POLINESIA, perchè sì e perchè no!

02 luglio 2009. Si parte per la Polinesia Francese con tantissime attese ma anche con qualche dubbio. Ne varrà veramente la pena? Al termine del viaggio abbiamo deciso di raccontare i nostri “perché sì” (ne vale la pena) e i nostri “perché no” (cambiate destinazione!). Il 1° perché sì riguarda il viaggio: non è così duro come...
Scritto da: Debora e Luca
polinesia, perchè sì e perchè no!
Partenza il: 02/07/2009
Ritorno il: 19/07/2009
Viaggiatori: in coppia
Ascolta i podcast
 
02 luglio 2009. Si parte per la Polinesia Francese con tantissime attese ma anche con qualche dubbio. Ne varrà veramente la pena? Al termine del viaggio abbiamo deciso di raccontare i nostri “perché sì” (ne vale la pena) e i nostri “perché no” (cambiate destinazione!).

Il 1° perché sì riguarda il viaggio: non è così duro come sembra! Noi abbiamo viaggiato con Air Tahiti Nui da Parigi a Papeete con sosta di 1 ora a Los Angeles partendo la mattina alle 11.30 e arrivando (merito del fuso!) lo stesso giorno alle 21.30 (ma in Italia erano le 9.30 del mattino dopo). Con una pastiglia di melatonina, alle 24.00 ci siamo addormentati come ghiri.

03. La giornata dedicata a Papeete si apre alle 6.00 con un sontuoso american break-fast all’hotel Tahiti Nui, eccezionale con la fame che avevamo, ma alla modica cifra di 50 euro. La prima visita è dedicata al mercato con le sue svariate merci e ai primi acquisti (col senno di poi si poteva comprare qualcosa in più poiché nelle altre isole abbiamo trovato tutto molto più caro ma … era il primo giorno!). Alle 11.00 prendiamo una C1 al noleggio AVIS a 95€ da consegnare entro le 17.00 e partiamo per il giro dell’isola (ca. 140 KM) alla ricerca di grotte e cascate. In confronto a quello che vedremo in seguito, questa gita non resterà certo nella ns. Memoria, ma meritava comunque farla. La sera la stanchezza si fa sentire e quindi cena alla roulotte di chez AhLeon con steak (in vista delle scorpacciate di pesce) and frites e alle 20.30 a nanna.

04. Il 2° perché sì si chiama Raimiti ed è la pensione sull’isola di Fakarava, nell’arcipelago delle Tuamotu, nella zona sud a 1 ora e ½ di barca dall’aeroporto. Avevamo già letto di questo posto, avevamo visto il sito, l’agenzia Kia Ora alla quale ci siamo appoggiati (e che consigliamo vivamente per l’organizzazione, che, per una volta ci ha fatto tradire la nostra ottima Sanur Viaggi di Dossobuono!) ce lo aveva consigliato, ma non avremmo mai pensato che fosse così bello, nella sua incredibile semplicità. Ci arriviamo verso le 9.00 e l’accoglienza di Patea (il capitano) con Rutu e Castore, 2 simpaticissimi cani da pesca (perché si tuffano dalla barca alla velocità della luce quando vedono un pesce!), insieme con i colori del mare, del cielo, delle palme e con il minuscolo ristorante di paglia senza porte né finestre ci fanno subito emozionare e capire che anche questa volta abbiamo scelto la struttura giusta per noi. Semplice, familiare e silenziosa. Qui a Raimiti si sente proprio il rumore del silenzio. Cosa dire poi del bungalow vista oceano, delle lampade a olio che illuminano la stanza alla sera (non esiste elettricità) e di una splendida luna piena, di fronte alla quale ascoltiamo il suono delle onde dell’oceano? La coppia di italiani che è già qui da qualche giorno ci avvisa che la cucina è superba e, a pranzo, ne abbiamo subito un assaggio con una deliziosa insalata di granchio all’ananas. Per cena c’è la conferma, con ancora dell’ottimo pesce. Ce ne andiamo felici a dormire alle 20.45.

05. Alle sei, lasciando le tende completamente aperte, ci sveglia il chiarore dell’alba e il fragore delle onde che sono il sottofondo continuo nella notte (se avete problemi con il rumore, chiedete i farè vista laguna, dove ci sarà più silenzio). La mattina scorre veloce tra sole, snorkeling e kajak. Il pomeriggio Patea ci porta alla pass di Tetamanu dove avvistiamo per la prima volta qualche bello squalo pinna nera con tentativo anche di inseguimento per ripresa fotografica. Il ritorno in barca è un po’ freddoloso ma nello stesso tempo riscaldato anche da un rosso tramonto.

06. Giornata piena di attività (!!!): la mattina andiamo alla spiaggia rosa, una lingua di sabbia dalla quale si può arrivare a tante piccolissime spiagge grazie alla bassa marea. Girandosi intorno a 360° il panorama è davvero “da lacrima” e i colori sono indescrivibili, per non parlare del silenzio totale. Il capitano ci viene a riprendere dopo qualche ora con i fedeli Rutu e Castor. A pranzo mangiamo per la prima volta il famoso poisson cru che ci soddisfa in pieno. Il pomeriggio con Fransis andiamo alla Lune, una baia con l’acqua bassissima dove i pesci sono proprio a portata … di mano. La merenda la facciamo con lime e molluschi di tridacne pescate in diretta da Fransis, che infine ci porta a caccia di conchiglie sul reef dove l’oceano entra fragorosamente nella laguna. La cena … c’est super! Come sempre con tartara di tonno, fresco di tre ore, dato che Erik l’ha pescato sotto i ns.Occhi, dolphin fish, patate, banane arrosto e ananas flambè.

07. Oggi siamo gli unici ospiti della pensione insieme a due signore polinesiane, parenti del capitano, e facciamo una bellissima gita familiare. Partiamo, infatti, tutti (noi due, le polinesiane, Erik, la figlia e il capitano con la piccola Avai di un anno, Fransis e Teaki, un bimbo di 10 anni che abita al villaggio a nord e che passa le vacanze al Raimiti. Naturalmente non possono mancare Rutu e Castor; sembriamo proprio un’allegra famiglia in gita domenicale e questo è il nostro 3° perché sì. Ci dirigiamo alla pass di Tetamanu dove ci immergiamo per un incontro vis à vis con gli squali pinna nera di ca. 1,5 metri e con i dolcissimi pesci napoleone.

08. Oggi è il giorno della partenza e il comitato di arrivederci lungo il molo è commovente, ci sono proprio tutti, cani compresi, a sventolare mani e fare grandi sorrisi. Il pomeriggio è dedicato al trasferimento a Papeete e poi a Raiatea, dove per la notte alloggiamo al Sunset Beach in un delizioso garden bungalow riempito (nel vero senso della parola!) di fiori! Per cena ci portano al ristorante della Marina ma, col senno di poi, il ristorante da Michelle in paese … c’est super! 09. Finalmente arriva il giorno dell’incontro con Michele e Ludovica che ci conquistano subito per simpatia e cordialità. Il giro dell’isola con Michele è una fonte di scoperte incredibili, ogni singola pianta, fiore, frutto, punto panoramico, qualsiasi cosa merita una spiegazione e, al ritorno, Ludo dice che Luca “ha le stelline negli occhi” tanto è felice. Per cena sperimentiamo la loro abilità culinaria con deliziosi gamberetti al curry e banane alla vaniglia e loro capiscono subito che la cambusa sarà svuotata in settimana, dato che anche i nostri simpaticissimi compagni di barca, Carlo e Carmen, dimostrano subito, come noi, di apprezzare la buona cucina! Le chiacchiere si protraggono fino alle 22 quando il capitano manda tutti a nanna. 10. La giornata inizia presto e alle 6.30 siamo tutti a colazione, ansiosi di partire, con Ludo che ci fa sbellicare dalle risate con alcuni suoi racconti. Purtroppo il tempo non ci assiste e inizia subito una leggera pioggerellina che ci demoralizza molto. Ancoriamo a Taha per un bagno e poi andiamo all’Hibiscus per vedere le tartarughe. Il tramonto dal molo è insuperabile e tutt’intorno è silenzio e questo vale il nostro 4° perché sì.

11. Siccome siamo degli eterni ottimisti ci sforziamo di non vedere i nuvoloni neri e di non sentire la pioggerellina che ci accompagna verso il motu di Norbert e il suo giardino di corallo. Del personaggio non diciamo nulla per non svelare “le sue caratteristiche” così come non diremo nulla di Mama Naumi perché le parole non potrebbero descrivere la dolcezza di questa nonnina sorridente che crea capolavori con le conchiglie. La passeggiata verso la casa è una delizia per tutti i fiori e piante che s’incontrano, bellissime anche solo per le foglie dai colori e dalle forme più diverse.

12. Oggi è il giorno della traversata in oceano verso Bora Bora, dove mettiamo alla prova la nostra tempra di marinai. Il capitano dice che il mare era in condizioni normali con qualche bella onda e nel complesso l’esame di 4 ore di navigazione nel Pacifico lo abbiamo superato bene. Le acque turchesi di B.B. Ci attendono per il primo bagno davanti al B.B.Yachting Club dove al tramonto scendiamo per l’aperitivo.

13. Giornata davvero particolare con la mattinata dedicata alle perle per le quali abbiamo deciso, a priori, di fidarci di Michele (non le abbiamo prese a Papeete proprio per questo). Ci accompagna lui, infatti, in un negozio di cui si fida (e quindi anche noi) dove ci immergiamo nei mille colori, nelle luci e nelle sfumature di queste delizie agli occhi delle gentili fanciulle che escono tutte con le loro borsettine, me compresa, aiutate nelle scelte dalle due titolari, come al solito di una cordialità e gentilezza fuori dal comune (anche in Italia i commessi devono vendere ma il trattamento è ben diverso!). E anche questo per noi è un buon perché sì (il 5°). La serata invece merita qualche parola in più perché noi sapevamo già che in luglio i polinesiani festeggiano l’Heiva, una festa nazionale, celebrazione della cultura maohi, con concorsi di musica, danza, canto, gare di piroga e di portatori di frutta, ma non avevamo idea di quale esperienza meravigliosa sarebbe stata assistere a Bora Bora all’esibizione di due gruppi di musicisti e danzatori che ci hanno fatto davvero girare la testa per i colori dei costumi, la fantasia dei copricapi, la bellezza dei corpi scolpiti (uomini e donne!) e la coreografia organizzata dai mahu, personaggi effeminati, molto apprezzati in alcuni settori proprio per la raffinatezza e la qualità del loro lavoro. In numerose famiglie polinesiane, ancora oggi, il figlio maggiore è allevato come una figlia e talvolta anche in età adulta ne mantiene gli atteggiamenti. Michele, in modo molto discreto, ce ne ha indicati molti, che noi scambiavamo come delle belle ragazze.

Nelle guide queste cose naturalmente sono scritte, ma le spiegazioni, i dettagli, le note storiche che in qs. Giorni Michele ci ha sempre raccontato pazientemente rappresentano il ns. 6° perché sì. Lui e Ludovica sono davvero quel qualcosa in più che fanno di questa vacanza una vera esperienza di viaggio. Sono proprio una coppia perfetta, complementari ed entrambi importanti per la vita a bordo del Gulliver. Il ns. Consiglio, tornando all’Heiva, è di organizzare il viaggio, se il periodo coincide, in modo da inserire una serata di danze e musica che non sono studiate per il turista, ma vissute dai locali per il loro unico piacimento. E’ forse poco per il ns. 7° perché sì? 14. Oggi è la festa nazionale francese e quindi anche polinesiana per la presa della Bastiglia. Noi facciamo il giro dell’isola alla ricerca della mitica laguna blu che è proprio sensazionale. Le sfumature del blu ci sono tutte, dal più intenso al più tenue e nuotarci in mezzo è paradisiaco. A dir la verità colori di questa intensità li avevamo anche già visti e a pochi km da noi, con annessa spiaggia rosa, con una piccola differenza (che per noi fa un’enorme differenza). Nella turistica e famosa Bora Bora eravamo in 6 sul Gulliver, con un’altra barca a vela a qualche centinaia di metri di distanza e la vista (che un po’ ci disturbava!) di qualche overwater dei resorts super lusso dove non si vedeva anima viva perché probabilmente chi ci soggiorna passa il tempo o all’interno dei bellissimi bungalow o nelle meravigliose piscine innaturali all’interno dei resorts o meglio ancora nelle polinesiane jacuzzi. Per fortuna che il mondo è così vario da permettere invece a noi di pinnare in mezzo alla laguna fino al motu deserto e ammirare Carlo che, clava alla mano, ci offre una deliziosa noce di cocco. Questa è la differenza rispetto alla ns. Seppure bellissima Sardegna con il suo arcipelago della Maddalena, dove sbarcano ogni 15 minuti flotte di turisti incivili e sbraitanti.

15. Come tutte le cose belle anche il ns. Soggiorno sul Gulliver sta per terminare, con molto dispiacere ma anche con la consapevolezza che la convivenza con Michele e Ludo ci ha certamente trasformato il viaggio da “naturale” a “culturale”, facendoci assaporare, oltre i lori magnifici piatti polinesiani, tutti i loro racconti con grande interesse. E aggiungiamo pure la piacevole conoscenza dei due simpaticissimi “baresi a Central Park” che speriamo di poter andare presto a trovare nella loro masseria in Puglia. Gli ultimi due giorni li passiamo a Moreea che, inizialmente considerato l’unico errore del viaggio perché troppo “normale”, si rivaluta invece proprio per la sua tranquillità. Soggiorniamo all’hotel Les Tipaniers, in un “vecchiotto” bungalow immerso in un bel giardino fiorito, di fronte ad una bella laguna dai colori polinesiani. Il primo pomeriggio lo passiamo in bici a curiosare nei piccoli negozi lungo la strada.

16. Oggi giornata intera di relax alla spiaggia, con grande dispiacere però quando scopriamo che è praticamente impossibile fare il bagno e snorkeling per la corrente forte presente mattino e pomeriggio.

17. Oggi, nonostante la tristezza per la partenza, ci divertiamo un mondo. Dopo aver preparato i bagagli e lasciati in custodia all’hotel, visitiamo la vicina Tahiti Aromes, la più grande coltivazione di Tiarè della Polinesia, con “usine” per la macerazione, distillazione e produzione del mitico Monoi di Tahiti, un olio profumatissimo per il corpo. La guida ci spiega che le loro essenze, compreso cocco, vaniglia e sandalo, sono esportate e utilizzate come base per i grandi profumi europei (Chanel, Esteé Lauder, …). Proprio il profumo e la semplicità del fiore, simbolo della P., rappresentano il mio personale 8° perché sì. Il semplice gesto, la mattina presto, di raccogliere un fiore profumatissimo (Tiarè o Frangipane) o colorato (Hibiscus) e metterlo nei capelli non può far altro che rendere la giornata gioiosa ed è questo, secondo me, il motivo per cui le donne polinesiane sono sempre sorridenti e affascinanti, più o meno belle che siano. Alle 11 ci avviamo al noleggio di una spettacolare bugster, un trabiccolo di auto con cui facciamo il giro dell’isola (4h 60 euro), ridendo come bambini a Natale per l’imbragatura che ci avvolge. Tra le soste per gli ultimi souvenirs, il pranzo con birra e baguette sopra il Sofitel Hotel e la salita al belvedere per il panorama sulle due baie (l’ideale sarebbe andarci prima delle dieci per non avere il sole di fronte), ci ritroviamo alla fine della ns. Vacanza.

Ci dispiace proprio aver sentito dall’ultima coppia d’italiani incontrati che la loro esperienza polinesiana non è stata memorabile perché la barriera corallina non è confrontabile con quella di Sharm, dove loro si sono anche divertiti di più che non nei due grandi e lussuosi resorts dove hanno alloggiato a Bora Bora e Moreea, nei quali non hanno neanche mangiato bene perché nessuno ha indicato loro i tipici piatti polinesiani e le loro caratteristiche … E poi il colore del mare lo abbiamo anche in Italia, magari senza pesci tropicali! E noi … siamo stati in rigoroso silenzio perché altrimenti avremmo dovuto dire che la ns. Polinesia forse era in un’altra parte del mondo, che noi la barriera l’abbiamo vista, forse non nella laguna blu di Bora (!), che abbiamo nuotato con i piccoli squali pinna nera, gratis (!!!) senza nessuna escursione organizzata, che abbiamo anche visto la manta (che c…), che noi abbiamo mangiato pietanze squisite, conosciuto e scambiato qualche parola con personaggi come Norbert e Mama Naumi o visto Erik al Raimiti che si immerge con le bombole in pareo, camicia e berretto da baseball. Noi però abbiamo letto tanto prima di partire e abbiamo fatto tre scelte azzeccatissime: Fakarava con il Raimiti, il Gulliver con Michele e Ludo e Kia Ora viaggi.

E, per finire, … i perché no (=non fare questo viaggio) … noi proprio non li abbiamo trovati. maururu polinesia



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche