipatico. Mi pare di aver capito che costava 12 $ al giorno, ma che non potevi lasciare la macchina di notte. Quindi era tutto un cavolo! Oltretutto provavo a chiedergli se potevamo uscire dal parcheggio ogni volta che volevamo senza pagare di nuovo, ma non riuscivamo a capire se faceva il finto tonto oppure non capiva proprio quello che dicevamo. Io penso più che faceva finta di non capire. L’abbiamo mandato subito a quel paese e siamo andati a parcheggiare in albergo. L’approccio con Los Angeles non è stato dei migliori. Arriviamo in albergo e lasciamo le chiavi al Valet dove si pagava 30 $ al giorno, però almeno la macchina era controllata e potevi lasciarla per tutto il tempo che volevi. Lasciamo 1 solo dollaro al parcheggiatore, facciamo il check-in e saliamo in camera. Era molto grande e la vista non era niente male. Davanti avevamo un albergo altissimo con al piano terra una discoteca all’aperto con le fontane che facevano giochi di acqua stupendi.

Ci diamo una rinfrescata e usciamo di corsa perché avevamo appuntamento con il cugino di papà a Laguna Hills che dista dalla città circa 45 minuti di macchina. Ci facciamo portare la macchina e il nostro problema ora è la mancia. Quanto dobbiamo dare e soprattutto, quando si deve dare? Quando la portano al parcheggio oppure quando la vanno a prendere? Prendiamo la nostra bellissima Mazda 6, inseriamo l’indirizzo nel navigatore e partiamo alla volta di Laguna Hills. Era tardissimo, dovevamo stare lì alle 18:00 e invece siamo partiti dall’albergo proprio alle 18:00. Prendiamo l’autostrada ed era pure trafficata…Sembrava di essere tornati a Roma, che pizza! Finalmente arriviamo a destinazione, ma alle 19:00. Laguna Hills è davvero carina, è proprio come me l’aspettavo. La strada principale con le villette a schiera su ambedue i lati. Ogni villetta aveva il suo giardinetto di fronte e il garage a fianco. Dietro avevano quasi tutte la piscina ed il giardino.

Suoniamo il campanello e ci apre Gino, il cugino di papà che si era preoccupato perché non sapeva come contattarci, dato che non ci vedeva arrivare. Ci siamo scusati per il ritardo, ma Los Angeles è stata davvero caotica. C’era Nanette, la moglie, Ricky il figlio e Sammy, una bellissima Golden Retriever di 4 anni. Ci mostrano la casa che era enorme, due piani e la piscina con jacuzzi e barbecue all’esterno, dietro la villa. Facciamo un pò di foto e poi usciamo per andare a mangiare in un ristorante messicano vicino al Lago. Lì ci aspettavano Michelle, la figlia con il fidanzato. Il posto era stupendo, ancora più bello col tramonto. Abbiamo preso un tavolino sulla terrazza con vista lago. Abbiamo mangiato benissimo e tantissimo. La serata è volata purtroppo e andiamo tutti a casa di Michelle a prendere un caffè. Vediamo le foto del nipotino di Gino e poi qualche foto del nostro matrimonio. Dopodichè, torniamo a casa di Gino perché avevamo lasciato la nostra macchina. Gli consegniamo la bomboniera e loro ci danno il regalo. Parlando del più e del meno si fa abbastanza tardi. A malincuore li salutiamo promettendo di tornare e di stare molti più giorni insieme a loro. Ci mettiamo d’accordo con Ricky per andare a vedere la città due giorni dopo perché domani ci aspettano gli Universal Studios. Chiediamo a Gino riguardo la mancia che si deve dare al valet quando ti portano/prendono la macchina in albergo. Ci spiega che la mancia di solito si lascia quando ti riportano la macchina e non quando si lascia. Noi come al solito non avevamo capito niente e avevamo lasciato un dollaro a chi l’aveva portata al parcheggio. Oltretutto, un dollaro era pure poco. Di norma si lasciano dai 3 ai 5 $. Quindi, arriviamo in albergo che erano ormai le 2 di notte, lasciamo la macchina e andiamo in camera. Domani ci aspetta una giornata lunga agli Universal Studios.

martedì 7 luglio 2009 (22° giorno – Los Angeles (Universal Studios)) Ci alziamo alle 7:00, ci prepariamo e scendiamo nella lobby. Ci portano la macchina e stavolta lasciamo la mancia (solo 2 $). Inseriamo nel navigatore l’indirizzo degli Universal Studios che avevo trovato dentro il giornale degli alberghi/ristoranti/musei che stava in camera.

Arriviamo in pochissimo tempo e senza perderci agli Studios. Parcheggiamo e paghiamo 12 $ per tutto il giorno. Entriamo dalla parte dei bar/negozi (Universal City Walk) per fortuna, così possiamo fare anche colazione. Ci fermiamo dal mio adorato Starbucks e prendiamo 2 cappuccini e 2 paste. Iniziamo a fare un sacco di foto e in lontananza vediamo la famosa sfera che gira con scritto Universal Studios di fronte all’entrata. Anche lì, foto di rito e poi ci mettiamo in fila per il biglietto.

Paghiamo 67 $ a persona ci danno la mappa del parco e gli orari degli spettacoli, ed entriamo. E’ enorme e stupendo. Non sappiamo da dove iniziare. Cominciamo a vedere gli orari degli spettacoli e decidiamo di vedere per primo Terminator 3D. Poi, andiamo a Jurassic Park che è una giostra, tipo quella di Mirabilandia dove all’ultimo giro si tuffava nell’acqua…Ma noi non lo sapevamo e ci siamo messi in fila. Capitiamo proprio in prima fila e da asciutti che eravamo, siamo usciti completamente bagnati. Il tempo di asciugarci e abbiamo continuato il nostro giro. Tra spettacoli e giostre si sono fatte le 14:00 e decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa. Andiamo nel chiosco dei Flinstone dove cucinavano tutto su un grande barbecue. Riprendiamo il nostro tour e vediamo lo spettacolo di Waterworld, poi il bellissimo Studio Tour, dove con un trenino ti porta a vedere le scenografie dei film come “la Guerra dei Mondi”, come viene simulato un terremoto nella metro, il famoso motel di “Psyco”, “lo Squalo” ed altri film. Durante il tour, ci siamo dovuti fermare 3 volte perché stavano girando proprio in diretta un film, ma non ci hanno detto quale.

Compriamo tanti regalini per noi e per i nostri genitori e alla fine tra una cosa e un’altra si sono fatte le 20:00. Gli Studios stavano quasi per chiudere e quindi decidiamo di andare via. Ci fermiamo a prendere un milkshake per cena e andiamo al parcheggio a riprendere la macchina. Torniamo in albergo e andiamo a dormire stanchi morti. Domani ci aspetta il tour per Los Angeles insieme a Ricky.

mercoledì 8 luglio 2009 (23° giorno – Los Angeles (città e Venice Beach)) L’appuntamento con Ricky era davanti l’albergo alle 8:30, ma noi scendiamo un pò prima per non farlo aspettare. Andiamo in giro con la sua macchina così riusciamo a vedere tutto senza preoccuparci di guidare. Facciamo prima di tutto colazione con la donut finalmente, che in tutto il viaggio sono riuscita a mangiare solo 1 volta. Iniziamo con l’Hollywood Sign che riusciamo a vedere dal viewpoint di Mulholland Drive (mi raccomando, Drive e non Road). Purtroppo c’era un pò di foschia, ma siamo lo stesso riusciti a fotografarla. Che emozione, la vedi sempre nei film ed ora invece sei lì davanti. Scendiamo a andiamo al Walk of Fame dove c’è il marciapiede con le stelle dei personaggi famosi e le impronte sul cemento.

Facciamo le solite foto con i nostri attori preferiti e riusciamo anche a vedere l’inaugurazione di una nuova “stella”, ma non conoscevamo chi fosse. Riprendiamo la macchina e andiamo a Hollywood Blv, Rodeo Dr, Sunset Blv e Beverly Hills. Bellissimi e ricchissimi. Passi al lusso vero e proprio con le ville dei ricconi ultracoperte dalle piante. Purtroppo non riusciamo a vedere nessun personaggio famoso.

Inizia ad avvicinarci l’ora di pranzo e andiamo verso Downtown dove mangiamo da Wig’n Chicken pollo di vario tipo, coscia, petto con salse piccanti. Finito di mangiare facciamo un giro veloce in macchina per Downtown e poi ci dirigiamo verso le spiagge della California, ovvero Santa Monica e Venice Beach. Lungo la strada riconosco le famose giostre con la ruota panoramica di Santa Monica, che compare in molti film e video musicali.

Decidiamo di parcheggiare a Venice Beach e farci una bella camminata tra i negozietti. Le spiagge sono enormi, il quadruplo delle nostre. Se ti metti con l’asciugamano all’inizio, arrivi sul bagnasciuga al tramonto!! A Venice Beach c’è la gente più strana: musicisti di strada, ballerini improvvisati, pittori, insomma di tutto e di più. I negozi sono tantissimi e di tutti i tipi, da quelli normali a quelli più strani. C’è addirittura una clinica che da una cura alternativa a chi prende marijuana.

Io compro una magliettina con la scritta Los Angeles e un pantaloncino che metterò quando andrò a correre, e purtroppo dovrò correre di nuovo parecchio per smaltire quello che ho mangiato fino ad ora! Ormai erano le 19:00 e il tramonto sull’oceano era stupendo. Ancora non mi sembrava vero, quello non era il nostro mare, ma l’immenso oceano pacifico. Facciamo anche una passeggiata sulla spiaggia e arrivo fino alla riva per toccare con mano l’acqua calda dell’oceano. Effettivamente era davvero calda, e vedo da lontano le famosissime torrette di baywatch. Naturalmente non mi faccio mancare la fotografia immedesimandomi in Pamela Anderson, anche se risulta molto difficile! Decidiamo di andare via, dando un ultimo sguardo all’oceano e a quelle spiagge immense. Volevamo passare per la Pacific Coast Highway (PCH), l’autostrada che passa in mezzo all’oceano, ma purtroppo era tardi e decidiamo di tornare in albergo. Ricky ci riporta all’Omni e tristissimi ci salutiamo. E’ stata una giornata indimenticabile. A questo punto, sistemiamo tutti i regali nelle valigie stando attenti ai vari pesi e andiamo a dormire.

giovedì 9 luglio 2009 (24° e 25° giorno – Los Angeles/Roma) Ci alziamo un pò pi tardi del solito, verso le 8:30. Dopo una doccia, l’ultima negli USA, sistemiamo le ultime cose nelle valigie e scendiamo a vedere se nei paraggi c’è uno Starbucks. Fortunatamente c’è proprio lì di fronte (o meglio dietro, dove ci sono le fontane) al nostro albergo. Torniamo in albergo, prendiamo i bagagli ci colleghiamo un pò a internet nella lobby che è gratuito e poi ci facciamo portare la nostra macchina. Quello era l’ultimo viaggio nella nostra bellissima e comodissima Mazda 6. Facciamo il pieno, arriviamo al deposito della Herz e lasciamo a malincuore l’auto. Per fortuna non c’è stato alcun problema. C’eravamo tanto preoccupati su come arrivare all’aeroporto a piedi, dato che ormai non avevamo più la macchina e invece lì alla Herz c’è lo shuttle che gratuitamente ti porta all’imbarco, dando semplicemente all’autista la compagnia aerea sulla quale si vola. Organizzatissimi!!!! Siamo arrivati in aeroporto alle 13:00 quando avevamo l’aereo alle 19:20. (Vabbè, meglio prima che dopo). Il check-in per fortuna è andato bene, perché ci preoccupavamo per il peso delle valigie che effettivamente era un pò più pesante, ma hanno detto che c’è un margine di qualche kg. L’unico problema è che ci hanno messo in posti separati, ma il ragazzo è stato gentile da scrivere a penna il cambio.

Mangiamo in aeroporto e finalmente arrivano le 19:00. Facciamo il check-in e come sospettavamo ci aprono il trolley perché coi regalini che avevamo comprato negli USA si vede che c’era qualcosa che dava fastidio. Infatti era solo una cornice di metallo.

Entriamo nell’aereo e la hostess ci stacca il cedolino con scritto il cambio del posto del ragazzo al check-in. Ed ora? Come facciamo a dirgli che io e Flavio dovevamo stare vicini? Niente da fare. Ho parlato con una hostess e inglese ha detto qualcosa che però non abbiamo capito. Aspettiamo che si siedono tutti e torniamo dalla hostess che ci dice se avevamo provato a chiedere ad uno dei passeggeri seduti vicino ai nostri posti se fosse intenzionato a spostarsi. In quel momento ho pensato: ma non dovrebbe essere lei a chiederglielo? Ci proviamo e troviamo prima una persona cafona che ci dice di no, poi cerchiamo un’altra hostess e gentilissima prova a chiederlo a quell’altro seduto vicino a Flavio. Gli risponde che purtroppo ha problemi alle gambe (ed era vero) e non poteva spostarsi. Allora prova a chiederlo a un ragazzino e lui tranquillamente si sposta dietro. Finalmente io e Flavio siamo vicini, ma nei posti centrali dell’aereo che più centrali non si può. Questo aereo non ha neppure il caricabatterie, che delusione!!!! Oltretutto, una coppia davanti a noi, tedesca come sempre, per tutto il tempo spostavano il sedile (e per noi lo facevano apposta) e quindi siamo stati comodissimi, Un volo di 10 ore che non passava più. Non vedevamo l’ora di arrivare. Finalmente arriviamo a Zurigo e pure qui ci aprono il trolley sempre per la solita cornice di metallo, ma è andato tutto tranquillo e sono stati tutti gentilissimi (come a Los Angeles). All’entrata del gate, la signorina ci fa mettere un biglietto su un solo bagaglio a mano (lo zaino di Flavio), ma non capiamo il perché. Lo capiremo poco più avanti.

Entrando nell’aereo lo stewart ci ferma perché potevamo portare a bordo solo un bagaglio a mano e quindi solo lo zaino di Flavio e il trolley dovevamo lasciarlo a lui. Gli diciamo che dentro ci sono cose delicate e lui ci assicura che è tutto ok. Speriamo! Finalmente capitiamo vicino al finestrino e comunque non ha niente a che vedere con quello di prima. I sedili molto pi spaziosi e comodi, peccato che il volo duri solo 2 ore! Arriviamo in Italia e, come si vede che siamo arrivati!!!! Chiediamo allo stewart dove fosse il nostro trolley e ci risponde che stava dentro con le altre valigie. Che? Ma come, abbiamo fatto tanto per mettere tutti i regali delicati nel bagaglio a mano per non rischiare che si rompesse tutto e questo la mette insieme alle altre valigie? Beh, che dire, il viaggio è finito e iniziano le incazzature! Usciamo e chiediamo spiegazioni a qualcuno che come sempre non sa dirti nulla (nulla di nuovo, siamo arrivati in Italia). Per non parlare delle file che qui sono un optional, nessuno che le rispetta. Cartacce per terra e cafoni ovunque.

Aspettiamo nervosissimi le valigie che per fortuna arrivano e tutte intatte (anche il contenuto).

Beh, per fortuna ora possiamo uscire. Ci aspettano mio padre e Serena che ci portano a casa. Mangiamo cibo italiano e poi tutti a nanna (anche se non abbiamo per niente sonno. Ci vorrà qualche giorno per assorbire il fuso di 9 ore).

In conclusione, a parte il viaggio di ritorno con la Swiss che non prenderemo mai più, posso dire che è stato il viaggio più bello della nostra vita! L’America è stupenda sia per i paesaggi che per le persone. Tutti gentilissimi e disponibilissimi. In qualsiasi difficoltà loro sono sempre pronti a darti una mano. Niente a che vedere con la nostra cucina, ma è solo un piccolo dettaglio!



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