Bali le Gili di Lombok e il villaggio di Trunyan
Ho girato molto per Bali, ma la tappa più lunga è stata tra Legian e Kuta. Ho sentito molte critiche a queste località, io e mia moglie ci siamo trovati benissimo. Allogiavamo al Bali Sorgawi Hotel, proprio all’inizio di Kuta, una sistemazione buona ed economica, vicino a tutto e nello stesso tempo tranqulilla. Kuta naturalmente ha la sua vita, il suo tipo di turismo ma è anche un luogo da dove si possono raggiungere diverse mete nello spazio della giornata. Bellissima poi la spiaggia di Legian, io l’ho trovata tranquillissima nel periodo che l’ho frequentata. Il Tramonto è uno spettacolo, quando il mare si ritira, oltre lo spettacolo del sole che si tuffa in mare,è bello guardare e magari giocare a calcio, nei centinaia di campetti che vengono improvvisati sulla spiaggia. Qui sono fissati per il calcio e sanno tutto di quello italiano.
Mi sono poi spostato alle Gili, vi consiglio di spostarvi con la barca veloce della Blue Water, è veramente comoda, alle 8 parte da Bali ed alle 11 siete già a prendere il sole a Trawangan. Sicuramente perdete meno tempo che con l’aereo, ed il servizio è ottimo. L’unico difetto è che è più cara delle altre, ma ne vale la pena.
Le 3 Gili le ho visitate in lungo ed in largo, ed anche qui, mi sento di consigliare Trawangan, dove sicuramente c’è di più che nelle altre.Io alloggiavo al Dream Village. Gili Meno è sicuramente ,da un punto di vista paesaggistico la più bella, onestamente se dovessi investire per una attività su queste isole, a distanza di 5 – 10 anni,mi sentirei di scommettere su Gili Meno.
Gili Air è più o meno grande come Trawangan è bella , ma non mi sentirei di paragonarla alle altre due.
Ritornando a parlare di Bali, vorrei raccontarvi di una escursione un po’ fuori dalla norma, mi riferisco al villaggio di Trunyam. Un luogo di cui avevo avuto le prime notizie, leggendo il primo libro del povero Giorgio Bettinelli, scomparso prematuramente circa un anno fa.
Trunyan è uno dei pochi villaggi Bali Aga rimasti, abitato cioè dai discendenti degli aborigeni Balinesi che vivevano qui prima dell’arrivo degli Indù. Hanno una religione, costumi e tradizioni completamente diverse dal resto della popolazione Balinese: sono animisti, non amano interferenze esterne, e non amano molto i turisti, ai quali difficilmente fanno un sorriso. Non amano la musica ed i loro morti, invece di cremarli li lasciano esposti all’aria.( Quelli celibi però vengono sepolti, non ne so il motivo). Il loro cimitero, farebbe rabbrividire Dario Argento. Nel vicino cimitero si trovano corpi ammassati in gabbie di bambù, in stato di decomposizione, oppure scheletri ammassati. Nonostante tutto questo , non si sente un così cattivo ododre di decomposizione, e questo sembra sia dovuto al Taru Menyan , un albero profumato che cresce nelle vicinanze. Le donne non vengono ammesse alle celebrazioni, perché secondo loro,se ciò avvenisse, il paese potrebbe essere colpito da una catastrofe.
Arrivare a Trunyam, non è stato facile , per vari motivi, il principale è stato quello che le varie guide contattate, quando sentono il nome della meta, fanno un sacco di problemi e si rifiutano di portarci. Altro motivo è la difficoltà della strada. Il villaggio si trova spremuto tra il lago Batur ed il vulcano Kintamani . Si raggiunge solo in barca, non vi è alcun percorso lungo le ripide pareti del cratere e purtroppo i proprietari delle barche sono approfittatori che cercano anche di ingannarvi con false donazioni. A parte il paese in se per se, è questo un luogo meraviglioso, il paesaggio è veramente stupafacente. Dopo questa escursione, purtroppo il nostro viaggio volge al termine, sulla strada del ritorno abbiamo fatto uno stop a Singapore di 5 giorni per visitare questa città stato, che sicuramente merita una visita, ma che certamente non rifarei.
Sul volo di rientro, il pensiero va ai bei luoghi visitati, ma sta già sognando le Filippine, (Palawan) che spero siano la prossima meta .