Where did you crossed the border? MUTUKULA!

Negli ultimi anni le mete a lungo raggio sono state diverse, il viaggio in Africa è stata la vera Esperienza! Nei giorni prima della partenza ci sono stati momenti di vero panico. Io e Alex, il mio compagno di viaggio, ci siamo fatti il giro di tutti i negozi di camping ed escursionismo; siamo riusciti a comprare pentolini, padelle, fornelletti,...
Scritto da: Totinos
where did you crossed the border? mutukula!
Partenza il: 01/07/2008
Ritorno il: 16/07/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Negli ultimi anni le mete a lungo raggio sono state diverse, il viaggio in Africa è stata la vera Esperienza! Nei giorni prima della partenza ci sono stati momenti di vero panico. Io e Alex, il mio compagno di viaggio, ci siamo fatti il giro di tutti i negozi di camping ed escursionismo; siamo riusciti a comprare pentolini, padelle, fornelletti, scomodissimi materassini, luci da esplorazione, scarponcini e mantelle e chi più ne ha più ne metta.

Per chi programmasse un viaggio “on the road” in Uganda il consiglio è di partire attrezzati come se si dovesse andare in esplorazione un anno nel borneo. Al massimo si abbandonano/regalano/perdono i suppellettili in eccesso.

Finita la fase “preparatoria”, con uno zaino che pesava come un bambino di 12 anni, ci presentiamo a Linate.

Ci aspetta un volo tranquillo, Milano-Amsterdam Amsterdam-Entebbe con KLM. Come al solito abbiamo avuto l’accortezza di prenotare le prime due notti in un albergo di fascia media per poter poi pianificare i successivi movimenti. Bene, atterriamo e ci aspetta il driver dell’albergo, la Mamba-point Guest House. “Pousada” rosa con piscina e clientela occidentale. Camera fresca e spaziosa: non potrebbe iniziare meglio di così! La mattina iniziano gli incontri “africani” (quello di cui ci siamo resi conto una volta in Africa è che certa gente la incontri unicamente in paesi come l’Uganda, ed è gente completamente surreale), la prima persona con cui parliamo è questa ragazza americana con un enorme topo travestito da superman sulla maglia, le chiediamo del significato della maglietta e ci dice che è in Uganda con il marito per addestrare i topi a riconoscere la TBC dagli sputi della gente.

Dopo la chiacchierata surreale usciamo a fare quattro passi per Kampala! la città è pazzesca! E’ sviluppata su diversi colli, sulle zono rialzate ci sono aree residenziali molto graziose (villette con giardino stile brianza), nelle zone basse catapecchie e zone povere. La nostra politica generale è quella di raggiungere a piedi qualsiasi posto quindi, armati di buona volontà, ci incamminiamo verso l’università (il campus occupa un’intera collina), chi si aspetta di vedere edifici stile Cambridge rimarrà deluso però è pieno di giovani, “mense universitarie” per mangiarsi pollo-riso-polenta insipida di mais! La seconda meta è l’enorme capanna di paglia del re del Buganda (raggiunta dopo aver sbagliato strada almeno 5 volte per un totale di 10 km sotto il sole). Beh a parte questo Kampala non ha molto da offrire, comunque vale ben 2 giorni! Next stop.. Jinja, per gli amici Ninja, la città delle sorgenti del Nilo sul lago Vittoria. Ci si arriva in circa 1 ora di minibus stracolmo (ah, per chiunque sia abituato ai minibus sudamericani o asiatici, beh in uganda riescono a riempirli il doppio!), la cittadina in sè è moderatamente triste, qualche vagabondo importuno, carcerati ai lavori forzati e nulla più. Il bello è lungo il fiume! Qella che chiamano sorgente del Nilo è un punto del fiume con la riva scoscesa e l’acqua tumultuosa pieno di uccelli! Poco più a Nord (bujagali falls) (25 min in motorino in 3) c’è un campo per fare rafting sul fiume con un sacco di giovani campeggiatori! Ah fino ad ora mi ero dimenticato di dire che ovunque ci sono dei mega uccellacci alti circa un metro/ un metro e venti con un mega becco e delle ali nere.. Soprannominati Marianna per via della ovvia somiglianza con una nostra cara amica.

Ripassiamo per Kampala e saltiamo su un bus per Fort Portal (un pazzo alla guida con il claxon facile) da lì saltiamo su un taxi collettivo e siamo ai Crater lakes. WOW! a parte il fatto che i taxi collettivi hanno la tangente da parte del camping più brutto e quindi ti portano lì anzichè a quello più carino a lato, il posto è pazzesco, dormi in tenda sul bordo del cratere di un vulcano pieno d’acqua (in cui si può nuotare e nel nostro caso fare anche il bucato), è pieno di scimmie che girano intorno alla tenda e i tizi del camping fanno un guacamole pazzesco! altri esseri viventi nel raggio di 15 km: il proprietario del camping, una suora con delle orfanelle che hanno fatto uno spettacolo per noi (fantastiche) e due altre squilibrate come noi in viaggio nella zona).

Da lì si può fare trekking per i 7 laghi vulcanici e per una cascata (WOW), in più se siete “fortunati” potete vedere qualche animale: noi tornando al camping abbiamo visto un serpente nero di un paio di metri grosso come il mio avambraccio!! il tizio del camping ci ha detto “you’re luky, maybe it’s a cobra! I have never seen one!” beh noi eravamo in tenda… Panico.

Next stop.. Kibale national park! 1 ora di attesa sotto la pioggia con gli zaini per aspettare una macchina che ci caricasse, sempre più immersi nella foresta (e nel fango)! al Kibale c’è un lodge mooolto grazioso! il nostro budget ci ha fatto optare per una casetta con del prato per le tende poco fuori dal parco, il tutto gestito da una ragazza della nostra età (21/22 anni) assolutamente ospitale e pure carina! la mattina ci ha dato così tanta roba da mangiare che stavamo per scoppiare! La foresta è abitata dai famosi elefanti di foresta (di cui senti solo il rumore la notte dalla tenda e le cacche per strada) e gli scimpanzè (noi siamo stati fortunati ma non è sempre possibile avvistarli anche perchè lì la foresta è davvero tipo Borneo)! Attraversiamo l’equatore e ariviamo in 8 più bagagli su una Mondeo al Queen Elisabeth National Park! alto lodge fichissimo e altro altrettanto fico prato per la nostra tenda (p.S. Non ordinate il Martini al lodge.. Ha più dei miei anni quella bottiglia). Cena obbligata al buffet del lodge (30 $), abbiamo recuperato giorni e giorni di stenti!! Al parco si può fare un boat safari per vedere coccodrilli, ippos, bufali etc, consiglio vivamente di andare dalla sciura keniota che gestisce la mensa dei drivers vicino al campeggio (dove per la cronaca c’eravamo solo noi e un’altra tenda) perchè riesce a organizzare safari a un quarto del prezzo del lodge! Infatti la mattina dopo alle 5 e30 ci aspettava una Corolla bianca per partire nel bush, il safari non è male perchè sono molto meno formali che in Tanzania e puoi scendere quando vuoi dalla macchina però non c’è una grande varietà di animali (a parte Marianna).. La cosa assolutamente pazzesca del camping è che non essendo recintato la sera siamo usciti dalla tenda e c’era un ippopotamo a 3 metri (grande paura ma grande momento!) e poi c’è un elefante, delle manguste e dei facoceri che girano tranquillamente in zona! Next… Le Bahamas del lago Vittoria.. Cioè le ssese islands (il nome è una garanzia) passando per Masaka (orrida) e l’ameno villaggio di Bu-Kakata. Per arrivarci si deve prendere il classico minibus sovraffollato (30 km per 4,5 ore) salire poi su una zattera e avere molta fede. Arriviamo all’ HornBill Campside dove una coppia di sbandati psicotici bianchi gestisce il camping. Oltre a noi c’erano dei ragazzi americani. I gestori del camp hanno un enorme alano nero, chili di erba e avevano appena comprato una jeep e si divertivano a usarla tutto il giorno in tutto il camping. L’isola è bella, molto selvaggia e il lago sembra mare.. Ottimo posto per scattare fotografie.

Ultimo stop prima di entrare in Tanzania… Mutukula! il confine dimenticato da Dio. Una volta alla fine del viaggio, a Dar es Salaam i polizziotti ci chiederanno sospetti dove avessimo attraversato il confine, non avendo idea dell’esistenza di Mutukula si sono brevemente consultati e alla fine ci hanno fatti passare..

Per tutti quelli che non hanno mai fatto un confine gestito da due tristi ucciali con due sbarre e un gregge di capre… Mutukula è un must! Concludo consigliano assolutamente un viaggio in Uganda.. A parte le mille volte in cui cerchi sensa alcun successo di comunicare gli ugandesi (una missione divertente e impossibile) le persone sono aperte e sempre gentili, non si avvere mai pericolo, si fanno incontri surreali ed è la vacanza perfetta per gli amanti del trekking (blue mountains) delle passeggiate (crater lakes), del rafting (bujagali falls) degli animali (kibale e queen elisabeth), del “mare” (ssese islands), della cucina sperimentale (in uganda gli autogril sono in realtà dei gruppi di venditori di banane alla griglia (con la buccia) e maaai chiedere che tipo di carne si stia mangiando!) Buon Viaggio Vittorio



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