Vagabondando in Croazia
Un giretto veloce e torniamo a Sumartin dove, dopo aver cenato nell’unico ristorante, ci godiamo il meritato riposo.
IL giorno dopo prima di lasciare Brac andiamo a piedi alla ricerca di una spiaggetta lì vicino; dalla piccola chiesa continuiamo a camminare attraverso il paesino fino a che arriviamo al primo angolo di paradiso! Una caletta bellissima, con l’acqua trasparente e calma, e con davanti le montagne…Wow! Dopo un po’ di ore però è purtroppo ora di partire…Prendiamo il traghetto che ci riporta a Makarska, e da lì proseguiamo verso sud fino a Drvenik, da dove prendiamo il traghetto per l’isola di Hvar. Arriviamo in poco più di mezz’ora a Sucuraj, dalla qualle prendiamo l’unica strada esistente, verso la città di Hvar; questa è sul lato opposto dell’isola, e la strada si rivela veramente pericolosa: 70 chilometri di curve e tornanti, dove in molti punti le carreggiate contengono a malapena le macchine, e nonostante ci siano burroni da una o tutte due le parti della strada, non ci sono quasi guardrail; il consiglio per chi volesse venire a Hvar è o di arrivare direttamente dall’altra parte dell’isola, o di prepararsi mentalmente a un’ora e mezza minimo di strade infernali! L’arrivo alla città di Hvar comunque mi consola, ne è valsa veramente la pena! L’isola è molto bella; oltre agli ulivi, presenti già in Brac e nella parte di costa che avevamo visto, qui è diffusissima la lavanda, che sprigiona il suo aroma un po’ ovunque! Grazie anche alle numerose bancherelle che si trovano un po’ dappertutto…La città di Hvar dicevo, è veramente molto bella, ed è soprattutto meta del turismo “marittimo”, infatti troviamo attraccati al porto degli Yacht enormi! Passiamo una piacevolissima serata, con tanto di cena a base di frittura di pesce al Marinero, e la mattina dopo andiamo alla spiaggia di Dubovika, non lontana da Hvar, in direzione di Milna. Il paesaggio è incantevole, il mare tanto per cambiare stupendo, e le tre o quattro casette di pietra (con tanto di fantastica trattoria) a ridosso del mare rendono questo posto sicuramente uno dei più belli della vacanza! Dopo qualche ora mi armo di coraggio e mi preparo a rifare quella maledetta strada; arriviamo giusto in tempo per imbarbarci e per tornare sulla terraferma. Proseguiamo verso Sud con l’idea di fermarci a dormire a Ston, nella penisola Peljesac; avremmo voluto da lì proseguire per l’isola di Korcula, ma abbiamo ancora tante cose da vedere, e troppo poco tempo a disposizione, quindi decidiamo lasciar perdere. Arrivate a Ston già con il buio ci inoltriamo nella cittadina, ma veniamo sorprese da un black out generale, che fa piombare tutta l’isola nel buio. Capendo che sarebbe difficile trovare una “Sobe” (le camere messe in affitto dai privati) di notte al buio optiamo per l’unico albergo che propone la guida, e che si trova a Mali Ston, a pochi minuti da Ston, il Vila Coruna. Non è un gran che, e il personale è decisamente poco ospitale, ma ci accontentiamo data l’ora, e ci riscattiamo con una bella cena al Kapetanova Kuca, dove dopo una bella mangiata di pesce il cameriere ci propone in un italiano molto particolare di assaggiare il dolce tipico della zona, una specie di torta fatta con pasta scottissima fatta bollire in acqua, zucchero limone, mandorle e chi più ne ha più ne metta…È piuttosto pesante, ma con un bicchierino di Prosek riusciamo a mandarla giù. IL giorno dopo vorremmo fare un giro per Ston, ma ci accontentiamo di guardare quel che resta della imponentissima “Muraglia cinese europea”: un sistema di cinta murarie lunghissimo, che una volta contava sette fortezze e una trentina di torrioni, ma che poi con il tempo è stata in parte smantellata; quello che resta riesce comunque a fare intuire la grandezza di quest’opera; arriviamo ad Orebic per la nostra dose di sole/mare quotidiana, ma rimaniamo parecchio deluse da questa zona…Doveva essere una delle coste più belle della Croazia, ma a noi non pare proprio, e così risaliamo in macchina, ma per fortuna tornando verso Ston ci perdiamo e capitiamo a Zuljana, un paesino molto bello sul mare, con tanto di spiaggetta (qui il mare sembra più che altro un lago alpino, incredibile!) e fondale di sabbia chiara, bellissimo! Rinfrancate da un po’ di ore al sole ripartiamo, con meta Dubrovnik, ma per spezzare il viaggio ci fermiamo a Trsteno, per visitare l’Arboretum, un giardino rinascimentale molto bello, e dopo aver passato un tratto di Bosnia, arriviamo finalmente a Dubrovnik. L’impatto già dalla strada è sorprendente, la città è completamente cinta dalle antiche mura, e non delude assolutamente le aspettative! Rimaniamo a bocca aperta quando finalmente entriamo dentro alle mura (dopo aver cercato una sistemazione per la notte) e ci troviamo davanti vie maestose lastricate di pietra liscia e bianca, palazzi in stile veneziano, vie e viette che da una parte scendono verso il mare, e dall’altra salgono su su verso la montagna…Che dire, è una tappa obbligatoria! Lì ci passiamo una bella serata, e la mattinata seguente facciamo il giro delle mura (un’ora e mezza circa), ancora un bel giro per la città, e poi anche se un po’ a malincuore ripartiamo. Da qui inizia la risalita, che ci porterà lentamente a Zara…Avremmo dovuto fare un po’ di strada, ma invece ci fermiamo quasi subito in una stupenda caletta poco prima di Veliki-Zali, dove abbiamo questo mare cristallino quasi solo per noi! La sera il piano avrebbe previsto di fermarci a dormire a Brela, ma quando arriviamo il posto non ci piace per niente, e così decidiamo di proseguire ancora un po’, e ci fermiamo nuovamente a Makarska, che però ci impressiona meno della prima volta, forse un po’ per la stanchezza, e un po’ perché abbiamo visto com’è la vera Croazia! La mattina dopo ripartiamo, ma non siamo molto fortunate, infatti non troviamo nessuna spiaggetta che ci colpisce particolarmente, e proseguiamo fino a Trogir; qui facciamo un bel giretto per le vie e per il mercato. Trogir è molto carina, anche se effettivamente dopo avere visto Hvar e Dubrovnik non ci lascia a bocca aperta, per cui dopo poco ripartiamo alla ricerca del solito angolo di paradiso. Giunte a Dolac ci fermiamo e decidiamo, dal momento che la vacanza è quasi finita, di concederci un meritato pomeriggio di relax tutto dedicato all’abbronzatura, e troviamo una piccola caletta che fa proprio al caso nostro. Per la sera decidiamo di tornare un po’ verso sud e di fermarci a Primosten, un piccolo paese tutto in pietra su una minuscola penisola, veramente bellissimo! Avremmo dovuto fare un po’ più di strada, dato che da lì a Zara ci sono ancora un centinaio di chilometri, ma ci sembra il posto ideale per la nostra ultima sera! E infatti la prima impressione è confermata in pieno quando ci addentriamo per le vie: un vero gioiellino! Qui ci concediamo un’ultima cena da principesse al Babilon, dove (a detta di mia sorella) c’è la miglior Buzara di scampi dell’intera Dalmazia meridionale…In effetti è incredibile, buonissima! Un po’ tristi ce ne andiamo a dormire nella nostra mini stanzina (veramente minuscola, ma molto pulita, per 30 Euro è fin troppo!) un po’ tristi all’idea che la partenza si avvicina…Il giorno dopo decidiamo di fermarci sulla spiaggia di Primosten, che nonostante il piccolo porticciolo è lunga e veramente bellissima, il mare è trasparente e di un azzurro troppo invitante per non buttarsi! Alle nove siamo già in spiaggia, e ci fermiamo per qualche ora, prima di partire per Zara. Aspettando l’ora dell’imbarco abbiamo modo di girare per la città, che ci colpisce per il fascino decadente, e purtroppo per la poca pulizia rispetto alle altre che abbiamo visitato. Ma verso l’ora del tramonto ci incamminiamo per la lunga e bianca passeggiata e veniamo rapite da un suono bellissimo che però sembra non provenire da nessuna parte, sembra essere nell’aria da sempre! Invece si tratta dell’organo marino, costruito nel 2005: non ho capito benissimo il funzionamento, ma pensare che un suono così bello sia fatto dal mare lo rende veramente magico. E così, al tramonto (a detta di Hitchcock quello di Zara è il più bello del mondo!) con questo suono misterioso e il mare davanti, magico non può che essere anche il ricordo che questo viaggio ci lascia quando purtroppo arriva l’ora di tornare. Ma siamo convinte che il nostro non è un addio, ma soltanto un arrivederci!