Kerkira on the road
Sabato 1 agosto primo giorno di ferie e primo giorno di vacanza... O per meglio dire di viaggio: rotta verso Kerkira o, per dirla all’italiana, Corfù, isola nel nord della Grecia nel mar Adriatico di fronte alle coste al confine con l’Albania. Siamo io, Valentina, e mio marito Matteo, in auto viaggiamo di notte sulla mia Panda gialla,...
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Sabato 1 agosto primo giorno di ferie e primo giorno di vacanza… O per meglio dire di viaggio: rotta verso Kerkira o, per dirla all’italiana, Corfù, isola nel nord della Grecia nel mar Adriatico di fronte alle coste al confine con l’Albania. Siamo io, Valentina, e mio marito Matteo, in auto viaggiamo di notte sulla mia Panda gialla, attraversiamo l’Italia per raggiungere Brindisi dove alle 11.30 del giorno dopo partirà il traghetto della Agoudimos per Corfù. Sono numerose le compagnie di navigazione che percorrono questa rotta altri due esempi sono la Endeavour Lines e la Fast Ferries: sono tutte tanto più convenienti quanto più si prenota prima e ci sono particolari offerte per giovani e famiglie con possibilità di “camping on board” sul proprio camper invece della cabina per le tratte lunghe. Noi in due andata e ritorno con la Panda abbiamo speso 308 euro più le cosiddette “spese d’imbarco” (ma allora io cosa ho pagato prima, per rimanere a terra? vabé…) 15 euro all’andata e 15 al ritorno. Si può prenotare direttamente dai siti internet, telefonare agli operatori o rivolgersi a un’agenzia che però di solito applica una commissione. Dopo una lunga attesa al check in e all’imbarco dell’auto (siamo gli ultimi penso io perché i primi a scendere) salpiamo sotto un sole cocente e con un po’ di ritardo. Dopo sei ore di navigazione siamo a destinazione: sono le 19 circa anche perché si deve calcolare un’ora in più rispetto all’Italia. Scopriamo subito una delle principali caratteristiche dell’isola: le segnalazioni stradali sono alquanto sommarie. I cartelli che indicano le direzioni e perfino quelli all’entrata dei paesi sono spessi posizionati in modo da non poter essere letti facilmente perché rovinati dall’usura o nascosti dalla vegetazione, molto spesso le scritte sono giallo su blu, contrasto che soprattutto col buio è difficile da leggere. Inoltre anche la viabilità stessa non è molto chiara con le segnalazioni orizzontali a volte praticamente inesistenti: oppure c’è un bivio e il cartello è messo troppo prima dello stesso prima in italiano e poi dopo qualche metro in greco o viceversa cosicché quando arrivi al punto fatidico non ti ricordi più o non hai fatto in tempo a vedere dove vanno le diverse strade. E anche chiedere indicazioni è un terno al lotto, visto che per forse per cortesia ti indicano una direzione anche se non sanno dove ti stanno mandando. Una volta scesi dalla nave e dopo vari giri giungiamo dunque finalmente ad Agios Gordios sulla costa opposta dell’isola rispetto a Corfù città, che invece guarda la terraferma, e a soli 11 chilometri dalla stessa. Qui si trova il monolocale, lo “studio” che abbiamo prenotato versando un anticipo di 200 euro tramite bonifico (per 8 giorni di permanenza fino all’11 agosto pagheremo per saldare altri 200 euro): l’appartamento è piccolo ma è dotato di televisore con satellite, aria condizionata, cucina, bagno, biancheria da bagno e da letto che viene cambiata una volta a settimana con la pulizia e anche un piccolo balconcino con vista sul lussureggiante interno dell’isola con stenditoio e tavolo. Anche la posizione è buona: si trova al centro del paese che è piuttosto tranquillo e a pochi metri dal mare e sopra il piccolo ma fornito market dei gentili proprietari, la famiglia Grammenos (il sito è www.Apartments-mary.Gr, e-mail gramary@otenet.Gr, telefono 0030 266105383). Il costo è 50 euro al giorno, nella media dell’offerta locale in alta stagione. Ci sono moltissimi appartamenti da affittare sull’isola in ogni località e per tutti i gusti, soluzione secondo me preferibile ai classici hotel, che pure abbondano, alcuni veramente enormi (ad Agios Gordios c’è ad esempio il mastodontico Pink Palace, che occupa metà paese). Il primo giorno al mattino andiamo al mare ad Agios Gordios: una lunga spiaggia bandiera blu europea come molte altre dell’isola, composta da vari tratti uno in sabbia dove si concentrano le famiglie e un altro di sassi e poi una serie di calette molto pittoresche dove i topless abbondano. Al pomeriggio tardi andiamo a Corfù città dove facciamo un primo giro esplorativo della parte vecchia con le stradine principali piene di turisti come noi che curiosano fra mille negozietti. I prodotti più tipici sono le saponette fatte con l’olio di oliva, le tovaglie ricamate (dicono) a mano, il liquore arancione fatto con il frutto kumquat, un piccolo agrume importato dall’Oriente quando l’isola faceva parte dell’impero ottomano e che in Europa cresce solo qui e in Sicilia. E poi le gioiellerie con gli immancabili monili con il motivo greco, scarpe, cinture e borse di cuoio (io ho comprato un paio di sandali alla schiava a 29 euro, fantastici). Visitiamo la Nuova Fortezza da cui si gode tra l’atro una vista fantastica della città: facciamo un conveniente biglietto cumulativo per l’ingresso alla Fortezza e ai musei asiatico, bizantino e archeologico per 8 euro intero e 4 euro ridotto. Rimaniamo a cena nella città: se i locali del famoso Liston, il viale costruito dai francesi sulla falsariga di quelli parigini e che dà sulla grande piazza Spianada, sono abbastanza cari, girato l’angolo verso l’interno si trovano numerose “taverne” come se ne trovano in tutta l’isola che si differenziano dai veri e propri ristoranti (“estiatori”, con tavoli apparecchiati con tovaglia di stoffa un po’ più eleganti e con tariffe un po’ più alte). Tra le taverne bisogna imparare a distinguere quelle che mio papà chiama “trappolacce per tedeschi” (con tutto il rispetto per il popolo germanico) e quelle un po’ più genuine: perciò consiglio anche per esperienza di altri viaggi di diffidare dai prezzi troppo bassi e dai menù turistici. Se si vuole proprio risparmiare tanto vale farsi un buon kebab ossia un gyros pita, personalizzabile a piacimento anche in versione vegetariana (in genere costa sui 2 euro). Il giorno seguente ci dirigiamo verso le rinomate spiagge di Paleokastritsa, ma una volta giunti lì proseguiamo per il nord dell’isola dato lo strabordamento di turisti nelle piccole calette che si susseguono: per chi volesse godersele consiglio un periodo meno affollato oppure l’affitto di una barca o di motoscooter. Arriviamo così a Sidari, spiaggia di sabbia particolare perché si trova nei pressi di una serie di formazioni rocciose sul mare che formano gole e grotte come il cosiddetto “Canale dell’amore” che abbiamo visitato affittando un pedalò. Sulla strada del ritorno passiamo tra l’altro per Lakoni, piccolo paese dell’entroterra dove è facile acquistare direttamente dai contadini, che espongono i loro prodotti fuori dalle case sulla strada, olio e vino locale (una bottiglia di olio molto buono 3 euro). Alla sera rimaniamo a cena ad Agios Gordios alla taverna San Sebastian dove suonano musica greca dal vivo tutte le sere (chitarra e mandolino): è bastato avvertire i suonatori che è il compleanno di mio marito e subito gli dedicano “Tanti auguri”. Nei giorni seguenti alterniamo la spiaggia di Agios Gordios spingendoci un po’ più in là, al bellissimo lido nei pressi del lago Korission: una lunghissima e ampia spiaggia di sabbia separata dall’ampio parcheggio e dal lago da una striscia di dune, luogo ideale per gli amanti del surf e del kite surf e… dei castelli di sabbia. Poco distante a Gardiki si trovano le rovine di una vecchia fortezza bizantina, purtroppo lasciata a se stessa. Ritrovamenti risalenti all’età paleolitica dimostrano che questa zona è stata abitata fin da quell’epoca per la grande disponibilità di sorgenti naturali di acqua dolce. A Corfù città abbiamo visitato il museo asiatico, veramente degno di nota, creato grazie alla collezione di oggetti donata da un diplomatico nativo dell’isola, e il museo bizantino ospitato nella chiesa Antivouniotissa, in cui si possono ammirare una serie di splendide icone. A Corfù città sono degni di nota anche la Nuova Fortezza, il mercato che si svolge ai suoi piedi, la chiesa del santo patrono dell’isola, San Spiridon, la cattedrale, la pittoresca penisola di Kanoni con la vicina isoletta Pontikonissi (qui non spaventatevi ma praticamente gli aerei vi atterranno in testa data la vicinanza dell’aeroporto). Vicino a Corfù verso sud abbiamo fato un giro anche a Benitses, luogo di villeggiatura fin dall’epoca dell’impero romano, che dietro i negozi per souvenir per turisti tutti uguali, conserva un cuore antico: in questo cuore mangiamo pesce al ristorante taverna Paxinos (tel. 0030 2661072339) pagando 20 euro a testa, il massimo che abbiamo speso per mangiare fuori sull’isola. Ancora più a sud siamo stati a Messongi, anche questa abbastanza carina e ricca di taverne e bar che più sul mare di così, mangi con i piedi nell’acqua. Nei pressi delle taverne e non solo girano una miriade di gatti d tutti i colori ma di solito a differenza dei nostri viziati animali d’appartamento molto più magri: ti si avvicinano e ti miagolano sperando di racimolare qualcosa per cena. Un’altra gita che vale la pena di fare è salire sul monte Pantokrator (in greco “giudice di tutto”, figura di Gesù Cristo molto venerata dai religiosi ortodossi), la vetta più alta dell’isola con i suoi 958 metri. Sulla cima si trova un monastero, varie antenne e naturalmente un bar e un negozio di souvenir. Si può raggiungere in auto salendo dalle località sulla costa Pirgy/Ipsos (sono attaccate), consigliabili per gli amanti delle discoteche e della vita notturna, o a piedi, ma informatevi bene sui sentieri perché le indicazioni degli stessi in loco sono solo in greco. Sulla via del ritorno ci siamo fermati a cena a Strinilas alla taverna “A la palea” (www.Alapalea.Gr) con bellissima terrazza in collina con vista sul mare. Se ciò che si desidera è visitare un po’ di “vera Grecia” lontano dai luoghi prettamente turistici basta spostarsi in qualche paesino dell’interno: noi siamo stati ad esempio a Sinarades, che ospita anche il museo del folklore e ad Aghios Matheos. Un posto dove non siamo stati è l’Achillion, vicino a Gastouri, sontuosa residenza dell’imperatrice Sissi prima e del Kaiser tedesco Guglielmo II poi: un esempio di neoclassico ricco di statue di Achille, eroe greco adorato dalla sfortunata Elisabetta d’Austria. Infine bisogna segnalare che soprattutto nel periodo estivo in tutta l’isola vengono organizzati concerti e feste come quella avvenuta a Messongi il 7 agosto, la “Barcarola”: tante piccole barche illuminate nel mare della sera, fuochi d’artificio, musica e danze. Per saperne di più sugli eventi e sulle attrazioni dell’isola (sicuramente molte di più di quelle da me visitate e segnalate in questo breve racconto) consiglio il sito www.Terrakerkira.Gr. Buona vacanza a tutti!