Come letto da qualche parte, è bene dire che sarebbe meglio visitare Sofia dopo aver visto molte altre capitali europee, Praga e Budapest comprese, in quanto è una città che offre meno di quelle menzionate. Agosto 2009; prenotazione Expedia, è la prima volta, andrà tutto discretamente. Il viaggio fà tappa a Vienna, e da Bologna a Vienna viaggiamo Tyrolean su un De Havilland 50 posti, che più che un aereo mi sembra un pulmino volante, e sono incredulo di come possa superare le Alpi. Da Vienna a Sofia viaggiamo Austrian, aereo spazioso e comodo, ed in orario; anzi giungiamo a Sofia in anticipo, l’aeroporto si presenta piccolo, moderno e poco trafficato. Prendiamo un taxi della compagnia OK, e come eravamo stati informati, spesso gli autisti non avviano il tassametro, il motivo è ovvio! Conosco i prezzi del viaggio dall’aeroporto al centro, quindi sono in curiosa attesa di sapere quanto dovrò pagare al furbo taxista (sono furbi un pò in tutto il mondo). Arriviamo all’hotel Les Fleurs, paghiamo 20 Lev per il taxi (poco meno di 10 euro per 20 minuti), che accettiamo, ma che in albergo ci diranno essere troppi. Saliamo in camera e ci prepariamo a uscire, sono le 17 e c’è il sole. Siamo in viale Vitosa, e poichè visto il pessimo cambio all’aeroporto (1 euro=1,65 Lev quando la quotazione internet era 1 euro=1,95), abbiamo cambiato pochi euro, ci rechiamo a sinistra dell’ hotel, come indicatoci, per cambiare valuta, ma è sabato, chi cambia ufficialmente come le banche è chiuso, quindi ci vengono proposti cambi assurdi, finchè troviamo una ragazza in un gabbiotto, che ci offre 1,85 per cambiare 100 Euro. Cambieremo poi ancora il Lunedì, finalmente in un ufficio “serio”, a 1,95: quindi attenti al cambio! Proseguendo per viale Vitosa, via principale e dello shopping, si giunge a Juzen park, enorme piazzale con fontane, e grande costruzione, si tratta del palazzo della cultura. La bulgaria è in Europa da un paio di anni, ma l’ambiente mostra ancora i segni del passato, enormi cotruzioni comunali, brutti palazzi che si alternano a bei palazzi fine ottocento. Un discorso a parte meritano le strade, poco ben tenute e soprattutto i marciapidi, i cui lastroni sono spesso divelti, e si rischia ad ogni passo di inciampare. Poi passiamo un’oretta in centro, osservando ed entrando in Sveta Nadelia, chiesa centrale, costruzione a mattoni, e l’imponente palazzo di giustizia bianco, con alla base due leoni. Nella centrale piazza Banja Basi, ci sono lavori in corso, ma questo non ci impedisce di fotografare la colonna con in cima la donna alata simbolo della saggezza, in bronzo a 2 colori. Un passaggio davanti al museo di archeologia, che ha reperti anche all’esterno, entrata a pagamento, arte greca e tracia; entriamo ed usciamo subita dai magazzini C.U.M., passiamo davanti alle vecchie terme, ora in disuso, vediamo le fontanelle termali, la gente riempie bidoni di acqua, che esce bollente dai rubinetti, ed entriamo nel mercato coperto, dove acquistiamo acqua minerale e dove vi sono bar e negozi di abbigliamento ed alimentari. I prezzi sono leggermente più bassi che a Bologna, ma ci dice un’ impegata bulgara, che per loro sono molto cari, soprattutto in centro. Vorremmo visitare anche la Sinagoga, ma è chiusa per restauri interni. Sono le 21, molti negozi ancora aperti, come la Domenica, e ci sediamo al ristorante “Happy”, molto grande, di aspetto internazionale, come internazionale è il menù. C’è tantissima gente, la carne arriva fredda, ce la riscaldano, poi la sorpresa del prezzo, 2 secondi a base di pollo, con bevande, 10 euro: mangiare a Sofia costa pochissino. Si fà tardi e rientriamo in albergo. La mattina seguente è Domenica, e dopo una abbondante colazione, e vista la bella giornata, ci incamminiamo ancora verso il centro, ma svoltando a destra, ci dirigiamo verso la cattedrale. Ci soffermiamo a fare foto e riprese ai resti della chiesa “Sveti Georgi”, alla chiesa interrata “Sveta Petka” e non possiamo non notare grandi costruzioni, di stile staliniano risalenti a sessant’anni fà, come i già citati magazzini C.U.M., la corte costituzionale, il consiglio dei ministri, il palazzo ex comunista che accoglie ora la sede del partito socialista; dall’altro lato, la presidenza della repubblica, con guardie in alta uniforme. Proseguiamo quindi e giungiamo alla cattedrale Aleksander Nevski, la più monumentale della Bulgaria, eretta all’inizio del novecento. Le cupole sono dorate, ed è bella anche internamente. Acquistamo 2 candeline al prezzo di 40 centesimi di Lev, e fotografiamo (si potrà?). Inizia la funzione religiosa, e sostiamo ancora alcuni minuti. Poi usciamo, per rientrare subito sulla destra, per visitare la cripta (6 Lev a testa), dove sono contenute bellissime, antiche e grandi icone, molto interessante, non si può fotografare; all’entrata della cripta vendono riproduzioni di icone, i prezzi non sono poi così bassi. Vicino alla chiesa, altri grandi edifici, ed in un giardinetto un mercatino giornaliero, dove vendono souvenirs e vecchie cose inerenti alla guerra ed al periodo sovietico, credo siano originali. Durante il percorso inverso, incontriamo prima l’interessante chiesa di Santa Sofia, e la piccola e deliziosa chiesa russa di San Nicola, con le sue cupole a cipolla dorate. Al’interno ancora molte icone. Qualche acquisto l’abbiamo fatto, ma occorre recarsi nei sottopassaggi del centro, dove si possono trovare altri souvenirs, e soprattutto in uno di questi, ammirare reperti archeologici, e vari strati di pavimentazione aggiuntisi nelle varie epoche, dai Traci, ai Romani, ai Bulgari.
Souvenir classico e a buon mercato, è il profumo di rosa, servito anche in semplice e piccolo flacconcino, (tipo omaggio delle profumerie) inserito in un contenitore di legno lavorato: al mercatino ne vendono 10 per 9 Lev, all’aeroporto, costeranno 3 Lev ogni pezzo. Verso il tardo poimeriggio, ci rechiamo per curiosità al vicino mercato popolare, dietro la Sinagoga: orrendo, frequentato da molti zingari, cattivo odore…Meglio tralasciare la visita. La sera, ci rechiamo in un ristorante tipico locale, caratteristico e molto affollato, laterale del viale Vitosa, via Salunska, il nome è “Pry Yafata”, ne vale veramente la pena; eccetto la Domenica, vi è anche un modesto trio che suona musica bulgara; ci torneremo anche la sera dopo: 2 abbondanti piatti locali, con carne alla brace, contorni e birra, 40 Lev in 2. Girando per Sofia, notiamo un contrasto enorme tra i bellissimi negozi, anche di grandi firme, e merci di buon gusto, dagli abiti alle calzature, e i molti mendicanti, che soprattutto cercano tra i rifiuti nei bidoni del rusco. Il Lunedì, dopo una breve passeggiata in centro, ci consultiamo con l’impiegata dell’ufficio informazioni (la gentilezza non è ancora il forte di questi popoli dell’est), e decidiamo di prendere in Patriarh Evtimij b.Rd il minibus bianco 21, che ci porterà in 20 minuti alla Boyana church, costo della corsa su questo vecchio mezzo, 1,50 Lev a persona. Il pulmino si ferma praticamente a richiesta, durante il suo tragitto, non esistono vere fermate. Attraversiamo la non bella periferia di Sofia, andiamo verso la collina e giungiamo in questo bosco, dove c’è una piccola chiesetta in mattoni, patrimonio Unesco, entrata 10 Lev a testa. Attendiamo l’accompagnatrice, siamo in 6, e le spiegazioni sono in tedesco, e ci và bene. Al’interno della chiesetta, le pareti e il soffitto sono interamente ricoperti da affreschi eseguiti da oltre un millennio. Interessante, severamente proibito fotografare. Rientriamo in albergo, per poi prepararci per la cena con musica tipica come succitato. Il Martedì è il giorno della partenza, aereo alle 17,40, quindi ancora tempo per un’ultima passeggiata, rivedere i reperti archeologici del sottopasso, e fotografare il bellissimo teatro dell’opera Ivan Vasov, davanti al quale vi è un giardino con fontane, gente che si riposa o gioca a scacchi. Gironzolando intorno al teatro, notiamo come i palazzi siano dell’ottocento, davvero belli. Inizia a piovere, di corsa all’albergo, dove, dopo un tè, chiamiamo il taxi, che finalmente avvia il tassametro, e spendiamo 12 Lev!! Nel tragitto, vediamo anche lo stadio Levski, con davanti giardini, un laghetto e ristorante. Dall’aeroporto un ultimo sguardo al monte Vitosa. Insomma, Sofia senza infamia e senza lode, non ci resterà nel cuore come alcune altre città, ma siamo contenti di averla visitata. Per vedere foto: www.Poneloya25.Spaces.Live.Com